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'''Malagrotta, arriva il super-commissario
la Regione sceglie le nuove discariche'''
Incontro della presidente Polverini col sottesegretario Letta. E arriva il via libera: "Da questo momento abbiamo la competenza ad occuparci del nuovo sito". Alemanno: "Ma non nel territorio romano: non esistono aree idonee. Si valutino aree della provincia". Insorgono i sindaci della cintura, in 30 scrivono a Napolitano e Berlusconi.
Prosegue il rimpallo di competenze tra Regione e Comune (presidente Polverini, sindaco Alemanno) sul destino di malagrotta, la discarica che raccoglie i rifiuti di Roma e sulla necessità di trovare uno o più nuovi siti. Soprattutto, sul dove farli. ''Da questo momento abbiamo la competenza di occuparci del nuovo sito che sostituirà Malagrotta''. Lo dichiara la stessa Polverini, sottolineando che ''chiaramente è prematuro chiedermi se abbiamo già individuato le aree, perché altrimenti lo avremmo comunicato. Abbiamo già convocato una prima riunione urgente per valutare la situazione e ho avuto un incontro a Palazzo Chigi per comunicare a Gianni Letta anche la posizione del Comune di Roma (e cioè che nel territorio romano non esistono aree idonee per aprire una nuova discarica ndr ). La competenza da questo momento è regionale''.
Polverini ha aggiunto di aver chiesto al sottosegretario ''rassicurazioni"  se diventa necessaria "una procedura di commissariamento d'urgenza in particolare per Malagrotta, della quale ora ho la gestione''. Intanto malagrotta è piena finop all'orlo, continuano ghli sversamenti e la popolazione è avvelenata ogni giorno di più. Con questo gioco di competenze sarà ancora più difficile
'''aLEMANNO SCARICA I RIFIUTI IN PROVINCIA'''
La discarica di Malagrotta è sull'orlo del collasso, la raccolta
differenziata è ferma al palo e gli impianti di riciclaggio non sono
abbastanza: le politiche della Regione Lazio in tema di rifiuti sono
tutt'altro che lungimiranti e l'emergenza bussa di nuovo alle porte della
Capitale. Se non si trova al più presto un sito alternativo dove conferire i
rifiuti di Roma - oltre un milione e 800 mila tonnellate l'anno - la città
capitolina rischia di fare la fine di Napoli. Dopo il rimpallo di competenze
tra il sindaco Alemanno e il governatore Polverini, entrambi eredi della
destra missina, ieri il Campidoglio ha inviato alla Regione comunicazione
formale: «Non esistono aree idonee all'interno del territorio comunale per
la realizzazione di nuovi impianti integrati per il trattamento e lo
smaltimento dei rifiuti solidi urbani, provenienti dalla raccolta della
Capitale». Il suggerimento del sindaco Alemanno è di rivolgere lo sguardo
altrove: «Si valutino aree della provincia» ha aggiunto. E i sindaci da
Albano a Allumiere passando per Casrtel Gandolfo e Rocca di Papa insorgono.
In 30 hanno rivolto ieri un appello al presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, e al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, contro
l'apertura di una nuova discarica sul territorio provinciale. «Da più di due
anni a questa parte - scrivono i Sindaci - il Comune di Roma aveva promesso
di scegliere, nel proprio territorio una soluzione alternativa alla
discarica dei rifiuti di Malagrotta. Oggi scopriamo, con una lettera inviata
dal sindaco di Roma alla presidente della Regione Lazio, che per il
Campidoglio sul territorio comunale della Capitale non ci sono aree idonee,
nonostante il Comune di Roma sia il maggior produttore di rifiuti della
Regione e nonostante il territorio del comune di Roma sia fra i più estesi
d'Europa. La Capitale ha chiesto e ottenuto dal Governo più poteri e più
disponibilità finanziarie proprio in virtù del suo ruolo istituzionale.
Siamo convinti che collegati agli onori ci siano gli oneri, e che
l'amministrazione capitolina non possa chiedere per sè ciò che luccica, e
destinare ai comuni confinanti ciò che puzza». E dalla Provincia l'assessore
alle Politiche del Territorio e alla Tutela dell'Ambiente, Michele Civita
attacca: « È una cosa che non sta in piedi. Ci appelliamo ad Alemanno
affinchè torni indietro da questa sciagurata strada intrapresa e si assuma
la responsabilità di trovare un sito alternativo nel suo comune, che è tra i
più grandi d'Europa». Ma la palla è ormai nelle mani della Regione: «Da
questo momento - afferma Polverini -, con la notifica da parte del Comune di
Roma di questa sua posizione - la competenza ad individuare un sito
alternativo a Malagrotta passa alla Regione». E aggiunge: «ho chiesto al
sottosegretario Letta rassicurazioni, nel caso in cui ne ravvisasse la
necessità, di avere una procedura di commissariamento d'urgenza».



