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'''Gioranata internazionale contro la violenza maschile sulle donne''' Per lungo tempo donne, femministe e lesbiche hanno contestato una iniziativa, che come tutte le giornate internazionali, serve a relgeare i problemi quotidiani a questioni contingenti o di ermegenza. La giornata nasce per ricordare e rendere omaggio alle sorelle Mirabal, donne coraggiose impegnatesi nella lotta di liberazione del loro paese, Repubblica Domenicana, e per questo torturate e uccise dal regime di Trujillo, il 25 novembre del 1960. Eppure, la condizione di donne e lesbiche in Italia assume i tratti di una vera e proprio stillicidio. Da febbraio 2011 a ottobre, sono state 72 le donne uccise da mariti, amanti, fidanzati, ex, per una media di 8 al mese. Periodo più sanguinario, giugno, con 13 femminicidi. Un dato che chiaramente aumenta, se si aggiungono al monitoraggio tutte le altre forme di violenza sulle donne, dalle costrizioni psicologiche all'emarginazione sociale, aumentata con l'avvento della crisi. E' infastti dato incontrovertibile che il potere degli uomini sulle donne diventa più difficile da scalfire quando non vi è indipendenza economica di chi subisce una o molte forme di violenza. Diverse iniziative in tutta Italia, dagli incontri istituzionali alle manifestazione delle compagne, che hanno voluto dare una significato più esteso al termine violenza, ribadendo che essa può essee condotta anche dalle isttituzioni, quando decidono sul corpo delle donne, sulla materità, sul taglio ai servizi essenziali. Domani, a Terni, una iniziativa organizzata dall'Assemblea autorganizzata femminista Le De'Genere di Terni, parteciperà con un volantinaggio informativo all'evento organizzato dalla rete Terni Donne.Dal 26 Luglio del 2011 in Umbria le donne avrebbero la possibilità di usufruire della pillola abortivaRU486 attraverso il Day Hospital: la Giunta della Regione Umbria infatti, con atto n. 863, ha emesso la delibera “Linee guida sull'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) con l'utilizzo del farmaco RU486” L'atto avrebbe dovuto avere efficacia immediata, ma, come denunciamo da tempo, attualmente non vi è ancora alcuna attuazione della delibera regionale, non essendo stata notificata alcuna "direttiva" da parte dei Direttori Sanitari delle ASL alle strutture pubbliche (ospedali e consultori). Dopo più di un anno di lotte, assemblee, manifestazioni delle donne presenti sul territorio, ancora viene impedito il libero accesso alla pillola abortiva RU486 (usata in tutta Europa da oltre vent'anni), di fatto boicottata e bloccata per motivi politici ed elettoralistici. A Roma, nel primo pomeriggio di oggi è stato calato uno striscione dal Pincio, come ci racconta una compagna del collettivo Le Ribellule Nel pomeriggio, invece, la coordinamenta femminista e lesbica di Roma ha indetto al Pigneto un presidio per presdentare il vademecum contro la violenza maschile sulle donne. ascolta la corrispondenza A Bologna, iniziativa a Piazza Re Enzo ascolta la corrispondenza INfine, vogliamo concludere raccongliendo l'appello che arriva da migranda, associazione di Bologna. Le doonne recluse nei CIE, come le detenute nelle carceri, subiscono, oltre alla violenza della reclusione, anche il discredito, l'abbandono dei legami sociali, l'allontanamento dai figli, oltre alle violenze fisiche, piscologiche e sessuali da parte di secondini e personale di assistenza. Pubblichiamo questo appello in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Per adesioni scrivete a migranda2011@gmail.com Adama è una donna e una migrante. Mentre scriviamo, Adama è rinchiusa nel CIE di Bologna. È rinchiusa in via Mattei dal 26 agosto, quando ha chiamato i carabinieri di Forlì dopo essere stata derubata, picchiata, stuprata e ferita alla gola con un coltello dal suo ex-compagno. Le istituzioni hanno risposto alla sua richiesta di aiuto con la detenzione amministrativa riservata ai migranti che non hanno un regolare permesso di soggiorno. La sua storia non ha avuto alcuna importanza per loro. La sua storia – che racconta di una doppia violenza subita