GR ORE 19.30

Sommario

In primo piano

Esteri

da sara

Il governo israeliano ha dato oggi il suo primo via libera a una legge che mira a limitare i finanziamenti esteri alle Ong (organizzazioni non governative) israeliane fuori dal coro: provvedimento denunciato da più parti come liberticida e discriminatorio, e che ha già innescato una bufera di proteste sul fronte sia interno sia internazionale. La norma, promossa da due deputati del Likud (il partito di Netanyahu), Tzipi Hotovely e Ofir Akunis, prevede un risicato tetto massimo di 20.000 shekel (meno di 4.000 euro) per le donazioni di Paesi stranieri destinate a Ong che si occupino di questioni politiche: dai diritti umani alla pace. In attesa del vaglio del Parlamento), essa ha ricevuto oggi l'appoggio del comitato ministeriale per la legislazione e dello stesso premier. Aprendo la strada anche a un ulteriore progetto di legge - architettato stavolta da un deputato della formazione ultranazionalista Israel Beitenu, capeggiata dal ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman - che punta ad aggiungere un salasso fiscale del 45% sugli aiuti esteri alle Ong indipendenti non finanziate dallo Stato ebraico: colpendo con ciò tutte le realtà sgradite al governo in carica (e solo loro). Le due iniziative sono state apertamente criticate da fonti diplomatiche di Usa e Ue, mentre una rete di sodalizi non governativi israeliani le ha bollate come incompatibili con la legislazione d'uno Stato democratico. L'ok ministeriale è stato inoltre denunciato con toni durissimi, come un tentativo di «ridurre al silenzio associazioni e cittadini non allineati» con l'establishment nazionalista attualmente al potere, dalle leader-donna dei 2 maggiori partiti d'opposizione d'Israele: la portabandiera di Kadima (forza centrista in maggioranza relativa alla Knesset), Tzipi Livni, e la neo-eletta capofila dei Laburisti, Shelly Yachimovich. fonte ansa

Italia

Detenuto muore, aveva denunciato pestaggio http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/11/14/news/detenuto_muore_dopo_aver_denunciato_pestaggio_il_garante_chiarezza_evitiamo_altro_caso_cucchi-25006077/?ref=HREC1-6

GR ORE 13.00

ITALIA

BOLOGNA: VERSO IL 17 NOVEMBRE PROSEGUONO LE OCCUPAZIONI

Per ribadire che la crisi del capitalismo finanziario non deve essere risolta attraverso i provvedimenti di tecnocrati a Bologna proseguono le occupazioni iniziate la settimana scorsa. Sono 3 quelle attive nel capoluogo felsineo: l’accampata iniziata giovedì scorso nell’ex mercato di via Clavature e le occupazioni di un cinema da parte di Bartleby e della facoltà di lettere da parte del collettivo universitario autonomo iniziate invece venerdì. Ascolta Michele, studente che sta occupando la facoltà di lettere di Bologna.

Per quanto riguarda l’ Accampata Maggiore del mercato di mezzo il sindaco di Bologna Merola ha chiamato allo sgombero adducendo a improbabili “questioni tecniche e inagibilità” se non addirittura di “sgombero necessario per proteggere gli occupanti”. Il movimento di piazza replica senza giri di parole: “Non si nasconda dietro ad un dito signor Sindaco, sappiamo che è una questione politica” affermano in un comunicato. Per questo ha lanciato per oggi alle 16.00, un momento comunicativo in Palazzo d’Accursio, sede del consiglio comunale. ” ci recheremo lì con cartelli colorati, striscioni, maschere, per dire a Merola che guardare l’impalcatura e non guardare alle nostre istanze è come guardare il dito e non la luna”. Ascolta Nicola dell’Accampata Maggiore.

Giovanni resta in carcere

Rimane in carcere Giovanni, le ultime novità da piazzale clodio con Marco di macchia rossa

