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IRAQ

. - Secondo il vice presidente iracheno Taha Yassin Ramadan, e' futile parlare di un ritorno a Baghdad degli ispettori delle Nazioni Unite, in vista di una ripresa dei controlli sugli ipotetici arsenali di distruzione di massa in dotazione al regime di Saddam Hussein, se poi gli Stati Uniti sono comunque decisi a sferrare un nuovo attacco. In una intervista al settimanale 'al-Rafidain', il vice di Saddam rinnova inoltre le accuse secondo cui lo svedese Hans Blix, responsabile in pectore delle eventuali ispezioni Onu, e' solo una -nuova spia-americana, che persegue una politica smaccatamente anti-irachena. -Il problema non e' tanto se noi permettiamo o meno agli ispettori di rientrare, quanto piuttosto che l'amministrazione americana vuole attaccarci perche' e' ostile al nostro governo-, sottolinea Ramadan sul giornale. -Quindi, quale e' lo scopo di consentire loro di tornare?-.

PAKISTAN

ELEZIONI DI OTTOBRE: EX PREMIER SHARIF SI CANDIDA SFIDANDO VETO DI MUSHARRAF

Dopo Benazir Bhutto, anche l'ex primo ministro pakistano Nawaz Sharif, attualmente in esilio in Arabia Saudita, ha deciso di sfidare le autorità di Islamabad candidandosi alle elezioni del prossimo 10 ottobre. La candidatura è stata presentata per procura nella sua città di origine, Lahore, in aperta sfida con un decreto emanato il mese scorso dal presidente del Pakistan Pervez Musharraf, che impedisce ai premier con due mandati alle spalle di correre per un terzo incarico. Il provvedimento è chiaramente mirato ad impedire la rielezione sia di Sharif, deposto nel 1999 con un colpo di Stato incruento dallo stesso Musharraf, sia della Bhutto, già premier per un periodo complessivo di circa 5 anni e in seguito condannata in contumacia per corruzione. Il 22 agosto scorso la donna, in esilio a Londra, ha presentato la sua candidatura alle prossime votazioni attraverso alcuni rappresentanti in Pakistan. Poche settimane fa alla guida del partito di Nawaz Sharif, la Lega musulmana del Pakistan (Pml), era stato eletto il fratello maggiore dell'ex primo ministro, Shahbaz, il quale si è già candidato alle future consultazioni. Incarcerato nell'ottobre 1999, Nawaz Sharif si è visto infliggere due ergastoli per vari reati, fra i quali terrorismo e sequestro di persona, e poi 14 anni di lavori forzati per corruzione. In seguito le autorità pakistane gli hanno concesso l'esilio.

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L'armée israélienne veut faciliter la vie à Bethléem
 
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'''IRAQ'''

Secondo il vice presidente iracheno Taha Yassin Ramadan, e' futile parlare di un ritorno a Baghdad degli ispettori delle Nazioni Unite, in vista di una ripresa dei controlli sugli ipotetici arsenali di distruzione di massa in dotazione al regime di Saddam Hussein, se poi gli Stati Uniti sono comunque decisi a sferrare un nuovo attacco. In una intervista al settimanale 'al-Rafidain', il vice di Saddam rinnova inoltre le accuse secondo cui lo svedese Hans Blix, responsabile in pectore delle eventuali ispezioni Onu, e' solo una -nuova spia-americana, che persegue una politica smaccatamente anti-irachena. -Il problema non e' tanto se noi permettiamo o meno agli ispettori di rientrare, quanto piuttosto che l'amministrazione americana vuole attaccarci perche' e' ostile al nostro governo-, sottolinea Ramadan sul giornale. -Quindi, quale e' lo scopo di consentire loro di tornare?-.


'''Cour pénale internationale: Powell fait pression sur les Européens'''
 
 
Le secrétaire d'Etat américain Colin Powell a écrit personnellement aux gouvernements européens pour les presser de signer des accords mettant les Américains à l'abri d'éventuelles poursuites devant la Cour pénale internationale (CPI). Le ministère américain des Affaires étrangères a toutefois assuré que Washington voulait négocier ces dérogations dans le cadre même du traité instituant la CPI, sans mettre dans la balance les operazioni au sein de l'OTAN. Dans des lettre datées du 16 août, le chef de la diplomatie américaine a demandé aux Européens de signer de tels accords "le plus tôt possible" sans attendre que l'Union européenne (UE), très critique envers les posizioni américaines, abbia espresso sa position officielle. Ce sujet doit être abordé à la fin du mois par les ministres des Affaires étrangères de l'UE, qui figurent parmi les plus chauds sostenitori de la CPI, lors d'une réunion au Danemark. Washington si è lamentata récemment du fait que la Commission européenne de Bruxelles eut demandé aux pays candidats à l'adhésion à l'UE de ne pas signer d'accord de dérogation avec Washington tant que les Quinze n'auraient pas finalisé leur position. Washington a entrepris une vaste campagne diplomatique pour obtenir d'un plus grand nombre possible de pays ce type de dérogation, une disposition permise par l'article 98 des statuts de la CPI. Le porte-parole du département d'Etat, Richard Boucher, a indiqué à ce propos que le Timor Oriental venait de signer un accord de dérogation avec les Etats-Unis. Après la Roumanie et Israël, cela porte à trois le nombre de pays ayant jusqu'à présent signé des accords bilatéraux permettant aux Américains di sfuggire à d'éventuelles processi devant la CPI. M. Boucher a souligné que le courrier de M. Powell aux Européens ne faisait aucune référence à l'Otan, l'alliance militaire à laquelle font partie la majorité des pays de l'UE, et à laquelle desiderano adhérer la plupart des pays qui attendent également à la porte de l'UE. "Il n'y a aucun lien entre notre décision de soutenir un pays pour adhérer à l'Otan et la signature d'accords au titre de l'article 98" de la CPI, a-t-il déclaré. Le porte-parole a également indiqué qu'une fronde des Européens sur ce sujet ne remettait pas en cause la position de Washington vis-à-vis d'une alliance "envers laquelle nos engagements ne sont pas en question". Le chef de la diplomatie danoise, Per Stig Moller, dont le pays assure la présidence tournante de l'UE, a assuré pour sa part lundi à Tallinn que le désaccord sur la CPI n'aura aucun effet à long terme sur les relations avec les Etats-Unis. "Il est naturel que nous regardions différemment les questions internationales, mais cela n'est pas pregiudizievole à la coopération transatlantique", a-t-il dit à l'issue d'une rencontre de ministres des Affaires étrangères des pays baltes et scandinaves. Les trois pays baltes, candidats à l'UE et à l'OTAN, ont de leur côté démenti s'être retrouvés entre le marteau américain et l'enclume européenne. Les Etats-Unis ont toutefois adopté récemment une loi, votée par le Congrès et approuvée par le président George W. Bush, permettant s'ils le souhaitent de revoir leur assistance militaire aux pays n'ayant pas signé d'accords de dérogation à la CPI.



'''VERTICE JOHANNESBURG: ONG ACCUSANO UNIONE EUROPEA DI AVVICINARSI A POSIZIONI USA '''


Le Ong internazionali guardano con preoccupazione all'atteggiamento dell’Unione Europea che nelle ultime ore si starebbe avvicinando pericolosamente alla posizione degli Stati Uniti sulle questioni inerenti la globalizzazione, rinunciando ad affrontare i punti chiave della protezione dell'ambiente, della lotta alla povertà e della promozione dello sviluppo sostenibile, ovvero gli obiettivi dichiarati del vertice. L'Europa rinuncia alla necessità di discutere della supremazia degli accordi internazionali sull'ambiente rispetto alle leggi del commercio ha dichiarato in proposito Antonio Tricarico, coordinatore della Campagna per la riforma della Banca mondiale ; deve invece smettere di flirtare con l'asse del male ambientale guidato dagli Usa con la complicità di Australia e Canada, se vorrà raggiungere quegli impegni concreti che servono ad arrestare la crisi ecologica del pianeta. Il mondo ha bisogno di un nuovo quadro di regole per la globalizzazione da definire nel contesto delle Nazioni Unite, assegnando compiti chiari alle istituzioni finanziarie internazionali.

 Diversi gruppi, a cui e' stato vietato l'ingresso alla giornata inaugurale del Summit di Johannesburg, hanno chiesto al Presidente sudafricano Thabo Mbeki di intervenire fornendo i pass necessari. Ci sono state notevoli polemiche sull'esclusione dal World Summit di numerose organizzazioni non governative, si parla di ottomila persone, che si sono viste respingere all'ingresso del Sandton Convention Centre. Secondo una portavoce del Summit, Susan Markham, sono stati distribuiti 12.625 pass per il pubblico ed altri ottomila per lo staff raggiungendo un totale di 20.000 permessi. Markhan afferma che durante la sessione plenaria di apertura erano presenti oltre 7000 persone con diversi partecipanti obbligati, a causa dell'affollamento, a rimanere in piedi. Kumi Naidoo, segretario generale del World Alliance for Citizen Participation, ha visto una situazione diversa: molti posti erano vuoti tant'e' che le organizzazioni non governative hanno protestato con il Presidente Mbeki per la mancanza di pass. La delusione per non aver potuto partecipare alla prima giornata dei lavori e' stata espressa da diverse persone convenute da ogni angolo del pianeta per vedersi sbattere in faccia una porta



PAKISTAN

ELEZIONI DI OTTOBRE: EX PREMIER SHARIF SI CANDIDA SFIDANDO VETO DI MUSHARRAF

Dopo Benazir Bhutto, anche l'ex primo ministro pakistano Nawaz Sharif, attualmente in esilio in Arabia Saudita, ha deciso di sfidare le autorità di Islamabad candidandosi alle elezioni del prossimo 10 ottobre. La candidatura è stata presentata per procura nella sua città di origine, Lahore, in aperta sfida con un decreto emanato il mese scorso dal presidente del Pakistan Pervez Musharraf, che impedisce ai premier con due mandati alle spalle di correre per un terzo incarico. Il provvedimento è chiaramente mirato ad impedire la rielezione sia di Sharif, deposto nel 1999 con un colpo di Stato incruento dallo stesso Musharraf, sia della Bhutto, già premier per un periodo complessivo di circa 5 anni e in seguito condannata in contumacia per corruzione. Il 22 agosto scorso la donna, in esilio a Londra, ha presentato la sua candidatura alle prossime votazioni attraverso alcuni rappresentanti in Pakistan. Poche settimane fa alla guida del partito di Nawaz Sharif, la Lega musulmana del Pakistan (Pml), era stato eletto il fratello maggiore dell'ex primo ministro, Shahbaz, il quale si è già candidato alle future consultazioni. Incarcerato nell'ottobre 1999, Nawaz Sharif si è visto infliggere due ergastoli per vari reati, fra i quali terrorismo e sequestro di persona, e poi 14 anni di lavori forzati per corruzione. In seguito le autorità pakistane gli hanno concesso l'esilio.