come donna e come migrante – ha molta importanza per noi. Secondo la legge Bossi-Fini Adama è arrivata in Italia illegalmente. Per noi è arrivata in Italia coraggiosamente, per dare ai propri figli rimasti in Senegal una vita più dignitosa. Ha trovato lavoro e una casa tramite lo stesso uomo che prima l’ha aiutata e protetta, diventando il suo compagno, e si è poi trasformato in un aguzzino. Un uomo abile a usare la legge Bossi-Fini come ricatto. Per quattro anni, quest’uomo ha minacciato Adama di denunciarla e farla espellere dal paese se lei non avesse accettato ogni suo arbitrio. Per quattro anni l’ha derubata di parte del suo salario, usando la clandestinità di Adama come arma in suo potere. Quando Adama ha dovuto rivolgersi alle forze dell’ordine, l’unica risposta è stata la detenzione nel buco nero di un centro di identificazione e di espulsione nel quale potrebbe restare ancora per mesi. L’avvocato di Adama ha presentato il 16 settembre una richiesta di entrare nel CIE accompagnato da medici e da un interprete, affinché le sue condizioni di salute fossero accertate e la sua denuncia per la violenza subita fosse raccolta. La Prefettura di Bologna ha autorizzato l’ingresso dei medici e dell’interprete il 25 ottobre. È trascorso più di un mese prima che Adama potesse finalmente denunciare il suo aggressore, e non sappiamo quanto tempo occorrerà perché possa riottenere la libertà. Sappiamo però che ogni giorno è un giorno di troppo. Sappiamo che la violenza che Adama ha subito, come donna e come migrante, riguarda tutte le donne e non è perciò possibile lasciar trascorrere un momento di più. Il CIE è solo l’espressione più feroce e violenta di una legge, la Bossi-Fini, che impone il silenzio e che trasforma donne coraggiose in vittime impotenti. Noi donne non possiamo tacere mentre Adama sta portando avanti questa battaglia. Per questo facciamo appello a tutti i collettivi, le associazioni, le istituzioni, affinché chiedano la sua immediata liberazione dal CIE e la concessione di un permesso di soggiorno che le consenta di riprendere in mano la propria vita. Migranda Associazione Trama di Terre Per adesioni: migranda2011@gmail.com Per informazioni e aggiornamenti: www.migranda.org |
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'''Corteo studentesco a Ostia''' ascolta la corrispondenza '''Dalle scuole medie superiori proseguono le mobilitazioni''' Questa mattina, alle 12.00 presso l'istituto Newton, era previsto un incontro dei presidi romani - promosso dal presidente dell'Associazione dei Dirigenti Scolastici e preside del Newton, prof. Rusconi -sul tema delle mobilitazioni studentesche di questi giorni. All'incontro, si è presentata una piccola delegazione degli studenti romani in mobilitazione, con la richiesta di poter leggere una lettera aperta redatta congiuntamente dagli studenti e le studentesse delle diverse scuole occupate di roma. Non stupisce che la risposta a tale richiesta sia stata l'intervento di agenti in borghese del commissariato di zona, che hanno impedito l'ingresso alla delegazione ed hanno riportato la indisponibilità della riunione dei dirigente scolastici a confrontarsi con gli studenti. Non stupisce anche perchè il promotore di tale incontro, il prof. Rusconi, ormai ad ogni autunno si rende protagonista di autistiche campagne contro le occupazioni e le autogestioni, risulterebbe stato l'unico dirigente scolastico ad essere disponibile a fornire l'elenco degli assenti nella giornata del 3 novembre, quando in occasione di una manifestazione la questura fece trovare le camionette all'ingresso di vari istituti romani e in molti licei (virgilio, morgagni, lucrezio caro, tasso ed altri) fu chiesto di poter visionare i registri, ottenendo ovunque tranne che al newton risposta negativa in mancanza di una richiesta dell'autorità giudiziaria. |
