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Appunti e note redazionali

Fonti

GR 19:30

SOMMARIO

IN PRIMO PIANO

cASAPOUND AGGREDISCE GLI ARTISTI E GLI OPERATORI CULTURALI DEL TEATRO DEL LIDO

Aggrediti artisti ed operatori culturali del Teatro del Lido di Ostia, mentre attacchinavano i manifesti per un corteo territoriale in difesa dei beni comuni. Tre ragazzi all'ospedale per mano dei militanti di Casapound. Accade dopo mezzanotte in Piazza della Stazione Vecchia ad Ostia, davanti la sede del tredicesimo municipio. Un gruppo di militanti di Casapound armati con caschi e bastoni hanno aspettato e poi aggredito alcuni operatori culturali del Teatro del Lido, mentre stavano attacchinando i manifesti per il corteo del 25 Febbraio. Tre persone del Teatro del Lido sono finite all'ospedale con gravi lesioni alla testa e braccia fratturate, per difendersi dai colpi inferti con le spranghe. "Un' aggressione premeditata, consumata alla vigilia di una importante giornata di mobilitazione per tutto il territorio - dichiara in un comunicato il comitato cittadino per il teatro del Lido - è il momento che la politica prenda una posizione chiara contro questi personaggi violenti che, nel nome di un presunto ideale politico, si armano di spranghe e spaccano teste". Imbrattati alcuni muri della città con celtiche e scritte ripugnanti: si tratta di una offesa gravissima alla città e ai luoghi della cultura e della socialità. "Facciamo appello alle istituzioni democratiche del paese - prosegue il comitato cittadino - per fermare questo gruppo di squadristi, che da troppo tempo commette atti di violenza sul nostro territorio".

Il corteo in difesa della cultura e dei beni comuni previsto per il 25 febbraio rimane convocato per le ore 15 alla stazione Lido centro.

Comitato cittadino per il Teatro del Lido di Ostia

CORRISPONDENZA


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cASAPOUND AGGREDISCE GLI ARTISTI E GLI OPERATORI CULTURALI DEL TEATRO DEL LIDO

Aggrediti artisti ed operatori culturali del Teatro del Lido di Ostia, mentre attacchinavano i manifesti per un corteo territoriale in difesa dei beni comuni. Tre ragazzi all'ospedale per mano dei militanti di Casapound. Accade dopo mezzanotte in Piazza della Stazione Vecchia ad Ostia, davanti la sede del tredicesimo municipio. Un gruppo di militanti di Casapound armati con caschi e bastoni hanno aspettato e poi aggredito alcuni operatori culturali del Teatro del Lido, mentre stavano attacchinando i manifesti per il corteo del 25 Febbraio. Tre persone del Teatro del Lido sono finite all'ospedale con gravi lesioni alla testa e braccia fratturate, per difendersi dai colpi inferti con le spranghe. "Un' aggressione premeditata, consumata alla vigilia di una importante giornata di mobilitazione per tutto il territorio - dichiara in un comunicato il comitato cittadino per il teatro del Lido - è il momento che la politica prenda una posizione chiara contro questi personaggi violenti che, nel nome di un presunto ideale politico, si armano di spranghe e spaccano teste". Imbrattati alcuni muri della città con celtiche e scritte ripugnanti: si tratta di una offesa gravissima alla città e ai luoghi della cultura e della socialità. "Facciamo appello alle istituzioni democratiche del paese - prosegue il comitato cittadino - per fermare questo gruppo di squadristi, che da troppo tempo commette atti di violenza sul nostro territorio".

Il corteo in difesa della cultura e dei beni comuni previsto per il 25 febbraio rimane convocato per le ore 15 alla stazione Lido centro.

