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L’Iraq si è detto pronto a consentire il rientro degli ispettori delle Nazioni Unite senza condizioni, ma gli Stati Uniti hanno reagito sfoggiando scetticismo. Il presidente iracheno Saddam Hussein ha scritto al segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, affermando che Baghdad accetterà il ritorno degli ispettori dell’Onu “senza condizioni” e “immediatamente”. | |
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Saddam Hussein, presidente iracheno, scrive a Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite, che Baghdad accetta il ritorno degli ispettori dell'Onu ''senza condizioni'' e ''immediatamente''. Nel dare l'annuncio ufficiale, Annan indica che cominceranno subito i contatti sulla modalita' del ritorno degli ispettori. Hans Blix, il loro capo, che l'Iraq giudica 'persona non grata, si mettera' immediatamente al lavoro. Il si' dell'Iraq al ritorno degli ispettori e' motivato, e' scritto nella lettera del governo ad Annan, dalla volonta' di ''rimuovere tutti i dubbi'' sul fatto che Baghdad ancora possieda armi di distruzione di massa. La decisione e' basata -e' ancora scritto- ''sul desiderio di completare l'attuazione di importanti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza''. Ma la Casa Bianca, nella prima reazione ufficiale, e' ''scettica'' sulla disponibilita' dell'Iraq a riammettere gli ispettori dell'Onu. Gli Usa si dicono, comunque, pronti a lavorare con le Nazioni Unite per il disarmo iracheno. Il direttore delle comunicazioni alla Casa Bianca, Dan Bartlett, aggiunge: ''Abbiamo detto chiaramente che non intendiamo negoziare'' con l'Iraq. ''Lavoreremo con il Consiglio di Sicurezza dell'Onu per valutare il modo piu' efficace di raggiungere il nostro obiettivo''. Per Bartlett, l'offerta irachena e' ''una mossa tattica'', tesa a dare ''false speranze alla comunita' internazionale'' che, stavolta, Saddam Hussein fa sul serio. ''Sfortunatamente, l'esperienza di oltre un decennio mostra che potete fare davvero poco affidamento su quel che dice e quel che fa''. La svolta, o almeno quella che pare una svolta, nel braccio di ferro tra l'Onu e l'Iraq, e' arrivata nel tardo pomeriggio di New York, quando il ministro degli Esteri iracheno, Naji Sabri, ha consegnato al segretario generale una lettera del governo iracheno, presente il segretario generale della Lega araba, Amr Moussa . Ma l'attesa di novita' era intensa, al Palazzo di Vetro, dove s'era diffusa la voce di un passo di Baghdad, alimentata dagli stessi Sabri e Moussa. Il colpo di scena del si' dell'Iraq agli ispettori, ancora da valutare nel suo impatto, e' venuto poco piu' di cento ore dopo il discorso del presidente americano George W. Bush all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Bush aveva posto Saddam di fronte a un'alternativa: rispettare le risoluzioni dell'Onu, violate a 16 riprese, o pagarne le conseguenze. E' dal 1998, da circa quattro anni, che gli ispettori internazionali non hanno piu' accesso alle installazioni irachene. Subito dopo il discorso di Bush, Annan aveva espresso la sua convinzione che il discorso del presidente avesse ''galvanizzato la comunita' internazionale''. Dai contatti e dalle reazioni che ne erano subito scaturiti, era emerso che alcuni Paesi arabi influenti, come Arabia saudita, Egitto, Giordania, premevano sull'Iraq perche' consentisse il ritorno degli ispettori, a favore del quale era anche la Lega araba. Oltre che a Washington e nelle altre capitali, il gesto di Saddam dovra' ora essere valutato dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Stephane Dujarricha, portavoce dell'organizzazione, ha detto che Annan consegnera' la missiva al rappresentante della Bulgaria, presidente di turno. Non e' ancora noto quali saranno i tempi e le modalita' di valutazione collegiale del passo iracheno. - Il vice premier iracheno, Tareq Aziz, ha confermato stamane l'apertura di Baghdad al ritorno degli ispettori dell'Onu ''senza condizioni'', cosi come annunciato da Saddam in una lettera al segretario