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GUANTANAMO - L'Organizzazione Reporters sans frontières chiede alle autorità nordamericane di fornire, nel più breve tempo possibile, delle spiegazioni sull'arresto, avvenuto nel dicembre 2001, di Sami Al-Haj, assistente cameraman della rete televisiva Al-Jazira, attualmente detenuto nella base nordamericana di Guantanamo, a Cuba. " E' perlomeno anomalo che l'amministrazione americana rifiuti di informare la famiglia e le persone vicine al giornalista delle accuse che vengono mosse al giornalista ", ha dichiarato Robert Ménard, segretario generale dell'organizzazione in una lettera indirizzata a John Ashcroft, segretario di Stato alla giustizia." Oggi è interesse delle autorità americane far luce su questa questione. Senza entrare nel merito delle ragioni per le quali il giornalista è stato arrestato, l'Organizzazione di giornalisti senza frontiere organizzazione considera che il prolungato silenzio dell'amministrazione su questa detenzione è particolarmente imbarazzante perché potrebbe essere assimilato a una precisa volontà di persecuzione nei confronti della rete televisiva araba, già oggetto in passato di numerose pressioni da parte del dipartimento di Stato ", ha spiegato Robert Ménard.Dal 15 dicembre 2001, data dell'arresto di Sami Al-Haj, Al-Jazira ha tentato di avere per via diplomatica notizie e di ottenere la liberazione del suo cameraman. Secondo un comunicato diffuso dalla rete televisiva il 16 settembre scorso, già nel mese di giugno l'ambasciata degli Stati-Uniti a Doha (nel Qatar) si era impegnata a chiedere delle spiegazioni al dipartimento di Stato relativamente alla detenzione del giornalista. Ma da allora, Al-Jazira afferma invece di non aver più ricevuto nessuna notizia e anche la corrispondenza inviata all'ambasciata è rimasta senza risposta.Di nazionalità sudanese, Sami Al-Haj lavorava come assistente cameraman per Al-Jazira dall'ottobre 2001 ed era stato inviato in Pakistan dalla rete televisiva diffusa per satellite per seguire la campagna militare americana in Afghanistan. Sami Al-Haj è stato arrestato il 15 dicembre 2001, nel sud del paese, vicino alla frontiera con il Pakistan. Secondo dei messaggi inviati dal giornalista alla moglie, dovrebbe essere ancora detenuto nella base militare di Guantanamo (Cuba). | GUANTANAMO - L'Organizzazione Reporters sans frontières chiede alle autorità nordamericane di fornire, nel più breve tempo possibile, delle spiegazioni sull'arresto, avvenuto nel dicembre 2001, di Sami Al-Haj, assistente cameraman della rete televisiva Al-Jazira, attualmente detenuto nella base nordamericana di Guantanamo, a Cuba. " E' perlomeno anomalo che l'amministrazione americana rifiuti di informare la famiglia e le persone vicine al giornalista delle accuse che vengono mosse al giornalista ", ha dichiarato Robert Ménard, segretario generale dell'organizzazione in una lettera indirizzata a John Ashcroft, segretario di Stato alla giustizia." Oggi è interesse delle autorità americane far luce su questa questione. Senza entrare nel merito delle ragioni per le quali il giornalista è stato arrestato, l'Organizzazione di giornalisti senza frontiere considera che il prolungato silenzio dell'amministrazione su questa detenzione è particolarmente imbarazzante perché potrebbe essere assimilato a una precisa volontà di persecuzione nei confronti della rete televisiva araba, già oggetto in passato di numerose pressioni da parte del dipartimento di Stato ", ha spiegato Robert Ménard. Sami Al-Haj lavorava come assistente cameraman per Al-Jazira dall'ottobre 2001 ed era stato inviato in Pakistan dalla rete televisiva diffusa per satellite per seguire la campagna militare nordamericana in Afghanistan. Sami Al-Haj è stato arrestato il 15 dicembre 2001, nel sud del paese, vicino alla frontiera con il Pakistan. Secondo dei messaggi inviati dal giornalista alla moglie, dovrebbe essere ancora detenuto nella base militare di Guantanamo (Cuba). |
buon giorno a chi ci casca,aperto da massimo. Da Paula: ci lavoro dalle 15.45. un beso a tutt@.
