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GR ORE 13.00

Esteri

Iraq

La Turchia conferma la piena disponibilità delle sue basi per il supposrto logistico all'attacco anglo-americano all'Iraq.Il via libera del governo turco è arrivato ieri sera, dopo una riunione con i vertici militari. Ma per ora preferisce evitare l'arrivo in massa di truppe di Washington in previsione di un'invasione del territorio iracheno. L'amministrazione Bush, secondo la stampa turca, vorrebbe far passare dalla Turchia fino a 100mila soldati pronti ad intervenire in Iraq. Stasera sulla questione sarà chiamato ad esprimersi il Consiglio dei ministri. Ogni decisione del governo di sostegno militare agli USA deve ottenere il sì del Parlamento turco. La stampa turca, d'altra parte, ricorda che il governo insiste per il ricorso alla forza solo se supportato dalla legittimità data dall'ONU. Per una risposta definitiva a Washington, scrive il quotidiano Radikal, bisognerà aspettare il Consiglio nazionale di Sicurezza di venerdì. Nel frattempo, però, alti ufficali americani sono già al lavoro in Turchia per ispezionare le basi amiche. Basi che, a scanso di equivoci, Washington si è offerta di ristrutturare con investimenti da centinaia di milioni di dollari. La Turchia, unico Paese musulmano della NATO, ha rifiutato dal primo momento una partecipazione attiva con proprie truppe all'eventuale attacco. Dunque sembra tutto già deciso per l'attacco all'iraq. Gli stati uniti, nonostante la decisione del Consigli di sicurezza arrivi tra un mese, stanno disponendo le loro forze, stringendo alleanze, chiedendo aiuti economici, e addirittura già preparando gli aiuti alla futura ricostruzione. In tanto, gli ispettori continuano il loro lavoro, anche se ormai deleggittimati dall'atteggiamento statunitense. Circa 150 ispezioni sono state fatte in Iraq dagli esperti dell'Onu sul disarmo dalla ripresa delle loro missioni, il 27 novembre scorso. Lo ha annunciato il portavoce degli ispettori a Baghdad, Hiro Ueki. Ueki non ha voluto dare una valutazione dei risultati ottenuti finora, sottolineando che cio' sara' oggetto del rapporto che verra' consegnato al Consiglio di sicurezza il 27 gennaio prossimo, vale a dire due mesi dopo la ripresa delle ispezioni. Alcuni siti, a causa della loro estensione, sono stati ispezionati piu' d'una volta. Ueki e' portavoce a Baghdad della Commissione di monitoraggio, verifica e ispezione (Unmovic) e dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea), entrambe agenzie dell'Onu. Attualmente, la prima ha in Iraq 102 ispettori, la seconda sei. Ieri - ha precisato Ueki - sono stati ispezionati cinque siti. Squadre di esperti dell'Unmovic (rispettivamente in biologia, chimica e balistica) hanno ispezionato una fabbrica di latte in polvere a Abu Gharib, 45 km a nordovest di Baghdad; il centro di ricerche Ibn al Baitar, che fabbrica prodotti chimico- farmaceutici, 30 km a sudovest della capitale; il centro stoccaggio missili a Taji, 20 km a nord di Baghdad, gia' visitato il giorno prima. Quanto all'Aiea, suoi esperti hanno ispezionato due siti vicini a nord di Baghdad, la ditta Al Razi e la fabbrica Beytar, che contengono equipaggiamenti provenienti da vecchi impianti nucleari iracheni. Domanica, d'altra parte, una squadra dell'Aiea ha lasciato Baghdad dopo aver prelevato campioni in 27 laghi e corsi d' acqua, come pure da scarichi di impianti industriali, per scoprire eventuali tracce di radioattivita'.

