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Appunti e note redazionali

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PANORAMICA MIGRANTI DISOBBEDIENTI

Apriamo una pagina con contributi audio che riguardano diverse mobilitazioni per il permess di soggiorno nel nord del paese e in toscana. Domani mattina a Brescia il presidio sopra e sotto la gru ha lanciato una nuova mobilitazione davanti alla Prefettura di Brescia per richiedere il rilascio dei permessi di soggiorno alla luce anche della sentenza del Consiglio di Stato. Ieri sera un affollata assemblea ha deciso di intraprendere iniziative di protesta se ci sarà una risposta negativa da parte della Prefettura. Il presidio sopra e sotto la gru ha lanciato quindi una mobilitazione dalle ore 10 e 30 davanti alla prefettura.

A Massa Corteo e manifestazione, sempre domani domani, lavoratori e lavoratrici migranti saranno in presidio permanente davanti al Duomo da oltre 10 giorni e daranno vita a un corteo per chiedere permessi di soggiorno e il rispetto dei propri diritti. 8bastano i primi due minuti e ventisette)

A Padova, invece, una trentina di profughi provenienti dal nord Africa ha occupato il cortile dell’ex scuola Gabelli. Da alcuni giorni protestano contro l’assenza di assistenza e accoglienza adeguate ai migranti con il permesso di soggiorno temporaneo, arrivati dal nord africa. L’occupazione è supportata da diversi soggetti, non tutti al di fuori dei partiti e sarà ad oltranza.

DA PADOVA E DA MASSA ASCOLTIAMO DUE CORRISPONDENZE AUDIO

Manifestazione a Santa Maria Capua Vetere

Da Nord a Sud ancora diritti dei e delle migranti. In queste ore stanno circolando in rete le immagini che riguardano la caserma Andolfato, di Santa Maria Capua Vetere, da CAI divenuto CIE un’ordinanza governativa dello scorso 21 aprile. quDomani pomeriggio una manifestazione nel pomeriggio nel comune in provincia di Caserta. AUDIO

Domani a Firenze manifestazione in solidarietà con arrestat* (400 colpi)

Il 4 maggio 2011, 22 studenti sono stati svegliati da uomini in divisa che, ordinanze alla mano, dopo aver perquisito le loro case, hanno provveduto a schedarli e ad imporre 5 arresti domiciliari e 17 obblighi di firma. Se questo non bastasse, i media hanno sbattuto sulle prime pagine, anche nazionali, la notizia dell'arresto per associazione a delinquere di pericolosissimi criminali, presentando l'operazione come grande successo della collaborazione tra polizia e servizi segreti. Gli zelanti giornalisti non hanno, però, voluto farci sapere che i 22 "pericolosi studenti" sono rei di aver partecipato attivamente ai movimenti studenteschi del 2009-2010 contro la devastazione della scuola e dell'università, contro l'apertura di Casapound, contro la costruzione di un CIE in Toscana e contro la presenza dell'On. Santanché al Polo di Novoli.

Questi studenti sono inquisiti perché lottano insieme, riuscendo a tessere legami ed essendo parte attiva nelle lotte politiche e sociali che attraversano questa città: da quelle sui posti di lavoro a quelle contro i Centri di Identificazione ed Espulsione, dalle lotte contro per la difesa della scuola e dell'università pubblica fino alle lotte per il diritto all'abitare.Per questo, al fianco dei 22 studenti, tra gli altri 78 indagati, troviamo molti compagni che hanno condiviso le mobilitazioni dell'ultimo anno, indipendentemente dall'appartenenza al mondo universitario.

Domani a Firenze alle 15:30 manifestazione in Piazza San Marco contro la repressione e in solidarietèa con le persone inquisite.

