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c: 10.50, buongiorno. c: 10.50, buongiorno.Ciao da Nano..'ndo lo metto sto aggiornamento...è un articolo tratto da repubblica ma mi sembra interessante...è sulle web radio, lo metto in fondo alla pagina visto che sono le 13.34 e il gr delle 12.30 è già passato...
Da Paula: ci lavoro dalle 15.00. Un saluto a tod@s. Da Paula per Nano: l'articolo è stato già dato in mattinata, un beso.
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= Gr serale di martedi 16 luglio - ore 19.30 =
== SOMMARIO ==
'''Dal Mondo'''

'''Dall'Italia'''

INCENDI - Nel 2002 gli incendi bruciano 31mila ettari.
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== DAL MONDO ==

== DALL'ITALIA ==
INCENDI - Dal I gennaio al 15 luglio sono andati in fiamme 31.525 ettari di terreno, circa il doppio della superficie di 16.729 ettari che gli incendi avevano bruciato nello stesso periodo dell'anno scorso. I dati sono stati diffusi a margine della conferenza stampa di presentazione della campagna antincendio dal ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, e dal Comandante del Corpo Forestale dello Stato, Giuseppe Di Croce. Dei 31.525 ettari andati in fumo quest'anno: 14.832 sono di superficie boschiva. Le regioni più colpite sono la Lombardia e il Piemonte. Quella che ha subito meno danni è il Molise. Nella prima parte dell'anno sono state denunciate per reato di incendio boschivo 210 persone. Il record va questa volta alla Toscana con 39 denunce.

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= Gr flash di martedi 16 luglio - ore 17.00 =
'''Dal Mondo'''

PARAGUAY - I gravi disordini che hanno interessato ieri tutto il Paraguay e che hanno indotto il governo di Luis Gonzalez Macchi ad introdurre per cinque giorni lo 'stato di eccezione' previsto dalla Costituzione, hanno causato almeno due morti, 50 feriti, e decine di arresti. Le due vittime, riferiscono i media paraguaiani, sono frutto degli scontri nel sud del paese, ed in particolare a Ciudad del Este, la citta' alla frontiera con Brasile e Argentina dove fra l'altro vive una consistente comunita' islamica. Da 48 ore le forze armate sono state consegnate nelle caserme, pronte a intervenire in caso di nuovi tumulti. Intanto oggi il quotidiano filogovernativo 'Ultimas noticias' di Asuncion sostiene che due giornalisti, facendosi passare per accesi sostenitori dell'ex generale Lino Oviedo, hanno potuto registrare dichiarazioni di questo orientate a spingere i suoi alla rivolta.
MESSICO - 'Altre opzioni sono possibili' per la localizzazione del nuovo aeroporto di Citta' del Messico, secondo quanto annunciato in serata dal presidente messicano Vicente Fox in una intervista alla Cnn in spagnolo. Fox ha detto che il governo intende ''portare avanti il dialogo'' con i contadini di San Salvador Atenco che si sono sollevati in armi per protestare contro il progetto federale che prevede la costruzione del nuovo aeroporto sui loro terreni alla periferia della capitale. ''Con il dialogo possiamo risolvere i contrasti'', ha detto Fox. Il presidente messicano non ha voluto rispondere ad altre domande sull'argomento ''per non compromettere i negoziati in corso'' con i contadini di San Salvator Atenco. I contadini, che ieri sera hanno accettato di rilasciare 19 ostaggi che avevano catturato giovedi' scorso in cambio della scarcerazione di dodici loro compagni di lotta arrestati dalla polizia, rifiutano il piano del governo che prevede l'espropriazione dei loro terreni per la costruzione del nuovo aeroporto internazionale di Citta' del Messico e chiedono al governo di ricercare nuove soluzioni. ''Attualmente ci sono in costruzione sei aeroporti in Messico, troveremo una soluzione anche per lo scalo della capitale'', ha detto Fox nell'intervista. Comunque la posizione del governo messicano,anche secondo la stampa locale, sembra orientata al dialogo piuttosto che al ricorso alla forza, anche per timore di un possibile 'risveglio' della guerriglia zapatista del Chapas, che da subito si è dichiarata solidale con il movimento contadino di San Salvador Atenco. Uno dei leader della protesta, Ignacio de la Valle, ha tuttavia assicurato il prosieguo della protesta con blocchi stradali e manifestazioni fino alla 'cancellazione definitiva' del progetto.

PALESTINA - Gli Stati Uniti, secondo il segretario di Stato Nordamericano Colin Powel, vorrebbero vedere un cambio di leadership per l'Autorità nazionale palestinese, ma sono disponibili all'ipotesi di una carica simbolica per Yasser Arafat: una presidenza onoraria con la creazione di un primo ministro con poteri effettivi. In giornata Powell incontrerà a New York i rappresentanti del Quartetto, oltre agli Usa, Ue, Russia e Onu, per discutere un piano d'azione per far ripartire il negoziato israeliano-palestinese prima delle elezioni per l'Anp di inizio 2003. E questa mattina c'era stata una azione palestinese. Infatti sarebbero state 5 le persone rimaste uccise e una ventina quelle ferite nell'attacco palestinese di questa mattina contro un autobus israeliano. Lo ha riferito la televisione israeliana. I fatto è avvenuto nei pressi vicino dell'insediamento ebraico di Emanule, nel norde della Cisgiordania.
E nella già difficile vita quotidiana all'interno dei Territori palestinesi, Internet rappresenta per migliaia di persone l'unico contatto con l'esterno. Ma da ieri si è 'spenta' anche la possibilità di collegamenti telematici per gli utenti della Cisgiordania e della striscia di Gaza. Lo ha reso noto Palnet, il principale server palestinesi, costretto a cessare la fornitura dei suoi servizi in seguito all'irruzione dell'esercito israeliano nei locali della società a Ramallah. 'I soldati hanno arrestato sei impiegati senza fornire alcuna spiegazione' ha dichiarato a un'agenzia internazionale un manager della compagnia, Samir Sabri. In queste condizioni Palnet non è più in grado di offrire i suoi servizi a circa 10 mila abbonati, all'esterno di Gerusalemme. Tra i numerosi clienti della società, vi sono anche scuole e università, che ora rimarranno senza uno strumento ormai essenziale in ogni settore professionale, ma soprattutto in ambito scolastico e accademico. Senza contare, in aggiunta, gli utenti 'domestici', che utilizzano la rete per comunicare tra loro vista le difficoltà di spostamento nei territori autonomi palestinesi. Palnet, secondo quanto dichiarato da Sabri, avrebbe lanciato un appello per chiedendo aiuto a organizzazioni internazionali e al consolato degli Stati Uniti a Gerusalemme.

TRIBUNALE INTERNAZIONALE - La posizione di chiusura assunta dall'amministrazione Bush nei confronti della neonata Corte penale internazionale costituisce un grande ostacolo allo svolgimento della sua attivita'. Ma non sara' solo questo il problema che la Corte, nata ufficialmente all'Aja il primo luglio scorso per garantire che i crimini contro l'umanita' non restino impuniti, dovra' superare per adempiere al suo difficile compito. L'occasione per fare il punto della situazione sul futuro della Cpi, il cui statuto venne varato quattro anni fa a Roma da 120 paesi (ed e' stato ratificato finora da 76) e' stata la Conferenza apertasi oggi nella sede della Fao per celebrare l'entrata in funzione della prima istituzione permanente della giustizia internazionale. Inevitabilmente il discorso e' caduto sulla posizione 'unilateralista' assunta dagli Stati Uniti, che lo scorso marzo hanno ritirato la loro adesione all'accordo sottoscritto quattro anni or sono a Roma per la nascita della Cpi.

'''Dall'Italia'''

41 BIS - Non si ferma la protesta dei detenuti del carcere Le Costarelle di Preturo, all'Aquila, sottoposti al regime del 41 bis. Oltre a rifiutare il cibo fornito dall'amministrazione penitenziaria e una delle due ore d'aria previste, i detenuti sottoposti al regime del carcere duro stanno protestando tre volte al giorno, sbattendo oggetti contro le inferriate delle celle.
Un tam tam che ogni volta dura una decina di minuti. Il clima è di massima allerta, dato che nel carcere aquilano risiedono trecento boss mafiosi, tra cui Leoluca Bagarella, che proprio dalla Costarelle, qualche giorno fa, ha inviato un proclama-appello sulla necessità di modificare il 41 bis.

