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Gr Serale di venerdi 11 ottobre - ore 19.30

SOMMARIO

Dal Mondo

IRAQ - Questa matina, ora italiana, il presidente degli Stati Uniti Bush ha ottenuto il ‘via libera’ all’uso della forza contro l’Iraq. Dalla sua anche i voti dei democratici mentre secondo il New York Times di oggi gli Stati Uniti starebbero mettendo a punto un piano, come quello adottato per il Giappone dopo la Seconda guerra mondiale, per installare in Iraq un governo militare.

VNEZUELA - Dopo la manifestazione di ieri il presidente della Confederazione dei lavoratori del Venezuela, spalleggiato dalla Confindustria venezuelana, ha lanciato pesanti CRITICHE e minacce al capo di Stato Hugo Chavez.

BOLIVIA - Un gruppo di 300 contadini ‘Senza Terra’, che da giorni occupa un’area del Parco nazionale Carrasco (Tropico di Cochabamba), ha organizzato una azione nei confronti di una commissione tecnica della prefettura incaricata di convincerli a lasciare la zona protetta.

Dall'Italia

LAVORO - Secondo i sindacati sarebbero state molto alte le cifre di adesione allo sciopero di oggi negli stabilimenti Fiat contro il piano di ristrutturazione dell'azienda. Oggi in mobilitazione Cassino, Mirafiori, Pomigliano, Termini Imerese, Melfi, la Teksid, la Magneti Marelli e la Comau.

FINANZIARIA - Sedicimila addetti delle pulizie, concentrati per l'85% in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, rischiano di perdere il posto di lavoro dal primo gennaio 2003.

CENSURA - Reporters sans frontières critica la decisione di bloccare una puntata speciale di Blob dedicata a Silvio Berlusconi.

DAL MONDO

IRAQ - Questa matina, ora italiana, il presidente degli Stati Uniti Bush ha ottenuto il ‘via libera’ all’uso della forza contro l’Iraq. Prima la Camera e dopo il Senato hanno approvato una risoluzione che autorizza il ricorso all’intervento militare contro Baghdad, se il regime di Saddam Hussein non rinuncerà alle armi di distruzione di massa. In attesa che gli ispettori delle Nazioni Unite possano recarsi in Iraq per verificare se davvero il ‘Rais’ abbia nei suoi arsenali strumenti di guerra in grado di costituire un pericolo per l’Occidente, la Casa Bianca incassa un ‘sì’ preventivo all’attacco. Diversamente da quanto dichiarato nei giorni precedenti, molti esponenti democratici alla fine hanno accettato la volontà di Bush. ”. L’ultimo ostacolo che gli Stati Uniti dovranno superare prima di mettere in pratica i propositi di guerra contro l’Iraq è costituito dalle posizioni di Francia e Russia all’interno del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Parigi e Mosca sono contrarie a un’azione armata in assenza di una nuova risoluzione di Palazzo di vetro.

E secondo alcune fonti gli Stati Uniti starebbero mettendo a punto un piano, sulla falsariga di quello adottato per il Giappone dopo la Seconda guerra mondiale, per installare in Iraq un governo militare a stelle e striscie, qualora rovesciassero Saddam Hussein. Lo ha scritto oggi il New York Times nella sua edizione online, citando un'autorevole fonte dell'amministrazione Bush. Il piano prevede anche di processare davanti a un tribunale per crimini di guerra i dirigenti iracheni e un periodo di transizione al termine del quale sarà eletto un governo civile. Questo periodo potrebbe durare mesi o anche anni, secondo il giornale. Il giornale fa anche il nome del possibile capo del governo militare: potrebbe essere il generale Tommy Franks, comandante delle forze Usa nel Golfo. Il suo ruolo sarebbe simile a quello che svolse generale Douglas MacArthur in Giappone dopo la resa di Tokyo nel 1945.

BOLIVIA - Un gruppo di 300 contadini ‘Senza Terra’, che da giorni occupa un’area del Parco nazionale Carrasco (Tropico di Cochabamba), ha organizzato una azione nei confronti di una commissione tecnica della prefettura incaricata di convincerli a lasciare la zona protetta.. Dopo aver messo in fuga la commissione, i contadini avrebbero dato alle fiamme gli uffici delle guardie forestali di Karahuasi e preso in ostaggio un guardaparco. Negli ultimi mesi sono state segnalate numerose incursioni nel Parco di Carrasco da parte dei ‘Senza Terra’. Il governo sostiene che i contadini avrebbero piantato foglia di coca, abbattuto numerosi alberi e allestito dei veri e propri accampamenti, mettendo a rischio la biodiversità della riserva naturale. I responsabili del Parco hanno documentato almeno sei incursioni, avvenute a partire dal 18 luglio scorso. Protagonisti, centinaia di contadini provenienti dalla provincie più povere di Cochabamba da sempre in conflitto con i latifondisti della regione.

