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buongiorno, dani e salvo aprono col G.R. ore 9,30

PALESTINA: ARAFAT AFFERMA DI ESSERE PRONTO AL DIALOGO MA, SE NECESSARIO, PRONTO ANCHE A MORIRE Sono la vittima prescelta delle lotte fra il premier Ariel Sharon e Benyamin Netanyahu, alla vigilia del congresso del Likud. Si vuole porgere la mia testa alla destra israeliana. Cosi' - dalle rovine del quartier generale di Ramallah assediate da carri armati israeliani - il capo dell'intelligence Anp in Cisgiordania Tawfiq Tirawi spiega al quotidiano Maariv la ragione per cui Israele esige la sua consegna, assieme con altri 18 militanti palestinesi. Se i soldati tenteranno una irruzione, Tirawi intende combattere. Sia il presidente Yasser Arafat sia io lotteremo fino all'ultimo avverte. Al tempo stesso e' persuaso che alla fine israeliani e palestinesi dovranno tornare al tavolo dei negoziati: forse fra un giorno, fra un mese, fra uno o due anni. Questo e' l'interesse di israeliani e palestinesi e per questa ragione mi oppongo agli attentati. Richiesto di commentare le accuse israeliane secondo cui lui stesso avrebbe aiutato la realizzazione di attentati, Tirawi replica di aver sventato numerosi attacchi e di aver consentito ad Israele ancora di recente di godere di sei settimane di calma nei Territori. Ma quando voi entrate con i carri armati a Ramallah e sparate contro di noi - chiede - dovremmo forse metterci sull'attenti ? Volete che vi lanciamo manciate di riso ?

MO: RAMALLAH, DOPO VOTO ONU PERES CONVOCA AMBASCIATORI TEL AVIV, 25 SET - Nel tentativo di minimizzare i danni per la condanna delle Nazioni Unite all'assedio del presidente Yasser Arafat a Ramallah e per le critiche espresse anche dal presidente George Bush, Israele ha deciso di lanciare una controffensiva diplomatica. L'incarico e' stato affidato al ministro degli esteri Shimon Peres che ha convocato oggi a Gerusalemme tutti gli ambasciatori accreditati in Israele. Stamane, in una intervista alla radio militare, Peres e' tornato a difendere la necessita' dell'assedio. Il ministro degli esteri ha anche spiegato che l'astensione degli Stati Uniti nel voto al Consiglio di sicurezza deriva da considerazioni legate alla crisi irachena, alla preoccupazione cioe' degli Stati Uniti di raccogliere nelle Nazioni Unite il maggior sostegno possibile ad una iniziativa contro il presidente Saddam Hussein

- Colin Powell ha rifiutato di escludere la possibilita' che gli Usa attacchino l'Iraq anche nel caso che Baghdad si adegui alle risoluzioni Onu sulle ispezioni. In un'intervista alla Bbc, il Segretario di Stato Usa ha insistito sulla priorita' di disarmare l'Iraq. Washington presentera' nei prossimi giorni una nuova proposta di risoluzione alle Nazioni Unite. IRAQ: PER LA CINA, SADDAM HA 'ULTIMA CHANCE' DI EVITARE LA GUERRA = Pechino, 25 set. - Il leader iracheno, Saddam Hussein, ha "un'ultima chance" per evitare la guerra e deve offrire piena collaborazione agli ispettori Onu sul disarmo. Lo scrive, in un lungo editoriale eplicitamente rivolto al regime di Baghdad, il quotidiano ufficiale in lingua inglese 'China Daily': "questa e' l'ultima chance in mano a Saddam Hussein per privare gli americani di una legittimazione contro di lui". "Se Saddam non soddisfa le richieste degli ispettori - scrive ancora il giornale - potrebbe dare a Bush la scusa desiderata per realizzare l'ambito cambio di regime in Iraq". La Cina - membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, con diritto di veto come gli Usa, la Gran Bretagna, la Russia e la Francia - aveva accolto molto positivamnte la decisione irachena di permettere il ritorno a Baghdad degli ispettori senza condizioni; e dovrebbe astenersi da qualsiasi voto del Consiglio che preveda l'utilizzo della forza.