INCENDI - Dal I gennaio al 15 luglio sono andati in fiamme 31.525 ettari di terreno, circa il doppio della superficie di 16.729 ettari che gli incendi avevano bruciato nello stesso periodo dell'anno scorso. I dati sono stati diffusi a margine della conferenza stampa di presentazione della campagna antincendio dal ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, e dal Comandante del Corpo Forestale dello Stato, Giuseppe Di Croce. Dei 31.525 ettari andati in fumo quest'anno: 14.832 sono di superficie boschiva. Le regioni più colpite sono la Lombardia e il Piemonte. Quella che ha subito meno danni è il Molise. Nella prima parte dell'anno sono state denunciate per reato di incendio boschivo 210 persone. Il record va questa volta alla Toscana con 39 denunce.



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Nella già difficile vita quotidiana all’interno dei Territori palestinesi, Internet rappresenta per migliaia di persone l’unico contatto con “l’esterno”. Ma da ieri si è ‘spenta’ anche la possibilità di collegamenti telematici per gli utenti della Cisgiordania e della striscia di Gaza. Lo ha reso noto ‘Palnet’, il principale server palestinesi, costretto a cessare la fornitura dei suoi servizi in seguito all’irruzione dell’esercito israeliano nei locali della società a Ramallah. “I soldati hanno arrestato sei impiegati senza fornire alcuna spiegazione” ha dichiarato a un’agenzia internazionale un manager della compagnia, Samir Sabri. In queste condizioni Palnet non è più in grado di offrire i suoi servizi a circa 10 mila abbonati, all’esterno di Gerusalemme. Tra i numerosi clienti della società, vi sono anche scuole e università, che ora rimarranno senza uno strumento ormai essenziale in ogni settore professionale, ma soprattutto in ambito scolastico e accademico. Senza contare, in aggiunta, gli utenti ‘domestici’, che utilizzano la rete per comunicare tra loro vista le difficoltà di spostamento nei territori autonomi palestinesi. Palnet, secondo quanto dichiarato da Sabri, avrebbe lanciato un appello per chiedendo aiuto a organizzazioni internazionali e al consolato degli Stati Uniti a Gerusalemme. (EB) Nella già difficile vita quotidiana all'interno dei Territori palestinesi, Internet rappresenta per migliaia di persone l'unico contatto con l'esterno. Ma da ieri si è 'spenta' anche la possibilità di collegamenti telematici per gli utenti della Cisgiordania e della striscia di Gaza. Lo ha reso noto Palnet, il principale server palestinesi, costretto a cessare la fornitura dei suoi servizi in seguito all'irruzione dell'esercito israeliano nei locali della società a Ramallah. 'I soldati hanno arrestato sei impiegati senza fornire alcuna spiegazione' ha dichiarato a un'agenzia internazionale un manager della compagnia, Samir Sabri. In queste condizioni Palnet non è più in grado di offrire i suoi servizi a circa 10 mila abbonati, all'esterno di Gerusalemme. Tra i numerosi clienti della società, vi sono anche scuole e università, che ora rimarranno senza uno strumento ormai essenziale in ogni settore professionale, ma soprattutto in ambito scolastico e accademico. Senza contare, in aggiunta, gli utenti 'domestici', che utilizzano la rete per comunicare tra loro vista le difficoltà di spostamento nei territori autonomi palestinesi. Palnet, secondo quanto dichiarato da Sabri, avrebbe lanciato un appello per chiedendo aiuto a organizzazioni internazionali e al consolato degli Stati Uniti a Gerusalemme. (EB)
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AL TRIBUNALE DI ARUSHA E' TERMINATO L'ATTO D’ACCUSA SUL RUOLO DEI ‘MASS MEDIA’ NEL GENOCIDIO DEL 1994 (fonte: Misna) AL TRIBUNALE DI ARUSHA E' TERMINATO L'ATTO D’ACCUSA SUL RUOLO DEI ‘MASS MEDIA’ NEL GENOCIDIO DEL 1994 (fonte: Misna)
Line 102: Line 139:
16.07.02 - E’ terminata ieri la prima parte del processo sui ‘mass-media’ del Rwanda, che si sta celebrando davanti al Tribunale internazionale di Arusha (Tanzania). La pubblica accusa, che sta cercando di ricostruire il ruolo degli organi di informazione ruandesi nella fase di “incubazione” del massacro che 8 anni fa in provocò tra 500 e 800 mila morti, ha chiamato ieri a deporre l’ultimo di 47 testimoni. Nel filone dell’inchiesta dedicata a stabilire se e come i mezzi di comunicazione incitarono alla carneficina, tra ha deposto anche Jean Pierre Chrétien, direttore del Centro Nazionale delle ricerche scientifiche in Francia e coautore del volume “I media del genocidio”. L’esperto ha ricostruito il ruolo svolto dalla “Radio televisione libera delle mille colline” (Rtlm), nel procedimento che vede alla sbarra i due fondatori dell’emittente, Ferdinand Nahimana e Jean Bosco Barayagwiza, e il direttore e proprietario Hassan Ngeze. Chrétien ha detto ai giudici che le trasmissioni di Rtlm erano finalizzate alla creazione di un’atmosfera di terrore e panico diffuso, nel tentativo di unire il gruppo etcnico hutu nella lotta contro “il nemico” tutsi. Attraverso la documentazione sonora, Chrétien ha ricostruito davanti alla Corte il comportamento tendenzioso di Rtlm, che “trasmise informazioni false, distorse notizie e banalizzò le violenze in corso”. Terminata l’esposizione delle tesi accusatorie, il processo è stato aggiornato a settembre, quando prenderà la parola la difesa. 16.07.02 - E’ terminata ieri la prima parte del processo sui ‘mass-media’ del Rwanda, che si sta celebrando davanti al Tribunale internazionale di Arusha (Tanzania). La pubblica accusa, che sta cercando di ricostruire il ruolo degli organi di informazione ruandesi nella fase di “incubazione” del massacro che 8 anni fa in provocò tra 500 e 800 mila morti, ha chiamato ieri a deporre l’ultimo di 47 testimoni. Nel filone dell’inchiesta dedicata a stabilire se e come i mezzi di comunicazione incitarono alla carneficina, tra ha deposto anche Jean Pierre Chrétien, direttore del Centro Nazionale delle ricerche scientifiche in Francia e coautore del volume “I media del genocidio”. L’esperto ha ricostruito il ruolo svolto dalla “Radio televisione libera delle mille colline” (Rtlm), nel procedimento che vede alla sbarra i due fondatori dell’emittente, Ferdinand Nahimana e Jean Bosco Barayagwiza, e il direttore e proprietario Hassan Ngeze. Chrétien ha detto ai giudici che le trasmissioni di Rtlm erano finalizzate alla creazione di un’atmosfera di terrore e panico diffuso, nel tentativo di unire il gruppo etcnico hutu nella lotta contro “il nemico” tutsi. Attraverso la documentazione sonora, Chrétien ha ricostruito davanti alla Corte il comportamento tendenzioso di Rtlm, che “trasmise informazioni false, distorse notizie e banalizzò le violenze in corso”. Terminata l’esposizione delle tesi accusatorie, il processo è stato aggiornato a settembre, quando prenderà la parola la difesa.
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= aggiornamento ore 12.30 =