Comitato cittadino per il Teatro del Lido di Ostia

CORRISPONDENZA


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ESTERI

scontri a gerusalemme e ad hebron

Giornata di scontri oggi in Palestina, nella West Bank e a Gerusalemme dove la polizia israeliana e palestinesi si sono scontrati dopo che l’esercito è entrato sulla spianata della moschea di Al-Aqsa. La situazione è stata pesante anche per la presenza dei coloni che hanno attaccato i palestinesi che stavano andando a pregare. Secondo i media palestinesi gli scontri sono stati molto violenti, molti ragazzi che hanno risposto alle provocazioni israeliane lanciando pietre sono stati feriti da lacrimogeni e bombe sonore.


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Scontri anche nella West Bank nella città di Hebron dove i palestinesi hanno marciato dopo la preghiera del venerdì verso la città vecchia, affrontando l’esercito israeliano per l’anniversario de ‘La Giornata di azione mondiale per la riapertura di Shuhada Street’. Shuhada Street è stata chiusa ai palestinesi nel 1994 dopo il massacro dei palestinesi nella moschea di Abramo da parte di Baruch Goldstein. Brooklyn, nato Goldstein, era un colono ebreo, che con il suo fucile d’assalto Galil ha ucciso 29 palestinesi all’interno della moschea. Da allora la città è stata divisa in due parti e i palestinesi non sono autorizzati a muoversi liberamente a Shuhada Street e non possono più entrare nel mercato di frutta e verdura. Oggi i palestinesi hanno scagliato pietre contro i soldati israeliani di stanza a un check point proprio sulla Shuhada Street. I soldati israeliani hanno risposto con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Secondo fonti presenti nella manifestazione i feriti sono oltre 10, di cui 4 sono stati portati in ambulanza ad un ospedale. I manifestanti arrestati sono 8, tra cui anche qualche internazionale. Hebron è da sempre un punto nevralgico per i palestinesi in quanto circa 500 coloni ebrei vivono all’interno della città vecchia, circondata da 30.000 palestinesi.

CASO ALDROVANDI: OLTRE AL DANNO LA BEFFA PER LA MAMMA DI FEDERICO

Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, ucciso da quattro poliziotti il 25 settembre del 2005, è stata rinviata a giudizio in Tribunale a Mantova perchè accusata di diffamazione da parte del Pm Guerra, la prima titolare delle (non) indagini sull’omicidio di Federico. Con lei anche tre giornalisti della Nuova Ferrara che riportarono sul giornale le critiche alle indagini del Pm. La stessa si è costituita parte civile nei confronti del quotidiano La Nuova Ferrara, chiedendo 300mila euro di danni. La somma si aggiunge alla richiesta di un altro milione e mezzo di danni nel processo civile in calendario il 21 marzo davanti al Tribunale di Ancona. Secondo i capi d’accusa, Patrizia Moretti e i giornalisti avrebbero offeso la reputazione professionale e personale della Guerra.

Eppure è un fatto provato che critiche e commenti di Patrizia Moretti sulla carenza delle indagini e sull’operato della pm Guerra nei primi mesi dell’inchiesta, si possono trovare nelle motivazioni delle sentenze dei giudici di primo e secondo grado di Ferrara e Bologna, e di altri giudici che hanno processato e condannato altri poliziotti per depistaggi e omissioni. Proprio i giudici, come richiesto dalla difese del quotidiano ferrarese e della madre di Aldro, sono stati inseriti nella lista testimoni depositata al processo e che dovrà essere accolta dal giudice monocratico di Mantova.


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Scontri anche nella West Bank nella città di Hebron dove i palestinesi hanno marciato dopo la preghiera del venerdì verso la città vecchia, affrontando l’esercito israeliano per l’anniversario de ‘La Giornata di azione mondiale per la riapertura di Shuhada Street’. Shuhada Street è stata chiusa ai palestinesi nel 1994 dopo il massacro dei palestinesi nella moschea di Abramo da parte di Baruch Goldstein. Brooklyn, nato Goldstein, era un colono ebreo, che con il suo fucile d’assalto Galil ha ucciso 29 palestinesi all’interno della moschea. Da allora la città è stata divisa in due parti e i palestinesi non sono autorizzati a muoversi liberamente a Shuhada Street e non possono più entrare nel mercato di frutta e verdura. Oggi i palestinesi hanno scagliato pietre contro i soldati israeliani di stanza a un check point proprio sulla Shuhada Street. I soldati israeliani hanno risposto con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Secondo fonti presenti nella manifestazione i feriti sono oltre 10, di cui 4 sono stati portati in ambulanza ad un ospedale. I manifestanti arrestati sono 8, tra cui anche qualche internazionale. Hebron è da sempre un punto nevralgico per i palestinesi in quanto circa 500 coloni ebrei vivono all’interno della città vecchia, circondata da 30.000 palestinesi.

