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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

DECINE DI MIGRANTI LASCIATI MORIRE NELL’INDIFFERENZA DELL’UE E DALLA NATO

Decine di migranti africani sono stati lasciati morire di fame e di sete nel mar Mediterraneo”, dopo che unità militari europee e della NATO hanno ignorato le loro richieste di aiuto: la denuncia arriva oggi dal quotidiano britannico The Guardian. Alla fine di marzo, una barca con 72 persone a bordo, tra cui donne, bambini e rifugiati politici, è andata alla deriva mentre cercava di raggiungere l’isola di Lampedusa. Solo 11 di loro sono riusciti a sopravvivere dopo 16 giorni in balia del mare: un lasso di tempo in cui nessuno ha prestato soccorso all’imbarcazione. Stando all’indagine condotta dal quotidiano britannico, la barca sarebbe partita da Tripoli il 25 marzo scorso, alla volta di Lampedusa. A bordo c’erano 47 etiopi, sette nigeriani, sette eritrei, sei ghanesi e cinque sudanesi. I problemi cominciano dopo solo 18 ore di navigazione: i migranti contattano allora padre Moses Zerai, prete eritreo che vive a Roma, il quale a sua volta contatta la Guardia costiera italiana. Gli ufficiali riferiscono a padre Zerai che la barca è stata localizzata a circa 60 miglia a largo da Tripoli e che sono state allertate le autorità competenti. Poco dopo, sull’imbarcazione in difficoltà appare un elicottero con insegne militari, da cui vengono gettati acqua e cibo. Il pilota invita i migranti, a gesti, a mantenere la loro posizione, garantendo sul prossimo arrivo di una nave per soccorrerli. Ma non arriva nessuno. Nessun Paese ha ammesso di aver inviato l’elicottero, precisa il Guardian. Dopo ore di attesa, ai migranti è apparso evidente che nessun aiuto sarebbe arrivato.La barca -hanno ancora raccontato i sopravvissuti citati dal giornale- aveva solo 20 litri di carburante, ma secondo il capitano potevano farcela a raggiungere Lampedusa. Un errore fatale: il 27 marzo ormai avevano perso la direzione, finito il carburante ed erano in balia delle correnti. Ad un certo punto, il 29 o 30 marzo, la nave è passata vicino ad una portaerei della Nato, così vicino che sarebbe stato impossibile non vederla, ha riferito ancora uno dei sopravvissuti. Due caccia si sono levati in volo e hanno sorvolato bassi la barca, mentre i migranti indicavano i due bambini. Da allora in poi, nessun aiuto. “Noi avevamo allertato Malta che la nave si stava dirigendo nella sua zona di competenza e abbiamo lanciato un allarme alle navi in navigazione”, ha detto un ufficiale italiano. Da parte loro, le autorità maltesi hanno negato ogni coinvolgimento nella vicenda. La portaerei affiancata dal barcone sarebbe la francese Charles De Gualle. Le autorità transalpine hanno inizialmente negato la loro presenza nella zona, ma di fronte alle prove mostrate dal Guardian un portavoce governativo è stato costretto al silenzio, non avendo più smentite di sorta da pronunciare. Secondo la Nato invece, non risulta alcuna registrazione riguardo a navi in pericolo o incidenti.

ESTERI

Giappone, chiusura temporanea per la centrale nucleare di Hamaoka

Il terzo gestore energetico del Giappone, la Chubu Electric Power Co, ha annunciato oggi la chiusura temporanea della centrale nucleare di Hamaoka, situata a duecento chilometri a sudovest di Tokyo. La compagnia ha deciso di potenziare le misure di sicurezza dell'impianto, in modo che possa resistere ad un potenziale terremoto come quello che ha sconvolto il Paese in marzo. La centrale si trova infatti in una delle aree a più alto rischio sismico di tutto il Giappone. La decisione arriva dopo numerose pressioni in favore della chiusura da parte del Primo Ministro giapponese, Naoto Kan, ma genera non poche preoccupazioni dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico, in un Paese dove le centrali nucleari forniscono circa il trenta per cento dell'elettricità totale. I lavori alla centrale di Hamaoka potrebbero durare fino a due anni, aggravando così la potenziale carenza d'energia che si registra dopo il disastro di Fukushima. "Interrompendo l'attività dell'impianto di Hamaoka - ha dichiarato nel corso di una conferenza il Presidente della Chubu Electric, Akihisa Mizuno - generiamo grossi disagi a breve termine non solo a chi vive nella zona, ma anche a molti altri soggetti, inclusi clienti e azionisti".