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'''In Italia è strage di donne''' Con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le Ong a mobilitarsi per sensibilizzare l'opinione pubblica su questa emergenza. La data fu scelta riferendosi a quella indicata dalle donne riunite nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981, in ricordo del giorno in cui, nel 1960, tre sorelle dominicane, coraggiose rivoluzionarie contro il regime di Rafael Leonidas Trujillo, vennero brutalmente uccise. L'Italia però è arrivata solo qualche anno dopo a celebrare questa giornata, denunciando, manifestando, ricordando le tante troppe vittime di feminicidio. Da febbraio 2011 a ottobre, sono state 72 le donne uccise da mariti, amanti, fidanzati, ex, per una media di 8 al mese. Periodo più sanguinario, giugno, con 13 femminicidi. Un dato che chiaramente aumenta, se si aggiungono al monitoraggio gli altri tipi di delitti sulle donne, spesso appartenenti al mondo della prostituzione. Secondo la Casa delle donne di Bologna, infatti, i primi sei mesi dell'anno vedono 92 donne ammazzate. Un dato che promette di superare perfino le 127 vittime del 2010. L'emergenza, dunque, continua e la relazione di potere fra i generi si conferma il fattore che domina la società. |
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'''Marocco: seggi aperti per legislative, incognita astensione''' Dopo meno di due settimane di una campagna elettorale sotto tono, in Marocco si sono aperti i seggi per le elezioni anticipate. Oltre 13,6 milioni di marocchini (su una popolazione di 33 milioni) si sono iscritti alle liste elettorali per eleggere i 395 membri della Camera dei rappresentanti. Ma la vera posta in gioco è, per tutti i 31 partiti in lizza, la partecipazione al voto, il primo dopo l'adozione della nuova Costituzione voluta per arginare il vento della primavera araba nel regno. I partiti cercano dunque un forte mandato parlamentare per implementare la nuova Carta fondamentale e proseguire sulla via delle riforme, ma il tasso di partecipazione al voto non ha fatto che scendere nelle ultime consultazioni (nel 2007 non ha superato il 37%). E non mancano gli appelli al boicottaggio: ancora ieri, fino a tarda notte, il Movimento 20 febbraio ha manifestato nei pressi del Parlamento a Rabat. Tre i principali partiti che si contendono il maggior numero dei seggi, il partito moderato islamico Giustizia e Sviluppo di Abdelilah Benkirane, l'Istiqlal del premier Abbas al Fassi e l'Rni del ministro delle Finanze Salaheddine Mezouar. Sul voto vigilano 4.000 osservatori marocchini e internazionali. I seggi si chiuderanno alle 19 e i risultati ufficiali saranno comunicati domani a mezzogiorno. '''Egitto, i militari danno l'incarico di formare il governo all'ex premier al Ganzuri''' Nuova svolta nella crisi egiziana: i militari hanno richiamato Kamal al Ganzuri. A lui avrebbero dato l'incarico di formare il governo. Si tratta evidentemente di una mossa per cercare di disinnescare la nuova ondata di proteste che negli scorsi giorni ha riportato in piazza Tahrir migliaia di egiziani. Si tratta di un politico che ha ricoperto numerosi incarichi governativi sotto la presidenza di Hosni Mubarak; la sua carriera comincia con Sadat, che lo vuole sottosegretario al ministero della Pianificazione tra il 1974 e il 1975, dove tornerà da ministro nel 1982, sotto Mubarak, dopo una lunga esperienza in diversi governatorati. Nel 1999 rimane vittima di un gioco di correnti in seno al partito del presidente ed esce di scena. Lo scorso febbraio aveva ritrovato la ribalta, in un'intervista con la quale prendeva le distanze dal regime. Proprio sulla popolarità di colui che viene definito "il ministro dei poveri" e sul suo appeal presso le fasce più povere e disagiate della popolazione egiziana starebbero puntando i militari, oggetto di forti contestazioni per aver tradito la rivoluzione dello scorso gennaio e per la repressione brutale che si è consumata negli ultimi giorni: fonti ufficiali parlano di 41 morti tra i manifestanti, 36 dei quali in piazza Tharir, il luogo simbolo della prima rivoluzione, quella che aveva portato alla caduta di Mubarak. Dalla Casa Bianca è arrivato questa mattina un avvertimento alla giunta militare che regge il Paese: "Il potere passi al più presto nelle mani dei civili". |
