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GRECIA A RISCHIO DEFAULT?

E’ in corso ad Atene una riunione fra il premier greco Lucas Papademos e i 3 partiti che sostengono il suo governo. L’obbiettivo del primo ministro è quello di convincere i partiti ad accettare il nuovo piano di tagli indiscriminati imposto dalla troika per ottenere il prestito d 130 miliardi di euro indispensabile per evitare la bancarotta del paese a marzo, quando dovrà rimborsare 14,5 miliardi di euro di bond in scadenza. Sul tavolo restano ancora questioni cruciali che riguardano la riduzione dei sussidi pensionistici, il costo del lavoro nel settore privato e la riduzione della spesa pubblica. Sembrerebbe invece essere evitata l’abolizione della tredicesima e la quattordicesima mensilità anche nel privato e il taglio dei sussidi pensionistici.

I due maggiori sindacati greci dei settori pubblico e privato, Adedy e Gsee, hanno annunciato per domani uno sciopero generale di 24 ore per protestare contro il nuovo piano di austerity che il governo di Atene sta discutendo con la troika (Ue, Bce e Fmi).

Ieri gli incontri sono stati un fallimento. I partiti che sostengono il governo non hanno sottoscritto gli accordi capestro della troika, come richiesto dall’ Ue che aveva imposto la data limite a ieri. Ue-Bce-Fmi chiedono l’abbassamento dei salari minimi, il taglio delle tredicesime anche nel privato, un intervento peggiorativo sulle pensioni complementari, nuovi tagli pari all’1% del pil – circa due miliardi di euro solo nel 2012, inclusi abbattimenti di costi di difesa e sanità.

“Non consentirò misure che portino a una maggiore austerita”, ha detto Samaras, leader dei conservatori di Nea Democratia, mentre Karatzaferis, del partito di destra radicale Laos, ha affermato di non voler “contribuire all’esplosione di una rivoluzione” accettando le misure proposte dalla troika

Romania, si dimette il premier

Il primo ministro romeno Emil Boc si è dimesso oggi, 6 febbraio 2012, dopo settimane di proteste contro le misure di austerità varate dal governo che hanno scosso tutto il Paese. Lo rende noto la Bbc.

Il premier, che ha annunciato le contestuali dimissioni di tutto l’esecutivo, ha dichiarato: ”Ho preso la decisione di presentare le dimissioni del governo”, ha annunciato Boc in televisione, ”nel corso del consiglio dei ministri per distendere la situazione politica e sociale del Paese”. Boc ha chiesto al Parlamento di dare presto la fiducia ad un nuovo governo.

Il governo guidato da Boc a partire dal 2009 ha introdotto una serie di impopolari tagli alla spesa pubblica per risanare le finanze del Paese. Tra le misure assunte, il taglio di decine di migliaia di posti di lavoro, la riduzione dei salari e l’aumento delle imposte. L’esecutivo ha affrontato nelle ultime settimane vaste proteste di piazza, mentre i consensi per il Partito liberal democratico di Boc sono scivolati al 15 percento. Gli osservatori non escludono l’ipotesi di un governo tecnico fino alle elezioni parlamentari previste per la fine dell’anno.

Palestina: accordo Hamas-Fatah su governo transizione

”Le due parti hanno convenuto che il presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) guiderà un governo di unità nazionale, formato da indipendenti e tecnocrati, incaricato di supervisionare il processo elettorale”. Lo ha annunciato oggi una fonte palestinese da Doha, in Qatar, dove si tiene il vertice tra i due principali partiti palestinesi.

Lo stesso Abbas, con Khaled Meshal per Hamas, hanno raggiunto un’intesa per organizzare le elezioni presidenziali e legislative nel Paese. Oggi i leader palestinesi saranno ricevuto da Tamim ben Hamad al-Thani, figlio designato alla successione dell’emiro del Qatar, che dovrebbe sancire l’accordo.