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'''ITALIA'''


IMMIGRATI IN DUOMO TREVISO: CASE TROVATE, PROTESTE PER AFFITTI = (AGI) - Treviso, 27 ago. - La soluzione sulla carta c'e', ma questa mattina e' arrivato il momento piu' difficile, quello di presentare le proposte di alloggio agli immigrati magrebini, una trentina circa, che occupano da giovedi' scorso il portico del duomo di Treviso. Al termine della riunione in prefettura ieri sera, a cui hanno partecipato i sindaci dei comuni dove lavorano gli immigrati, rappresentanti dell'amministrazione trevigiana - il sindaco Giancarlo Gentilini non c'era - rappresentanti delle associazioni umanitarie e della Curia, sono stati reperiti otto appartamenti destinati alle famiglie, mentre i single possono andare a dormire al dormitorio pubblico del Comune. E' una soluzione che copre il 90% della richiesta, visto che i nuclei famigliari senza tetto sono una decina, ma si pensa di poter chiudere la partita al completo entro la fine della settimana. In questo momento, Comune e Curia stanno trattando con i magrebini davanti al duomo. Ci sarebbero problemi per le cifre richieste dai locatari (tutte attorno ai 500 euro mensili), c'e' un gruppo di "duri" che intendono resistere all'addiaccio fino a quando non si trovi una soluzione che vada bene a tutti. Si sta trattando insomma e il Comune si offre per concorrere al pagamento degli affitti. "La situazione e' ancora fluida", ha detto un rappresentante di "Fratelli d'Italia", coordinamento delle associazioni umanitarie della provincia. "Tutti danno per certo lo sblocco della situazione - ha aggiunto - stiamo attenti a non scambiare le vere soluzioni con formule buone solo per i media"


'''Legge Bossi-Fini'''

Pubblicata oggi sulla gazzetta ufficiale la legge bossi fini, fortemente voluta dalla destra al governo. La legge, contestata profondamente da tutte le associazioni di migranti, entrerà in vigore il 9 settembre.

= GR ore 17.00 =
'''JOHANNESBURG: VANDANA SHIVA, IGNORATI IN NOME GRANDI INTERESSI '''


Johannesburg, 27 ago. - Mentre gli organizzatori del Vertice mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile cominciano a sentirsi vittime del proprio successo, i no-global denunciano l'ennesima esclusione dai lavori. "Le persone nel cui interesse si sta svolgendo il summit sono state tagliate fuori da tutto il processo", e' stato il durissimo commento di Vandana Shiva, la paladina dei no-global a Johannesburg in rappresentanza delle associazioni femminili. Shiva ha criticato per esempio le procedure burocratiche che regolano la partecipazione ai lavori: soltanto mille attivisti sono stati accreditati per il centro conferenze, che puo' contenere 6mila persone. "Ieri c'erano persone sedute come bambini in punizione per avere questi stupidi 'pass' in aggiunta a quelli normali", ha proseguito Shiva.

'''BATASUNA, CONTINUEREMO AD OPERARE, IL PORTAVOCE DEL PARTITO PENSA A RICORSO A STRASBURGO '''

Madrid, 27 ago. (Adnkronos) - Il portavoce di Batasuna Arnaldo Otegi ha assicurato che il partito continuera' a funzionare anche se non ''utilizzera' pubblicamente il nome Batasuna messo al bando dal giudice Baltasar Garzon''. In una intervista alla radio basca Euskadi, Otegi ha aggiunto che l'organizzazione pensa di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. ''In Spagna la strada per una soluzione giudiziaria e' sbarrata ma e' probabile che i nostri avvocati scelgano comunque di presentare un ricorso per poter portare poi il caso davanti alla Corte di Strasburgo''. Il leader di Batasuna ha tuttavia aggiunto che i militanti del partito non vogliono che ci siano incidenti quando la Ertzaintza, la polizia autonoma basca, chiudera' le sedi in esecuzione del provvedimento di Garzon. Questa mattina il giudice ha emesso un nuovo provvedimento che autorizza l'uso della forza per chiudere le sedi del partito occupate da ieri sera da militanti e simpatizzanti

'''Continuano le prese di posizione politiche dopo l'estradizione in Italia di Persichetti '''

Una follia. Cosi' Antonio Marini, pubblico ministero nei processi Moro e nel processo '7 aprile' a Toni Negri, commenta l'ipotesi, tornata d'attualita' dopo l'arresto a Parigi dell'ex brigatista Paolo Persichetti, dell'amnistia o dell'indulto per i reati di terrorismo. Sono sempre stato contrario dice Marini e resto contrario a ogni atto di clemenza, soprattutto oggi che il terrorismo e' sostanzialmente risorto e si parla di terrorismo internazionale.


Per MasciaPersichetti era uno degli ultimi giovani che nei cosiddetti anni di piombo avevano aderito alla lotta armata. E' uno di quelli cui dovrebbe essere riconosciuta l'amnistia, perche' quella e' stata una stagione politica: dolorosissima, tremenda, ma ormai alle nostre spalle. In Italia lo Stato non ha mai fatto i conti con quella fase, e neanche le sinistre lo hanno fatto. Non si puo' non vedere che anche il governo di centrosinistra ha chiuso gli occhi, ha rimosso il problema di quegli anni, della sua lettura storica e dei suoi protagonisti. Le diverse proposte di amnistie e indulto sono rimaste nei cassetti del Parlamento


Bisogna avere il coraggio di chiudere un' epoca tragica, quella del terrorismo, con un'amnistia o almeno un indulto senza tardive vendette. E' questa la sollecitazione che viene dall'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, secondo il quale e' ridicolo esultare per un arresto frutto di chissa' di quali compromessi fra governi e polizia di una persona che si era rifatta una vita ordinaria in Francia, quando non si riescono a trovare gli assassini di Biagi e D'Antona. Mi associo ha sottolineato Cossiga alla richiesta di Prc e dei Verdi, ai quali non per caso non si sono associati i Ds e i Popolari, nel chiedere la liberazione di Persichetti.


Ascoltiamo le dichiarazioni di Giovanni Russo Spena che si è recato nel carcere di rebibbia e lo ha incontrato.

= GR 19.30 =
'''Sommario'''
'''Continua l'ondata di arresti illegali di Israele nei Territori Palestinesi'''
'''JOHANNESBURG: SUSSIDI AGRICOLI, LA SVOLTA DELLA PAC EUROPEA '''
'''BATASUNA, TRA CARICHE E SCONTRI CHIUSE SEDI NEI PAESI BASCHI'''
'''Continuano le prese di posizione politiche dopo l'estradizione in Italia di Persichetti '''

'''TV: GASPARRI, PROBABILE DISCUSSIONE LEGGE A CDM 6 SETTEMBRE'''

'''Palestina'''
Continua l'ondata di arresti illegali di Israele nei Territori Palestinesi
Ramallah, 14:27
MO, israeliani catturano il portavoce del Flpl

Il portavoce del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) Ali Jaradat è stato arrestato oggi a Ramallah da soldati israeliani, secondo quanto hanno riferito all'agenzia Ansa fonti locali. Assieme a Jaradat è stato catturato anche Bashir Khaiery, un membro dell'ufficio politico dell'Fplp.
La scorsa settimana il Fplp aveva pubblicamente minacciato attentati anti israeliani dopo l'uccisione a Ramallah di un suo esponente, Mohammed Saadat, da parte di soldati israeliani.
Ma anche all'interno della democratica Israele non mancano le misure di terrorismo 'legale' ai danni degli stessi cittadini israeliani. Il ministro della Sicurezza Pubblica, Uzi Landau, in questi giorni deciderà se procedere all'ordinanza di distruzione delle case di due cittadini arabi-israeliani, sospettati di essere coinvolti nell'attentato alla Meron Junction.
Stessa decisione sarà presa presto anche nei confronti di esponenti di Hamas, residenti a Gerusalemme est, illegalmente, ma di fatto sotto amministrazione israeliana.
Riporta la notizia l'Haaretz.

In chiusura dell'articolo il lettore viene comunque "rassicurato" con la seguente affermazione:
Se le demolizioni saranno approvate, ne verrà data notizia alle famiglie in modo da permettere loro di ricorrere in appello.