generale delle nazioni Unite, Kofi Annan. Aziz h intervenuto stamane in una conferenza stampa trasmessa in diretta dalla rete televisiva al Jazeera. Il vice premier iracheno, ha precisato, che una aggressione contro l'Iraq da parte degli Stati Uniti, insieme alla Gran Bretagna, sarebbe ''ingiustificata''. L'Iraq, ha aggiunto Aziz, si comporta in modo ''onesto e aperto'' con gli Stati Uniti e la decisione di riammettere gli ispettori ''non h una tattica''. Il programma di sviluppo di armamenti di massa h stato ''completamente smantellato'', ha assicurato inoltre. Le acuse di Bush sono quindi ''una barzelletta'', giustificata solo dalla volonta` di Washington ''di controllare il greggio'' della Penisola araba. Se l'America riuscisse a portare a termine questo progetto, ha precisato, gli interessi di ''Europa e America Latina sarebbero minacciati''. ''Gli Stati Uniti e i sionisti vogliono tracciare una nuova mappa del Medio Oriente''. |
Saddam Hussein, presidente iracheno, scrive a Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite, che Baghdad accetta il ritorno degli ispettori dell'Onu ''senza condizioni'' e ''immediatamente''. Nel dare l'annuncio ufficiale, Annan indica che cominceranno subito i contatti sulla modalita' del ritorno degli ispettori. Hans Blix, il loro capo, che l'Iraq giudica 'persona non grata, si mettera' immediatamente al lavoro. Il si' dell'Iraq al ritorno degli ispettori e' motivato, e' scritto nella lettera del governo ad Annan, dalla volonta' di ''rimuovere tutti i dubbi'' sul fatto che Baghdad ancora possieda armi di distruzione di massa. La decisione e' basata -e' ancora scritto- ''sul desiderio di completare l'attuazione di importanti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza''. Ma la Casa Bianca, nella prima reazione ufficiale, e' ''scettica'' sulla disponibilita' dell'Iraq a riammettere gli ispettori dell'Onu. Gli Usa si dicono, comunque, pronti a lavorare con le Nazioni Unite per il disarmo iracheno. La svolta nel braccio di ferro tra l'Onu e l'Iraq, e' arrivata nel tardo pomeriggio di New York, quando il ministro degli Esteri iracheno, Naji Sabri, ha consegnato al segretario generale una lettera del governo iracheno, presente il segretario generale della Lega araba, Amr Moussa . Ma l'attesa di novita' era intensa, al Palazzo di Vetro, dove s'era diffusa la voce di un passo di Baghdad, alimentata dagli stessi Sabri e Moussa. Il colpo di scena del si' dell'Iraq agli ispettori, ancora da valutare nel suo impatto, e' venuto poco piu' di cento ore dopo il discorso del presidente americano George W. Bush all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Bush aveva posto Saddam di fronte a un'alternativa: rispettare le risoluzioni dell'Onu, violate a 16 riprese, o pagarne le conseguenze. E' dal 1998, da circa quattro anni, che gli ispettori internazionali non hanno piu' accesso alle installazioni irachene. Subito dopo il discorso di Bush, Annan aveva espresso la sua convinzione che il discorso del presidente avesse ''galvanizzato la comunita' internazionale''. Dai contatti e dalle reazioni che ne erano subito scaturiti, era emerso che alcuni Paesi arabi influenti, come Arabia saudita, Egitto, Giordania, premevano sull'Iraq perche' consentisse il ritorno degli ispettori, a favore del quale era anche la Lega araba. Oltre che a Washington e nelle altre capitali, il gesto di Saddam dovra' ora essere valutato dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Stephane Dujarricha, portavoce dell'organizzazione, ha detto che Annan consegnera' la missiva al rappresentante della Bulgaria, presidente di turno. Non e' ancora noto quali saranno i tempi e le modalita' di valutazione collegiale del passo iracheno. - Il vice premier iracheno, Tareq Aziz, ha confermato stamane l'apertura di Baghdad al ritorno degli ispettori dell'Onu ''senza condizioni'', cosi come annunciato da Saddam in una lettera al segretario generale delle nazioni Unite, Kofi Annan. Aziz è intervenuto stamane in una conferenza stampa trasmessa in diretta dalla rete televisiva al Jazeera. Il vice