Gr 19:30
In primo Piano
ESTERI
E' critica la situazione a Fukushima, dove a tre giorni dal devastante terremoto che ha colpito il Giappone, si lotta perevitare una nuova Chernobyl. Le barre di combustibile sono rimaste scoperte in tutti e tre i reattori della centrale nucleare di Fukushima 1 ed in uno di essi potrebbe essere cominciato il processo di fusione. Ad aggravare la situazione una nuova forte scossa di assestamento di magnitudo 6,2 avvertita anche a Tokyo. Intanto, si continuano a contare le vittime: 5.000 secondo l'ultimo bilancio che però si ritiene possa salire fino a 10 mila. Sul fronte economico la Borsa diTokyo ha chiuso gli scambi con una perdita del 6,18%; ferma la produzione nei maggiori impianti automobilistici del paese. La Bank of Japan ha immesso sui mercati valutari denaro liquido per 12mila miliardi di yen.
Intanto in germania il governo ha deciso di avviare chiusura immediata degli impianti nucleari piu' vecchi, che attualmente sono rimasti aperti solo in seguito alla decisione di prolungare la vita di tutte le centrali. Lo ha detto oggi la cancelliera tedesca, Angela Merkel, riferendosi a due siti, che si trovano in Assia e nel Baden-Wuettemberg. La Germania inoltre sospenderà per tre mesi la decisione del previsto prolungamento della vita dei 17 impianti nucleari tedeschi alla luce del disastro di Fukushima, in Giappone.
Libia gheddafi all'attacco
Le forze fedeli al regime di Gheddafi avanzano sempre di più verso Bengasi, sede del Consiglio nazionale di transizione degli insorti. Dopo una giornata di combattimenti, ieri la linea del fronte si è spostata ancora di più verso est e le cittadine controllate dai ribelli cadono via via nelle mani dell’esercito lealista. Intanto l’emittente araba Al Jazeera dà notizia di forti bombardamenti in corso ad Al Ajabidiya. Sempre ieri, decine di rivoltosi avevano lasciato il centro portuale e petrolifero di Brega portando con sé le batterie antiaeree, spostate dunque, in ottica difensiva, verso Bengasi. Ma le notizie che riguardano Brega sono discordanti. Secondo Hadi Shalluf, esponente dell’opposizione e leader del Partito per la giustizia e la democrazia, gli insorti continuerebbero a controllare la città portuale. Diverse fonti hanno però smentito le parole di Shalluf. Quella su Brega appare quindi come una sfida propagandistica, oltre che militare. Una sfida che la tv di Stato libica sta giocando mettendo in onda le immagini di Brega riconquistata dalle brigate fedeli al colonnello. Intanto Stamani Bankitalia ha disposto l'amministrazione straordinaria per Ubae bank, controllata dalla Lybian Foreign Bank e nel cui azionariato figurano Unicredit e Intesa Sanpaolo.
ITALIA
Ponte Galeria, la polizia ci ha pistato perchè abbiamo protestato sabato
Una donna che si trova rinchiusa nel Cie di Ponte Galeria da cinque mesi telefona a Radio OndaRossa per raccontare - in un misto di italiano e inglese - il pestaggio subito stamattina. La donna racconta ai microfoni che gli uomini delle forze dell'ordine l'hanno portata in un ufficio all'interno del centro, per picchiarla, insieme ad altre donne. Evidentemente polizia e carabinieri, ma anche il direttore del centro, non hanno gradito la presenza dei manifestanti sotto alle mura del Cie e hanno voluto farne pagare le conseguenze alle recluse. Gli uomini in divisa, infatti, hanno spiegato chiaramente alle donne che il pestaggio è una risposta al "casino" che hanno fatto sabato, durante il presidio, e hanno assicurato loro che saranno deportate al più presto nei rispettivi paesi d'origine. Al momento la situazione nel centro è più tranquilla ma la donna chiede assistenza medica per la sua compagna che sta male. Al nostro redattore che le chiede se sia pericoloso per le recluse il fatto che si svolgano delle manifestazioni al di fuori del centro, lei risponde che le dovremmo fare ogni giorno! Perché qua non va bene - spiega la donna - l'acqua non va bene, il mangiare non va bene, i vestiti non vanno bene... fa sempre freddo! Qua non dovrebbe essere una galera - noi non siamo ladre! - eppure ci trattano peggio che in galera. Infine, a una domanda su cosa vogliono che facciamo dal di fuori, per sostenerle, lei risponde con decisione: just we want freedom! vogliamo solo la libertà!