Palestina

L'esercito israeliano ha reso noto oggi di essersi ritirato verso la periferia di Betlemme per consentire le celebrazioni del Natale. L'esercito ha aggiunto che non ci saranno truppe israeliane in citta' durante la settimana di Natale se i servizi di informazione non avranno notizie di minacce alla sicurezza dei cittadini israeliani. I militari resteranno comunque intorno alla citta'. L'esercito israeliano era entrato a Betlemme un mese fa, dopo un attentato suicida. Le truppe israeliane hanno distrutto una galleria nel campo profughi di Rafah, nella striscia di Gaza, distrutta anche una casa in cui sono stati rinvenuti esplosivi e altri sette edifici, con 80 palestinesi che si sono ritrovati senza casa. Nelle esplosioni, avvenute dopo una resistenza della popolazione che ha aperto il fuoco contro i militari, tre persone sono rimaste ferite. E mentre netanyahu termina il ssuo viaggio promozionale in europa, l'ANP critica pesantemente il governo italiano e le posizioni espresse in occasione della recentissima visita del ministro degli esteri israeliano nel nostro paese. Un giudizio duro, già anticipato oggi da alcuni quotidiani, e che trova conferma nelle dichiarazioni del consigliere per gli affari italiani del presidente palestinese Yasser Arafat L'Autorita' nazionale palestinese (Anp) e' molto delusa dalla politica del governo italiano in Medio Oriente, che giudica filo- israeliana e non in accordo con quella dell'Unione europea. Lo ha detto oggi Shaukat Mustafa, consigliere per gli affari italiani del presidente palestinese Yasser Arafat. La politica filo-israeliana di questo governo italiano negli ultimi tempi non e' in accordo con la linea dell'Unione europea in Medio Oriente, ha affermato Mustafa, che stamane ha partecipato a Ramallah (Cisgiordania) a una riunione con Arafat. L'Anp - ha proseguito il consigliere del presidente palestinese, riferendosi alla recente visita in Italia del ministro degli esteri israeliano Benyamin Netanyahu - ha assistito con stupore alla calorosa accoglienza ricevuta da Netanyahu a Roma, quando tutti sanno che non vuole la pace e il dialogo con i palestinesi. Anche il premier britannico Tony Blair, stretto alleato del presidente statunitense George Bush, si e' rifiutato di incontrare Netanyahu, ha aggiunto Mustafa. Riguardo alle affermazioni attribuite al presidente del consiglio Silvio Berlusconi durante l'altrettanto recente visita in Italia del presidente israeliano Moshe Katsav sulle relazioni tra l'Italia e l'Anp, Mustafa ha affermato che in mancanza di una smentita chiara tendiamo a considerarle autentiche, anche se sappiamo che sono state inizialmente riferite dal portavoce dell'ambasciata israeliana. L'ufficio di presidenza dell'Anp, ha concluso il consigliere di Arafat, ha inoltre deciso il boicottaggio a tempo indeterminato delle interviste al presidente palestinese da parte dei mezzi d'informazione italiani, perche' hanno diffuso senza opportune verifiche le dichiarazioni del portavoce dell' ambasciata israeliana, mostrandosi diffamatori e superficiali nei confronti dei palestinesi e dei loro dirigenti

Migranti

Come spesso a natale, come sempre più spesso nei mari di un'europa sempre più chiusa, ancora morte per chi cerca la vita. Un altro battello di migranti è naufragato la notte scorsa nelle acque greche. La polizia portuale greca ha ripescato in nottata il cadavere di un migrante annegato al largo dell'isola di Corfu', nel Mar Ionio, cio' che porta a tre il bilancio dei morti del naufragio di un battello che trasportava quasi 130 persone. Lo ha reso noto il ministero della Marina mercantile. Il corpo della terza vittima, un uomo sulla trentina, e' stato ripescato vicino all'imbarcazione, che si e' arenata al largo della costa sudovest dell'isola, a dieci metri dal litorale di Lefkimi. Le altre due vittime, un uomo pure sulla trentina e un bambino di due anni, erano state recuperate un'ora prima dai sommozzatori della polizia portuale. Secondo le autorita', i tre cercavano di raggiungere a nuoto il litorale dopo il naufragio del loro battello. Non si hanno per ora informazioni sulla provenienza dei migranti ne' sulla loro destinazione.

