Giornale radio Serale del 17/05/02 ore 19.30 (aperto da paula alle 14.48 il gr verrà chiuso alle ore19.15)

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Sommario

MONDO

PALESTINA - NUOVA INCURSIONE DELL’ESERCITO ISRAELIANO NEL CAMPO PROFUGHI DI JENIN

INDIA - KASHMIR: RIEMERGE TENSIONE A POCHI GIORNI DA SANGUINOSO ATTENTATO E SI SONO VERIFICATI SCONTRI AL CONFINE

COLOMBIA - AMNESTY INTERNATIONAL SOSTIENE CHE IL PAESE E' SULL'ORLO DI UNA GUERRA CIVILE, E CHE LA SITUAZIONE NON MIGLIORERA' DOPO LE ELEZIONI DI MAGGIO

ITALIA

DAL MONDO

PALESTINA (IN LAVORAZIONE) - Nuova incursione nella notte dell’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Reparti della fanteria e carri armati con la stella di David hanno nuovamente invaso la città dove si è consumato lo scontro più violento nel corso dell’operazione “Muraglia di difesa”, iniziata lo scorso 29 marzo e durata più di un mese. I soldati dello Stato ebraico sono entrati in città e tra le macerie del campo profughi di Jenin, distrutto dai bombardamenti degli israeliani e dagli scontri con i palestinesi. Secondo fonti militari di Israele, alcuni militanti sfuggiti alla cattura si nascondevano ancora tra le case distrutte del quartiere. Nel corso della breve operazione ci sono stati violenti scambi di colpi di arma da fuoco con i palestinesi, mentre alcuni elicotteri da combattimento entravano in azione ad appoggio delle truppe di terra. Non ci sono notizie di feriti durante l’incursione che – secondo testimoni – ha coinvolto anche parte della città di Jenin e non solo il campo profughi, teatro già di un massacro ad aprile, costato la vita a oltre 50 palestinesi e 23 soldati israeliani. Dopo alcune ore l’esercito di Tel Aviv ha lasciato il centro abitato e tutti i mezzi si sono ritirati. “Abbiamo arrestato chi cercavamo e ci siamo quindi ritirati”, ha spiegato un portavoce militare. Secondo fonti palestinesi, due militanti sono stati arrestati. Uno di loro è Jamal Abu-Alwafa, membro delle brigate Al-Aqsa. Fonti dell’esercito israeliano riferiscono anche che a Gaza la notte scorsa è stato ucciso un palestinese che aveva attaccato il posto di guardia dei soldati israeliani presso la colonia di Dugit, nel nord della striscia di Gaza. In tutto sarebbero stati fatti una trentina di arresti (NOTIZIA MODIFICATA PER L'ORIGINALE [http://www.misna.org]) L’ennesima condanna dell’operazione militare israeliana in Cisgiordania arriva dall’Organizzazione mondiale della Sanità. L’agenzia, nel corso della sua assemblea annuale a Ginevra, ha infatti approvato una risoluzione di "ferma condanna" contro "l'invasione militare israeliana" delle città e dei campi profughi palestinesi. Il documento, che verrà adottato ufficialmente sabato, in chiusura dell’assemblea, parla dell’invasione militare israeliana come di un’operazione "che ha comportato finora la morte di centinaia di civili palestinesi, compresi donne e bambini". La risoluzione dell’Oms denuncia per i numerosi attacchi contro ambulanze e personale paramedico (colpiti ben 129 volte, secondo il Medical relief center di Ramallah) e accusa l’esercito israeliano anche di aver impedito alla Croce Rossa internazionale di prestare soccorso ai feriti. Il documento stigmatizza inoltre l’azione "dell'esercito israeliano di occupazione contro gli ospedali e i malati, e l'impiego di palestinesi come scudi umani durante le incursioni israeliane nelle zone palestinesi". L’Organizzazione manifesta inoltre riprovazione per il rifiuto dell'esercito israeliano di autorizzare la sepoltura dei palestinesi uccisi. [http://www.misna.org]

