Italia "radio vaticana la corte di cassazione conferma la condanna" La IV sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna a Radio Vaticana. L'emittente della Santa sede è stata accusata di "getto pericoloso di cose" per l'emissione nociva di onde elettromagnetiche in relazione agli impianti a nord di Roma. I magistati hanno respinto la richiesta di assoluzione obbligando l'emittente a risarcire gli abitanti di Cesano e delle zone limitrofe, a cui la radio che veicola il messaggio evangelico nel mondo ha causato non pochi problemi. A stabilire l'entità dei danni sarà la Corte d'Appello. Andiamo ad ascoltare la corrispondenza

"ancora rivolte nel cie di via Gradisca" Anche stamattina i reclusi del Centro di Gradisca hanno proseguito nella loro opera di demolizione delle gabbie che li tengono prigionieri. Altri quattro stanzoni sono stati incendiati. Secondo i conti che fanno i prigionieri ci siamo quasi: gli stanzoni aperti fino all’altro giorno erano sedici. Sette sono stati toccati dalle fiamme di ieri - e sei chiusi per inagibilità, da quanto dicevano le agenzie. Se venissero dichiarati inagibili anche i quattro di oggi,vorrebbe dire che dei sedici stanzoni ne rimangono solo sei.A differenza di ieri questa mattina la polizia e i soldati non si sono fatti vedere, non sappiamo se per non esasperare gli animi ulteriormente o per quale altro calcolo: ottimista, qualcuno da dentro dice che “sono scappati”. Vista l’improvvisa carenza di posti, intanto, i reclusi sono stati ammassati uno sull’altro, in venticinque per camerata, in condizioni disumane.

"Nuovo scandalo sugli armamenti italiani venduti al regime gheddafi" “Nel 2009 l’Italia ha triangolato attraverso Malta al regime del colonnello Gheddafi oltre 79 milioni di euro di armi leggere ad uso militare della ditta Beretta (…) Come confermato dall’ambasciata italiana a Tripoli, il destinatario finale della consegna era il Governo libico”: lo sottolineano in una nota diffusa oggi la Rete Italiana per il Disarmo e la Tavola della Pace, chiedendo al governo italiano di rispondere in merito. “La notizia è certa e documentata” afferma Giorgio Beretta di Unimondo e analista della Rete Disarmo, “ il rapporto dell’Unione Europea sull’esportazione di armamenti pubblicato nel gennaio scorso riporta per l’anno 2009 autorizzazioni e consegne da Malta verso la Libia per 79.689.691 euro”.Dalle relazioni della Presidenza del Consiglio italiano sull’export di armamenti, denunciano gli autori della nota, “non risulta alcuna autorizzazione all’esportazione di quelle armi né a Malta né alla Libia”. Anche i dati dell’Istat non segnalano per il 2009 alcuna esportazione di quel valore né a Malta né alla Libia; per quell’anno si parla solo di 390.584 di euro di armi, munizioni e loro parti ed accessori per Malta e per la Libia solo 8.171.698 di euro di forniture.“Allora i casi sono due – sostiene Beretta - O una ditta italiana ha esportato queste armi senza l’autorizzazione del governo italiano, ma allora avrebbero dovuto essere bloccate dalle dogane maltesi, o come è più probabile, vi è stata un’autorizzazione da parte di qualche ufficio del Governo italiano che però non è stata mai notificata né nelle Relazioni al Parlamento né all’Unione Europea”.Le armi inviate alla Libia in quel periodo, secondo la Rete per il Disarmo e la Tavola della Pace, sono di categoria Ml 1, ovvero armi ad anima liscia di calibro inferiore a 20 mm, altre armi e armi automatiche di calibro 12,7 mm e accessori e componenti appositamente progettati. Il valore dei 79 milioni di euro potrebbe significare centinaia se non migliaia di fucili e pistole, oltre a possibili forniture anche di munizioni e granate.”In pratica proprio le armi protagoniste maggiormente delle uccisioni in questi giorni di rivolta” denunciano le due organizzazioni.Andiamo ad ascoltare una corrispondenza registrata da i compagni di radio black out

