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'''Lavoro. Operai occupano stabilimento Cecconi di Ardea'''

«Gli operai della Cecconi di Ardea hanno occupato stamattina lo stabilimento sulla Via Laurentina per protestare contro la decisione dell’azienda che ha avviato una nuova procedura di mobilità per 35 lavoratori su 50». La Flai Cgil di Roma e del Lazio ha proclamato 4 ore di sciopero dalle 9.30 alle 13.30».

'''56 bambini nelle carceri italiane'''

Sono in tutto 56 i bambini d'eta' inferiore ai 3 anni che vivono con le loro madri nei penitenziari del nostro Paese. E' il dato fornito dal capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria Franco Ionta durante un'audizione in Commissione Giustizia della Camera, che sta esaminando il ddl sulle detenute madri.
"L'amministrazione penitenziaria - ha detto Ionta al termine dell'audizione - vede con favore un provvedimento di questo tipo".
Il ddl contempla ipotesi "agevolate" di concessione degli arresti domiciliari o la reclusione in apposite “case protette” per le detenute con bambini piccoli che non possono fruire dei domiciliari per l’entità della pena alla quale sono state condannate.
Il calendario della commissione giustizia prevede anche il seguito dell’esame del ddl 2008 A, riguardante la istituzione di un Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.
In Italia sono circa 2.969 - le donne detenute, e 1.300 di queste con passaporto diverso da quello italiano.

'''Francia. Sarkozy: «Nessuna marcia indietro sulle pensioni»'''

Il presidente francese Nicolas Sarkozy conferma la linea dura sulla riforma delle pensioni che prevede un aumento dell’età di uscita dai 60 ai 62 anni, nonostante 2,7 milioni di persone abbiano manifestato ieri in Francia la loro opposizione alla riforma. «Il principale elemento di questa riforma è una nuova età di uscita che sarà gradualmente aumentata – ha spiegato Sarkozy in una nota resa pubblica al termine del consiglio dei ministri – è fuori questione una marcia indietro su questo punto».
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'''Sakineh. Ministero esteri iraniano: «Sospesa la sentenza di lapidazione»'''

Le autorità iraniane avrebbero sospeso la sentenza di lapidazione per Sakineh, la donna condannata per adulterio e per presunta complicità con l’omicidio del marito. «Il procedimento riguardo la vicenda di tradimento extraconiugale è stata bloccata ed è stata sottoposta a revisione» ha dichiarato il ministro degli esteri Ramin Mehmanparast in un’intervista a una Tv locale.
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'''Sommario''' '''Congo, Onu: fallimentare la missione per proteggere i civili. 500 le vittime degli stupri'''
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'''In primo Piano''' "I caschi blu hanno fallito nel proteggere la popolazione". Questo è quanto dichiarato da Atul Khare, sottosegretario generale Onu incaricato delle operazioni di mantenimento della pace in Congo. Nella regioni del Kivu, vicino al confine ruandese, gruppi armati si scontrano per il controllo delle risorse naturali. "Anche se la responsabilità principale di proteggere i civili spetta chiaramente allo Stato, noi anche abbiamo fallito. Le nostre azioni non sono state adeguate, il che ha avuto come risultato un'aggressione brutale alla popolazione della zona", ha aggiunto il sottosegretario martedì sera dinanzi al Consiglio di Sicurezza.
Gli attacchi più agghiaccianti alla popolazione civile sono avvenuti il 30 luglio e il 2 agosto in 13 villaggi sparsi tra le località di Bunyampuri, Kibua e Mpofi dove almeno 242 persone, tra cui 28 minori, sono stati violentate "in maniera sistematica" dai guerriglieri congolesi mai-mai e dalle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda. La base dei caschi blu del Monusco si trovava a pochi chilometri di distanza dai luoghi assaltati, ma, secondo Khare, le prime notizie arrivarono il 5 agosto, troppo tardi per catturare i guerriglieri che erano "già spariti nella foresta". Secondo il sottosegretario il numero limitato di militari, la vastità del territorio e l'assenza quasi totale di mezzi di comunicazione hanno reso difficile dare l'allarme.
Ben 500 sono i casi di stupro durante tutto il conflitto.
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'''Editoriale''' '''Nigeria, supposti integralisti islamici attaccano un carcere: 732 evasi'''
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'''NOTIZIE BREVI'''
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'''ESTERI''' Sono almeno 732 i detenuti evasi ieri sera del carcere di Bauchi, nel nord della Nigeria, a causa di un attacco di presunti fondamentalisti islamici.
"Centinaia di detenuti sono fuggiti dopo che un gruppo di uomini, sospettati di far parte di una setta islamica, ha attaccato il penitenziario di Bauchi, in una vera e propria battaglia con colpi di arma da fuoco con le forze dell'ordine", ha spiegato una fonte delle guardie carcerarie al quotidiano The Independent on line, e ha proseguito: "C'è stata una vera e propria battaglia e alcune persone sarebbero rimaste uccise nell'attacco".
Una notizia, quest'ultima, che non trova conferma tra le autorità che puntanto il dito contro la setta islamica radicale 'Boko Haram'. Tra i detenuti vi sono degli estremisti islamici.
Line 39: Line 62:
'''ITALIA''' '''Mitziton'''
Line 41: Line 64:
'''Siparietto''' Proseguono gli attacchi paramilitari nella comunita' di Mitziton
(municipio di San Cristóbal de las Casas) Chiapas, aderente
all'Altra Campagna
questo è un report audio . Ascoltiamo un breve resoconto realizzato il 6 settembre scorso a cura del nodo solidale, sulle azioni di protesta e solidarietà degli .ultimi giorni