SIRIA: CONTINUA LA VIOLENTA REPRESSIONE DELLA RIVOLTA

L'Osservatorio per la difesa dei diritti umani in Siria denuncia centinaia di arresti e circa 800 morti dall'inizio della rivolta. Espulsi i giornalisti stranieri. Secondo il direttore dell'Osservatorio per la difesa dei diritti umani in Siria (Ondus), Rami Abdul Rahman, le forze di sicurezza stanno conducendo controlli mirati, casa per casa, portando avanti una vera e propria campagna di arresti di massa nei sobborghi di Damasco e nei villaggi vicini a Daraa, Homs, Banias, luoghi simbolo della rivolta contro il regime. Intanto l'esercito continua ad assediare diversi centri abitati, dove mancano da giorni acqua ed elettricità e nuovi blindati sono entrati stamani nel centro di Homs, in supporto delle forze di sicurezza già presenti sul posto. Nella città, così come a Dayr az Zor, almeno quattro persone sono rimaste uccise durante gli scontri di ieri, mentre l'agenzia ufficiale Sana ha riferito della morte di dieci lavoratori siriani colpiti da un "gruppo criminale armato" mentre rientravano dal Libano.

BAHREIN: rischiano la pena di morte gli oppositori

Rischiano la pena di morte una ventina di capi dell’opposizione il cui processo si è aperto ieri a Manama davanti ad un tribunale militare. Gli imputati – riferiscono fonti di stampa regionale – sono accusati di aver tentato di rovesciare la monarchia sciita al potere nel paese, scosso per circa tre mesi da massicce manifestazioni di piazza interrotte dal dispiegamento dell’esercito saudita per le strade del piccolo regno.

MESSICO: NATIVI IN LOTTA CONTRO NARCOTRAFFICANTI

Un gruppo di indigeni della comunita' 'P'urhepecha' dello stato di Michoacan sta ormai da giorni sfidando uno dei tanti gruppi di narcotrafficani del Messico: lo sottolinea oggi la stampa locale, ricordando le iniziativa messe in atto da tempo dagli indios del villaggio di Cheran contro il cartello narco della 'Familia'. Ormai da giorni, gli indigeni di Cheran hanno chiuso gli ingressi di Cheran, proprio per impedire l'arrivo dei sicari della 'Familia'. Armati con machete, sassi e bastoni, i guardiani del villaggio presidiano gli ingressi, sottolineano i media locali, mentre Amnesty International ha in una nota sottolineato la gravita' della vicenda. 'Per anni, una delle gang della 'Familia', principale cartello del narcotraffico di Michoacan, ha sequestrato e ucciso membri della comunita' di Cheran, al fine di impossessarsi senza alcun ostacolo del legname pregiato dei boschi dell'area', ha sottolineato Amnesty, rilevando che nella regione i narcos 'agiscono con la complicita' della polizia e le autorita' locali'. Dal 2009, ha precisato Amnesty, sono sette i membri della comunita' indigenza che sono stati uccisi, mentre cinque di loro sono scomparsi dopo essere stati rapiti. Qualche giorno fa, ha ricordato la stampa locale, gli abitanti di Cheran sono tuttavia riusciti impedire l'ingresso nell'area di un gruppo di taglialegna di frodo armati e inviati dai narcos. Negli scontri, hanno precisato le fonti, sono rimasti uccisi due indigeni. Al fine di denunciare la situazione e di attirare l'attenzione delle autorita' centrali di Citta' del Messico, la 'Convenzione della nazionalita' P'urhepecha', che rappresenta 63 comunita' indigene di Michoacan, ha pubblicato un documento 'di solidarieta' con l'eroica lotta di Cheran'.

