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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

ESTERI Cairo autisti di autobus escalation di 3 giorni di sciopero vecchio il Mercoledì, chiudendo 22 garage su 25 nell'area metropolitana del Cairo. Gli organizzatori dell'azione detto Ahram Online da Mazallat ed El-Teraa garage nel quartiere di Shubra che il numero di garage impressionante potrebbe raggiungere i 25 su 25 nel tardo pomeriggio. la polizia Transport Authority hanno impedito giornalisti e fotografi di entrare depositi per parlare ai conducenti sorprendente. Quarantamila autisti di trasporto pubblico e conduttori dei biglietti hanno iniziato la loro sciopero di Domenica, chiudendo un garage al Cairo, e ha minacciato di diffondere l'interruzione del lavoro a tutta la città se l'Autorità di trasporto non ha soddisfatto le loro richieste salariali. Autisti chiedono solleva pagare e altri incentivi finanziari al fine di raggiungere LE1200 al mese, che è considerato dalla maggior parte degli economisti come il salario minimo necessario per la sopravvivenza di base in Egitto. Attaccanti mirano a colpire questa soglia salario di sussistenza, costringendo il governo ad applicare una promessa fatta ai dipendenti pubblici per aumentare stipendi iniziali a lungo stagnante del 200%. Vogliono anche il PTA di emettere una divisa per i conducenti e conduttori, e l'aggiornamento del parco autobus in modo da consentire loro di fornire migliori servizi al pubblico. Martedì scorso, i driver credevano di aver raggiunto un accordo con il PTA dopo la loro rappresentanti tenuto un incontro con il presidente dell'Autorità Mona Mostafa. Tuttavia, ieri sera ha annunciato il Mostafa Hayat TV, una stazione satellitare privata, che l'Autorità non concederebbe alle richieste attaccanti 'e descritto come teppisti.Mostafa I commenti spinto l'Unione Indipendente dei lavoratori dei trasporti, che organizza i driver del Cairo, per chiedere a tutti i garage ad aderire allo sciopero questa mattina.

CAIRO.Lo sciopero continua...

L’attacco contro l’ambasciata israeliana sarà senza dubbio utilizzata anche dallo stato israeliano, che lo utilizzerà per giustificare la sua “mentalità dell’assedio”, ovvero il forte apparato statale e la politica militare aggressiva, ma sarà utilizzato anche dal Consiglio militare egiziano, che ora ha annunciato il ritorno della “legge di emergenza”, che consente l’uso di detenzioni extragiudiziali e di munizioni per disperdere le proteste. Ma tutto il clamore per l’attacco è volto in effetti a sviare l’attenzione dagli sviluppi molto importanti che si stanno verificando in Egitto. E' stata una settimana di escalation della lotta di classe in Egitto.Si è sviluppata un’ondata di scioperi, che ha coinvolto settori chiave della classe operaia del Cairo e di tutto l’Egitto.Un esempio si è domenica 11 settembre, con l’inizio di uno sciopero degli studenti e dei lavoratori dell’Università Americana del Cairo (AUC). Agli studenti che chiedevano tasse di iscrizione più basse si sono aggiunti autisti di autobus universitari, addetti alle pulizie, e personale di sicurezza che chiedono salari più alti e giornate lavorative più brevi. Lo sciopero è la continuazione di altri recenti scioperi e di minacce di sciopero, sia nel settore pubblico sia privato, che si sviluppano mano a mano che gli attivisti sono delusi dalle vuote promesse del primo ministro Essam Sharaf e dal Consiglio militare.Nel settore pubblico, i lavoratori delle poste, in sciopero da oltre due settimane, chiedono un aumento del 7% annuo per stare al passo con l’inflazione, oltre alla rimozione di funzionari corrotti del servizio postale dell’epoca di Mubarak che sono ancora al potere. Richieste simili per salari più elevati e contro la corruzione nel settore pubblico hanno portato medici, insegnanti e professori universitari a minacciare lo sciopero per la fine di settembre. Secondo Ahram Online del 7 settembre: “Gli insegnanti e i professori universitari stanno preparando anche azioni a livello nazionale per i salari, per le condizioni di lavoro e la questione della democrazia sul posto di lavoro. Un recente picco negli scioperi sembra riflettere un senso di perdita di pazienza di molti lavoratori del settore pubblico verso il governo Sharaf, che fatto una serie di promesse per migliorare le condizioni di vita quando si è insediato lo scorso marzo, ma non ha realizzato nulla...Il gabinetto Sharaf non è nemmeno riuscito a mettere un tetto alle eccessive retribuzioni dei dirigenti del settore pubblico, una richiesta molto popolare tra i lavoratori pubblici. Per aggiungere al danno la beffa, molti lavoratori pensano che Sharaf abbia trattato molti dirigenti dell’era Mubarak con i guanti bianchi, e ne abbia cacciato solo una manciata dalle posizioni principali. In effetti, la maggior parte dei lavoratori egiziani in tutto il paese viene a lavorare ogni mattina, sette mesi dopo aver giocato un ruolo chiave nel rovesciare l’ex dittatore, per essere accolto dagli stessi burocrati, vecchie figure autoritarie degli anni di Mubarak.”Nel settore privato, gli ingegneri hanno minacciato lo sciopero e 22.000 lavoratori dello stabilimento tessile più grande del paese a Mahallah, sempre in prima linea nelle lotte sindacali negli ultimi cinque o sei anni, hanno iniziato uno sciopero a tempo indeterminato il 10 settembre su salari e altre condizioni di lavoro.

