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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

FEMMINICIDI

Elenco dei femminicidi dell'ultima settimana - ovvero della guerra degli uomini contro le donne

Firenze - un uomo è stato condannato a 20 anni per aver ucciso una donna vicina di casa e tentato di uccidere anche la figlia. L’omicidio è avvenuto dopo tre anni di terribili persecuzioni.

Rapallo (Genova) - un uomo è accusato di aver perseguitato e terrorizzato l’ex moglie

Modena - un uomo è accusato di aver minacciato di morte l’ex fidanzata

Belgio - un uomo, ex vescovo di Bruges accusato di pedofilia, è fuggito dal convento in cui il Vaticano lo aveva mandato per una terapia

VERONA - un uomo è accusato di minacce nei confronti dell’ex moglie e dei figli

Treviso - un uomo è accusato di aver molestato una ragazzina

Lucca - fermato il fidanzato della donna uccisa - è la 48esima donna uccisa dall'inizio dell'anno

Udine - un uomo spara e uccide la moglie dopo una lite, poi si costituisce ai carabinieri

Avellino - un uomo ha ucciso brutalmente la moglie e si è suicidato

Bari - un uomo è accusato di aver sparato alla ex. Lei è in rianimazione!

Palermo - un uomo è accusato di aver cosparso di benzina una donna e le sue due figlie e di aver minacciato di darle fuoco

ESTERI

Dalla Cisgiordania la corrispondenza con Mery, compagna cooperante italiana, che ci racconta i tre giorni di veglia per Vittorio Arrigoni realizzati anche nei Territori Occupati.

Israele: nuove forme punitive per le prigioniere palestinesi di Hasharon

Ancora una volta, le prigioniere palestinesi nel carcere israeliano di Hasharon subiscono sanzioni per decisione delle autorità carcerarie israeliane.

Denuncia la Società dei prigionieri palestinesi: "Da due giorni le detenute sono private di ogni oggetto personale, e nessun servizio di base viene fornito loro. Si prevede che il provvedimento punitivo durerà ancora. Saranno costrette, inoltre, ad indossare una tuta arancione, e le ore di pausa saranno ridotte drasticamente. Inoltre, le poche fortunate alle quali è permesso - come di diritto - incontrare il proprio legale, non potrà portare con sé alcun documento".

Attualmente, le detenute e le prigioniere palestinesi nelle carceri isareliani sono 37: 19 sono detenute ad Hasharon, il resto a Damon.

Rapporto 2010: oltre 130 raid nelle celle dei detenuti palestinesi

In occasione della 'Giornata del prigioniero palestinese', celebrata domenica 17 aprile, Friend of Humanity International ha pubblicato un rapporto dal quale è emerso che l'anno 2010 non è stato affatto regolare per la vita di detenuti e prigionieri palestinesi nelle prigioni di Israele.

Queste sono le conclusioni emerse dai dati raccolti: nel 2010, 130 pestaggi sono stati condotti nelle celle dei detenuti palestinesi da parte delle autorità carcerarie. Nel rapporto si indicano unità speciali e militari come principali responsabili ed esecutori delle violenze, che irrompono nelle celle dei detenuti palestinesi con gas spray e bastoni elettrici.

Abusi e umiliazioni sono stati riportati anche ai danni delle prigioniere palestinesi, che sono state perquisite e denudate da agenti donne di fronte agli sguardi di soldati uomini.

??? Libia, secondo la Tv libica Nato bombarda su Tripoli e Sirte

Secondo quanto diffuso dalla televisione libica all'alba di oggi una serie di bombardamenti della Nato hanno colpito diverse aree di Tripoli e Sirte. Anche le zone di al-Habra ad al Aziziyah sono state oggetto di un fitto bombardamento.

da tagliare - BOLIVIA: ACCORDO COL GOVERNO, SOSPESA MOBILITAZIONE SINDACALE

La Centrale operaia boliviana (Cob) ha annunciato la sospensione della mobilitazione che portava avanti ormai da dieci giorni a La Paz e in altre località, dopo il raggiungimento di un’intesa con il governo del presidente Evo Morales. La Cob ha autorizzato i suoi dirigenti a firmare l’accordo negoziato con l’esecutivo sull’aumento dei salari per una serie di categorie di lavoratori, sollecitandoli a fermare le proteste.