ITALIA

TORINO: TRENO DELLE SCORIE, SCONTRI NELLA NOTTE AD AVIGLIANA (audio: ROR)

Ancora una volta le forze dell’ordine mostrano il loro volto più becero e gratuitamente violento. E non è la prima volta che questo accade in Val Susa. Ad Avigliana, così come a Vercelli e a Chivasso, la serata era iniziata molto presto, con un presidio popolare fin dalla prima serata. In valle Si era organizzato anche un concertino con gruppi locali. Quando era ormai chiaro che il treno non sarebbe passato dalla stazione di Chivasso, dov’era attivo un presidio di un’ottantina di attivisti No Nuke, una trentina di compagi sale ancora in valle per dare man forte all’imbuto insomontabile per il passaggio del treno carico di scorie. A questo punto, con i rimasti svegli dalla serata pecedente, sono circa 200 persone presenti tra valligiani e torinesi. Un’assemblea snella passa al vaglio le possibilità d’azione e l’opzione più praticabile e ondivisa da tutti/e è quella di sedersi compattati e chiusi a mo’di cordone, occupando i tre binari della stazione di Avigliana. Qualcuno si incatena anche. Arrivano le forze dell’ordine e subito circondano gli occupanti dai 4 lati. Quindi iniziano ad alzarli e cacciarli d forza. Ma la resistenza e la determinazione popolare non demordono. Dopo 10 minuti di fatica e scarsi risultat i primi Carabinieri iniziano a perdere il controllo e partono i primi calci e pugni per sganciare i/le più inossidabili. La gente reagisce e partono le manganellate per spingere tutti fuori dall’area dei binari. La gente reagisce in maniera composta ma determinata. Particolare accanimento contro alcuni/e manifestanti/: un ragazzo rischia di cadere da 3 metri sulla scalinata che porta al sottopassaggio. Uomini e donne della valle, indignati/e, inveiscono contro il comportamento delle forze dell’ordine. Dopo qualche minuto giungono altri drappelli a circondare anche il piazzale antistante la stazione. Arriva perfino un plotone di Finanzieri.

ROMA: SGOMBERATI ROM CAMPO VIA CANDONI (392.7812750 Alessandra)

NAPOLI: SPOT ELETTORALE DEL GOVERNO, TORNA L’ESERCITO IN CITTA’

Ad una settimana dalle elezioni amministrative, Berlusconi si gioca la carta dell’esercito per risolvere, per l’ennesima volta, l’emergenza rifiuti. L’ultimo consiglio dei ministri per volontà dello stesso premier ha deciso di inviare nuovamente i militari a Napoli per raccogliere le ormai 4000 tonnellate che si trovano per le strade della città. Gli interventi princpali sono stati fatti a Quarto dove l’immondizia raccolta è stata poi trasferita allo Stir di Giugliano. Sono proprio le imminenti elezioni amministrative di domenica prossima a suscitare le polemiche per l’intervento dei militari giudicata una trovata elettorale che potrebbe influenzare i tanti indecisi che vendendo i militari in azione e avendo ancora la puzza della spazzatura ben presente nelle loro narici potrebbe premiare il candidato sindaco del Pdl Lettieri. A suscitare le polemiche in queste ore anche il servizio del Tg1 di ieri sera che mostrava i camion dell’esercito intenti a sversare a Giugliano, per dimostrare l’efficienza degli aiuti del governo. In realtà mentre l’esercito sversava, fuori dalla discarica i camion dell’Asia erano fermi da 19 ore in attesa di poter sversare.

BERGAMO: FISCHI ALLA LEGA

In vista delle imminenti elezioni amministrative del prossimo fine settimana, il governo e la Lega mobilitano i loro “pezzi grossi” che puntualmente sono stati contestati in piazza. E’ accaduto ieri sera a Costa Volpino, in provincia di Bergamo, dove lo xenofobo razzista Mario Borghezio è stato fischiato da un presidio nato grazie al tam tam della rete e che si è riunito per contestare il leghista. Cariche con diversi feriti invece a Bologna, dove anche qui un presidio nato spontaneamente, si era riunito a Piazza Maggiore per contestare Bossi e Tremonti arrivati in città per sostenere il candidato sindaco Manes Bernardini. corrispondenza da costavolpino

ROMA: tor bella monaca, cittadino mette una tenda in municipio per protesta (audio: ROR)

un cittadino delle case popolari di tor bella monaca dopo un incendio scoppiato a casa sua e dopo aver vissuto per più di un mese in albergo a proprie spese in attesa che il comune rimettesse in sesto la casa popolare oggi si è accampato davanti al municipio per protesta nell'indifferenza generale delle istituzioni.

ROMA: green peace in azione contro il nucleare

Attivisti di Greenpeace hanno scalato il balcone di Palazzo Venezia a Roma ed hanno aperto uno striscione per protestare contro le recenti affermazioni di Berlusconi sul ritorno all'energia nucleare in Italia. Sullo striscione, accanto all'immagine del premier, la scritta: 'Italiani, il vostro futuro lo decido io'.