''' dal mondo '''
ANSA (POL) - 16/07/2002 - 12.11.00
IMMIGRAZIONE: WSJ, NUOVA LEGGE RISCHIA PEGGIORARE SITUAZIONE

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(ANSA) - BRUXELLES, 16 LUG - La nuova legge Bossi-Fini sull'immigrazione, anziche' migliorare la situazione, rischia di peggiorarla. Lo afferma un commento dal titolo ''La cattiva legge dell'Italia'', pubblicato oggi dal Wall Strett Journal Europe e firmato da Francis Rocca. ''Certo gli italiani sono preoccupati per l'immigrazione illegale - sottolinea il commento - ma l'Italia ha disperatamente bisogno di immigrati, in quantita' sempre maggiore di quanti ne abbia accolti finora''. La popolazione piu' vecchia del mondo, uno dei piu' bassi tassi di fertilita' (1,2 figli per madre), la disoccupazione oltre il 20% nel sud: con questi numeri, ''per preservare il suo attuale numero di lavoratori in rapporto ai pensionati, e mantenere cosi' sostenibile il suo sistema previdenziale - precisa il commentatore - l'Italia avrebbe anzi bisogno di accogliere in media 2,1 milioni di stranieri l'anno''. Ma la nuova legge, che fissa un ''rigido legame tra lavoro e permesso di soggiorno'', anziche' facilitare questo processo, ''aggiunge molti piu' livelli di burocrazia al processo di assunzione''. Il rischio e' che ''stringere troppo i requisiti per l'immigrazione, porti piu' facilmente le persone a rivolgersi ai canali illegali''. La legge Bossi-Fini, in definitiva, ''non contribuira' a risolvere alcuno di questi problemi e anzi li peggiorera'''. Quello che serve all'Italia e' piuttosto ''tagliare l'immigrazione illegale e accrescere quella legale. Che peccato - conclude il commento - che questa legge sia disegnata proprio per fare il contrario''. (ANSA)

''' paraguay '''

PROTESTE CONTRO PRESIDENTE MACCHI: DUE MORTI E DECINE DI FERITI (STANDARD, POLITICS/ECONOMY)
  
Due persone sono rimaste uccise ieri in Paraguay nel corso di alcune manifestazioni di protesta contro la politica economica del governo del presidente Luis Gonzáles Macchi. Le tensioni hanno portato alla dichiarazione dello 'stato d'eccezione' nel Paese per almeno cinque giorni. Il bilancio attuale degli scontri, secondo quanto riportato dalle radio locali, è di due morti, 50 feriti o oltre 100 persone arrestate. Fonti ufficiali del governo hanno attribuito la responsabilità dei disordini all'ex leader golpista Lino Oviedo, attualmente rifugiato in Brasile e che, secondo i sondaggi locali, figura in testa alle preferenze dei paraguaiani in vista delle elezioni presidenziali del 2003. Lo 'stato di eccezione', che deve essere ratificato o respinto dal Congressi entro 48 ore, prevede la sospensione temporanea di alcune garanzie costituzionali per ristabilire l'ordine interno. Secondo quanto indicato dall'articolo 228 della Carta nazionale, il provvedimento può essere esteso fino ad un massimo di 90 giorni con l'approvazione di entrambe le Camere. Il presidente Macchi ha firmato un ulteriore decreto che prevede la stretta collaborazione tra esercito e polizia per le operazioni di 'contenimento' delle manifestazioni. La protesta, in corso su tutto il territorio nazionale, ha avuto da subito la solidarietà del vicepresidente Julio Cesar Franco, che fonti del governo vogliono vicino ad Oviedo, e del partito dell'Unione dei cittadini etici (Unace), a capo del quale figura lo stesso Oviedo. Il portavoce dell'Unace Carlos Galeone Perrone ha dichiarato che "le proteste continueranno fino alla caduta del governo di Macchi"., Oviedo, fuggito in Brasile dopo il cosiddetto ‘marzo di sangue’ del 1999, non ha ancora potuto formalizzare la sua candidatura. Per farlo, dovrebbe riuscire ad evitare i 10 anni di carcere comminatigli dalla magistratura di Asunción per il fallito colpo di Stato ordito nel 1996 contro l’allora presidente Juan Wasmosy, scontati solo in minima parte. Oviedo è accusato, tra l’altro, dell’omicidio del vice presidente Luis Maria Argaña, ucciso il 21 marzo 1999 e della morte di 7 giovani manifestanti avvenuta nello steso mese durante una manifestazione nella Piazza del Congresso di Asunción. (LS)
Il Presidente del Paraguay, Luis González Macchi, ha decretato oggi lo stato di assedio per la durata di cinque giorni, allo scopo di frenare l'onda di manifestazioni dei sostenitori dell'ex generale Lino César Oviedo, che reclamano le dimissioni del Capo dello Stato.
Almeno cinquanta persone risultano ferite, dopo gli scontri avvenuti fra i sostenitori di Oviedo e la Polizìa, durante le proteste che hanno avuto luogo in Asunción e all'interno del paese.

Víctor Hermosa, ministro degli Interni, ha dichiarato in conferenza stampa, nel Palazzo del Governo, che "il Potere Esecutivo, in accordo con la Costituzione, si vede l'obbligo di stabilire l'estado de excepción (stato d'emergenza), simile allo stato d'assedio".
Hermosa ha spiegato che "certe garanzìe individuali rimarranno sospese e la Polizia Nazionale sarà autorizzata a realizzare operativi di prevenzione, nonchè di arrestare, senza previa autorizzazione ministeriale, chiunque metta in atto sommosse e tumulti".

Ha aggiunto che gli agenti di polizia procederanno alla ricerca e alla detenzione di tutti i "capi", che stanno alla guida delle manifestazioni e mobilitazioni degli oviedisti, in tutto il paese e principalmente nella zona di Caaguazú e Alto Paraná, a 200 e 390 chilometri ad est di Asunción.
"Tutti i militanti oviedisti del movimiento Unión Nacional de Ciudadanos Eticos (UNACE), sono stati identificati", ha dichiarato Hermosa.

Questa mattina, il generale Expedito Garrigoza, comandante delle forze militari, ha ordinato l'accantonamento di circa 15.000 effettivi, avvertendo che: "non sarà tollerato nessun intento di sovvertire l'ordine costituzionale".

NACE è una formazione costituita in Brasile l'anno scorso da Oviedo, senza il riconoscimento della Giustiza Elettorale in Paraguay, con l'obiettivo di realizzare attività proprie di partito politico.
Osvaldo Bergonzi, portavoce del Palazzo del Governo, ha informato che González Macchi ha firmato un ulteriore decreto , che autorizza le Forze Armate a collaborare con la Polizìa Nazionale, al fine di ristabilire l'ordine pubblico in tutto il paese.

Delle otto ore di mobilitazioni e proteste degli oviedisti si contano 13 feriti, dei quali due con arma da fuoco e gli altri contusi per scontri con le forze antisommossa.
I manifestanti reclamavano l'immediata rinuncia del Presidente, distribuendo volantini che riportavano un messaggio di Olviedo.
"Attenzione, popolo del Paraguay, oviedisti e non oviedisti: oggi avranno fine furti e corruzione.
Il generale Oviedo, leader naturale, tornerà, per la felicità di tutti noi".

José Nicolás Morínigo, sociologo e politologo di radio Cardinal, di Asunción, ha commentato che "Oviedo ha predisposto una strategìa in diversi punti del paese, sperando in una massiccia adesione della cittadinanza, che non ha concretamente preso forma".
Il Presidente del Congresso, Juan Carlos Galaverna, del Partito Colorado, sostiene che "Oviedo sta organizzando questi disordini, senza aver scontato la sentenza di 10 anni di carcere e continua ad essere appoggiato da alcuni mezzi di informazione e da molti imprenditori"

Oviedo, 57 anni, risiede attualmente in Foz de Iguazú, nello stato brasiliano di Paraná, ai confini con Ciudad del Este.
Il 7 di Giugno scorso ha tenuto una moltitudianaria riunione con i sui attivisti in un club sportivo di Foz de Iguazú, ed in quella sede annunciava che quello era l'ultimo incontro nel territorio brasiliano.
"La prossima riunione avverrà in Paraguay" sono state le sue parole.

Il generale è latitante, per una pendente condanna di dieci anni di carcere, confermata dalla Corte Suprema della Giustizia, dovuta al suo fallito intento di sovversione, nell'aprile del 1996, all'allora presidente Juan Carlos Wasmosy.