premier iracheno, ha precisato, che una aggressione contro l'Iraq da parte degli Stati Uniti, insieme alla Gran Bretagna, sarebbe ''ingiustificata''. L'Iraq, ha aggiunto Aziz, si comporta in modo ''onesto e aperto'' con gli Stati Uniti e la decisione di riammettere gli ispettori ''non è una tattica''. Il programma di sviluppo di armamenti di massa è stato ''completamente smantellato'', ha assicurato inoltre. Le acuse di Bush sono quindi ''una barzelletta'', giustificata solo dalla volonta` di Washington ''di controllare il greggio'' della Penisola araba. Se l'America riuscisse a portare a termine questo progetto, ha precisato, gli interessi di ''Europa e America Latina sarebbero minacciati''. ''Gli Stati Uniti e i sionisti vogliono tracciare una nuova mappa del Medio Oriente''. |
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ARGENTINA | '''ARGENTINA''6' |
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La questione del debito estero dell'Argentina potrebbe presto finire di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja. Il governo di Buenos Aires,che ha già sospeso i pagamenti nei confronti dei privati e sembra intenzionato a fare lo stesso anche verso gli organismi internazionali di credito, potrebbe diventare un caso esemplare davanti i giudici dell'Aja. La proposta di sottoporre al giudizio del tribunale internazionale la legittimità stessa della cancellazione del debito del Paese latino-americano arriva da un gruppo internazionale di legali. Eric Toussant, leader del Comitato per l'annullamento del debito estero del Terzo Mondo, ha spiegato che molte Nazioni si ritrovano a pagare un debito che hanno già esaurito ma che, a causa di interessi altissimi, continua incredibilmente a crescere. Secondo fonti ufficiali, mentre nel 1982 l'intero continente sudamericano era indebitato per 333 miliardi di dollari, attualmente - dopo aver pagato 1.400 miliardi di dollari tra capitali ed interessi - si trova a dovere ancora ai creditori altri 800 miliardi di dollari. Dopo aver rimborsato circa cinque volte il debito originale, quindi, il continente deve corrispondere ancora il triplo di quanto doveva vent'anni fa. Un meccanismo che schiaccia da anni numerose economie nazionali e a cui il tribunale internazionale potrebbe mettere fine una volta per tutte. Stando a quanto dichiarato Atilio Alterini, docente della Facoltà di diritto dell'Università statale di Buenos Aires (Uba) e uno dei promotori dell'iniziativa, il parere della Corte "sarebbe vincolante nei confronti del Fondo monetario internazionale (Fmi) e degli altri organismi mondiali''. Il caso argentino sarebbe esemplificativo di una tendenza che si ripropone per moltissimi Stati in America Latina ma anche in altre zone del mondo. In un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano argentino 'Clarin', Toussant ha fatto sapere che ''ci sono già precedenti giuridici di debiti annullati o non rimborsati. Come nel diciannovesimo secolo, quando gli Stati Uniti non pagarono la Spagna dopo aver strappato Cuba a Madrid, e negli Anni Trenta, quando diversi Paesi non fecero fronte ai loro impegni in tal senso''. | La questione del debito estero dell'Argentina potrebbe presto finire di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja. Il governo di Buenos Aires,che ha già sospeso i pagamenti nei confronti dei privati e sembra intenzionato a fare lo stesso anche verso gli organismi internazionali di credito, potrebbe diventare un caso esemplare davanti i giudici dell'Aja. La proposta di sottoporre al giudizio del tribunale internazionale la legittimità stessa della cancellazione del debito del Paese latino-americano arriva da un gruppo internazionale di legali. Eric Toussant, leader del Comitato per l'annullamento del debito estero del Terzo Mondo, ha spiegato che molte Nazioni si ritrovano a pagare un debito che hanno già esaurito ma che, a causa di interessi altissimi, continua incredibilmente a crescere. Secondo fonti ufficiali, mentre nel 1982 l'intero continente sudamericano era indebitato per 333 miliardi di dollari, attualmente - dopo aver pagato 1.400 miliardi di dollari tra capitali ed interessi - si trova a dovere ancora ai creditori altri 800 miliardi di dollari. Dopo aver rimborsato circa cinque volte il debito originale, quindi, il continente deve corrispondere ancora il triplo di quanto doveva vent'anni fa. Un meccanismo che schiaccia da anni numerose economie nazionali e a cui il tribunale internazionale potrebbe mettere fine una volta per tutte. Stando a quanto dichiarato Atilio Alterini, docente della Facoltà di diritto dell'Università statale di Buenos Aires (Uba) e uno dei promotori dell'iniziativa, il parere della Corte "sarebbe vincolante nei confronti del Fondo monetario internazionale (Fmi) e degli altri organismi mondiali''. Il caso argentino sarebbe esemplificativo di una tendenza che si ripropone per moltissimi Stati in America Latina ma anche in altre zone del mondo. In un'intervista pubblicata oggi d2al quotidiano argentino 'Clarin', Toussant ha fatto sapere che ''ci sono già precedenti giuridici di debiti annullati o non rimborsati. Come nel diciannovesimo secolo, quando gli Stati Uniti non pagarono la Spagna dopo aver strappato Cuba a Madrid, e negli Anni Trenta, quando diversi Paesi non fecero fronte ai loro impegni in tal senso''. '''Argentina''' manifestazioni ieri in Argentina, a 26 anni dalla famigerata notte delle matite, quuando sei studenti vennero assassinati per aver reclamato il loro diritto allo studio. Quest'amnno la manifestazione è stata più numerosa e partecipata che negli anni passati. la manifestazione 2è partita nel tardo pomeriggio,dirigendosi verso Plaza de Mayo, con la partecipazione di diverse realtà del paese, dai piuqueteros ai gruppi giovanili La manifestazione non intendeva solo ricordare, ma anche reclamare ancora una volta i loro diritti, soprattutto il diritto e l'accesso allo studio, ancora troppo costoso per la maggior parte dei giovani. Le proteste nelle scuole sono state più volte minacciate e represse nel corso di quest'anno. Le minaccie agli studenti sono diminuite solo nell'ultimo periodo, in concomitanza al diminuire delle mobilitazioni. '''Spagna- Francia''' Arrestato lunedì sera in Francia un presunto capo militare dell'organizzazione separatista basca ETA. Si tratta di Juan antonio Olarra Guridi, che farebbe parte del gruppo Donosti, a cui vengono attribuite numerose azioni. L'uomo è stato arrestato insieme ad altre due donne, tra cui un'altra militante dell'Eta. L'arresto è avvenuto in seguito alla denuncia di una vicina di casa, che sosteneva di aver notato movimenti sospetti, smentiti però dal portiere dello stabile. Il nome di Guridi figura all'interno della lista nera del terrorismo formulata dall'UE nel dicembre del 2001. Dall'inizio dell'anno, la polizia francese, in stretta collaborazione con quella spagnola, ha arrestato decine di militanti baschi = gRor delle 11.00 = '''PALESTINA''' un ordigno e' esploso stamane vicino a una scuola palestinese nei pressi di Hebron, nel sud della Cisgiordania, provocando almeno otto feriti, tutti bambini, alcuni dei quali sarebbero in gravi condizioni. Lo hanno riferito varie fonti sia palestinesi che israeliane. L'emittente ha precisato che l'ordigno e' esploso in una scuola nell'area a sud delle colline di Hebron e che la zona e' stata isolata poiche' si teme la presenza di altri ordigni '''GERMANIA''' Quattro manifestanti di sinistra sono stati arrestati ieri sera a Neubrandenburg (nordest della Germania) nel corso di incidenti scoppiati a margine di un comizio elettorale tenuto da Roland Schill, il giudice populista di Amburgo leader del partito conservatore 'Offensiva dello stato di diritto'. Un centinaio di contestatori hanno disturbato a lungo con fischi e urla il discorso di Schill lanciandogli contro delle uova. La polizia ha proceduto a quattro arresti tra le fila dei contestatori '''IRAQ - (REAZIONI)''' la Russia si e' detta soddisfatta per la decisione irachena di accettare il ritorno degli ispettori Onu sul disarmo e ha assicurato che fara' di tutto perche' non si perda questa opportunita' di