Genova: Grimaldello

Nella notte del 18 maggio, intorno alle 03:00, “ignoti” hanno compiuto un attacco incendiario contro lo Spazio di documentazione “Il Grimaldello” in via Della Maddalena 81/r nel cuore del centro storico di Genova. Per sgomberare il campo da ipotesi fuorvianti precisiamo che in cinque anni esatti di attività “Il Grimaldello” non ha mai avuto problemi di vicinato di nessun tipo. Seppur all’interno di quello che è considerato un “territorio difficile”, l’attività dello spazio di documentazione ha sempre raccolto solidarietà, rispetto, spesso complicità da parte degli abitanti della zona. Le modalità dell’attacco rimandano a qualcosa che a Genova non si vedeva da anni: l’incendio è stato provocato da una fiammata che ha distrutto le vetrate d’ingresso, la libreria e vari oggetti e arredi circostanti. L’arrivo dei pompieri – che tutt’ora non sappiamo chi ha avvertito – ha impedito all’incendio di propagarsi. I quattro piani sovrastanti “Il Grimaldello” sono tutti abitati e solo la fortuna ha impedito che l’intero palazzo prendesse fuoco. Gli autori dell’attentato hanno a tutti gli effetti rischiato di assassinare delle persone che a quell’ora stavano tranquillamente dormendo nelle loro case. Meno di un mese fa tre sconosciuti a volto coperto avevano infranto la vetrata del circolo e tentato di colpire con delle pietre due compagni che si erano attardati all’interno dello spazio dopo un’iniziativa. Lunedì prossimo si terrà a Genova un'assemblea pubblica su vivibilità e dinamiche dei quartieri della città, successivamente avrà luogo un “PRESIDIO ITINERANTE” per il centro storico.

Flash mob spiagge

In risposta al decreto sviluppo, che prevede, tra l'altro diritti di superficie sulle coste da parte di privati, oggi un flash mob a Ostia. AUDIO

Casaliberatutte

Il progetto di occupazione di sole donne Casaliberatutte lascia lo stabile occupato la settimana scorsa a Torre Maura, ma non muore. Un estratto dal contributo audio registrato oggi negli studi della Radio.

In primo Piano

ESTERI

Gaza, fuoco israeliano su corteo palestinese: un ferito

Almeno un manifestante sarebbe rimasto ferito oggi nel Sud della Striscia di Gaza dopo che soldati israeliani hanno aperto il fuoco su un corteo di palestinesi. Il fatto si sarebbe verificato nella zona di Khan Yunis, dove un centinaio di manifestanti si era raccolto dopo la consueta preghiera del venerdì. Non cessa mai la violenza contro il popolo palestinese, ancora oggi, a pochi giorni dalla repressione vista lo scorso 15 maggio, ricorrenza della Giornata della Naqba, quando hanno perso la vita 16 palestinesi e oltre 100 sono rimasti feritei

Commenti sulle parole di Obama

Nessun apprezzamento da parte dell'Iran per il discorso di Barack Obama sul Medio Oriente: anzi, secondo il regime degli ayatollah l'intervento del presidente americano si e' rivelato un segno di "disperazione", e ha messo in luce quanto "contraddittoria" sia la posizione di Washington. "La disperazione, le contraddizioni e le menzogne sono ben visibili nel discorso del signor Obama", ha tagliato corto Saeed Jalili, capo negoziatore iraniano e segretario del Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale. "Il suo sostegno per lo Stato ebraico", ha aggiunto Jalili, guardandosi bene dal nominare Israele, di cui Teheran non riconosce nemmeno il diritto a esistere, "mostra chiaramente la natura razzista della politica degli Stati Uniti". Laddove Obama ha ribadito come "una pace duratura coinvolgerà due Stati per due popoli", l'esponente iraniano ha replicato: "Gli Stati Uniti debbono rendersi conto del fatto che tutta la terra appartiene ai palestinesi. Questo è quanto chiede la regione, e non accetteremo niente di meno", ha concluso.