Il leader del FPLP Ahmed Sa\'adat inizia lo sciopero della fame in carcere.
Il leader palestinese ha iniziato lo sciopero della fame nel carcere di Jerico (Cisgiordania) dov\'e\' detenuto, controllato da agenti Usa e britannici. Ad affermarlo e\' l\'esponente del FPLP di Gaza Jamil Majdalawi.
Ahmed Sa\'adat, il cui fratello e\' stato ucciso da soldati israeliani la scorsa settimana, intende protestare contro la sua detenzione, che si protrae nonostante l\'Alta Corte di Giustizia Palestinese l\'abbia dichiarata illegittima.

Sa\'adat, segretario generale del FPLP, ha iniziato a rifiutare il cibo domenica scorsa, e valutera\' dopo 72 ore se continuare lo sciopero.
[...]
Majdalawi ha affermato che Sa\'adat ha chiesto di parlare con esponenti dell\'Autorita\' Palestinese, al fine di discutere la questione della sua prigionia.

\"Gli agenti Usa e britannici si comportano come veri e propri carcerieri. Hanno confiscato il cellulare di Sa\'adat, ed hanno umiliato i visitatori, sottoponendoli a lunghe perquisizioni\", ha aggiunto Majdalawi

'''VERTICE JOHANNESBURG: ONG ACCUSANO UNIONE EUROPEA DI AVVICINARSI A POSIZIONI USA '''


Le Ong internazionali guardano con preoccupazione all'atteggiamento dell’Unione Europea che nelle ultime ore si starebbe avvicinando pericolosamente alla posizione degli Stati Uniti sulle questioni inerenti la globalizzazione, rinunciando ad affrontare i punti chiave della protezione dell'ambiente, della lotta alla povertà e della promozione dello sviluppo sostenibile, ovvero gli obiettivi dichiarati del vertice. L'Europa rinuncia alla necessità di discutere della supremazia degli accordi internazionali sull'ambiente rispetto alle leggi del commercio ha dichiarato in proposito Antonio Tricarico, coordinatore della Campagna per la riforma della Banca mondiale ; deve invece smettere di flirtare con l'asse del male ambientale guidato dagli Usa con la complicità di Australia e Canada, se vorrà raggiungere quegli impegni concreti che servono ad arrestare la crisi ecologica del pianeta. Il mondo ha bisogno di un nuovo quadro di regole per la globalizzazione da definire nel contesto delle Nazioni Unite, assegnando compiti chiari alle istituzioni finanziarie internazionali.

 Diversi gruppi, a cui e' stato vietato l'ingresso alla giornata inaugurale del Summit di Johannesburg, hanno chiesto al Presidente sudafricano Thabo Mbeki di intervenire fornendo i pass necessari. Ci sono state notevoli polemiche sull'esclusione dal World Summit di numerose organizzazioni non governative, si parla di ottomila persone, che si sono viste respingere all'ingresso del Sandton Convention Centre. Secondo una portavoce del Summit, Susan Markham, sono stati distribuiti 12.625 pass per il pubblico ed altri ottomila per lo staff raggiungendo un totale di 20.000 permessi. Markhan afferma che durante la sessione plenaria di apertura erano presenti oltre 7000 persone con diversi partecipanti obbligati, a causa dell'affollamento, a rimanere in piedi. Kumi Naidoo, segretario generale del World Alliance for Citizen Participation, ha visto una situazione diversa: molti posti erano vuoti tant'e' che le organizzazioni non governative hanno protestato con il Presidente Mbeki per la mancanza di pass. La delusione per non aver potuto partecipare alla prima giornata dei lavori e' stata espressa da diverse persone convenute da ogni angolo del pianeta per vedersi sbattere in faccia una porta


'''BATASUNA, TRA CARICHE E SCONTRI CHIUSE SEDI NEI PAESI BASCHI'''

18:51 ETA: BATASUNA, TRA CARICHE E SCONTRI CHIUSE SEDI NEI PAESI BASCHI (Adnkronos) - A Vitoria una trentina di sostenitori si sono concentrati davanti alla sede del partito e anche li' ci sono stati piccoli episodi di scontri. Piu' tesa la situazione a San Sebastian dove cariche della polizia contro i manifestanti, che hanno distrutto macchine e cassonetti dell'immondizia, si sono avute in piu' punti della citta', oltre che davanti alla sede di Batasuna. Da ieri sera gli edifici e i locali dell'organizzazione radicale basca erano stati occupati da militanti e sostenitori in segno di protesta contro il provvedimento del giudice Baltasar Garzon di sospendere per tre anni tutte le attivita' di Batasuna. Ieri sera la polizia nazionale aveva chiuso i locali di Pamplona e di altre localita' in Navarra. Con un altro provvedimento emesso oggi il giudice ha autorizzato l'uso della forza per chiudere le sedi.
'''Italia'''
'''Continuano le prese di posizione politiche dopo l'estradizione in Italia di Persichetti '''

Una follia. Cosi' Antonio Marini, pubblico ministero nei processi Moro e nel processo '7 aprile' a Toni Negri, commenta l'ipotesi, tornata d'attualita' dopo l'arresto a Parigi dell'ex brigatista Paolo Persichetti, dell'amnistia o dell'indulto per i reati di terrorismo. Sono sempre stato contrario dice Marini e resto contrario a ogni atto di clemenza, soprattutto oggi che il terrorismo e' sostanzialmente risorto e si parla di terrorismo internazionale.


Per MasciaPersichetti era uno degli ultimi giovani che nei cosiddetti anni di piombo avevano aderito alla lotta armata. E' uno di quelli cui dovrebbe essere riconosciuta l'amnistia, perche' quella e' stata una stagione politica: dolorosissima, tremenda, ma ormai alle nostre spalle. In Italia lo Stato non ha mai fatto i conti con quella fase, e neanche le sinistre lo hanno fatto. Non si puo' non vedere che anche il governo di centrosinistra ha chiuso gli occhi, ha rimosso il problema di quegli anni, della sua lettura storica e dei suoi protagonisti. Le diverse proposte di amnistie e indulto sono rimaste nei cassetti del Parlamento


Bisogna avere il coraggio di chiudere un' epoca tragica, quella del terrorismo, con un'amnistia o almeno un indulto senza tardive vendette. E' questa la sollecitazione che viene dall'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, secondo il quale e' ridicolo esultare per un arresto frutto di chissa' di quali compromessi fra governi e polizia di una persona che si era rifatta una vita ordinaria in Francia, quando non si riescono a trovare gli assassini di Biagi e D'Antona. Mi associo ha sottolineato Cossiga alla richiesta di Prc e dei Verdi, ai quali non per caso non si sono associati i Ds e i Popolari, nel chiedere la liberazione di Persichetti.


Ascoltiamo le dichiarazioni di Giovanni Russo Spena che si è recato nel carcere di rebibbia e lo ha incontrato.

'''TV: GASPARRI, PROBABILE DISCUSSIONE LEGGE A CDM 6 SETTEMBRE'''


La nuova legge sui media e' quasi pronta, spiega il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, ma e' probabile che non sara' presentata al Consiglio dei ministri di venerdi' 30 agosto, come inizialmente annunciato, ma a quello della prossima settimana previsto per il 6 settembre. Siamo quasi pronti sostiene Gasparri ma e' possibile che se ne parli il 6 settembre e non nel Consiglio di venerdi'. Anche perche' questa volta non ci sara' un pre-consiglio e mi sembra che una legge cosi' importante vada discussa in modo approfondito

c: buongiorno! ore 11.47. ho appena sentito russo spena che è andato da persichetti...interessa?...un bacio

=GR delle 10.00=

PAESI BASCHI

dopo il nulla osta del parlamento, votato a grandissima maggioranza dal PP e PSOE, e l'approvazione del giudice dell'Audoienza Nacional Baltaza Garzon, Batasuna è stata dichiarata illegale. Garzon ha anche ordinato il sequestero e la chiusura di tutte le sedi del partito, la sospensione di tutte le attività. Rimangono in carica fino alla fine del loro mandato tutti i parlamentari eletti. I militanti e simpatizzanti della formazione indipendentista hanno occupato le sedi tenendole aperte. all'una del mattino è stata sgomberata la sede di Pamplona da molti considerata sede principale dell'organizzazione. Al momento dello sgombero la sede era presieduta da molti parlamentari baschi eletti nelle liste di Batasuna, non ci sono stati incidenti, i militanti hanno abbandonato la sede urlando slogan che chiedevano democrazia per i paesi baschi. Otegi, portavoce di Batasuna, ha dichiarato che la formazione indipendentista basca continuerà a lavorare per l'indipendenza ed il socialismo. Ha affermato che " l'atto repressivo è la sola cosa che si può sperare dalla Spagna, quello che la Spagna rappresenta: un regime autoritario che risponde alle esigenze democratiche del popolo basco con la polizia, la repressione e gli atti giudiziari". " cade la farsa delle negoziazioni spagnole e assistiamo all'azione dei neofranchisti che attuano la controriforma che disegnò il generale (Franco), che equivale a una democrazia autoritaria, controllata, di ridotte libertà e che impedisce al popolo basco di decidere liberamente". Otegi ha annunciato che l'intenzione dei dirigenti e dei militanti di Batasuna è di rimanere nella sede perchè " per noi oggi non è in gioco una sigla politica, ma la dignità nazionale di un popolo" e ha aggiunto che " restiamo nella sede rivendicando quello che siamo, baschi liberi che non si sottomettono alla legge spagnola e che reclamano la sovranità e il socialismo, e che qui vogliono restare". Ha indicato inoltre che è presto per sapere se Batasuna impugnerà la sentenza davanti ai tribunali europei e ha aggiunto che sarà una questione di cui in ogni caso si occuperanno i legali della coalizione e i servizi giuridici di Batasuna, tuttavia ha insistito che questo "non è un dibattito giuridico". all'alba la polizia basca ha disattivato una bomba a tolosa, paese vicino San Srbastian. una telefonata al quotidiano basco gara ha avvertito con largo anticipo la presenza dell'ordigno, la telefonata era al nome dell'organizzazione basca ETA.

