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Buon giorno cari/e.

Gr ore 9.30

Sono state eseguite 20 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Cosenza, su richiesta della Procura della Repubblica, contro appartenenti ad organizzazioni no global. Gli arresti, fatti dai carabinieri del Ros e dalla Digos della Questura di Cosenza, sono stati eseguiti a Cosenza, Taranto, Napoli e nelle province di Lecce e Vibo Valentia l' accusa è di associazione sovversiva in carcere 14 persone, 7 agli arresti domiciliari e 42 indagati. I capi di imputazione che hanno mosso il Gip sono di cospirazione politica mediante associazione al fine di turbare l'esercizio di governo, propaganda sovversiva tesa a sovvertire violentemente l'ordine economico. Contestati anche reati di danneggiamenti nel Social Forum di Genova e Napoli. Tutti gli arrestati e gli indagati farebbero riferimento, secondo gli inquirenti, alla Rete meridionale del sud ribelle.

L' elenco delle 13 persone coinvolte nell' inchiesta della Procura della Repubblica di Cosenza contro alcune organizzazioni no global per le quali e' stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere si apre col nominativo di Francesco Cirillo, di 52 anni, residente a Diamante (Cosenza). Le altre persone arrestate e condotte in carcere, oltre a Francesco Caruso e Giuseppe Fonzino, capi dei no global di Napoli e Taranto, sono Antonino Campenni' (37), di Parghelia (Vibo Valentia); Anna Curcio (31), di Cosenza; Michele Santagata (36), di Cosenza; Lidia Azzarita (29), nata a residente a Napoli ma domiciliata a Diamante; Giancarlo Mattia (52), nato a Tarsia (Cosenza) e residente a Catanzaro; Claudio Dionesalvi (31), di Cosenza; Gianfranco Tallarico (31), di Cosenza; Antonio Paolo Rollo (50), di San Cesario di Lecce; Pierpaolo Solito (27), di Taranto, e Salvatore Stasi (48), di Taranto. Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Emiliano Cirillo, (23), figlio di Francesco; Antonio Brunetti (27), di Manfredonia (Foggia), residente a Modena; Vittoria Oliva (61), nata ad Addis Abeba, in Etiopia, residente a Montefiascone (Viterbo); Lucia Francioso (27), di Taranto; Gianluca Fonzino (26), di Taranto; Giancarlo Petruzzi (29), di Taranto, e Giuseppe Orfeo (22), di Taranto.

Si svolgera' alle 12, nella sede del centro sociale Ska in Calata Trinita' Maggiore a Napoli una conferenza dei rappresentanti napoletani della Rete No Global. Al centro dell'incontro l'arresto in nottata del portavoce del movimento, Francesco Caruso accusato con altre 22 persone di associazione sovversiva. Saranno annunciate, si sottolinea in un comunicato, iniziative di protesta.

Aprire con il comuicato di radio gap: poi: sconcerto in tutto il movimento epr l'operazione che ha condotto alla carcerazione di decine di compagni e compagne, ma ìimmediata è stat la reazione: da stamattina, e per tutto il pomeriggio, in numerosissime città italiane si sono dati appuntamento i movimenti per protestare contro questo ennesimo atto repressivo. Reazioni anche dal mondo politco istituzianale: il centro sinistra, pur con i consueti distinuguo, ha protestato contro l'azione della magistratura, mentre da lega e alleanza nazionale si sono levate voci di consenso,e addirittura di sollievo, a tale operazione.

Nel pomeriggio i parlamentari di rifondazione comunista e dei verdi si sono recati al acrcere di trani e al carcere di latina, per incontrare le persone arrestate. per domani, previste ancora mobilitazioni, in particolare a napooli, dove nel pomeriggio si terrà un corteo che attraverserà il centro dlela ciità.