Tel Aviv, 20 maggio - Benjamin Netanyahu ha reagito prontamente al discorso di Barack Obama, facendogli capire chi è che stabilisce le regole del gioco. Il premier di Tel Aviv ha detto che la linea del 1967, come futuro confine tra lo Stato indipendente palestinese e Israele, è "indifendibile", il che significa "improponibile"

Israele-Palestina, flottilla turca per Gaza chiede la supervisione internazionale

I promotori della "flottilla bis", una spedizione di quindici navi che si propone di portare aiuti via mare a Gaza, hanno chiesto che a bordo delle imbarcazioni ci siano anche degli osservatori internazionali, così da garantire il controllo del carico durante tutto il viaggio. Lo riferisce una testata turca, il quotidiano Hurriyet, il quale aggiunge che la richiesta è già stata bollata come "provocatoria" da Onu e Ue. La flottilla sarà costituita da quindici imbarcazioni, di cui due turche. Una di queste sarà la Mavi Marmara, già protagonista di un'altra spedizione lo scorso anno, conclusasi con un arrembaggio israeliano e nove morti. Sulla Navi Marmara ci saranno - sostiene l'Hurriyet - cinquecento persone, delle quali solo un centinaio di nazionalità turca.

LEGISLATIVE A SETTEMBRE, MILITARI DEFINISCONO AGENDA ELETTORALE

Si terranno nel prossimo mese di settembre le prime elezioni dell’Egitto democratico dopo la caduta del regime trentennale di Hosni Mubarak. Lo ha annunciato il generale Mahmoud Shahine, membro del Consiglio supremo delle forze armate che guida la transizione nel paese.

“Le elezioni parlamentari si svolgeranno non più tardi del 30 settembre” ha affermato il generale secondo quanto riporta oggi l’agenzia di stampa egiziana ‘Mena’ , aggiungendo che “dopo, verrà redatta una nuova Costituzione petr il apese e quindi si terrano elezioni presidenziali”.

Shahine ha riferito i dettagli delle elezioni – che si svolgeranno in due o tre turni – nel corso di una conferenza per la presentazione della legge sulla partecipazione politica, che individua nella magistratura l’organo competente per il monitoraggio del voto ma che non chiarisce se agli egiziani all’estero verrà consentita la possibilità di recarsi alle urne presso consolati e ambasciate dei paesi in cui risiedono.

In un contestato provvedimento approvato cinque anni fa, l’ex presidente Mubarak aveva sollevato i giudici dell’incarico di monitoraggio, affidandolo a comitati ‘ad hoc’ di nomina parlamentare.

I movimenti laici che con le loro manifestazioni hanno decretato la fine del precedente regime ela caduta del dittatore contestano lo svolgimento di elezioni a così breve distanza e vorrebbero più tempo per potersi organizzare in partiti, in modo da competere con la solida e radicata struttura dei Fratelli Musulmani che con i loro candidati aspirano a conquistare almeno la metà dei 508 seggi del parlamento.

Curdi: giudice turco ottiene asilo nei Paesi Bassi

Le autorità dei Paesi Bassi hanno concesso asilo politico ad un giovane magistrato turco che l'anno scorso aveva lasciato il suo paese nel quale sostiene di essere perseguitato sia per le proprie origini curdo-armene sia per affermazioni fatte circa gli asseriti massacri di curdi e armeni ai tempi dell'impero ottomano. Lo ha riferito l'emittente Rnw ascoltata a Cipro.

Il magistrato - Cagatay Cetin, di 32 anni - era arrivato in Olanda il 15 gennaio dell'anno scorso munito di un falso passaporto bulgaro ed aveva subito chiesto asilo. Intanto contro di lui in patria era stato avviato un processo conclusosi lo scorso febbraio con la sua condanna in contumacia a 17 anni di reclusione.