'''RIFIUTI: COMITATI, NEL NAPOLETANO CAPODANNO DI MOBILITAZIONE''' (AGI) - Napoli,
29 dic. - I comitati antidiscarica di Napoli e provincia proclamano un
Capodanno "di mobilitazione contro il disastro ambientale e sanitario".
Domani, alle 23.30 previsto un presidio alla rotonda di via Panoramica a
Boscoreale da parte del Movimento area vesuviana con assemblea pubblica in
piazza contro la discarica nella cava ex Sari di Terzigno. Venerdi' i
comitati saranno a Napoli, sia per contestare la discarica dell'ex cava
Poligono nel quartiere di Chiaiano, sia per rivendicare interventi di
bonifica per Giugliano e Mugnano; alle 10.30 allestiranno davanti alla sede
della Regione in via Santa Lucia la 'Montagna di munnezza', istallazione per
auspicare che il nuovo anno porti alla differenziata porta a porta e agli
impianti di compostaggio.

'''aCQUA: Dal primo gennaio 2011 si profila un ''caos giuridico per i servizi pubblici locali'''

In particolare la gestione dell'acqua rischia di trovarsi di fronte a un ''intrigo di norme'', tra la mancata abolizione degli Ato (Ambiti territoriali ottimali) salvati dal decreto Milleproroghe e le scadenze del decreto Ronchi per l'affidamento della gestione. Il rischio era di trovarsi con un vuoto giuridico mentre adesso ci si ritrova con un 'troppo pieno' determinato da un caos normativo. Se le Regioni provvedono avremo un quadro piu' chiaro entro l'anno prossimo''. Prima che slitasse l'abolizione degli Ato, le Regioni avrebbero dovuto provvedere con proprie emanazioni a supplire all'organo mancante. Ma per il vicepresidente di Federutility le regioni sono ''ferme'', anche se ognuna aveva pensato a una soluzione diversa: per esempio, ''la Toscana puntava a una struttura simile a un Ato unico, cosi' come la Liguria, oppure l'Emilia-Romagna che ipotizzava di formarne tre''. Ma, le scadenze del decreto Ronchi - ricorda D'Ascenzi - rimangono e, in linea di principio, potrebbero anche partire. Questo perche' le due leggi ''nascono con intenti diversi'': quella sull'abolizione degli Ato parte da un provvedimento legato al taglio dei costi della politica, mentre il dl Ronchi nasce per regolare la modalita' di affidamento di alcuni servizi pubblici (acqua, rifiuti) e allinearli alle direttive Ue. Gli affidamenti degli Ato (92 sparsi in tutta la penisola) possono essere concessi a societ… 'in house', miste, oppure attraverso gare. Ora, secondo il Dl Ronchi le cui scadenze non sono oggetto di proroga, alcuni di questi affidamenti (69) potrebbero ''non essere pi— legittimi''. In questo caso, le date limite sono essenzialmente due: la prima, entro la fine del 2010 per l'affidamento diretto non seguendo le normative Ue; la seconda, entro la fine del 2011 seguendo le norme Ue. In ogni caso, le buone prove di gestione, tariffe basse (al di sotto della media di settore), oltre a bilanci in utile, consentono di mantenere l'affidamento. Sulle scadenze normative, l'abolizione degli Ato e il lavoro delle regioni, le regole introdotte dalla legge Ronchi, e la questione relativa al Referendum, nel canale ambiente ed energia di Ansa.it e' stato realizzato uno 'speciale Acqua' dedicato al futuro di questa risorsa.



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Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA Marchionne present: la stretta del ricatto su Pomigliano (e Mirafiori)

Siamo alla stretta Fiat, nel torpore delle festività natalizie l'amministratore delegato Sergio Marchionne vuole dare applicazione al ricatto ordito da tempo contro gli stabilimenti del Lingotto. Oggi in prima pagina c'è Pomigliano, la newco in discussione e progettazione tra Fiat e sindacati, ma la questione chiama necessariamente e ovviamente in causa anche il destino di Mirafiori.

