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'''Referendum alla Fiat Mirafiori. Alle 19,30 si concluderanno le votazionivoti'''
Dopo il voto dei lavoratori del turno di notte, prosegue anche stamani il referendum nello stabilimento Fiat di Mirafiori sull’accordo separato del 23 dicembre scorso fra sindacati collaborazionisti e azienda, cruciale per il destino della fabbrica. Altissima l’affluenza alle urne nel turno di notte: al voto sarebbe andato il 97,7% degli aventi diritto, ovvero 384 lavoratori sui 393 presenti. Anche l’affluenza di stamani pare molto alta, com’era prevedibile vista l’importanza della consultazione. C’è dunque molta attesa per i risultati, che decideranno non solo le sorti di Mirafiori, ma probabilmente dell’intera Fiat e, forse, di tutto il comparto metalmeccanico italiano. l referendum si concluderà stasera, quando tutti i 5.431 lavoratori avranno avuto la possibilità di esprimersi, dando ragione a Fim, Uilm, Fismic e Ugl, che hanno accettato il ricatto del Lingotto, oppure alla Fiom e ai sindacati di base, che invece si oppongono strenuamente all’intesa con l’azienda, che priverebbe i dipendenti di molti diritti fondamentali, in cambio di una vaga promessa di investimento e sviluppo sulla fabbrica torinese per garantire produttività e livelli occupazionali.
Alle 17.15 aveva votato il 91% degli aventi diritto. I lavoratori interessati dal voto sono 5.431. Nella notte, durante il terzo turno, avevano votato 384 operai. Questa mattina al primo turno invece 2.678 addetti, tra operai e impiegati. Le urne si chiuderanno alle 19.30. Nel corso del secondo turno i lavoratori che si sono recati al voto sono 1892. alle 19,00 ha votato oltre il 95% dei lavoratori presenti. E mentre le urne sono ancora aperte (chiuderanno alle 19.30) prosegue la polemica tra i sostenitori del sì e quelli del no sul futuro dello stabilimento. Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi si è detto convinto che con la vittoria del no la situazione sarebbe «sostanzialmente irreversibile il giorno dopo» con il rischio di perdere un investimento «decisivo per l'intera filiera dell'auto italiana». intanto ll mercato dell'auto nell'Europa dei 27 più le nazioni aderenti all'Efta chiude il 2010 in flessione del 4,9% rispetto all'anno precedente, mentre le immatricolazioni di Fiat Group Automobiles scendono del 17% e la quota del gruppo scende dall'8,7% al 7,6%.
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In Europa, nei dodici mesi, sono state immatricolate complessivamente 13 milioni 786 mila vetture, con un calo del 4,9%, di cui più di un milione da parte del grupo Fiat (-17%).
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Oltre 400 disoccupati organizzati dal progetto 'Bros' hanno invaso nella tarda mattinata di oggi le strade del Vomero, quartiere collinare di Napoli. La manifestazione partita dalla centralissima piazza delle Medaglie d'Oro si è poi snodata in un corteo, nelle strade principali del quartiere collinare. Via Tino di Camaino, piazza degli Artisti, via Luca Giordano, la strada dello shopping. Numerosi commercianti hanno abbassato le serrande temendo incidenti. Oltre a qualche cassonetto dei rifiuti rovesciato non si sono registrati altri danni se non gli inevitabili disagi alla circolazione. Un cordone di polizia in assetto antiasommossa ha impedito che i manifestanti varcassero la zona pedonale in prossimità dell'uscita dei bambini dalle scuole.