Gr Serale di venerdi 20 settembre - ore 19.30
SOMMARIO
Dal Mondo
Dall'Italia
DAL MONDO
PALESTINA - Il presidente palestinese Yasser Arafat non sara' espulso dai Territori, ma e' destinato a restare chiuso a tempo indeterminato da una cintura ermetica israeliana nel suo ufficio di Ramallah, in Cisgiordania. Lo ha detto il ministro della difesa Benyamin Ben Eliezer, poco dopo che reparti israeliani avevano raso al suolo nel quartiere generale di Ramallah un edificio di cinque piani doveva aveva sede l'intelligence militare palestinese. Le azioni punitive nei confronti dei palestinesi e del presidente Arafat sono state decise la scorsa notte dal governo israeliano, dopo l'esplosione in un autobus di Tel Aviv di un kamikaze islamico che ha provocato la morte di cinque persone e il ferimento di altre settanta. E’ così sempre più evidente che la politica del governo Sharon tende ad indebolire Arafat, anche attraverso l’isolamento. Inoltre la polizia israeliana ha chiuso oggi, su ordine del ministro per la sicurezza interna Uzi Landau, gli uffici di Sari Nusseibeh, il rappresentante a Gerusalemme est dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina. Il provvedimento segue notizie di stampa relative alla creazione da parte di Nusseibeh di un 'municipio-ombra' incaricato di offrire servizi ai residenti palestinesi di Gerusalemme, in alternativa a quelli messi a disposizione dalla amministrazione comunale israeliana. Nusseibeh, un esponente palestinese moderato che mantiene contatti regolari con pacifisti israeliani, nei mesi scorsi era gia' stato sottoposto a provvedimenti restrittivi da parte della polizia.
IRAQ - E risuona prepotente come al solito la voce grossa degli Stati Uniti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite riguardo all'Iraq. Il segretario di Stato, Colin Powell, ha INFATTI condizionato l'inizio della missione degli ispettori a Baghdad al voto, al Palazzo di Vetro, di una nuova, e piu' dura, risoluzione, in cui si preannuncino conseguenze decisive in caso del mancato rispetto iracheno degli impegni presi con la comunita' internazionale. Qualora questo non avvenisse, Washington e' pronta a bloccare la ripresa delle ispezioni che secondo il capo della missione, Hans Blix, potrebbe riprendere gia' dal 15 ottobre. In una audizione di fronte alla Commissione esteri della Camera dei rappresentanti, Powell ha assicurato che gli Stati Uniti troveranno il modo di bloccare il ritorno degli ispettori. E in un tale contesto suona sinistra l'intervista rilasciata dal numero uno del Fondo Monetario Internazionale al giornalista Alain Friedman. Be' secondo l'organizzazione mondiale "in caso di una guerra all'Iraq di breve periodo, gli effetti sui mercati finanziari internazionali saranno positivi" Perché finalmente si uscirebbe dall'incertezza. Questa la dichiarazionel dell'FMI.
GEORGIA - La Bulgaria ha deciso di regalare, su richiesta degli Stati Uniti, armi e munizioni alla Georgia, dove sono in atto ribellioni separatiste. Lo ha annunciato oggi il governo di Sofia. La Georgia riceverà 1,2 milioni di cartucce, 650 proiettili per lanciarazzi, 1100 granate a mano e 58 pistole Makarov, per un valore di 91.578 euro, secondo quanto riferisce un comunicato del governo. Questo dono rientra nel quadro di un programma lanciato dal comando delle forze armate nordamericane volto a raggiungere, così dicono gli USA, una stabilità interna in Georgia e nella regione del Caucaso. Il generoso regalo è dovuto al fatto che la Bulgaria è candidata ad entrare a far parte della Nato e spera di essere invitata a partecipare al summit Nato di Praga in programma a novembre prossimo.