L'italia, può contare sulla solidarietà razista dell'unione europea
'L'Italia puo' contare sulla solidarieta' politica e finanziaria dell'Ue nella gestione del dossier immigrazione. La Commissione vuole una maggiore solidarieta' e condivisione degli oneri.L'Italia si trova in prima linea sulle coste del Mediterraneo ed e' legittima la sua preoccupazione'. sono queste le dichiarazioni del presidente dell'UE Barroso che lasciano intendere che l'unione europea continuerà ad essere complice della gestione, dello sfruttamento e della deportazione di esseri umani in collaborazione con l'italia. Intanto un traghetto, con oltre 1.500 persone provenienti dalla libia dirette verso le coste italiane, e' salpato da Misurata, ma le autorita' maltesi l'avrebbero gia' respinto. E' quanto si apprende da fonti di agenzia. Non e' chiaro dove attualmente si trovi l'imbarcazione e, in particolare, se abbia fatto ritorno o meno verso il nord Africa.
Giovani occupano spiaggia Lampedusa
Un centinaio di studenti e giovani lavoratori hanno occupato simbolicamente la spiaggia della Guitgia, uno dei litorali più frequentati e simbolo di Lampedusa per lanciare un messaggio alle Istituzioni con l'obiettivo "di dare un'immagine diversa della nostra isola e non quella trasmessa dai media che lanciano all'allarmismi ingiustificati". I ragazzi, che hanno costituito un comitato, hanno liberato palloncini colorati e hanno affisso manifesti sulla spiaggia. "Sull'isola ci sono molti problemi - dice Francesco Solina, responsabile della cooperativa sociale Poseidon - chi soffre di più siamo noi giovani, la politica e le istituzioni ci mettano nelle condizioni di rimanere nella nostra terra, facciano qualcosa per noi e per i tanti migranti che accogliamo. Vogliamo vivere nella serenità, basta con gli allarmismi".
Il comitato ha stilato un manifesto di dieci punti con il quale si intende raccogliere il maggior numero di giovani. "Noi esistiamo - afferma una studentessa del liceo scientifico - non vogliamo i riflettori addosso solo perché ci sono i migranti. Vogliamo essere ascoltati". Un'altra ragazza spiega che "a Lampedusa non esiste un cinema, non c'é una biblioteca, non c'é un teatro; c'é una piscina in costruzione da anni e mai ultimata. Abbiamo bisogno di un luogo dove noi giovani possiamo incontrarci".
"Non capiamo perché Le Pen e Borghezio vengano nella nostra isola, non vogliamo entrare nelle polemiche politiche ma la loro presenza non ha senso". Così la portavoce del Comitato dei giovani di Lampedusa, commenta l'arrivo nell'isola di Marine Le Pen, leader dell'estrema destra francese, e dell'europarlamentare della Lega Nord, Mario Borghezio. I due esponenti politici visiteranno il centro di accoglienza dell'isola dove si trovano poco meno di mille migranti.
Uccisi dal lavoro 2 operai
E' morto stamani all'ospedale Cto di Torino, dove si trovava ricoverato da venerdi' scorso, Daniele Re, 46 anni, di Martignana Po (Cuneo),l'operaio di una ditta privata di fornitura di energia elettrica rimasto folgorato mente era al lavoro in una centralina di Paesana (Cuneo). Era stato colpito da una scarica di 70 mila volt. Un altro operaio invece è morto a Lanciano durante il suo primo giorno di lavoro(secondo le fonti ufficiali).L’operaio rumeno di 40 anni è morto in un cantiere edile in vico Corsea 2, a pochi metri da piazza del Malvò.
Crocifisso, unico simbolo religioso ammesso nelle aule
er esporre negli uffici pubblici, tra i quali rientrano le aule di giustizia, simboli religiosi diversi dal Crocefisso "é necessaria una scelta discrezionale del legislatore, che allo stato non sussiste". Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni con le quali ha confermato la rimozione dalla Magistratura del giudice 'anticrocefisso' Luigi Tosti, che rifiutava di tenere udienza finché il simbolo della Cristianità non fosse stato tolto da tutti i tribunali italiani. In alternativa Tosti chiedeva, anche in Cassazione, di poter esporre la 'Menorah', simbolo della fede ebraica.