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'''Lavoratori e lavoratrici dei vagoni letto in lotta''' 800 lavoratori e lavoratrici della wagon-lits sono a rischio licenziamento, ieri mattina hanno occupato la palazzina trenitalia di via prenestina. La corrispondenza con Giuseppe, uno di loro. '''corteo studentesco ad Ostia''' Corteo studentesco ad ostia questa mattina, ascolta la corrispondenza con uno studente dell'Anco marzio '''Esplosione in un cantiere, muore un operaio''' Si chiamava Rosario Spampinato, di 50 anni, l'operaio morto questa mattina poco prima dell'alba nell'esplosione avvenuta a Lallio, alle porte di Bergamo, in una cartiera. L'incidente e' avvenuto poco prima delle 4.30 di stamani. L'esplosione ha distrutto la fabbrica, provocando danni ingenti. Sul posto sono ancora al lavoro le squadre dei vigili del fuoco, ma ancora non se ne conoscono le cause. Altri operai, che in quel momento erano al lavoro insieme alla vittima, sono riusciti a mettersi in salvo. Secondo una prima ricostruzione l'esplosione che ha distrutto la fabbrica è stata causata dallo scoppio di una caldaia. Al momento dell'incidente, nella ditta di via Pascoletto stavano lavorando otto operai, addetti al turno di notte. La deflagrazione è stata tanto forte che i calcinacci sono volati a decine di metri di distanza, danneggiando anche alcune automobili parcheggiate nei pressi, le vetrine dei negozi e le facciate di alcune abitazioni.. Rosario Spampinato era originario della Sicilia, ma da tanti anni viveva in provincia di Bergamo e lavorava nell'azienda. Lascia la moglie e due figli. |
Gr 19:30
In primo Piano
Gioranata internazionale contro la violenza maschile sulle donne
Per lungo tempo donne, femministe e lesbiche hanno contestato una iniziativa, che come tutte le giornate internazionali, serve a relgeare i problemi quotidiani a questioni contingenti o di ermegenza. La giornata nasce per ricordare e rendere omaggio alle sorelle Mirabal, donne coraggiose impegnatesi nella lotta di liberazione del loro paese, Repubblica Domenicana, e per questo torturate e uccise dal regime di Trujillo, il 25 novembre del 1960. Eppure, la condizione di donne e lesbiche in Italia assume i tratti di una vera e proprio stillicidio. Da febbraio 2011 a ottobre, sono state 72 le donne uccise da mariti, amanti, fidanzati, ex, per una media di 8 al mese. Periodo più sanguinario, giugno, con 13 femminicidi. Un dato che chiaramente aumenta, se si aggiungono al monitoraggio tutte le altre forme di violenza sulle donne, dalle costrizioni psicologiche all'emarginazione sociale, aumentata con l'avvento della crisi. E' infastti dato incontrovertibile che il potere degli uomini sulle donne diventa più difficile da scalfire quando non vi è indipendenza economica di chi subisce una o molte forme di violenza.
Diverse iniziative in tutta Italia, dagli incontri istituzionali alle manifestazione delle compagne, che hanno voluto dare una significato più esteso al termine violenza, ribadendo che essa può essee condotta anche dalle isttituzioni, quando decidono sul corpo delle donne, sulla materità, sul taglio ai servizi essenziali. Domani, a Terni, una iniziativa organizzata dall'Assemblea autorganizzata femminista Le De'Genere di Terni, parteciperà con un volantinaggio informativo all'evento organizzato dalla rete Terni Donne.Dal 26 Luglio del 2011 in Umbria le donne avrebbero la possibilità di usufruire della pillola abortivaRU486 attraverso il Day Hospital: la Giunta della Regione Umbria infatti, con atto n. 863, ha emesso la delibera “Linee guida sull'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) con l'utilizzo del farmaco RU486” L'atto avrebbe dovuto avere efficacia immediata, ma, come denunciamo da tempo, attualmente non vi è ancora alcuna attuazione della delibera regionale, non essendo stata notificata alcuna "direttiva" da parte dei Direttori Sanitari delle ASL alle strutture pubbliche (ospedali e consultori). Dopo più di un anno di lotte, assemblee, manifestazioni delle donne presenti sul territorio, ancora viene impedito il libero accesso alla pillola abortiva RU486 (usata in tutta Europa da oltre vent'anni), di fatto boicottata e bloccata per motivi politici ed elettoralistici.