VERTICE JOHANNESBURG: ONG ACCUSANO UNIONE EUROPEA DI AVVICINARSI A POSIZIONI USA

Le Ong internazionali guardano con preoccupazione all'atteggiamento dell’Unione Europea che nelle ultime ore si starebbe avvicinando pericolosamente alla posizione degli Stati Uniti sulle questioni inerenti la globalizzazione, rinunciando ad affrontare i punti chiave della protezione dell'ambiente, della lotta alla povertà e della promozione dello sviluppo sostenibile, ovvero gli obiettivi dichiarati del vertice. L'Europa rinuncia alla necessità di discutere della supremazia degli accordi internazionali sull'ambiente rispetto alle leggi del commercio ha dichiarato in proposito Antonio Tricarico, coordinatore della Campagna per la riforma della Banca mondiale ; deve invece smettere di flirtare con l'asse del male ambientale guidato dagli Usa con la complicità di Australia e Canada, se vorrà raggiungere quegli impegni concreti che servono ad arrestare la crisi ecologica del pianeta. Il mondo ha bisogno di un nuovo quadro di regole per la globalizzazione da definire nel contesto delle Nazioni Unite, assegnando compiti chiari alle istituzioni finanziarie internazionali.

ARGENTINA SLITTANO AL 15 DICEMBRE LE ELEZIONI PRIMARIE, DUHALDE DEFINISCE NUOVE REGOLE PER IL VOTO

Il presidente argentino Eduardo Duhalde ha definito le nuove regole per le elezioni primarie da cui dovranno scaturire i nomi dei futuri candidati alle presidenziali di marzo. La prima novità è relativa alla data di svolgimento di queste votazioni, che è slittata dal 24 novembre al 15 dicembre. Un altro aspetto importante è che non tutti potranno partecipare alle elezioni interne delle singole formazioni politiche. Vi saranno ammessi soltanto gli iscritti e gli indipendenti. Dunque, chi milita in un partito potrà contribuire a scegliere soltanto il candidato del proprio schieramento. Il governo è stato costretto a introdurre dei correttivi dopo che un giudice federale aveva bloccato l’iter per le primarie, affermando che così come erano state concepite non rispettavano i principi costituzionali. Nel frattempo, il direttore della Banca centrale argentina, Aldo Pignanelli, resta al proprio posto, malgrado le dimissioni annunciate all’inizio del fine settimana. Tuttavia, negli ambienti vicini al ministro dell’economia Roberto Lavagna, con il quale è in aperta rottura, la sua uscita di scena definitiva viene considerata imminente. E intanto ieri ricorrevano due mesi dalla morte di Dario e Maxi, e in diverse parti del paese è stato ricordato con mobilitazioni. A Rosario, al termine di una manifestazione, è stata collocata una targa commemorativa, la stessa che in questi due mesi è stata collocata in altre città.

Palestina In un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano 'The Guardian' il rabbino capo dcel Regno Unito, Jonathan Sacks, accusa le autorita' d'Israele di tenere una condotta in contrasto con con i piu' profondi valori dell'ebraismo. "Non considero l'attuale situazione meno che tragica", puntualizza il religioso, e spiega: "Sta forzando Israele ad assumere posizioni che a lungo termine sono incompatibili con i nostri piu' profondi ideali. Non c'e' dubbio", incalza il rabbino Smith, "che questo tipo di conflitto prolungato, insieme all'assenza di qualsiasi speranza, genera avversioni e insensibilita' che sul lungo periodo per una cultura costituiscono un autentico elemento di corruzione".

USA

L'Amministrazione Bush torna a far sentire i tamburi di guerra nella crisi irachena. E' quanto rilevano gli osservatori a Washington dopo che il vicepresidente Richard Cheney ha definito esaurita la politica del contenimento di Baghdad e non ulteriormente rinviabile un ricorso alla forza contro Saddam. I legali della Casa Bianca hanno inoltre affermato ieri che un voto del Congresso non sarebbe necessario per avviare operazioni militari

Cour pénale internationale: Powell fait pression sur les Européens

Le secrétaire d'Etat américain Colin Powell a écrit personnellement aux gouvernements européens pour les presser de signer des accords mettant les Américains à l'abri d'éventuelles poursuites devant la Cour pénale internationale (CPI). Le ministère américain des Affaires étrangères a toutefois assuré que Washington voulait négocier ces dérogations dans le cadre même du traité instituant la CPI, sans mettre dans la balance les operazioni au sein de l'OTAN. Dans des lettre datées du 16 août, le chef de la diplomatie américaine a demandé aux Européens de signer de tels accords "le plus tôt possible" sans attendre que l'Union européenne (UE), très critique envers les posizioni américaines, abbia espresso sa position officielle. Ce sujet doit être abordé à la fin du mois par les ministres des Affaires étrangères de l'UE, qui figurent parmi les plus chauds sostenitori de la CPI, lors d'une réunion au Danemark. Washington si è lamentata récemment du fait que la Commission européenne de Bruxelles eut demandé aux pays candidats à l'adhésion à l'UE de ne pas signer d'accord de dérogation avec Washington tant que les Quinze n'auraient pas finalisé leur position. Washington a entrepris une vaste campagne diplomatique pour obtenir d'un plus grand nombre possible de pays ce type de dérogation, une disposition permise par l'article 98 des statuts de la CPI. Le porte-parole du département d'Etat, Richard Boucher, a indiqué à ce propos que le Timor Oriental venait de signer un accord de dérogation avec les Etats-Unis. Après la Roumanie et Israël, cela porte à trois le nombre de pays ayant jusqu'à présent signé des accords bilatéraux permettant aux Américains di sfuggire à d'éventuelles processi devant la CPI. M. Boucher a souligné que le courrier de M. Powell aux Européens ne faisait aucune référence à l'Otan, l'alliance militaire à laquelle font partie la majorité des pays de l'UE, et à laquelle desiderano adhérer la plupart des pays qui attendent également à la porte de l'UE. "Il n'y a aucun lien entre notre décision de soutenir un pays pour adhérer à l'Otan et la signature d'accords au titre de l'article 98" de la CPI, a-t-il déclaré. Le porte-parole a également indiqué qu'une fronde des Européens sur ce sujet ne remettait pas en cause la position de Washington vis-à-vis d'une alliance "envers laquelle nos engagements ne sont pas en question". Le chef de la diplomatie danoise, Per Stig Moller, dont le pays assure la présidence tournante de l'UE, a assuré pour sa part lundi à Tallinn que le désaccord sur la CPI n'aura aucun effet à long terme sur les relations avec les Etats-Unis. "Il est naturel que nous regardions différemment les questions internationales, mais cela n'est pas pregiudizievole à la coopération transatlantique", a-t-il dit à l'issue d'une rencontre de ministres des Affaires étrangères des pays baltes et scandinaves. Les trois pays baltes, candidats à l'UE et à l'OTAN, ont de leur côté démenti s'être retrouvés entre le marteau américain et l'enclume européenne. Les Etats-Unis ont toutefois adopté récemment une loi, votée par le Congrès et approuvée par le président George W. Bush, permettant s'ils le souhaitent de revoir leur assistance militaire aux pays n'ayant pas signé d'accords de dérogation à la CPI.

Centrafrique:

Kolingba condamné à mort pour son putsch manqué

L'ancien président centrafricain, le général André Kolingba, et une vingtaine de militaires centrafricains, jugés par contumace dans le cadre du procès sur le coup d'Etat manqué du 28 mai 2001, ont été condamnés à mort lundi par la Cour criminelle de Bangui. L'ex-chef de l'Etat, au pouvoir de 1981 à 1993, a été reconnu "coupable du crime d'atteinte à la sûreté intérieure de l'Etat" par la Cour criminelle qui a rendu son verdict lundi. La Cour a suivi le réquisitoire du procureur général, Joseph Bindoumi, qui avait richiesto vendredi la peine capitale contre le général Kolingba pour avoir "préparé et exécuté" l'attaque, dans la nuit du 27 au 28 mai 2001, de la résidence de l'actuel président Ange-Félix Patassé, au pouvoir depuis 1993. En fuite, comme la plupart des 615 présumés putschistes jugés vendredi dernier par contumace, le général Kolingba avait de toute façon rivendicato la paternité de ce putsch sur les ondes de Radio France internationale (RFI) quelques jours plus tard. Ce coup de force, suivi de près de deux semaines de combats entre putschistes et troupes loyalistes, avait fait 59 morts, selon un bilan officiel, davantage selon des témoignages, et provoqué l'exode d'environ 80.000 Banguissois. La Cour criminelle, une juridiction spéciale dépendant de la cour d'appel de Bangui, a également condamné à mort, comme l'avait demandé le procureur général, 22 officiers et sous-officiers reconnus coupables du même crime. Trois fils d'André Kolingba, Serge, Francis, et Arthur, ainsi que le commandant Anicet Saulet, qui avait mené l'une des mutineries militaires de 1996-97 en Centrafrique, font partie de ce groupe. La Cour pouvait difficilement être clémente au regard des témoignages recueillis par la Commission mixte d'enquête judiciaire sur le coup d'Etat. Ces témoignages, lus au cours de l'audience de vendredi, étaient accablants pour la plupart des condamnés, souvent cités nommément dans certaines phases du putsch. Dans le cas du général Kolingba, des témoins ont rapporté la tenue de réunions secrètes à son domicile, où des armes avaient également, selon eux, été entreposées. La Cour criminelle, présidée par Zacharie Ndouba, a créé la surprise en condamnant aussi à mort le député d'opposition Charles Massi, un militaire en disponibilité et en exil depuis début 2001 en France, ainsi qu'un colonel des douanes, pourtant présentés par le procureur général parmi les "co-auteurs" du putsch. Le général Guillaume Lucien N'djengbot, un proche d'André Kolingba incarcéré au moment des faits avant d'être libérés par les putschistes, contre lequel avait été requis la peine capitale, a en revanche été placé dans ce groupe des "co-auteurs", dix personnes au total, condamnés à "20 ans de travaux forcés". Pour tous ces condamnés, la Cour a par ailleurs ordonné la "confiscation des biens meubles et immeubles". Le verdict a également été sévère envers ceux que le procureur avait décrit comme des "déserteurs", un groupe d'environ 580 militaires en fuite ou qui, rentrés à Bangui dans l'anonymat, ne se sont pas présentés à la justice de leur pays. Elle les a reconnus coupables de "désertion pour complot", avant de les condamner "à dix ans de réclusion", alors que les peines requises étaient de "10 ans de travaux forcés". La Cour criminelle a par ailleurs délivré à l'issue du verdict un "mandat d'arrêt" contre l'ensemble des condamnés jugés par contumace, qui ont également été "déchus de leurs droits civiques". A la suite d'une courte suspension, la Cour a repris le procès de quelque 82 autres présumés putschistes, militaires et civils, présents à Bangui, et parmi lesquels figure l'ancien ministre de la Défense de l'époque, Jean-Jacques Démafouth, accusé d'avoir ourdi un complot parallèle.

