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'''Paesi Baschi.Dopo il Sortu escluso anche il partito Bidu.Il via alle mobilitazioni delle forze sociali basche''' | '''Kenya, trentotto morti negli scontri tribali al confine col Kenya''' |
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Dopo 12 ore di discussione, la Corte Suprema spagnola ha reso pubblica la sua decisione in merito al futuro del Partito Bildu e alla sua partecipazione alle prossime elezioni amministrative che si terranno nella comunità autonoma basca il 22 maggio. 9 voti favorevoli al divieto di presentarsi alle elezioni tramite le liste e 6 contro.Bildu non potrà quindi presentarsi alle prossime elezioni amministrative e questa decisione si porta dietro di sé un carattere più politico che giuridico soprattutto se si guarda su quali termini è basata l'ordinanza: Bildu è infatti considerato, come per moltissimi altri partiti baschi illegalizzati,l'ennesimo braccio politico dell'ETA.Il problema si pone nel momento in cui vi è una palese inconsistenza di prove,ma poco importa quando l'affanno è nel costruirle per eliminare, a scopo preventivo, un'opzione elettorale pericolosa. Il carattere politico della decisione si evidenzia anche nella scelta di illegalizzare una coalizione formata da due Partiti considerati legali dallo Stato spagnolo.D'altronde negli ultimi giorni il Ministro degli Interni spagnolo Alfredo Perez Rubalcaba lo aveva annunciato mentre Trillo, un esponente del Partito popolare, aveva pubblicamente rivelato degli accordi con il Governo per impugnare tutte le liste di Bildu, ed era solo una questione di tempo. Una delle peculiarità dello Stato spagnolo forse risiede nell'impegno con cui i tribunali lavorano per le istanze dello Stato, spogliandosi così di ogni caratteristica giuridica per diventare prettamente dei Tribunali politici. Dopo le prime dichiarazioni dell'esecutivo spagnolo che altro non poteva se non dimostrarsi soddisfatto per la decisione dei 9 magistrati che hanno votato a favore, le reazioni si sono susseguite durante tutta la giornata di ieri.Quello che rimane chiaro è che l'ennesimo tentativo dello Stato spagnolo non fermerà il percorso intrapreso verso un cambiamento sociale e politico reale nei Paesi Baschi. Questo è quello che si è potuto percepire nella conferenza stampa tenuta dalla formazione Bildu all'indomani della decisione della Corte Suprema: denunciando la “frode elettorale” messa in campo dal Partito Socialista spagnolo e dal Partito Popolare, hanno qualificato la decisione “giuridicamente impresentabile”. Durante la conferenza stampa i rappresentanti di Bildu hanno inoltre ribadito la loro volontà e fermezza nel continuare a sommare le forze sociali e politiche basche, raddoppiando gli sforzi e proseguendo nel percorso intrapreso. E le prime risposte non tardano a farsi sentire neanche da tutti quei collettivi, partiti e sindacati che hanno visto nella decisione della Corte Suprema una vera e propria violazione dei diritti basilari così come la volontà di contrastare fino al limite della decenza politica (se mai ci fosse un limite) un percorso che mira ad un reale cambiamento politico e sociale. La prima mobilitazione contro l'imbroglio politico si realizzerà proprio oggi a Bilbao, un'iniziativa indetta da una ventina tra collettivi, partiti e sindacati baschi, mentre altre si svolgeranno a livello locale nelle varie città dei Paesi Baschi.Lo Stato spagnolo dimostra quindi ancora una volta come non voglia dare nessuna offerta politica alla sinistra indipendentista, ancor meno in un momento politico in cui la sinistra indipendentista sta attraversando un processo politico profondo all'interno del quale sembra dimostrare una volontà di cambiamento.Dal canto suo, l'atteggiamento dello Stato spagnolo mostra una grande paura verso tale trasformazione ostacolando così in tutti i modi l'unione delle forze sociali e politiche che si stanno realizzando nei Paesi Baschi, quell'unione di forze che rappresenta all'interno di questo processo il primo passo verso il suddetto cambiamento.Bildu ha già annunciato nel frattempo la volontà di ricorrere al Tribunale Costituzionale per potersi presentare alle elezioni di questo mese, e se non fosse sufficiente annuncia la possibilità di presentare ricorso alla Corte europea. La partita sembra quindi ancora aperta. |