CASO ALDROVANDI: OLTRE AL DANNO LA BEFFA PER LA MAMMA DI FEDERICO

Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, ucciso da quattro poliziotti il 25 settembre del 2005, è stata rinviata a giudizio in Tribunale a Mantova perchè accusata di diffamazione da parte del Pm Guerra, la prima titolare delle (non) indagini sull’omicidio di Federico. Con lei anche tre giornalisti della Nuova Ferrara che riportarono sul giornale le critiche alle indagini del Pm. La stessa si è costituita parte civile nei confronti del quotidiano La Nuova Ferrara, chiedendo 300mila euro di danni. La somma si aggiunge alla richiesta di un altro milione e mezzo di danni nel processo civile in calendario il 21 marzo davanti al Tribunale di Ancona. Secondo i capi d’accusa, Patrizia Moretti e i giornalisti avrebbero offeso la reputazione professionale e personale della Guerra.

Eppure è un fatto provato che critiche e commenti di Patrizia Moretti sulla carenza delle indagini e sull’operato della pm Guerra nei primi mesi dell’inchiesta, si possono trovare nelle motivazioni delle sentenze dei giudici di primo e secondo grado di Ferrara e Bologna, e di altri giudici che hanno processato e condannato altri poliziotti per depistaggi e omissioni. Proprio i giudici, come richiesto dalla difese del quotidiano ferrarese e della madre di Aldro, sono stati inseriti nella lista testimoni depositata al processo e che dovrà essere accolta dal giudice monocratico di Mantova.

CORRISPONDENZA RADIONDADURTO


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NUCLEARE: GIAPPONE RAFFORZA SICUREZZA CONTRO ATTI TERRORISMO Il Giappone lavora al rafforzamento della sicurezza delle centrali nucleari contro possibili atti di terrorismo secondo le raccomandazioni fornite dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica . Lo ha detto il ministro dell'Industria , che ha menzionato un'ordinanza ministeriale entro fine marzo, seguendo i pareri Aiea a tutela dei materiali nucleari nel febbraio 2011. Con la nuova ordinanza, gli operatori delle centrali saranno tenuti a raddoppiare le strutture di sicurezza primarie, a rafforzate le misure contro la carenza di alimentazione e ad adottare altre accorgimenti agli edifici dei reattori. Nel Sol Levante ci sono 54 reattori a uso civile, di cui solo due ancora in servizio, visto che gli altri - ad eccezione di quelli danneggiati e irrecuperabili della centrale di Fukushima n.1 - sono stati fermati per manutenzione ordinaria e non più riattivati per i timori delle popolazioni locali dopo lo scoppio della peggiore crisi atomica da quella di Cernobyl del 1986. In un sondaggio condotto dalla Nuclear Threat Initiative che ha esaminato la sicurezza atomica in 32 paesi con materiali nucleari 'vulnerabilì, il Giappone si attesta al 23/mo posto, contro il 13/mo degli Usa e il 27/mo della Cina.