Anche il ministro della presidenza, Oscar Coca, ha dato per superato il confronto, precisando che docenti e operatori sanitari statali riceveranno un aumento di stipendio del 13%; per gli altri lavoratori che dipendono dallo Stato e dal settore privato, l’aumento resterà del 10%, come stabilito il mese scorso. Non sono mancate tuttavia le polemiche: per il ministro delle Comunicazioni, Iván Canelas, le mobilitazioni hanno avuto un chiaro segno politico: “E’ deplorevole – ha detto – che alcuni dirigenti abbiano utilizzato rivendicazioni legittime per azioni politiche con il proposito di danneggiare l’immagine del governo”.

La mobilitazione ha gettato nel caos in particolare La Paz, paralizzata da blocchi stradali su importanti arterie, sfociati anche in scontri tra dimostranti e polizia che lo scorso fine settimana hanno provocato almeno una decina di feriti.

da tagliare - CUBA: VASTO PIANO DI RIFORME ECONOMICHE, VERSO L’ADDIO DI FIDEL

Taglio di almeno un milione di posti di lavoro statali, diminuzione dei sussidi, espansione del settore privato: sono i tre principali obiettivi del piano di riforme economiche approvato dal Partito comunista di Cuba (Pcc) in occasione del suo VI Congresso, il primo dal 1997. “Nell’attualizzazione del modello economico primeggerà la pianificazione, che terrà conto delle tendenze del mercato” si legge nella risoluzione pubblicata dal sito ‘Cubadebate’, in cui si sottolinea anche che “solo il socialismo è capace di vincere le difficoltà e preservare le conquiste della rivoluzione”.

Cinque commissioni hanno lavorato su temi generali come la necessità di costruire una cultura imprenditoriale che dia priorità all’efficienza e maggiore flessibilità nella politica tributaria affinché stimoli il lavoro privato e le cooperative: il settore agricolo e quello dell’edilizia “non statali” potranno inoltre accedere a nuovi crediti bancari, mentre è stata decisa anche l’apertura del mercato immobiliare, proibita dalla Rivoluzione del 1959, che dovrebbe mettere fine al mercato informale vigente da decenni.

Nella sessione di chiusura, in programma stamani, il Comitato centrale eleggerà i nuovi membri del suo ufficio politico che deciderà chi sostituirà nell’incarico di segretario Fidel Castro, 84 anni, che ha ceduto la presidenza al fratello Raúl, 79 anni, per ragioni di salute nel 2006.

Nell’ultima delle sue ‘Refexiones’ pubblicata ieri, Fidel scrive che “Raúl sapeva che non avrei accettato attualmente alcun incarico nel Partito; è stato sempre lui a qualificarmi come Primo segretario e Comandante in capo, funzioni che come si sa delegati nel Proclama quando mi ammalai gravemente. Non ci ho mai provato né avrei fisicamente potuto esercitarle, anche quando ho recuperato in modo considerevole la capacità di analizzare e scrivere”.

da tagliare - ALGERIA: IN CABILIA SI RIAPRE CONFRONTO FRA GRUPPI ARMATI ED ESERCITO

Dallo scorso venerdì sono 24 i militari uccisi in Cabilia, nell’est dell’Algeria, in seguito a scontri con gruppi armati apparentemente legati al Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento (Gspc). Lo riferisce il quotidiano ‘El Watan’ secondo cui il Gspc, dopo essere stato quasi estromesso dal paese e colpito duramente alla fine dello scorso anno, si sta riorganizzando militarmente.

Ad essere interessate da questa nuova ondata di violenze sono in particolare le province di Tizi Ouzou, Boumerdès e Bouira. Simbolicamente, scrive il quotidiano algerino, l’attacco più cruento e meglio organizzato è avvenuto venerdì, un’ora prima di un discorso alla nazione del presidente Abdelaziz Bouteflika dedicato anche al tema della sicurezza.