IRAQ: AUSTRALIA; MILITARI NON PRONTI A GUERRA, IN PARLAMENTO CRESCONO I NO ANCHE TRA CONSERVATORI (ANSA) - SYDNEY, 25 SET - Mentre il governo conservatore australiano, strenuo alleato degli Usa, si prepara ad una possibile guerra contro l'Iraq, l'ex comandante del reggimento di elite Special Air Service (Sas) avverte che l'esercito australiano e' largamente impreparato per un dispiegamento oltremare e soffre di carenze fatali nelle sue capacita', tali da esporre a rischi eccessivi la vita dei soldati.

STRAGE NEL TEMPIO INDU' - Ci sarebbe la rivendicazione di un gruppo finora sconosciuto, tale 'Movimento per la vendetta' nella strage nel grande tempio indu' di Akshardham a Gandhinagar, nello stato occidentale di Gujarat, in cui sono morti una trentina di fedeli. La sigla, infatti, compare su alcune lettere di rivendicazione in urdu (la lingua dei musulmani indiani e del Pakistan) ritrovate indosso ad uno degli attentatori ucciso dalla polizia in un'irruzione compiuta stamani nel tempio della strage, dove gli attentatori erano ancora barricati. Stiamo cercando di saperne di piu, ha dichiarato il vicepremier indiano Lal Krishna Advani, il quale intanto, parlando coi giornalisti a Ghandinagar, ha implicitamente accusato il Pakistan: Il nostro nemico ha parlato del Gujarat negli ultimi tempi e sembra che il piano fosse stato preparato da tempo, ha detto in riferimento ad un recente discorso del presidente pachistano Pervez Musharraf. Immediata la replica di Islamabad: E' ridicolo e anche irrazionale suggerire una cosa simile, ha dichiarato il ministro pachistano dell'informazione, Nisar Nemon. E' chiaro che costoro (gli indiani) hanno perso ogni buon senso. L'esercito intanto ha inviato nel Gujarat un rinforzo di tremila soldati. Una brigata e' in via di dispiegamento nello stato come misura precauzionale, ha dichiarato un portavoce militare. DAL PAKISTAN SI SEGNALA UN ATTACCO A GRUPPO CRISTIANO, SEI MORTI Karachi, 25 set. - (Adnkronos/Dpa) - Due terroristi hanno attaccato la sede di un'organizzazione assistenziale cristiana a Karachi, uccidendo sei persone e ferendone altre quattro

INDONESIA: NAUFRAGIO TRAGHETTO A LARGO SUMATRA, VITTIME GIAKARTA, 25 SET - Dieci persone sono morte annegate nel naufragio di una nave passeggeri al largo della costa orientale dell'isola di Sumatra, in Indonesia. La polizia ha spiegato che l'imbarcazione, che trasportava 17 passeggeri, si e' incagliata a grande velocita' in una grande rete fissa per la pesca e si e' rovesciata. Sette passeggeri sono stati salvati, mentre il comandante ed un membro dell'equipaggio sono stati arrestati. Gli incidenti e i naufragi in mare sono frequenti in Indonesia, un immenso arcipelago di 17.000 fra isole e isolette.

gr ore 11.00

appello Noi, membri del mondo accademico israeliano, siamo inorriditi dalla preparazione da parte degli Stati Uniti di una aggressione contro l'Iraq e dall'entusiastico ostegno a questo progetto da parte della leadership politica israeliana".

Siamo profondamente preoccupati dai segnali di una "nebbia di guerra"che potrebbe essere sfruttata dal governo israeliano per commettere ulteriori crimini contro il popolo palestinese, fino al totale compimento della pulizia etnica.