In marzo, dietro richiesta delle autorità turche, un giudice della città olandese di Lelystad aveva interrogato Cetin a proposito delle asserite violazioni della legge turca da egli commesse, in particolare "offendendo la nazione turca". Un deputato olandese, il socialista Harry van Bommel, aveva duramente criticato l'operato del magistrato suo connazionale affermando di ritenere "estremamente minaccioso e intimidatorio" il fatto che un individuo che chiede asilo politico ai Paesi Bassi possa essere interrogato circa le accuse dalle quali sta fuggendo.

LIBIA: BOMBARDATI TRE PORTI, PREOCCUPA SITUAZIONE UMANITARIA

Otto navi da guerra delle forze di Muammar Gheddafi sono state affondate la notte scorsa durante nuovi attacchi aerei condotti dalla Nato sui porti di Tripoli, Homs e Sirte: lo ha annunciato l’Alleanza atlantica in una nota in cui il vice-comandante delle operazioni in Libia, Russ Harding, ha affermato che “visto il ricorso sempre più frequente alla forza navale (da parte dei governativi, ndr), la Nato non aveva altra scelta che intraprendere azioni decisive per proteggere la popolazione civile e le sue forze marittime”.

Sarebbero finora circa 800.000 le persone scappate dalla Libia a causa della guerra per tornare nei paesi di provenienza, in particolare nell’Africa Sub-Sahariana: lo ha detto Ugo Melchionda, funzionario della sede di Roma dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), in occasione, ieri, di una conferenza dal titolo ‘Voci del mondo arabo in Italia’, organizzata presso la sede di Radio Vaticana. Secondo Melchionda, 330.000 sono fuggite in Tunisia, altre 300.000 in Egitto, gente che “ha perso il lavoro ed è in difficoltà. Occorre riportarli nei loro paesi d’origine – ha aggiunto il rappresentante dell’Oim – ma per questo sono necessarie le risorse adeguate”.

Sul fronte interno, secondo l’Unicef, servono almeno 20 milioni di dollari per assistere in particolare donne e bambini: “La situazione umanitaria non fa che deteriorarsi e la crisi impera” ha ammonito il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-Moon.

E mentre secondo ‘Al-Jazeera’ gli insorti si preparerebbero alla “battaglia finale” nei pressi della città orientale di Ajdabiya, nell’est, il governo di Tripoli ha definito “deludente” il discorso con cui Barack Obama ieri ha ribadito che Gheddafi dovrà inevitabilmente lasciare il potere. Un portavoce del governo ha anche negato che il ministro del petrolio Shukri Ghanem abbia abbandonato l’esecutivo, affermando che si troverebbe in missione all’estero.


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LIBIA: BOMBARDATI TRE PORTI, PREOCCUPA SITUAZIONE UMANITARIA

Otto navi da guerra delle forze di Muammar Gheddafi sono state affondate la notte scorsa durante nuovi attacchi aerei condotti dalla Nato sui porti di Tripoli, Homs e Sirte: lo ha annunciato l’Alleanza atlantica in una nota in cui il vice-comandante delle operazioni in Libia, Russ Harding, ha affermato che “visto il ricorso sempre più frequente alla forza navale (da parte dei governativi, ndr), la Nato non aveva altra scelta che intraprendere azioni decisive per proteggere la popolazione civile e le sue forze marittime”.

Sarebbero finora circa 800.000 le persone scappate dalla Libia a causa della guerra per tornare nei paesi di provenienza, in particolare nell’Africa Sub-Sahariana: lo ha detto Ugo Melchionda, funzionario della sede di Roma dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), in occasione, ieri, di una conferenza dal titolo ‘Voci del mondo arabo in Italia’, organizzata presso la sede di Radio Vaticana. Secondo Melchionda, 330.000 sono fuggite in Tunisia, altre 300.000 in Egitto, gente che “ha perso il lavoro ed è in difficoltà. Occorre riportarli nei loro paesi d’origine – ha aggiunto il rappresentante dell’Oim – ma per questo sono necessarie le risorse adeguate”.