A Roma, nel primo pomeriggio di oggi è stato calato uno striscione dal Pincio, come ci racconta una compagna del collettivo Le Ribellule
Nel pomeriggio, invece, la coordinamenta femminista e lesbica di Roma ha indetto al Pigneto un presidio per presdentare il vademecum contro la violenza maschile sulle donne.
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A Bologna, iniziativa a Piazza Re Enzo
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INfine, vogliamo concludere raccongliendo l'appello che arriva da migranda, associazione di Bologna. Le doonne recluse nei CIE, come le detenute nelle carceri, subiscono, oltre alla violenza della reclusione, anche il discredito, l'abbandono dei legami sociali, l'allontanamento dai figli, oltre alle violenze fisiche, piscologiche e sessuali da parte di secondini e personale di assistenza.
Pubblichiamo questo appello in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Per adesioni scrivete a migranda2011@gmail.com
Adama è una donna e una migrante. Mentre scriviamo, Adama è rinchiusa nel CIE di Bologna. È rinchiusa in via Mattei dal 26 agosto, quando ha chiamato i carabinieri di Forlì dopo essere stata derubata, picchiata, stuprata e ferita alla gola con un coltello dal suo ex-compagno. Le istituzioni hanno risposto alla sua richiesta di aiuto con la detenzione amministrativa riservata ai migranti che non hanno un regolare permesso di soggiorno. La sua storia non ha avuto alcuna importanza per loro. La sua storia – che racconta di una doppia violenza subita come donna e come migrante – ha molta importanza per noi.
Secondo la legge Bossi-Fini Adama è arrivata in Italia illegalmente. Per noi è arrivata in Italia coraggiosamente, per dare ai propri figli rimasti in Senegal una vita più dignitosa. Ha trovato lavoro e una casa tramite lo stesso uomo che prima l’ha aiutata e protetta, diventando il suo compagno, e si è poi trasformato in un aguzzino. Un uomo abile a usare la legge Bossi-Fini come ricatto. Per quattro anni, quest’uomo ha minacciato Adama di denunciarla e farla espellere dal paese se lei non avesse accettato ogni suo arbitrio. Per quattro anni l’ha derubata di parte del suo salario, usando la clandestinità di Adama come arma in suo potere.
Quando Adama ha dovuto rivolgersi alle forze dell’ordine, l’unica risposta è stata la detenzione nel buco nero di un centro di identificazione e di espulsione nel quale potrebbe restare ancora per mesi. L’avvocato di Adama ha presentato il 16 settembre una richiesta di entrare nel CIE accompagnato da medici e da un interprete, affinché le sue condizioni di salute fossero accertate e la sua denuncia per la violenza subita fosse raccolta. La Prefettura di Bologna ha autorizzato l’ingresso dei medici e dell’interprete il 25 ottobre. È trascorso più di un mese prima che Adama potesse finalmente denunciare il suo aggressore, e non sappiamo quanto tempo occorrerà perché possa riottenere la libertà.
Sappiamo però che ogni giorno è un giorno di troppo. Sappiamo che la violenza che Adama ha subito, come donna e come migrante, riguarda tutte le donne e non è perciò possibile lasciar trascorrere un momento di più. Il CIE è solo l’espressione più feroce e violenta di una legge, la Bossi-Fini, che impone il silenzio e che trasforma donne coraggiose in vittime impotenti.