'''dall'italia '''
Roma, 10:35
Savoia, legge pubblicata: rientro il 15 ottobre

E' stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, che porta la data del 15 luglio, la legge costituzionale approvata in via definitiva dalla Camera dei deputati lo scorso 11 luglio, che consente il rientro in Italia dei Savoia.
Il provvedimento, che fa cessare gli effetti della tredicesima disposizione transitoria e finale della Costituzione, è stato approvato in seconda votazione a maggioranza assoluta, ma inferiore ai due terzi dei componenti di ciascuna Camera. Di conseguenza, può essere sottoposto a referendum popolare se entro tre mesi, a partire dal 15 luglio, un quinto dei membri della Camera, o 500.000 elettori o cinque consigli regionali ne faranno richiesta. (Red)


Legge dura contro le Web Radio (tratto da repubblica.it)

Una legge del Congresso voluta dalle major esigerà royalty per ogni brano trasmesso online
Conoscere in anticipo il giorno della propria morte non sembra di grande consolazione. E infatti Jim Atkinson e le migliaia di altre persone che, come lui, gestiscono delle radio che trasmettono via internet, non sono affatto sollevate per il fatto di sapere che, se niente cambia, dovranno chiudere bottega esattamente il 20 ottobre prossimo. Perché quello sarà il giorno della resa dei conti e, in forza di una legge passata grazie ai desideri delle major, dovranno pagare alle case discografiche i diritti per ogni brano che trasmetteranno... compresi gli arretrati sin dal 1998! Una bolletta micidiale che, ha detto Atkinson a "Newsweek", "farà fallire circa il 90 per cento dell'intera industria".
Sì, perché la tassa non ha niente a che vedere con quella della radio tradizionali, per cui le stazioni devono girare circa il 3% dei loro proventi nelle tasche dei musicisti. Qui si tratta di una ben più pesante "performance fee" commisurata sul numero di ascoltatori per cui si deve versare un prezzo fisso moltiplicato il numero degli utenti con il paradossale risultato che il più delle volte sarà chiesto ai "webcaster" di pagare molto più di quanto hanno incassato. Il caso di Atkinson e della sua 3WK che trasmette rock alternativo è emblematico: nel 2001 i suoi introiti sono stati pari a 10 mila dollari attraverso pubblicità e sponsorizzazioni, ma il conto che si vedrebbe recapitare con le nuove regole sarebbe di 17 mila "bigliettoni" per il fatto che il suo pubblico è stato molto numeroso. Se si fosse seguito lo stesso principio delle radio tradizionali l'effetto non sarebbe stato tanto devastante perché, a fronte di scarsi guadagni, si sarebbe dovuto versare agli autori solo il 3% di quella magra cifra.
Ma il Congresso ha deciso diversamente e ancora non si capisce il perché. La mente occulta dietro l'operazione, la famigerata Riaa che ha steso al tappeto giudiziario Napster e vari suoi cloni, ha avuto partita vinta ma qui, a differenza dei casi di peer-to-peer citati, la violazione del loro copyright è molto più effimera. Nel senso che le radio trasmettono i brani con la tecnica dello "streaming" che li fa sentire in diretta ma - tranne che per hacker esperti - impedisce di salvare i file e risentirli a piacimento come avveniva con i vari siti di scambio di mp3. Anzi, sostengono in molti, proprio come nelle radio normali il passaggio su quelle online è solo pubblicità gratuita per gli artisti: uno sente il brano, gli piace e lo compra, a volte proprio seguendo i link ai negozi online che i siti a rischio di estinzione largamente forniscono.
Le major però non ci vogliono credere e sbandierano con terrore i numeri della minaccia: 77 milioni sarebbero gli americani che, almeno una volta, si sarebbero sintonizzati a una "web radio". Troppi per essere lasciati in pace.

Aperto da Massimo alle 9.30, vi attendo numerosi/e ,baci. c: 10.50, buongiorno.Ciao da Nano..'ndo lo metto sto aggiornamento...è un articolo tratto da repubblica ma mi sembra interessante...è sulle web radio, lo metto in fondo alla pagina visto che sono le 13.34 e il gr delle 12.30 è già passato... Da Paula: ci lavoro dalle 15.00. Un saluto a tod@s. Da Paula per Nano: l'articolo è stato già dato in mattinata, un beso.


Gr serale di martedi 16 luglio - ore 19.30

SOMMARIO

Dal Mondo

Dall'Italia

INCENDI - Nel 2002 gli incendi bruciano 31mila ettari.

DAL MONDO

DALL'ITALIA

INCENDI - Dal I gennaio al 15 luglio sono andati in fiamme 31.525 ettari di terreno, circa il doppio della superficie di 16.729 ettari che gli incendi avevano bruciato nello stesso periodo dell'anno scorso. I dati sono stati diffusi a margine della conferenza stampa di presentazione della campagna antincendio dal ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, e dal Comandante del Corpo Forestale dello Stato, Giuseppe Di Croce. Dei 31.525 ettari andati in fumo quest'anno: 14.832 sono di superficie boschiva. Le regioni più colpite sono la Lombardia e il Piemonte. Quella che ha subito meno danni è il Molise. Nella prima parte dell'anno sono state denunciate per reato di incendio boschivo 210 persone. Il record va questa volta alla Toscana con 39 denunce.


Gr flash di martedi 16 luglio - ore 17.00

Dal Mondo

PARAGUAY - I gravi disordini che hanno interessato ieri tutto il Paraguay e che hanno indotto il governo di Luis Gonzalez Macchi ad introdurre per cinque giorni lo 'stato di eccezione' previsto dalla Costituzione, hanno causato almeno due morti, 50 feriti, e decine di arresti. Le due vittime, riferiscono i media paraguaiani, sono frutto degli scontri nel sud del paese, ed in particolare a Ciudad del Este, la citta' alla frontiera con Brasile e Argentina dove fra l'altro vive una consistente comunita' islamica. Da 48 ore le forze armate sono state consegnate nelle caserme, pronte a intervenire in caso di nuovi tumulti. Intanto oggi il quotidiano filogovernativo 'Ultimas noticias' di Asuncion sostiene che due giornalisti, facendosi passare per accesi sostenitori dell'ex generale Lino Oviedo, hanno potuto registrare dichiarazioni di questo orientate a spingere i suoi alla rivolta. MESSICO - 'Altre opzioni sono possibili' per la localizzazione del nuovo aeroporto di Citta' del Messico, secondo quanto annunciato in serata dal presidente messicano Vicente Fox in una intervista alla Cnn in spagnolo. Fox ha detto che il governo intende portare avanti il dialogo con i contadini di San Salvador Atenco che si sono sollevati in armi per protestare contro il progetto federale che prevede la costruzione del nuovo aeroporto sui loro terreni alla periferia della capitale. Con il dialogo possiamo risolvere i contrasti, ha detto Fox. Il presidente messicano non ha voluto rispondere ad altre domande sull'argomento per non compromettere i negoziati in corso con i contadini di San Salvator Atenco. I contadini, che ieri sera hanno accettato di rilasciare 19 ostaggi che avevano catturato giovedi' scorso in cambio della scarcerazione di dodici loro compagni di lotta arrestati dalla polizia, rifiutano il piano del governo che prevede l'espropriazione dei loro terreni per la costruzione del nuovo aeroporto internazionale di Citta' del Messico e chiedono al governo di ricercare nuove soluzioni. Attualmente ci sono in costruzione sei aeroporti in Messico, troveremo una soluzione anche per lo scalo della capitale, ha detto Fox nell'intervista. Comunque la posizione del governo messicano,anche secondo la stampa locale, sembra orientata al dialogo piuttosto che al ricorso alla forza, anche per timore di un possibile 'risveglio' della guerriglia zapatista del Chapas, che da subito si è dichiarata solidale con il movimento contadino di San Salvador Atenco. Uno dei leader della protesta, Ignacio de la Valle, ha tuttavia assicurato il prosieguo della protesta con blocchi stradali e manifestazioni fino alla 'cancellazione definitiva' del progetto.

