Corteo per ricordare Walter Rossi

Il 30 settembre 1977 Walter Rossi veniva ucciso dai fascisti. Walter aveva 20 anni ed era un militante di Lotta Continua. Il giorno che fu ucciso stava partecipando ad un volantinaggio antifascista in Viale medaglie d’oro. Il volantinaggio era un gesto di protesta per quanto accaduto il giorno precedente ad una giovane di 19 anni, Elena Pacinelli, colpita da tre proiettili mentre si trovava in piazza Igea di fronte ad una casa occupata nel quartiere Trionfale. E’ per rispondere a questa azione che Walter ed altri compagni scesero in piazza il giorno successivo. Ma mentre Walter volantinava, da una sezione del Movimento Sociale Italiano uscirono alcuni militanti di estrema destra e, seguendo un sopraggiunto blindato della polizia che si trovava nelle vicinanze, avanzarono verso i manifestanti. Dal gruppo dei neofascisti furono sparati alcuni colpi di pistola ed uno di questi colpì Walter Rossi alla nuca che morì prima dell'arrivo in ospedale. Sono passati 33 anni da quel giorno ma per questo omicidio nessuno ad oggi ha ancora mai ha pagato. A sigillare la verità, le omissioni e le coperture tra i fascisti e l'apparato dello Stato. A piazzale degli Eroi si è tenuto oggi pomeriggio un corteo per ricordarlo. Corrispondenza Ror

UNIVERSITA': MANIFESTAZIONE A PADOVA CONTRO RIFORMA GELMINI Un migliaio tra ricercatori, studenti e docenti hanno manifestato stamattina davanti al Palazzo del Bo, sede del rettorato dell'universita' di Padova, contro il progetto di riforma del sistema universitario. corrispondenza Ror

Rifiuti- Comuni Vesuviano 'chiusi' per lutto contro discarica Rifiuti Oltre 10mila persone hanno attraversato questa mattina in corteo il centro di Boscoreale fino a Terzigno per dire no alla possibilità di una seconda discarica all'interno del Parco nazionale del Vesuvio. Quattro i Comuni che oggi sono chiusi per lutto. Negozi con le saracinesche abbassate, uffici pubblici chiusi e scuole deserte per ribadire la contrarietà ad una seconda buca in difesa della salute e del territorio.

UE mette in mora l'italia per il PIANo RIFIUTI del LAZIO La Commissione europea ha deciso di inviare all'Italia «una lettera di costituzione in mora in quanto, a tre anni dalla sentenza di condanna emessa dalla Corte di giustizia dell'Ue, il piano programmatico per la gestione dei rifiuti nel Lazio, non è ancora conforme alla legislazione europea». Si tratta della prima fase di una nuova procedura d'infrazione al Trattato Ue ma, precisa Bruxelles, «qualora le autorità italiane non intraprendessero le azioni necessarie, la Commissione potrà decidere di adire di nuovo la Corte e chiedere che l'Italia sia condannata a sanzioni pecuniarie». «I cittadini europei - ha commentato il commissario Ue all'ambiente Potocnik - hanno diritto a vivere in un ambiente pulito e sano e pertanto sollecito l'Italia a garantire l'approvazione di una normativa efficace per quanto riguarda i rifiuti su tutto il territorio.

Il processo contro la fabbrica dei veleni torna in aula

È stata rimandata al 12 ottobre l’udienza preliminare del processo alla Marlene di Praia a Mare, la “fabbrica dei veleni” chiusa nel 2004, che sarebbe dovuta iniziate oggi al Tribunale di Paola (Cs). Le accuse per i 14 dirigenti della Marzotto, l’azienda tessile vicentina che nel 1989 rilevò l’attività della Marlene, sono di omicidio colposo e di strage ambientale. Due sono infatti i filoni seguiti nel processo: il primo è relativo alla mancanza di sicurezza nella fabbrica, nella quale gli operai hanno lavorato per anni senza adeguate precauzioni che li proteggessero dalle esalazioni tossiche la cui esposizione ha cusato la morte di oltre 80 lavoratori e provocato l’insorgere di tumori in molti altri. Il secondo filone riguarda invece lo smaltimento delle sostanze tossiche utilizzate nel processo di colorazione, seppellite nel territorio circostante allo stabilimento, una zona altamente urbanizzata e a vocazione turistica, che include anche la spiaggia tra il comune di Praia a Mare e quello di Tortora. A costituirsi parte civile nel processo centinaia di familiari delle vittime, alcune sigle sindacali tra cui Slai Cobas e le associazioni ambientaliste, Medicina Democratica e Wwf. A preoccupare il totale silenzio degli enti pubblici, che non si sono costituiti parte civile nonostante, in caso di disastro ambientale, sia obbligatori farlo.