Durante il transito in
via Luca Giordano sono stati rovesciati alcuni cassonetti dell'immondizia. Esplose anche un paio di bombe carta. I disoccupati contestano il piano regionale per il lavoro approntato dalla giunta Caldoro.
Oltre 400 disoccupati organizzati dal progetto 'Bros' hanno invaso nella tarda mattinata di oggi le strade del Vomero, quartiere collinare di Napoli. La manifestazione partita dalla centralissima piazza delle Medaglie d'Oro si è poi snodata in un corteo, nelle strade principali del quartiere collinare. Via Tino di Camaino, piazza degli Artisti, via Luca Giordano, la strada dello shopping. Numerosi commercianti hanno abbassato le serrande temendo incidenti. Oltre a qualche cassonetto dei rifiuti rovesciato non si sono registrati altri danni se non gli inevitabili disagi alla circolazione. Un cordone di polizia in assetto antiasommossa ha impedito che i manifestanti varcassero la zona pedonale in prossimità dell'uscita dei bambini dalle scuole. I disoccupati contestano il piano regionale per il lavoro approntato dalla giunta Caldoro.
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'''Referendum fiat Mirafiori. Alle 19,30 si concluderanno le votazionivoti'''
Dopo il voto dei lavoratori del turno di notte, prosegue anche stamani il referendum nello stabilimento Fiat di Mirafiori sull’accordo separato del 23 dicembre scorso fra sindacati collaborazionisti e azienda, cruciale per il destino della fabbrica. Altissima l’affluenza alle urne nel turno di notte: al voto sarebbe andato il 97,7% degli aventi diritto, ovvero 384 lavoratori sui 393 presenti. Anche l’affluenza di stamani pare molto alta, com’era prevedibile vista l’importanza della consultazione. C’è dunque molta attesa per i risultati, che decideranno non solo le sorti di Mirafiori, ma probabilmente dell’intera Fiat e, forse, di tutto il comparto metalmeccanico italiano. l referendum si concluderà stasera, quando tutti i 5.431 lavoratori avranno avuto la possibilità di esprimersi, dando ragione a Fim, Uilm, Fismic e Ugl, che hanno accettato il ricatto del Lingotto, oppure alla Fiom e ai sindacati di base, che invece si oppongono strenuamente all’intesa con l’azienda, che priverebbe i dipendenti di molti diritti fondamentali, in cambio di una vaga promessa di investimento e sviluppo sulla fabbrica torinese per garantire produttività e livelli occupazionali.
Alle 17.15 aveva votato il 91% degli aventi diritto. I lavoratori interessati dal voto sono 5.431. Nella notte, durante il terzo turno, avevano votato 384 operai. Questa mattina al primo turno invece 2.678 addetti, tra operai e impiegati. Le urne si chiuderanno alle 19.30. Nel corso del secondo turno i lavoratori che si sono recati al voto sono 1892.

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Fonti

Gr 19:30

Referendum alla Fiat Mirafiori. Alle 19,30 si concluderanno le votazionivoti Dopo il voto dei lavoratori del turno di notte, prosegue anche stamani il referendum nello stabilimento Fiat di Mirafiori sull’accordo separato del 23 dicembre scorso fra sindacati collaborazionisti e azienda, cruciale per il destino della fabbrica. Altissima l’affluenza alle urne nel turno di notte: al voto sarebbe andato il 97,7% degli aventi diritto, ovvero 384 lavoratori sui 393 presenti. Anche l’affluenza di stamani pare molto alta, com’era prevedibile vista l’importanza della consultazione. C’è dunque molta attesa per i risultati, che decideranno non solo le sorti di Mirafiori, ma probabilmente dell’intera Fiat e, forse, di tutto il comparto metalmeccanico italiano. l referendum si concluderà stasera, quando tutti i 5.431 lavoratori avranno avuto la possibilità di esprimersi, dando ragione a Fim, Uilm, Fismic e Ugl, che hanno accettato il ricatto del Lingotto, oppure alla Fiom e ai sindacati di base, che invece si oppongono strenuamente all’intesa con l’azienda, che priverebbe i dipendenti di molti diritti fondamentali, in cambio di una vaga promessa di investimento e sviluppo sulla fabbrica torinese per garantire produttività e livelli occupazionali. Alle 17.15 aveva votato il 91% degli aventi diritto. I lavoratori interessati dal voto sono 5.431. Nella notte, durante il terzo turno, avevano votato 384 operai. Questa mattina al primo turno invece 2.678 addetti, tra operai e impiegati. Le urne si chiuderanno alle 19.30. Nel corso del secondo turno i lavoratori che si sono recati al voto sono 1892. alle 19,00 ha votato oltre il 95% dei lavoratori presenti. E mentre le urne sono ancora aperte (chiuderanno alle 19.30) prosegue la polemica tra i sostenitori del sì e quelli del no sul futuro dello stabilimento. Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi si è detto convinto che con la vittoria del no la situazione sarebbe «sostanzialmente irreversibile il giorno dopo» con il rischio di perdere un investimento «decisivo per l'intera filiera dell'auto italiana». intanto ll mercato dell'auto nell'Europa dei 27 più le nazioni aderenti all'Efta chiude il 2010 in flessione del 4,9% rispetto all'anno precedente, mentre le immatricolazioni di Fiat Group Automobiles scendono del 17% e la quota del gruppo scende dall'8,7% al 7,6%.