PALESTINA - Gli Stati Uniti, secondo il segretario di Stato Nordamericano Colin Powel, vorrebbero vedere un cambio di leadership per l'Autorità nazionale palestinese, ma sono disponibili all'ipotesi di una carica simbolica per Yasser Arafat: una presidenza onoraria con la creazione di un primo ministro con poteri effettivi. In giornata Powell incontrerà a New York i rappresentanti del Quartetto, oltre agli Usa, Ue, Russia e Onu, per discutere un piano d'azione per far ripartire il negoziato israeliano-palestinese prima delle elezioni per l'Anp di inizio 2003. E questa mattina c'era stata una azione palestinese. Infatti sarebbero state 5 le persone rimaste uccise e una ventina quelle ferite nell'attacco palestinese di questa mattina contro un autobus israeliano. Lo ha riferito la televisione israeliana. I fatto è avvenuto nei pressi vicino dell'insediamento ebraico di Emanule, nel norde della Cisgiordania. E nella già difficile vita quotidiana all'interno dei Territori palestinesi, Internet rappresenta per migliaia di persone l'unico contatto con l'esterno. Ma da ieri si è 'spenta' anche la possibilità di collegamenti telematici per gli utenti della Cisgiordania e della striscia di Gaza. Lo ha reso noto Palnet, il principale server palestinesi, costretto a cessare la fornitura dei suoi servizi in seguito all'irruzione dell'esercito israeliano nei locali della società a Ramallah. 'I soldati hanno arrestato sei impiegati senza fornire alcuna spiegazione' ha dichiarato a un'agenzia internazionale un manager della compagnia, Samir Sabri. In queste condizioni Palnet non è più in grado di offrire i suoi servizi a circa 10 mila abbonati, all'esterno di Gerusalemme. Tra i numerosi clienti della società, vi sono anche scuole e università, che ora rimarranno senza uno strumento ormai essenziale in ogni settore professionale, ma soprattutto in ambito scolastico e accademico. Senza contare, in aggiunta, gli utenti 'domestici', che utilizzano la rete per comunicare tra loro vista le difficoltà di spostamento nei territori autonomi palestinesi. Palnet, secondo quanto dichiarato da Sabri, avrebbe lanciato un appello per chiedendo aiuto a organizzazioni internazionali e al consolato degli Stati Uniti a Gerusalemme.

TRIBUNALE INTERNAZIONALE - La posizione di chiusura assunta dall'amministrazione Bush nei confronti della neonata Corte penale internazionale costituisce un grande ostacolo allo svolgimento della sua attivita'. Ma non sara' solo questo il problema che la Corte, nata ufficialmente all'Aja il primo luglio scorso per garantire che i crimini contro l'umanita' non restino impuniti, dovra' superare per adempiere al suo difficile compito. L'occasione per fare il punto della situazione sul futuro della Cpi, il cui statuto venne varato quattro anni fa a Roma da 120 paesi (ed e' stato ratificato finora da 76) e' stata la Conferenza apertasi oggi nella sede della Fao per celebrare l'entrata in funzione della prima istituzione permanente della giustizia internazionale. Inevitabilmente il discorso e' caduto sulla posizione 'unilateralista' assunta dagli Stati Uniti, che lo scorso marzo hanno ritirato la loro adesione all'accordo sottoscritto quattro anni or sono a Roma per la nascita della Cpi.

Dall'Italia

41 BIS - Non si ferma la protesta dei detenuti del carcere Le Costarelle di Preturo, all'Aquila, sottoposti al regime del 41 bis. Oltre a rifiutare il cibo fornito dall'amministrazione penitenziaria e una delle due ore d'aria previste, i detenuti sottoposti al regime del carcere duro stanno protestando tre volte al giorno, sbattendo oggetti contro le inferriate delle celle. Un tam tam che ogni volta dura una decina di minuti. Il clima è di massima allerta, dato che nel carcere aquilano risiedono trecento boss mafiosi, tra cui Leoluca Bagarella, che proprio dalla Costarelle, qualche giorno fa, ha inviato un proclama-appello sulla necessità di modificare il 41 bis.

INCENDI - Dal I gennaio al 15 luglio sono andati in fiamme 31.525 ettari di terreno, circa il doppio della superficie di 16.729 ettari che gli incendi avevano bruciato nello stesso periodo dell'anno scorso. I dati sono stati diffusi a margine della conferenza stampa di presentazione della campagna antincendio dal ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, e dal Comandante del Corpo Forestale dello Stato, Giuseppe Di Croce. Dei 31.525 ettari andati in fumo quest'anno: 14.832 sono di superficie boschiva. Le regioni più colpite sono la Lombardia e il Piemonte. Quella che ha subito meno danni è il Molise. Nella prima parte dell'anno sono state denunciate per reato di incendio boschivo 210 persone. Il record va questa volta alla Toscana con 39 denunce.


Aggiornamento ore 9.30

Paraguay

Due persone sono morte, decine sono state ferite e 150 arrestate negli scontri fra polizia e manifestanti, che in diverse citta' del Paraguay hanno chiesto le dimissioni del presidente del Paraguay Luis Gonzales Macchi. Il governo ha annunciato uno stato d'emergenza limitato per cinque giorni, con restrizioni alla liberta' di assemblea e al diritto di manifestare. Il parlamento ha 48 ore di tempo per approvare il provvedimento. I manifestanti protestano contro le politiche economiche del governo, accusato di corruzione. Il Paraguay soffre di una grave crisi economica, come i vicini Argentina e Brasile. (Civ/Gs/Adnkronos) 16-LUG-02 08:30

Italia

modifica dell'articolo 68 della Costituzione sul tema dell'immunità parlamentare. Un vero e proprio ritorno al passato, un salto all'epoca precedente a tangentopoli. Un modello simile a quello spagnolo che congela qualsiasi procedimento penale fino a quando un parlamentare mantiene la sua carica. La proposta di ritornare agli anni del Caf, che dovrebbe essere portata martedì nella commissione affari costituzionali, porta la firma di Francesco Nitto Palma, esponente di Forza Italia. Ma sono in molti a sostenere che sarebbe stata ispirata da palazzo Chigi, dallo stesso Previti e da Marcello Dell'Utri. In commissione si annuncia battaglia anche perché si tratterebbe di mettere mano a una norma costituzionale.

USA

Una legge del Congresso voluta dalle major esigerà royalty per ogni brano trasmesso online

In forza di una legge passata grazie ai desideri delle major, dovranno pagare alle case discografiche i diritti per ogni brano che trasmetteranno... compresi gli arretrati sin dal 1998! Una bolletta micidiale che, ha detto Atkinson a "Newsweek", "farà fallire circa il 90 per cento dell'intera industria".

La tassa non ha niente a che vedere con quella della radio tradizionali, per cui le stazioni devono girare circa il 3% dei loro proventi nelle tasche dei musicisti. Qui si tratta di una ben più pesante "performance fee" commisurata sul numero di ascoltatori per cui si deve versare un prezzo fisso moltiplicato il numero degli utenti con il paradossale risultato che il più delle volte sarà chiesto ai "webcaster" di pagare molto più di quanto hanno incassato. Il caso di Atkinson e della sua 3WK che trasmette rock alternativo è emblematico: nel 2001 i suoi introiti sono stati pari a 10 mila dollari attraverso pubblicità e sponsorizzazioni, ma il conto che si vedrebbe recapitare con le nuove regole sarebbe di 17 mila "bigliettoni" per il fatto che il suo pubblico è stato molto numeroso. Se si fosse seguito lo stesso principio delle radio tradizionali l'effetto non sarebbe stato tanto devastante perché, a fronte di scarsi guadagni, si sarebbe dovuto versare agli autori solo il 3% di quella magra cifra.

Ma il Congresso ha deciso diversamente e ancora non si capisce il perché. La mente occulta dietro l'operazione, la famigerata Riaa che ha steso al tappeto giudiziario Napster e vari suoi cloni, ha avuto partita vinta ma qui, a differenza dei casi di peer-to-peer citati, la violazione del loro copyright è molto più effimera. Nel senso che le radio trasmettono i brani con la tecnica dello "streaming" che li fa sentire in diretta ma - tranne che per hacker esperti - impedisce di salvare i file e risentirli a piacimento come avveniva con i vari siti di scambio di mp3. Anzi, sostengono in molti, proprio come nelle radio normali il passaggio su quelle online è solo pubblicità gratuita per gli artisti: uno sente il brano, gli piace e lo compra, a volte proprio seguendo i link ai negozi online che i siti a rischio di estinzione largamente forniscono.

Le major però non ci vogliono credere e sbandierano con terrore i numeri della minaccia: 77 milioni sarebbero gli americani che, almeno una volta, si sarebbero sintonizzati a una "web radio". Troppi per essere lasciati in pace.