violenza sulle donne:Picchiata, abusata e marchiata a fuoco dal compagno
L'ha ammanettata a una panca da boby building e l'ha marchiata a fuoco con un ferro a forma della iniziale del suo nome, filmando la macabra scena. E' l'epilogo alla De Sade di una storia di violenze e vessazioni messe in atto da un attore di teatro romano di 43 anni, nei confronti della sua compagna di 33.Nonostante la relazione durasse da pochi mesi, l'uomo, da subito molto geloso, aveva cominciato a picchiare violentemente la donna fino ad arrivare in un'occasione a spezzarle sul corpo un bastone. Spesso la violentava e le spegneva addosso mozziconi di sigaretta.Alla base delle vessazioni c'era un'ossessione dell'uomo, che obbligava la sua compagna ad avvisarlo telefonicamente di ogni suo movimento, anche sul lavoro, e che la accusava di relazioni con altri uomini, da cui avevano poi origine le violenze subite. Le indagini sono scattate dal referto dei sanitari che hanno visitato la donna a meta' febbraio, diagnosticando lesioni con una prognosi di oltre 30 giorni.Tra i pretesti delle violenze anche l'accusa che la donna portasse sfiga.
Gr 13:00
In primo Piano
ESTERI
Fukushima, non si esclude la fusione delle barre
Le barre di combustibile nucleare nel reattore n.2 della centrale di Fukushima n. 1 sono totalmente esposte. Lo ha annunciato la societa' che gestisce l'impianto, la Tepco, secondo quanto riportato dall'agenzia Kyodo news. A questo punto, il rischio di fusione delle barre di combustibile non puo' essere escluso.Oggi ci sono state due esplosioni nell' impianto, a causa dell'accumulo di idrogeno, sostengono le autorità. 11 i feriti.
Il circuito di raffreddamento del reattore da ore ha cessato di funzionare e il livello dell'acqua e' talmente basso che le barre di combustibile nucleare sono al momento totalmente esposte, spiega l'agenzia. Nella stessa centrale, altri due reattori hanno gia' dato gravi problemi: nel numero uno, sabato e' avvenuta un'esplosione che ha fatto crollare un tetto, nel numero tre si e' verificata stamane un'altra deflagrazione.
I funzionari del Pentagono hanno riferito che gli elicotteri che volano a 60 miglia dalla centrale hanno riscontrato piccole quantità di particelle radioattive - ancora in fase di analisi, ma si presume includano cesio-137 e iodio-121 - con il relativo aumento della contaminazione ambientale.
La terra continua a tremare
Una nuova scossa di magnitudo 6.2 e' tornata stanotte a far tremare i grattacieli di Tokyo e a far temere un nuovo allarme tsunami nel nordest, poi rientrato. Una scossa di assestamento e' stata registrata alle 15:13 ora locale (le 07:13) con epicentro nell'Oceano Pacifico, di fronte alle coste delle prefetture di Miyagi e Iwate e a circa 10 chilometri di profondita'.
Pesanti perdite in Borsa
La Borsa di Tokyo nella riapertura del post terremoto ha perso il 6, 18%. Si tratta del peggior calo in 3 anni nonostante la Boj, la banca centrale, abbia effettuato una doppia iniezione di liquidità per un totale di 12.000 miliardi di yen (circa 105 miliardi di euro). In programma interventi per ulteriori 3 mila miliardi di yen.
Si è trattato del più grande importo mai iniettato nel mercato da parte della banca centrale del Giappone, che ha sottolineato di essere pronta a muoversi in modo aggressivo per stabilizzare i mercati. Il ministro del'Economia ha detto che si combatterà ogni forma di speculazione.
Il debito pubblico del paese del sol levante si sta avvicinando 200 per cento del prodotto interno lordo.
Bilancio delle vittime
Sono almeno 5.000 le vittime del terremoto e dello tsunami che hanno colpito il nordest del Giappone, secondo l'ultimo bilancio della polizia giapponese. Nella sola prefettura di Miyagi, una di quelle investite dallo tsunami, i soccorritori hanno ritrovato oggi circa 2.000 cadaveri. Secondo le aspettative, il bilancio finale dovrebbe superare le 10.000 vittime.
LE FORZE DI GHEDDAFI AVANZANO, BENGASI PRONTA A RESISTERE
Si rischia l’emergenza umanitaria a Zawiya, la città della Tripolitania riconquistata dalle forze di Muammar Gheddafi, mentre l’offensiva del colonnello verso est alimenta i timori di uno scontro finale per Bengasi.