Russia

Una vera e propria strage di senza casa si sta delineando a Mosca dove la temperatura e' questa notte scesa di nuovo a meno 20 gradi centigradi e le vittime in meno di tre mesi sono 180, con centinaia di ricoverati negli ospedali. Solo la notte scorsa tre persone sono morte ed altre 33 sono state ricoverate per ipotermia dopo essere state trovate congelate nelle strade della capitale dove, secondo calcoli ufficiosi si aggirano oltre 100 mila senza tetto. Il bilancio da ottobre, e' cosi' salito a 180 a poche settimane appena dall'inizio del lungo inverno russo. Lo scorso anno i morti durante l'intera stagione invernale che comincia il primo dicembre erano stati oltre 300, ma quest'anno le cifre sembrano indicare che la strage di senza casa, sia destinata a battere ogni record.

Aereo

I soccorritori iraniani hanno estratto i corpi di 16 persone dal relitto dell'aereo ucraino precipitato ieri nell'Iran centrale, e le ricerche continuano per cercare di mettere assieme i resti delle altre 30 supposte vittime. A bordo dell'Antonov 140 c'erano infatti 46 persone: 4 membri dell'equipaggio e 44 ingegneri aeronautici russi de ucraini, che avrebbero dovuto perfezionare un accordo con le autorita' iraniane per la vendita a Teheran di una partita di aerei. Il velivolo ha perso il contatto con la torre di controllo alle 19,30 di ieri (le 17,0 ora italiana), per poi precipitare poco prima dell'atterraggio, previsto all'aeroporto di Isfahan, nella regione dell'Ardestan (Iran centrale). Il ministero degli Esteri iraniano ha espresso le proprie condoglianze ai governi russo ed ucraino. Il governo di Kiev aveva concesso all'Iran l'autorizzazione alla costruzione degli Antonov gia' nel 2000, e nel febbraio dello scorso anno era stato collaudato il primo velivolo ucraino-iraniano: un turbo-elica da 52 posti. All'epoca dell'accordo, tuttavia, una parte degli esperti iraniani si espresse contro gli Antonov ucraini, giudicati poco sicuri. Ora l'Organizzazione dell'aviazione civile iraniana non ha chiarito se i nuovi velivoli ceduti in licenza a Teheran verranno utilizzati o meno, dopo l'incidente di ieri

ITALIA

Lavoro

E' Babbo Natle in persona, con tanto di sacco di carbone, ad aprire il corteo organizzato dal Comitato di lotta torinese per il sostegno ai lavoratori Fiat. Un centinaio di manifestanti, con striscioni e bandiere dei Flm Uniti, Sin Cobas, Federazione anarchici italiana, studenti universitari che da giorni stanno occupando l'Universita' torinese e Rsu della Fiat Kobelco con lo striscione Ma quale Natale... Niente da festeggiare, sono partiti da piazza Castello con l'intenzione di raggiungere in delegazione Villa Frescot, l'abitazine della famiglia Agnelli. Come già fatto ieri con il ministro maroni, un sacco di carbone è stato consegnato dai lavoratori di Arese. Portiamo il carbone -spiega il Babbo Natale arrivato da Milano anche in rappresentanza dei lavoratori di Arese- perche' pensiamo sia il regalo piu' appropriato per questa occasione. L'accordo fatto con il govenro e' un pessimo accordo che fa morire la fabbrica e il carbone e' il giusto premio che si meritano una persona e una societa' che hanno fatto quelle scelte. Dai lavoraatori vengono avanzate alcune richieste: che il governo garantisca la copertura del' 80% del salario ai cassaintegrati, che sia attuata una riduzione dell' orario di lavoro fra tutti i dipendenti Fiat a parita' di retribuzione, con l' utilizzo della cassa integrazione, che i cassaintegrati non paghino Ici, rette per mense scolastiche, acqua, luce e gas, che lo Stato paghi loro gli interessi dei mutui contratti per l' acquisto della casa o il 90% dell' affitto