Palestina

Nella già difficile vita quotidiana all'interno dei Territori palestinesi, Internet rappresenta per migliaia di persone l'unico contatto con l'esterno. Ma da ieri si è 'spenta' anche la possibilità di collegamenti telematici per gli utenti della Cisgiordania e della striscia di Gaza. Lo ha reso noto Palnet, il principale server palestinesi, costretto a cessare la fornitura dei suoi servizi in seguito all'irruzione dell'esercito israeliano nei locali della società a Ramallah. 'I soldati hanno arrestato sei impiegati senza fornire alcuna spiegazione' ha dichiarato a un'agenzia internazionale un manager della compagnia, Samir Sabri. In queste condizioni Palnet non è più in grado di offrire i suoi servizi a circa 10 mila abbonati, all'esterno di Gerusalemme. Tra i numerosi clienti della società, vi sono anche scuole e università, che ora rimarranno senza uno strumento ormai essenziale in ogni settore professionale, ma soprattutto in ambito scolastico e accademico. Senza contare, in aggiunta, gli utenti 'domestici', che utilizzano la rete per comunicare tra loro vista le difficoltà di spostamento nei territori autonomi palestinesi. Palnet, secondo quanto dichiarato da Sabri, avrebbe lanciato un appello per chiedendo aiuto a organizzazioni internazionali e al consolato degli Stati Uniti a Gerusalemme. (EB)

Aggiornamento ore 11.00

Palestina

Gli Usa, chiarisce il segretario di Stato Colin Powel, vorrebbero vedere un cambio di leadership per l'Autorità nazionale palestinese, ma sono disponibili all'ipotesi di una carica simbolica per Yasser Arafat: una presidenza onoraria con la creazione di un primo ministro con poteri effettivi.

In giornata Powell incontrerà a New York i rappresentanti del Quartetto, oltre agli Usa, Ue, Russia e Onu, per discutere un piano d'azione per far ripartire il negoziato israeliano-palestinese prima delle elezioni per l'Anp di inizio 2003. Il piano d'azione statunitense consiste in programmi di assistenza umanitaria ed economica ai palestinesi, ma non diretti all'Autorità Nazionale Palestinese, ritenuta corrotta dall'amministrazione Bush. Gli Stati Uniti già elargiscono 142 milioni di dollari ogni anno, tramite le Nazioni Unite e la Croce Rossa, ma nell'aprile scorso, Powell ha promesso un aiuto addizionale di 30 milioni.

Il presidente egiziano Hosny Mubarak ha dato il suo appoggio a un piano del ministro della difesa israeliano Binyamin Ben Eliezer che prevede un progressivo ritorno alla normalita' nella striscia di Gaza in cambio della cessazione della lotta armata in questo territorio. Ne da' notizia oggi il quotidiano israeliano 'Yedioth Ahronoth' secondo il quale il piano e' stato illustrato da Ben Eliezer a Mubarak nel corso del colloquio che essi hanno avuto ieri ad Alessandria. Se avra' successo a Gaza il piano, riferisce il giornale, potra' essere esteso anche alla Cisgiordania. L'Egitto avrebbe promesso di appoggiare il piano cercando di esercitare la sua influenza per persuadere i palestinesi a cessare gli attacchi contro obiettivi israeliani nell' area. E' anche per questo motivo che il capo dell' intelligence egiziano Omar Suliman giungera' in Israele e nei Territori palestinesi gia' nel prossimo futuro. (ANSA). XRH

Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato a Jenin una palestinese che accusano stesse preparando un attacco suicida. L'esercito dello Stato ebraico prosegue nelle attivita' di prevenzione contro nuovi attentati: nella notte sono stati fermati 7 palestinesi nel nord della Cisgiordania e altri 4 a Ain Arik, vicino Ramallah. Il ministro della Difesa israeliano Nenjamin Ben Eliezer ha riferito che i servizi di sicurezza ritengono vi siano "12 kamikaze pronti ad attaccare citta' israeliane". (AGI) Sar 160950 LUG 02

Al Qarara - Striscia di Gaza - Palestina

un'altra notte sotto coprifuoco. i soldati sono li' a qualche centinaio di metri, dove sull'asfalto sfavillante sfrecciano i pick-up dei coloni. gli occhi arretrano fino alla sabbia dove sono seduto... palme abbattute, campi divelti, case abbattute, un asino depresso, una donna che tiene al guinzaglio una capra, i bimbi che giocano a palla nella sabbia... finche' dalla jeep bianca una voce annuncia il coprifuoco. mi viene il vomito nonostante questo tramonto. mi viene il vomito nonostante questo cielo. abbiamo dormito nei sacchi a pelo sotto un mezzo tetto di lamiere sacchi e palme. lontani colpi di cannone e smitragliate. i figli del asem, che ci ospita si svegliano nel sonno. non gli riesce neanche di sognare, sognare una terra e la liberta'. la liberta' di essere palestinese, la liberta' di poter giocare a palla... anche i sogni li hanno estirpato. i bimbi piangono. sognano il mare di gaza. sognano l'acqua del mare che scompare e i pesci che muoiono. le donne ricurve fanno il pane. al-jazeera e cnn non parlano di medio oriente, come se fosse pace... e invece in qualche posto qui vicino qualcuno ha sparato, i carri armati hanno cingolato, i bulldozer hanno lavorato. mi viene il vomito. i bimbi scalzi ci spiano e sorridono. la notte e' passata, sempre uguale, sempre calda, sempre amara.

buonastrada. fabio

Paraguay Il Paraguay come l'Argentina. Continuano in tutto il paese le proteste di piazza contro il governo. Dopo un giorno di durissimi scontri tra manifestanti e polizia il presidente paraguaiano Luis Gonzalez Macchi ha preso la decisione di dichiarare lo stato di emergenza. Ora il parlamento ha 48 ore di tempo per ratificare la decisione. Negli scontri di ieri tra manifestanti e forze dell'ordine sono rimaste uccise due persone e si contano almeno 17 feriti. I manifestanti chiedono le dimissioni di Macchi mentre la crisi la economica si fa sempre più pesante. Macchi e il suo governo dal canto loro non credono a manifestazioni spontanee. A manovrare nell'ombra ci sarebbe il generale Oviedo, vecchio rivale di Macchi, accusato di complotto e omicidio, probabilmente rifugiato in Brasile. Cercando di contenere i manifestanti la polizia ha intanto preso questa mattina posizione davanti al palazzo del parlamento, nel pieno centro di Asuncion. Poco distanti, sono ormai centinaia i cittadini che chiedono a gran voce le dimissioni del presidente Macchi. I manifestanti avanzano e cantano slogan contro il governo e il presidente. Durissima la reazione degli agenti che hanno sparato lacrimogeni contro la folla e fatto fuoco con pallottole di plastica. Ma le proteste divampano in tutto il paese e non si limitano alla capitale. Questa notte, a Ciudad del Este, gli scontri più duri. Due I morti, un uomo di 50 anni e un ragazzino di 11. centinaia gli arrestati dalla polizia. Con la dichiarazione dello stato di emergenza, Macchi e il suo governo, già in grave difficoltà per la pesante crisi economica che attanaglia il paese, autorizzano la polizia a presidiare le strade sospendendo alcuni diritti civili. Lo stato di emergenza proibisce le manifestazioni di piazza e autorizza la polizia a effettuare arresti senza mandato. La proclamazione dello stato di emergenza ha preso di sorpresa stampa e opposizione paraguaiane.Molti ritengono la misura eccessiva e ingiustificata. Il governo, secondo molti, avrebbe scelto una linea troppo pesante e repressiva. Un esperto costituzionale, José Ayala, critica la decisione di Macchi. Non aveva il diritto di proclamare lo stato di emergenza "perché - dice - non c'è alcun pericolo imminente per il regime costituzionale". Il governo e Macchi, invece, negano che le proteste di piazza siano spontanee e derivino dalla rabbia della gente messa alle strette dalla crisi economica e dal sensibile deprezzamento della moneta locale, il guaranì, in caduta libera rispetto al dollaro. Per il governo la piazza è fomentata nell'ombra da Lino Oviedo, un ex capo dell'esercito paraguaiano che ora dovrebbe vivere in esilio in Brasile. Oviedo è accusato dalle autorità paraguaiane di aver organizzato l'assassino del vicepresidente Luis Maria Argana nel marzo del 1999, accusa che Oviedo ha sempre respinto.