PADOVA: MIGRANTI OCCUPANO LA BASILICA CONTRO LA SANATORIA TRUFFA

Prosegue a Padova il presidio contro la sanatoria truffa del 2009 davanti alla Prefettura, dove oggi è stata ricevuta una delegazione delle realtà antirazziste che animano, da quattro giorni, questa lotta. L’incontro è stato bollato come decisamente negativo dal presidio, che per questo ha deciso di salire sulle impalcature della Basilica di Sant’Antonio srotolando lo striscione “No alle espulsioni” e annunciando di voler proseguire da lì la lotta.


Gr 13:00

In primo Piano

DECINE DI MIGRANTI LASCIATI MORIRE NELL’INDIFFERENZA DELL’UE E DALLA NATO

Decine di migranti africani sono stati lasciati morire di fame e di sete nel mar Mediterraneo”, dopo che unità militari europee e della Nato hanno ignorato le loro richieste di aiuto: la denuncia arriva oggi dal quotidiano britannico The Guardian. Alla fine di marzo, una barca con 72 persone a bordo, tra cui donne, bambini e rifugiati politici, è andata alla deriva mentre cercava di raggiungere l’isola di Lampedusa. Solo 11 di loro sono riusciti a sopravvivere dopo 16 giorni in balia del mare: un lasso di tempo in cui nessuno ha prestato soccorso all’imbarcazione.

Stando all’indagine condotta dal quotidiano britannico, la barca sarebbe partita da Tripoli il 25 marzo scorso, alla volta di Lampedusa. A bordo c’erano 47 etiopi, sette nigeriani, sette eritrei, sei ghanesi e cinque sudanesi. I problemi cominciano dopo solo 18 ore di navigazione: i migranti contattano allora padre Moses Zerai, prete eritreo che vive a Roma, il quale a sua volta contatta la Guardia costiera italiana. Gli ufficiali riferiscono a padre Zerai che la barca è stata localizzata a circa 60 miglia a largo da Tripoli e che sono state allertate le autorità competenti.

Poco dopo, sull’imbarcazione in difficoltà appare un elicottero con insegne militari, da cui vengono gettati acqua e cibo. Il pilota invita i migranti, a gesti, a mantenere la loro posizione, garantendo sul prossimo arrivo di una nave per soccorrerli. Ma non arriva nessuno. Nessun Paese ha ammesso di aver inviato l’elicottero, precisa il Guardian. Dopo ore di attesa, ai migranti è apparso evidente che nessun aiuto sarebbe arrivato.La barca -hanno ancora raccontato i sopravvissuti citati dal giornale- aveva solo 20 litri di carburante, ma secondo il capitano potevano farcela a raggiungere Lampedusa. Un errore fatale: il 27 marzo ormai avevano perso la direzione, finito il carburante ed erano in balia delle correnti. Ad un certo punto, il 29 o 30 marzo, la nave è passata vicino ad una portaerei della Nato, così vicino che sarebbe stato impossibile non vederla, ha riferito ancora uno dei sopravvissuti. Due caccia si sono levati in volo e hanno sorvolato bassi la barca, mentre i migranti indicavano i due bambini. Da allora in poi, nessun aiuto.

“Noi avevamo allertato Malta che la nave si stava dirigendo nella sua zona di competenza e abbiamo lanciato un allarme alle navi in navigazione”, ha detto un ufficiale italiano. Da parte loro, le autorità maltesi hanno negato ogni coinvolgimento nella vicenda. La portaerei affiancata dal barcone sarebbe la francese Charles De Gualle. Le autorità transalpine hanno inizialmente negato la loro presenza nella zona, ma di fronte alle prove mostrate dal Guardian un portavoce governativo è stato costretto al silenzio, non avendo più smentite di sorta da pronunciare. Secondo la Nato invece, non risulta alcuna registrazione riguardo a navi in pericolo o incidenti.

ITALIA

NAPOLI: SPOT ELETTORALE DEL GOVERNO, TORNA L’ESERCITO IN CITTA’

Ad una settimana dalle elezioni amministrative, Berlusconi si gioca la carta dell’esercito per risolvere, per l’ennesima volta, l’emergenza rifiuti. L’ultimo consiglio dei ministri per volontà dello stesso premier ha deciso di inviare nuovamente i militari a Napoli per raccogliere le ormai 4000 tonnellate che si trovano per le strade della città.