MALI: SCONTRI TRA ESERCITO E RIBELLI TUAREG, OLTRE 120MILA SFOLLATI Sono oltre 120mila gli sfollati del conflitto tra le forze governative e i ribelli tuareg che combattono nel nord del Mali. Lo ha riferito in una nota l'Alto commissariato Onu per i rifugiati , secondo cui 63mila persone sono sfollate all'interno del Mali e il resto è fuggito nei Paesi limitrofi, in particolare Niger e Burkina Faso. I tuareg del nord del Mali, l'Azawad in lingua tamashek, sono in lotta con le autorità maliane e rivendicano più autonomia e più investimenti a favore dello sviluppo della regione. Dopo gli accordi di pace di Algeri del 2006, disattesi dal governo di Bamako, la ribellione tuareg si è compattata formando nel 2010 il Mnla, nel quale sono confluiti anche molti ufficiali dell'esercito di Gheddafi, rientrati in patria dopo la caduta del colonnello. A metà gennaio, il movimento ha ripreso le armi sferrando attacchi contro le forze del presidente Amadou Toumani Tourè in varie località della regione.


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ITALIA

Aggressione dei fascisti di Casapound a Ostia


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Tentarono irruzione al Senato indagati 19 universitari

Il pm Tescaroli ha trasmesso alla Digos gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Per protesta sul voto di fiducia al decreto Gelmini il 24 novembre del 2010 decine di studenti dell'area antagonista provarono a varcare il portone di Palazzo Madama Sono 19 le persone indagate nell'ambito delle indagini sugli scontri avvenuti il 24 novembre 2010 tra manifestanti e forze dell'ordine, durante un corteo di protesta organizzato dai collettivi universitari nel giorno della discussione e del voto di fiducia, poi slittato, del decreto Gelmini. La magistratura ha disposto la chiusura delle indagini condotte dalla Digos della Questura di Roma, coordinata da Lamberto Giannini. I 19 sono stati identificati in base anche alle immagini realizzate dagli agenti della polizia scientifica.


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Tentarono irruzione al Senato indagati 19 universitari

Il pm Tescaroli ha trasmesso alla Digos gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Per protesta sul voto di fiducia al decreto Gelmini il 24 novembre del 2010 decine di studenti dell'area antagonista provarono a varcare il portone di Palazzo Madama Sono 19 le persone indagate nell'ambito delle indagini sugli scontri avvenuti il 24 novembre 2010 tra manifestanti e forze dell'ordine, durante un corteo di protesta organizzato dai collettivi universitari nel giorno della discussione e del voto di fiducia, poi slittato, del decreto Gelmini. La magistratura ha disposto la chiusura delle indagini condotte dalla Digos della Questura di Roma, coordinata da Lamberto Giannini. I 19 sono stati identificati in base anche alle immagini realizzate dagli agenti della polizia scientifica.


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FERISCE A COLTELLATE FIDANZATA E SIMULA RAPINA, ARRESTATO Dopo un litigio, sembra per motivi di gelosia, ha afferrato un coltello e ha ferito al petto, alle braccia e al dorso la fidanzata di 24 anni. Poi ha simulato una rapina ma è stato scoperto. L'uomo, un ventiseienne di Carrara (Massa Carrara), è stato arrestato . La lite era scoppiata la scorsa notte nell'abitazione della coppia. La giovane donna era stata trasportata dal 118 al pronto soccorso. All'ospedale c'era anche lo stesso aggressore che raccontava che la fidanzata era stata vittima di una rapina da parte di alcuni extracomunitari .Dopo un sopralluogo nell'abitazione dell'uomo è stata riscontrata la presenza di macchie di sangue sul pavimento e sulle pareti e è stato trovato nascosto sotto il materasso un coltello a serramanico con tracce di sangue utilizzato per aggredire la ragazza. Dopo l'esatta ricostruzione della dinamica da parte dei medici dell'ospedale di Carrara, l'uomo è stato arrestato e trasferito al carcere di Massa. Stamani il gip ha confermato la custodia cautelare in carcere con l'accusa di lesioni aggravate.