Yemen: cinque oppositori uccisi a Sanaa (ANSA) - BEIRUT, 21 SET - Cinque manifestanti dell'opposizione sono stati uccisi oggi a Sanaa dalle forze di sicurezza governative, secondo quanto riferisce il corrispondente di Al Jazira dalla capitale dello Yemen. Da parte sua, invece, il generale Ali Mohsen al Ahmar, i cui uomini sono impegnati da giorni in combattimenti con le forze lealiste, ha detto alla televisione Al Arabiya che gli oppositori uccisi sono sette. Gli incidenti sono avvenuti durante i funerali di altri oppositori uccisi ieri nella repressione. BANGLADESH.arresti dopo le proteste per aver impedito una manifestazione del partito islamico Almeno 200 alti esponenti di Jamaat-e-Islami e centinaia di attivisti del più grande partito islamico del Bangladesh sono stati arrestati ieri dalla polizia a Dakha e in altri distretti del paese. Secondo il quotidiano The New Nation, i fermi sono stati effettuati in seguito a violenti proteste organizzate lunedì, e tra gli arrestati ci sono anche giornalisti, il vice responsabile del partito e il portavoce, e centinaia di studenti appartenenti all’Islami Chhatra Shibir, il movimento giovanile di Jamaat-e-islami.Benazir Ahmed, funzionario della polizia metropolitana di Dakha, aveva annunciato misure contro i leader del partito islamico coinvolti negli incidenti di lunedì.Alle sue parole sono effettivamente seguiti gli arresti operati da uno speciale battaglione di intervento rapido della polizia.Gli scontri di lunedì, secondo fonti di stampa del Bangladesh, sono in realtà avvenuti dopo che la polizia aveva impedito una manifestazione del partito già in programma.Vicende che hanno portato al ferimento di decine di persone. Le proteste di lunedì erano state organizzate per chiedere il rilascio di cinque esponenti del partito, detenuti su ordine di un tribunale speciale. Lo stesso tribunale ha ordinato l’arresto di membri del Partito nazionalista del Bangladesh che ha a sua volta convicato una manifestazione nazionale per domani.