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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Lavoro. Operai occupano stabilimento Cecconi di Ardea

«Gli operai della Cecconi di Ardea hanno occupato stamattina lo stabilimento sulla Via Laurentina per protestare contro la decisione dell’azienda che ha avviato una nuova procedura di mobilità per 35 lavoratori su 50». La Flai Cgil di Roma e del Lazio ha proclamato 4 ore di sciopero dalle 9.30 alle 13.30».

56 bambini nelle carceri italiane

Sono in tutto 56 i bambini d'eta' inferiore ai 3 anni che vivono con le loro madri nei penitenziari del nostro Paese. E' il dato fornito dal capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria Franco Ionta durante un'audizione in Commissione Giustizia della Camera, che sta esaminando il ddl sulle detenute madri. "L'amministrazione penitenziaria - ha detto Ionta al termine dell'audizione - vede con favore un provvedimento di questo tipo". Il ddl contempla ipotesi "agevolate" di concessione degli arresti domiciliari o la reclusione in apposite “case protette” per le detenute con bambini piccoli che non possono fruire dei domiciliari per l’entità della pena alla quale sono state condannate. Il calendario della commissione giustizia prevede anche il seguito dell’esame del ddl 2008 A, riguardante la istituzione di un Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza. In Italia sono circa 2.969 - le donne detenute, e 1.300 di queste con passaporto diverso da quello italiano.

Francia. Sarkozy: «Nessuna marcia indietro sulle pensioni»

Il presidente francese Nicolas Sarkozy conferma la linea dura sulla riforma delle pensioni che prevede un aumento dell’età di uscita dai 60 ai 62 anni, nonostante 2,7 milioni di persone abbiano manifestato ieri in Francia la loro opposizione alla riforma. «Il principale elemento di questa riforma è una nuova età di uscita che sarà gradualmente aumentata – ha spiegato Sarkozy in una nota resa pubblica al termine del consiglio dei ministri – è fuori questione una marcia indietro su questo punto».

