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'''APPELLO ALLA SOLIDARIETA’ E ALLA MOBILITAZIONE PER I LAVORATORI GFE IN SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE''' Dal 18 Aprile 2011 nove lavoratori hanno iniziato lo sciopero della fame e della sete. Si tratta delle estreme conseguenze della lotta iniziata da quasi duecento lavoratori della cooperativa GFE facchinaggio di Campegine (Reggio Emilia), per denunciare la condizione in cui si trovano dal novembre 2010, licenziati dalla cooperativa poiché erano riusciti a ottenere che si applicassero le condizioni previste dal contratto nazionale di lavoro. La questione ha preso forma nel luglio scorso quando, dopo la firma dell’accordo sindacale che prevedeva l’applicazione del contratto nazionale in GFE, l’impresa Snatt, presso cui lavoravano, aveva manifestato la volontà di rescindere il contratto di appalto con la cooperativa GFE in favore di altri subappaltatori, lamentando un aumento dei costi non sostenibile. I lavoratori sono stati informati del licenziamento dalla cooperativa tramite un sms che comunicava: “Informiamo tutti i soci GFE che non siamo più fornitori di Snatt…” Scoprendo poi che Snatt aveva riassegnato l’appalto ex GFE a due nuove cooperative nate in concomitanza con la chiusura di GFE stessa: Emilux e Locos Job, in cui infatti sono confluiti parte dei 500 soci lavoratori di GFE che hanno accettato minori tutele contrattuali. Circa 200 lavoratori si sono opposti a questo trasferimento rimanendo senza lavoro; da allora hanno lottato con manifestazioni e presidi, fino ad arrivare a questi giorni e alla proclamazione dello sciopero della fame e della sete. Questa estrema forma di lotta è la conseguenza dell’ennesimo rinvio dal tribunale a cui si erano rivolti per riottenere il lavoro e i diritti che spettano loro, e della condizione economica che le loro famiglie stanno vivendo a causa dei licenziamenti e dal mantenimento del presidio permanente dal novembre 2010. |
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'''Giappone, il governo ordina evacuazione in altre cinque città''' Il governo giapponese ha deciso l'evacuazione di altre cinque città all'esterno dell'area compresa in un raggio di 20 chilometri dalla centrale di Fukushima, l'unica che finora era stata sgombrata per motivi di sicurezza, a causa dell'alto livello di radiazioni provenienti dai sei reattori nucleari, quasi distrutti dal maremoto che seguì il devastante terremoto dell'11 marzo. Si tratta delle città di Katsurao, Namie, Iitate e di alcune zone di Kawamata e Minamisoma. Gli abitanti avranno tempo fino alla fine di maggio per lasciare le proprie abitazioni. Intanto, il governo di Tokyo ha approvato uno stanziamento straordinario per far fronte ai danni provocati dal terremoto e dal maremoto di due mesi fa. Il budget supplementare stanziato ammonta a quattromila miliardi di yen, pari a 33 miliardi di euro. I soldi saranno destinati in prevalenza alla ricostruzione delle infrastrutture del nord est del Paese, devastato dal sisma. Una parte della cifrà, però, servirà anche a ricostruire le circa 70 mila case distrutte. '''Libia, Nato intensifica raid. Droni Usa in arrivo''' Nel giorno in cui il senatore repubblicano, ex candidato alla presidenza, John McCain, vola a Bengasi per incontrare le forze ribelli del Consiglio nazionale transitorio, il Pentagono fa sapere che dalla Casa Bianca è giunto l'ok per l'invio di droni in Libia. Si tratta dei famosi "Predator", velivoli da guerra sprovvisti di pilota, dal funzionamento elettronico, già impiegati dagli Usa nelle operazioni militari in Afghanistan e Pakistan. Ad annunciarlo è stato il ministro della Difesa, Robert Gates, che non si è però sbilanciato circa la possibile relazione tra l'autorizzazione di Obama e l'uccisione, avvenuta mercoledì a Misurata, dei due giornalisti occidentali. Il segretario di Stato Hilary Clinton ha però parlato di "attacchi feroci" da parte delle forze libiche che avrebbero fatto uso di bombe a grappolo, ed ha giustificato l'invio di droni in ragione della "situazione umanitaria" vissuta in questo momento dalla Libia. La Nato ha intanto annunciato che la prossima fase di bombardamenti contro