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EDITORIALE
FEMMINICIDI
Questi sono i casi più famosi trovati sui giornali negli ultimi sette giorni. E' un elenco fitto. E' vero, le generalizzazioni sono arbitrarie e disastrose. Quando diciamo che “gli uomini ammazzano le donne”, sappiamo naturalmente che non tutti gli uomini ammazzano le donne, ma intendiamo che parecchi uomini, e senz’altro troppi, ammazzano donne. Se dicessimo che “le donne uccidono gli uomini” la generalizzazione sarebbe molto più infondata, dal momento che le donne che uccidono uomini sono una minima percentuale degli omicidi fra persone di sesso differente.
Sardegna - Un uomo italiano è stato accusato di aver divulgato materiale pedopornografico su facebook
A Potenza, Chiavari (Genova), Palermo, Manduria(TA), Capriolo – 5 uomini italiani sono accusati di persecuzione nei confronti delle loro ex mogli o fidanzate
Cento (Ferrara) - Un uomo italiano è stato accusato di aver stuprato varie volte la ex, di aver filmato gli stupri e aver minacciato di mettere i video online.
E a Treviglio (Bergamo), il giorno prima, 2 uomini sono accusati di aver violentato una donna e di averla fotografata per punizione.
Roma: uomo arrestato i per violenza sessuale
Castelsangiovanni (Piacenza) - Un uomo è accusato per aver accoltellato la sua convivente
NOVARA – Uomo, accusato di violenza domestica nei confronti di moglie e figli
Milano - Un uomo è accusato di aver violentato la fidanzata del figlio
BARI, – un uomo italiano, maresciallo della guardia di finanza, è accusato di concussione e violenza sessuale
Torino – Un uomo è accusato di aver costretto la moglie ad indossare il velo per coprire i lividi
RAGUSA – Uomo, accusato di aver preso a bastonate la madre 84enne
Lecce - Italiano, assessore comunale, indagato per abusi su una quindicenne
AOSTA, Uomo, accusato di possesso di materiale pedopornografico
Bolzaneto , poliziotto di 46 anni accusato di aver stuprato due prostitute romene e di averne palpeggiate altre due nello spogliatoio della questura, ieri è stato rinviato a giudizio.
Novi (MO), difende la figlia dalle nozze combinate, lapidata dal marito.
PORTICI (NA) - Centinaia di persone hanno partecipato sabato 2 ottobre ai funerali di Teresa Buonocore, la donna uccisa lo scorso 20 settembre al porto di Napoli, perché aveva denunciato gli stupratori della figlia.
MODENA Una madre muore per difendere la figlia 20enne da un matrimonio combinato. Dopo la lapidazione della donna effettuata dal marito e dal figlio, hanno preso a sprangate la figlia.
In Italia la maggior parte delle vittime della violenza maschile è di nazionalità italiana. Gli uomini che compiono quelle violenze sono per la maggior parte di nazionalità italiana. Nei confronti degli uomini italiani che commettono violenza contro le donne e le uccidono la stampa usa sempre toni di comprensione, giustificazione, tolleranza. Vengono utilizzati due pesi e due misure tra la violenza agita dagli italiani o dagli stranieri. I giornali insistono sulla differenza tra le violenze vissute dalle straniere o dalle italiane quando si sa bene che i meccanismi sono gli stessi. Le donne italiane, e non, vengono uccise per punizione, vendetta, per imprimere un marchio di proprietà su persone che non sembrano avere diritto a decidere delle proprie vite. Perchè le donne straniere non vengono aiutate concretamente senza il ricatto del permesso di soggiorno, del Cie, che le obbliga a restare ancorate alle famiglie accanto a uomini violenti. Perchè le donne straniere vengono “considerate” soltanto quando sono morte e uccise dai loro mariti? Perchè due pesi e due misure?
Lombardia, Formigoni paga un bonus alle donne "disagiate" perchè non abortiscano: 5 milioni di carità mentre si tagliano servizi e lavoro
Si torna indietro di decenni con la carità che la giunta regionale Formigoni vuole elargire alle donne per evitare che abortiscano: 250 euro mensili, per un massimo di 4.500 se non si rinuncia alla gravidanza. Ma le leggi che permettono alle donne una maternità consapevole, esistono da un pezzo e andrebbero applicate e sostenute, anche se la sua giunta seguita ad osteggiarle e sabotarle, come avviene per le regole sulla somministrazione della pillola RU 486, la progressiva soppressione dei consultori in atto in buona parte della province lombarde, per non parlare dei continui attacchi alla 194 avviati proprio da Milano, a partire dalla strenua difesa dell'obiezione di coscienza che di fatto ha introdotto il mercato delle interruzioni di gravidanza.