INDIA - È riemersa con forza la tensione nella regione del Kashmir tra truppe indiane e pakistane, a soli tre giorni dal sanguinoso attentato contro una base militare a Kaluchak, nei pressi di Jammu che ha provocato 34 morti e diversi feriti. Da ieri notte i soldati pakistani hanno sparato raffiche di colpi di arma da fuoco contro le truppe di New Delhi a Samba (area di Kathua, 75 chilometri a sud di Jammu), provocando la morte di un civile. L’uomo, rimasto ferito nel corso degli scontri, è stato trasportato al più vicino ospedale, dove è deceduto. Un portavoce del ministero della Difesa indiano ha accusato le truppe di Islamabad di aver deliberatamente aperto il fuoco senza aver subito alcuna provocazione da parte degli indiani. Si stima che dal 1989, anno di inizio della guerriglia separatista in Kashmir, siano morte almeno 35mila persone. L’India accusa il Pakistan di armare ed addestrare i ribelli attivi nella regione, accusa che Islamabad continua a respingere. I due Paesi hanno già combattuto tre guerre per il controllo del Kashmir, unico Stato indiano a maggioranza musulmana. [http://www.misna.org]

STATI UNITI - Il presidente nordamericano George Bush chiedera' a Vladimir Putin di collaborare con gli Stati Uniti in progetti congiunti per difendersi da un attacco missilistico. Lo hanno detto in serata all'agenzia americana 'Ap' fonti dell'Amministrazione a Washington, stando alle quali, se il presidente russo accettera', gli Usa si offriranno di mettere a disposizione della Russia le nuove tecnologie di cui dispongono. Bush vorrebbe sottoporre a Putin un documento sulla cooperazione strategica contenente clausole specifiche sulla difesa anti-missile (il cosiddetto progetto di scudo spaziale) in occasione del vertice della prossima settimana a Mosca. Secondo le fonti, si tratterebbe di un'iniziativa parallela all'accordo che i due leader hanno gia' raggiunto sulla riduzione dei rispettivi arsenali nucleari strategici.

COLOMBIA - La Colombia è sull’orlo di una vera e propria guerra civile e solo l’intervento immediato della comunità internazionale potrà fermare “un conflitto talmente endemico da sembrare quasi invisibile, nonostante il suo progressivo peggioramento”. L’allarme è stato lanciato da Amnesty International, nel corso di una conferenza stampa indetta a Madrid alla vigilia del vertice tra Unione Europea, America Latina e Caraibi in programma oggi e domani. Il direttore della sezione spagnola di Amnesty, ha ribadito che nessuno sembra accorgersi di questa guerra “nonostante i drammatici dati relativi alle vittime della violenza: 60mila morti dal 1985, ad un ritmo di 20 al giorno, due milioni di sfollati e 3mila sequestri ogni anno”. Secondo la direttrice di Amnesty per l’America Latina, lo scenario non ha fatto altro che peggiorare negli ultimi 15 anni “ed oggi è uno dei più critici e altrettanto ignorati al mondo”. Come se non bastasse, a detta della ong, le speranze che la situazione migliori con il prossimo cambio della guardia alla presidenza sono assai scarse, dal momento che nessun candidato ha posto il tema della tutela dei diritti umani nelle priorità del proprio programma di governo. Amnesty ha potuto constatarlo nel corso di un dibattito pubblico con i diretti interessati. Tra le proposte considerate invece alquanto allarmanti quella di trasformare un milione di civili in informatori dell’esercito. L’esperienza colombiana, inoltre, dimostra che tali iniziative finiscono sempre per aumentare il numero dei militanti dei paramilitari, a cui si attribuiscono violazioni sistematiche dei diritti umani. A peggiorare drasticamente la situazione potrebbe contribuire anche la proposta emersa in seno al Congresso statunitense di togliere le restrizioni all’uso degli aiuti militari concessi al governo di Bogotá nell’ambito del ‘Plan Colombia’.(TESTO MODIFICATO VEDI ORIGINALE [http://www.misna.org] Intanto il presidente colombiano Andres Pastrana ha espresso ottimismo su un possibile accordo di pace tra l’esecutivo di Bogotá ed i guerriglieri dell’Eln (Esercito di liberazione nazionale). Lo ha fatto da Madrid, dove oggi si è aperto il vertice tra Unione Europea, America Latina e Caraibi. "Stiamo continuando a tenere incontri con l’Eln a L’Avana di Cuba" ha detto il capo di Stato ricordando anche l'appuntamento delle prossime presidenziali, previste per il 26 maggio. Elezioni per le quali in molti temono la vittoria del candidato più guerrafondaio e ben visto dagli Stati Uniti: Alvaro Uribe Velez, cosa che significherebbe immediatamente una maggior efficacia del criticatissmo Plan Colombia. (R.O.R.)

DALL'ITALIA


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