il colonnello Muammar Gheddafi si concentrerà sulle linee di comunicazione, già interrotte nei giorni scorsi da un raid della coalizione, secondo quanto riportato dalla tv di stato libica. Nel frattempo un inviato della Cnn ha riferito di forti esplosioni udite nella notte a Tripoli, sorvolata da caccia Nato, che avrebbe intensificato gli attacchi contro la Libia. '''Pakistan, 21 morti in attacchi droni. I talebani uccidono 15 soldati in un'imboscata''' Un attacco di droni americani nel Pakistan nordoccidentale ha fatto 21 vittime. Secondo quanto riferito dal canale televisivo Geo, a colpire sono stati due aerei senza pilota dai quali sono partiti cinque missili. L'obiettivo era una base di milizie filotalebane del Waziristan del Nord, nell'area di Spinwam. Tra le vittime ci sarebbero anche donne e bambini. Nella stessa regione sono morti, invece, diversi soldati pakistani caduti i un'imboscata di presunti gruppi talebani. Secondo fonti locali, ci sarebbero una quindicina di morti. L'attacco è avvenuto nell'area di Miskini in corrispondenza della frontiera con l'Afghanistan. Il Waziristan è una delle aree più calde del Paese. Qui l'esercito pakistano conduce operazioni, con il sostegno di Washington, per eliminare le formazioni islamiste che hanno le loro basi in questi territori. Sembrerebbe avere una matrice islamica anche l'attentato di ieri sera a Karachi. Sedici persone sono rimaste uccise nell'esplosione di una bomba collocata all'interno di un centro scommesse illegale. Oltre trenta i feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni. |
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'''Rifiuti: 40 roghi spenti a Napoli''' Un'altra notte di 'superlavoro' per i vigili del fuoco a Napoli e in provincia: circa una quarantina gli incendi spenti nella notte. Particolarmente colpito il centro storico del capoluogo partenopeo, in via Foria, Santa Terasa degli Scalzi e zona Museo, con decine di squadre impegnate. Tanti anche i roghi appiccati dai cittadini esasperati dall'odore nauseabondo proveniente dai cumuli di immondizia in via Emilio Scaglione, nel quartiere periferico di Chiaiano, dove si trova l'omonima discarica |
Gr 19:30
In primo Piano
ESTERI
ITALIA
Gr 13:00
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APPELLO ALLA SOLIDARIETA’ E ALLA MOBILITAZIONE PER I LAVORATORI GFE IN SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE
Dal 18 Aprile 2011 nove lavoratori hanno iniziato lo sciopero della fame e della sete. Si tratta delle estreme conseguenze della lotta iniziata da quasi duecento lavoratori della cooperativa GFE facchinaggio di Campegine (Reggio Emilia), per denunciare la condizione in cui si trovano dal novembre 2010, licenziati dalla cooperativa poiché erano riusciti a ottenere che si applicassero le condizioni previste dal contratto nazionale di lavoro.
La questione ha preso forma nel luglio scorso quando, dopo la firma dell’accordo sindacale che prevedeva l’applicazione del contratto nazionale in GFE, l’impresa Snatt, presso cui lavoravano, aveva manifestato la volontà di rescindere il contratto di appalto con la cooperativa GFE in favore di altri subappaltatori, lamentando un aumento dei costi non sostenibile. I lavoratori sono stati informati del licenziamento dalla cooperativa tramite un sms che comunicava: “Informiamo tutti i soci GFE che non siamo più fornitori di Snatt…” Scoprendo poi che Snatt aveva riassegnato l’appalto ex GFE a due nuove cooperative nate in concomitanza con la chiusura di GFE stessa: Emilux e Locos Job, in cui infatti sono confluiti parte dei 500 soci lavoratori di GFE che hanno accettato minori tutele contrattuali.
Circa 200 lavoratori si sono opposti a questo trasferimento rimanendo senza lavoro; da allora hanno lottato con manifestazioni e presidi, fino ad arrivare a questi giorni e alla proclamazione dello sciopero della fame e della sete. Questa estrema forma di lotta è la conseguenza dell’ennesimo rinvio dal tribunale a cui si erano rivolti per riottenere il lavoro e i diritti che spettano loro, e della condizione economica che le loro famiglie stanno vivendo a causa dei licenziamenti e dal mantenimento del presidio permanente dal novembre 2010.