"LATINA - Ennesima vittima sul lavoro" Un'altra tragedia sul lavoro un giovane operaio romeno è precipitato nella notte tra giovedì e venerdì in un burrone mentre stava lavorando al disboscamento lungo la linea ferroviaria Roma-Napoli, nei pressi della città di Cisterna (Latina). L'incidente è avvenuto sotto gli occhi di altri due colleghi.C'è voluto l'intervento di due squadre dei vigili del fuoco e degli specialisti del soccorso alpino fluviale per recuperare il cadavere del 26enne precipitato dal ponte della ferrovia, con un volo di diverse decine di metri , nella zona di Cisterna. La tragedia si è verificata intorno alla mezzanotte, e solo alle 6 e 30 il corpo è stato recuperato.

Esteri

"Egitto continuano le imponenti manifestazioni popolari"

“La rivoluzione è tutt’altro che conclusa, il governo in carica è troppo vicino a Hosni Mubarak, ne fanno parte ed è guidato da uomini del vecchio regime, per questo motivo milioni di persone manifestano oggi in tutto il paese chiedendone la sostituzione”: raggiunto nella centrale piazza Tahrir del Cairo, Fadi Awad – ‘senior editor’ di una tra le più importanti case editrici egiziane e attivista della prima ora all’interno del movimento – riferisce di un’atmosfera cambiata rispetto allo scorso venerdì, quando in piazza si andò per festeggiare la caduta di Mubarak. “Ancora una volta milioni di persone stanno pacificamente dimostrando perché il cambiamento chiesto sia concreto e non solo di facciata come anche l’ultimo rimpasto di governo ha dimostrato lasciando inalterati i posti chiave dell’esecutivo”. La voce di Awad è coperta dalla musica e dagli slogan che intanto la piazza lancia contro il governo, chiedendo ancora una volta all’esercito di favorire il processo di cambiamento. A manifestare è il Cairo, mentre in molte altre città accanto alle manifestazioni contro il governo si moltiplicano quelle promosse dagli operai e da altri lavoratori per paghe più alte e migliori condizioni lavorative. Secondo un resoconto del quotidiano al-Masry al-Youm, migliaia di persone stanno protestando a Port Said, a Beni Suef, ad Alessandria, a Damietta a Mahalla al-Khubra, ad Assua, a Ismailia e in altre località. “C’è un intero paese che vuole il cambiamento – conclude Awad – e dice no al sistema poliziesco su cui si reggeva il regime”.E che non ci sia più tolleranza per i soprusi della polizia lo dimostra un fatto di cronaca avvenuto ieri: a Maadi, quartiere della periferia del Cairo, un alterco tra un poliziotto e un autista di microbus si è concluso con la morte di quest’ultimo ucciso con due colpi di pistola sparati dall’agente. La folla ha poi circondato il poliziotto, incendiato la sua auto e scatenato per tutta la notte una protesta contro la polizia appiccando il fuoco al locale commissariato che era rimasto indenne durante i giorni delle proteste antri-Mubarak. Il responsabile dell’omicidio, ricoverato per alcune ferite, dovrà risponderne alla giustizia ordinaria.

"la Coca cola company condannata in India

Avvelenamento delle falde acquifere, con conseguenti danni per l’agricoltura e soprattutto la salute: sono le accuse rivolte alla multinazionale americana Coca Cola che da adesso, grazie all’istituzione di un tribunale speciale, potrà essere costretta a versare compensi milionari.Della creazione dell’organismo, disposta con legge dal parlamento dello Stato sud-occidentale di Kerala, scrivono oggi i quotidiani più importanti. A rispondere dovrà essere la Hindustan Coca-Cola Beverages (Hccb), una filiale del gigante americano che fino al 2005 gestiva un impianto di imbottigliamento nel distretto di Palakkad. La notizia è stata accolta con soddisfazione dai rappresentanti della società civile. In uno studio commissionato dallo Stato di Kerala l’anno scorso, si sottolinea che la Hccb ha consumato quantità d’acqua eccessive, penalizzando l’agricoltura. Allo stesso tempo, nel terreno e nei fiumi sarebbero finite acque di scolo contaminate con metalli che avrebbero causato malattie delle pelle e problemi respiratori.