“A Zawiya mancano acqua ed elettricità” dice un religioso che ha ricevuto le ultime notizie venerdì, prima del collasso delle linee telefoniche. Questa cittadina, situata 50 chilometri a ovest di Tripoli, è stata riconquistata dalle forze di Gheddafi dopo una settimana di battaglia. È difficile capire se sia cominciata una resa dei conti con chi ha appoggiato la rivolta ma i timori di una crisi umanitaria sono senz’altro fondati.
La preoccupazione è alimentata dalle notizie che giungono dal fronte, sempre più spostato a est dopo la caduta del porto petrolifero di Ras Lanuf. Non è chiaro se sia stata ripresa anche Brega, circa 40 chilometri più a est, sempre nel Golfo della Sirte. I corrispondenti stranieri riferiscono di colonne di rivoltosi in ritirata verso Adjabiya, l’ultimo centro prima di Bengasi. E fonti missionarie ritengono probabile un’ulteriore avanzata delle forze di Gheddafi, meglio armate e almeno nei giorni scorsi sostenute dall’aviazione. “Il Consiglio nazionale libico si prepara a difendere la città” dicono da Bengasi in riferimento all’organo politico nato dopo l’inizio della rivolta il 15 febbraio.
Non è chiaro se l’evoluzione del conflitto possa essere condizionata da interventi internazionali. Sabato la Lega Araba si è espressa in modo favorevole sull’ipotesi di una “no fly zone” che blocchi le incursioni dei caccia di Gheddafi. Differente però la posizione dell’Unione Africana (Ua), un organismo sul quale Gheddafi ha storicamente esercitato forte influenza. L’Ua ha annunciato il prossimo invio in Libia di un gruppo di esperti, sottolineando “l’urgenza di un intervento africano” ma ribadendo la contrarietà a ingerenze militari dall’esterno. Domani è atteso l’arrivo al Cairo di Hillary Rodham Clinton, il segretario di Stato americano. Incontrerà i rappresentanti della Lega Araba ma sulla “no fly zone” dovrà tenere in conto l’opposizione di Russia e Cina, titolari del diritto di veto al Consiglio di sicurezza dell’Onu.
CASABLANCA, MANO DURA DELLA POLIZIA SORPRENDE MANIFESTANTI
Fino alla mezzanotte di ieri sera hanno avuto luogo trattive tra i vertici della polizia di Casablanca e gli organizzatori di una manifestazione pacifica repressa con forza nella più grande città del Marocco; a porsi come mediatore è stato il Partito socialista unificato (Psu).
L’intento dei dimostranti, ha precisato Soubhi, era quello di mantenere vivo il movimento di rivendicazioni sociali e politiche attivo da alcune settimane nel regno marocchino. “Un raduno del tutto pacifico di forse 200 o 300 persone che è degenerato quando la polizia è intervenuta, affermando che un sit-in poteva essere autorizzato, ma non una marcia, di cui gli organizzatori non avevano fatto richiesta. Da lì, le cose sono degenerate tra i promotori della manifestazione e gli agenti, che hanno picchiato alcuni manifestanti, ferendone diversi. Alcune persone sono anche state fermate”. Un atteggiamento che ha “sorpreso” e lasciato di stucco i partecipanti alla marcia, che non si aspettavano una reazione così violenta.
La scorsa settimana, prendendo in considerazione tutte le rivendicazioni dei manifestanti marocchini, il sovrano Mohamed aveva annunciato una serie di riforme ben accolte dall’opinione pubblica e dai manifestati. Nella serie di provvedimenti profilati dal re spiccano una riforma costituzionale che darebbe ampi poteri al primo ministro, maggiore autonomia alle regioni e più libertà democratiche.
TENSIONE AD ABIDJAN, MIGLIAIA IN FUGA DA SCONTRI TRA FAZIONI OPPOSTE
Almeno otto morti, numerosi feriti, migliaia di civili in fuga dalle loro abitazioni nell’immenso quartiere di Abobo, nella capitale economica Abidjan. È cupo il bilancio degli scontri che nel fine-settimana hanno contrapposto elementi armati fedeli al presidente uscente Laurent Gbagbo a miliziani simpatizzanti di Alassane Dramane Ouattara, suo rivale politico, riconosciuto vincitore delle elezioni del 28 novembre scorso da buona parte della comunità internazionale e dall’Unione africana (UA). “Gli abitanti di Abobo sono allo stremo, le parrocchie si sono riempite di sfollati, i sacerdoti locali sono in affanno. Anche la Caritas sta lavorando attivamente” ha detto Patrick N’Gouan, esponente della Convenzione della società civile ivoriana.