DALL'ITALIA

LAVORO - Secondo i sindacati le adesioni allo sciopero di oggi negli stabilimenti Fiat contro il piano di ristrutturazione dell'azienda, e gli 8.100 esuberi che prevede, sono state: a Cassino il 50%, a Mirafiori l'80-90%, a Pomigliano il 76%, alla Teksid 100%, alla Magneti Marelli 100%, alla Comau 85%, a Termini Imerese 100%, a Melfi il 95% per la Fiom e il 50% per la Fim. Lo stabilimento di Arese farà lo sciopero lunedì. E il sindaco di Termini Imerese, Luigi Purpi, che da ieri è in sciopero della fame, ha convocato per martedi alle 15.30, sempre davanti ai cancelli dello stabilimento Fiat, un'assemblea di tutti i sindaci del comprensorio. Questa mattina il sindaco di Sciara, eletto in una lista civica, ha consegnato al prefetto di Palermo la fascia tricolore. Un'iniziativa di protesta che proseguirà "fino a quando - ha detto - non verranno attuati interventi per porre fine a questa tragedia".

Intanto i segretari della Cisl siciliana, Paolo Mezzio, e palermitana, Giuseppe Lupo, nei loro interventi alla manifestazione alla Fiat di Termini Imerese hanno proposto alla Cgil di sospendere lo sciopero del 18 ottobre per organizzare con Cisl e Uil nei giorni successivi "una mobilitazione generale provinciale sulla questione Fiat e per il futuro dell'economia della Sicilia".

FINANZIARIA - Sedicimila addetti delle pulizie, concentrati per l'85% in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, rischiano di perdere il posto di lavoro dal primo gennaio 2003. L'allarme viene da cinque consorzi nazionali di imprese: il Cns (che fa riferimento a Legacoop), il Ciclat (Confcooperative), Manital (Fise-Confindustria), Miles (Confapi), e Sco (società partecipata da Italia Lavoro). La legge Finanziaria, dicono i cinque consorzi in una nota, NON HA STANZIATO i fondi necessari a consentire la prosecuzione dei servizi di pulizie in circa 2.200 istituti scolastici di ogni ordine e grado, quasi tutti nel centro-sud e nelle isole". In più, "benché consorzi di imprese e di cooperative abbiano siglato un contratto di durata quinquennale, il primo finanziamento copre solo i primi 18 mesi, cioè fino al 31 dicembre di quest'anno". A fronte di ciò, quindi, secondo i consorzi sarà inevitabile sospendere le attività di pulizia nelle scuole e 16.000 addetti del settore saranno senza lavoro.

CENSURA - Reporters sans frontières scende in campo per salvare Blob. E contro la decisione di Agostino Saccà di bloccare una puntata speciale del programma di Enrico Ghezzi dedicato a Silvio Berlusconi, la terza dedicata al premier. «Vietare una trasmissione satirica di qualità come Blob perché critica il presidente del Consiglio», ha scritto Robert Ménard, segretario di Rsf, in una letterà a Sacca «è censura pura e semplice». Rsf chiede al direttore generale «di ritornare sulla decisione, autorizzando la messa in onda».


Gr Flash di venerdi 11 ottobre - ore 17.00

IRAQ - Questa matina, ora italiana, il presidente degli Stati Uniti Bush ha ottenuto il ‘via libera’ all’uso della forza contro l’Iraq. Prima la Camera e dopo il Senato hanno approvato una risoluzione che autorizza il ricorso all’intervento militare contro Baghdad, se il regime di Saddam Hussein non rinuncerà alle armi di distruzione di massa. In attesa che gli ispettori delle Nazioni Unite possano recarsi in Iraq per verificare se davvero il ‘Rais’ abbia nei suoi arsenali strumenti di guerra in grado di costituire un pericolo per l’Occidente, la Casa Bianca incassa un ‘sì’ preventivo all’attacco. Diversamente da quanto dichiarato nei giorni precedenti, molti esponenti democratici alla fine hanno accettato la volontà di Bush. ”. L’ultimo ostacolo che gli Stati Uniti dovranno superare prima di mettere in pratica i propositi di guerra contro l’Iraq è costituito dalle posizioni di Francia e Russia all’interno del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Parigi e Mosca sono contrarie a un’azione armata in assenza di una nuova risoluzione di Palazzo di vetro.