India

NUBE TOSSICA DI BHOPAL: AL VIA UDIENZA PROCESSUALE SU INCRIMINAZIONE PRESIDENTE ‘UNION CARBIDE’ (STANDARD, PEACE/JUSTICE)

Al via oggi una cruciale udienza processuale relativa alla tragedia accaduta il 2 dicembre 1984 a Bhopal (capitale dello Stato di Madhya Pradesh, circa 700 chilometri a sud di New Delhi), quando una nube tossica sprigionatasi da uno stabilimento di pesticidi della compagnia statunitense ‘Union Carbide’ uccise migliaia di persone. La magistratura dovrà valutare la richiesta presentata il 24 maggio 2002 dal Criminal Bureau Investigation (Cbi), che dipende del ministero degli interni indiano. Il Cbi chiede ai giudici di trasformare l’incriminazione contro l’allora presidente della ‘Union Carbide’, Warren Anderson, da ‘omicidio premeditato’ a ‘negligenza’. Nel primo caso Anderson dovrebbe scontare 10 anni di prigione e versare un risarcimento, mentre nella seconda eventualità gli anni di prigione sarebbero 2, in alternativa alla sanzione pecuniaria. Inoltre non è consentita l’estradizione di qualcuno accusato di ‘negligenza’. Va sottolineato che l’ex capo della ‘Union Carbide’ è scomparso dall’India da una decina di anni. L’udienza sul caso ‘Anderson’ si sarebbe dovuta tenere il 17 luglio, ma è stata rinviata. Da settimane familiari delle vittime del disastro e attivisti per i diritti umani stanno organizzando proteste in varie parti della città. Un loro rappresentante legale, S. Muralidhar, dice di non riuscire a capire perché il governo indiano stia cercando di ridurre il peso dell’imputazione contro Anderson. “Sarebbe una grande vergogna - ha dichiarato - se le vittime di Bhopal dovessero essere sacrificate in nome del mantenimento delle relazioni commerciali tra New Delhi e Washington”. Nel 1984 la nube tossica uccise circa 4mila persone e, secondo stime ufficiali, nel giro di alcuni anni il numero dei decessi per cause correlate al drammatico episodio è salito ad almeno 13.164. Altre fonti arrivano però a parlare di 30mila morti. A distanza di molti anni, la zona di Bhopal è irrimediabilmente contaminata e gli effetti del disastro ecologico sono ancora avvertiti da migliaia di persone che accusano forti disturbi respiratori, problemi cardiaci e oculistici. La Union Carbide ha sempre rifiutato di rivelare l’esatta composizione dei gas assassini, scelta che impedisce tuttora ai medici indiani di trovare un antidoto ai loro effetti.

ITALIA

TREVISO Reperiti gli alloggi per i trenta marocchini (uomini, donne e bambini), che da giovedì dormono davanti al Duomo di Treviso. La soluzione trovata in Prefettura. SENZA IL SINDACO GENTILINI

TREVISO - Nove appartamenti per dare una sistemazione dignitosa alla maggior parte degli immigrati che protestano, dormendo davanti al Duomo cittadino per protestare contro lo sfratto ricevuto. Forse già da domani le famiglie troveranno ricovero negli alloggi, i single potranno usufruire del dormitorio dell'ex caserma Piave a Treviso. Non ci dovrebbe essere ricorso alle roulotte. Questa sistemazione è il risultato del lungo vertice che si è svolto in prefettura a Treviso per tentare di trovare una soluzione al caso. Al vertice hanno partecipato il prefetto, Federico Quinto, il questore Dante Consiglio, gli assessori di tutti i comuni interessati, la Curia vescovile di Treviso con don Canuto, i rappresentanti dei sindacati, delle Asl, della Coldiretti, degli industriali. Assenti oltre l'Ater, l'istituto proprietario delle case dalle quali gli immigrati sono stati sfrattati, il sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini e il presidente della Provincia, Luca Zaia. Concluso il vertice il prefetto ha convocato le famiglie, che non hanno partecipato alla riunione, per esporre loro la soluzione raggiunta. All'appello mancherebbero ancora tre o quattro appartamenti, ma il segnale dato dagli amministratori è interpretato positivamente da quanti hanno sostenuto in questi giorni la protesta degli immigrati: “La strada sembra quella giusta - ha detto Sergio Zulian di 'M21' - ma stiamo a vedere. L'importante è che si trovi una soluzione dignitosa per tutti”. Questa potrebbe dunque essere l'ultima notte che le famiglie marocchine, bambini e una donna al nono mese di gravidanza compresi, passano all'esterno della chiesa principale di Treviso. Ma i rappresentanti delle associazioni hanno fatto osservare che “questo episodio è soltanto la punta di un iceberg, non ci sarebbe da sorprendersi se tra pochi giorni un caso analogo si dovesse ripetere in qualsiasi punto del territorio. Occorre quindi una politica di prevenzione, sicuramente non di gestione dell'emergenza come quella di oggi”.

ore 13.00

PAESI BASCHI

Nuovo ordine del giudice Baltasar Garzon di chiudere tutte le sedi di Batasuna nei Paesi Baschi. Il giudice ha ordinato alle forze di sicurezza di entrare nelle sedi del partito basco occupate da ieri dai militanti e di sgombrare -tutti coloro che si oppongono all'azione della polizia-. Nel nuovo provvedimento, Garzon informa che la misura adottata ieri di sospendere tutte le attivita' e' -esecutiva- e deve essere portata a termine al piu' presto dalle forze di polizia giudiziaria. Finora sono state chiuse solo le sedi di Pamplona e di 5 localita' in Navarra.

Arnaldo Otegi, portavoce di Batasuna - partito considerato il braccio politico dell'organizzazione armata separatista basca Eta, e da ieri sospeso dal giudice Baltasar Garzon - ha avvertito oggi il governo autonomo basco di - non mettersi in mezzo - nella lotta contro - il governo fascista di Madrid-, impegnato a - uccidere il popolo basco e i suoi segni di identita' -. - Se qualcuno mette i suoi strumenti al servizio della strategia di questo governo, si pone al suo stesso livello e dovra' affrontare la stessa situazione -, ha detto Otegi, aggiungendo che - e' facile immaginare cio' che succedera' in questo paese se la Ertzaitza (polizia basca) comincia a chiudere le nostre sedi in ogni localita'-. Il portavoce di Batasuna ha sottolineato che la sua non e' una minaccia al governo basco, controllato dai nazionalisti, ma bensi' -un appello alla responsabilita' e al senso comune-, per evitare che il governo basco dimostri di legittimare -le azioni di un regime antidemocratico-. -Il problema non e' dell'Ertzaintza, bensi' di un governo che 14 mesi fa (data delle ultime elezioni locali) ha detto al popolo che avrebbe sfidato lo Stato e avrebbe risolto il problema di questo paese e che adesso, dopo aver ottenuto la vittoria alle urne, collabora con quello Stato nella repressione contro una parte del suo popolo-, ha sottolineato Otegi. In quanto alle azioni giudiziarie e penali contro il suo partito, il portavoce di Batasuna ha detto che la decisione di sospendere le sue attivita', presa da Garzon - sara' portata davanti ai tribunali europei, e Strasburgo ci dara' ragione-. Otegi ha aggiunto che la presa di posizione del parlamento di Madrid non lo preoccupa perche' -ne' noi ne' il popolo basco hanno un posto, ne' vogliamo averlo, nella democrazia spagnola-. -Siamo davavanti al nemico, che e' lo Stato spagnolo e il suo governo fascista: che nessuno si metta in mezzo-, ha aggiunto Otegi, auspicando che -il basco non vada contro l'altro basco-.