COSTA D’AVORIO: NUOVI SCONTRI NEL PAESE DEI DUE PRESIDENTI

Decine di morti, nel disinteresse internazionale, anche in Costa d’Avorio. Da oltre 24 ore è battaglia ad Abobo, quartiere popolare alla periferia settentrionale di Abidjan. Abobo è il bastione in citta’ di Alassane Ouattara, l’ex candidato alle presidenziali riconosciuto vincitore dall’Onu nel ballottaggio del 28 novembre scorso contro l’uscente Gbagbo, che di fatto non ha però mai lasciato il potere. Nella notte di martedì le truppe fedeli a Gbagbo avevano attaccato il quartiere degli oppositori che hanno risposto al fuoco. Ne è nata così una vera e propria battaglia fra le case, abbattute a colpi di artiglieria pesante

LIBIA: LE ARMI DELLA REPRESSIONE DI GHEDDAFI IN ARRIVO DAL BRESCIANO?

Dal nostro paese arrivano le parole del ministro della Difesa La Russa che difende a spada tratta gli accordi italo-libici.”Non abbiamo motivo di dubbio che il trattato rimanga – ha detto l’ex missino – e ci auguriamo che in ogni caso la Libia continui a esserci. Il trattato c’é, il problema è la sua applicazione”. La Russa ha però smentito che l’Italia fornisca armi al regime. Il commento a quest’ultima affermazione di Giorgio Beretta, di Unimondo e Rete Contro il Disarmo, che oggi ha invece denunciato gli affari fra Roma e Tripoli in merito ad esempio ad una triangolazione con Malta del 2009: 79milioni di dollari di armi che sarebbero arrivate a Tripoli dall’azienda bresciana ‘Pietro Beretta’ di Gardone Val Trompia (che però smentisce)

COSTA D’AVORIO: NUOVI SCONTRI NEL PAESE DEI DUE PRESIDENTI

Decine di morti, nel disinteresse internazionale, anche in Costa d’Avorio. Da oltre 24 ore è battaglia ad Abobo, quartiere popolare alla periferia settentrionale di Abidjan. Abobo è il bastione in citta’ di Alassane Ouattara, l’ex candidato alle presidenziali riconosciuto vincitore dall’Onu nel ballottaggio del 28 novembre scorso contro l’uscente Gbagbo, che di fatto non ha però mai lasciato il potere. Nella notte di martedì le truppe fedeli a Gbagbo avevano attaccato il quartiere degli oppositori che hanno risposto al fuoco. Ne è nata così una vera e propria battaglia fra le case, abbattute a colpi di artiglieria pesante

Arizona, dalla padella alla brace

I legislatori dello Stato dell'Arizona hanno proposto un nuovo pacchetto di leggi sull'immigrazione così restrittive che, se approvate, rischierebbero di far apparire addirittura moderata la controversa riforma varata lo scorso anno, contro cui peraltro l'amministrazione del presidente Usa, Barack Obama, aveva presentato ricorso. Secondo il nuovo disegno di legge, agli immigrati senza documenti sarebbe vietato guidare nel territorio dello Stato, avere accesso all'istruzione e ricevere sussidi sociali. I loro bambini riceverebbero certificati di nascita nei quali è esplicitato che non potranno mai diventare cittadini dell'Arizona.

Alcuni dei provvedimenti sono stati elaborati in disprezzo alle vigenti leggi federali, così da attirarsi ricorsi nella speranza che la Corte Suprema possa poi pronunciarsi in favore dello Stato, frontaliero col Messico è già al centro di pesanti polemiche per la legge anti-immigrazione approvata lo scorso anno, che ha già sollevato decine di ricorsi e numerose denunce di razzismo. Alla polizia, infatti, è delegata la possibilità di indagare sulla provenienza degli stranieri fermati in strada sulla base solo del loro aspetto fisico. In merito a quest'ultima legge, conosciuta come Senate Bill 1070, un giudice federale si è già pronunciato sulla incostituzionalità di numerose sue parti.