La coalizione che governa Israele comprende partiti che promuovono il "trasferimento" della popolazione palestinese come una soluzione a quello che essi chiamano "il problema demografico". I mass-media citano in continuazione politici che suggeriscono espulsioni forzate; le dichiarazioni più recenti sono dei membri di MK Michael Kleiner e Benny Elon, secondo quanto riportato sul sito internet di "Yediot Ahronot" il 19 settembre 2002. In una recente intervista ad "Ha'aretz", il capogruppo Moshe Ya'alon descriveva i palestinesi come una "manifestazione tumorale" ed equiparava le azioni militari nei territori occupati alla "chemioterapia", suggerendo che potrebbe essere necessario un "trattamento" più radicale. Il primo ministro Sharon ha sottoscritto questa posizione definendola una "valutazione della realtà dei fatti". Una escalation della demagogia razzista nei confronti dei cittadini palestinesi d'Israele potrebbe indicare l'obiettivo dei crimini che si stanno probabilmente pianificando.

Sollecitiamo la communità internazionale a porre grande attenzione agli eventi che si svolgono all'interno di Israele e dei territori occupati, di chiarire nel modo più assoluto che crimini contro l'umanità non saranno tollerati, ed a prendere misure concrete per evitare che tali crimini possano avere luogo.

Missione Arcobaleno: nuove accuse alla Protezione civile

Una ventina di inviti a comparire sono stati inviati dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari a gran parte degli indagati nelle indagini sulla missione Arcobaleno, compiuta dalla protezione civile in Kosovo. Il pm inquirente, Michele Emiliano, ha invitato gli indagati a sottoporsi ad interrogatori che cominceranno il 5 ottobre prossimo presso gli uffici della Digos della questura di Bari.

A quanto si e' potuto sapere, nel voluminoso invito a comparire vengono notificati agli indagati tutti i capi d' imputazione. L' inchiesta sulla Missione Arcobaleno fa riferimento all' operazione umanitaria voluta nel '99 dal governo D' Alema in Albania per sostenere i kosovari in fuga dalla loro terra bombardata dalla Nato per scacciare le truppe serbe dell' allora leader serbo Slobodan Milosevic. L' indagine riguarda presunte irregolarita' sia nella gestione della missione Arcobaleno sia nelle forniture delle divise dei vigili del fuoco e del personale della Protezione civile attraverso la societa' 'no profit' Cesar che, secondo l' accusa, avrebbe fatto capo a uomini della Protezione civile. Alla societa' Cesar aderivano - secondo l' accusa - diverse aziende che volevano fornire (e alcune ci riuscirono) le divise aggiudicandosi appalti per svariati miliardi di vecchie lire. Nel registro degli indagati sono iscritti, tra gli altri, i nomi dell' allora sottosegretario della Protezione civile (ed ex direttore dell'Agenzia), Franco Barberi, del deputato Ds Giovanni Lolli, dell' ex parlamentare Ds Quarto Trabacchini, di diversi funzionari dell' epoca della Protezione civile, e di alcuni imprenditori. Lolli e Trabacchini - che all' epoca dei fatti non erano parlamentari - secondo il pm avrebbero rivelato ad alcuni indagati che erano in corso indagini anche attraverso intercettazioni telefoniche. Essi, invece, respingono le accuse e forniscono una diversa ricostruzione dei fatti. A Barberi, invece, l' accusa contesta i reati di abuso d' ufficio, concussione, associazione per delinquere e attentato agli organi costituzionali. Per quest' ultimo reato viene formulata l' ipotesi meno grave del rischio di turbativa, per aver compiuto presunte pressioni sul governo per 'manovrare' le nomine dei cinque componenti della commissione nazionale della Protezione civile. E' sottoposto a indagini anche l' ex coordinatore nazionale della Cgil Funzione Pubblica Vigili del fuoco, Fabrizio Cola (indagato anche per attentato agli organi costituzionali) e un dirigente generale dei Vigili del fuoco, Alberto D' Errico, che fino a poco tempo fa era distaccato alla Protezione civile (sotto inchiesta per corruzione). Secondo le indagini, i disordini che caratterizzarono le prime fasi dell' indagine sono ormai sullo sfondo di un' inchiesta che coinvolge aziende e imprenditori di Milano, Pavia, Biella, Lecce e Caserta (indagati per corruzione e turbativa d'asta). A quanto si e' potuto sapere, gli interrogatori fissati da Emiliano - che secondo notizie non confermate ufficialmente riguarderebbero anche nuove ipotesi di reato - preludono alla notifica dell' avvio di conclusione delle indagini che scadranno improrogabilmente nel novembre 2002. Sono invece scaduti da circa un anno i termini per indagare sulle posizioni di coloro che furono arrestati il 20 gennaio 2000 (e scarcerati dopo tre mesi): Massimo Simonelli, capo della missione Arcobaleno in Albania, Luciano Tenaglia, responsabile del campo profughi di Valona, Silvia Lucatelli, dipendente della Protezione civile, e il contabile del Villaggio, Alessandro Mobono.