IRAQ: secondo giornalista ucciso nell'arco di 24 ore

Un secondo giornalista televisivo iracheno è stato ucciso oggi, nel giro 24 ore, in Iraq in un agguato teso nel nord del Paese da non meglio identificati uomini armati. Lo riferisce il portale di notizie online «Iraqiyun» (Iracheni). Il sito Internet precisa che Safa al Khayyat (42), conduttore di un programma religioso sul canale satellitare locale al Mawsuliya è stato freddato a colpi di arma da fuoco a Mossul, nel nord dell'Iraq. Khayyat è stato ucciso mentre usciva dalla sua casa nel quartiere Salam della principale città settentrionale irachena. La sua uccisione avviene all'indomani dell'omicidio a Baghdad di Riyad Assaray, noto conduttore dei programmi politici della tv di Stato al Iraqiya. Sempre ieri, l'organizzazione internazionale Reporters Sans Frontieres (Rsf) aveva diffuso un rapporto secondo cui la guerra in Iraq è stato il conflitto che ha fatto più vittime tra gli operatori media dal 1945, con 230 giornalisti e operatori dell'informazione uccisi nel Paese in sette anni.

Sakineh. Ministero esteri iraniano: «Sospesa la sentenza di lapidazione»

Le autorità iraniane avrebbero sospeso la sentenza di lapidazione per Sakineh, la donna condannata per adulterio e per presunta complicità con l’omicidio del marito. «Il procedimento riguardo la vicenda di tradimento extraconiugale è stata bloccata ed è stata sottoposta a revisione» ha dichiarato il ministro degli esteri Ramin Mehmanparast in un’intervista a una Tv locale.

INDONESIA: indulto in occasione del Ramadan, ne beneficeranno decine di migliaia

Decine di migliaia di detenuti beneficeranno dell'indulto concesso dal governo in occasione della fine del Ramadan che cade venerdì prossimo in Indonesia, il paese a maggioranza musulmana più popoloso del mondo con 240 milioni di abitanti. Oltre 39mila reclusi otterranno uno sconto di pena e circa 1.300 di loro usciranno dal carcere, ha annunciato il portavoce del ministero della Giustizia e dei diritti umani

CINA: altro incidente a piattaforma petrolifera. Dispersi alcuni lavoratori

Il passaggio del tifone Malou ha fatto inclinare a 45 gradi una piattaforma di perforazione petrolifera al largo della costa orientale della Cina. A causa dell'incidente 32 operai sono rimasti intrappolati sulla struttura, mentre quattro sono caduti in acqua: le squadre di soccorso sono riuscite a trarre in salvo 34 persone, ma ancora si cercano due caduti in mare. La piattaforma petrolifera, la numero 3 dell'azienda Shengli Oilfield si trova in una zona profonda sette metri, a cinque miglia nautiche dalla costa della provincia di Shandong. Shangli Oilfield ha assicurato che le valvola si sicurezza sarebbero state già chiuse e che non ci sarebbe rischio di una fuoriuscita di petrolio

Congo, Onu: fallimentare la missione per proteggere i civili. 500 le vittime degli stupri

"I caschi blu hanno fallito nel proteggere la popolazione". Questo è quanto dichiarato da Atul Khare, sottosegretario generale Onu incaricato delle operazioni di mantenimento della pace in Congo. Nella regioni del Kivu, vicino al confine ruandese, gruppi armati si scontrano per il controllo delle risorse naturali. "Anche se la responsabilità principale di proteggere i civili spetta chiaramente allo Stato, noi anche abbiamo fallito. Le nostre azioni non sono state adeguate, il che ha avuto come risultato un'aggressione brutale alla popolazione della zona", ha aggiunto il sottosegretario martedì sera dinanzi al Consiglio di Sicurezza. Gli attacchi più agghiaccianti alla popolazione civile sono avvenuti il 30 luglio e il 2 agosto in 13 villaggi sparsi tra le località di Bunyampuri, Kibua e Mpofi dove almeno 242 persone, tra cui 28 minori, sono stati violentate "in maniera sistematica" dai guerriglieri congolesi mai-mai e dalle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda. La base dei caschi blu del Monusco si trovava a pochi chilometri di distanza dai luoghi assaltati, ma, secondo Khare, le prime notizie arrivarono il 5 agosto, troppo tardi per catturare i guerriglieri che erano "già spariti nella foresta". Secondo il sottosegretario il numero limitato di militari, la vastità del territorio e l'assenza quasi totale di mezzi di comunicazione hanno reso difficile dare l'allarme. Ben 500 sono i casi di stupro durante tutto il conflitto.

