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'''Nucleare: Giappone; stop penultimo reattore per manutenzione''' La Tepco, il gestore del disastrato impianto nucleare di Fukushima, ha fermato per la manutenzione ordinaria il suo ultimo reattore, il n.6 di Kashiwazaki-Kariwa, la più grande centrale al mondo, nella prefettura di Niigata. Il Giappone ha un ultimo reattore operativo, il n.3 di Tomari (Hokkaido), sui 54 sparsi sul territorio, visto che dopo la crisi di Fukushima, nessuna delle unità fermate per l'ispezione di routine è stata fatta ripartire a causa soprattutto delle resistenze delle popolazioni locali in materia di sicurezza. Ai primi di maggio, il Giappone sarà un Paese di fatto fuori dal nucleare, con tutti i suoi impianti disattivati. Tepco, a tal proposito, ha rinnovato i timori sul rischio blackout con il picco della domanda elettrica durante il periodo estivo. '''Tunisia: Costituzione, Ennahdha non modifica articolo su Stato''' Con una decisione che rischia di provocare fratture nel suo elettorato, il partito di maggioranza tunisino Ennahdha ha espresso, ufficialmente, ieri sera, la volontà di non modificare l'art.1 della Costituzione del 1959, secondo cui la Tunisia è "uno Stato libero, indipendente e sovrano: la sua religione è l'Islam, la sua lingua l'arabo e il suo regime la repubblica". La decisione è giunta al culmine di accese discussioni in sede di Assemblea costituente in cui esponenti di Ennahdha hanno fortemente sostenuto la tesi che la Tunisia doveva diventare uno Stato islamico e che, quindi, la sharia doveva essere il punto di riferimento della nuova Costituzione. Tesi, questa, duramente avversata dai costituenti espressione dei partiti laici e che qualche malumore aveva determinato in parte degli alleati di Ennahdha. Se la decisione di Ennahdha certamente spianerà la strada ai lavori della Costituente (paralizzati da molte settimane per la disputa sul primo articolo), essa appare destinata a determinare frizioni all'interno del partito di maggioranza, in cui molti sono i sostenitori della sharia. |
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'''No cash, no mafia. Pioltello calling''' I lavoratori della cooperativa SAFRA in appalto a Esselunga del presidio permanente di Pioltello hanno rilanciato ieri la loro lotta, ripartendo dai cancelli del loro posto di lavoro, sito del presidio brutalmente sgomberato martedì. Da lì un corteo di trecento persone ha marciato per quasi quattro ore raggiungendo il centro di Pioltello e il Quartiere satellite, zona della cittadina ad alta concentrazione extracomunitaria e operaia, per ribadire la propria volontà di riprendersi il presidio e di continuare nella lotta che li ha visti denunciare la condizione di schiavitù nella quale sono costretti a lavorare anche 12 ore al giorno per 800 euro al mese. Tutto è iniziato nell’ottobre 2011 quando alcuni lavoratori, organizzati nel Si Cobas e sostenuti da alcuni centri sociali milanesi, hanno deciso di denunciare le condizioni di sfruttamento in cui si trovavano, sottoposti a turni massacranti imposti dai caporali di turno, remunerati per una sola parte delle ore lavorate, impossibilitati ad avere le ferie e la malattia. La Coop risponde con l’immediato licenziamento di una decina di operai, fra cui Bamba e Lingad, per i quali, qualche giorno fa, il Tribunale del lavoro ha emesso una sentenza di reintegro, non accolta dai vertici Esselunga. A questo ennesimo sopruso i lavoratori hanno risposto con i blocchi dei camion delle merci. Di qualche giorno più tardi la decisione del sindaco PD di Pioltelllo di sgomberare il presidio, con l’intervento delle forze dell’ordine, per questioni di ordine pubblico. La risposta pacifica, ma determinata non si è fatta attendere ed è giunta con il corteo di ieri che si è distinto per il peso delle rivendicazioni portate avanti con coraggio dai lavoratori. Gli slogan no mafia no cash, in riferimento alle buste paga fasulle e ai soldi in nero ricevuti dai lavoratori, e il continuo richiamo alla unità fra le varie realtà in lotta per il lavoro hanno contraddistinto e scandito il passo della marcia . '''Cantiere navale Trapani: lavoratori licenziati s'incatenano''' Dodici ex lavoratori del Cantiere Navale Trapani si sono incatenati questa mattina ai cancelli della sede aziendale per impedire l'ingresso dei primi sette colleghi riassunti dalla societa' Satin che controlla CNT. I manifestanti, alcuni dei quali accompagnati dalle mogli, protestano ormai da sei mesi e da venerdi' mantengono un presidio permanente davanti l'ingresso del cantiere navale, dopo aver sospeso l'occupazione della petroliera 'Marettimo M.' in bacino nel Cantiere. La protesta e' portata avanti da 32 dei 56 dipendenti licenziati lo scorso 24 dicembre. . '''Sgombero di un campo per rom in VII municipio''' Ennesimo sgombero di un campo per rom nei pressi di via De Chirico, la corrispondenza con una compagna |
Gr 19:30
Sommario
In primo Piano
Editoriale
NOTIZIE BREVI
ESTERI
ITALIA
Gr 13:00
In primo Piano
NOTIZIE BREVI
ESTERI
Nucleare: Giappone; stop penultimo reattore per manutenzione
La Tepco, il gestore del disastrato impianto nucleare di Fukushima, ha fermato per la manutenzione ordinaria il suo ultimo reattore, il n.6 di Kashiwazaki-Kariwa, la più grande centrale al mondo, nella prefettura di Niigata.