Assumerebbe un -significato condannevole-, dopo la messa al bando del partito Batasuna in Spagna, la partecipazione di Silvio Berlusconi al matrimonio della figlia del premier Jose' Maria Aznar come testimone di nozze. A sostenerlo e' l'ex Capo dello Stato Francesco Cossiga, in una interpellanza urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Affari Esteri ad interim, nella quale il senatore a vita chiede dunque al premier di rinunciare al ruolo. Nell'interpellanza si chiede al premier di sapere -se di fronte ai gravissimi provvedimenti antidemocratici adottati da organi dello stato spagnolo con lo scioglimento del Partito Nazionalista dei Paesi Baschi Batasuna, in spregio ai principi di liberta' propri della Costituzione Italiana e dell'ordinamento dell'Unione Europea e dell'Alleanza Atlantica, egli non intenda astenersi dal prestare la funzione di teste nell'imminente matrimonio della figlia del Presidente del Governo spagnolo Jose Maria Aznar, atteso che questo atto trascenderebbe nelle attuali circostanze il lodevole e semplice gesto - anche se invero inusuale ed esagerato secondo il costume delle normali relazioni tra uomini e di Stato europei non appartenenti a famiglie reali regnanti - e assumerebbe il significato condannevole di un atto di antidemocratica solidarieta' nei confronti del premier e della sua politica franchista-

Palestina

L'armée israélienne, qui a décidé d'améliorer les conditions de vie des habitants de Bethléem, continuait d'occuper mardi les autres secteurs autonomes palestiniens reconquis en Cisjordanie, alors que les colons juifs souhaitent convaincre le gouvernement de vaincre les Palestiniens. Prenant acte du "calme relatif" qui règne à Bethléem depuis qu'elle s'en est retirée, le 19 août, en vertu de l'accord "Gaza-Bethléem d'abord", l'armée israélienne a annoncé lundi soir, tard, avoir pris une série de mesures destinées à faciliter la vie des habitants de la ville. Ces mesures prévoient que des commerçants et des ouvriers de Bethléem munis de permis pourront entrer en Israël, tandis que la circulation des enseignants et membres des institutions des églises du secteur sera facilitée. Des marchandises de Bethléem pourront en outre entrer en Israël. Elles n'avaient cependant pas été mises en pratique mardi matin à Bethléem, a constaté une journaliste de l'AFP. Aux termes de l'accord "Gaza-Bethléem d'abord" conclu le 18 août, les troupes israéliennes doivent se retirer progressivement des secteurs autonomes palestiniens réoccupés depuis le début de l'Intifada en septembre 2000, à charge pour l'Autorité palestinienne d'y assurer le calme. Après le retrait de Bethléem, ce plan n'a toujours pas été appliqué à Gaza, ni ailleurs en Cisjordanie, et l'armée a poursuivi mardi ses opérations dans ce territoire, arrêtant treize Palestiniens recherchés. Un Palestinien armé a d'autre part été arrêté près de la ville autonome de Kalkiliya (nord de la Cisjordanie), alors que, selon l'armée, "il s'apprêtait à perpétrer un attentat". Le département d'Etat américain a pressé lundi soir Israël et les Palestiniens de poursuivre la mise en oeuvre de ce plan, notamment par des contacts "au niveau des commandants locaux". Auparavant, après une nouvelle rencontre consacrée aux modalités d'application de ce plan, officiers israéliens et palestiniens s'étaient séparés en se refusant à tout commentaire. Lors de leur précédente rencontre, le 23 août, un officier supérieur israélien avait affirmé qu'il n'y aurait pas d'autre retrait tant que les services palestiniens de sécurité n'auraient pas adopté une politique de poigne envers les groupes armés palestiniens, qui ont rejeté l'accord "Gaza-Bethléem d'abord" et promis d'intensifier leur lutte armée contre Israël. De leur côté, les colons juifs ont également dénoncé cet accord, mardi, et ont annoncé le lancement d'une campagne visant à convaincre le gouvernement de "battre les Palestiniens et achever la guerre" Le Conseil des implantations de Judée-Samarie (Cisjordanie) et Gaza, principale organisation des colons, préconise notamment la poursuite des attaques continuelles dans les territoires palestiniens, la destruction des maisons ayant abrité les auteurs d'attentats ou leurs sympathisants, l'expulsion systématique de leurs familles. Il a annoncé d'importantes manifestations pour le 13 septembre, date anniversaire de la signature, en 1993, des accords d'Oslo sur l'autonomie palestinienne D'autre part, le Syndicat des journalistes palestiniens de la bande de Gaza a interdit de photographier ou filmer des enfants armés ou vêtus d'uniformes militaires, estimant que cela contrevenait aux droits de l'enfance. Cette décision a été critiquée par l'Association des journalistes de la presse étrangère en Israël et dans les territoires palestiniens qui s'est dite "extrêmement préoccupée", estimant que son rôle "n'est pas de protéger ou diffamer tel ou tel régime, mais de rapporter des informations".

ANSA (EST) - 27/08/2002 - 10.21.00 MO: TERRITORI, SISTEMA SANITARIO 'VERSO IL COLLASSO', ANP

320 CLINICHE CHIUSE PER OCCUPAZIONE MILITARE (ANSA) - RAMALLAH, 27 AGO - Il sistema sanitario nei Territori occupati si sta avvicinando ad un collasso per via di restrizioni legate alla occupazione militare israeliana: questo l'avvertimento lanciato dal viceministro palestinese per la Sanita', Munther al-Sharif, in una intervista al quotidiano 'al Hayat al-Jadida'. Il giornale afferma che nei Territori 320 cliniche sono state chiuse per via dello stato di assedio e che i maggiori ospedali operano al 30 per cento delle proprie capacita'. Il dottor al-Sharif ha rilevato da parte sua che, essendo impediti dei propri spostamenti, mezzo milione di bambini palestinesi non hanno ricevuto i vaccin cigliati dalla Organizzazione mondiale per la sanita' (Who). Il funzionario palestinese ha aggiunto che la qualita' scadente dell'acqua provoca numerosi disturbi intestinali.

IRAQ

Secondo il vice presidente iracheno Taha Yassin Ramadan, e' futile parlare di un ritorno a Baghdad degli ispettori delle Nazioni Unite, in vista di una ripresa dei controlli sugli ipotetici arsenali di distruzione di massa in dotazione al regime di Saddam Hussein, se poi gli Stati Uniti sono comunque decisi a sferrare un nuovo attacco. In una intervista al settimanale 'al-Rafidain', il vice di Saddam rinnova inoltre le accuse secondo cui lo svedese Hans Blix, responsabile in pectore delle eventuali ispezioni Onu, e' solo una -nuova spia-americana, che persegue una politica smaccatamente anti-irachena. -Il problema non e' tanto se noi permettiamo o meno agli ispettori di rientrare, quanto piuttosto che l'amministrazione americana vuole attaccarci perche' e' ostile al nostro governo-, sottolinea Ramadan sul giornale. -Quindi, quale e' lo scopo di consentire loro di tornare?-.

Cour pénale internationale: Powell fait pression sur les Européens

Le secrétaire d'Etat américain Colin Powell a écrit personnellement aux gouvernements européens pour les presser de signer des accords mettant les Américains à l'abri d'éventuelles poursuites devant la Cour pénale internationale (CPI). Le ministère américain des Affaires étrangères a toutefois assuré que Washington voulait négocier ces dérogations dans le cadre même du traité instituant la CPI, sans mettre dans la balance les operazioni au sein de l'OTAN. Dans des lettre datées du 16 août, le chef de la diplomatie américaine a demandé aux Européens de signer de tels accords "le plus tôt possible" sans attendre que l'Union européenne (UE), très critique envers les posizioni américaines, abbia espresso sa position officielle. Ce sujet doit être abordé à la fin du mois par les ministres des Affaires étrangères de l'UE, qui figurent parmi les plus chauds sostenitori de la CPI, lors d'une réunion au Danemark. Washington si è lamentata récemment du fait que la Commission européenne de Bruxelles eut demandé aux pays candidats à l'adhésion à l'UE de ne pas signer d'accord de dérogation avec Washington tant que les Quinze n'auraient pas finalisé leur position. Washington a entrepris une vaste campagne diplomatique pour obtenir d'un plus grand nombre possible de pays ce type de dérogation, une disposition permise par l'article 98 des statuts de la CPI. Le porte-parole du département d'Etat, Richard Boucher, a indiqué à ce propos que le Timor Oriental venait de signer un accord de dérogation avec les Etats-Unis. Après la Roumanie et Israël, cela porte à trois le nombre de pays ayant jusqu'à présent signé des accords bilatéraux permettant aux Américains di sfuggire à d'éventuelles processi devant la CPI. M. Boucher a souligné que le courrier de M. Powell aux Européens ne faisait aucune référence à l'Otan, l'alliance militaire à laquelle font partie la majorité des pays de l'UE, et à laquelle desiderano adhérer la plupart des pays qui attendent également à la porte de l'UE. "Il n'y a aucun lien entre notre décision de soutenir un pays pour adhérer à l'Otan et la signature d'accords au titre de l'article 98" de la CPI, a-t-il déclaré. Le porte-parole a également indiqué qu'une fronde des Européens sur ce sujet ne remettait pas en cause la position de Washington vis-à-vis d'une alliance "envers laquelle nos engagements ne sont pas en question". Le chef de la diplomatie danoise, Per Stig Moller, dont le pays assure la présidence tournante de l'UE, a assuré pour sa part lundi à Tallinn que le désaccord sur la CPI n'aura aucun effet à long terme sur les relations avec les Etats-Unis. "Il est naturel que nous regardions différemment les questions internationales, mais cela n'est pas pregiudizievole à la coopération transatlantique", a-t-il dit à l'issue d'une rencontre de ministres des Affaires étrangères des pays baltes et scandinaves. Les trois pays baltes, candidats à l'UE et à l'OTAN, ont de leur côté démenti s'être retrouvés entre le marteau américain et l'enclume européenne. Les Etats-Unis ont toutefois adopté récemment une loi, votée par le Congrès et approuvée par le président George W. Bush, permettant s'ils le souhaitent de revoir leur assistance militaire aux pays n'ayant pas signé d'accords de dérogation à la CPI.