GRECIA: SCIOPERI A RAFFICA CONTRO I PIANI D’AUSTERITÀ DEL GOVERNO Uno sciopero generale di 24 ore è stato convocato dai sindacati greci per il prossimo 19 ottobre. Le organizzazioni dei lavoratori intendono protestare contro le misure prese dal governo per far fronte alla crisi economica che pesantemente colpitola Grecia. L’appuntamento del 19 sarà preceduto da uno sciopero del settore pubblico in programma il 5 ottobre e dal blocco, domani ad Atene, dei mezzi pubblici. Sempre domani, incroceranno le braccia per quattro ore i dipendenti pubblici e i disagi si estenderanno anche agli aeroporti per l’adesione del sindacato dei controllori di volo. Le iniziative sindacali arrivano nel momento in cui il governo sta valutando il progetto di ampluare le misure di austerità già adottate ma rivelatesi insufficienti. GAS, ANKARA MINACCIA RAPPRESAGLIE CONTRO GRECO-CIPRIOTI La Turchia fa la voce grossa e alla notizia che i greco-ciprioti hanno cominciato a perforare porzioni di mare alla ricerca di gas, risponde annunciando proprie perforazioni e l’invio di navi militari e aerei a pattugliare l’area. Nella notte tra domenica e lunedì, la società americana Noble ha cominciato le attività di perforazione dalla piattaforma Afrodite, scrive il quotidiano turco Hurriyet citando la Cyprus News agency. Un’eventualità contro la quale la Turchia aveva minacciato ritorsioni perché le trivellazioni avverrebbero in una zona economica esclusiva contestata da Ankara. La Società petrolifera turca, ha già detto il ministro dell’Energia Taner Yildiz, farà a sua volta trivellazioni sulla base degli accordi con Cipro del nord (a maggioranza turca). Tutte da vedere le zone in cui i rivali lavoreranno e che potrebbero anche rivelarsi le stesse. A richiamare alla calma ci prova l’Unione Europea che vedrà il prossimo luglio la presidenza di turno passare proprio a Cipro. Il capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, attraverso un portavoce ha chiesto alle parti di raggiungere un onnicompresivo accordo il prima possibile e ha invitato ad astenersi da atti che possano compromettere il processo di riavvicinamento. E alla Turchia che minaccia di sospendere le relazioni con l’Ue durante la presidenza di turno cipriota, la Ashton dice che il programma di avvicendamento alla guida dell’Unione non cambia: a luglio sarà la volta di Cipro.

MESSICO: VERACRUZ, IL NARCOTRAFFICO “SEMINA” 35 CADAVERI PER STRADA Almeno 35 cadaveri sono stati abbandonati ieri sera nei pressi di una delle principali strade di Boca del Rio, municipio della cintura urbana della città portuale sud-orientale di Veracruz, capoluogo dell’omonimo stato del Messico. I corpi di 23 uomini e 12 donne sono stati lasciati volontariamente alla pubblica vista, alcuni distesi sull’asfalto altri all’interno di due camionette, parcheggiate a pochi metri da uno dei principali centri commerciali della zona. Le autorità locali ritengono che tutte le vittime siano membri della banda dedita al narcotraffico de Los Zetas, dal momento che sette dei 35 cadaveri finora identificati corrispondevano ad altrettanti ex esponenti del noto cartello messicano.Responsabili della mattanza, sempre secondo le prime dichiarazioni delle autorità di polizia locali, sembrerebbero essere i membri dell’organizzazione rivale: il cartello del Golfo.Tuttavia le testimonianze oculari delle molte persone che alle 17:00 ora messicana (la mezzanotte in Italia) affollavano la zona lasciano spazio anche a ricostruzioni differenti.Alcuni automobilisti hanno raccontato ai media locali che uomini col volto coperto e con indosso uniformi militari hanno bloccato ieri la strada Manuel Avila Camacho puntando le armi contro i passanti e poi hanno scaricato i corpi prima di fuggire.Molti media messicani ricollegano poi il ritrovamento dei corpi con l’evasione, avvenuta solo il giorno prima, di 32 detenuti fuggiti lunedì contemporaneamente da tre differenti carceri dello stato di Veracruz e dei quali solo 14 erano stati nuovamente catturati.Altri mezzi di comunicazione, tra i quali il diffusissimo quotidiano Reforma, pongono la notizia del ritrovamento dei cadaveri in collegamento diretto con la Conferenza nazionale della Giustizia che tra poche ore si terrà proprio a Boca del Rio per discutere di narcotraffico e della violenza ad esso legata, alla quale parteciperanno tutti i procuratori del paese.Reforma titola infatti “sfidano il vertice e gettano in strada 35 cadaveri”, evidenziando come il luogo del ritrovamento dei corpi non è molto distante dall’hotel in cui si terrà la Conferenza.