PRECARI DELLA SCUOLA PROTESTANO I lavoratori precari della scuola hanno manifestato oggi sotto al Ministero dell'Istruzione per rilanciare la lotta in difesa dell'istruzione pubblica. Il Governo Monti non ha predisposto nessun piano di rifinanziamento dell'istruzione pubblica e anzi con provvedimenti come l'innalzamento dell'età pensionabile si è addirittura aggravata la situazione dei precari del mondo della scuola. Il Ministro Profumo ha poi proposto l'idea di bandire un nuovo concorso, che però potrebbe mettere in discussione i diritti acquisiti dai precari presenti nelle graduatorie. I precari della scuola chiedono risposte certe sul loro futuro. Non sono ammissibili ulteriori tagli alla scuola pubblica, che è un diritto di tutti e va difeso».


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FERISCE A COLTELLATE FIDANZATA E SIMULA RAPINA, ARRESTATO Dopo un litigio, sembra per motivi di gelosia, ha afferrato un coltello e ha ferito al petto, alle braccia e al dorso la fidanzata di 24 anni. Poi ha simulato una rapina ma è stato scoperto. L'uomo, un ventiseienne di Carrara (Massa Carrara), è stato arrestato . La lite era scoppiata la scorsa notte nell'abitazione della coppia. La giovane donna era stata trasportata dal 118 al pronto soccorso. All'ospedale c'era anche lo stesso aggressore che raccontava che la fidanzata era stata vittima di una rapina da parte di alcuni extracomunitari .Dopo un sopralluogo nell'abitazione dell'uomo è stata riscontrata la presenza di macchie di sangue sul pavimento e sulle pareti e è stato trovato nascosto sotto il materasso un coltello a serramanico con tracce di sangue utilizzato per aggredire la ragazza. Dopo l'esatta ricostruzione della dinamica da parte dei medici dell'ospedale di Carrara, l'uomo è stato arrestato e trasferito al carcere di Massa. Stamani il gip ha confermato la custodia cautelare in carcere con l'accusa di lesioni aggravate.

PRECARI DELLA SCUOLA PROTESTANO I lavoratori precari della scuola hanno manifestato oggi sotto al Ministero dell'Istruzione per rilanciare la lotta in difesa dell'istruzione pubblica. Il Governo Monti non ha predisposto nessun piano di rifinanziamento dell'istruzione pubblica e anzi con provvedimenti come l'innalzamento dell'età pensionabile si è addirittura aggravata la situazione dei precari del mondo della scuola. Il Ministro Profumo ha poi proposto l'idea di bandire un nuovo concorso, che però potrebbe mettere in discussione i diritti acquisiti dai precari presenti nelle graduatorie. I precari della scuola chiedono risposte certe sul loro futuro. Non sono ammissibili ulteriori tagli alla scuola pubblica, che è un diritto di tutti e va difeso».


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25 FEBBRAIO NO TAV

Domani manifestazione no tav con partenza da Bussoleno alle ore 13:00. Questa sera iniziative a Bussoleno per lanciare lagiornata di mobilitazione e per ricordare i militanti no tav ancora detenuti/e.

Si può sentire Nicoletta (numero in rubrica rossa grande, o alla T di torino, o alla N o alla V...non mi ricordo)

Lavoratori RFI che hanno occupato la fabbrica a Casalbertone

Oggi facevano una iniziativa nel pomeriggio...dario dovrebbe avere i contatti. Per il numero di Dario potete chiamarmi ce l'ho io.

Continua in Italia e in Tunisia la mobilitazione delle mamme e delle famiglie dei migranti tunisini dispersi.

La loro richiesta alle istituzioni italiane e tunisine rimane invariata: uno scambio delle impronte digitali dei loro figli, per sapere se siano arrivati in Italia. E’ da circa un anno, ormai, che le famiglie chiedono di conoscere qualcosa sulla sorte dei loto figli, partiti verso l’Europa subito dopo la rivoluzione, e da tre mesi che si rivolgono a entrambi i paesi per chiedere lo scambio delle impronte, unico modo per sapere se siano arrivati in Italia e se siano all’interno di un sistema detentivo previsto dalle politiche di governo delle migrazioni dell’Italia e dell’Unione Europea. Lanciano appelli, scrivono lettere ai ministri, chiedono incontri, organizzano sit-in e portano ovunque le fotografie dei loro figli; ma mentre anche in Italia si sta rompendo in parte il silenzio stampa su questa vicenda, i tempi delle diplomazie continuano a reagire con le loro lentezze e le loro indifferenze. Chiediamo a tutti e tutte di far sentire la propria solidarietà e di partecipare alle mobilitazioni, ribadendo con forza che nessuno possa più scomparire così, in mare come nei Cie.