Sul fronte interno, secondo l’Unicef, servono almeno 20 milioni di dollari per assistere in particolare donne e bambini: “La situazione umanitaria non fa che deteriorarsi e la crisi impera” ha ammonito il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-Moon.

E mentre secondo ‘Al-Jazeera’ gli insorti si preparerebbero alla “battaglia finale” nei pressi della città orientale di Ajdabiya, nell’est, il governo di Tripoli ha definito “deludente” il discorso con cui Barack Obama ieri ha ribadito che Gheddafi dovrà inevitabilmente lasciare il potere. Un portavoce del governo ha anche negato che il ministro del petrolio Shukri Ghanem abbia abbandonato l’esecutivo, affermando che si troverebbe in missione all’estero.


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Spagna, domani proibite le manifestazioni (ASCA) - Roma, 20 mag - La Giunta elettorale centrale spagnola ha deciso di impedire che le manifestazioni degli indignados organizzate dal movimiento 15-M si tengano nel giorno di riflessione elettorale di domani, sabato 21 maggio, in vista delle elezioni amministrative di domenica prossima. Lo riferisce l'emittente spagnola Rtve. La Giunta lo ha deciso con cinque voti a favore, quattro contrari e un astenuto, una decisione sofferta, visto che solitamente la Giunta prende decisioni all'unanimita'. I manifestanti faranno sapere se abbandoneranno la piazza di Puerta del Sol, ancora occupata, oggi a mezzogiorno. Chi non rispetta il divieto rischia una sanzione amministrativa da 100 a 1.000 euro.

Ieri il quotidiano El Pais aveva tuttavia sostenuto l'illegalita' di vietare manifestazioni a ridosso di eventuali tornate elettorali, ricordando una sentenza della Corte costituzionale nel 2010, che garanti' la celebrazione di raduni durante la 'giornata di riflessione' sempre e quando le capacita' di influire sull'elettorato sono remote


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LEGISLATIVE A SETTEMBRE, MILITARI DEFINISCONO AGENDA ELETTORALE

Si terranno nel prossimo mese di settembre le prime elezioni dell’Egitto democratico dopo la caduta del regime trentennale di Hosni Mubarak. Lo ha annunciato il generale Mahmoud Shahine, membro del Consiglio supremo delle forze armate che guida la transizione nel paese.

“Le elezioni parlamentari si svolgeranno non più tardi del 30 settembre” ha affermato il generale secondo quanto riporta oggi l’agenzia di stampa egiziana ‘Mena’ , aggiungendo che “dopo, verrà redatta una nuova Costituzione petr il apese e quindi si terrano elezioni presidenziali”.

Shahine ha riferito i dettagli delle elezioni – che si svolgeranno in due o tre turni – nel corso di una conferenza per la presentazione della legge sulla partecipazione politica, che individua nella magistratura l’organo competente per il monitoraggio del voto ma che non chiarisce se agli egiziani all’estero verrà consentita la possibilità di recarsi alle urne presso consolati e ambasciate dei paesi in cui risiedono.

In un contestato provvedimento approvato cinque anni fa, l’ex presidente Mubarak aveva sollevato i giudici dell’incarico di monitoraggio, affidandolo a comitati ‘ad hoc’ di nomina parlamentare.

I movimenti laici che con le loro manifestazioni hanno decretato la fine del precedente regime ela caduta del dittatore contestano lo svolgimento di elezioni a così breve distanza e vorrebbero più tempo per potersi organizzare in partiti, in modo da competere con la solida e radicata struttura dei Fratelli Musulmani che con i loro candidati aspirano a conquistare almeno la metà dei 508 seggi del parlamento.