Manifestazione No ponte sabato a Messina

Conto alla rovescia per la 'Manifestazione No-Ponte' contro la costruzione del Ponte sullo Stretto rilanciata da Berlusconi nel suo discorso alle Camere sull'attività del Governo, in programma sabato prossimo a Messina. Ad un anno di distanza dall'alluvione che ha colpito la zona sud di Messina, lasciando sul terreno 37 morti, e a parecchi mesi dalle frane che hanno interessato i paesi dei Nebrodi, le aspettative di messa in sicurezza dei territori sono state largamente disattese. Le prime piogge autunnali hanno gettato nella paura i paesi già colpitimentre il progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto ha proseguito il suo iter. Il popolo del NoPonte tornerà quindi in piazza, per le strade di Messina, SABATO 2 OTTOBRE, a riconfermare l'assoluta contrarietà all'avvio dei cantieri e a chiedere con forza di intervenire per le vere priorità: "il 75% del patrimonio abitativo messinese - spiegano - non è a norma contro il rischio sismico; gran parte delle scuole non ha nemmeno l'agibilità e versano in drammatiche condizioni igieniche e ambientali, mentre oltre l'80% dei comuni della provincia è a rischio idrogeologico. Inoltre, sulla sponda calabrese dello Stretto, la Costa Viola e tutta l'area di Villa San Giovanni-Cannitello sono a forte rischio sismico ed idrogeologico". "Il nostro non sarà un corteo di commemorazione - diconoi No ponte -, ma una giornata di lotta: facciamo appello ai comitati locali, ai lavoratori, ai precari, ai disoccupati e ai cittadini tutti perché portino in questa manifestazione tutta la loro rabbia contro l'assurdo spreco di risorse pubbliche, mentre l'area dello Stretto sprofonda in una devastante crisi economica e ambientale".

Esteri

aggiornamenti da bruxelles Ieri corteo contro la crisi a Bruxell, arresti preventivi di massa e cariche violente prima e durante la manifestazione contro la crisi. Oggi invece c'è un'assemblea per capire come portare avanti i prossimi giorni di lotta. corrispondenza ror

PALESTINA - crescono le colonie uillegali israeliane Una statistica del Centro di ricerca sulla terra ha dimostrato che, nel corso dei dieci mesi di congelamento sui lavori edilizi, sono state costruite o ampliate 120 colonie illegali israeliane. In quel periodo ci sarebbe dovuto essere un 'supposto' congelamento degli insediamenti. Jamal Talab, direttore del Centro ha affermato che, nonostante l'opinione popolare, "le attività di insediamento non si sono mai fermate durante i dieci mesi". Le 120 colonie ampliate in questo arco di tempo comprendono fino a 1,520 unità abitative. Israele avrebbe concesso contratti per la costruzione di 2,066 unità abitative negli insediamenti e starebbe pianificando di costruirne altre 37,679 nel prossimo futuro. Talab conferma che, proprio durante i dieci medi di "congelamento", Israele ha annesso gran parte dei Territori palestinesi occupati, ha distrutto terreni agricoli palestinesi, 280 abitazioni ed altre strutture. 13 abitazioni palestinesi sono state confiscate dai coloni di Israele. Inoltre, nei dieci mesi, Israele ha negato i lavori di manutenzione su dieci strade all'interno delle aree palestinesi mentre 28 strade sono state costruite o pavimentate ad esclusivo utilizzo dei coloni israeliani.Stando alle previsioni del Centro sulle prossime mosse israeliane, 830 edifici palestinesi saranno abbattuti.