L'attacco è stato condotto dai Merrille, una tribù etiope alla quale i kenyani avevano cercato di impedire l'accesso all'acqua.É di almeno trentotto morti (ma potrebbe ancora aggravarsi) il bilancio degli scontri fra tribù rivali nelle regioni settentrionali del Kenya, al confine con l'Etiopia. L'attacco è stato condotto dai membri armati di una tribù etiope, i Merrille, ai quali i kenyani avevano cercato di impedire l'accesso all'acqua. La notizia è stata riferita all'Afp da alcuni funzionari dell'amministrazione locale. "Le misure di sicurezza sono state intensificate - ha dichiarato alla Reuters il commissario provinciale della Rift Valley, Osman Warfa - Abbiamo dispiegato ulteriori agenti [sul territorio] e siamo in contatto con il governo etiope per riportare la calma e tenere la situazione sotto controllo".I furti di bestiame e gli scontri per il possesso dei pascoli e l'accesso all'acqua sono piuttosto frequenti nella regione, ma la vastità del fenomeno nel corso dell'ultima settimana sta preoccupando le autorità locali. Nessun commento da parte del governo etiope. |
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'''ROMANIA;ACCORDO CON USA SU INSTALLAZIONE SCUDO ANTIMISSILE ''' | |
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Su richiesta degli Stati Uniti, il ministero della difesa romeno ha dato l'ok all'area individuata per l'installazione dello scudo antimissile. Come ha precisato il presidente Basescu citato dall'agenzia Mediafax, si tratta dell'ex base aerea del piccolo comune di Deveselu, nella provincia di Olt, il cui capoluogo è Craiova. Nella base, ha ancora precisato Basescu, saranno ospitati 200 militari americani che potrebbero col tempo essere aumentati a 500. La base tuttavia, ha sottolineato, resta sotto il comando delle forze aeree romene. «Lo scudo antimissile non è diretto contro la Russia», ha altresì precisato. L'accordo fra Stati Uniti e Romania è stato preceduto da mesi di negoziato fra le parti per definire le condizioni per lo stanziamento delle batterie antimissili sul territorio romeno. | '''BRUXELLES.Schengen potrà essere sospeso''' L’esecutivo europeo ha dato all’Italia due settimane di tempo per fornire maggiori informazioni e chiarimenti sul decreto con il quale il governo ha istituito il titolo di viaggio per gli immigrati nordafricani «Non lasceremo soli gli Stati davanti al flusso straordinario» Tra le ipotesi un corpo di guardie europee per vigilare le frontiere.«Alcuni Stati membri della Ue – dice la Malmstrom - sono più direttamente esposti di altri agli arrivi massicci di migranti. Ma questa situazione non può essere affrontata solo a livello nazionale. Richiede la mobilitazione di tutti gli Stati membri a livello della Ue».Bruxelles, come anticipato da Barroso nei giorni scorsi, propone «la temporanea reintroduzione di controlli limitati dei confini interni» nell’area Schengen ma solo «in circostanze particolarmente eccezionali», quando- dice Malmstrom «una parte delle frontiere esterne è sottoposta a pesanti ed impreviste pressioni migratorie». La decisione, però, spetterà all’Europa, e non ai singoli stati, ed è vista come «ultima risorsa», visto che «la libera circolazione delle persone attraverso i confini europei è uno dei più grandi risultati raggiunti e non si può tornare indietro. Anzi - ha aggiunto la Malmstrom- va rafforzato». La proposta sarà sottoposta ai ministri degli Interni della Ue nel Consiglio straordinario del 12 maggio. L’esecutivo europeo prevede quindi di tradurre le sue proposte in progetti normativi all’interno di un “pacchetto immigrazione” che intende adottare il 24 maggio, in tempo per sottoporlo all’attenzione del Consiglio europeo del 24 giugno. Per rafforzare i controlli alle frontiere esterne ed interne e prevenire l’immigrazione irregolare, la Commissione Ue prevede anche di intensificare il coordinamento sul fronte della vigilanza, migliorando lo scambio di informazioni e la cooperazione tra le autorità nazionali. Avanzata anche l’ipotesi di costituire un corpo di guardie di frontiera (European system of borders guards)e quindi di esasperare la militarizzazione tra le frontiere. Bruxelles rinnova quindi l’appello al Parlamento e al Consiglio europeo di «adottare con urgenza» la proposta già da tempo avanzata di rafforzare il mandato di Frontex (l’agenzia europea di controllo delle frontiere esterne), dando la possibilità a questo organismo di «agire in maniera realmente efficace». L’Europa insiste quindi sulla necessità di rafforzare le relazioni con i Paesi da cui parte l’immigrazione, adottando un «approccio strategico che sia mirato a facilitare il movimento delle persone», ma allo stesso tempo «combinato con misure che scoraggino l’immigrazione irregolare». Questo anche attraverso una revisione del sistema dei visti. Infine, sul fronte dell’asilo, la Commissione Ue spinge per un completamento del Sistema comune europeo, auspicando il raggiungimento di un accordo entro il 2012. |
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'''ROMA.AUTOSTRAPORTO: TIR LUMACÀ''' | |
