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Palestina, Hana Shalabi è libera

La prigioniera politica Hana Shalabi, che era detenuta in un carcere israeliano è stata liberata e trasferita a Gaza. Dopo 44 giorni di sciopero della fame, in segno di protesta contro la sua illegittima detenzione, è stata scarcerata a seguito di un accordo raggiunto tra Israele e la giustizia palestinese con la mediazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC). Questo il messaggio di Hana Shalabi riportato appena dopo la sua liberazione nel profilo Facebook dedicato a Vittorio Arrigoni, l’attivista per i diritti umani dell’International Solidarity Movement ucciso a Gaza: “Alla mia cara e amata famiglia, ai miei cari e a tutte le persone libere di tutto il mondo, ringrazio tutti voi per quello che avete fatto per me e per gli altri prigionieri palestinesi, spero che capirete la mia posizione e la mia decisione, che non è stata una debolezza da parte mia, ho iniziato e continuato uno sciopero della fame per 44 giorni, ho perso 20 chili e tutto ciò volevo era di continuare la strada che è stata avviata dal fratello Khader Adnan, e, dopo aver rassicurato i miei fratelli che stanno seguendo questo percorso, come Bilal Theyab, Thaer Halhalah e altri, ho dovuto interrompere questo sciopero dal momento in cui la mia salute è molto peggiorata – ho cominciato a sanguinare. Così ho scelto di essere deportata a Gaza, “che è l’altra metà del Paese”, tra la mia gente e la mia famiglia per tre anni, per poi fare rientro nella mia città, Jenin.Spero possiate condividere e capire la mia decisione e che continuerete a sostenere tutti coloro che ovunque stanno combattendo la propria battaglia, per il Paese e per i prigionieri.”

Il leader palestinese, Marwan Barghouti, è stato trasferito in una cella di isolamento nel carcere israeliano di Hadarim, dove sta scontando cinque condanne all’ergastolo, per aver inviato senza autorizzazione una lettera ai suoi sostenitori a Ramallah in cui incitava la popolazione palestinese alla rivolta contro Israele “con tutti i mezzi”.

È quanto riferisce il sito web di ‘Yedioth Ahronoth’, secondo cui Barghouti è stato punito dalle autorità carcerarie con una settimana di isolamento. Il leader palestinese, inoltre, per un mese non potrà ricevere visite. Nella lettera, riporta il sito, Barghouti aveva chiesto all’Autorità nazionale palestinese (Anp) di “interrompere immediatamente tutte le forme di cooperazione economica e in materia di sicurezza con Israele”. Il detenuto palestinese, infine, invitava la leadership palestinese a riprendere i colloqui di pace con lo Stato ebraico solo a condizione che vengano rilasciati i prigionieri rinchiusi nelle carceri israeliane.

PIANO ECONOMICO DEL GOVERNO, PROLUNGATO STATO EMERGENZA

Il governo tunisino ha approvato il suo primo piano economico e sociale che passerà ora al vaglio dell’Assemblea costituente. Lo riferisce l’agenzia di stampa tunisina ‘Tap’ riportando le parole del ministro Ridha Saidi, incaricato dall’esecutivo delle questioni economiche. Saidi ha riferito di un documento di 120 pagine diviso in capitoli di politica generale e in altri dedicati a settori specifici.

Quella dello sviluppo economico è secondo molti osservatori una delle vere sfide da vincere per il governo guidato dal movimento di ispirazione islamica Ennahda. La rivoluzione contro Ben Ali ha anche portato a un drastico calo delle entrate dal settore turistico, voce chiave dell’economia, e restano da risolvere tutti i nodi venuti al pettine già durante il deposto regime.

Problematiche che periodicamente hanno portato all’organizzazione di scioperi e che sono uno dei fattori di destabilizzazione in questa fase di transizione.

Proprio per la presenza di “episodici focolai di instabilità” il presidente tunisino Moncef Marzouki ha prolungato di un mese lo stato d’emergenza in vigore dalla fine della dittatura. Inizialmente prevista a fine marzo, la nuova scadenza è stata spostata al 30 aprile. La misura è stata presa d’accordo con il governo e con la presidenza dell’Assemblea costituente.

Pakistan, ancora tensioni e violenze

Violenti scontri in Pakistan, nel distretto del Mohmad, tra miliziani ed esercito. Il bilancio, attualmente, è di quattordici morti tra i filotalebani e quattro tra le forze di sicurezza. Secondo alcune fonti, i miliziani, provenienti dal sud dell’Afghanistan, avrebbero attaccato all’alba un check-point, dando così il via alle ostilità. All’appello, poi, mancherebbero cinque soldati, che risultano dispersi. Si sospetta che siano stati rapiti dai ribelli, anche se la notizia non è confermata.