E secondo alcune fonti gli Stati Uniti starebbero mettendo a punto un piano, sulla falsariga di quello adottato per il Giappone dopo la Seconda guerra mondiale, per installare in Iraq un governo militare a stelle e striscie, qualora rovesciassero Saddam Hussein. Lo ha scritto oggi il New York Times nella sua edizione online, citando un'autorevole fonte dell'amministrazione Bush. Il piano prevede anche di processare davanti a un tribunale per crimini di guerra i dirigenti iracheni e un periodo di transizione al termine del quale sarà eletto un governo civile. Questo periodo potrebbe durare mesi o anche anni, secondo il giornale. Il giornale fa anche il nome del possibile capo del governo militare: potrebbe essere il generale Tommy Franks, comandante delle forze Usa nel Golfo. Il suo ruolo sarebbe simile a quello che svolse generale Douglas MacArthur in Giappone dopo la resa di Tokyo nel 1945.

BOLIVIA - Un gruppo di 300 contadini ‘Senza Terra’, che da giorni occupa un’area del Parco nazionale Carrasco (Tropico di Cochabamba), ha attaccato ieri, armata di machete, bastoni e di alcuni fucili, una commissione tecnica della prefettura incaricata di convincerli a lasciare la zona protetta.. Dopo aver messo in fuga la commissione, i contadini avrebbero dato alle fiamme gli uffici delle guardie forestali di Karahuasi e preso in ostaggio un guardaparco. Negli ultimi mesi sono state segnalate numerose incursioni nel Parco di Carrasco da parte dei ‘Senza Terra’. Il governo sostiene che i contadini avrebbero piantato foglia di coca, abbattuto numerosi alberi e allestito dei veri e propri accampamenti, mettendo a rischio la biodiversità della riserva naturale. I responsabili del Parco hanno documentato almeno sei incursioni, avvenute a partire dal 18 luglio scorso. Protagonisti, centinaia di contadini provenienti dalla provincie più povere di Cochabamba da sempre in conflitto con i latifondisti della regione.

Dall'Italia

LAVORO - Secondo i sindacati le adesioni allo sciopero di oggi negli stabilimenti Fiat contro il piano di ristrutturazione dell'azienda, e gli 8.100 esuberi che prevede, sono state: a Cassino il 50%, a Mirafiori l'80-90%, a Pomigliano il 76%, alla Teksid 100%, alla Magneti Marelli 100%, alla Comau 85%, a Termini Imerese 100%, a Melfi il 95% per la Fiom e il 50% per la Fim. Lo stabilimento di Arese farà lo sciopero lunedì. E il sindaco di Termini Imerese, Luigi Purpi, che da ieri è in sciopero della fame, ha convocato per martedi alle 15.30, sempre davanti ai cancelli dello stabilimento Fiat, un'assemblea di tutti i sindaci del comprensorio. Questa mattina il sindaco di Sciara, eletto in una lista civica, ha consegnato al prefetto di Palermo la fascia tricolore. Un'iniziativa di protesta che proseguirà "fino a quando - ha detto - non verranno attuati interventi per porre fine a questa tragedia".

Intanto i segretari della Cisl siciliana, Paolo Mezzio, e palermitana, Giuseppe Lupo, nei loro interventi alla manifestazione alla Fiat di Termini Imerese hanno proposto alla Cgil di sospendere lo sciopero del 18 ottobre per organizzare con Cisl e Uil nei giorni successivi "una mobilitazione generale provinciale sulla questione Fiat e per il futuro dell'economia della Sicilia".