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Tutti gli autotrasportatori che hanno partecipato alla manifestazione sono stati identificati dalla polizia e saranno denunciati per manifestazione non preavvisata. Lo comunica, in una nota, la Questura di Roma ricordando che «dalle prime ore di questa mattina circa 40 veicoli pesanti hanno raggiunto senza preavviso il Ministero dei Trasporti per protestare contro il caro prezzi del gasolio e le mancate tutele delle Istituzioni per la categoria». Sul posto - prosegue la nota - «è stato inviato immediatamente personale delle Forze dell'ordine, coordinato da Funzionari della Questura, che hanno intimato agli autotrasportatori di non creare intralcio alla circolazione, con l'avviso che in caso di violazione dell'intimazione sarebbe scattata la denuncia». Poco dopo i promotori dell'iniziativa sono stati accompagnati in Questura, dove è stata avviata una mediazione durata circa due ore a conclusione della quale è stato autorizzato un sit in a Saxa Rubra. '''MILANO.Prosegue la lotta dei migranti ''' Prosegue la lotta dei migranti che ieri hanno occupato il duomo di Massa per protestare contro le mancate regolarizzazioni. Una decina al momento gli occupanti mentre fuori dalla struttura si è formato un presidio solidale. Dopo le lotte e le azioni messe in campo nei mesi scorsi a Brescia e a Milano contro la sanatoria truffa del 2009, dal primo maggio anche a Massa i migranti e gli antirazzisti si sono mobilitati per rivendicare giustizia e diritti per tutti. Dalla cattedrale occupata Lamine, rappresentante del coordinamento migranti della Toscana Nord. Per l'audio vai qui http://www.radiondadurto.org/2011/05/02/massa-dentro-la-cattedrale-per-rivendicare-diritti/ '''Maroni: “Subito ripristinata l’espulsione diretta dei clandestini” ''' L’annuncio del ministro dell’Interno dopo la sentenza della Corte europea: "Presenteremo un provvedimento al prossimo consiglio dei ministri. E'l'unico modo per contrastare in modo efficace l'immigrazione irregolare" "Al prossimo Consiglio dei Ministri presenteremo un provvedimento urgente sul tema dell'immigrazione per ripristinare la possibilità di espulsione diretta dei clandestini, dopo la sentenza dalla Corte di Giustizia europea", lo ha annunciato questa mattina il Ministro in conferenza stampa"La sentenza della Corte europea ha reso di fatto impossibile l'espulsione diretta dei clandestini un provvedimento che voglio assolutamente introdurre perché è l'unico modo per contrastare in modo efficace l'immigrazione irregolare". Maroni ha poi annunciato che prossimamente porterà in Consiglio dei Ministri un altro decreto urgente sulla sicurezza urbana per ovviare alla sentenza della Corte costituzionale che il 7 aprile scorso ha bocciato i maggiori poteri di ordinanza affidati dal Governo ai sindaci. "La sentenza della Corte Costituzionale è più di metodo che di sostanza - ha commentato Maroni -. Le ordinanze sono state uno strumento molto utilizzato dai sindaci". |
Studenti, incensurati, quasi tutti fiorentini. L'operazione della polizia contro gli esponenti del gruppo anarchico "spazio Liberato 400 colpi" è in corso a Firenze dall'alba. Il Gip Rocchi ha emesso 22 misure cautelari nell'ambito di un'inchiesta della procura che vede indagate 78 persone. Sono per lo più ragazzi che fanno riferimento a un gruppo anarchico che ha sede in una strada del centro storico. Le misure cautelari riguardano 19 toscani, un napoletano, uno di Ancona e uno Nuoro. I destinatari dei provvedimenti hanno tutti tra i venti e trenta anni e sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione istigazione a delinquere, occupazione abusiva di edifici pubblici, danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni immobili, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e violenza privata.I reati contestati riferiscono a violenze che risalgono allo scorso autunno e fanno riferimento anche alle contestazioni della Riforma Gelmini dell'università. Fra gli episodi per esempio, i danneggiamenti ai bancomat di istituti di credito fiorentini, il sabotaggio dei sistemi di videosorveglianza della città, ripetuti danneggiamenti di sedi di partiti o di sindacati e di istituzionali nazionali ed internazionali, l'occupazione abusiva di beni immobili comunali e di enti privati, episodi di violenza contro le forze dell'ordine e infine episodi di interruzione di pubblico servizio concretizzatisi nel blocco prolungato della circolazione ferroviaria e stradale. Le misure cautelari sono state eseguite dalla Digos e coordinate dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos). Cinque i giovani agli arresti domiciliari, 17 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I servizi segreti interni (Aisi) hanno dato un importante contributo alle indagini. Nello scorso gennaio su alcuni blog dell'area anarchica era stato denunciato che nella sede di "Spazio liberato 400 colpi" di via del Parione a Firenze erano state trovate due microspie. La notizia con tanto di foto era girata su Internet. |