Niente grazia. L'appuntamento col boia e' stato confermato: oggi alle 19:00 (ora locale), il condannato Troy Davis entrera' nella camera della morte di un penitenziario in Georgia, dove gli verra' praticata un'iniezione letale. A dire no alla grazia e' stato il 'Board of Pardon and Paroles', che rappresentava l'ultima speranza, poiche' in Georgia, a differenza degli altri stati degli Stati Uniti, il governatore non può fermare un'esecuzione. In favore di Davis Troy si e' mobilitata una vasta campagna internazionale, a cui hanno aderito centinaia di migliaia di persone, in America e nel mondo. In un'editoriale pubblicato pochi giorni fa, Sessions aveva sintetizzato la situazione affermando che sulla colpevolezza di Davis ci sono seri dubbi, alimentati da ritrattazioni di testimoni, accuse di coercizione da parte della polizia, e mancanza di serie e concrete prove. Davis e' stato condannato a morte per l'uccisione nel 1989 a Savannah di un agente di polizia, Mark MacPhail, che seppur fuori servizio era intervenuto di notte in difesa di un senzatetto che era finito al centro degli scherzi violenti di un gruppo di teppisti. All'epoca, Davis aveva 19 anni, oggi ne ha 42.La maggior parte di coloro che partecipano alla campagna per salvarlo affermano che, per la scarsa consistenza delle prove a suo carico, dovrebbe avere almeno un altro processo. Ad alimentare le speranze era poi arrivata appena quattro giorni fa la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha fermato il boia che in Texas si preparava ad eseguire la condanna a morte inflitta ad un detenuto nero, Duane Buck, il processo, secondo la difesa, sarebbe stato viziato da pregiudizi razziali, e l'Alta Corte ha deciso di approfondire. Ma la sua colpevolezza non e' peraltro in discussione. Le prove contro di lui sono schiaccianti: nel 1995, nei pressi di Houston, uccise la sua ex fidanzata e un uomo, e feri' una donna, che pero' la settimana scorsa ha chiesto per lui clemenza. Per Troy Davis la situazione e' ben diversa, e non solo per la ritrattazione di almeno una decina di testimoni, come dimostra l'ampiezza della campagna a suo favore. Che pero', salvo sorprese dell'ultima ora, sara' stata vana.

ITALIA

Il futuro dello stabilimento Maserati di Modena è appeso ad un filo così lacero che potrebbero passare pochi mesi prima che si spezzi. Dopo i continui rifiuti da parte della dirigenza a offrire ai lavoratori risposte sul futuro della fabbrica di via Ciro Menotti a Modena per gli operai la misura è colma: “Non escludiamo – dicono dopo l’ennesimo incontro avuto con la dirigenza locale – di mettere in campo ulteriori iniziative di lotta contro le mancate risposte dell’azienda sui futuri piani industriali”.circa da un anno e mezzo i lavoratori della Maserati attendono un piano industriale che definisca, su un lasso di tempo di medio-lungo periodo, progetti e investimenti futuri. Quello che hanno ricevuto nell’incontro è stato, invece, una programmazione che stentatamente arriva a fine annO.Un periodo DECISAMENTE troppo breve.Il sentore dei lavoratori infatti, è che lo stabilimento modenese si spenga poco a poco, non dietro l’annuncio di chiusure certe (come accaduto per Termini Imerese in Sicilia), ma sprofondi nel mare dei mancati ordinativi, visto che i modelli di vetture prodotti a Modena sono “vecchi” anche di 6-7 anni, che per un’auto di lusso è un tempo decisamente elevato. Una morte graduale, dunque, che potrebbe, a dire dei lavoratori, arrivare anche tra poco meno di due anni.E’ per questo circa una settimana fa i 600 lavoratori Maserati non hanno esitato a chiedergli un incontro La lettera è stata recapitata allo staff di Marchionne, il quale ha deciso di non rispondere al richiamo delle tute blu. Così c’è stato l’incontro coi dirigenti dello stabilimento modenese, ma giudicato ancora una volta deludente, privo delle risposte che si aspettavano, così i lavoratori hanno deciso dunque di valutare l’opportunità (ancora non certa, ma altamente probabile) di scioperare.