In Europa, nei dodici mesi, sono state immatricolate complessivamente 13 milioni 786 mila vetture, con un calo del 4,9%, di cui più di un milione da parte del grupo Fiat (-17%).

Vicenza: domenica 16 gennaio fiaccolata contro la base americana In quattro anni, tante cose sono successe: le grandi manifestazioni e le assemblee cariche di parole e narrazioni; le azioni creative e l’arroganza del governo; le elezioni, la consultazione autogestita, i gazebo, e i volantinaggi. La nostra città è stata attraversata da una pluralità di voci che hanno raccontato dignità, democrazia, difesa della terra, voglia di partecipazione. Il cantiere è stato aperto, eppure il progetto non è quello originario; in costruzione, infatti, non è più l’installazione modello delle rinnovate forze armate statunitensi, ma solo una parte di quanto i militari nordamericani avrebbero voluto realizzare: niente pista, niente eliporto, niente strumenti di mobilità per garantire al pugno di ferro dell’armata a stelle e strisce la possibilità di raggiungere in un batter d’occhio ogni teatro di guerra. E’ il Parco della Pace, voluto dalla mobilitazione vicentina, che ha tolto questo spazio alle mani dei militari. Ma, dopo l’annuncio della sdemanializzazione, nessun atto concreto è stato fatto; e se qualcuno ha riempito la città di manifesti per dire che “contano i fatti”, poco cambia: lo stesso Cipe, l’autorità nazionale che stanzia i fondi per le opere pubbliche, non ha ancora annullato la delibera con la quale finanziava la ricostruzione della pista aereoportuale. DOMENICA 16 GENNAIO ore 18.30 FIACCOLATA partenza da Piazza Castello

More info: http://www.nodalmolin.it/

NAPOLI: DISOCCUPATI INVADONO IL VOMERO, CAOS E CASSONETTI ROVESCIATI Oltre 400 disoccupati organizzati dal progetto 'Bros' hanno invaso nella tarda mattinata di oggi le strade del Vomero, quartiere collinare di Napoli. La manifestazione partita dalla centralissima piazza delle Medaglie d'Oro si è poi snodata in un corteo, nelle strade principali del quartiere collinare. Via Tino di Camaino, piazza degli Artisti, via Luca Giordano, la strada dello shopping. Numerosi commercianti hanno abbassato le serrande temendo incidenti. Oltre a qualche cassonetto dei rifiuti rovesciato non si sono registrati altri danni se non gli inevitabili disagi alla circolazione. Un cordone di polizia in assetto antiasommossa ha impedito che i manifestanti varcassero la zona pedonale in prossimità dell'uscita dei bambini dalle scuole. I disoccupati contestano il piano regionale per il lavoro approntato dalla giunta Caldoro.

Napoli, gli operatori sociali occupano la sede comunale

Si fa sempre più dura a Napoli la battaglia degli operatori sociali di fronte alla sordità delle istituzioni. Mesi di proteste e scioperi della fame collettivi non sono serviti a smuovere gli enti locali e nazionali né a far capire la gravità della situazione per il futuro non solo dei circa ventimila operatori sociali della Campania, ma anche per migliaia di cittadini e famiglie in difficoltà. Per protestare e chiedere risposte adeguate, gli operatori sociali sono arrivati addirittura ad occupare la sede comunale, dove da ieri notte quattro rappresentanti delle duecento organizzazioni sociali riunite nel comitato . I 4 presidiano la sala dell’assessore al Bilancio Michele Saggese e hanno cominciato lo sciopero della fame. Da ieri è in piedi, in contemporanea negli spazi antistanti la sede comunale, anche un presidio permanente di qualche centinaio di operatori sociali, mentre all’ex ospedale psichiatrico Leonardo Bianchi prosegue l’occupazione.