Zimbabwe: Aids e carestia, in milioni rischiano la morte

Tragico impatto della carestia sui malati di Aids. La denuncia di Refugees International Due funerali al giorno. Secondo gli operatori di Refugess International, è il tasso di morti per Aids in un qualunque villaggio dello Zimbabwe. Dove all'Hiv, che ha già reso orfani più di 500 mila bambini, oggi si aggiunge la carestia che minaccia sei milioni di persone.

Secondo l'International Foof Policy Research Institute, infatti, le persone sieropositive hanno bisogno di nutrirsi più degli altri: il 50% di proteine in più e circa il 15% di calorie. Ma con la carestia in atto, soddisfare il loro fabbisogno nutritivo è diventato impossibile. Col risultato che la malattia progredisce più velocemente e che, oltre a non potersi curare, le persone sieropositive non possono lavorare per procurare cibo alle loro famiglie.

Cina: giro di vite su Hong Kong? Il governo di Hong Kong ha presentato una proposta di legge ‘anti-sovversione' sostenuta dalla Cina e invece molto temuta dagli attivisti per i diritti umani e la democrazia

Il governo di Hong Kong ha presentato una proposta di legge ‘anti-sovversione' sostenuta dalla Cina, che secondo gli attivisti per la democrazia e i diritti umani rappresenta un ulteriore giro di vite da quando la città è ritornata a Pechino dopo il '97. A darne notizia è l'agenzia Misna. In base al testo reso noto in questi giorni, la legge punterà a proteggere la sovranità, l'integrità territoriale, l'unità e la sicurezza nazionale della Cina e di Hong Kong. La libertà di espressione non verrà criminalizzata a meno che non si inciti qualcuno all'uso della forza o alla sedizione. Il testo prevede inoltre un rafforzamento dei poteri delle forze di sicurezza per l'ingresso in una proprietà o il fermo e la perquisizione di un individuo nell'ambito di indagini su sospetto tradimento, secessione, sedizione o sovversione. Per questi reati è contemplato l'ergastolo, mentre i responsabili di incitamento alla violenza o di disturbo dell'ordine pubblico potrebbero scontare fino a 7 anni di prigione. Sette anni di carcere ed una multa di 64mila dollari sono previsti anche per chi pubblica materiale ritenuto sedizioso. Il capo dell'esecutivo di Hong Kong ha garantito che la legge non danneggerà in alcun modo i diritti umani e le libertà civili, ma gli attivisti temono che possa essere invece usata per colpire gruppi di dissenso politico o movimenti spirituali invisi al governo cinese, quali il Falun Gong.