Marchionne tira diritto. Marchionne ad inizio mese l'aveva annunciato, entro l'anno nuovo si sarebbe arrivati ad un primo punto fermo per quanto riguarda la ristrutturazione Fiat. E così è stato, così si vuole proseguire; nell'alveo della "pausa invernale" in vista dell'anno nuovo, l'attacco padronale è duro e sostanzioso, tra una notizia sul gelo invernale ed un'altra sui regali più stravaganti di Natale casa Fiat tira diritto con dietro i suoi gialli e servi accoliti... Stamane a Roma è ripartito il tavolo tra i sindacati gialli e la Fiat, per stendere il nuovo contratto di lavoro per riassumere nel 2011 i 4600 lavoratori alla newco di Pomigliano d'Arco, dove si costruirà la nuova Panda. Ieri sono stati definiti i criteri per gli inquadramenti professionali, mentre oggi si affronta il tema del salario. Nel tardo pomeriggio è arrivata la firma dell'accordo. Angeletti e Bonanni sono la vergogna del sindacalismo. Parole dure, pronunciate (finalmente!) dal presidente del comitato centrale della Fiom Giorgio Cremaschi: "Sugli accordi di Pomigliano e Mirafiori Angeletti dice che la Fiom non ha firmato, perché ha smesso di essere un sindacato per essere un movimento politico in cerca di visibilità? E' solo l'autodifesa di un sindacato totalmente in mano all'azienda. Angeletti e Bonanni sono la vergogna del sindacalismo italiano". Intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it ha risposto ai balbettii segretario della Uil Luigi Angeletti: "Non è mai successo dal '45 ad oggi che un sindacato italiano firmasse l'esclusione di un altro sindacato. E' una macchia indelebile sulla storia di Cisl e Uil. Per noi non contano più niente. Sono fuori dalla cultura democratica sindacale dell'Italia costituzionale". Cremaschi, infine, è tornato sul nocciolo dell'opposizione alla Fiat, riprendendo quanto preannunciato da Landini: "le manifestazioni di protesta della Fiom scuoteranno il Paese".

NCIDENTI LAVORO: OPERAIO GRAVEMENTE USTIONATO A IMOLA Un operaio marocchino di 48 anni è rimasto gravemente ustionato questa mattina nella zona industriale di Imola e, dopo le prime cure all'ospedale cittadino, è stato trasferito al Bufalini di Cesena. L'operaio verso le 7.30 stava lavorando nel piazzale esterno della ditta Green srl, specializzata nel servizio di assistenza tecnica per il settore edile. La temperatura esterna era di circa 5 gradi sotto zero e per meglio sopportare il freddo pungente l'uomo utilizzava per scaldarsi un grosso bidone, che stava riempiendo di liquido infiammabile. Proprio durante il riversamento di questo liquido, le fiamme lo avrebbero investito incendiando la tuta che indossava. Le sue grida sono state udite da un altro collega che si trovava nel piazzale e che l'ha soccorso, riuscendo con alcune coperte a spegnere il fuoco. L'operaio, impiegato da diversi anni nell'azienda, è stato trasportato con ustioni in varie parti del corpo al pronto soccorso dell'ospedale di Imola, ma l'aggravamento delle sue condizioni ha indotto i sanitari a trasferirlo un paio d'ore dopo al Bufalini; la prognosi è riservata. Gli accertamenti sono condotti dai carabinieri e dalla Medicina del lavoro.

INCIDENTI LAVORO: VIGILE FUOCO MORTO DURANTE SOCCORSO Un vigile del fuoco del distaccamento di Finale Ligure è morto stamani in un incidente stradale accaduto sul Colle del Melogno, nel comune di Bormida, nell'entroterra savonese, mentre con il fuoristrada di servizio si stava recando sul luogo di un altro incidente stradale per un intervento di soccorso. Sulle modalità del drammatico incidente sono ancora in corso accertamenti da parte dei carabinieri del comando compagnia di Cairo Montenotte guidati dal tenente Michele Morelli. Sul posto il 118 ha anche richiesto l' intervento degli elicotteristi arrivati da Genova