Le conseguenze economiche della crisi si fanno sempre più gravi: “La maggior parte delle banche sono chiuse, per vari motivi – spiega N’Gouan – : per mancanza di liquidità in seguito a massicci prelievi, per paura dell’insicurezza, e perché Gbagbo ha nei giorni scorsi annunciato una nazionalizzazione delle banche, creando una certa confusione”. Molte aziende di Abidjan hanno inoltre chiuso i battenti, sia a causa delle violenze che a causa delle sanzioni economiche imposte dall’Unione europea. Anche nelle aree rurali, la crisi del settore del cacao, perno dell’economia ivoriana, sta avendo pesanti ripercussioni.
“Come società civile, abbiamo già rivolto diversi appelli ai nostri dirigenti politici, ma finora sono stati inascoltati. Ci è stato annunciato un prossimo discorso di Gbagbo alla nazione. Siamo in attesa, e intanto la situazione continua ad aggravarsi” ha continuato Patrick N’Gouan.
Secondo alcune testimonianze riferite stamani dalla stampa, si sarebbero uditi colpi da armi pesanti nei pressi della residenza di Philippe Mangou, capo di stato maggiore delle Forze di difesa e di sicurezza (Fds), fedeli a Gbagbo. Tra le 6.00 e le 7.00 locali si sarebbero affrontati insorti e soldati filo-Gbagbo, causando il panico tra i residenti, costretti a rimanere in casa.
Ieri Alassane Ouattara è tornato nell’hotel Golf di Abidjan dove vive sotto la protezione dell’Onu sin dallo scorso dicembre. Convocato insieme a Gbagbo dall’UA per un incontro sulla crisi, Ouattara si era recato nella capitale etiopica Addis Abeba dal 9 all’11 marzo, e ad Abuja, capitale della Nigeria, dall’11 al 12. Gbagbo aveva mandato un suo emissario per rappresentarlo ai colloqui presso la sede dell’UA.
Afghanistan: attacco kamikaze a centro polizia, decine morti
Un attentatore suicida si è fatto saltare in aria oggi vicino ad un Centro di reclutamento della polizia nella provincia settentrionale afghana di Kunduz causando "decine di morti". Lo hanno reso noto le autorità locali.
L'attacco, scrive l'agenzia di stampa Pajhwok citando il portavoce del governo provinciale Mahbubullah Saedi, è avvenuto verso le 14 (10,30 italiane) vicino a Spin Zar, nel primo distretto di polizia di Kunduz City.
ITALIA
Giovani occupano spiaggia Lampedusa
Un centinaio di studenti e giovani lavoratori hanno occupato simbolicamente la spiaggia della Guitgia, uno dei litorali più frequentati e simbolo di Lampedusa per lanciare un messaggio alle Istituzioni con l'obiettivo "di dare un'immagine diversa della nostra isola e non quella trasmessa dai media che lanciano all'allarmismi ingiustificati". I ragazzi, che hanno costituito un comitato, hanno liberato palloncini colorati e hanno affisso manifesti sulla spiaggia. "Sull'isola ci sono molti problemi - dice Francesco Solina, responsabile della cooperativa sociale Poseidon - chi soffre di più siamo noi giovani, la politica e le istituzioni ci mettano nelle condizioni di rimanere nella nostra terra, facciano qualcosa per noi e per i tanti migranti che accogliamo. Vogliamo vivere nella serenità, basta con gli allarmismi".
Il comitato ha stilato un manifesto di dieci punti con il quale si intende raccogliere il maggior numero di giovani. "Noi esistiamo - afferma una studentessa del liceo scientifico - non vogliamo i riflettori addosso solo perché ci sono i migranti. Vogliamo essere ascoltati". Un'altra ragazza spiega che "a Lampedusa non esiste un cinema, non c'é una biblioteca, non c'é un teatro; c'é una piscina in costruzione da anni e mai ultimata. Abbiamo bisogno di un luogo dove noi giovani possiamo incontrarci".
"Non capiamo perché Le Pen e Borghezio vengano nella nostra isola, non vogliamo entrare nelle polemiche politiche ma la loro presenza non ha senso". Così la portavoce del Comitato dei giovani di Lampedusa, commenta l'arrivo nell'isola di Marine Le Pen, leader dell'estrema destra francese, e dell'europarlamentare della Lega Nord, Mario Borghezio. I due esponenti politici visiteranno il centro di accoglienza dell'isola dove si trovano poco meno di mille migranti.
Gr 9:30
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