Gli interventi princpali sono stati fatti a Quarto dove l’immondizia raccolta è stata poi trasferita allo Stir di Giugliano. Sono proprio le imminenti elezioni amministrative di domenica prossima a suscitare le polemiche per l’intervento dei militari giudicata una trovata elettorale che potrebbe influenzare i tanti indecisi che vendendo i militari in azione e avendo ancora la puzza della spazzatura ben presente nelle loro narici potrebbe premiare il candidato sindaco del Pdl Lettieri.

A suscitare le polemiche in queste ore anche il servizio del Tg1 di ieri sera che mostrava i camion dell’esercito intenti a sversare a Giugliano, per dimostrare l’efficienza degli aiuti del governo. In realtà mentre l’esercito sversava, fuori dalla discarica i camion dell’Asia erano fermi da 19 ore in attesa di poter sversare.

TRENO DELLE SCORIE: SCONTRI NELLA NOTTE AD AVIGLIANA

Ancora una volta le forze dell’ordine mostrano il loro volto più becero e gratuitamente violento. E non è la prima volta che quest accade in Val Susa. Ad Avigliana, così come a Vercelli e a Chivasso, la serata era iniziata molto presto, con un presidio popolare fin dalla prima serata. In valle Si era organizzato anche un concertino con gruppi locali. Quando era ormai chiaro che il treno non sarebbe passato dalla stazione di Chivasso, dov’era attivo un presidio di un’ottantina di attivisti No Nuke, una trentina di compagi sale ancora in valle per dare man forte all’imbuto insomontabile per il passaggio del treno carico di scorie. A questo punto, con i rimasti svegli dalla serata pecedente, sono circa 200 persone presenti tra valligiani e torinesi.

Un’assemblea snella passa al vaglio le possibilità d’azione e l’opzione più praticabile e ondivisa da tutti/e è quella di sedersi compattati e chiusi a mo’di cordone, occupando i tre binari della stazione di Avigliana. Qualcuno si incatena anche. Arrivano le forze dell’ordine e subito circondano gli occupanti dai 4 lati. Quindi iniziano ad alzarli e cacciarli d forza. Ma la resistenza e la determinazione popolare non demordono. Dopo 10 minuti di fatica e scarsi risultat i primi Carabinieri iniziano a perdere il controllo e partono i primi calci e pugni per sganciare i/le più inossidabili. La gente reagisce e partono le manganellate per spingere tutti fuori dall’area dei binari. La gente reagisce in maniera composta ma determinata. Particolare accanimento contro alcuni/e manifestanti/: un ragazzi rischia di cadere da 3 metri sulla scalinata che porta al sottopassaggio. Uominie donne della valle, indignati/e, inveiscono contro il comportamnetio delle forze dell’ordine. Dopo qualche minuto giungono altri drappelli a circondare anche il piazzale antistante la stazione. Arriva perfino un plotone di Finanzieri.

Dopo una ventina di minuti passa il treno-civetta, quindi il treno carico di scorie e infine quello della scorta militare. La gente accompagna il passaggio dei convogli con fischi e e grida. Passato l’ultimo treno, le forze dell’ordine si ritirano drappello per drappello salutati da una marea di insulti e fischi. Anche questa volta un altro treno carico di morte nucleare è passato ma non è detto che la prossima volta non ci sarà ancora più gente ad attenderli. Per impedire il passaggio di un comvoglio radioattivo senza che alcun avviso o dibattito sul e dal territorio ne autorizzi il transito. In luoghi, oltretutto, densissimamente popolati.

Questa serata, organizzata in meno di 72 ore, ha visto una partecipazione molto significativa. La strada che per bloccare il nucleare è ancora molto lunga. Di questi trasporti “eccezionali” ne sono previsti altri 7o 8 durante l’anno.

FISCHI ALLA LEGA

In vista delle imminenti elezioni amministrative del prossimo fine settimana, il governo e la Lega mobilitano i loro “pezzi grossi” che puntualmente sono stati contestati in piazza. E’ accaduto ieri sera a Costa Volpino, in provincia di Bergamo, dove lo xenofobo razzista Mario Borghezio è stato fischiato da un presidio nato grazie al tam tam della rete e che si è riunito per contestare il leghista.

Cariche con diversi feriti invece a Bologna, dove anche qui un presidio nato spontaneamente, si era riunito a Piazza Maggiore per contestare Bossi e Tremonti arrivati in città per sostenere il candidato sindaco Manes Bernardini.


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gror110509 (last edited 2011-05-09 17:58:16 by anonymous)