risolvere con i mezzi della politica il problema iracheno. L'immediato ritorno degli ispettori in Iraq sara' il primo passo decisivo in direzione di un accordo globale promosso dalla Russia sulla questione irachena", ha detto il ministro degli Esteri, Ivanov Igor Ivanov. Secondo la diplomazia russa, la decisione di Baghdad apre la strada all'alleggerimento delle sanzioni che gravano sull'Iraq. Anche Pechino saluta con favore la decisione dell'Iraq di riammettere gli ispettori dell'Onu, cosl come ''la comunit` internazionale, Cina inclusa, aveva sempre auspicato''. Da New York, il ministro degli esteri, Tang Jiaxuan, ha dichiarato all'Agenzia di stampa ufficiale Xinhua, che Pechino continuer` a operarsi per arrivare a una soluzione politica della crisi irachena, nell'ambito delle Nazioni Unite. La Cina, insieme a Russia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, h uno dei cinque membri permanenti con diritto di veto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite opposta è la reazione del Regno Unito -Non dimentichiamo che Saddam Hussein ha una storia alle spalle di giochi di questo genere": cosi' un portavoce del primo ministro britannico, Tony Blair, ha liquidato l'apertura di Baghdad al ritorno degli ispettori Onu nel Paese. Le ultime mosse del presidente iracheno sono state accolte con scetticismo dal governo di Downing Street, che 2da mesi e' il piu' stretto alleato della Casa Bianca nella guerra al terrorismo. Dopo l'ultima mossa di Baghdad, Londra adesso invita alla cautela: "Dobbiamo aspettare e attendere gli sviluppi della situazione... Quel che e' certo e' che bisogna garantire (agli ispettori) un accesso incondizionato in ogni momento, in ogni luogo e ovunque.- '''BRASILE''' Oltre cinquemila persone si sono date appuntamento oggi a Brasilia per una marcia popolare contro l’Area di libero commercio delle Americhe (Alca). L’iniziativa è promossa dagli organizzatori del plebiscito nazionale contro l’Alca – le pastorali sociali della Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb), in collaborazione con diverse entità tra cui ong e movimenti popolari – realizzato nel Paese sudamericano dall’1 al 7 settembre scorsi. Sarà l’occasione per consegnare alle autorità il risultato del referendum attraverso il quel i brasiliani hanno potuto esprimere la propria opinione sul progetto economico fortemente voluto dal presidente George W. Bush, che se andasse in porto garantirebbe agli Stati Uniti il controllo di un territorio che va dall’Artico all’Antartico e il libero accesso per i loro prodotti, servizi, tecnologie e capitali nell’intero emisfero. Alla manifestazione, che partirà alle 14:00 locali dalla Expo Brasilia, si uniranno anche 700 contadini ‘Senza Terra’, provenienti dall’accampamento di Pipiripau a Formosa (54 chilometri dalla capitale). Sono tra l’altro previsti dibattiti pubblici con i presidenti del senato, della camera e del Tribunale superiore federale. Per domani è prevista inoltre un’assemblea popolare che dibatterà sui prossimi programmai della Campagna continentale contro l’Alca, che conta di conta di poter effettuare simili consultazioni nei diversi Paesi della regione fino al marzo prossimo. |
gRor ore 9.30
apre macedonio
dal mondo
PALESTINA
Nuova incursione nella Striscia di Gaza da parte dell'esercito israeliano che stamane ha arrestato 23 palestinesi e distrutto alcune piccole fabbriche. Secondo le forze armate israeliane gli arrestati sono 'sospettati di attività ostili contro Israele e dovranno essere interrogati'. Le fonderie si trovavano in tre edifici nella localita' di Khan Younis. I tanks israeliani, circa una trentina, sono penetrati alle prime luci dell'alba nella Striscia di Gaza e hanno distrutto, oltre ai cinque laboratori, anche l'abitazione del padre di un ragazzo sospettato di appartenere ad Hamas, ricercato dalla polizia. Rigettando le accuse, uno dei proprietari delle officine ha assicurato che il suo laboratorio non aveva "nulla a che fare con il terrorimo" ed era invece adibito alla costruzione di porte blindate e letti per ospedali.