Sorpresa: la povertà colpisce gli Stati Uniti

Per la prima volta dopo 8 anni, nel 2001 gli americani si sono scoperti più poveri. Lo dicono i dati ufficiali

Un numero maggiore di americani vive nella poverta', secondo gli ultimi dati del censimento. Il tasso di poverta' e' aumentato l'anno scorso per la prima volta in otto anni, con quasi 33 milioni di americani considerati indigenti rispetto ai 31,6 nel 2000. Il censimento ha dato un'altra brutta notizia: il reddito familiare medio e' sceso per il secondo anno consecutivo, perdendo oltre due punti nel 2001 per arrivare a 42,228 dollari.

L'aumento del livello di poverta' era previsto in un anno in cui il Paese ha conosciuto una recessione e la disoccupazione e' salita. Nonostante questi dati del censimento -e il calo annunciato oggi dell'indice di fiducia dei consumatori- il presidente George W. Bush resta ottimista sullo stato e le prospettive dell'economia. Lo ha detto lo stesso Bush, al termine di una riunione del consiglio dei ministri, riconoscendo pero' che c'e' un sacco di lavoro da fare.

  • Ogm: Corte Ue, Monsanto vs Italia, prima udienza

di Giampaolo Cerri (g.cerri@vita.it)

25/09/2002

Oggi a Strasburgo si discute il ricorso della multinazionale biotech contro il decreto Amato che, nel 2000, vietò l'importazione di quattro specie di mais. Interviene Ivan Verga (Vas)

Oggi a Strasburgo, alla Corte di Giustizia europea, avrà luogo la prima udienza del procedimento intentato da Monsanto e dalle principali multinazionali del biotech in opposizione al Decreto Amato del 4 agosto 2000, che ha vietato la commercializzazione in Italia di 4 varietà di mais Ogm autorizzate alla commercializzazione in Europa con procedura illegittima. Sulla vicenda intervengono oggi i Verdi ambiente e società, l'organizzazione ambientalista che con i suoi tecnici scoprì e denunciò le varietà di mais incriminate. «Sono ormai trascorsi tre anni da quel 12 ottobre 1999 in cui i tecnici di Vas denunciarono lo scandalo delle illegittime autorizzazioni dei quattro mais Ogm», dichiara Ivan Verga, vicepresidente di Vas, «nel corso dei quali la stessa normativa europea ha cancellato, con il Regolamento sulla tracciabilità degli alimenti (giugno 2002), ogni scandalosa possibilità di autorizzare senza “valutazione di sicurezza d'uso” i prodotti alimentari Ogm e, tuttavia, per le multinazionali del biotech le norme precauzionali sembrano a questo punto solo una grande fastidio sulla strada di far soldi a dispetto di tutto e di tutti». Il procedimento che si apre oggi alla Corte di Giustizia Ue per decidere la legittimità del Decreto italiano di sospensione dal commercio dei quattro mais Ogm «ha quindi il sapore di un tentativo di far ripiombare l'Europa negli anni bui in cui ben poco si sapeva sugli Ogm e nei quali le norme erano pressoché dettate dagli incontrastati lobbisti delle multinazionali produttrici di biotecnologie alimentari». Secondo Verga «il buon senso non guida le azioni dei capitani di industria del biotech, poiché il livore che ha indotto le multinazionali del biotech in questo ricorso legale ha tutto il sapore di una rivincita non solo contro il Decreto di un governo, ma contro i cittadini tutti di un'Europa che (sondaggi d'opinione alla mano) di Ogm non hanno alcuna intenzione di nutrirsi, qualsivoglia sarà la decisione dell'Alta Corte UE».

Ogm: scontro tra Monsanto e Governo italiano alla Corte di giustizia Ue

Il comitato di lotta per il diritto alla casa, formato dagli ex occupanti di via Mentiello, hanno bloccato stamattina 25 settembre Via Capodimonte, per oltre due ore, per rendere visibile e dare risalto alla nostra lotta per il diritto alla casa. Un tetto sopra la testa deve essere una garanzia minima per tutti.