Il Giappone ha un ultimo reattore operativo, il n.3 di Tomari (Hokkaido), sui 54 sparsi sul territorio, visto che dopo la crisi di Fukushima, nessuna delle unità fermate per l'ispezione di routine è stata fatta ripartire a causa soprattutto delle resistenze delle popolazioni locali in materia di sicurezza.
Ai primi di maggio, il Giappone sarà un Paese di fatto fuori dal nucleare, con tutti i suoi impianti disattivati. Tepco, a tal proposito, ha rinnovato i timori sul rischio blackout con il picco della domanda elettrica durante il periodo estivo.
Tunisia: Costituzione, Ennahdha non modifica articolo su Stato
Con una decisione che rischia di provocare fratture nel suo elettorato, il partito di maggioranza tunisino Ennahdha ha espresso, ufficialmente, ieri sera, la volontà di non modificare l'art.1 della Costituzione del 1959, secondo cui la Tunisia è "uno Stato libero, indipendente e sovrano: la sua religione è l'Islam, la sua lingua l'arabo e il suo regime la repubblica".
La decisione è giunta al culmine di accese discussioni in sede di Assemblea costituente in cui esponenti di Ennahdha hanno fortemente sostenuto la tesi che la Tunisia doveva diventare uno Stato islamico e che, quindi, la sharia doveva essere il punto di riferimento della nuova Costituzione. Tesi, questa, duramente avversata dai costituenti espressione dei partiti laici e che qualche malumore aveva determinato in parte degli alleati di Ennahdha.
Se la decisione di Ennahdha certamente spianerà la strada ai lavori della Costituente (paralizzati da molte settimane per la disputa sul primo articolo), essa appare destinata a determinare frizioni all'interno del partito di maggioranza, in cui molti sono i sostenitori della sharia.
ITALIA
No cash, no mafia. Pioltello calling
I lavoratori della cooperativa SAFRA in appalto a Esselunga del presidio permanente di Pioltello hanno rilanciato ieri la loro lotta, ripartendo dai cancelli del loro posto di lavoro, sito del presidio brutalmente sgomberato martedì. Da lì un corteo di trecento persone ha marciato per quasi quattro ore raggiungendo il centro di Pioltello e il Quartiere satellite, zona della cittadina ad alta concentrazione extracomunitaria e operaia, per ribadire la propria volontà di riprendersi il presidio e di continuare nella lotta che li ha visti denunciare la condizione di schiavitù nella quale sono costretti a lavorare anche 12 ore al giorno per 800 euro al mese.
Tutto è iniziato nell’ottobre 2011 quando alcuni lavoratori, organizzati nel Si Cobas e sostenuti da alcuni centri sociali milanesi, hanno deciso di denunciare le condizioni di sfruttamento in cui si trovavano, sottoposti a turni massacranti imposti dai caporali di turno, remunerati per una sola parte delle ore lavorate, impossibilitati ad avere le ferie e la malattia. La Coop risponde con l’immediato licenziamento di una decina di operai, fra cui Bamba e Lingad, per i quali, qualche giorno fa, il Tribunale del lavoro ha emesso una sentenza di reintegro, non accolta dai vertici Esselunga. A questo ennesimo sopruso i lavoratori hanno risposto con i blocchi dei camion delle merci. Di qualche giorno più tardi la decisione del sindaco PD di Pioltelllo di sgomberare il presidio, con l’intervento delle forze dell’ordine, per questioni di ordine pubblico.
La risposta pacifica, ma determinata non si è fatta attendere ed è giunta con il corteo di ieri che si è distinto per il peso delle rivendicazioni portate avanti con coraggio dai lavoratori. Gli slogan no mafia no cash, in riferimento alle buste paga fasulle e ai soldi in nero ricevuti dai lavoratori, e il continuo richiamo alla unità fra le varie realtà in lotta per il lavoro hanno contraddistinto e scandito il passo della marcia .
Cantiere navale Trapani: lavoratori licenziati s'incatenano
Dodici ex lavoratori del Cantiere Navale Trapani si sono incatenati questa mattina ai cancelli della sede aziendale per impedire l'ingresso dei primi sette colleghi riassunti dalla societa' Satin che controlla CNT. I manifestanti, alcuni dei quali accompagnati dalle mogli, protestano ormai da sei mesi e da venerdi' mantengono un presidio permanente davanti l'ingresso del cantiere navale, dopo aver sospeso l'occupazione della petroliera 'Marettimo M.' in bacino nel Cantiere. La protesta e' portata avanti da 32 dei 56 dipendenti licenziati lo scorso 24 dicembre. .
Sgombero di un campo per rom in VII municipio
Ennesimo sgombero di un campo per rom nei pressi di via De Chirico, la corrispondenza con una compagna
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