BOMBARDATI TRE PORTI, PREOCCUPA SITUAZIONE UMANITARIA

Otto navi da guerra delle forze di Muammar Gheddafi sono state affondate la notte scorsa durante nuovi attacchi aerei condotti dalla Nato sui porti di Tripoli, Homs e Sirte: lo ha annunciato l’Alleanza atlantica in una nota in cui il vice-comandante delle operazioni in Libia, Russ Harding, ha affermato che “visto il ricorso sempre più frequente alla forza navale (da parte dei governativi, ndr), la Nato non aveva altra scelta che intraprendere azioni decisive per proteggere la popolazione civile e le sue forze marittime”.

Sarebbero finora circa 800.000 le persone scappate dalla Libia a causa della guerra per tornare nei paesi di provenienza, in particolare nell’Africa Sub-Sahariana: lo ha detto Ugo Melchionda, funzionario della sede di Roma dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), in occasione, ieri, di una conferenza dal titolo ‘Voci del mondo arabo in Italia’, organizzata presso la sede di Radio Vaticana. Secondo Melchionda, 330.000 sono fuggite in Tunisia, altre 300.000 in Egitto, gente che “ha perso il lavoro ed è in difficoltà. Occorre riportarli nei loro paesi d’origine – ha aggiunto il rappresentante dell’Oim – ma per questo sono necessarie le risorse adeguate”.

Sul fronte interno, secondo l’Unicef, servono almeno 20 milioni di dollari per assistere in particolare donne e bambini: “La situazione umanitaria non fa che deteriorarsi e la crisi impera” ha ammonito il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-Moon.

E mentre secondo ‘Al-Jazeera’ gli insorti si preparerebbero alla “battaglia finale” nei pressi della città orientale di Ajdabiya, nell’est, il governo di Tripoli ha definito “deludente” il discorso con cui Barack Obama ieri ha ribadito che Gheddafi dovrà inevitabilmente lasciare il potere. Un portavoce del governo ha anche negato che il ministro del petrolio Shukri Ghanem abbia abbandonato l’esecutivo, affermando che si troverebbe in missione all’estero.

Gli oppositori ancora in piazza nel venerdì della rabbia

In nome della "liberta"', pronunciata questa volta in curdo ("azadi") piuttosto che in arabo (hurriya), i dissidenti e gli oppositori siriani hanno indetto per oggi, venerdi' di preghiera musulmana, un nuovo giorno di proteste anti-regime in tutto il Paese. I curdi siriani rappresentano oltre il dieci per cento della popolazione totale e decine di migliaia di loro sono da decenni discriminati.

Si tratta del decimo venerdi' consecutivo di mobilitazione da meta' marzo scorso. Secondo attivisti per i diritti umani e fonti Onu, oltre 850 persone per lo piu' civili sono stati uccisi dalla repressione decisa dalle autorita'.

Il governo siriano accusa invece gli Stati Uniti e Israele di voler realizzare un complotto contro la Siria, tramite gruppi di terroristi armati e di fondamentalisti sunniti infiltrati dalla Giordania, dal Libano e dall'Iraq. "Da Qamishli (estremo nord-est) all'Hawran (estremo sud), il popolo siriano non crolla!", si legge sul sito Internet Syrian.Revolution, una delle piattaforme virtuali piu' visibili del fronte del dissenso siriano all'estero e in patria, con oltre 180.000 membri.

Curdi: giudice turco ottiene asilo nei Paesi Bassi

Le autorità dei Paesi Bassi hanno concesso asilo politico ad un giovane magistrato turco che l'anno scorso aveva lasciato il suo paese nel quale sostiene di essere perseguitato sia per le proprie origini curdo-armene sia per affermazioni fatte circa gli asseriti massacri di curdi e armeni ai tempi dell'impero ottomano. Lo ha riferito l'emittente Rnw ascoltata a Cipro.

Il magistrato - Cagatay Cetin, di 32 anni - era arrivato in Olanda il 15 gennaio dell'anno scorso munito di un falso passaporto bulgaro ed aveva subito chiesto asilo. Intanto contro di lui in patria era stato avviato un processo conclusosi lo scorso febbraio con la sua condanna in contumacia a 17 anni di reclusione.