ROM: OSCE, IN EUROPA AUMENTATI CRIMINI VERSO DI LORO

PAKISTAN: TENSIONe E 'RAPPRESAGLIE

Ecuador ECUADOR: AGENTI POLIZIA BLOCCANO INGRESSO A PARLAMENTO (ANSA) - QUITO, 30 SET - Membri della polizia ecuadoriana hanno fatto irruzione della sede della Asamblea Nacional (parlamento) di Quito in Ecuador. Gli agenti, riferiscono i media locali, hanno impedito l'ingresso a parlamentari. ECUADOR: MILITARI E POLIZIOTTI BLOCCANO PISTA AEROPORTO QUITO (AGI/EFE) - Quito, 30 set. - Centinaia di poliziotti e militari a Quito hanno bloccato una pista dell'aeroporto e l'autostrada di accesso allo scalo della capitale dell'Ecuador per protestare contro l'approvazione di una legge che abolisce degli incentivi professionali. Il presidente Rafael Correa si e' presentato sul luogo della protesta nel tentativo di dialogare con i manifestanti, ma ha precisato che non ha intenzione di tornare indietro. MIGLIAIA DI POLIZIOTTI IN RIVOLTA, CHIUSE BANCHE E BLOCCATI VOLI Quito, 30 set. (Adnkronos/Dpa) - Migliaia di poliziotti sono in rivolta oggi a Quito, capitale, dell'Ecuador per protestare contro le misure del governo del presidente Rafael Correa che ha bloccato il pagamento di bonus e indennita' al personale delle forze dell'ordine. La rivolta e' scoppiata alle 7 del mattino, ora locale, nel Regimento Quito, il principale posto di polizia di Quito, che e' stato occupato da un migliaio di poliziotti che si sono rifiutati di iniziare il loro turno. La situazione e' molto tesa e le banche della capitale ed alcuni negozi, per mancanza di protezione da parte della polizia, sono rimaste chiuse e sono stati sospesi anche i voli nazionali e internazionali sempre per assenza di controlli di sicurezza. ECUADOR: POLIZIOTTI E MILITARI PROTESTANO CONTRO GOVERNO PER TAGLI (ASCA-AFP) - Quito, 30 set - Protesta di polizia ed esercito in Ecuador contro il taglio agli stipendi deciso dal governo. Circa 150 tra poliziotti e militari hanno occupato l'aeroporto di Quito costingendo l'aviazione civile a sospendere i voli. Il presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, ha pero' annunciato che il governo non fara' alcun passo indietro sul provvedimento. ECUADOR: TESTIMONI, SACCHEGGI A QUITO E GUAYAQUIL (ANSA-REUTERS) - QUITO, 30 SET - Saccheggi sono in corso nella capitale dell'Ecuador, Quito, e nella seconda citta' del Paese, Guayaquil, in concomitanza con le proteste scatenate dalle forze dell'ordine. Lo riferiscono testimoni, precisando che molti uffici sono stati chiusi, cosi' come le scuole, in molte citta' del Paese. ECUADOR: DISORDINI; PRESIDENTE CORREA IN OSPEDALE (ANSA) - ROMA, 30 SET - Il presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, e' dovuto ricorrere alle cure dei medici dopo i disordini scoppiati davanti alla principale caserma della capitale Quito, perche' rimasto intossicato dopo il lancio di lacrimogeni. Lo riferiscono i media locali. Correa, scrive Telesur, si troverebbe attualmente all'interno del Palazzo presidenziale dopo essere stato . Il presidente si era recato di fronte alla caserma per arrigare con un microfono i manifestanti, ma durante il discorso sono scoppiati violenti disordini. Ecuador/ Correa a militari ribelli: nessun passo indietro *Ecuador/ Correa a militari ribelli: nessun passo indietro Protesta truppe per legge su taglio benefici fiscali Quito, 30 set. (Apcom) - Il presidente ecuadoriano Rafael Correa non cederà alle pressioni dei poliziotti e militari che hanno occupato l'aeroporto di Quito e altre caserme per protestare contro il taglio ai benefici fiscali di cui godono le forze di sicurezza. "Non farò alcun passo indietro: se volete occupare le caserme, se volete lasciare i cittadini indifesi, se volete tradire la vostra missione, fatelo, se volete tradire la patria, fatelo, ma questo Presidente non cederà", ha affermato Correa nel corso di un agitato incontro con i leader dei rivoltosi, circa 150 fra soldati e poliziotti. I militari non hanno finora manifestato alcuna intenzione ostile nei confronti dell'esecutivo, e il Capo di stato maggiore, generale Ernesto Gonzalez, ha confermato il suo sostegno al governo di Correa. La legge in questione aumenta inoltre l'intervallo minimo necessario per la promozione al grado superiore, che passa da cinque a sette anni.

gror100930 (last edited 2010-09-30 17:29:28 by anonymous)