GUANTANAMO - L'Organizzazione Reporters sans frontières chiede alle autorità nordamericane di fornire, nel più breve tempo possibile, delle spiegazioni sull'arresto, avvenuto nel dicembre 2001, di Sami Al-Haj, assistente cameraman della rete televisiva Al-Jazira, attualmente detenuto nella base nordamericana di Guantanamo, a Cuba. " E' perlomeno anomalo che l'amministrazione americana rifiuti di informare la famiglia e le persone vicine al giornalista delle accuse che vengono mosse al giornalista ", ha dichiarato Robert Ménard, segretario generale dell'organizzazione in una lettera indirizzata a John Ashcroft, segretario di Stato alla giustizia." Oggi è interesse delle autorità americane far luce su questa questione. Senza entrare nel merito delle ragioni per le quali il giornalista è stato arrestato, l'Organizzazione di giornalisti senza frontiere considera che il prolungato silenzio dell'amministrazione su questa detenzione è particolarmente imbarazzante perché potrebbe essere assimilato a una precisa volontà di persecuzione nei confronti della rete televisiva araba, già oggetto in passato di numerose pressioni da parte del dipartimento di Stato ", ha spiegato Robert Ménard. Sami Al-Haj lavorava come assistente cameraman per Al-Jazira dall'ottobre 2001 ed era stato inviato in Pakistan dalla rete televisiva diffusa per satellite per seguire la campagna militare nordamericana in Afghanistan. Sami Al-Haj è stato arrestato il 15 dicembre 2001, nel sud del paese, vicino alla frontiera con il Pakistan. Secondo dei messaggi inviati dal giornalista alla moglie, dovrebbe essere ancora detenuto nella base militare di Guantanamo (Cuba).
Dall'Italia
ESTRADIZIONE - La Svizzera ha estradato Nicola Bortone in Italia. Questa mattina, l'uomo accusato di appartenere alle Brigate rosse è stato consegnato alle autorità italiane alla frontiera di Chiasso. Ne ha dato notizia a Berna il competente Ufficio federale di giustizia. Nicola Bortone, irreperibile dal '92 era stato arrestato in Svizzera dalla Polizia italiana il 10 marzo scorso. E' Considerato tra i fondatori delle nuove Br, nell' assetto organizzativo, così come si presentava a fine '88. Nato a Cesa, in provincia di Caserta, Bortone era stato raggiunto da un mandato di cattura emesso nel settembre 1989 dal giudice istruttore del Tribunale di Roma per i reati di associazione sovversiva e banda armata. Era già stato arrestato, insieme ad altri presunti brigatisti, il 2 settembre dell' 89, in Francia. Il 23 aprile '92 era stato condannato dal tribunale di Parigi a 3 anni di reclusione, con il divieto, per lo stesso periodo di tempo, di soggiorno in Francia. Al momento della scarcerazione non era stato nè estradato nè espulso. La Corte di Assise di Roma lo ha condannato il 18 settembre del 2001, a 5 anni e 6 mesi di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per associazione sovversiva e banda armata.
IMMIGRAZIONE - Sono 115 i MIGRANTi approdati nella notte a Lampedusa. Il primo sbarco è avvenuto dopo le 22 di ieri sera quando la nave Lavinia, della Marina militare, impegnata proprio in un pattugliamento anti-immigrazione nel Canale di Sicilia, ha intercettato ad 11 miglia ad ovest di Lampedusa una barca, lunga circa otto metri, con a bordo 46 stranieri. I migranti sono di nazionalità marocchina, tunisina ed algerina. Poco prima dell’alba vi è stato un nuovo sbarco di 69 nord-africani. Le motovedette della Guardia costiera e della polizia hanno intercettato un natante in legno, lungo una dozzina di metri, al largo dell'isola pelagica e lo hanno rimorchiato fino al porto. In questo caso i migranti erano una donna e 68 uomini, di origine marocchina ed algerina. Adesso i cittadini stramieri sono ospitati presso il centro di prima accoglienza di Lampedusa in attesa di essere trasferiti presso altri centri.