ESTERI
Giappone, il governo ordina evacuazione in altre cinque città
Il governo giapponese ha deciso l'evacuazione di altre cinque città all'esterno dell'area compresa in un raggio di 20 chilometri dalla centrale di Fukushima, l'unica che finora era stata sgombrata per motivi di sicurezza, a causa dell'alto livello di radiazioni provenienti dai sei reattori nucleari, quasi distrutti dal maremoto che seguì il devastante terremoto dell'11 marzo.
Si tratta delle città di Katsurao, Namie, Iitate e di alcune zone di Kawamata e Minamisoma. Gli abitanti avranno tempo fino alla fine di maggio per lasciare le proprie abitazioni.
Intanto, il governo di Tokyo ha approvato uno stanziamento straordinario per far fronte ai danni provocati dal terremoto e dal maremoto di due mesi fa. Il budget supplementare stanziato ammonta a quattromila miliardi di yen, pari a 33 miliardi di euro. I soldi saranno destinati in prevalenza alla ricostruzione delle infrastrutture del nord est del Paese, devastato dal sisma. Una parte della cifrà, però, servirà anche a ricostruire le circa 70 mila case distrutte.
Libia, Nato intensifica raid. Droni Usa in arrivo
Nel giorno in cui il senatore repubblicano, ex candidato alla presidenza, John McCain, vola a Bengasi per incontrare le forze ribelli del Consiglio nazionale transitorio, il Pentagono fa sapere che dalla Casa Bianca è giunto l'ok per l'invio di droni in Libia. Si tratta dei famosi "Predator", velivoli da guerra sprovvisti di pilota, dal funzionamento elettronico, già impiegati dagli Usa nelle operazioni militari in Afghanistan e Pakistan.
Ad annunciarlo è stato il ministro della Difesa, Robert Gates, che non si è però sbilanciato circa la possibile relazione tra l'autorizzazione di Obama e l'uccisione, avvenuta mercoledì a Misurata, dei due giornalisti occidentali. Il segretario di Stato Hilary Clinton ha però parlato di "attacchi feroci" da parte delle forze libiche che avrebbero fatto uso di bombe a grappolo, ed ha giustificato l'invio di droni in ragione della "situazione umanitaria" vissuta in questo momento dalla Libia.
La Nato ha intanto annunciato che la prossima fase di bombardamenti contro il colonnello Muammar Gheddafi si concentrerà sulle linee di comunicazione, già interrotte nei giorni scorsi da un raid della coalizione, secondo quanto riportato dalla tv di stato libica. Nel frattempo un inviato della Cnn ha riferito di forti esplosioni udite nella notte a Tripoli, sorvolata da caccia Nato, che avrebbe intensificato gli attacchi contro la Libia.
Pakistan, 21 morti in attacchi droni. I talebani uccidono 15 soldati in un'imboscata
Un attacco di droni americani nel Pakistan nordoccidentale ha fatto 21 vittime. Secondo quanto riferito dal canale televisivo Geo, a colpire sono stati due aerei senza pilota dai quali sono partiti cinque missili. L'obiettivo era una base di milizie filotalebane del Waziristan del Nord, nell'area di Spinwam. Tra le vittime ci sarebbero anche donne e bambini.
Nella stessa regione sono morti, invece, diversi soldati pakistani caduti i un'imboscata di presunti gruppi talebani. Secondo fonti locali, ci sarebbero una quindicina di morti. L'attacco è avvenuto nell'area di Miskini in corrispondenza della frontiera con l'Afghanistan. Il Waziristan è una delle aree più calde del Paese. Qui l'esercito pakistano conduce operazioni, con il sostegno di Washington, per eliminare le formazioni islamiste che hanno le loro basi in questi territori.
Sembrerebbe avere una matrice islamica anche l'attentato di ieri sera a Karachi. Sedici persone sono rimaste uccise nell'esplosione di una bomba collocata all'interno di un centro scommesse illegale. Oltre trenta i feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni.
ITALIA
Rifiuti: 40 roghi spenti a Napoli
Un'altra notte di 'superlavoro' per i vigili del fuoco a Napoli e in provincia: circa una quarantina gli incendi spenti nella notte. Particolarmente colpito il centro storico del capoluogo partenopeo, in via Foria, Santa Terasa degli Scalzi e zona Museo, con decine di squadre impegnate. Tanti anche i roghi appiccati dai cittadini esasperati dall'odore nauseabondo proveniente dai cumuli di immondizia in via Emilio Scaglione, nel quartiere periferico di Chiaiano, dove si trova l'omonima discarica
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