Nigeria, supposti integralisti islamici attaccano un carcere: 732 evasi

Sono almeno 732 i detenuti evasi ieri sera del carcere di Bauchi, nel nord della Nigeria, a causa di un attacco di presunti fondamentalisti islamici. "Centinaia di detenuti sono fuggiti dopo che un gruppo di uomini, sospettati di far parte di una setta islamica, ha attaccato il penitenziario di Bauchi, in una vera e propria battaglia con colpi di arma da fuoco con le forze dell'ordine", ha spiegato una fonte delle guardie carcerarie al quotidiano The Independent on line, e ha proseguito: "C'è stata una vera e propria battaglia e alcune persone sarebbero rimaste uccise nell'attacco". Una notizia, quest'ultima, che non trova conferma tra le autorità che puntanto il dito contro la setta islamica radicale 'Boko Haram'. Tra i detenuti vi sono degli estremisti islamici.

Mitziton

Proseguono gli attacchi paramilitari nella comunita' di Mitziton (municipio di San Cristóbal de las Casas) Chiapas, aderente all'Altra Campagna questo è un report audio . Ascoltiamo un breve resoconto realizzato il 6 settembre scorso a cura del nodo solidale, sulle azioni di protesta e solidarietà degli .ultimi giorni


Gr 13:00

ESTERI

CISGIORDANIA: ARRESTI DELL'ANP AI DANNI DI APPARTENENTI DI HAMAS

L'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha annunciato di aver catturato sei persone sospettate di aver sferrato i due attacchi in cui la scorsa settimana in Cisgiordania sono morti quattro israeliani e altri due sono rimasti feriti. Secondo le autorità palestinesi, si legge su 'Ynet', il sito web del quotidiano israeliano 'Yedioth Ahronoth', l'agguato costato la vita a quattro israeliani, è stato sferrato da due persone, che hanno aperto il fuoco contro l'auto con le vittime a bordo, e un complice.Un commando simile, invece, è ritenuto responsabile dell'altro attacco, quello del primo settembre sferrato non lontano da Ramallah, in cui è rimasta ferita una coppia di israeliani. Entrambi gli agguati sono stati rivendicati dal movimento di resistenza islamico Hamas, che controlla la Striscia di Gaza. Stando al sito web del giornale israeliano 'Hàaretz', tra le persone catturate vi sono almeno due militanti di Hamas, sospettati per il secondo attacco contro gli israeliani.

«La nostra pazienza sta per finire». Con queste parole Hamas, il movimento islamico che controlla la Striscia di Gaza, ha dato il suo ultimatum all'Autorità nazionale palestinese (Anp), avvertendola che, se non metterà fine agli arresti di suoi esponenti in Cisgiordania, la colpirà come ha fatto nei giorni scorsi con i coloni uccisi in attacchi rivendicati dal suo braccio armato, le Brigate al-Qassam. «Sapete che le mani che hanno raggiunto al cuore gli occupanti possono raggiungere anche voi», ha minacciato Hamas in una nota rilanciata dalla radio israeliana, in cui assicura anche di poter colpire ovunque e in qualsiasi momento.

IRAQ: secondo giornalista ucciso nell'arco di 24 ore

Un secondo giornalista televisivo iracheno è stato ucciso oggi, nel giro 24 ore, in Iraq in un agguato teso nel nord del Paese da non meglio identificati uomini armati. Lo riferisce il portale di notizie online «Iraqiyun» (Iracheni). Il sito Internet precisa che Safa al Khayyat (42), conduttore di un programma religioso sul canale satellitare locale al Mawsuliya è stato freddato a colpi di arma da fuoco a Mossul, nel nord dell'Iraq. Khayyat è stato ucciso mentre usciva dalla sua casa nel quartiere Salam della principale città settentrionale irachena. La sua uccisione avviene all'indomani dell'omicidio a Baghdad di Riyad Assaray, noto conduttore dei programmi politici della tv di Stato al Iraqiya. Sempre ieri, l'organizzazione internazionale Reporters Sans Frontieres (Rsf) aveva diffuso un rapporto secondo cui la guerra in Iraq è stato il conflitto più drammatico per i media dal 1945, con 230 giornalisti e operatori dell'informazione uccisi nel Paese in sette anni di violenze