Carceri:148 detenuti per 100 posti letto (ANSA) - ROMA, 21 SET - Il numero di detenuti per ogni 100 posti letto in Italia è di 148,2 a fronte di una media europea del 96,6%. Questo il dato, alla fine dello scorso giugno, fornito dall'associazione Antigone che fotografa l'emergenza sovraffollamento negli istituti di pena. Il carcere più affollato in assoluto, al marzo scorso, risulta quello di Busto Arsizio che ospita 442 detenuti su una capienza di 167 posti letto con una percentuale del 264,7%.


Gr 13:00

In primo Piano

ESTERI

SIRIA: STRETTA CONTRO OPPOSITORI NELLA PROVINCIA DI HOMS, 20 ARRESTI = Damasco, 21 set. - (Aki) - «Oltre 20 persone sono state arrestate stamani all'alba nella provincia di Homs», nella Siria centrale. Lo ha dichiarato un attivista a condizione di anonimato, citato dall'agenzia d'informazione 'Dpà, che ha denunciato una nuova stretta contro gli oppositori del presidente Bashar al-Assad. La fonte ha quindi riferito le affermazioni di alcuni cittadini residenti ad al-Kiswa, città poco a sud di Damasco, secondo cui le forze di sicurezza hanno bloccato oggi tutte le vie d'accesso alla città, nei dintorni della quale sarebbero schierati 40 veicoli carichi di agenti di sicurezza. Tre persone sono rimaste uccise ieri in un blitz delle forze di sicurezza siriane ad al-Kiswa, stando agli attivisti del Comitato di Coordinamento Locale, mentre altre fonti hanno riferito che 8 persone sono morte a causa della repressione dei reparti filogovernativi. Secondo gli organi di stampa del governo, due agenti sono morti, sempre ieri, in due diversi attacchi condotti da non meglio identificate «bande armate» a Homs, nella Siria centrale, e nella regione settentrionale di Jabal al-Zawiya

TUNISIA: RICONOSCIUTI 111 PARTITI E 1366 NUOVE ASSOCIAZIONI (ANSAmed) - TUNISI, 21 SET - Dopo la «rivoluzione» in Tunisia si è aperta una vera e propria corsa per ottenere l'autorizzazione ad esercitare l'azione politica sotto la veste di partito. Secondo un comunicato del ministero dell'Interno sono, ad oggi, 111 i partiti autorizzati. 1366 sono invece le nuove associazioni (il totale è quindi ora di 10.932) e 187 i periodici che hanno avuto lo stesso riconoscimento. Se il numero di 111 può apparire enorme, rispetto alla popolazione tunisina (10.432.500 anime secondo i dati 2011 della Banca mondiale), c'è da aggiungere un altro dato, che si evince dal comunicato del Ministero, affidato alla Tap: sono state bocciate altre 162 richieste di autorizzazione, perchè ritenute non aderenti al dettato della legge del 1988 in materia di partiti politici.