In attesa di una conferenza stampa che il sindaco Iervolino ha indetto per domani alle 13.00, cui parteciperà tutta la giunta, gli operatori hanno presentato al primo cittadino le richieste principali della vertenza. Le organizzazioni sociali chiedono che il sindaco, con gli assessori competenti, riconosca le responsabilità del comune sull’attuale situazione delle politiche sociali a Napoli e indichi il 31 gennaio 2011 come termine ultimo per la risoluzione reale e concreta dei problemi posti dal comitato o, in alternativa, di dichiarare lo stato di crisi delle politiche sociali a Napoli. Cooperative e associazioni chiedono anche che il comune paghi i restanti 2,7 milioni e mezzo dei cosiddetti “progetti finanziati” (dalla regione o dai progetti europei, che non gravano sul bilancio comunale) per i quali il comune ha elargito solo una parte dei fondi, su un totale di 4milioni e mezzo di euro previsti. Al comune le organizzazioni sociali chiedono anche l’erogazione del pagamento di almeno un bimestre dei progetti “indispensabili”, quelli per le case famiglia, non inseriti nel meccanismo del cronologico. Un’ulteriore richiesta al comune è di avere maggiore chiarezza sulle azioni intraprese per la cessione del credito alle banche, che finora non hanno avuto alcun risultato.

BRESCIA: ANCHE OGGI DUE SFRATTI SVENTATI

Anche oggi a Brescia due sfratti sventati da parte del “comitato contro gli sfratti di Brescia e provincia” e dell’associazione “Diritti per tutti”.  A rischiare di finire in mezzo ad una strada due famiglie residenti a Trenzano e Carpenedolo di un carpentiere nel primo caso e di un operaio metalmeccanico nel secondo che hanno perso il lavoro a causa della crisi. La presenza di attivisti per il diritto alla casa è riuscita a bloccare gli sfratti che in entrambe le situazioni sono stati rinviati al mese prossimo.  Vi proponiamo la corrispondenza con Umberto della redazione dallo sfratto di Trenzano.

Armi, in Europa è record di vendite: 40,3 miliardi nel 2009 Le esportazioni di armamenti, nell’Unione Europea, crescono del 20% rispetto al 2008. Dopo la Francia, l’Italia è il Paese che vende di più. I paesi del Medio Oriente sono i maggiori importatori Aumentano le esportazioni di armi in Europa. Nel 2009 sono stati venduti armamenti per la cifra record di 40,3 miliardi, il 20,1% in più (+ 6,6 miliardi) rispetto all’anno precedente. A rivelarlo è il 12esimo Rapporto sul controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari, pubblicato ieri nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e analizzato dallo studioso del disarmo Giorgio Beretta. Dal rapporto si evince che la Francia, con un totale di introiti pari a 12,7 miliardi, è il maggior esportatore di armi nel continente. L’Italia occupa il secondo posto con un giro d’affari di 6,7 miliardi (erano 5,6 nel 2008).

ESTERI

TUNISIA: OGGI SCIOPERO CON MANIFESTAZIONI, BEN ALI SE NE VA ED E' STATO D'EMERGENZA

Nonostante il discorso di ieri del presidente Ben Ali, è stato confermato lo sciopero indetto per stamani a Tunisi dal sindacato Ugtt. Diversi cortei hanno attraversato le strade della capitale, per andare a confluire davanti al Ministero dell’Interno. Molti gli slogan contro il presidente Ben Ali e la sua famiglia. “Il popolo della Tunisia non si sottometterà”, “il sangue di 70 morti non sarà lavato così facilmente”, “non basta abbassare un po’ il prezzo del pane” dicono i dimostranti, che chiedono a Ben Ali di andarsene. Ultima notizia in ordine di tempo è che Il presidente ha lasciato il Paese e il potere è stato assunto ad interim dal primo ministro Mohammed Ghannouchi. "Mi impegno - ha detto il premier in un messaggio televisivo - a rispettare la Costituzione e a portare avanti le riforme politiche, economiche e sociali annunciate attraverso consultazioni con tutte le parti politiche inclusi i partiti politici e la società civile".