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''''Rosarno, oltre mille euro per un casolare affittato in nero agli africani ''' Dopo gli scontri e la chiusura delle baraccopoli lager, nelle campagne degli invisibili è fiorito il business degli alloggi. Senza acqua né luce e sovraffollati costano quanto un appartamento a Roma.Cinquecento euro d’affitto per un casolare senza acqua né luce, in cui ammassare 25 africani che pagano 25 euro a testa al mese. Ma si arriva anche a 1300 euro per un'altra masseria in campagna in cui alloggiano in 26: costa quanto un appartamento nella capitale. E’ il business degli affitti la novità della stagione delle arance che si è conclusa nella Piana di Gioia Tauro secondo quanto denunciato dal rapporto della Rete Radici Rosarno con un monitoraggio dal titolo: “Nelle campagne degli invisibili”. Dopo gli scontri del gennaio 2010, lo scorso autunno la tolleranza zero delle autorità nei confronti degli assembramenti di migranti per il timore di nuove rivolte, ha portato a un peggioramento delle condizioni di vita dei circa 1000 africani arrivati a Rosarno per l’ultima stagione delle arance.Casolari abbandonati, ruderi tra gli aranceti, case dell’estrema periferia che nessuno abita più e fruttano affitti astronomici ai proprietari. Gli africani hanno vissuto in 5 – 10 in una casa, in 15- 20 nei ruderi. Con i tetti scoperchiati, alla luce delle candele o di vecchi generatori, l’acqua riscaldata sul fuoco. “Gli scatti sono uguali a quelli precedenti la rivolta” denunciano gli attivisti della Rete che il 4 maggio presenteranno una mostra a Roma, con fotografie realizzate da Daouda, uno dei migranti di Rosarno che è ritornato sui luoghi della rivolta in veste di attivista. Mini ghetti a poche centinaia di metri dal centro abitato di Rosarno. Questa è la realtà abitativa per i braccianti africani. Taranto: parte ad agosto il controllo continuativo della diossina dell'Ilva La legge regionale prevedeva il campionamento continuo ma non era mai stato applicato per una opposizione “tecnica” dell'Ilva che sosteneva l'impossibilità di attuare un simile controllo. PeaceLink: “Un importante obiettivo da noi richiesto” |
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'''TARANTO - A Taranto sarà avviato il controllo 24 ore su 24 della diossina Ilva.''' | |
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Il "campionamento continuo", così come viene chiamato in gergo tecnico, dovrebbe avere inizio ad agosto, secondo quanto ha comunicato il Ministero dell'Ambiente all'Arpa Puglia.La legge regionale lo prevedeva ma non era mai stato applicato per una opposizione “tecnica” dell'Ilva che sosteneva l'impossibilità di attuare un simile controllo continuativo. In questi mesi l'associazione PeaceLink aveva invece sostenuto il contrario segnalando l'esistenza di tre metodi e tecnologie per realizzare il campionamento continuo. “Il primo metodo – riferisce PeaceLink – è quello del filtro-condensatore e la tecnologia è prodotta dalla azienda italiana Tecora. Il secondo è il metodo della sonda raffreddata, la cui tecnologia è prodotta da un'azienda franco-tedesca, la Amesa. Il terzo è il metodo della diluizione, con tecnologia prodotta dall'austriaca DMS”. L'esigenza da parte dell'azienda di ottenere l'Autorizzazione integrata ambientale a breve sembra aver convinto il management dell'Ilva a cedere su questo punto sul quale da tempo una parte del movimento ambientalista insisteva con intransigenza. Attualmente L'Ilva dovrà individuare la tecnologia più idonea per sé fra quelle previste. Secondo PeaceLink, “in questa vicenda è importante che l'opinione pubblica continui a tenere alta l'attenzione in modo che questo importante obiettivo del controllo dei veleni sia continuativo e venga realizzato concretamente senza ulteriori ritardi. Infatti la legge regionale antidiossina prevedeva che si procedesse già dal 2009. |
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'''STRISCIA DI GAZA''' Il ministero degli interni di Hamas ha annunciato di aver "passato per le armi" un collaborazionista palestinese con lo stato israeliano che per tre volte s'è appellato contro la sua condanna a morte, avvenuta il 19 aprile, è stato fucilato a poche ore dalla firma dell'accordo di riconciliazione tra Hamas e Fatah avvenuta al Cairo. All'alba di questa mattina è iniziata un'incursione militare dell'esercito israeliano ad Al-Fakhari, ad est della città di Khan Younis , nel sud della Striscia di Gaza. Alcuni veicoli militari sono penetrati per diversi km, ma ancora non si hanno notizie degli obiettivi. Ha un impatto “sproporzionato” sui bambini l’occupazione israeliana dei territori palestinesi: lo denuncia Richard Falk, relatore speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Secondo Falk, dal 2000, 1335 bambini palestinesi sono stati uccisi a causa della presenza militare e dell’occupazione. “L’uso indiscriminato delle armi israeliani contro i bambini