GUERRE - Dal Kosovo all'Eritrea, dalla Bosnia all'Afghanistan, sono piu' di 8.000 i militari italiani all'opera in tutto il mondo nelle missioni di peacekeeping sotto l'egida della Nato o dell'Onu. L'Italia, che come ha confermato ufficialmente il ministro della Difesa Antonio Martino fornira' altri mille alpini per le operazioni antiterrorismo in Afghanistan, contribuisce gia' da mesi ad 'Enduring Freedom' con la fregata Aliseo della Marina e un nucleo dell'Aeronautica incaricato di ripristinare la funzionalita' operativa dell'aeroporto di Baghram, a nord della capitale afghana. Altri 350 uomini, con compiti di vigilanza e pattugliamento, sono di stanza a Kabul nel quadro della missione Isaf. La presenza delle forze armate nei Balcani si e' consolidata in questi anni con le missioni in Bosnia, in corso dal 1995 e in Kosovo (dal 1999). In Bosnia sono circa 1.500 i soldati inquadrati nel contingente Sfor che prende parte alla missione Joint Forge. Tra Kosovo (Kfor), Albania (Communication Zone West) e Macedonia (Amber Fox) sono all'opera altri 6.000 militari italiani.
SCIOPERI - Difficoltà per chi intende spostarsi in treno durante il fine settimana. Alle 21 di domani scatta lo sciopero di 24 ore del personale ferroviario e marittimo del gruppo FS aderente al sindacato autonomo Orsa. Nel corso della settimana ci saranno problemi per i trasporti locali: mercoledì prossimo, 25 settembre, si fermeranno di nuovo autobus, tram e metropolitane per uno sciopero nazionale di 24 ore proclamato dai sindacati confederali dei trasporti Filt Cgil, Fit Cisl e la protesta è stata decisa - si legge in una nota - "a sostegno della vertenza per il rinnovo del biennio economico del contratto".
Ore 9.30
Palestina
Il governo israeliano ha deciso la scorsa notte che per il momento il presidente palestinese Yasser Arafat deve restare rinchiuso nel suo ufficio di Ramallah (Cisgiordania). Lo ha detto alla radio militare il ministro senza portafogli Efraim Eitam (Fein), leader del Partito Nazional-religioso. Eitam ha confermato che la possibile espulsione di Arafat e' stata invocata ieri da alcuni ministri, ma ha aggiunto che il premier Ariel Sharon si e' opposto. Chiuso a Ramallah e impedito di comunicare con i suoi collaboratori Arafat, secondo Eitam, risulta essere meno pericoloso che non se fosse libero dei propri spostamenti all'estero.
Un poliziotto palestinese, che si trovava nel quartier generale di Yasser Arafat a Ramallah, e' stato ucciso questa mattina da un tiratore scelto dell'esercito israeliano e venti palestinesi sono usciti dal quartier generale di Yasser Arafat a Ramallah e si sono arresi alle forze israeliane che lo assediano da ieri sera. Alle prime ore di stamane i soldati avevano fatto saltare in aria uno degli edifici del quartier generale.
Incursione anche a Gaza dove Due palestinesi, un uomo ed una donna, sono stati uccisi da colpi sparati dai soldati israeliani nel corso dell' incursione compiuta nella notte. La donna morta si chiamava Samira Doukhdar ed aveva 25 anni. E' stata colpita nel quartiere di Toufah, nella zona settentrionale di Gaza, dove i soldati israeliani hanno fatto saltare in aria con la dinamite quattro locali adibiti, secondo l' esercito, alla fabbricazioni di armi ed esplosivi. L' altra vittima e' un uomo di 35 anni, Ahmed Loubad, anche lui colpito a morte nel quartiere di Toufah. In un altra zona di Gaza, il quartiere di Al-Choujaiya, due palestinesi sono rimasti feriti dai missili sparati da elicotteri israeliani.l'incursione israeliana si e' conclusa nelle prima mattinata nella cittadina palestinese di Beit Hanun (nord della striscia di Gaza) e nel rione di Sajjaya (Gaza). Lo ha riferito la radio militare secondo cui l' operazione di Sajjaya e' stata la piu' profonda mai avvenuta negli ultimi anni nell'agglomerato urbano di Gaza. Fonti militari israeliane hanno aggiunto che a Sajjaya sono stati demoliti sette edifici adibiti alla produzione di razzi Qassam e di altro materiale bellico. In tutto sono state messe fuori uso 34 officine palestinesi.