NIENTE PROROGA PER GLI SFRATTI Sono aumentate, nel 2009, le famiglie che non sono state in grado di fronteggiare spese impreviste, che si sono indebitate e che sono in arretrato con debiti. È questo il quadro che emerge dall’indagine dell’Istat su Reddito e condizioni di vita in Italia negli anni 2008-2009. Nel 2009, il 15,2% delle famiglie in situazione di difficoltà economica,  molto più elevato tra le famiglie con cinque componenti o  tra le famiglie con tre o più minori . Il quadro analizzato  si presenta sostanzialmente immutato rispetto all’anno precedente, quando era significativamente peggiorato rispetto al 2007, anche se, evidenzia l’Istat, crescono le famiglie che non potrebbero far fronte a spese impreviste di 750 euro sono oggi il 33,3% in media. Il 2009 è stato, tristemente, l’anno nero per gli sfratti, in deciso aumento, soprattutto quelli per morosità. Ad essere colpite le  classi meno abbienti , ma  oggi c’è una fascia sempre più grande di famiglie del ceto medio si trova in una situazione sempre più difficile. Ed il governo nel decreto mille proroghe non ha adottato misure per il rinvio della proroga per i tanti sfratti per morosità.

aLEMANNO SCARICA I RIFIUTI IN PROVINCIA La discarica di Malagrotta è sull'orlo del collasso, la raccolta differenziata è ferma al palo e gli impianti di riciclaggio non sono abbastanza: le politiche della Regione Lazio in tema di rifiuti sono tutt'altro che lungimiranti e l'emergenza bussa di nuovo alle porte della Capitale. Se non si trova al più presto un sito alternativo dove conferire i rifiuti di Roma - oltre un milione e 800 mila tonnellate l'anno - la città capitolina rischia di fare la fine di Napoli. Dopo il rimpallo di competenze tra il sindaco Alemanno e il governatore Polverini, entrambi eredi della destra missina, ieri il Campidoglio ha inviato alla Regione comunicazione formale: «Non esistono aree idonee all'interno del territorio comunale per la realizzazione di nuovi impianti integrati per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, provenienti dalla raccolta della Capitale». Il suggerimento del sindaco Alemanno è di rivolgere lo sguardo altrove: «Si valutino aree della provincia» ha aggiunto. E i sindaci da Albano a Allumiere passando per Casrtel Gandolfo e Rocca di Papa insorgono. In 30 hanno rivolto ieri un appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, contro l'apertura di una nuova discarica sul territorio provinciale. «Da più di due anni a questa parte - scrivono i Sindaci - il Comune di Roma aveva promesso di scegliere, nel proprio territorio una soluzione alternativa alla discarica dei rifiuti di Malagrotta. Oggi scopriamo, con una lettera inviata dal sindaco di Roma alla presidente della Regione Lazio, che per il Campidoglio sul territorio comunale della Capitale non ci sono aree idonee, nonostante il Comune di Roma sia il maggior produttore di rifiuti della Regione e nonostante il territorio del comune di Roma sia fra i più estesi d'Europa. La Capitale ha chiesto e ottenuto dal Governo più poteri e più disponibilità finanziarie proprio in virtù del suo ruolo istituzionale. Siamo convinti che collegati agli onori ci siano gli oneri, e che l'amministrazione capitolina non possa chiedere per sè ciò che luccica, e destinare ai comuni confinanti ciò che puzza». E dalla Provincia l'assessore alle Politiche del Territorio e alla Tutela dell'Ambiente, Michele Civita attacca: « È una cosa che non sta in piedi. Ci appelliamo ad Alemanno affinchè torni indietro da questa sciagurata strada intrapresa e si assuma la responsabilità di trovare un sito alternativo nel suo comune, che è tra i più grandi d'Europa». Ma la palla è ormai nelle mani della Regione: «Da questo momento - afferma Polverini -, con la notifica da parte del Comune di Roma di questa sua posizione - la competenza ad individuare un sito alternativo a Malagrotta passa alla Regione». E aggiunge: «ho chiesto al sottosegretario Letta rassicurazioni, nel caso in cui ne ravvisasse la necessità, di avere una procedura di commissariamento d'urgenza».

RIFIUTI: COMITATI, NEL NAPOLETANO CAPODANNO DI MOBILITAZIONE (AGI) - Napoli, 29 dic. - I comitati antidiscarica di Napoli e provincia proclamano un Capodanno "di mobilitazione contro il disastro ambientale e sanitario". Domani, alle 23.30 previsto un presidio alla rotonda di via Panoramica a Boscoreale da parte del Movimento area vesuviana con assemblea pubblica in piazza contro la discarica nella cava ex Sari di Terzigno. Venerdi' i comitati saranno a Napoli, sia per contestare la discarica dell'ex cava Poligono nel quartiere di Chiaiano, sia per rivendicare interventi di bonifica per Giugliano e Mugnano; alle 10.30 allestiranno davanti alla sede della Regione in via Santa Lucia la 'Montagna di munnezza', istallazione per auspicare che il nuovo anno porti alla differenziata porta a porta e agli impianti di compostaggio.