Stiamo vivendo in questi giorni in una situazione drammatica di dsegrado: donne, bambini, anziani, siamo tutti ospitati dalla chiesa di Capodimonte in una sala adiacente alla parrocchia, una sistamazione temporanea che però non garantisce alcun livello minimo di vivibilità.

Finchè il nostro problema non verrà risolto, continueremo con questa e altre forme di lotta: non è pensabile che nessuno, in primo luogo le istituzioni preposte, si preoccupino del destino di oltre 300 persone, buttate da un giorno all'altro in mezzo a una strada, senza alcuna alternativa.

comitato di lotta per il diritto alla casa

PALESTINA - Nel mentre continua l'aggressione dell'esercito israeliano alla popolazione palestinese e all'ANP, continuano gli insediamenti nel territorio Cisgiordano. Un gruppo di coloni israeliani ha dato vita a un nuovo insediamento, Rehalim, nei pressi della citta' palestinese di Nablus, nel nord della Cisgiordania. Lo ha riferito oggi il sito internet del quotidiano israeliano 'Haaretz'. Il nuovo insediamento conta per il momento soltanto 14 abitazioni ed e' sorto nel punto dove i coloni avevano costituito negli anni scorsi un loro avamposto per ricordare l' omicidio di due israeliani avvenuto in quella zona. Il ministero della difesa israeliano ha affermato di non essere a conoscenza della creazione della nuova colonia. Lo scorso 30 giugno, l'esercito aveva demolito in Cisgiordania undici avamposti selvaggi costituiti dai coloni senza l' autorizzazione del governo israeliano. L'annuncio della fondazione di Rehalim giunge a poche ore dall'arrivo nella zona del nuovo insediamento di numerosi religiosi e fedeli, tra cui alcuni deputati alla Knesset (Parlamento), in occasione della festa ebraica dei Tabernacoli (Sukkot). I palestinesi hanno protestano con forza contro il nuovo insediamento. Il ministro e negoziatore capo Saeb Erikat ha chiesto all'Unione europa e agli Stati Uniti di intervenire per bloccare la colonizzazione ebraica dei Territori. Questa notizia getta benzina sul fuoco della tensione. - ha detto Erekat, riferendosi al nuovo insediamento - Le colonie rappresentano una minaccia all'esistenza e alle aspirazioni dei palestinesi

JENIN, DONNA PALESTINESE GRAVEMENTE FERITA DA SOLDATI - Un'anziana donna palestinese e' rimasta gravemente ferita stamane dal fuoco dei soldati israeliani a Jenin, nel nord della Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti palestinesi. Le fonti hanno precisato che la donna, Saad Jerrar, di 60 anni, e' stata colpita al petto da un proiettile vagante mentre si trovava all'interno della sua abitazione a Jenin, dove l' esercito israeliano ha imposto il coprifuoco come nelle altre citta' palestinesi della Cisgiordania rioccupate a fine giugno. MO: RAMALLAH; ANNULLATO NUOVO INCONTRO ISRAELE-ANP, EREKAT - GERUSALEMME, 25 SET - Un nuovo incontro tra israeliani e palestinesi per discutere della fine dell'assedio all'ufficio di Yasser Arafat a Ramallah (Cisgiordania) e' stato annullato la scorsa notte all'ultimo momento per decisione di Israele. Lo ha riferito al quotidiano 'Al-Quds' di Gerusalemme est il ministro e negoziatore capo palestinese Saeb Erekat, che avrebbe dovuto partecipare all'incontro. I colloqui, ha affermato Erekat, avrebbero dovuto riguardare le possibili vie d'uscita alla situazione di stallo, ma da parte israeliana e' stato chiesto improvvisamente un rinvio. Erekat non ha chiarito se l'incontro si terra' ancora e quando. Israele continua a richiedere la resa di una ventina di persone asserragliate nell'ufficio del presidente palestinese sotto assedio, che ritiene responsabili di atti di terrorismo. I palestinesi ripetono che con Arafat non ci sono ricercati. Due giorni fa, un primo incontro tra il generale israeliano Eival Gilad ed Erekat si era concluso con un nulla di fatto.