Natale davanti ai cancelli anche per gli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Passeranno la vigilia presidiando lo stabilmento. Lo faranno assieme alle loro famiglie. "Stasera con le nostre famiglie ceneremo nella tendopoli allestita davanto lo stabilimento - dice Roberto Mastrosimone -. Lo faremo per dare un segnale chiaro, lo stabilimento non deve chiudere. Vogliamo certezze per il futuro. Siamo convinti che l'accordo preso tra l'azienda ed il governo sia una presa in giro. La situazione - continua - e' critica anche per tutti gli operai dell'indotto". A dare un segno di solidarieta' agli operai Fiat arrivera' questa sera davanti i cancelli anche il cardinale di Palermo Salvatore De Giorgi. Le tute blu intanto continuano la loro opera per non fare dimenticare la situazione in cui versa lo stabilimento termitano. "In questi giorni - aggiunge Mastrosimone - siamo andati in giro per i paesi a fare informazione per non fare dimenticare quello che sta accadendo qui". Non saranno solo i lavoratori della Fiat a continuare le mobilitazioni durante questo periodo. .Un Natale amaro per i lavoratori del polo elettronico aquilano che proseguono la loro manifestazione di protesta davanti allo stabilimento della Flextronics. A presidiare la fabbrica ci sono i dipendenti della multinazionale americana ed i lavoratori della Lares Tecno. I primi, mentre tentano di mantenere alto il livello di attenzione dell'opinione pubblica, protestano soprattutto per il timore che, a sorpresa, le produzioni possano essere spostate nello stabilimento di Avellino. Per questo motivo presidiano i cancelli dello stabilimento e continueranno a farlo per tutto il periodo delle festivita' natalizie e di fine anno. Questa sera, a mezzanotte, loro saranno li', nella tenda bianca allestita qualche giorno fa a "festeggiare" l'arrivo del Bambinello. Natale drammatico anche per i lavoratori della Lares, senza stipendio da mesi, senza cassa integrazione e con tredicesime irrisorie che non bastano neanche a coprire le spese correnti. Anche loro partecipano al presidio dei lavoratori della Flextronics, un po' per solidarieta', un po' perche' alle prese con gli stessi timori, seppur con sfaccettature diverse, di perdere il posto di lavoro. In tutto, ad alternarsi nel presidio, sono in piu' di mille

Rom

Si chiamava Damiano Bislimi e aveva tre anni. Sabato scorso e' morto all' ospedale del Bambini, a Palermo, colpito da una meningoencefalite fulminante, contratta nel campo Rom della Favorita, dove viveva con la famiglia, fuggita dal Kosovo. La vicenda, pubblicata oggi su alcuni quotidiani locali, inizia l' 11 dicembre. Alle nove il bambino viene ricoverato a Villa Sofia. Vomita ed ha la febbre. I medici decidono di tenerlo sotto osservazione nel reparto di Pediatria, diretto da Domenico Agnello. L' encefalite fulminante - dice il primario all' Ansa - si chiama cosi' proprio perche' e' imprevedibile. Il bambino non mostrava segni della malattia, tanto che il neurologo, alle 17,30, dopo aver visitato il piccolo paziente, annotava sulla cartella clinica: 'non ci sono segni di irritazione meningea. Ma poco dopo le condizioni del bimbo peggiorano e i sanitari dispongono il trasferimento all' ospedale dei bambini. A quel punto gli viene praticata una puntura lombare, ma Damiano non ce la fa. Solo oggi la salma del bimbo dovrebbe lasciare l' ospedale e dopo una cerimonia funebre nella capanna-moschea del campo Rom, sara' seppellita al cimitero dei Rotoli. Il Comune provvedera' alle spese della sepoltura. Tutti continuano a puntare sugli aspetti sanitari della vicenda - dice Fulvio Vassallo Paleologo, del centro di accoglienza di Santa Chiara - polemizzando sui ritardi della diagnosi, ma nessuno sottolinea che il campo Rom di Palermo e' un lager, che altri quattro bambini sono stati colpiti da meningite negli ultimi anni, anche se per fortuna si sono salvati. Per Vassallo Paleologo, il Comune non fa nulla, aspetta che i Rom lascino per propria iniziativa il campo, magari per trasferirsi in una catapecchia abbandonata nei degratati vicoli del centro storico, dove qualche furbo locale ha pensato di mettere un lucchetto per poi consegnare le chiavi dietro congruo compenso

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gror241202 (last edited 2008-06-26 09:54:27 by anonymous)