aCQUA: Dal primo gennaio 2011 si profila un caos giuridico per i servizi pubblici locali

In particolare la gestione dell'acqua rischia di trovarsi di fronte a un intrigo di norme, tra la mancata abolizione degli Ato (Ambiti territoriali ottimali) salvati dal decreto Milleproroghe e le scadenze del decreto Ronchi per l'affidamento della gestione. Il rischio era di trovarsi con un vuoto giuridico mentre adesso ci si ritrova con un 'troppo pieno' determinato da un caos normativo. Se le Regioni provvedono avremo un quadro piu' chiaro entro l'anno prossimo. Prima che slitasse l'abolizione degli Ato, le Regioni avrebbero dovuto provvedere con proprie emanazioni a supplire all'organo mancante. Ma per il vicepresidente di Federutility le regioni sono ferme, anche se ognuna aveva pensato a una soluzione diversa: per esempio, la Toscana puntava a una struttura simile a un Ato unico, cosi' come la Liguria, oppure l'Emilia-Romagna che ipotizzava di formarne tre. Ma, le scadenze del decreto Ronchi - ricorda D'Ascenzi - rimangono e, in linea di principio, potrebbero anche partire. Questo perche' le due leggi nascono con intenti diversi: quella sull'abolizione degli Ato parte da un provvedimento legato al taglio dei costi della politica, mentre il dl Ronchi nasce per regolare la modalita' di affidamento di alcuni servizi pubblici (acqua, rifiuti) e allinearli alle direttive Ue. Gli affidamenti degli Ato (92 sparsi in tutta la penisola) possono essere concessi a societ… 'in house', miste, oppure attraverso gare. Ora, secondo il Dl Ronchi le cui scadenze non sono oggetto di proroga, alcuni di questi affidamenti (69) potrebbero non essere pi— legittimi. In questo caso, le date limite sono essenzialmente due: la prima, entro la fine del 2010 per l'affidamento diretto non seguendo le normative Ue; la seconda, entro la fine del 2011 seguendo le norme Ue. In ogni caso, le buone prove di gestione, tariffe basse (al di sotto della media di settore), oltre a bilanci in utile, consentono di mantenere l'affidamento. Sulle scadenze normative, l'abolizione degli Ato e il lavoro delle regioni, le regole introdotte dalla legge Ronchi, e la questione relativa al Referendum, nel canale ambiente ed energia di Ansa.it e' stato realizzato uno 'speciale Acqua' dedicato al futuro di questa risorsa.

REBIBBIA, DETENUTO 24ENNE SI IMPICCA: È IL QUARTO SUICIDA NEL 2010 Un giovane detenuto rom 24enne, R.D., si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella del carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso. Lo rende noto il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio. Si tratta del decimo decesso registrato in un carcere della Regione nel 2010, il quarto suicidio. A quanto appreso dai collaboratori del Garante, il giovane era arrivato il 16 giugno scorso nel reparto G 12 di Rebibbia Nuovo Complesso dove stava scontando, insieme al fratello, una condanna per furti con un fine pena fissato a maggio 2011. A trovarlo senza vita sono stati gli agenti di polizia penitenziaria nel corso di un controllo. il Garante dei detenuti Angiolo Marroni ha detto - Ciò che posso, con certezza, ribadire è che le condizioni di vita nelle carceri sono sempre più difficili soprattutto a causa del sovraffollamento ormai non più sostenibile. E, in questo quadro, la carenza anche di supporti psicologici fa sì che i più deboli dentro il carcere vedono nella fine traumatica della loro vita la soluzione di ogni problema».

ESTERI L'artiglieria israeliana bombarda l'area a est di Gaza City. Questa mattina, le forze di occupazione israeliane hanno bombardato l'area a est della città di Gaza. Testimoni oculari hanno riferito che l'artiglieria israeliana ha preso di mira il quartiere di Jabal ar-Rais, e che le esplosioni sono state udite a distanza. Tuttavia, sembra che non vi siano stati feriti. Le aree di frontiera della Striscia di Gaza sono continuamente colpite dalle forze di occupazione israeliane, nel tentativo di imporre una "zona cuscinetto" tra i territori palestinesi e Israele. Ieri, martedì 28 dicembre, un palestinese è stato ucciso e altri 5 feriti in un bombardamento israeliano contro la cittadina di Khuza'a, a est di Khan Younis.

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gror101229 (last edited 2010-12-29 18:31:50 by anonymous)