NIGERIA: assalto a prigione, 732 evasi

È di quattro guardie carcerarie uccise, 6 ferite e 732 detenuti evasi il bilancio dell'attacco compiuto ieri sera da un gruppo di miliziani islamici contro il carcere di Bauchi. Lo riferisce la commissione investigativa istituita dalla polizia nigeriana citata dalla tv satellitare 'al-Arabiyà. L'attacco è stato eseguito dai miliziani del gruppo estremista 'Boko Haram', noti anche come i talebani pakistani, che hanno tentato di liberare un gruppo di miliziani arrestati nelle violenze del luglio 2009. Tra i 732 detenuti evasi dal carcere compaino anche criminali comuni. Nel corso dell'assalto dei miliziani islamici le guardie carcerarie hanno risposto al fuoco, ingaggiando un vero e proprio combattimento. Al momento si ritiene che gli evasi si siano rifugiati sui monti nei dintorni di Bauchi, dove sono iniziate le perlustrazioni dell'esercito.

INDONESIA: indulto in occasione del Ramadan, ne beneficeranno decine di migliaia

Decine di migliaia di detenuti beneficeranno dell'indulto concesso dal governo in occasione della fine del Ramadan che cade venerdì prossimo in Indonesia, il paese a maggioranza musulmana più popoloso del mondo con 240 milioni di abitanti. Oltre 39mila reclusi otterranno uno sconto di pena e circa 1.300 di loro usciranno dal carcere, ha annunciato il portavoce del ministero della Giustizia e dei diritti umani

COLOMBIA: la guerriglia uccide 6 poliziotti

Sei poliziotti colombiani sono rimasti uccisi in un attacco dei guerriglieri, l'ultimo di una serie che nelle ultime settimane ha provocato 45 vittime tra soldati, poliziotti e ribelli. Lo riferisce il governo. L'attacco di ieri è avvenuto nella provincia meridionale di Narino, posto chiave per la produzione di droga e operazioni di contrabbando delle Forze armate rivoluzionarie colombiane delle Farc e dell'Esercito di liberazione nazionale (Eln). Le autorità hanno detto che i guerriglieri di entrambi le fazioni hanno assaltato una stazione di polizia nei pressi della città di Samaniego con pistole e ordigni artigianali.

CINA: altro incidente a piattaforma petrolifera. Dispersi alcuni lavoratori

Il passaggio del tifone Malou ha fatto inclinare a 45 gradi una piattaforma di perforazione petrolifera al largo della costa orientale della Cina. A causa dell'incidente 32 operai sono rimasti intrappolati sulla struttura, mentre quattro sono caduti in acqua: le squadre di soccorso sono riusciti a trarre in salvo 34 persone, ma ancora si cercano due caduti in mare. La piattaforma petrolifera, la numero 3 dell'azienda Shengli Oilfield, filiale del gruppo pubblico Sinopec, si trova in una zona profonda sette metri, a cinque miglia nautiche dalla costa della provincia di Shandong. Shangli Oilfield ha assicurato che le valvola si sicurezza sono state già chiuse e che non c'è rischio di una fuoriuscita di petrolio

GRECIA: autocarri circondano il parlamento ad Atene Decine di autocarri sono stati parcheggiati stamani davanti al parlamento, nel centro di Atene, per protestare contro la politica di liberalizzazione del settore annunciata dal governo. I camionisti avevano chiesto un periodo di transizione più lungo, ma si sono visti rispondere no. La manifestazione coincide con uno sciopero di quattro ore dei trasporti urbani, suburbani e ferroviari contro le riforme annunciate.

Siparietto


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