Fiat:

Oggi la giornata di grande mobilitazione del comparto metaqlmeccanico, che ha scioperato per otto ore negli stabilimenti fiate per quattro nel resto del settore A termini, bloccata per tutta la giornata la tratta marittima che collega l'isola al continente, con un presidio che si è sciolto solo dopo le diciotto. Sicilia isolata per otto ore; lo specchio d' acqua dello Stretto di Messina sgombero da navi, traghetti e aliscafi; una citta' paralizzata; decine di tir bloccati nelle piazzole di sosta; migliaia di passeggeri dei treni che subiscono cambi di destinazione e ritardi di ore; centinaia di persone ferme sulle banchine del porto. Gli operai della Fiat di Termini Imerese centrano ancora una volta l' obiettivo prefissato, paralizzano il sistema dei trasporti, questa volta quello tra la Sicilia e il resto del Paese, e aumentano la potenza dei riflettori sullo stabilimento siciliano nella giornata dello sciopero nazionale dei metalmeccanici. Siamo soddisfatti di questa bella giornata di lotta - dice il delegato Fiom della fabbrica, Roberto Mastrosimone -. L' obiettivo e' stato raggiunto: abbiamo bloccato i collegamenti tra Sicilia e Calabria, un segnale forte per il governo. Mastrosimone promette che se non giungeranno notizie positive, da lunedi' le manifestazioni di protesta non saranno programmate e svelate giorni prima e diventeranno ancora piu' dure. E, rispondendo ad un sindacalista della Cisl sulla possibile presenza di infiltrati tra gli operai, assicura: Non ho visto estranei tra noi, siamo tutti operai e ci conosciamo. Il tour di protesta degli operai comincia alle 4 di notte. Da Termini Imerese in mille salgono sul treno, su 10 pullman, su vetture private. Giungono a Messina alle 8 e la citta' viene svegliata dai fischietti e dagli slogan delle tute blu: Bossi Maroni, arrivano i terroni, Lotta dura senza paura. Insieme agli operai della Fiat ci sono anche quelli dell' indotto, e poi si aggiungono i metalmeccanici della Marinarsen, l' arsenale militare del ministero della Difesa. I punti nevralgici del porto vengono subito presidiati: sono gli imbarcaderi delle linee private di traghetti e navi veloci, la stazione marittima, tutta l' area riservata a Trenitalia per imbarcare le carrozze sulle motonavi. Alle 9 lo Stretto e' un distesa d' acqua calma e desolata. Tutte le imbarcazioni sono ormeggiate a Messina o a Villa San Giovanni. Sulle banchine cominciano a formarsi gruppi di centinaia di passeggeri che devono traghettare in Calabria, ma non c' e' nulla da fare. Vi sono anche momenti di tensione durante il cambio di equipaggio di un aliscafo: i passeggeri non vogliono fare scender i marinai, scortati dai carabinieri. La gente si lamenta, ma la maggior parte mantiene una linea di solidarieta' con i lavoratori. Sono soprattutto studenti universitari quelli che devono superare lo Stretto. Alessia e Stefania, entrambe di 19 anni, frequentano la facolta' di Lettere e devono tornare a Catanzaro per il week end. Che dobbiamo fare? - dicono - aspettiamo. Certo questi operai hanno delle buone ragioni per protestare. La pensa cosi' anche Laura Catena, di Perugia, ospite di amici, che deve andare a Reggio Calabria: Mi dispiace per quello che sta avvenendo. Ho tanti amici a Termini Imerese. Ritengo pero' che una fabbrica va male oggi perche' non si e' fatto molto ieri. Un po' piu' adirati per la lunga sosta sono i tanti guidatori di Tir, bloccati dalla protesta. Oltre 50 automezzi pesanti vengono dirottati nell' area di stoccaggio di San Filippo, mentre altri 30 vengono indirizzati a Divieto. Un' altra ventina tra camion e autoarticolati si ferma all' imbarcadero della linea privata Caronte, che effettua una corsa ogni venti minuti in entrambe le direzioni sullo Stretto. Almeno sette treni, cinque in arrivo da Torino, Roma, Venezia, Milano, e due in partenza per Roma, subiscono ritardi, ed i passeggeri devono seguire le istruzioni di Trenitalia, che organizza traghetti speciali da Villa San Giovanni a Catania, e poi il trasporto a destinazione dei passeggeri con i pullman. Il traffico in citta' subisce rallentamenti ovunque, e in alcuni casi e' paralizzato dai blocchi dei lavoratori. In piazza Unita' d' Italia, i lavoratori della Sist, azienda dell' indotto Fiat, impediscono il transito agli automezzi per tutta la giornata. E lo stesso avviene in viale della Liberta', all' angolo con via Giostra. I 100 vigili urbani mandati in strada e centinaia di carabinieri e poliziotti mantengono l' ordine ma poco possono fare contro il traffico bloccato. A portare solidarieta' agli operai arrivano a Messina il deputato Ds, Beppe Lumia, i deputati regionali Lillo Micciche' (Sicilia 2010) e Filippo Panarello, Ds, ed il senatore Antonio Battaglia, An. Quest' ultimo viene pero' contestato da una parte dei lavoratori. Dopo aver pranzato con i cestini di piatti caldi offerti dal presidente della Caronte, Vincenzo Franza, gli operai verso le 16 cominciano ad allentare i blocchi facendo partire le navi veloci delle linee private. Poi, alle 17, abbandonano i loro 'avamposti' e tornano alla stazione centrale per salire su pullman e treno diretti a Termini Imerese. Ma la protesta, assicurano, non finisce qui.