"La legge è anni luce lontana dal S.B. 1070 - spiega Alessandra Soler Meetze, direttore dell'organizzazione per i diritti civili Aclu -, in termini di potenziale lesivo dei diritti e delle libertà fondamentali di cittadini e non. Tali misure creerebbero una società basata sul 'documenti, grazie', e per esempio la guida senza documenti si configurerebbe come un reato penale".

Nonostante i boicottaggi di artisti, intellettuali, politici, e l'accusa che lo Stato dell'Arizona è divenuto un'isola di intolleranza, la legge ha ricevuto accoglienza entusiastica anche in altri Stati, come l'Indiana, il cui Senato ha adottato una legge che consente di chiedere ai poliziotti di interrogare chi commette un'infrazione sul suo status.

"Se si vuole fermare questa invasione, perché di invasione si tratta, bisogna smettere di ricompensare la gente che infrange la legge sull'immigrazione", ha commentato Russel Pierce, presidente del Senato dell'Arizona.

Le nuove misure, fortemente sollecitate dagli elettori repubblicani, contengono prescrizioni per le autorità scolastiche, che dovranno chiedere prova della cittadinanza agli studenti, o agli ospedali, che chiederanno documenti ai malati non gravi. Ai proprietari di case, che saranno costretti a sfrattare l'intera famiglia, se si scopre che uno degli inquilini è un immigrato illegale. Il clandestino trovato alla guida dovrà trascorrere 30 giorni in prigione, e la sua macchina verrà confiscata dallo Stato.

Lavoro, occupazione giù in grandi imprese

L'occupazione nelle grandi imprese nel 2010 è diminuita dell'1,6% rispetto al 2009. Lo rileva l'Istat precisando che il dato è al lordo della cassa integrazione. Al netto della cassa l'occupazione nel complesso delle imprese con oltre 500 dipendenti è diminuita dell'1%.

Nel 2010, rileva l'Istat, è diminuita soprattutto l'occupazione nelle grandi imprese industriali: nelle grandi aziende del comparto infatti l'occupazione è diminuita del 2,5% al lordo della cig mentre è scesa solo dello 0,7% al netto della cassa (molto utilizzata nel 2009). Nei servizi invece nell'intero anno l'occupazione è diminuita dell'1,2% al lordo della cassa e dell'1,3% al netto della cassa integrazione. Nel complesso delle grandi imprese si è registrato nell'anno un calo dell'1,6% dell'occupazione al lordo della cassa e dell'1% al netto della cassa. Al lordo della cassa se si considera la base di 2.1 milioni di lavoratori occupati nelle grandi aziende i posti di lavoro persi nell'anno sono circa 33.000. Nei soli servizi il calo è stato di 15.000 posti mentre nell'industria è stato di 18.000 posti. Nel solo mese di dicembre l'occupazione è aumentata nelle grandi imprese industriali su base congiunturale sia al lordo (+0,1%) sia al netto (+0,6%) della cassa integrazione. Su base tendenziale i dati restano negativi con un calo dell'1,9% al lordo della cassa integrazione e una diminuzione dello 0,8% al netto della cassa. Nei servizi l'occupazione è rimasta invariata rispetto a novembre (sia al lordo che al netto della cassa) mentre e" diminuita rispetto a dicembre 2009 (-0,6% al lordo e -0,7% al netto della cassa integrazione).

L'occupazione nelle grandi imprese a dicembre è rimasta invariata rispetto a novembre ed è diminuita dell'1,1% su dicembre 2009 rispetto a dicembre 2009. Lo comunica l'Istat precisando che il dato è al lordo della cassa integrazione. Al netto della cassa integrazione l'occupazione è aumentata dello 0,2% rispetto a novembre ed è diminuita dello 0,6% rispetto a dicembre 2009.

A conclusione della settimana internazionalista, domani a Milano manifestazione in solidarietà al popolo basco. Ci presenta l’iniziativa Elio del Centro Sociale Vittoria di Milano.

Ascolta la corrispondenza