Nigeria Hanno accettato di porre fine all'assedio le circa 150 donne nigeriane che si erano barricate all'interno di una fabbrica della Chevron-Texaco, chiedendo lavoro per i propri figli. Una decisione giunta quando la compagnia petrolifera ha acconsentito di assumere 25 giovani nigeriani, costruire scuole, provvedere ai sistemi di elettricità e agli acquedotti. "E' fatta - ha commentato la leader della protesta, Anunu Uwawah - staremo qui ancora oggi ma una volta firmato il documento ce ne andremo". L'assedio di Escravos, nel sudest della Nigeria, durava ormai da otto giorni. All'interno della struttura erano bloccati circa 700 dipendenti, tra cui americani inglesi e canadesi. Gesti di protesta non sono nuovi da parte delle popolazioni locali, che assistono al un progressivo dissesto ambientale del Delta del Niger, in cui hanno posto le basi numerose compagnie petrolifere occidentali, e tuttavia trovano difficoltà ad esser assunti in queste aziende

Aggiornamento ore

Cina I portali internet accettano la censura cinese

(Fonte: Punto Informatico)

Pechino - I grandi portali rivolti al pubblico cinese, e tra questi anche la versione cinese di Yahoo!, stanno rapidamente adeguandosi alle nuove direttive del regime di Pechino, che intende sbarazzarsi di qualsiasi contenuto internet pericoloso per la propria stabilità che sia facilmente accessibile agli utenti internet in Cina.

Dato che nel paese da anni la censura sull'uso delle nuove tecnologie ha seguito passo passo la veloce espansione dell'accesso, quanto deciso ora dal governo va letto probabilmente nel quadro della crescente pressione sulle strutture di controllo data da questo continuo aumento degli utenti internet.

A quanto pare Yahoo! e gli altri hanno dovuto firmare di propria sponte un documento in cui annunciano l'intenzione di rimuovere dalla rete, per quanto in loro potere, qualsiasi documento o contenuto che possa, nell'ordine: minacciare l'unità nazionale, spingere all'odio etnico o alla discriminazione, turbare l'unità, divulgare segreti di stato, rappresentare oscenità o superstizione e via dicendo.

Ruanda AL TRIBUNALE DI ARUSHA E' TERMINATO L'ATTO D’ACCUSA SUL RUOLO DEI ‘MASS MEDIA’ NEL GENOCIDIO DEL 1994 (fonte: Misna)

16.07.02 - E’ terminata ieri la prima parte del processo sui ‘mass-media’ del Rwanda, che si sta celebrando davanti al Tribunale internazionale di Arusha (Tanzania). La pubblica accusa, che sta cercando di ricostruire il ruolo degli organi di informazione ruandesi nella fase di “incubazione” del massacro che 8 anni fa in provocò tra 500 e 800 mila morti, ha chiamato ieri a deporre l’ultimo di 47 testimoni. Nel filone dell’inchiesta dedicata a stabilire se e come i mezzi di comunicazione incitarono alla carneficina, tra ha deposto anche Jean Pierre Chrétien, direttore del Centro Nazionale delle ricerche scientifiche in Francia e coautore del volume “I media del genocidio”. L’esperto ha ricostruito il ruolo svolto dalla “Radio televisione libera delle mille colline” (Rtlm), nel procedimento che vede alla sbarra i due fondatori dell’emittente, Ferdinand Nahimana e Jean Bosco Barayagwiza, e il direttore e proprietario Hassan Ngeze. Chrétien ha detto ai giudici che le trasmissioni di Rtlm erano finalizzate alla creazione di un’atmosfera di terrore e panico diffuso, nel tentativo di unire il gruppo etcnico hutu nella lotta contro “il nemico” tutsi. Attraverso la documentazione sonora, Chrétien ha ricostruito davanti alla Corte il comportamento tendenzioso di Rtlm, che “trasmise informazioni false, distorse notizie e banalizzò le violenze in corso”. Terminata l’esposizione delle tesi accusatorie, il processo è stato aggiornato a settembre, quando prenderà la parola la difesa.

aggiornamento ore 12.30

dal mondo ANSA (POL) - 16/07/2002 - 12.11.00 IMMIGRAZIONE: WSJ, NUOVA LEGGE RISCHIA PEGGIORARE SITUAZIONE


(ANSA) - BRUXELLES, 16 LUG - La nuova legge Bossi-Fini sull'immigrazione, anziche' migliorare la situazione, rischia di peggiorarla. Lo afferma un commento dal titolo La cattiva legge dell'Italia, pubblicato oggi dal Wall Strett Journal Europe e firmato da Francis Rocca. Certo gli italiani sono preoccupati per l'immigrazione illegale - sottolinea il commento - ma l'Italia ha disperatamente bisogno di immigrati, in quantita' sempre maggiore di quanti ne abbia accolti finora. La popolazione piu' vecchia del mondo, uno dei piu' bassi tassi di fertilita' (1,2 figli per madre), la disoccupazione oltre il 20% nel sud: con questi numeri, per preservare il suo attuale numero di lavoratori in rapporto ai pensionati, e mantenere cosi' sostenibile il suo sistema previdenziale - precisa il commentatore - l'Italia avrebbe anzi bisogno di accogliere in media 2,1 milioni di stranieri l'anno. Ma la nuova legge, che fissa un rigido legame tra lavoro e permesso di soggiorno, anziche' facilitare questo processo, aggiunge molti piu' livelli di burocrazia al processo di assunzione. Il rischio e' che stringere troppo i requisiti per l'immigrazione, porti piu' facilmente le persone a rivolgersi ai canali illegali. La legge Bossi-Fini, in definitiva, non contribuira' a risolvere alcuno di questi problemi e anzi li peggiorera. Quello che serve all'Italia e' piuttosto tagliare l'immigrazione illegale e accrescere quella legale. Che peccato - conclude il commento - che questa legge sia disegnata proprio per fare il contrario. (ANSA)

paraguay

PROTESTE CONTRO PRESIDENTE MACCHI: DUE MORTI E DECINE DI FERITI (STANDARD, POLITICS/ECONOMY)

Due persone sono rimaste uccise ieri in Paraguay nel corso di alcune manifestazioni di protesta contro la politica economica del governo del presidente Luis Gonzáles Macchi. Le tensioni hanno portato alla dichiarazione dello 'stato d'eccezione' nel Paese per almeno cinque giorni. Il bilancio attuale degli scontri, secondo quanto riportato dalle radio locali, è di due morti, 50 feriti o oltre 100 persone arrestate. Fonti ufficiali del governo hanno attribuito la responsabilità dei disordini all'ex leader golpista Lino Oviedo, attualmente rifugiato in Brasile e che, secondo i sondaggi locali, figura in testa alle preferenze dei paraguaiani in vista delle elezioni presidenziali del 2003. Lo 'stato di eccezione', che deve essere ratificato o respinto dal Congressi entro 48 ore, prevede la sospensione temporanea di alcune garanzie costituzionali per ristabilire l'ordine interno. Secondo quanto indicato dall'articolo 228 della Carta nazionale, il provvedimento può essere esteso fino ad un massimo di 90 giorni con l'approvazione di entrambe le Camere. Il presidente Macchi ha firmato un ulteriore decreto che prevede la stretta collaborazione tra esercito e polizia per le operazioni di 'contenimento' delle manifestazioni. La protesta, in corso su tutto il territorio nazionale, ha avuto da subito la solidarietà del vicepresidente Julio Cesar Franco, che fonti del governo vogliono vicino ad Oviedo, e del partito dell'Unione dei cittadini etici (Unace), a capo del quale figura lo stesso Oviedo. Il portavoce dell'Unace Carlos Galeone Perrone ha dichiarato che "le proteste continueranno fino alla caduta del governo di Macchi"., Oviedo, fuggito in Brasile dopo il cosiddetto ‘marzo di sangue’ del 1999, non ha ancora potuto formalizzare la sua candidatura. Per farlo, dovrebbe riuscire ad evitare i 10 anni di carcere comminatigli dalla magistratura di Asunción per il fallito colpo di Stato ordito nel 1996 contro l’allora presidente Juan Wasmosy, scontati solo in minima parte. Oviedo è accusato, tra l’altro, dell’omicidio del vice presidente Luis Maria Argaña, ucciso il 21 marzo 1999 e della morte di 7 giovani manifestanti avvenuta nello steso mese durante una manifestazione nella Piazza del Congresso di Asunción. (LS) Il Presidente del Paraguay, Luis González Macchi, ha decretato oggi lo stato di assedio per la durata di cinque giorni, allo scopo di frenare l'onda di manifestazioni dei sostenitori dell'ex generale Lino César Oviedo, che reclamano le dimissioni del Capo dello Stato. Almeno cinquanta persone risultano ferite, dopo gli scontri avvenuti fra i sostenitori di Oviedo e la Polizìa, durante le proteste che hanno avuto luogo in Asunción e all'interno del paese.