palestinesi è raccapricciante” ha detto l’esperto dell’Onu, denunciando che “bambini continuano a essere arrestati di notte, ai checkpoint o per la strada. L’arresto di minori che lanciano pietre, in particolare a Gerusalemme Est, è in crescita. Alcuni bambini raccontano di essere stati picchiati al momento dell’arresto (…) e di essere stati sottoposti a violenze fisiche e morali nei veicoli militari che li portavano nei centri di detenzione”. Le politiche di confisca delle terre, di espansione delle colonie, di demolizioni di case, lo sfollamento forzato dei civili palestinesi e le varie restrizioni hanno un forte impatto sulla vita dei bambini, denuncia ancora l’esperto statunitense, emerito docente di diritto internazionale. “Viene meno il diritto all’istruzione – aggiunge – le scuole esistenti sono inadeguate per i bisogni degli alunni. Le restrizioni in atto nella Cisgiordania, ad esempio, ostacolano la costruzione di nuove scuole, costringendo le comunità a edificare aule illegali, con il rischio di vederle poi demolite”. Il relatore speciale dell’Onu chiede alla comunità internazionale di far pressione su Tel Aviv affinché rispetti gli obblighi sanciti dal diritto internazionale, ponga fine alle occupazioni illegali dei territori e rispetta il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. Dal maggio 2008, le autorità di Israele impediscono a Richard Falk di entrare nei territori palestinesi. Il suo ultimo rapporto è stato redatto in seguito a indagini condotte attraverso l’Egitto e la Giordania. PAKISTAN - BIN LADEN Il governo pakistano ha ribadito che gli Usa «già nel 2009» erano stati informati dell'esistenza del compound dove domenica notte è avvenuto il blitz che ha portato all'uccisione di Osama Bin Laden. Lo ha sottolineato il sottosegretario agli Esteri di Islamabad, Salman Bashir, in un'intervista all'emittente 'Bbc'. «Questo luogo specifico era stato indicato (come possibile covo di Bin Laden, ndr) dalla nostra intelligence ai servizi segreti americani molto tempo fa», ha affermato Bashir, aggiungendo tuttavia che il compound era tra «milioni» di altri luoghi sospetti. «Certamente - ha sottolineato il rappresentante pakistano - gli Usa hanno un equipaggiamento più sofisticato per fare valutazioni e giudicare». Bashir ha quindi definito «inquietanti» le dichiarazioni del direttore della Cia, Leon Panetta, secondo cui gli Usa non avevano informato le autorità pakistane prima dell'operazione per il timore che il blitz fallisse. Il sottosegretario ha concluso sostenendo che il Pakistan ha avuto «un ruolo fondamentale nella lotta al terrorismo». Ieri una nota diffusa dal ministero degli Esteri pakistano ha precisato che Islamabad non era stata informata preventivamente dagli Stati Uniti del blitz, ma ha ammesso che la sua intelligence ha condiviso dal 2009 e fino alla metà dello scorso aprile informazioni con la Cia e altre agenzie alleate sul compound in cui è stato ucciso lo sceicco del terrore. AFGHANISTAN- FRANCIA Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, non ha escluso oggi un ritiro delle truppe del proprio paese dall'Afghanistan entro il 2014 ed ha insistito sulla necessaria cooperazione con il Pakistan, all'indomani di un incontro con il primo ministro Yusuf Raza Gilani a Parigi. In un'intervista all'emittente France 24, il capo della diplomazia francese ha ribadito che la Francia «rifletterà sulle conseguenze da trarre nei prossimi mesi di quello che succede» dopo la morte di Osama bin Laden. A proposito di un ritiro prima del 2014, Juppè ha detto che «è una delle opzioni sulle quali stiamo riflettendo. D'altra parte ci pensano pure gli americani». Lo scopo «della nostra presenza in Afghanistan - ha aggiunto Juppè - non era quello di eliminare bin Laden, era ed è sempre quello di aiutare il governo afghano a ristabilire la sua autorità su tutto il territorio del paese e ad assicurare la pace e la democrazia alla sua popolazione». SPAGNA - PIRATERIA Sono stati condannati a 439 anni di carcere ciascuno i due pirati somali accusati di aver sequestrato, nell'ottobre 2009, il peschereccio basco "Alakranà". L'ha decretato oggi l'Audiencia Nacional di Madrid. Il sequestro avvenne nelle acque dell'Oceano indiano, di fronte alla Somalia, e durò quarantasette giorni. La pubblica accusa ha chiesto inizialmente una condanna di 220 anni per Cabdullahi Cabduwily (alias Abdu Willy) e Raageggesey Hassan Aji, ma in seguito ha deciso di raddoppiare la pena, a causa delle testimonianze rilasciate dai pescatori dell'Alakranà. Questi ultimi hanno raccontato i giorni del sequestro, durante i quali i pirati hanno ripetutamente minacciato di uccidere gli ostaggi con raffiche di mitra e lanciagranate. I due somali sono stati dichiarati colpevoli dei reati di associazione per delinquere, sequestro, furto con violenza e reati contro l'integrità