onu in iraq
Il capo degli ispettori dell' Onu Hans Blix ha detto giovedi', al termine di un incontro con il consiglio di sicurezza dell'Onu, che i primi membri del suo team potrebbero essere in Iraq entro il 15 ottobre. Lo svedese, che ha discusso con i consiglio di sicurezza le procedure ed i tempi per la ripresa delle ispezioni in Iraq, ha detto di aver preparato un programma che prevede l'arrivo di un primo gruppo di ispettori a Baghdad entro il 15 ottobre per una serie di controlli iniziali. Sceglieremo alcuni luoghi che ritemiano possano essere interessanti in questa prima fase - ha detto Blix dopo l'incontro - Non dovremo aspettare mesi prima di inviare i primi ispettori. Gli Stati Uniti stanno facendo pressioni per accelerare al massimo i tempi per la ripresa delle ispezioni. Blix avra' la prossima settimana a Vienna una nuova riunione con una delegazione irachena, gia' incontrata nei giorni scorsi a New York, per mettere a punto i dettagli logistici per la ripresa dei controlli. Gli Stati Uniti hanno sottolineato che i colloqui di Blix con gli iracheni, essendo la ripresa delle ispezioni senza condizioni, devono riguardare solo dettagli logistici e tecnici.
Ore 11.00
Palestina
Un appello per un mandato internazionale sui Territori palestinesi volto a sostituire l'Autorita' nazionale (Anp) di Yasser Arafat e a mettere fine all'occupazione israeliana, e' stato lanciato dal capo della opposizione israeliana Yossi Sarid (Meretz, sinistra sionista). Sarid si e' detto convinto che un mandato internazionale sia l'unica soluzione in grado di imprimere la svolta necessaria per fermare le violenze e gli scontri tra israeliani e palestinesi. Dato che il presidente americano George Bush sembra pronto a rischiare la vita dei suoi soldati a Baghdad, non vedo perche' non dovrebbe farlo anche a Ramallah (Cisgiordania), dove e' meno pericoloso, ha notato l'esponente della sinistra israeliana. Ieri Sarid ha compiuto un sopralluogo in Cisgiordania dove ha constatato la recente costruzione da parte del movimento dei coloni di nuovi avamposti illegali, il cui numero complessivo - ha appreso da fonti militari - assomma adesso a centonove. Si tratta di un vero putsch condotto dal movimento dei coloni contro la democrazia israeliana ha esclamato il leader del Meretz.
Immigrazione
Un altro migrante del gruppo naufragato sabato lungo le coste agrigentine e' stato recuperato questa mattina dai sommozzatori dei vigili del fuoco. Sale cosi' a 35 il numero dei migranti complessivamente recuperati dal giorno della sciagura. Le ricerche, condizioni meteorologiche permettendo, continueranno per tutta la giornata.
Antimafia
I carabinieri stanno eseguendo a Palermo e in diversi paesi della provincia una vasta operazione antimafia che sta portando all' esecuzione di 14 ordini di custodia cautelare. Secondo l' accusa si tratterebbe di nuovi boss che negli ultimi periodi avrebbero preso il comando dell' organizzazione criminale in una vasta zona della Sicilia. I militari avrebbero accertato anche gli autori di un omicidio commesso a Trabia (Palermo), ridisegnato la mappa degli affiliati alle cosche, e individuato esattori e vittime del racket delle estorsioni. Oltre agli arresti sono in corso centinaia di perquisizioni in città, in numerosi paesi e nei casolari di campagna alla ricerca di armi e latitanti.