IRAQ
L’Iraq si è detto pronto a consentire il rientro degli ispettori delle Nazioni Unite senza condizioni, ma gli Stati Uniti hanno reagito sfoggiando scetticismo. Il presidente iracheno Saddam Hussein ha scritto al segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, affermando che Baghdad accetterà il ritorno degli ispettori dell’Onu “senza condizioni” e “immediatamente”. La decisione dell'Iraq di consentire il ritorno degli ispettori e' motivata dalla volonta' di rimuovere tutti i dubbi sul fatto che ancora possieda armi di distruzione di massa. L'indicazione e' contenuta nella lettera del governo iracheno consegnata al segretario generale dell'Onu Kofi Annan. La decisione e' basata -viene scritto- sul desiderio di completare l'attuazione di importanti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Saddam Hussein, presidente iracheno, scrive a Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite, che Baghdad accetta il ritorno degli ispettori dell'Onu senza condizioni e immediatamente. Nel dare l'annuncio ufficiale, Annan indica che cominceranno subito i contatti sulla modalita' del ritorno degli ispettori. Hans Blix, il loro capo, che l'Iraq giudica 'persona non grata, si mettera' immediatamente al lavoro. Il si' dell'Iraq al ritorno degli ispettori e' motivato, e' scritto nella lettera del governo ad Annan, dalla volonta' di rimuovere tutti i dubbi sul fatto che Baghdad ancora possieda armi di distruzione di massa. La decisione e' basata -e' ancora scritto- sul desiderio di completare l'attuazione di importanti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. Ma la Casa Bianca, nella prima reazione ufficiale, e' scettica sulla disponibilita' dell'Iraq a riammettere gli ispettori dell'Onu. Gli Usa si dicono, comunque, pronti a lavorare con le Nazioni Unite per il disarmo iracheno. La svolta nel braccio di ferro tra l'Onu e l'Iraq, e' arrivata nel tardo pomeriggio di New York, quando il ministro degli Esteri iracheno, Naji Sabri, ha consegnato al segretario generale una lettera del governo iracheno, presente il segretario generale della Lega araba, Amr Moussa . Ma l'attesa di novita' era intensa, al Palazzo di Vetro, dove s'era diffusa la voce di un passo di Baghdad, alimentata dagli stessi Sabri e Moussa. Il colpo di scena del si' dell'Iraq agli ispettori, ancora da valutare nel suo impatto, e' venuto poco piu' di cento ore dopo il discorso del presidente americano George W. Bush all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Bush aveva posto Saddam di fronte a un'alternativa: rispettare le risoluzioni dell'Onu, violate a 16 riprese, o pagarne le conseguenze. E' dal 1998, da circa quattro anni, che gli ispettori internazionali non hanno piu' accesso alle installazioni irachene. Subito dopo il discorso di Bush, Annan aveva espresso la sua convinzione che il discorso del presidente avesse galvanizzato la comunita' internazionale. Dai contatti e dalle reazioni che ne erano subito scaturiti, era emerso che alcuni Paesi arabi influenti, come Arabia saudita, Egitto, Giordania, premevano sull'Iraq perche' consentisse il ritorno degli ispettori, a favore del quale era anche la Lega araba. Oltre che a Washington e nelle altre capitali, il gesto di Saddam dovra' ora essere valutato dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Stephane Dujarricha, portavoce dell'organizzazione, ha detto che Annan consegnera' la missiva al rappresentante della Bulgaria, presidente di turno. Non e' ancora noto quali saranno i tempi e le modalita' di valutazione collegiale del passo iracheno. - Il vice premier iracheno, Tareq Aziz, ha confermato stamane l'apertura di Baghdad al ritorno degli ispettori dell'Onu senza condizioni, cosi come annunciato da Saddam in una lettera al segretario generale delle nazioni Unite, Kofi Annan. Aziz è intervenuto stamane in una conferenza stampa trasmessa in diretta dalla rete televisiva al Jazeera. Il vice premier iracheno, ha precisato, che una aggressione contro l'Iraq da parte degli Stati Uniti, insieme alla Gran Bretagna, sarebbe ingiustificata. L'Iraq, ha aggiunto Aziz, si comporta in modo onesto e aperto con gli Stati Uniti e la decisione di riammettere gli ispettori non è una tattica. Il programma di sviluppo di armamenti di massa è stato completamente smantellato, ha assicurato inoltre. Le acuse di Bush sono quindi una barzelletta, giustificata solo dalla volonta` di Washington di controllare il greggio della Penisola araba. Se l'America riuscisse a portare a termine questo progetto, ha precisato, gli interessi di Europa e America Latina sarebbero minacciati. Gli Stati Uniti e i sionisti vogliono tracciare una nuova mappa del Medio Oriente.