morale. '''MESSICO''' Sono finora cinque i corpi senza vita recuperati da una miniera di carbone a Sabinas, nello Stato settentrionale di Coahuila, dove ieri a causa di un’esplosione 14 minatori sono rimasti intrappolati a 60 metri di profondità. Secondo fonti di stampa messicane, i nove uomini presumibilmente rimasti in vita non sarebbero stati ancora localizzati. Il segretario per il lavoro e la previdenza sociale Javier Lozano ha ammesso che non sono molte le speranze di trovare superstiti, aggiungendo che le operazioni di ricerca sono particolarmente difficili a causa dell’instabilità del terreno: si attende per questa mattina l’arrivo di una squadra di soccorritori cileni che parteciparono al salvataggio dei 33 minatori di Atacama. |
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ESTERI
Kenya, trentotto morti negli scontri tribali al confine col Kenya
L'attacco è stato condotto dai Merrille, una tribù etiope alla quale i kenyani avevano cercato di impedire l'accesso all'acqua.É di almeno trentotto morti (ma potrebbe ancora aggravarsi) il bilancio degli scontri fra tribù rivali nelle regioni settentrionali del Kenya, al confine con l'Etiopia. L'attacco è stato condotto dai membri armati di una tribù etiope, i Merrille, ai quali i kenyani avevano cercato di impedire l'accesso all'acqua. La notizia è stata riferita all'Afp da alcuni funzionari dell'amministrazione locale. "Le misure di sicurezza sono state intensificate - ha dichiarato alla Reuters il commissario provinciale della Rift Valley, Osman Warfa - Abbiamo dispiegato ulteriori agenti [sul territorio] e siamo in contatto con il governo etiope per riportare la calma e tenere la situazione sotto controllo".I furti di bestiame e gli scontri per il possesso dei pascoli e l'accesso all'acqua sono piuttosto frequenti nella regione, ma la vastità del fenomeno nel corso dell'ultima settimana sta preoccupando le autorità locali. Nessun commento da parte del governo etiope.
BRUXELLES.Schengen potrà essere sospeso
L’esecutivo europeo ha dato all’Italia due settimane di tempo per fornire maggiori informazioni e chiarimenti sul decreto con il quale il governo ha istituito il titolo di viaggio per gli immigrati nordafricani «Non lasceremo soli gli Stati davanti al flusso straordinario» Tra le ipotesi un corpo di guardie europee per vigilare le frontiere.«Alcuni Stati membri della Ue – dice la Malmstrom - sono più direttamente esposti di altri agli arrivi massicci di migranti. Ma questa situazione non può essere affrontata solo a livello nazionale. Richiede la mobilitazione di tutti gli Stati membri a livello della Ue».Bruxelles, come anticipato da Barroso nei giorni scorsi, propone «la temporanea reintroduzione di controlli limitati dei confini interni» nell’area Schengen ma solo «in circostanze particolarmente eccezionali», quando- dice Malmstrom «una parte delle frontiere esterne è sottoposta a pesanti ed impreviste pressioni migratorie». La decisione, però, spetterà all’Europa, e non ai singoli stati, ed è vista come «ultima risorsa», visto che «la libera circolazione delle persone attraverso i confini europei è uno dei più grandi risultati raggiunti e non si può tornare indietro. Anzi - ha aggiunto la Malmstrom- va rafforzato». La proposta sarà sottoposta ai ministri degli Interni della Ue nel Consiglio straordinario del 12 maggio. L’esecutivo europeo prevede quindi di tradurre le sue proposte in progetti normativi all’interno di un “pacchetto immigrazione” che intende adottare il 24 maggio, in tempo per sottoporlo all’attenzione del Consiglio europeo del 24 giugno. Per rafforzare i controlli alle frontiere esterne ed interne e prevenire l’immigrazione irregolare, la Commissione Ue prevede anche di intensificare il coordinamento sul fronte della vigilanza, migliorando lo scambio di informazioni e la cooperazione tra le autorità nazionali. Avanzata anche l’ipotesi di costituire un corpo di guardie di frontiera (European system of borders guards)e quindi di esasperare la militarizzazione tra le frontiere. Bruxelles rinnova quindi l’appello al Parlamento e al Consiglio europeo di «adottare con urgenza» la proposta già da tempo avanzata di rafforzare il mandato di Frontex (l’agenzia europea di controllo delle frontiere esterne), dando la possibilità a questo organismo di «agire in maniera realmente efficace». L’Europa insiste quindi sulla necessità di rafforzare le relazioni con i Paesi da cui parte l’immigrazione, adottando un «approccio strategico che sia mirato a facilitare il movimento delle persone», ma allo stesso tempo «combinato con misure che scoraggino l’immigrazione irregolare». Questo anche attraverso una revisione del sistema dei visti. Infine, sul fronte dell’asilo, la Commissione Ue spinge per un completamento del Sistema comune europeo, auspicando il raggiungimento di un accordo entro il 2012.