Ore 13.00
Palestina
Tre palestinesi sono stati uccisi,questa notte, nel corso di una dura rappresaglia israeliana nelle zone sotto il controllo dell’Autorità palestinese a Gaza e Ramallah. Mezzi corazzati e bulldozer con la stella di Davide hanno circondato e sparato con mitragliatrici pesanti contro il quartier generale del presidente Arafat, raso al suolo alcuni edifici e fatto saltare in aria abitazioni nelle quali ritenevano si fabbricassero armi ed esplosivi. Samira Doukdar aveva 25 anni ed è stata colpita nel quartiere di Toufah, zona settentrionale di Gaza. Ahmed Loubad, la seconda vittima, è stato ucciso anche lui nello stesso quartiere. La terza vittima è un poliziotto colpito da un cecchino israeliano nel quartier generale del presidente palestinese. L’operazione è stata definita dalle autorità militari israeliane ‘la più profonda’ avvenuta negli ultimi anni a Gaza. Per tutta la notte si sono rincorse voci secondo le quali il governo di Tel Aviv avrebbe discusso se ‘trasferire’ Arafat, in pratica deportarlo. Si è in seguito deciso di tenerlo ‘rinchiuso’ in quel che resta del palazzo dell’Autorità palestinese di Ramallah. Efraim Eitan, leader del partito Nazional-religioso e ministro senza portafogli nel governo di Sharon, ha dichiarato alla radio militare di Tel Aviv che Arafat, bloccato e privo di collegamenti con l’esterno “risulta molto meno pericoloso”. Il governo Sharon ha anche discusso se espellere il leader di Hamas, lo sceicco (paraplegico) Ahmed Yassin, ma non ha ancora preso alcuna decisione. La strategia della rappresaglia militare e dei bulldozer lascia scettici alcuni osservatori israeliani. Se è vero che le aperture ad una soluzione politica delle fasce più integraliste delle organizzazioni palestinesi sono quasi inesistenti ci si domanda cosa abbia proposto il governo di Tel Aviv oltre le soluzioni militari. Il dibattito resta aperto
Il presidente palestinese Yasser Arafat non sara' espulso dai Territori, ma e' destinato a restare chiuso a tempo indeterminato da una cintura ermetica israeliana nel suo ufficio di Ramallah, in Cisgiordania. Lo ha detto il ministro della difesa Benyamin Ben Eliezer, poco dopo che reparti del genio israeliano avevano raso al suolo nel quartiere generale di Ramallah un edificio di cinque piani doveva aveva sede l'intelligence militare palestinese. Le azioni punitive nei confronti dei palestinesi e del presidente Arafat sono state decise la scorsa notte dal governo israeliano, dopo l'esplosione in un autobus di Tel Aviv di un kamikaze islamico che ha provocato la morte di cinque persone e il ferimento di altre settanta.
Italia in Guerra
Dal Kosovo all'Eritrea, dalla Bosnia all'Afghanistan, sono piu' di 8.000 i militari italiani all'opera in tutto il mondo nelle missioni di peacekeeping sotto l'egida della Nato o dell'Onu. L'Italia, che come ha confermato ufficialmente il ministro della Difesa Antonio Martino fornira' altri mille alpini per le operazioni antiterrorismo in Afghanistan, contribuisce gia' da mesi ad 'Enduring Freedom' con la fregata Aliseo della Marina e un nucleo dell'Aeronautica incaricato di ripristinare la funzionalita' operativa dell'aeroporto di Baghram, a nord della capitale afghana. Altri 350 uomini, con compiti di vigilanza e pattugliamento, sono di stanza a Kabul nel quadro della missione Isaf. La presenza delle forze armate nei Balcani si e' consolidata in questi anni con le missioni in Bosnia, in corso dal 1995 e in Kosovo (dal 1999). In Bosnia sono circa 1.500 i soldati inquadrati nel contingente Sfor che prende parte alla missione Joint Forge. Tra Kosovo (Kfor), Albania (Communication Zone West) e Macedonia (Amber Fox) sono all'opera altri 6.000 militari italiani.
Mafia italia
Il capomafia di Caccamo, Nino Giuffrè, indicato come il numero due di Cosa Nostra, collabora le sue rivelazioni, secondo gli ambienti della procura, "sono un nuovo terremoto giudiziario per la Sicilia". Il boss, arrestato il 16 aprile scorso in un casolare di campagna, dopo otto anni di latitanza, starebbe parlando da oltre due mesi ai magistrati di Palermo . Le sue dichiarazioni hanno contribuito fino adesso all' arresto di 29 persone. Oltre ai 14 provvedimenti cautelari eseguiti questa mattina dai carabinieri, le indicazioni di Giuffrè sono servite agli inquirenti per richiedere e ottenere nelle scorse settimane l' arresto di altre 15 persone. Secondo l' accusa si tratterebbe di nuovi boss che negli ultimi periodi avrebbero preso il comando dell' organizzazione criminale in una vasta zona della Sicilia.