Prima pietra del presidio di Giaglione

Ieri a Giaglione in Val di Susa il movimento no tav ha posato la prima pietra del nuovo presidio. In una partecipata giornata di sole invernale il popolo della valle di Susa ha sancito l’ennesimo passaggio di un importante percorso di resistenza. Giaglione è il paese da dove si parte per raggiungere la val Clarea e il presidio baita che impedisce e blocca l’apertura del cantiere. Per tutta l’estate e l’autunno da qui si partì per raggiungere le reti del fortino e da qui il 3 luglio, il 30 luglio, il 23 ottobre partirono cortei immensi verso la valle ribelle da difendere. Questo presidio rappresenterà nei prossimi mesi un punto logistico importante per poter raggiungere la Baita, per avere notizie e anche per raccogliere materiale e vivere. Da qui le persone potranno incontrarsi e raggiungere la baita insieme, potranno confrontarsi nei momenti critici e saper affrontare a testa alta le varie zone rosse e tutti i divieti che via via verranno imposti. Ci si potrà riparare dal freddo e recuperare le forze per affrontare i duri sentieri invernali, nel pieno spirito della val di Susa che lotta cotto la neve. E’ una prima grande risposta all’arroganza con cui le camere dei deputati sabato 12 novembre a larga maggioranza hanno decretato la zona militare nelle area dei futuri cantieri tav. Di questa grande giornata dobbiamo sicuramente ringraziare gli amici e musicisti Lou Dalfin (importante band di musica occitana) che hanno scelto questo luogo ed in particolare questo importante momento per aprire il loro tour di presentazione del nuovo album. Winter is coming, con questo motto preso a prestito dalla narrativa in val di Susa ci si prepara ad un grande inverno di lotta

Difesa del latte italiano: caos sulla Pontina

Blitz alle porte di Roma dei pastori della Coldiretti presso lo stabilimento di un'azienda dove viene prodotto il tipico pecorino romano, all'altezza di Aprilia. Decine di trattori si sono messi in moto questa mattina sulla via Pontina per mobilitarsi, come ha annunciato la Coldiretti, in difesa del latte italiano che "viene sottopagato a livelli insostenibili per gli allevamenti".

La maggiore concentrazione di mezzi si è riversata sulla Pontina bloccando il traffico. "L'obiettivo è quello di evitare l'estinzione delle pecore in Italia e di un settore che rappresenta una fonte di sostentamento per migliaia di aziende in ambito nazionale e centinaia di realtà del territorio della provincia di Latina.

Bankitalia, solo 26,7% disoccupati trova lavoro in un anno

Se sei disoccupato, alla ricerca di un primo o di un nuovo lavoro, la probabilita' di trovare un'occupazione entro un anno risulta pari al 26,7%. In altre parole, poco piu' di uno su quattro nell'arco di dodici mesi riesce nell'impresa di essere assunto. A fare il calcolo e' la Banca d'Italia nel rapporto 'L'economia delle regioni italiane', che fotografa nel dettaglio il Paese in base a i dati aggiornati al 2010.

L'indagine rileva come la crisi abbia reso ancora piu' difficili le condizioni sul mercato del lavoro. Nel 2008 la ricerca di un posto dava piu' soddisfazioni, con circa uno su tre che entro un anno era in grado di portare a casa un contratto. La probabilita', infatti, di avere successo, secondo le elaborazioni di via Nazionale su dati Istat, era ben piu' alta, pari al 33,5%. Le porte si sono chiuse ovunque, la crisi ha cosi' anche appianato le differenze territoriali, ma il gap tra Nord e Sud resta forte. Nel 2010 ottenere un'occupazione rimane molto piu' facile se ci si trova in Italia settentrionale: le probabilita' di firmare un contratto di lavoro nel Nord Ovest e' pari al 33% e nel Nord est al 37,2%. Gia' al Centro la percentuale si riduce al 25,9% per arrivare nel Mezzogiorno al 21,3%.

Chi ha piu' difficolta' a inserirsi sono gli adulti, spesso si tratta di persone che si ritrovano costrette a ripresentarsi dopo aver gia' perso un impiego. I disoccupati over 35 sono, infatti, quelli che scontano le probabilita' piu' basse di riuscire ad essere assunti entro dodici mesi. Insomma, una volta usciti dal sistema, come prevedibile, si devono affrontare numerosi ostacoli per rientrare nel giro di un anno. Ad avere piu' chances, quindi, sono i giovani disoccupati, per lo piu' all'inseguimento del primo impiego. Per loro la possibilita' di sistemarsi tra il 2005 e il 2010 e' sempre stata leggermente superiore alla media in tutte le aree del Paese.

Tuttavia sono stati proprio i giovani i piu' colpiti dalla crisi e dal 2008 al 2010 il calo delle possibilita' di strappare un contratto per gli under 35 e' stato forte e ininterrotto, passando da circa il 35% del periodo pre crisi a neppure il 28% del 2010. Anche per i giovani disoccupati Palazzo Koch registra decisi squilibri territoriali, con la percentuali di successi che nel Nord Est e' doppia rispetto al Mezzogiorno.

Fiat: stop produzione auto a Termini Imerese a partire dal 23 novembre

Lo rendono noto fonti sindacali dopo la comunicazione ufficiale ricevuta dal Lingotto

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