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Paesi Baschi, nessun dialogo con l'Eta
"Con l'Eta non si può dialogare", sono queste le parole di Alfredo Rubalcaba, ministro degli interni spagnolo, dopo le dichiarazioni di ieri di un cessate il fuoco unilaterale da parte del gruppo basco.
"Il governo è scettico" e non intende "cambiare di una virgola" la propria politica antiterrorismo a meno che l'Eta non abbandoni "per sempre e completamente" la violenza.
Il timore è quello che il gruppo separatista, indebolito dai recenti arresti in Spagna, Portogallo e Francia, "si sia fermato per ricostruirsi".
"Eta fa sapere che già da alcuni mesi ha preso la decisione di non portare a termine azioni armate offensive". Erano queste le parole, presenti nel comunicato diffuso dalla televisione britannica Bbc e dal quotidiano Gara, con le quali l'Eta aveva cercato un nuovo inizio nei negoziati di pace.
Nel frattempo a Roma i tre compagni baschi arrestati senza alcun motivo lo scorso 10 giugno aspettano la sentenza del giudice che dovrebbe essere pronunciata domani per sapere se verranno rimpatriati. Il rimpatrio esporrebbe i tre compagni ad una detenzione di 11 anni a causa della messa fuori legge da parte dello stato spagnolo dell'organizzazione giovanile di Askatasuna, i tre sono accusati, senza nessuna prova, di farne parte, sono stati vittima di un arresto definito preventivo perchè i tre avrebbero frequentato ambienti attigui, l'arresto ne eviterebbe l'ingresso nell'organizzazione.

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Paesi Baschi, nessun dialogo con l'Eta "Con l'Eta non si può dialogare", sono queste le parole di Alfredo Rubalcaba, ministro degli interni spagnolo, dopo le dichiarazioni di ieri di un cessate il fuoco unilaterale da parte del gruppo basco. "Il governo è scettico" e non intende "cambiare di una virgola" la propria politica antiterrorismo a meno che l'Eta non abbandoni "per sempre e completamente" la violenza. Il timore è quello che il gruppo separatista, indebolito dai recenti arresti in Spagna, Portogallo e Francia, "si sia fermato per ricostruirsi". "Eta fa sapere che già da alcuni mesi ha preso la decisione di non portare a termine azioni armate offensive". Erano queste le parole, presenti nel comunicato diffuso dalla televisione britannica Bbc e dal quotidiano Gara, con le quali l'Eta aveva cercato un nuovo inizio nei negoziati di pace. Nel frattempo a Roma i tre compagni baschi arrestati senza alcun motivo lo scorso 10 giugno aspettano la sentenza del giudice che dovrebbe essere pronunciata domani per sapere se verranno rimpatriati. Il rimpatrio esporrebbe i tre compagni ad una detenzione di 11 anni a causa della messa fuori legge da parte dello stato spagnolo dell'organizzazione giovanile di Askatasuna, i tre sono accusati, senza nessuna prova, di farne parte, sono stati vittima di un arresto definito preventivo perchè i tre avrebbero frequentato ambienti attigui, l'arresto ne eviterebbe l'ingresso nell'organizzazione. ITALIA

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