GR 13:00

ESTERI

ITALIA

RESPINGIMENTI, ITALIA CONDANNATA “MA PER ALCUNI MIGRANTI E’ TARDI”

“Una sentenza che abbiamo dovuto aspettare, che è arrivata tardi, ma che alla fine è arrivata e questo è positivo” dice il presidente dell’Agenzia Habeshia per la cooperazione allo sviluppo, aveva seguito il caso di 24 cittadini somali ed eritrei rimandati in Libia il 6 maggio 2009. Non può dunque che essere soddisfatto della sentenza della Corte Europea per i diritti dell’uomo che ieri ha condannato l’Italia per violazione della Convenzione europea sui diritti umani respingendo in mare aperto centinaia di migranti.

Il caso riguardava la prima operazione di respingimento in mare effettuata dalla Marina italiana a 35 migliaia sud dell’isola di Lampedusa, in acque internazionali. Circa 200 somali ed eritrei, tra i quali bambini e donne in stato di gravidanza, furono fatti salire a bordo di un’imbarcazione della Marina e consegnati alle autorità libiche a Tripoli contro la loro volontà.

“In 24 tra somali ed eritrei avviarono poi la causa contro l’Italia, ma alcuni di loro sono morti tentando nuovamente la traversata durante il conflitto libico, agli altri stiamo cercando di fare arrivare la notizia della sentenza e del risarcimento che l’Italia è tenuta a pagare”.

“Questa sentenza – ha detto ieri Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati, Cir – prova che nelle operazioni di respingimento sono stati sistematicamente violati i diritti dei rifugiati, l’Italia ha infatti negato la possibilità di chiedere protezione e ha così respinto in Libia più di mille persone che avevano il diritto di essere accolte in Italia. Vogliamo che questo messaggio arrivi in maniera inequivocabile al governo Monti: nel ricontrattare gli accordi di cooperazione con il Governo di Transizione Libico, i diritti dei rifugiati non possono essere negoziati”.

Binario 21: Oliviero scende dalla torre

Oliviero Cassini, uno dei lavoratori degli ex wagon lits delle Ferrovie dello Stato italiane, che da quasi tre mesi protestano su una torre faro della stazione Centrale di Milano, nei pressi del binario 21, dopo la decisione del taglio dei treni notte delle Fs, e i conseguenti esuberi di personale, ha interrotto stamani la sua protesta.

Era sulla torre dall’8 dicembre scorso. Due suoi colleghi erano gia’scesi. Sulla struttura resta ora un altro lavoratore che era aggiunto in un secondo momento, il 3 febbraio scorso.

Non lo pagano per lavori eseguiti, artigiano blocca la Milano-Bologna

L'uomo che questa mattina è salito su un traliccio sulla linea alta velovità a Reggio Emilia è sceso ed è stato portato in ospedale. E' un 40enne originario di Scandale e residente a Reggio Emilia, titolare di un'impresa edile. Lamenta di non essere stato pagato per i lavori eseguiti. Sul posto era arrivata anche la moglie.

Dopo l'abbraccio con la donna, l'artigiano, in buone condizioni di salute, è salito in ambulanza diretto all'ospedale.

La linea ad alta velocità tra Bologna e Milano è stata riattivata attorno alle 11, in entrambe le direzioni. Per bypassare il blocco fra Castelfranco Emilia e Fidenza (o Piacenza) sono stati deviati sulla linea ordinaria dieci convogli, che ora hanno ritardi medi attorno ai 30 minuti.