ITALIA
Studenti, incensurati, quasi tutti fiorentini. L'operazione della polizia contro gli esponenti del gruppo anarchico "spazio Liberato 400 colpi" è in corso a Firenze dall'alba. Il Gip Rocchi ha emesso 22 misure cautelari nell'ambito di un'inchiesta della procura che vede indagate 78 persone. Sono per lo più ragazzi che fanno riferimento a un gruppo anarchico che ha sede in una strada del centro storico. Le misure cautelari riguardano 19 toscani, un napoletano, uno di Ancona e uno Nuoro. I destinatari dei provvedimenti hanno tutti tra i venti e trenta anni e sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione istigazione a delinquere, occupazione abusiva di edifici pubblici, danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni immobili, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e violenza privata.I reati contestati riferiscono a violenze che risalgono allo scorso autunno e fanno riferimento anche alle contestazioni della Riforma Gelmini dell'università. Fra gli episodi per esempio, i danneggiamenti ai bancomat di istituti di credito fiorentini, il sabotaggio dei sistemi di videosorveglianza della città, ripetuti danneggiamenti di sedi di partiti o di sindacati e di istituzionali nazionali ed internazionali, l'occupazione abusiva di beni immobili comunali e di enti privati, episodi di violenza contro le forze dell'ordine e infine episodi di interruzione di pubblico servizio concretizzatisi nel blocco prolungato della circolazione ferroviaria e stradale. Le misure cautelari sono state eseguite dalla Digos e coordinate dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos). Cinque i giovani agli arresti domiciliari, 17 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I servizi segreti interni (Aisi) hanno dato un importante contributo alle indagini. Nello scorso gennaio su alcuni blog dell'area anarchica era stato denunciato che nella sede di "Spazio liberato 400 colpi" di via del Parione a Firenze erano state trovate due microspie. La notizia con tanto di foto era girata su Internet.
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ESTERI
STRISCIA DI GAZA
Il ministero degli interni di Hamas ha annunciato di aver "passato per le armi" un collaborazionista palestinese con lo stato israeliano che per tre volte s'è appellato contro la sua condanna a morte, avvenuta il 19 aprile, è stato fucilato a poche ore dalla firma dell'accordo di riconciliazione tra Hamas e Fatah avvenuta al Cairo.
All'alba di questa mattina è iniziata un'incursione militare dell'esercito israeliano ad Al-Fakhari, ad est della città di Khan Younis , nel sud della Striscia di Gaza. Alcuni veicoli militari sono penetrati per diversi km, ma ancora non si hanno notizie degli obiettivi.
Ha un impatto “sproporzionato” sui bambini l’occupazione israeliana dei territori palestinesi: lo denuncia Richard Falk, relatore speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Secondo Falk, dal 2000, 1335 bambini palestinesi sono stati uccisi a causa della presenza militare e dell’occupazione. “L’uso indiscriminato delle armi israeliani contro i bambini palestinesi è raccapricciante” ha detto l’esperto dell’Onu, denunciando che “bambini continuano a essere arrestati di notte, ai checkpoint o per la strada. L’arresto di minori che lanciano pietre, in particolare a Gerusalemme Est, è in crescita. Alcuni bambini raccontano di essere stati picchiati al momento dell’arresto (…) e di essere stati sottoposti a violenze fisiche e morali nei veicoli militari che li portavano nei centri di detenzione”.
Le politiche di confisca delle terre, di espansione delle colonie, di demolizioni di case, lo sfollamento forzato dei civili palestinesi e le varie restrizioni hanno un forte impatto sulla vita dei bambini, denuncia ancora l’esperto statunitense, emerito docente di diritto internazionale. “Viene meno il diritto all’istruzione – aggiunge – le scuole esistenti sono inadeguate per i bisogni degli alunni. Le restrizioni in atto nella Cisgiordania, ad esempio, ostacolano la costruzione di nuove scuole, costringendo le comunità a edificare aule illegali, con il rischio di vederle poi demolite”.