FINANZIARIA - Sedicimila addetti delle pulizie, concentrati per l'85% in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, rischiano di perdere il posto di lavoro dal primo gennaio 2003. L'allarme viene da cinque consorzi nazionali di imprese: il Cns (che fa riferimento a Legacoop), il Ciclat (Confcooperative), Manital (Fise-Confindustria), Miles (Confapi), e Sco (società partecipata da Italia Lavoro). La legge Finanziaria, dicono i cinque consorzi in una nota, NON HA STANZIATO i fondi necessari a consentire la prosecuzione dei servizi di pulizie in circa 2.200 istituti scolastici di ogni ordine e grado, quasi tutti nel centro-sud e nelle isole". In più, "benché consorzi di imprese e di cooperative abbiano siglato un contratto di durata quinquennale, il primo finanziamento copre solo i primi 18 mesi, cioè fino al 31 dicembre di quest'anno". A fronte di ciò, quindi, secondo i consorzi sarà inevitabile sospendere le attività di pulizia nelle scuole e 16.000 addetti del settore saranno senza lavoro.

Ore 9.30

Sciopero oggi, per 4 ore, dopo l'annuncio della richiesta dello stato di crisi e la messa in cassa integrazione a zero ore di oltre 8 mila lavoratori. Dopo gli strappi dell'estate scorsa, il caso Fiat ha ricompattato il fronte sindacale ed ha messo in allarme gli amministratori e mondo politico da Torino a Termini Imerese, da Arese a Cassino, a Napoli e in tutto l'universo Fiat. Ovunque sono previste questa mattina manifestazioni. A cominciare dai cancelli della storica Mirafiori.

La proposta che ieri è stata discussa in sede di Fiom Cgil per essere poi portata all'attenzione della Cisl e della Uil, prevede l'accelerazione dei nuovi modelli Fiat in modo da rimediare subito alla crisi di prodotto accompagnato da una forma di ingresso pubblico nel capitale Fiat sul modello che da tempo consente al land tedesco della Bassa Sassonia di stare con un 20 per cento nell'azionariato della Volkswagen.

Questo tipo di sbocco, che in altri tempi sarebbe stato considerato in qualche misura anacronistico e antistorico, viene indicato come una possibile via d'uscita dal tunnel nel quale potrebbero finire molte più persone di quelle indicate dal piano Fiat. Esso muove dalla necessità di velocizzare il risanamento della Fiat cominciando da un punto debole che è appunto il prodotto. Naturalmente questa ipotesi si scontra con non poche difficoltà, a cominciare dalla prevedibile opposizione delle autorità di controllo dell'Unione Europea. Cortei si sono svolti ieri ad Arese. Il punto caldo è Termini Imerese La paura di uno smantellamento dell'insediamento Fiat alimenta da giorni la protesta di questa cittadina il cui sindaco, Luigi Purpi, ha detto di voler continuare lo sciopero della fame fino a quando la Fiat non ritirerà il provvedimento. Ieri alcuni cortei hanno bloccato le strade intorno alla città ed è stato chiesto anche un incontro col presidente Ciampi.

Pakistan

Gli alleati del presidente Pervez Musharraf sono in leggero vantaggio sui rivali, secondo i primi risultati delle elezioni per il nuovo parlamento del Pakistan, che si sono svolte ieri. La coalizione dei partiti integralisti sostenitori dei taleban afghani , la Mma, ha avuto la maggioranza nell'Assemblea provinciale della North western frontier province (Nwfp), che confina con l' Afghanistan. I fondamentalisti hanno avuto un buon risultato anche nel Parlamento nazionale, ma i primi dati ad essere resi noti sono stati quelli del voto nella Nwfp, e non si ritiene che possano ripetere il risultato nelle altre province. A livello nazionale, subito dopo la Lega musulmana del Pakistan (Qa), il 'partito del presidente', viene il Partito del popolo pachistano (Ppp) dell'ex primo ministro Benazir Bhutto: secondo gli osservatori sarà uno di questi due partiti ad avere la maggioranza relativa quando, entro la giornata di oggi, verrano dichiarati i risultati definitivi.

Londra

Lunedì il governo britannico sospenderà l'autogoverno in Irlanda del nord per impedire che la crisi innescata da un caso di spionaggio per l'Ira faccia crollare tutto il processo di pace avviato con gli accordi del Venerdì santo del 1998. Fonti di Downing street hanno riferito che il premier Tony Blair ha deciso il ritorno delle sei contee dell'Ulster sotto il controllo di Londra come la "meno peggiore" delle opzioni possibili, dopo aver avuto un colloquio con il leader dello Sinn Fein, Gerry Adams. Il primo ministro del governo di Belfast, l'unionista moderato David Trimble, aveva fissato proprio lunedì come scadenza di un ultimatum a Londra per indtrodurre una mozione per l'uscita dal governo di coalizione del Sinn Fein, il braccio politico dell'Ira. Un gesto a suo avviso dovuto dopo la scoperta che l'organizzazione paramilitare cattolica riusciva a spiare i ministri britannici nei loro uffici di Belfast, forse con l'aiuto dello Sinn Fein. Si tratta della quarta sospensione delle istituzioni comuni, il governo e l'assemblea, dal 1998.