Foggia, 36enne suicida in carcere, è l’undicesimo caso dall’inizio dell’anno

Nuovo suicidio in un carcere italiano. A Foggia, si è tolto la vita impiccandosi con il cordoncino della tuta che indossava, un 36enne . Sono undici in totale i casi di detenuti che si sono tolti la vita dietro le sbarre. L’uomo da qualche giorno era stato trasferito in una cella singola visti i problemi che aveva avuto con altri detenuti. L’ultimo suicidio nel penitenziario pugliese risale al novembre del 2011, quando un 41enne la fece finita trasformando i lembi dei suoi pantaloni in un cappio.

Nel carcere di Foggia sono attualmente detenute 744 persone a fronte di una capienza di 371. Una situazione “insostenibile”. Così come è insostenibile la situazione di gran parte delle carceri italiane.

Sempre meno studenti di religione ormai uno su dieci lascia l'aula

NON SI ARRESTA la fuga dall'ora di religione nelle scuole italiane. L'ultimo rapporto del Servizio nazionale della Conferenza episcopale italiana per l'insegnamento della religione cattolica conferma un trend che sembra ormai ormai inarrestabile. Per la prima volta dal 1993/1994, quando venne fatta la prima rilevazione, la quota di alunni che preferiscono uscire dalle classi quando entra l'insegnante di religione scende sotto il 90 per cento: l'89,8, per la precisione. E la pattuglia di coloro che, mentre il prof di religione parla di Gesù e di fede, si dedicano ad altro sfiora le 800 mila unità.

Ma l'annuale dossier della Cei, relativo all'anno scolastico 2010/2011, conferma un altro trend: gli specialisti di religione - coloro che insegnano esclusivamente questa materia, designati dai vescovi delle 226 diocesi italiane - sono in costante in aumento. Con sacerdoti, religiosi e religiose in "via d'estinzione". L'ordine di scuola dove le defezioni sono più consistenti è la scuola superiore, con poco più di 16 ragazzi su 100 che escono dalle aule durante l'ora di religione.

Un fenomeno concentrato soprattutto nelle regioni settentrionali e dell'Italia centrale. Al Nord le "fughe" sfiorano il 27 per cento e il 19 al Centro. Al Sud invece cambia tutto: appena 2,4 diserzioni su cento. Ma rispetto all'anno scolastico 2009/2010, a livello nazionale, al superiore si registra un'inversione di tendenza. Due anni fa, la quota di genitori o alunni che hanno sottoscritto l'apposito modulo per evitare le discussioni dell'ora di religione è stata del 16,5 per cento. In tutti gli altri segmenti della scuola pubblica italiana, probabilmente a causa della forte componente di immigrati che professano altre religioni, si registrano incrementi.

Con un record, più uno per cento secco, alla materna: che passa dal 7,5 all'8,5 per cento di forfait in appena 12 mesi. Al superiore i meno avvezzi a "prediche" e discorsi intorno alla morale o ai problemi dei giovani sono gli studenti dei licei artistici (individuati nel dossier come "altre" tipologie di scuole): 21,2 per cento. Seguono i ragazzi dei professionali, che disertano l'ora di religione in 20,7 su cento, e i compagni dei tecnici. La maggior parte di questi, il 57,3 per cento, esce dalla scuola. La restante parte si dedica ad "attività didattiche e formative alternative" oppure ad attività di "studio: assistito o non assistito".

E anche quest'anno il complesso universo degli insegnanti reclutati dallo stato per impartire le lezioni di religione si arricchisce di qualche centinaio di unità. Gli specialisti, infatti, passano dai 12.894 del 2009/2010 ai 13.166 dell'anno successivo, facendo segnare un più 2 per cento. Unica "materia" della scuola italiana che negli ultimi anni contrassegnato da tagli sopra tagli può vantare un trend positivo. Ma che, per effetto del calo delle vocazioni, viene sempre più affidata a laici: ormai 88 su cento.

gror120224 (last edited 2012-02-24 18:44:10 by anonymous)