IRAQ: VERTICI MILITARI USA TEMONO UN'ALTRA SOMALIA. Nella sua audizione al Congresso della scorsa settimana, il segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld, non ha voluto precisare il numero di militari che potrebbero rendersi necessari in Iraq dopo la fine dell'attacco. Ed e' proprio l'entita' di un'operazione di peacekeeping in Iraq a spaventare maggiormente i membri del Congresso, altrimenti pronti a dare carta bianca all'amministrazione. Quanti uomini saranno necessari per l'operaizone di mantenimento della pace? Diecimila? Centomila? Di piu'? Questa e' la mia preoccupazione maggiore -dichiara Ike Skelton, il rappresentante democratico della Commissione forze armate della Camera. Non penso che l'Iraq possa costituire un problema a livello militare. Il vero problema potrebbe pero' essere la fase successiva. Un timore condiviso con Anthony Zinni, generale dei Marine in pensione, fino al 1999 comandante delle forze Usa in Medio Oriente e Asia Centrale, preoccuoato per l'impegno e i costi del poi

BAGHDAD, 25 SET - Un settimanale iracheno ha lanciato oggi un appello ai Paesi musulmani affinche' venga al piu' presto convocata una conferenza regionale sulla sicurezza nell' area del Golfo, tesa anche a raggiungere un maggior livello di reciproca fiducia tra i partecipanti. L'iniziativa e' del giornale Al-Iktesadi (L'Economista), secondo cui la riunione dovrebbe tenersi a livello di ministri degli Esteri e dovrebbe raggruppare i rappresentanti di Iraq, Siria, Iran, Turchia, Giordania, Arabia Saudita, Kuwait e Autorita' Nazionale Palestinese. I rappresentanti delle diplomazie delle nazioni partecipanti alla conferenza regionale, aggiunge il settimanale, dovrebbero raggiungere una serie di accordi tra cui il rifiuto di qualsiasi ingerenza straniera negli affari interni dei singoli Paesi e la firma di protocolli di cooperazione economica e commerciale. Il settimanale scrive inoltre che e' necessario convocare anche un vertice arabo, in cui venga adottata una nuova strategia politica, economica e militare per difendere la sicurezza nazionale dei Paesi arabi e fronteggiare gli aggressori americani e sionisti Israele. Altrimenti le fiamme (di un eventuale conflitto) divamperanno senza controllo e si propagheranno in tutte le direzioni.

DOSSIER BLAIR; GRECIA, NO AD ATTACCO SENZA ONU SECONDO DOCUMENTO GB GRECIA NEL RAGGIO MISSILI BAGHDAD - ATENE, 25 SET - La Grecia, che secondo il rapporto presentato ieri dal premier britannico Tony Blair potrebbe essere raggiunta da missili iracheni di nuova generazione, resta contraria ad un'azione contro Baghdad che non sia appoggiata dall'Onu. E sottolinea che con un attacco unilaterale degli Usa si creerebbe un grave pericolo per la comunita' internazionale. Noi ed altri governi studieremo questo dossier per vedere come questa minaccia viene sostanziata - ha affermato il premier Costas Simitis - Noi riteniamo che se un'azione unilaterale diventera' realta', grandi pericoli si creeranno per la comunita' internazionale. L'Onu e' stata creata proprio perche' non ci siano decisioni isolate su questi problemi. Un portavoce del ministero degli esteri ha detto che il dossier e' stato consegnato al ministro degli esteri Ghiorgos Papandreou dall'ambasciatore britannico in Grecia, David Madden. Il ministro - ha detto il portavoce Panos Beglitis - ha ribadito con l'ambasciatore la posizione della Grecia, ovvero che l'Iraq deve rispettare le decisioni dell'Onu e che tutti gli sforzi devono essere compiuti per trovare una soluzione diplomatica attraverso il Consiglio di sicurezza. La Grecia ha la presidenza di turno del Consiglio di difesa dell'Ue fino al giugno 2003:

IRAQ: RAMPONI (AN) POSITIVA LA RISPOSTA SADDAM ORA ATTENDERE STRATEGIA DELLA PREVENZIONE DEVE DISSUADERE (Adnkronos) - Spero -ha proseguito l'esponente di An- che cio' non debba accadere: un conflitto armato non e' mai nell'interesse di nessuno: puo' essere una triste necessita' per evitare guai maggiori ma non e' mai un fatto positivo. E' giusto pensare ad una strategia della prevenzione, che deve tendere a dissuadere e solo un suo fallimento -ha concluso Ramponi- puo' costringere all'intervento armato IRAQ: TREMAGLIA, MOLTO BENE FASSINO, POSSIBILI CONVERGENZE ROMA, 25 SET - Piu' che commentare il discorso di Silvio Berlusconi alla Camera sulla crisi in Iraq, il ministro di An Mirko Tremaglia preferisce porre l'accento sull'intervento del segretario della Quercia Piero Fassino, a suo giudizio molto, molto buono e interessante. Ci sono stati riconoscimenti ampi da parte di Fassino rispetto al discorso del premier - argomenta Tremaglia - e penso che si debbano cogliere delle possibili convergenze. Quelli di Berlusconi e di Fassino - dice ancora Tremaglia - non sono due discorsi antitetici e credo che si possa arrivare a valutare entrambi in termini positivi. Nella sua sensibilita', credo che Berlusconi abbia ascoltato con molta attenzione Fassino MO: HEBRON, DEMOLITE CASE SOSPETTI TERRORISTI PALESTINESI

  • - HEBRON (CISGIORDANIA), 25 SET - Tre abitazioni di sospetti terroristi palestinesi sono state demolite nelle ultime ore dall'esercito israeliano a Hebron e nel vicino villaggio di Dura. Lo hanno riferito fonti palestinesi. Le fonti hanno precisato che alla periferia di Hebron e' stata demolita stamane l'abitazioni di Taleb Shweiky, un leader locale della Jihad islamica, sospettato del coinvolgimento nell' uccisione sei mesi fa di due osservatori della Tiph, la Presenza internazionale temporanea costituita nel 1994, dopo il massacro nella citta' nel sud della Cisgiordania di fedeli musulmani a opera di un colono ebreo. Nel vicino villaggio di Dura, in nottata sono state inoltre demolite le abitazioni di Abdel Khaled Al-Nache, un leader locale dell'altro movimento integralista di Hamas, e dei fratelli Anis e Akram Manamura, due miliziani della Jihad islamica accusati dell'uccisione di un capitano dell'esercito israeliano e arrestati un anno

SCIOPERO SCUOLA: CISL SI ALLA PROTESTA UNITARIA MA NON DENTRO SCIOPERO CGIL - La Cisl scuola condivide la proposta lanciata ieri dalla Cgil di una protesta sindacale unitaria del mondo dell'istruzione ma ritiene che lo sciopero debba essere della "scuola per la scuola" e non costituire "uno dei tanti temi di una protesta generale". "Condividiamo - spiega il numero uno della Cisl scuola Daniela Colturani - l'esigenza espressa dal segretario generale della Cgil scuola di rafforzare, in termini unitari e compatti, il fronte della protesta sindacale. Tuttavia - continua la Colturani - la specificita' dei problemi della scuola, le giuste rivendicazioni dei suoi lavoratori non possono rappresentare uno dei tanti temi di una protesta generale. In questo momento invece - conclude la sindacalista - esigono spazi e visibilita' propri, uno sciopero, cioe', della scuola e per la scuola