BENGASI, 21 SET - Le forze del Consiglio nazionale transitorio libico hanno «liberato» la città di Waddan, nell'oasi di Jufra di cui controllano circa «il 70%». Lo ha detto all'Afp Mustafa al-Huni, rappresentante del Cnt in questa regione. «Il 70% della regione di Jufra è stata liberata. La città di Waddan è libera, le nostre forze sono entrate in città dopo i bombardamenti della Nato sul posto di blocco di Al-Hicha a 20 km dalla città », ha detto al-Huni a Bengasi. L'oasi di Jofra conta circa 75 mila abitanti. Si trova a 300 km a sud di Sirte e comprende le città di Waddan, Houn, Sokna e Zila.

AFGHANISTAN: ESPLOSIONE NEL SUD, MORTI UNDICI POLIZIOTTI (ANSA) - KABUL, 21 SET - Un capo della polizia distrettuale e dieci suoi agenti sono morti ieri sera nello scoppio di un potente ordigno in un edificio nel distretto di Waghiz della provincia meridionale afghana di Ghazni. Lo scrive l'agenzia di stampa Pajhwok. Il comandante della polizia provinciale, colonnello Zarawar Zahid, ha riferito che il tenente Mohammad Juma stava realizzando ieri sera insieme ai suoi uomini la perquisizione di un edificio sospetto vicino alla sede del governo locale dove, secondo una 'soffiatà, si erano nascosti alcuni talebani. Dopo un breve scontro a fuoco il reparto della polizia è entrato nell'edificio dove però è avvenuta lo scoppio di un rudimentale ordigno (ied) realizzato con una grande quantità di esplosivo. Un abitante del distretto, Ahmad Shah, ha detto alla Pajhwok che l'esplosione è stata udita a tre chilometri di distanza dal luogo dove è avvenuta.

TURCHIA: UN ATTENTATO ANCORA SENZA FIRMA La donna portata via dalla polizia e visibile in un video dell’agenzia di stampa Dogan mentre urla “Lunga vita alla nostra lotta” è una delle piste che probabilmente gli inquirenti stanno seguendo in queste ore per fare luce sull’attentato che ieri ha scosso il trafficato quartiere Kizilay ad Ankara. Secondo la ricostruzione diffusa dai media turchi e confermata almeno in parte dal ministro degli Interni Idris Naim Sahin, un ordigno è stato nascosto all’interno di un’aumobile parcheggiata in un luogo affollato e nelle vicinanze di una scuola. “Sembra che lo scopo fosse quello di causare quante più vittime possibili” ha detto il ministro. Fonti della polizia hanno aggiunto che l’auto utilizzata per l’attentato era stata acquistata una settimana prima ma non era ancora stata registrata. Il bilancio dell’esplosione è stato alla fine di tre persone uccise e 15 feriti (34 secondo altre fonti), alcuni dei quali in gravi condizioni. L’attentato sopraggiunge in un momento in cui nell’est del paese sono ripresi scontri fra i separatisti del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) e l’esercito.Da agosto, inoltre, l’aviazione turca ha ripetutamente bombardato basi dei separatisti in territorio iracheno. L’attentato di Ankara finora non è stato rivendicato.

ITALIA

IMMIGRAZIONE:TUNISINI IN CORTEO A LAMPEDUSA,GRIDANÒLIBERTÀ (ANSA) - LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 21 SET - Circa 300 tunisini stanno manifestando per le strade di Lampedusa al grido di «Libertà, libertà». Gli immigrati sono fermi nella zona del porto vecchio, nei pressi della caserma della Guardia di Finanza e di una pompa di benzina. La zona è presidiata dalle forze dell'ordine in assetto anti sommossa, anche per evitare possibili contatti con la popolazione che teme nuovi atti vandalici dopo l'incendio che ieri ha distrutto il Centro di prima accoglienza. Un clima di tensione confermato anche dalla nuova aggressione a una troupe di Sky, che già ieri era stata malmenata.