Intanto, si registrano tensioni anche a Karachi. Sei persone, infatti, sono rimaste uccise in diversi episodi di violenza. L’allarme sicurezza era scattato la scorsa settimana, dopo che un leader locale del Movimento Muttahida Qaumi (Mqm), Mansoor Mukhtar, è stato ucciso. E’ per questo che sarebbero andati in scena diversi scontri tra gruppi rivali. Già l’anno passato Karachi è stata teatro di tensioni politiche ed etniche, con centinaia di morti lasciati sulle strade: le fonti riferiscono che, tra gennaio e luglio, le vittime sono state almeno 800.

ITALIA

Palermo, 5 lavoratori Coop sul tetto per protesta

Cinque lavoratori della Coop 25 aprile sono saliti venerdì sul tetto del centro commerciale Forum di Brancaccio, a Palermo – che ospita Ipercoop – minacciando di buttarsi giù. Si tratta di un gesto estremo per protestare contro i piani dell’azienda, la quale, con la vendita dei cosiddetti supermercati fuori perimetro, manderà a casa molti lavoratori. Si tratta di un piano aziendale che ha, infatti, delineato un perimetro entro il quale si trovano “i gioielli produttivi”, ossia i punti vendita intoccabili, che fanno fatturato e che vanno tenuti, e che declassa tutto ciò che resta al di là di quella linea. L’Azienda ha, infatti, già comunicato che per i 6 punti vendita in perdita non ci sono acquirenti e che 81 dei 164 dipendenti potrebbero essere licenziati.

Niente piano di reintegro dei lavoratori delle zone di serie B, dunque. E questo, come non si stancano di ripetere i lavoratori, alla faccia dei valori e dei principi tanto sbandierati dalla Coop. Gli impiegati che rischiano il posto sono per la maggioranza padri di famiglie monoreddito o con entrambi i coniugi dipendenti Coop. Quindi ciò che da mesi vanno chiedendo i lavoratori, protestando e manifestando, è di salvare il sistema Coop, permettendo a tutti di restare agganciati, magari imponendo sacrifici in parti uguali, ma senza mandare a casa nessuno. Ma finora, ogni proposta, ogni manifestazione è rimasta inascoltata, tanto che alcuni impiegati hanno scelto, appunto, di compiere il gesto estremo. Ad appoggiarli, una trentina di colleghi che hanno trascorso la notte in macchina davanti all’Ingresso dell’Ipercoop in segno di solidarietà, e la proclamazione dello sciopero dei lavoratori ad oltranza.

Italia, i dieci più ricchi hanno lo stesso reddito dei tre milioni più poveri

In Italia i dieci individui più ricchi posseggono una quantità di ricchezza grosso modo equivalente ai tre milioni di italiani più poveri. E’ questo il dato sconcertante che emerge dallo studio pubblicato negli Occasional papers di Bankitalia, dai quali si apprende come la ricchezza sia sempre più legata ai patrimoni e come i giovani siano sempre più poveri degli adulti.

L’Italia è ancora un Paese piuttosto benestante, ma la ricchezza degli italiani è composta sempre più da patrimonio accumulato in passato e sempre meno dal reddito. Si parla anche di distribuzione della ricchezza: oggi, a differenza del passasto, gli anziani sono più ricchi dei giovani, che non riescono ad accumulare risorse. Lo studio conclude affermando che il livello di diseguaglianza è comparabile a quello di altri Paesi europei.

Boom di disoccupati a febbraio

Il tasso di disoccupazione si è attestato a febbraio al 9,3%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a gennaio e di 1,2 punti su base annua. Lo comunica l'Istat. Si tratta del livello più alto da gennaio 2004, inizio della serie storica.

Aumenta anche il tasso di disoccupazione giovani (15-24enni) che si attesta al 31,9% a febbraio, con un aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a gennaio e di 4,1 punti su base annua.

Nel quarto trimestre del 2011 il tasso di disoccupazione dei 15-24enni tocca un picco del 49,2% per le giovani donne del Mezzogiorno. Lo rileva l'Istat in base a dati non destagionalizzati.

Primavera No Tav', al via da Torino

Hanno trasformato un angolo del parco del Valentino, invaso da migliaia di torinesi nella calda domenica primaverile, in un punto di informazione e mobilitazione No Tav. I movimenti che si oppongono alla nuova Torino-Lione hanno lanciato nel capoluogo la 'Primavera No Tav' sotto con lo slogan "Il 1/°aprile cambiamo aria". Tra i banchetti e gli stand, cucine da campo, laboratori artistici e di artigianato, spettacoli di musica, giochi e, nel cuore del pomeriggio, un'assemblea popolare.

E' partita così la campagna per la giornata di protesta dell'11 aprile, quando ai proprietari dei terreni di Chiomonte, in valle di Susa, saranno notificati gli espropri per partire con i lavori di scavo del tunnel geognostico, in località Maddalena. Molti padroni dei terreni sono No Tav che li hanno acquistati proprio in vista dell'apertura del cantiere. La protesta dell'11 aprile, che si estenderà in tutta Italia - annuncia il movimento - sarà decisa nell'assemblea popolare convocata martedì prossimo al 'PalaNoTav' di Bussoleno (Torino).

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