Noi donne non possiamo tacere mentre Adama sta portando avanti questa battaglia. Per questo facciamo appello a tutti i collettivi, le associazioni, le istituzioni, affinché chiedano la sua immediata liberazione dal CIE e la concessione di un permesso di soggiorno che le consenta di riprendere in mano la propria vita.
Migranda
Associazione Trama di Terre
Per adesioni: migranda2011@gmail.com
Per informazioni e aggiornamenti: www.migranda.org
ESTERI
ITALIA
Corteo studentesco a Ostia
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Dalle scuole medie superiori proseguono le mobilitazioni
Questa mattina, alle 12.00 presso l'istituto Newton, era previsto un incontro dei presidi romani - promosso dal presidente dell'Associazione dei Dirigenti Scolastici e preside del Newton, prof. Rusconi -sul tema delle mobilitazioni studentesche di questi giorni.
- All'incontro, si è presentata una piccola delegazione degli studenti romani in mobilitazione, con la richiesta di poter leggere una lettera aperta redatta congiuntamente dagli studenti e le studentesse delle diverse scuole occupate di roma.
Non stupisce che la risposta a tale richiesta sia stata l'intervento di agenti in borghese del commissariato di zona, che hanno impedito l'ingresso alla delegazione ed hanno riportato la indisponibilità della riunione dei dirigente scolastici a confrontarsi con gli studenti.
Non stupisce anche perchè il promotore di tale incontro, il prof. Rusconi, ormai ad ogni autunno si rende protagonista di autistiche campagne contro le occupazioni e le autogestioni, risulterebbe stato l'unico dirigente scolastico ad essere disponibile a fornire l'elenco degli assenti nella giornata del 3 novembre, quando in occasione di una manifestazione la questura fece trovare le camionette all'ingresso di vari istituti romani e in molti licei (virgilio, morgagni, lucrezio caro, tasso ed altri) fu chiesto di poter visionare i registri, ottenendo ovunque tranne che al newton risposta negativa in mancanza di una richiesta dell'autorità giudiziaria.
Gr 13:00
In primo Piano
In Italia è strage di donne
Con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le Ong a mobilitarsi per sensibilizzare l'opinione pubblica su questa emergenza. La data fu scelta riferendosi a quella indicata dalle donne riunite nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981, in ricordo del giorno in cui, nel 1960, tre sorelle dominicane, coraggiose rivoluzionarie contro il regime di Rafael Leonidas Trujillo, vennero brutalmente uccise. L'Italia però è arrivata solo qualche anno dopo a celebrare questa giornata, denunciando, manifestando, ricordando le tante troppe vittime di feminicidio.
Da febbraio 2011 a ottobre, sono state 72 le donne uccise da mariti, amanti, fidanzati, ex, per una media di 8 al mese. Periodo più sanguinario, giugno, con 13 femminicidi. Un dato che chiaramente aumenta, se si aggiungono al monitoraggio gli altri tipi di delitti sulle donne, spesso appartenenti al mondo della prostituzione. Secondo la Casa delle donne di Bologna, infatti, i primi sei mesi dell'anno vedono 92 donne ammazzate. Un dato che promette di superare perfino le 127 vittime del 2010. L'emergenza, dunque, continua e la relazione di potere fra i generi si conferma il fattore che domina la società.
ESTERI
Marocco: seggi aperti per legislative, incognita astensione
Dopo meno di due settimane di una campagna elettorale sotto tono, in Marocco si sono aperti i seggi per le elezioni anticipate. Oltre 13,6 milioni di marocchini (su una popolazione di 33 milioni) si sono iscritti alle liste elettorali per eleggere i 395 membri della Camera dei rappresentanti.
Ma la vera posta in gioco è, per tutti i 31 partiti in lizza, la partecipazione al voto, il primo dopo l'adozione della nuova Costituzione voluta per arginare il vento della primavera araba nel regno. I partiti cercano dunque un forte mandato parlamentare per implementare la nuova Carta fondamentale e proseguire sulla via delle riforme, ma il tasso di partecipazione al voto non ha fatto che scendere nelle ultime consultazioni (nel 2007 non ha superato il 37%).