Iran: Sfigurata con l’acido per non aver voluto sposare un uomo
Accade in Iran. Secondo l’Onu nei paesi islamici si consumano ogni anno 5000 ‘delitti d’onore’ di questo tipo. Ameneh Bahrami, iraniana, è l’ennesima donna punita per non aver voluto sposare un uomo che non conosceva. La storia – Studentessa di elettronica all’Università, un giorno riceve una telefonata di una donna, la quale le comunica che suo figlio, Madschid Mowahedi, vuole sposarla. Lei non capisce, pensa ad un errore, poi comprende che è una cosa seria. E infine capisce chi la vuole sposare: un ragazzo, di quattro anni più giovane di lei, che frequenta la sua stessa facoltà e con cui ha già avuto a che fare. Una volta scoperto il “pretendente”, mette ben in chiaro che non vuole saperne di lui e da allora continuano non solo le telefonate della madre (di lui) ma dello stesso Madschid, il quale la accusa di averlo gettato nella disperazione. Le telefonate continuano, finché lei lo minaccia di chiamare la polizia; come risposta riceve un, “Presto vedrai, che cosa ti aspetta” e il giorno dopo, incontratolo per la strada, esasperata, ruggisce “sparisci dalla mia vita”. Altra minaccia per risposta: “ti brucerò”. LA VENDETTA - E la vendetta viene effettivamente compiuta: Madschid le getta dell’acido in faccia, un dolore lancinante. All’inizio il buio, poi una luce accecante. E sente la faccia bruciare, mille chiodi che le penetrano il viso, sente qualcuno strapparle la pelle dalla testa. Gli occhi! Poi una voce, un uomo la fa salire sull’auto, la corsa all’ospedale, “non si tocchi il viso!”. Ameneh vorrebbe che qualcuno le spruzzasse acqua sul viso, non ce n’è, sente bruciare la gola, il ventre, tutto. L’uomo che guida l’auto le dice che la sta portando all’ospedale più vicino, ma che non la accompagna dentro, altrimenti finisce nei guai, “capisce? noi non siamo parenti, la lascio davanti all’ingresso, proceda sempre dritta, forse venti passi, là si prenderanno cura di lei! Buona fortuna. NESSUN AIUTO - Non la possono aiutare, deve rivolgersi ad una clinica specialistica e senza soldi non ce la portano. Senza soldi, ma con il tempo che assieme all’acido avanza inesorabilmente. Finalmente la portano alla clinica, no qui non va bene, bisogna portarla all’ospedale Schahid-Labafi. Un altro viaggio ancora, altro tempo che scivola via, assieme all’acido. Finalmente arriva, perché ci ha messo così tanto, signora Bahrami? La diagnosi è grave: l’occhio sinistro è stato divorato dall’acido, per quello destro, forse, c’è ancora una speranza. Tra un mese gli esami scritti, forse faccio in tempo. Ma non ci sono stati più esami per lei, e neanche speranze per l’occhio destro. La madre di Madschid le ha rinfacciato di aver detto al figlio di essere innamorata di un altro uomo, cosa che l’ha fatto andare su tutte le furie. “Sì, è vero, glielo avevo detto per liberarmi dalla sua presenza molesta. Qualcuno le ha detto che avrebbe fatto meglio a tenere i capelli nascosti dal velo, per non provocare gli uomini. “ha forse dio creato i capelli perché rimanessero sotto un velo?”. Della sua vicenda, Ameneh ha scritto un libro, “Occhio per occhio”.
PRIDE IN SUDAFRICA
Circa ventimila persone hanno partecipato al Pride sudafricano di Johannesburg, protestando contro il crescente numero di arresti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender in tutta l'Africa. In 38 dei 53 paesi del continente, l'omosessualità è ancora considerata un reato. Ma la sera stessa della grande manifestazione, ci sono stati altri dodici arresti a Joburg, Vosloorus. La polizia ha fatto irruzione nella casa dove si stava svolgendo una festa lgbt, affermando di essere stata chiamata da quattro residenti disturbati dal rumore. Sei lesbiche e sei gay, tutti tra i 18 e i 30 anni, sono stati arrestati con l'accusa di "ostacolo alla giustizia" e "resistenza a pubblico ufficiale", e successivamente rilasciati in attesa del processo. Natasha Vally del "Lesbian and Gay Equality Project" denuncia che si tratta di una azione intimidatoria: dopo avere interrotto la festa, la polizia ha detto di non volere lesbiche a Vosloorus. Lo scorso anno, la sera della marcia del Pride, la stessa cosa era stata detta ad altre lesbiche arrestate. Nel Sud Africa costituzionalmente progressista, afferma Vally, "le persone lgbt sono ancora vittimizzate dalla polizia che invece dovrebbe proteggerle". La sua associazione ha organizzato un picchetto fuori della stazione di polizia di Vosloorus, protestando per il ripetersi di queste azioni. Un altro picchetto si terrà fuori dell'aula dove si svolgerà il processo agli arrestati.
INDONESIA - DETENUTA AI DOMICILIARI PERCHE' LESBICA, EVADE.
La polizia indonesiana sta investigando sulla fuga dalla custodia cautelare di una ragazza quindicenne che, dopo aver ammesso la sua relazione amorosa che durava da due anni con la propria insegnante ventiseienne di taekwondo ed essere andata a vivere con lei, era stata denunciata dal padre e rinchiusa in un centro di "rieducazione" a Jakarta per "curare" il suo lesbismo. Tn (così viene nominata sulla stampa) sarebbe stata liberata proprio dalla sua amante, "SJ", dal centro di detenzione nel quale si trovava, approfittando della scarsa sorveglianza durante una festa islamica. Nessuna accusa è però stata mossa finora contro l'insegnante, anche se è stato accertato che le due amanti si erano tenute costantemente in contatto. In Indonesia è stata appena respinta una proposta di legge che richiede esami medici per accertare la verginità delle ragazze prima del loro ingresso nelle scuole statali. Ieri un centinaio di membri del "Fronte dei Difensori Islamici", insieme ad un gruppo di studenti universitari integralisti, hanno protestato contro i visitatori stranieri che stanno partecipando al Festival di cinema lgbt "Q!" e per motivi di sicurezza gli organizzatori del festival hanno dovuto cancellare alcune proiezioni al Kineforum di Jakarta.
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