Nel dicembre dello scorso anno, in seguito a una campagna militare di tre settimane, le principali basi del Gspc erano state neutralizzate ed erano seguiti mesi di completa inattività da parte del gruppo armato. “Ma queste puntuali azioni militari condotte dagli apparati dello Stato – scrive ‘El Watan’ – mostrano il loro limite di fronte a una nebulosa terrorista capace di rigenerarsi e prosperare in un clima sociale instabile e quindi a lei favorevole”.

da tagliare - Sud del Mondo: AFRICA PATTUMIERA RIFIUTI INDUSTRIALI, SANZIONI NON BLOCCANO TRAFFICI

Destinazione Africa, verso Camerun e Marocco: è lì che sarebbero dovuti arrivare due container di rifiuti – pneumatici usati, in un caso, paraurti, pistoni e un’intera carcassa di camionetta imbevuta d’olio e altri fluidi chimici nell’altro – intercettati nel porto fluviale di Strasburgo, in Francia, dalle forze dell’ordine transalpine. Allertati da alcuni documenti sospetti, gli agenti della gendarmeria hanno scovato i carichi, oggetto del reato di “trasferimento illecito di rifiuti”, passibile di due anni di detenzione e di una multa fino a 75.000 euro.

“Il costo di trattamento dei rifiuti industriali, obbligatorio, è oneroso. È il motivo per cui un numero crescente di aziende tenta di inviarli verso l’Africa o verso l’Asia, dove tali materiali vengono poi sotterrati, oppure lasciati all’aria aperta, o trasformati, al costo di causare problemi di salute o di sicurezza” ha riferito il colonnello Jean-Louis Monteil dell’Ufficio centrale per la lotta agli attentati all’ambiente e alla salute pubblica (Oclaesp), un dipartimento della gendarmeria istituito nel 2004. Secondo gli ‘ecogendarmi’, le sanzioni previste dalla legge contro il traffico di rifiuti sono troppo blande per costituire un deterrente, e spesso ai titolari di aziende conviene tentare lo scarico verso un qualche paese in via di sviluppo, piuttosto che conformarsi alle severe legislazioni europee in materia di protezione dell’ambiente.

India, Pakistan o Africa sub sahariana, dove legislazioni e controlli sono carenti e dove dilaga la corruzione, sono diventate negli ultimi anni le destinazioni “pattumiere” del Nord del mondo. Secondo dati dell’Oclaesp, in un anno i 27 paesi dell’Unione europea producono circa 1,5 miliardi di tonnellate di rifiuti. Il costo medio dello smantellamento di una tonnellata di rifiuti industriali è di 400 euro, ma può lievitare in base alla componente tossica del materiale. Nel 2006, un caso emblematico in Costa d’Avorio, dove furono scaricate illegalmente sostante tossiche causando circa 15 morti e migliaia di intossicati, attirò l’attenzione sul fenomeno, senza però fermarlo.

ITALIA

Mobilitazione contro la proposta di legge Tarzia sui consultori: consegnate 80.000 firme

In occasione della manifestazione del 14 aprile davanti alla Regione Lazio, una delegazione di donne dell’Assemblea Permanente è stata finalmente ricevuta in via ufficiale all’interno della Regione Lazio da Fabiana Santini, Assessora alla Cultura, Arte e Sport, per illustrare le ragioni del totale disaccordo con la proposta di legge Tarzia, contro la quale sono state raccolte, a oggi, 80.000 firme.

La manifestazione del 14 aprile, molto partecipata e vivace, è stata aperta da tante donne di tutte le età che hanno sfilato dal consultorio di Via dei Lincei fino alla sede della giunta regionale, attraversando e bloccando viale Cristoforo Colombo.

Sotto la Regione le donne hanno atteso di poter entrare in delegazione per consegnare direttamente alla Presidente Polverini le firme, rifiutandosi di consegnarle a un funzionario e successivamente all’Assessore alle Politiche Sociali e Famiglia, che si è sentito reiterare l’esigenza di consegnarle a Renata Polverini in persona e di avere un incontro in sede istituzionale. Incontro che lo stesso Assessore Forte si è incaricato di organizzare entro Pasqua.


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