ARGENTINA6' La questione del debito estero dell'Argentina potrebbe presto finire di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja. Il governo di Buenos Aires,che ha già sospeso i pagamenti nei confronti dei privati e sembra intenzionato a fare lo stesso anche verso gli organismi internazionali di credito, potrebbe diventare un caso esemplare davanti i giudici dell'Aja. La proposta di sottoporre al giudizio del tribunale internazionale la legittimità stessa della cancellazione del debito del Paese latino-americano arriva da un gruppo internazionale di legali. Eric Toussant, leader del Comitato per l'annullamento del debito estero del Terzo Mondo, ha spiegato che molte Nazioni si ritrovano a pagare un debito che hanno già esaurito ma che, a causa di interessi altissimi, continua incredibilmente a crescere. Secondo fonti ufficiali, mentre nel 1982 l'intero continente sudamericano era indebitato per 333 miliardi di dollari, attualmente - dopo aver pagato 1.400 miliardi di dollari tra capitali ed interessi - si trova a dovere ancora ai creditori altri 800 miliardi di dollari. Dopo aver rimborsato circa cinque volte il debito originale, quindi, il continente deve corrispondere ancora il triplo di quanto doveva vent'anni fa. Un meccanismo che schiaccia da anni numerose economie nazionali e a cui il tribunale internazionale potrebbe mettere fine una volta per tutte. Stando a quanto dichiarato Atilio Alterini, docente della Facoltà di diritto dell'Università statale di Buenos Aires (Uba) e uno dei promotori dell'iniziativa, il parere della Corte "sarebbe vincolante nei confronti del Fondo monetario internazionale (Fmi) e degli altri organismi mondiali manifestazioni ieri in Argentina, a 26 anni dalla famigerata notte delle matite, quuando sei studenti vennero assassinati per aver reclamato il loro diritto allo studio. Quest'amnno la manifestazione è stata più numerosa e partecipata che negli anni passati. la manifestazione 2è partita nel tardo pomeriggio,dirigendosi verso Plaza de Mayo, con la partecipazione di diverse realtà del paese, dai piuqueteros ai gruppi giovanili La manifestazione non intendeva solo ricordare, ma anche reclamare ancora una volta i loro diritti, soprattutto il diritto e l'accesso allo studio, ancora troppo costoso per la maggior parte dei giovani. Le proteste nelle scuole sono state più volte minacciate e represse nel corso di quest'anno. Le minaccie agli studenti sono diminuite solo nell'ultimo periodo, in concomitanza al diminuire delle mobilitazioni. Arrestato lunedì sera in Francia un presunto capo militare dell'organizzazione separatista basca ETA. Si tratta di Juan antonio Olarra Guridi, che farebbe parte del gruppo Donosti, a cui vengono attribuite numerose azioni. L'uomo è stato arrestato insieme ad altre due donne, tra cui un'altra militante dell'Eta. L'arresto è avvenuto in seguito alla denuncia di una vicina di casa, che sosteneva di aver notato movimenti sospetti, smentiti però dal portiere dello stabile. Il nome di Guridi figura all'interno della lista nera del terrorismo formulata dall'UE nel dicembre del 2001. Dall'inizio dell'anno, la polizia francese, in stretta collaborazione con quella spagnola, ha arrestato decine di militanti baschi