In marzo, dietro richiesta delle autorità turche, un giudice della città olandese di Lelystad aveva interrogato Cetin a proposito delle asserite violazioni della legge turca da egli commesse, in particolare "offendendo la nazione turca". Un deputato olandese, il socialista Harry van Bommel, aveva duramente criticato l'operato del magistrato suo connazionale affermando di ritenere "estremamente minaccioso e intimidatorio" il fatto che un individuo che chiede asilo politico ai Paesi Bassi possa essere interrogato circa le accuse dalle quali sta fuggendo.

Libia: BOMBARDATI TRE PORTI, PREOCCUPA SITUAZIONE UMANITARIA

Otto navi da guerra delle forze di Muammar Gheddafi sono state affondate la notte scorsa durante nuovi attacchi aerei condotti dalla Nato sui porti di Tripoli, Homs e Sirte: lo ha annunciato l’Alleanza atlantica in una nota in cui il vice-comandante delle operazioni in Libia, Russ Harding, ha affermato che “visto il ricorso sempre più frequente alla forza navale (da parte dei governativi, ndr), la Nato non aveva altra scelta che intraprendere azioni decisive per proteggere la popolazione civile e le sue forze marittime”.

Sarebbero finora circa 800.000 le persone scappate dalla Libia a causa della guerra per tornare nei paesi di provenienza, in particolare nell’Africa Sub-Sahariana: lo ha detto Ugo Melchionda, funzionario della sede di Roma dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), in occasione, ieri, di una conferenza dal titolo ‘Voci del mondo arabo in Italia’, organizzata presso la sede di Radio Vaticana. Secondo Melchionda, 330.000 sono fuggite in Tunisia, altre 300.000 in Egitto, gente che “ha perso il lavoro ed è in difficoltà. Occorre riportarli nei loro paesi d’origine – ha aggiunto il rappresentante dell’Oim – ma per questo sono necessarie le risorse adeguate”.

Sul fronte interno, secondo l’Unicef, servono almeno 20 milioni di dollari per assistere in particolare donne e bambini: “La situazione umanitaria non fa che deteriorarsi e la crisi impera” ha ammonito il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-Moon.

E mentre secondo ‘Al-Jazeera’ gli insorti si preparerebbero alla “battaglia finale” nei pressi della città orientale di Ajdabiya, nell’est, il governo di Tripoli ha definito “deludente” il discorso con cui Barack Obama ieri ha ribadito che Gheddafi dovrà inevitabilmente lasciare il potere. Un portavoce del governo ha anche negato che il ministro del petrolio Shukri Ghanem abbia abbandonato l’esecutivo, affermando che si troverebbe in missione all’estero.

Spagna, domani proibite le manifestazioni

Proibite le manifestazioni di domani in Spagna al movimento 15 maggio. Lo ha stabilito la Giunta elettorale centrale, sovvertendo la decisione della Corte Costituzionale, che aveva invece consentito le proteste di piazza a meno che non avessero come oggetto la propaganda elettorale. Adesso spetta al governo decidere come sfollare dalle piazze del Paese la moltitudine di persone che da giorni si riuniscono per protestare contro i partiti, a due giorni dalle elezioni amministrative.

Il movimento non ha espressamente convocato una manifestazione per domani, ma che verrà esercitato 'in forma collettiva' il 'giorno di riflessione', ovvero la giornata di pausa che precede ogni votazione in Spagna. Per mezzogiorno è prevista una decisione definitiva. La proibizione della Giunta è stata votata con cinque voti a favore e quattro contro. Il movimento 15 maggio è nato spontaneamente su Twitter e Facebook, e in poco tempo è dilagato in tutto il Paese. I manifestanti si sono soprannominati 'Gli indignati', in segno di protesta contro i partiti politici, la crisi economica e la disoccupazione.

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gror110520 (last edited 2011-05-20 17:32:30 by anonymous)