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GRECIA: calano ancora i redditi, aumenta la disoccupazione

Nello studio condotto dall'Ocse si rileva inoltre che i lavoratori greci stipendiati pagano tasse relativamente basse ma elevati contributi sociali:nel 2011 lo stipendio medio lordo annuo è sceso da 20,457 euro a 15,729 euro. La riduzione ammonta al 23,1%, ma sale in realtà al 25,3% se si tiene conto dell'inflazione. Al netto delle imposte sui redditi (per i lavoratori non sposati) il reddito è calato del 25,5% a 16.180 euro annui.

NUOVO "SARCOFAGO" PER IL REATTORE DI CHERNOBIL E'iniziata in Ucraina la costruzione un nuovo sarcofago per l’unità n. 4 della centrale nucleare di Chernobyl, distrutta da un' esplosione 26 anni fa. Il vecchio guscio di cemento infatti, che fu costruito subito dopo l’incidente, presenta molte crepe, da cui potrebbero uscire (ma probabilmente è già successo) grandi quantità di polvere radioattiva. La zona evacuata intorno alla centrale copre un’area di 2.600 km quadrati nel nord dell'Ucraina.

Ramallah: Manifestazioni a sostegno dei prigionieri: 4 feriti dalla repressione israeliana - 27/4/2012 . Ieri pomeriggio quattro palestinesi sono rimasti feriti a seguito di scontri scoppiati durante manifestazioni fuori dal centro di detenzione israeliano di Ofer, nei pressi di Ramallah. Le forze israeliane hanno sparato gas lacrimogeni, granate e proiettili di acciaio rivestiti di gomma, mentre i manifestanti lanciavano sassi contro i soldati durante una protesta a sostegno allo sciopero della fame dei detenuti palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane. Le forze di occupazione hanno imprigionato Abdullah Abu Rahmeh, un leader del movimento di resistenza non-violento di Bilin. Migliaia di palestinesi detenuti nelle carceri israeliane hanno lanciato un sciopero della fame di massa, il 17 aprile, Giornata del Prigioniero palestinese. Le loro richieste comprendono le visite dei familiari – in particolare per i detenuti gazawi, cui sono vietate dal 2007. Chiedono anche la fine dell’isolamento e dei raid notturni nelle celle. Le autorità carcerarie hanno trasferito i prigionieri in sciopero, inasprendo le loro condizioni. Fonte: Ma’an

BRASILE: IL CONGRESSO APPROVA LA LEGGE SULL'USO DELLE TERRE

Il Congresso del Brasile ha approvato mercoledì una legge, votata anche da alcuni membri del Partido dos Trabalhadores (PT), il partito della presidente Roussef, sulla quantità di boschi e foreste che gli agricoltori forestali devono mantenere nelle proprie terre. Secondo gli analisti, una vittoria per i potenti gruppi di pressione dell’industria agricola del paese e un fallimento politico per la presidente Dilma Rousseff, che ha però la possibilità di porre il veto al provvedimento, peraltro promesso in campagna elettorale. La legge, che secondo gli ambientalisti di fatto alleggerisce le norme precedenti favorendo la deforestazione, prescrive che milioni di ettari di terra già rasi al suolo vengano riforestati. La versione finale della legge in realtà sembra essere stata “drammaticamente modificata” rispetto alla bozza iniziale appoggiata dal Governo, e lascerà in mano agli stati federali la decisione su quanta porzione di bosco o foresta vada sostituita lungo le rive dei fiumi. Questa legge infatti concede un’amnistia totale e illimitata a coloro che in passato hanno deforestato illegalmente e autorizza la costruzione di fattorie nelle zone dissodate sempre in maniera illecita prima del luglio 2008. A marzo, i militanti ecologisti e i piccoli agricoltori avevano manifestato contro questa riforma del codice forestale brasiliano davanti al Parlamento, esortando Rousseff a bloccarla. Per contro, il settore dell'agro-alimentare sostiene fortemente la misura, insistendo sulla necessità di rafforzare la sicurezza alimentare del Paese. In realtà, secondo l'Osservatorio del clima, una rete di 26 Ong creata nel 2002, il codice forestale brasiliano così riformato minaccerebbe 690.000 km2 di vegetazione, impedendo di fatto al Brasile di raggiungere l'obiettivo che si è fissato di ridurre dell'80% la deforestazione.

ITALIA

Prossima stretta repressiva sulla libertà di espressione? La ministra della Giustizia, Paola Severino, intervenendo al Festival del giornalismo di Perugia ha annunciato norme restrittive per i blog diffusi su Internet. "Il cittadino ha il diritto di interloquire con un altro cittadino - ha detto il ministro - ma lo deve fare seguendo le regole: credo che questo sia un dovere di tutti, anche di chi scrive su un blog". “Il fatto di scrivere su un blog - ha aggiunto - non ti autorizza a scrivere qualunque cosa, soprattutto se stai trattando di diritti di altri. Ricordiamoci che i diritti di ciascuno di noi sono limitati dai diritti degli altri, io non posso intaccare il diritto di un’altra persona solo perche sono lasciato libero di esprimermi”. Sui blog, in particolare, Severino ha sottolineato come “il problema non è vederli con sfavore ma reprimere gli abusi che vengono fatti, anche se su internet è più difficile. Non c’è un preconcetto - ha ribadito - ma questo mondo va regolamentato altrimenti si finisce nell’arbitrio”. Nel sottolineare, da parte nostra, che, volendo, esistono già leggi contro la diffamazione e la circolazione di notizie false, peraltro non valide quando a diffamarci sono i padroni, rileviamo come questa uscita estemporanea della ministra vuole soltanto aggiungere un altro tassello repressivo che imbavagli chi non si omologa al monopolio dell’informazione facendo tacere qualsiasi voce di dissenso. Del resto, come ha detto Raoul Vaneigem: “Non esiste un uso buono o cattivo della libertà d'espressione, esiste soltanto un uso insufficiente di essa”.

Siparietto


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