Il relatore speciale dell’Onu chiede alla comunità internazionale di far pressione su Tel Aviv affinché rispetti gli obblighi sanciti dal diritto internazionale, ponga fine alle occupazioni illegali dei territori e rispetta il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. Dal maggio 2008, le autorità di Israele impediscono a Richard Falk di entrare nei territori palestinesi. Il suo ultimo rapporto è stato redatto in seguito a indagini condotte attraverso l’Egitto e la Giordania.
PAKISTAN - BIN LADEN Il governo pakistano ha ribadito che gli Usa «già nel 2009» erano stati informati dell'esistenza del compound dove domenica notte è avvenuto il blitz che ha portato all'uccisione di Osama Bin Laden. Lo ha sottolineato il sottosegretario agli Esteri di Islamabad, Salman Bashir, in un'intervista all'emittente 'Bbc'. «Questo luogo specifico era stato indicato (come possibile covo di Bin Laden, ndr) dalla nostra intelligence ai servizi segreti americani molto tempo fa», ha affermato Bashir, aggiungendo tuttavia che il compound era tra «milioni» di altri luoghi sospetti. «Certamente - ha sottolineato il rappresentante pakistano - gli Usa hanno un equipaggiamento più sofisticato per fare valutazioni e giudicare». Bashir ha quindi definito «inquietanti» le dichiarazioni del direttore della Cia, Leon Panetta, secondo cui gli Usa non avevano informato le autorità pakistane prima dell'operazione per il timore che il blitz fallisse. Il sottosegretario ha concluso sostenendo che il Pakistan ha avuto «un ruolo fondamentale nella lotta al terrorismo». Ieri una nota diffusa dal ministero degli Esteri pakistano ha precisato che Islamabad non era stata informata preventivamente dagli Stati Uniti del blitz, ma ha ammesso che la sua intelligence ha condiviso dal 2009 e fino alla metà dello scorso aprile informazioni con la Cia e altre agenzie alleate sul compound in cui è stato ucciso lo sceicco del terrore.
AFGHANISTAN- FRANCIA Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, non ha escluso oggi un ritiro delle truppe del proprio paese dall'Afghanistan entro il 2014 ed ha insistito sulla necessaria cooperazione con il Pakistan, all'indomani di un incontro con il primo ministro Yusuf Raza Gilani a Parigi. In un'intervista all'emittente France 24, il capo della diplomazia francese ha ribadito che la Francia «rifletterà sulle conseguenze da trarre nei prossimi mesi di quello che succede» dopo la morte di Osama bin Laden. A proposito di un ritiro prima del 2014, Juppè ha detto che «è una delle opzioni sulle quali stiamo riflettendo. D'altra parte ci pensano pure gli americani». Lo scopo «della nostra presenza in Afghanistan - ha aggiunto Juppè - non era quello di eliminare bin Laden, era ed è sempre quello di aiutare il governo afghano a ristabilire la sua autorità su tutto il territorio del paese e ad assicurare la pace e la democrazia alla sua popolazione».
SPAGNA - PIRATERIA Sono stati condannati a 439 anni di carcere ciascuno i due pirati somali accusati di aver sequestrato, nell'ottobre 2009, il peschereccio basco "Alakranà". L'ha decretato oggi l'Audiencia Nacional di Madrid. Il sequestro avvenne nelle acque dell'Oceano indiano, di fronte alla Somalia, e durò quarantasette giorni. La pubblica accusa ha chiesto inizialmente una condanna di 220 anni per Cabdullahi Cabduwily (alias Abdu Willy) e Raageggesey Hassan Aji, ma in seguito ha deciso di raddoppiare la pena, a causa delle testimonianze rilasciate dai pescatori dell'Alakranà. Questi ultimi hanno raccontato i giorni del sequestro, durante i quali i pirati hanno ripetutamente minacciato di uccidere gli ostaggi con raffiche di mitra e lanciagranate. I due somali sono stati dichiarati colpevoli dei reati di associazione per delinquere, sequestro, furto con violenza e reati contro l'integrità morale.
MESSICO Sono finora cinque i corpi senza vita recuperati da una miniera di carbone a Sabinas, nello Stato settentrionale di Coahuila, dove ieri a causa di un’esplosione 14 minatori sono rimasti intrappolati a 60 metri di profondità. Secondo fonti di stampa messicane, i nove uomini presumibilmente rimasti in vita non sarebbero stati ancora localizzati. Il segretario per il lavoro e la previdenza sociale Javier Lozano ha ammesso che non sono molte le speranze di trovare superstiti, aggiungendo che le operazioni di ricerca sono particolarmente difficili a causa dell’instabilità del terreno: si attende per questa mattina l’arrivo di una squadra di soccorritori cileni che parteciparono al salvataggio dei 33 minatori di Atacama.
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