VERTICE JOHANNESBURG: ONG ACCUSANO UNIONE EUROPEA DI AVVICINARSI A POSIZIONI USA

Le Ong internazionali guardano con preoccupazione all'atteggiamento dell’Unione Europea che nelle ultime ore si starebbe avvicinando pericolosamente alla posizione degli Stati Uniti sulle questioni inerenti la globalizzazione, rinunciando ad affrontare i punti chiave della protezione dell'ambiente, della lotta alla povertà e della promozione dello sviluppo sostenibile, ovvero gli obiettivi dichiarati del vertice. L'Europa rinuncia alla necessità di discutere della supremazia degli accordi internazionali sull'ambiente rispetto alle leggi del commercio ha dichiarato in proposito Antonio Tricarico, coordinatore della Campagna per la riforma della Banca mondiale ; deve invece smettere di flirtare con l'asse del male ambientale guidato dagli Usa con la complicità di Australia e Canada, se vorrà raggiungere quegli impegni concreti che servono ad arrestare la crisi ecologica del pianeta. Il mondo ha bisogno di un nuovo quadro di regole per la globalizzazione da definire nel contesto delle Nazioni Unite, assegnando compiti chiari alle istituzioni finanziarie internazionali.

  • Diversi gruppi, a cui e' stato vietato l'ingresso alla giornata inaugurale del Summit di Johannesburg, hanno chiesto al Presidente sudafricano Thabo Mbeki di intervenire fornendo i pass necessari. Ci sono state notevoli polemiche sull'esclusione dal World Summit di numerose organizzazioni non governative, si parla di ottomila persone, che si sono viste respingere all'ingresso del Sandton Convention Centre. Secondo una portavoce del Summit, Susan Markham, sono stati distribuiti 12.625 pass per il pubblico ed altri ottomila per lo staff raggiungendo un totale di 20.000 permessi. Markhan afferma che durante la sessione plenaria di apertura erano presenti oltre 7000 persone con diversi partecipanti obbligati, a causa dell'affollamento, a rimanere in piedi. Kumi Naidoo, segretario generale del World Alliance for Citizen Participation, ha visto una situazione diversa: molti posti erano vuoti tant'e' che le organizzazioni non governative hanno protestato con il Presidente Mbeki per la mancanza di pass. La delusione per non aver potuto partecipare alla prima giornata dei lavori e' stata espressa da diverse persone convenute da ogni angolo del pianeta per vedersi sbattere in faccia una porta

PAKISTAN

ELEZIONI DI OTTOBRE: EX PREMIER SHARIF SI CANDIDA SFIDANDO VETO DI MUSHARRAF

Dopo Benazir Bhutto, anche l'ex primo ministro pakistano Nawaz Sharif, attualmente in esilio in Arabia Saudita, ha deciso di sfidare le autorità di Islamabad candidandosi alle elezioni del prossimo 10 ottobre. La candidatura è stata presentata per procura nella sua città di origine, Lahore, in aperta sfida con un decreto emanato il mese scorso dal presidente del Pakistan Pervez Musharraf, che impedisce ai premier con due mandati alle spalle di correre per un terzo incarico. Il provvedimento è chiaramente mirato ad impedire la rielezione sia di Sharif, deposto nel 1999 con un colpo di Stato incruento dallo stesso Musharraf, sia della Bhutto, già premier per un periodo complessivo di circa 5 anni e in seguito condannata in contumacia per corruzione. Il 22 agosto scorso la donna, in esilio a Londra, ha presentato la sua candidatura alle prossime votazioni attraverso alcuni rappresentanti in Pakistan. Poche settimane fa alla guida del partito di Nawaz Sharif, la Lega musulmana del Pakistan (Pml), era stato eletto il fratello maggiore dell'ex primo ministro, Shahbaz, il quale si è già candidato alle future consultazioni. Incarcerato nell'ottobre 1999, Nawaz Sharif si è visto infliggere due ergastoli per vari reati, fra i quali terrorismo e sequestro di persona, e poi 14 anni di lavori forzati per corruzione. In seguito le autorità pakistane gli hanno concesso l'esilio.

Nigeria

Ancora una condanna alla lapitazione in nigeria. Quesata volta un uomo e' stato condannato a morte mediante lapidazione da un tribunale islamico, per aver stuprato una ragazzina. La condanna e' stata emessa nello Jigawa, uno dei 12 stati del nord della Nigeria, in cui la popolazione e' in maggioranza di religione musulmana, che nel corso degli ultimi tre anni hanno adottato la sharia, legge coranica. Il condannato ha rifiutato di ricorrere in appello contro una sentenza di primo grado. E' la prima volta che si ha notizia di un uomo condannato alla lapidazione. In passato almeno tre donne erano state condannate alla stessa pena, nel nord della Nigeria, per aver avuto figli fuori dal matrimonio, il che per la sharia equivale all'adulterio. Due di esse sono state assolte, ma in un caso, quello di Amina Lawal, la sentenza e' stata confermata proprtio di recente. Per Amina è in corso una mobilitazione massiccia in europa per chiedere al governo nigeriano ( che nel suo ordinamento non prevede la sharia) di annullare la sentenza.

ITALIA

IMMIGRATI IN DUOMO TREVISO: CASE TROVATE, PROTESTE PER AFFITTI = (AGI) - Treviso, 27 ago. - La soluzione sulla carta c'e', ma questa mattina e' arrivato il momento piu' difficile, quello di presentare le proposte di alloggio agli immigrati magrebini, una trentina circa, che occupano da giovedi' scorso il portico del duomo di Treviso. Al termine della riunione in prefettura ieri sera, a cui hanno partecipato i sindaci dei comuni dove lavorano gli immigrati, rappresentanti dell'amministrazione trevigiana - il sindaco Giancarlo Gentilini non c'era - rappresentanti delle associazioni umanitarie e della Curia, sono stati reperiti otto appartamenti destinati alle famiglie, mentre i single possono andare a dormire al dormitorio pubblico del Comune. E' una soluzione che copre il 90% della richiesta, visto che i nuclei famigliari senza tetto sono una decina, ma si pensa di poter chiudere la partita al completo entro la fine della settimana. In questo momento, Comune e Curia stanno trattando con i magrebini davanti al duomo. Ci sarebbero problemi per le cifre richieste dai locatari (tutte attorno ai 500 euro mensili), c'e' un gruppo di "duri" che intendono resistere all'addiaccio fino a quando non si trovi una soluzione che vada bene a tutti. Si sta trattando insomma e il Comune si offre per concorrere al pagamento degli affitti. "La situazione e' ancora fluida", ha detto un rappresentante di "Fratelli d'Italia", coordinamento delle associazioni umanitarie della provincia. "Tutti danno per certo lo sblocco della situazione - ha aggiunto - stiamo attenti a non scambiare le vere soluzioni con formule buone solo per i media"

Legge Bossi-Fini

Pubblicata oggi sulla gazzetta ufficiale la legge bossi fini, fortemente voluta dalla destra al governo. La legge, contestata profondamente da tutte le associazioni di migranti, entrerà in vigore il 9 settembre.

GR ore 17.00

JOHANNESBURG: VANDANA SHIVA, IGNORATI IN NOME GRANDI INTERESSI

Johannesburg, 27 ago. - Mentre gli organizzatori del Vertice mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile cominciano a sentirsi vittime del proprio successo, i no-global denunciano l'ennesima esclusione dai lavori. "Le persone nel cui interesse si sta svolgendo il summit sono state tagliate fuori da tutto il processo", e' stato il durissimo commento di Vandana Shiva, la paladina dei no-global a Johannesburg in rappresentanza delle associazioni femminili. Shiva ha criticato per esempio le procedure burocratiche che regolano la partecipazione ai lavori: soltanto mille attivisti sono stati accreditati per il centro conferenze, che puo' contenere 6mila persone. "Ieri c'erano persone sedute come bambini in punizione per avere questi stupidi 'pass' in aggiunta a quelli normali", ha proseguito Shiva.

BATASUNA, CONTINUEREMO AD OPERARE, IL PORTAVOCE DEL PARTITO PENSA A RICORSO A STRASBURGO

Madrid, 27 ago. (Adnkronos) - Il portavoce di Batasuna Arnaldo Otegi ha assicurato che il partito continuera' a funzionare anche se non utilizzera' pubblicamente il nome Batasuna messo al bando dal giudice Baltasar Garzon. In una intervista alla radio basca Euskadi, Otegi ha aggiunto che l'organizzazione pensa di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. In Spagna la strada per una soluzione giudiziaria e' sbarrata ma e' probabile che i nostri avvocati scelgano comunque di presentare un ricorso per poter portare poi il caso davanti alla Corte di Strasburgo. Il leader di Batasuna ha tuttavia aggiunto che i militanti del partito non vogliono che ci siano incidenti quando la Ertzaintza, la polizia autonoma basca, chiudera' le sedi in esecuzione del provvedimento di Garzon. Questa mattina il giudice ha emesso un nuovo provvedimento che autorizza l'uso della forza per chiudere le sedi del partito occupate da ieri sera da militanti e simpatizzanti

Continuano le prese di posizione politiche dopo l'estradizione in Italia di Persichetti

Una follia. Cosi' Antonio Marini, pubblico ministero nei processi Moro e nel processo '7 aprile' a Toni Negri, commenta l'ipotesi, tornata d'attualita' dopo l'arresto a Parigi dell'ex brigatista Paolo Persichetti, dell'amnistia o dell'indulto per i reati di terrorismo. Sono sempre stato contrario dice Marini e resto contrario a ogni atto di clemenza, soprattutto oggi che il terrorismo e' sostanzialmente risorto e si parla di terrorismo internazionale.