Víctor Hermosa, ministro degli Interni, ha dichiarato in conferenza stampa, nel Palazzo del Governo, che "il Potere Esecutivo, in accordo con la Costituzione, si vede l'obbligo di stabilire l'estado de excepción (stato d'emergenza), simile allo stato d'assedio". Hermosa ha spiegato che "certe garanzìe individuali rimarranno sospese e la Polizia Nazionale sarà autorizzata a realizzare operativi di prevenzione, nonchè di arrestare, senza previa autorizzazione ministeriale, chiunque metta in atto sommosse e tumulti".

Ha aggiunto che gli agenti di polizia procederanno alla ricerca e alla detenzione di tutti i "capi", che stanno alla guida delle manifestazioni e mobilitazioni degli oviedisti, in tutto il paese e principalmente nella zona di Caaguazú e Alto Paraná, a 200 e 390 chilometri ad est di Asunción. "Tutti i militanti oviedisti del movimiento Unión Nacional de Ciudadanos Eticos (UNACE), sono stati identificati", ha dichiarato Hermosa.

Questa mattina, il generale Expedito Garrigoza, comandante delle forze militari, ha ordinato l'accantonamento di circa 15.000 effettivi, avvertendo che: "non sarà tollerato nessun intento di sovvertire l'ordine costituzionale".

NACE è una formazione costituita in Brasile l'anno scorso da Oviedo, senza il riconoscimento della Giustiza Elettorale in Paraguay, con l'obiettivo di realizzare attività proprie di partito politico. Osvaldo Bergonzi, portavoce del Palazzo del Governo, ha informato che González Macchi ha firmato un ulteriore decreto , che autorizza le Forze Armate a collaborare con la Polizìa Nazionale, al fine di ristabilire l'ordine pubblico in tutto il paese.

Delle otto ore di mobilitazioni e proteste degli oviedisti si contano 13 feriti, dei quali due con arma da fuoco e gli altri contusi per scontri con le forze antisommossa. I manifestanti reclamavano l'immediata rinuncia del Presidente, distribuendo volantini che riportavano un messaggio di Olviedo. "Attenzione, popolo del Paraguay, oviedisti e non oviedisti: oggi avranno fine furti e corruzione. Il generale Oviedo, leader naturale, tornerà, per la felicità di tutti noi".

José Nicolás Morínigo, sociologo e politologo di radio Cardinal, di Asunción, ha commentato che "Oviedo ha predisposto una strategìa in diversi punti del paese, sperando in una massiccia adesione della cittadinanza, che non ha concretamente preso forma". Il Presidente del Congresso, Juan Carlos Galaverna, del Partito Colorado, sostiene che "Oviedo sta organizzando questi disordini, senza aver scontato la sentenza di 10 anni di carcere e continua ad essere appoggiato da alcuni mezzi di informazione e da molti imprenditori"

Oviedo, 57 anni, risiede attualmente in Foz de Iguazú, nello stato brasiliano di Paraná, ai confini con Ciudad del Este. Il 7 di Giugno scorso ha tenuto una moltitudianaria riunione con i sui attivisti in un club sportivo di Foz de Iguazú, ed in quella sede annunciava che quello era l'ultimo incontro nel territorio brasiliano. "La prossima riunione avverrà in Paraguay" sono state le sue parole.

Il generale è latitante, per una pendente condanna di dieci anni di carcere, confermata dalla Corte Suprema della Giustizia, dovuta al suo fallito intento di sovversione, nell'aprile del 1996, all'allora presidente Juan Carlos Wasmosy.

dall'italia Roma, 10:35 Savoia, legge pubblicata: rientro il 15 ottobre

E' stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, che porta la data del 15 luglio, la legge costituzionale approvata in via definitiva dalla Camera dei deputati lo scorso 11 luglio, che consente il rientro in Italia dei Savoia. Il provvedimento, che fa cessare gli effetti della tredicesima disposizione transitoria e finale della Costituzione, è stato approvato in seconda votazione a maggioranza assoluta, ma inferiore ai due terzi dei componenti di ciascuna Camera. Di conseguenza, può essere sottoposto a referendum popolare se entro tre mesi, a partire dal 15 luglio, un quinto dei membri della Camera, o 500.000 elettori o cinque consigli regionali ne faranno richiesta. (Red)

Legge dura contro le Web Radio (tratto da repubblica.it)

Una legge del Congresso voluta dalle major esigerà royalty per ogni brano trasmesso online Conoscere in anticipo il giorno della propria morte non sembra di grande consolazione. E infatti Jim Atkinson e le migliaia di altre persone che, come lui, gestiscono delle radio che trasmettono via internet, non sono affatto sollevate per il fatto di sapere che, se niente cambia, dovranno chiudere bottega esattamente il 20 ottobre prossimo. Perché quello sarà il giorno della resa dei conti e, in forza di una legge passata grazie ai desideri delle major, dovranno pagare alle case discografiche i diritti per ogni brano che trasmetteranno... compresi gli arretrati sin dal 1998! Una bolletta micidiale che, ha detto Atkinson a "Newsweek", "farà fallire circa il 90 per cento dell'intera industria". Sì, perché la tassa non ha niente a che vedere con quella della radio tradizionali, per cui le stazioni devono girare circa il 3% dei loro proventi nelle tasche dei musicisti. Qui si tratta di una ben più pesante "performance fee" commisurata sul numero di ascoltatori per cui si deve versare un prezzo fisso moltiplicato il numero degli utenti con il paradossale risultato che il più delle volte sarà chiesto ai "webcaster" di pagare molto più di quanto hanno incassato. Il caso di Atkinson e della sua 3WK che trasmette rock alternativo è emblematico: nel 2001 i suoi introiti sono stati pari a 10 mila dollari attraverso pubblicità e sponsorizzazioni, ma il conto che si vedrebbe recapitare con le nuove regole sarebbe di 17 mila "bigliettoni" per il fatto che il suo pubblico è stato molto numeroso. Se si fosse seguito lo stesso principio delle radio tradizionali l'effetto non sarebbe stato tanto devastante perché, a fronte di scarsi guadagni, si sarebbe dovuto versare agli autori solo il 3% di quella magra cifra. Ma il Congresso ha deciso diversamente e ancora non si capisce il perché. La mente occulta dietro l'operazione, la famigerata Riaa che ha steso al tappeto giudiziario Napster e vari suoi cloni, ha avuto partita vinta ma qui, a differenza dei casi di peer-to-peer citati, la violazione del loro copyright è molto più effimera. Nel senso che le radio trasmettono i brani con la tecnica dello "streaming" che li fa sentire in diretta ma - tranne che per hacker esperti - impedisce di salvare i file e risentirli a piacimento come avveniva con i vari siti di scambio di mp3. Anzi, sostengono in molti, proprio come nelle radio normali il passaggio su quelle online è solo pubblicità gratuita per gli artisti: uno sente il brano, gli piace e lo compra, a volte proprio seguendo i link ai negozi online che i siti a rischio di estinzione largamente forniscono. Le major però non ci vogliono credere e sbandierano con terrore i numeri della minaccia: 77 milioni sarebbero gli americani che, almeno una volta, si sarebbero sintonizzati a una "web radio". Troppi per essere lasciati in pace.

gror160702 (last edited 2008-06-26 09:59:32 by anonymous)