IMMIGRAZIONE: SBARCO IN CALABRIA; 149 SU ..' DELLE 7.57) (ANSA) - BIANCO (REGGIO CALABRIA), 21 SET - Ci sono anche una donna di 93 anni ed un neonato di un mese e mezzo tra gli immigrati sbarcati stamani a Bianco, sulla costa ionica reggina. I migranti hanno raccontato di avere viaggiato dalla Turchia per almeno cinque, sei giorni a bordo di un vecchio barcone malandato e in mezzo al mare grosso, dopo avere pagato mediamente 1.500-2.000 euro a testa. Nel gruppo ci sono interi nuclei familiari. Per ora sono stati ospitati nel centro operativo misto di Bovalino, ma il personale del Commissariato di polizia sta cercando una soluzione alternativa perchè la struttura non è idonea ad ospitare tutti i migranti arrivati.

PALMA, GLI OPG UN'EMERGENZA NELL'EMERGENZA = IL GUARDASIGILLI, LUOGHI CHE PRODUCONO SOFFERENZA INTOLLERABILE IN UN PAESE CIVILE Roma, 21 set. (Adnkronos) - Una «emergenza nella emergenza penitenziaria» è rappresentata dagli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) e chiama in causa altri soggetti istituzionali che dovrebbero a pieno titolo farsi carico di un sistema che oggi offende la civiltà del diritto«. Lo ha rilevato il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma, nella sua relazione in Aula al Senato sul pianeta carceri. Il guardasigilli, occupandosi degli Opg, non ha potuto fare a meno di denunciare »l'insanabile contraddizione di una misura che si regge sul binomio carcere e manicomio, gestito in luoghi che producono sofferenza, degrado, violazione della dignità e dei diritti fondamentali delle persone, non può più essere tollerato in un Paese civile«. »Ancora oggi - ha aggiunto - assistiamo alla odiosa sopravvivenza di questi luoghi che non curano ma si limitano a contenere persone di cui nessuno vuole farsi carico, neanche quando è accertato il venir meno della pericolosità sociale che ne ha determinato l'internamento«. Il ministro cita l'esempio di Castglione delle Stiviere e chiede »la completa gestione al Servizio Sanitario Nazionale«. ci domandiamo cosa abbiano fatto fino ad oggi.

BOLOGNA, 21 SET - Strage di Ustica - Un «giudizio positivo» sulla sentenza del Tribunale civile di Palermo è stato espresso da Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione familiari vittime strage di Ustica: «una sentenza - afferma - che prende atto delle conclusioni della sentenza-ordinanza del giudice Priore del '99 e ribadisce lo scenario di guerra attorno al Dc9. Proprio a Bologna la stessa Avvocatura dello Stato aveva riconosciuto legittimo sostenere questa tesi». Daria Bonfietti riconosce quindi «una continuità tra il prendere atto di quello che è accaduto e riconoscere la responsabilità dei ministeri del Trasporti e della Difesa per non avere in qualche modo difeso la sicurezza dei cieli, e quindi la vita dei cittadini italiani». Bonfietti chiede «al Governo, al Parlamento e alle istituzioni di prendere atto di questa gravissima verità. L' unico passo oggi non rinviabile è una forte azione diplomatica sugli stati - Usa, Francia, Inghilterra, Belgio, Germania e Libia - che non hanno assolutamente risposto alle rogatorie che ormai da due anni i magistrati hanno loro inoltrato».

XX MUNICIPIO, CORSETTO (MPI): «CAMPO ROM IN VIA FLAMINIA ACCANTO A RAI» (OMNIROMA) Roma, 21 SET - minacce di sgombero di uncampo rom sulla Flaminia, a pochi passi dal centro della Rai e dalla sede del XX Municipio. lo annuncia Riccardo Corsetto, portavoce romano e delegato al XX Municipio del Movimento per l'Italia con Daniela Santanché,che si nasconde dietro presunte richieste di alcuni residenti della zona. «Il dormitorio, come ho avuto modo di verificare durante un sopralluogo filmato - prosegue Corsetto - ospita circa 30 persone, che vivono in condizioni igienico sanitarie a dir poco precarie. Nei prossimi giorni mi recherò sul posto di notte, per verificare se in quel luogo malsano dormono anche bambini».


Gr 9:30

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gror110921 (last edited 2011-09-21 16:47:30 by anonymous)