un ordigno e' esploso stamane vicino a una scuola palestinese nei pressi di Hebron, nel sud della Cisgiordania, provocando almeno otto feriti, tutti bambini, alcuni dei quali sarebbero in gravi condizioni. Lo hanno riferito varie fonti sia palestinesi che israeliane. L'emittente ha precisato che l'ordigno e' esploso in una scuola nell'area a sud delle colline di Hebron e che la zona e' stata isolata poiche' si teme la presenza di altri ordigni Quattro manifestanti di sinistra sono stati arrestati ieri sera a Neubrandenburg (nordest della Germania) nel corso di incidenti scoppiati a margine di un comizio elettorale tenuto da Roland Schill, il giudice populista di Amburgo leader del partito conservatore 'Offensiva dello stato di diritto'. Un centinaio di contestatori hanno disturbato a lungo con fischi e urla il discorso di Schill lanciandogli contro delle uova. La polizia ha proceduto a quattro arresti tra le fila dei contestatori la Russia si e' detta soddisfatta per la decisione irachena di accettare il ritorno degli ispettori Onu sul disarmo e ha assicurato che fara' di tutto perche' non si perda questa opportunita' di risolvere con i mezzi della politica il problema iracheno. L'immediato ritorno degli ispettori in Iraq sara' il primo passo decisivo in direzione di un accordo globale promosso dalla Russia sulla questione irachena", ha detto il ministro degli Esteri, Ivanov Igor Ivanov. Secondo la diplomazia russa, la decisione di Baghdad apre la strada all'alleggerimento delle sanzioni che gravano sull'Iraq. Anche Pechino saluta con favore la decisione dell'Iraq di riammettere gli ispettori dell'Onu, cosl come la comunit internazionale, Cina inclusa, aveva sempre auspicato''. Da New York, il ministro degli esteri, Tang Jiaxuan, ha dichiarato all'Agenzia di stampa ufficiale Xinhua, che Pechino continuer a operarsi per arrivare a una soluzione politica della crisi irachena, nell'ambito delle Nazioni Unite. La Cina, insieme a Russia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, h uno dei cinque membri permanenti con diritto di veto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite opposta è la reazione del Regno Unito -Non dimentichiamo che Saddam Hussein ha una storia alle spalle di giochi di questo genere": cosi' un portavoce del primo ministro britannico, Tony Blair, ha liquidato l'apertura di Baghdad al ritorno degli ispettori Onu nel Paese. Le ultime mosse del presidente iracheno sono state accolte con scetticismo dal governo di Downing Street, che 2da mesi e' il piu' stretto alleato della Casa Bianca nella guerra al terrorismo. Dopo l'ultima mossa di Baghdad, Londra adesso invita alla cautela: "Dobbiamo aspettare e attendere gli sviluppi della situazione... Quel che e' certo e' che bisogna garantire (agli ispettori) un accesso incondizionato in ogni momento, in ogni luogo e ovunque.- Oltre cinquemila persone si sono date appuntamento oggi a Brasilia per una marcia popolare contro l’Area di libero commercio delle Americhe (Alca). L’iniziativa è promossa dagli organizzatori del plebiscito nazionale contro l’Alca – le pastorali sociali della Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb), in collaborazione con diverse entità tra cui ong e movimenti popolari – realizzato nel Paese sudamericano dall’1 al 7 settembre scorsi. Sarà l’occasione per consegnare alle autorità il risultato del referendum attraverso il quel i brasiliani hanno potuto esprimere la propria opinione sul progetto economico fortemente voluto dal presidente George W. Bush, che se andasse in porto garantirebbe agli Stati Uniti il controllo di un territorio che va dall’Artico all’Antartico e il libero accesso per i loro prodotti, servizi, tecnologie e capitali nell’intero emisfero. Alla manifestazione, che partirà alle 14:00 locali dalla Expo Brasilia, si uniranno anche 700 contadini ‘Senza Terra’, provenienti dall’accampamento di Pipiripau a Formosa (54 chilometri dalla capitale). Sono tra l’altro previsti dibattiti pubblici con i presidenti del senato, della camera e del Tribunale superiore federale. Per domani è prevista inoltre un’assemblea popolare che dibatterà sui prossimi programmai della Campagna continentale contro l’Alca, che conta di conta di poter effettuare simili consultazioni nei diversi Paesi della regione fino al marzo prossimo. gRor delle 11.00
PALESTINA