E non mancano gli appelli al boicottaggio: ancora ieri, fino a tarda notte, il Movimento 20 febbraio ha manifestato nei pressi del Parlamento a Rabat.
Tre i principali partiti che si contendono il maggior numero dei seggi, il partito moderato islamico Giustizia e Sviluppo di Abdelilah Benkirane, l'Istiqlal del premier Abbas al Fassi e l'Rni del ministro delle Finanze Salaheddine Mezouar.
Sul voto vigilano 4.000 osservatori marocchini e internazionali. I seggi si chiuderanno alle 19 e i risultati ufficiali saranno comunicati domani a mezzogiorno.
Egitto, i militari danno l'incarico di formare il governo all'ex premier al Ganzuri
Nuova svolta nella crisi egiziana: i militari hanno richiamato Kamal al Ganzuri. A lui avrebbero dato l'incarico di formare il governo. Si tratta evidentemente di una mossa per cercare di disinnescare la nuova ondata di proteste che negli scorsi giorni ha riportato in piazza Tahrir migliaia di egiziani.
Si tratta di un politico che ha ricoperto numerosi incarichi governativi sotto la presidenza di Hosni Mubarak; la sua carriera comincia con Sadat, che lo vuole sottosegretario al ministero della Pianificazione tra il 1974 e il 1975, dove tornerà da ministro nel 1982, sotto Mubarak, dopo una lunga esperienza in diversi governatorati. Nel 1999 rimane vittima di un gioco di correnti in seno al partito del presidente ed esce di scena. Lo scorso febbraio aveva ritrovato la ribalta, in un'intervista con la quale prendeva le distanze dal regime.
Proprio sulla popolarità di colui che viene definito "il ministro dei poveri" e sul suo appeal presso le fasce più povere e disagiate della popolazione egiziana starebbero puntando i militari, oggetto di forti contestazioni per aver tradito la rivoluzione dello scorso gennaio e per la repressione brutale che si è consumata negli ultimi giorni: fonti ufficiali parlano di 41 morti tra i manifestanti, 36 dei quali in piazza Tharir, il luogo simbolo della prima rivoluzione, quella che aveva portato alla caduta di Mubarak. Dalla Casa Bianca è arrivato questa mattina un avvertimento alla giunta militare che regge il Paese: "Il potere passi al più presto nelle mani dei civili".
ITALIA
Lavoratori e lavoratrici dei vagoni letto in lotta
800 lavoratori e lavoratrici della wagon-lits sono a rischio licenziamento, ieri mattina hanno occupato la palazzina trenitalia di via prenestina. La corrispondenza con Giuseppe, uno di loro.
corteo studentesco ad Ostia
Corteo studentesco ad ostia questa mattina, ascolta la corrispondenza con uno studente dell'Anco marzio
Esplosione in un cantiere, muore un operaio
Si chiamava Rosario Spampinato, di 50 anni, l'operaio morto questa mattina poco prima dell'alba nell'esplosione avvenuta a Lallio, alle porte di Bergamo, in una cartiera.
L'incidente e' avvenuto poco prima delle 4.30 di stamani.
L'esplosione ha distrutto la fabbrica, provocando danni ingenti. Sul posto sono ancora al lavoro le squadre dei vigili del fuoco, ma ancora non se ne conoscono le cause.
Altri operai, che in quel momento erano al lavoro insieme alla vittima, sono riusciti a mettersi in salvo.
Secondo una prima ricostruzione l'esplosione che ha distrutto la fabbrica è stata causata dallo scoppio di una caldaia. Al momento dell'incidente, nella ditta di via Pascoletto stavano lavorando otto operai, addetti al turno di notte. La deflagrazione è stata tanto forte che i calcinacci sono volati a decine di metri di distanza, danneggiando anche alcune automobili parcheggiate nei pressi, le vetrine dei negozi e le facciate di alcune abitazioni.. Rosario Spampinato era originario della Sicilia, ma da tanti anni viveva in provincia di Bergamo e lavorava nell'azienda. Lascia la moglie e due figli.
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