In tutto il Paese è stato decretato lo stato d'emergenza, che prevede il divieto di assembramenti di più di tre persone. Inoltre è stato ampliato il coprifuoco già in vigore: d'ora in poi scatterà dalle 17, non più dalle 20, e si concluderà alle 7 del mattino. Le forze di sicurezza sono state autorizzate ad aprire il fuoco contro chiunque non obbedisca agli ordini. L'aeroporto è presidiato dall'esercito e lo spazio aereo è stato chiuso. Sviluppi seguiti alle voci sempre più insistenti secondo cui diversi componenti del governo starebbero per fuggire all'estero. Intanto si rincorrono ancora le voci su scontri e morti nei quartieri periferici della città, così come in diverse altre località del Paese. Ieri sera, ad esempio, ci sarebbero state nuove proteste e violenze a Kasserine, una delle città più povere della Tunisia, dove gli scontri dei giorni scorsi hanno provocato molte vittime. Sempre nella serata di ieri, due civili sono stati uccisi dalla polizia a Kairouan, nella Tunisia centrale. Proprio ieri sera Ben Ali, al potere dal 1987, ha annunciato in diretta tv la creazione di una commissione nazionale indipendente, con il compito di “rivedere la legge elettorale per preparare le elezioni del 2014″. La riforma dovrà introdurre una “distinzione tra le elezioni legislative e presidenziali”, che finora invece si svolgono contemporaneamente. Ben Ali ha detto anche di non volersi candidare per un sesto mandato. A questo punto potrebbe essere possibile anche la creazione di un governo di coalizione, come chiesto nelle scorse ore dal principale leader dell’opposizione, Najib Chebbi, fondatore del partito Pdp. Ben Ali, nel suo discorso in tv di ieri sera, ha ordinato a polizia e militari di non sparare sui manifestanti, ha promesso libertà per i media e i mezzi di comunicazione ed ha disposto la riduzione dei prezzi di generi alimentari primari come pane e zucchero. Le parole del presidente hanno scatenato la gioia della popolazione, scesa ieri sera in strada nella capitale per festeggiare quella che pare essere una svolta storica per la Tunisia. Le manifestazioni di oggi comunque dimostrano che la popolazione non si accontenta più delle promesse di Ben Ali e vuole garanzie per il futuro.

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Tunisia, leader opposizione chiede governo di coalizione

Un appello a dar vita subito a un "governo di coalizione" in Tunisia è stato rivolto al presidente Zine al-Abidine Ben Ali dal principale leader dell'opposizione, Najib Chebbi. Il fondatore del partito Pdp si è detto sorpreso della decisione di Ben Ali di non ripresentarsi alle presidenziali del 2014 e ha commentato il suo discorso in diretta tv: è stato "politicamente importante e corrisponde alle aspettative della società civile e dell'opposizione", ha sottolineato Chebbi. "E' un qualcosa che abbiamo chiesto per lungo tempo ed è un fatto molto positivo che (Ben Ali) abbia promesso di non ricandidarsi". "Il presidente ha toccato il cuore del problema: la necessità di riforme", ha aggiunto, "è molto importante ma francamente non credo che riuscirà a risolvere tutti quei problemi". Per questo, il leader dell'opposizione ha chiesto che "sia creata una coalizione di governo, la nuova linea politica nel suo discorso era buona, ma aspettiamo i dettagli concreti". Ben Ali, nel corso del suo intervento in diretta tv, si è appellato affinché finiscano le violenze nel Paese, ha vietato alle forze di sicurezza di usare armi contro i manifestanti e ha promesso la riduzione dei prezzi di pane, zucchero e latte. Da giorni la Tunisia è attraversata da proteste di piazza che hanno provocato decine di morti.

ITALIA

Operaio muore schiacciato da un ascensore

Incidente sul lavoro intorno alle 10.15 in via Ravizza. Un operaio, riferisce il 118, è morto schiacciato da un ascensore. Sul posto il mezzo di base e l'automedica del 118 di Milano. L'uomo, di origine albanese, era impegnato nei lavori di manutenzione di un ascensore in un palazzo al civico 12 di via Ravizza a Milano.

Drammatica la dinamica dell'incidente: l'operaio stava lavorando nel vano al pian terreno quando i suoi colleghi hanno chiamato l'ascensore non sapendo della presenza dell'uomo che è dunque rimasto incastrato con la testa tra la cabina e la porta del primo piano. Sul posto, oltre al 118, è intervenuta anche la polizia e i vigili del fuoco che, al momento, sono ancora impegnati per recuperare il cadavere dell'operaio che lavorava per una ditta in subappalto.

Inflazione: Istat, a dicembre 1,9%

A dicembre 2010 l'inflazione e' balzata all'1,9% su base annua, dall'1,7% di novembre. Si tratta del dato piu' alto dal dicembre 2008. Lo comunica l'Istat confermando le stime provvisorie. Su base mensile il tasso si e' attestato al +0,4%. Il tasso d'inflazione medio annuo per il 2010 e' risultato pari all'1,5%, raddoppiato rispetto a quello del 2009 (+0,8%). A dicembre i prezzi della benzina sono saliti del 9,9% (6,1% novembre) su base annua e del 2,5% su base mensile.

Siparietto


Gr 13:00

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ITALIA

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Gr 9:30

ESTERI

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