Iraq: In un interrvixta rilasciata al quotidiano le monde, che appariorà nella giornata di domani, il capo degli ispettori onu, analizza i tempi e i termini della loro missione, ammettendo che cmq ogni loro azione verrà valutata dal consiglio di sicurezza, e non dagli ispettori. Pone nel contempo un limite alla dichiarazione statunitenze dell'obbligo di trasferimento all'esterro delle persone da intervistare, sostenendo che tale decisione non è obbligatoria, ma solo consigliabile.

MINISTRO LAVAGNA: “PAGHEREMO LA BM QUANDO CI SARÀ L’ACCORDO CON LO FMI” (BRIEF, POLITICS/ECONOMY)

L’Argentina pagherà il debito di 805 milioni di dollari che deve alla Banca Mondiale (Bm) quando verrà firmato il tanto atteso accordo con il Fondo monetario internazionale (Fmi). Lo ha riferito il ministro dell’economia, Roberto Lavagna, in una lettera inviata al presidente della Bm, James Walferson. Nella missiva, il cui contenuto è stato reso pubblico dallo stesso Lavagna, il ministro ha spiegato che risarcire l’organismo finanziario intaccando le riserve “sarebbe estremamente rischioso per la stabilità politica, economica e sociale del Paese”. Lavagna ha quindi precisato che la Bm riceverà per ora solo 77 milioni di dollari dal governo di Buenos Aires, una somma che corrisponde soltanto al pagamento degli interessi del debito. Allo stesso tempo ha assicurato che intende “normalizzare la situazione al più presto possibile, non appena si concretizzerà l’intesa con lo Fmi”. Da parte sua, la Bm ha minimizzato. In un comunicato ha espresso la “propria soddisfazione perché l’Argentina ha espresso la volontà di correggere la situazione quanto prima. (FB)

È stato liberato oggi monsignor Jorge Enrique Jiménez Carvajal. Il presule, presidente del Consiglio episcopale latino-americano (Celam), era stato rapito l'11 novembre scorso in Colombia a San Antonio de Aguilera, presso Pacho (dipartimento di Cundinamarca), da presunti guerriglieri delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia).

Almeno sei israeliani, coloni e soldati, morti in un agguato palestinese a Hebron. Lo hanno riferito stasera fonti giornalistiche. (ANSA) XBU

Sconosciuti hanno lanciato bottiglie incendiarie in un hotel destinato a diventare ostello per profughi a Baiersbronn, nel sudovest della Germania. Come ha detto la polizia, la certezza dell'attentato si e' avuta dopo che nello stabile sono stati trovati frammenti dell'ordigno lanciato. Un principio d'incendio, che e' stato rapidamente domato, non ha provocato alcun ferito, ma solo danni materiali. Si e' trattato del secondo attentato incendiario contro un hotel destinato a ospitare profughi a Baiersbronn. Gia' il 31 luglio scorso fu dato fuoco a un albergo per stranieri. (ANSA). QN

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gror151102 (last edited 2008-06-26 09:56:13 by anonymous)