Non è stata ancora fissata una data, ma secondo gli accordi del Cairo, le elezioni dovrebbero tenersi entro e non oltre maggio 2012. In Palestina non si vota dal 2005, quando Hamas ottenne una vittoria netta, ma che Fatah si rifiutò di riconoscere appoggiata in questo dalla comunità internazionale. Ne generò una guerra civile, che definì una rottura tra la Cisgiordania (in mano a Fatah) e la Striscia di Gaza (in mano ad Hamas).

ITALIA

Omsa, i primi risultati della lotta

Dopo aver messo in campo una lotta intensa e mediatica, con il boicottaggio dei marchi prodotti negli stabilimenti Omsa in seguito alla comunicazione, ricevuta tramite fax la vigilia di natale, dell'imminente licenziamento al termine del periodo di cassintegrazione , le lavoratrici della Omsa di Faenza non saranno licenziate.

La Omsa è tornata sui suoi passi e ha chiesto la “cig in deroga” al ministero del lavoro e si è impegnata con i sindacati a stendere un percorso di lavoro che salvaguardi le lavoratrici. A fianco di questa vittoria delle lotte messe in campo, sembra che si stia avviando anche un percorso di reindustrializzazione dello stabilimento, al momento ancora molto incerto soprattutto considerando l’attendibilità dell’attuale dirigenza, dopo la decisione di de localizzare la produzione.

La lotta paga e sicuramente l’esperienza delle lavoratrici Omsa ne è l'esempio. Attraverso un'intensa campagna mediatica sono riuscite a sensibilizzare tutto il paese e al loro fianco diverse iniziative comunicative sono state messe in campo da molte realtà autorganizzate e soggetti. Diversi i volantinaggi e i presidi compiuti in contemporanea in varie città di Italia contro i negozi della Golden Lady. Grazie alla mobilitazione si è arrivati all’ottenimento della cig in deroga, evitando la mobilità e il successivo licenziamento.

ALCOA: RINVIATO LO SCIOPERO E L’INCONTRO AL MINISTERO DELLO SVILUPPO

E’ stato rinviato lo sciopero di quattro ore dei lavoratori dello stabilimento Alcoa di Portovesme (Carbonia Iglesias), previsto per oggi. La nuova protesta si sarebbe dovuta svolgere in concomitanza con il vertice previsto al Ministero dello sviluppo economico, poi rinviato a domani pomeriggio. Il caso Alcoa sarà, inoltre, esaminato nel corso della settimana dalla Decima Commissione delle Attività produttive della Camera dei Deputati. I componenti della Commissione a Montecitorio esamineranno mercoledì 8 febbraio un paio di risoluzioni proposte da altrettanti deputati relative alla valenza strategica nazionale del settore dell’alluminio e continuità produttiva dello stabilimento di Portovesme.

Acqua pubblica, partita in Italia l’obbedienza civile

Sabato 4 febbraio 2012, in tutta Italia, è iniziata in contemporanea la Campagna di Obbedienza Civile per il ricalcolo della bolletta e per il rispetto del voto referendario del 12 e 13 giugno scorso promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

”I referendum hanno sancito l’eliminazione della remunerazione del capitale investito”, recita la nota diffusa dal Forum, ”che incide per una percentuale che oscilla dal 10 al 20 percento nelle nostre bollette a secondo del gestore. Visto che nessun gestore ha applicato il referendum, i cittadini scelgono oggi di applicarlo dal basso, ricalcolando le tariffe senza la questa quota e pagando la giusta tariffa”.

Questo e il prossimo fine settimana, fanno sapere gli attivisti, in decine di città italiane, verranno organizzati banchetti per il ricalcolo della tariffa e in cui si spiegherà ai cittadini come aderire alla Campagna di Obbedienza Civile.

Siparietto


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gror120206 (last edited 2012-02-06 15:51:35 by LucRor)