Ore 13.00

Iraq

Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di "non escludere" un accordo al Consiglio di sicurezza per una nuova risoluzione sull'Iraq. Putin, parlando ad una conferenza stampa al termine di colloqui con il premier britannico Tony Blair, ha sottolineato che "giuridicamente" una nuova risoluzione non è giustificata, ma considerando "la prassi negativa" del passato lavoro degli ispettori in Iraq, "siamo pronti insieme ai nostri partner a cercare le possibilità per garantire l'attività degli ispettori in Iraq". "A questo scopo - ha precisato Putin citato dalle agenzie - non escludo la possibilità di arrivare all'approvazione di decisioni congiunte compresa una nuova risoluzione" dell'Onu. Putin ha però ribadito, nella stessa occasione, di non avere ricevuto "prove convincenti" sull'esistenza in Iraq di "armi di distruzione di massa". Parlando a una conferenza stampa nella sua residenza di Zavidovo, 130 chilometri da Mosca, Putin ha detto che "non esistono dati sufficienti sull'esistenza in Iraq di armi nucleari e di altre armi di distruzione di massa".

Venezuela

Il presidente della Confederazione dei lavoratori del Venezuela (Ctv), Carlos Ortega, ha lanciato un pesante ultimatum al capo di Stato Hugo Chavez: se non rinuncerà al potere entro mercoledì, il massimo sindacato del Paese convocherà uno sciopero nazionale per lunedì 21 ottobre. Intervenendo ieri in un dibattito pubblico, al termine della massiccia mobilitazione organizzata dall’opposizione a Carcas, Ortega ha assicurato che la Ctv potrà contare sulla collaborazione di ‘Fedecamaras’ (La Confindustria venezuelana) e del Coordinamento Democratico, rete che raggruppa i movimenti di opposizione. Nel corso della mobilitazione, ribattezzata la ‘Presa di Caracas’, migliaia di persone hanno sollecitato il governo a indire al più presto nuove elezioni. “Questa massa di gente – ha incalzato il presidente di ‘Fedecamaras’, Carlos Fernandez – esige una risposta oggi e che sia soddisfacente. I venezuelani sono stanchi e non sopportano più che la situazione nel Paese continui a deteriorarsi”. “Noi non possiamo accettare sfide e ricatti – ha replicato il vice presidente José Vicente Rangel – la democrazia così non può funzionare”. Rangel ha quindi scartato la possibilità che si possa tornare alle urne in tempi brevi, rilevando che saranno necessari da 5 a 7 mesi per riformare il sistema elettorale. In ogni caso, ha concluso, il presidente Hugo Chavez replicherà a Ctv e ‘Fedecamaras’ durante la manifestazione indetta dal governo per domenica prossima. (FB)

Argentina

Dopo una prolungata sessione, la Camera dei deputati di Buenos Aires ha archiviato nelle ultime ore il giudizio politico contro la Corte Suprema, avviato nel febbraio scorso. Il ‘Partido Justicialista’ (Pj), al governo, è riuscito infine ad imporsi ed evitare che i nove membri del massimo tribunale del Paese sudamericano fossero sottoposti a processo per “cattiva amministrazione della giustizia”. Tra le sentenze più contestate, quella con cui il Tribunale a febbraio aveva dichiarato incostituzionale il ‘corralito’, ovvero il limite imposto al prelievo di liquidità dai depositi bancari. Un verdetto, considerato alla stregua di un tentativo di ‘golpe istituzionale’, capace di destabilizzare gravemente il Paese e portare al collasso il già fragile sistema finanziario nazionale. La Corte era stata accusata, tra l’altro, di aver vanificato le indagini a carico dell'ex capo dello Stato Carlos Menem, accusato ed arrestato per il contrabbando di armi verso Ecuador e Croazia tra il 1991 e il 1995. Tanto l'ex presidente, quanto il suo ex ministro della difesa Erman Gonzalez e altri funzionari del governo vennero infatti scarcerati in base a un provvedimento della Corte Suprema, assunto con il contributo decisivo del voto di due giudici noti amici dello stesso Menem. (FB)