Per MasciaPersichetti era uno degli ultimi giovani che nei cosiddetti anni di piombo avevano aderito alla lotta armata. E' uno di quelli cui dovrebbe essere riconosciuta l'amnistia, perche' quella e' stata una stagione politica: dolorosissima, tremenda, ma ormai alle nostre spalle. In Italia lo Stato non ha mai fatto i conti con quella fase, e neanche le sinistre lo hanno fatto. Non si puo' non vedere che anche il governo di centrosinistra ha chiuso gli occhi, ha rimosso il problema di quegli anni, della sua lettura storica e dei suoi protagonisti. Le diverse proposte di amnistie e indulto sono rimaste nei cassetti del Parlamento

Bisogna avere il coraggio di chiudere un' epoca tragica, quella del terrorismo, con un'amnistia o almeno un indulto senza tardive vendette. E' questa la sollecitazione che viene dall'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, secondo il quale e' ridicolo esultare per un arresto frutto di chissa' di quali compromessi fra governi e polizia di una persona che si era rifatta una vita ordinaria in Francia, quando non si riescono a trovare gli assassini di Biagi e D'Antona. Mi associo ha sottolineato Cossiga alla richiesta di Prc e dei Verdi, ai quali non per caso non si sono associati i Ds e i Popolari, nel chiedere la liberazione di Persichetti.

Ascoltiamo le dichiarazioni di Giovanni Russo Spena che si è recato nel carcere di rebibbia e lo ha incontrato.

GR 19.30

Sommario Continua l'ondata di arresti illegali di Israele nei Territori Palestinesi JOHANNESBURG: SUSSIDI AGRICOLI, LA SVOLTA DELLA PAC EUROPEA BATASUNA, TRA CARICHE E SCONTRI CHIUSE SEDI NEI PAESI BASCHI Continuano le prese di posizione politiche dopo l'estradizione in Italia di Persichetti

TV: GASPARRI, PROBABILE DISCUSSIONE LEGGE A CDM 6 SETTEMBRE

Palestina Continua l'ondata di arresti illegali di Israele nei Territori Palestinesi Ramallah, 14:27 MO, israeliani catturano il portavoce del Flpl

Il portavoce del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) Ali Jaradat è stato arrestato oggi a Ramallah da soldati israeliani, secondo quanto hanno riferito all'agenzia Ansa fonti locali. Assieme a Jaradat è stato catturato anche Bashir Khaiery, un membro dell'ufficio politico dell'Fplp. La scorsa settimana il Fplp aveva pubblicamente minacciato attentati anti israeliani dopo l'uccisione a Ramallah di un suo esponente, Mohammed Saadat, da parte di soldati israeliani. Ma anche all'interno della democratica Israele non mancano le misure di terrorismo 'legale' ai danni degli stessi cittadini israeliani. Il ministro della Sicurezza Pubblica, Uzi Landau, in questi giorni deciderà se procedere all'ordinanza di distruzione delle case di due cittadini arabi-israeliani, sospettati di essere coinvolti nell'attentato alla Meron Junction. Stessa decisione sarà presa presto anche nei confronti di esponenti di Hamas, residenti a Gerusalemme est, illegalmente, ma di fatto sotto amministrazione israeliana. Riporta la notizia l'Haaretz.

In chiusura dell'articolo il lettore viene comunque "rassicurato" con la seguente affermazione: Se le demolizioni saranno approvate, ne verrà data notizia alle famiglie in modo da permettere loro di ricorrere in appello.

Il leader del FPLP Ahmed Sa\'adat inizia lo sciopero della fame in carcere. Il leader palestinese ha iniziato lo sciopero della fame nel carcere di Jerico (Cisgiordania) dov\'e\' detenuto, controllato da agenti Usa e britannici. Ad affermarlo e\' l\'esponente del FPLP di Gaza Jamil Majdalawi. Ahmed Sa\'adat, il cui fratello e\' stato ucciso da soldati israeliani la scorsa settimana, intende protestare contro la sua detenzione, che si protrae nonostante l\'Alta Corte di Giustizia Palestinese l\'abbia dichiarata illegittima.

Sa\'adat, segretario generale del FPLP, ha iniziato a rifiutare il cibo domenica scorsa, e valutera\' dopo 72 ore se continuare lo sciopero. [...] Majdalawi ha affermato che Sa\'adat ha chiesto di parlare con esponenti dell\'Autorita\' Palestinese, al fine di discutere la questione della sua prigionia.

\"Gli agenti Usa e britannici si comportano come veri e propri carcerieri. Hanno confiscato il cellulare di Sa\'adat, ed hanno umiliato i visitatori, sottoponendoli a lunghe perquisizioni\", ha aggiunto Majdalawi

VERTICE JOHANNESBURG: ONG ACCUSANO UNIONE EUROPEA DI AVVICINARSI A POSIZIONI USA

Le Ong internazionali guardano con preoccupazione all'atteggiamento dell’Unione Europea che nelle ultime ore si starebbe avvicinando pericolosamente alla posizione degli Stati Uniti sulle questioni inerenti la globalizzazione, rinunciando ad affrontare i punti chiave della protezione dell'ambiente, della lotta alla povertà e della promozione dello sviluppo sostenibile, ovvero gli obiettivi dichiarati del vertice. L'Europa rinuncia alla necessità di discutere della supremazia degli accordi internazionali sull'ambiente rispetto alle leggi del commercio ha dichiarato in proposito Antonio Tricarico, coordinatore della Campagna per la riforma della Banca mondiale ; deve invece smettere di flirtare con l'asse del male ambientale guidato dagli Usa con la complicità di Australia e Canada, se vorrà raggiungere quegli impegni concreti che servono ad arrestare la crisi ecologica del pianeta. Il mondo ha bisogno di un nuovo quadro di regole per la globalizzazione da definire nel contesto delle Nazioni Unite, assegnando compiti chiari alle istituzioni finanziarie internazionali.

  • Diversi gruppi, a cui e' stato vietato l'ingresso alla giornata inaugurale del Summit di Johannesburg, hanno chiesto al Presidente sudafricano Thabo Mbeki di intervenire fornendo i pass necessari. Ci sono state notevoli polemiche sull'esclusione dal World Summit di numerose organizzazioni non governative, si parla di ottomila persone, che si sono viste respingere all'ingresso del Sandton Convention Centre. Secondo una portavoce del Summit, Susan Markham, sono stati distribuiti 12.625 pass per il pubblico ed altri ottomila per lo staff raggiungendo un totale di 20.000 permessi. Markhan afferma che durante la sessione plenaria di apertura erano presenti oltre 7000 persone con diversi partecipanti obbligati, a causa dell'affollamento, a rimanere in piedi. Kumi Naidoo, segretario generale del World Alliance for Citizen Participation, ha visto una situazione diversa: molti posti erano vuoti tant'e' che le organizzazioni non governative hanno protestato con il Presidente Mbeki per la mancanza di pass. La delusione per non aver potuto partecipare alla prima giornata dei lavori e' stata espressa da diverse persone convenute da ogni angolo del pianeta per vedersi sbattere in faccia una porta

BATASUNA, TRA CARICHE E SCONTRI CHIUSE SEDI NEI PAESI BASCHI

18:51 ETA: BATASUNA, TRA CARICHE E SCONTRI CHIUSE SEDI NEI PAESI BASCHI (Adnkronos) - A Vitoria una trentina di sostenitori si sono concentrati davanti alla sede del partito e anche li' ci sono stati piccoli episodi di scontri. Piu' tesa la situazione a San Sebastian dove cariche della polizia contro i manifestanti, che hanno distrutto macchine e cassonetti dell'immondizia, si sono avute in piu' punti della citta', oltre che davanti alla sede di Batasuna. Da ieri sera gli edifici e i locali dell'organizzazione radicale basca erano stati occupati da militanti e sostenitori in segno di protesta contro il provvedimento del giudice Baltasar Garzon di sospendere per tre anni tutte le attivita' di Batasuna. Ieri sera la polizia nazionale aveva chiuso i locali di Pamplona e di altre localita' in Navarra. Con un altro provvedimento emesso oggi il giudice ha autorizzato l'uso della forza per chiudere le sedi. Italia Continuano le prese di posizione politiche dopo l'estradizione in Italia di Persichetti

Una follia. Cosi' Antonio Marini, pubblico ministero nei processi Moro e nel processo '7 aprile' a Toni Negri, commenta l'ipotesi, tornata d'attualita' dopo l'arresto a Parigi dell'ex brigatista Paolo Persichetti, dell'amnistia o dell'indulto per i reati di terrorismo. Sono sempre stato contrario dice Marini e resto contrario a ogni atto di clemenza, soprattutto oggi che il terrorismo e' sostanzialmente risorto e si parla di terrorismo internazionale.

Per MasciaPersichetti era uno degli ultimi giovani che nei cosiddetti anni di piombo avevano aderito alla lotta armata. E' uno di quelli cui dovrebbe essere riconosciuta l'amnistia, perche' quella e' stata una stagione politica: dolorosissima, tremenda, ma ormai alle nostre spalle. In Italia lo Stato non ha mai fatto i conti con quella fase, e neanche le sinistre lo hanno fatto. Non si puo' non vedere che anche il governo di centrosinistra ha chiuso gli occhi, ha rimosso il problema di quegli anni, della sua lettura storica e dei suoi protagonisti. Le diverse proposte di amnistie e indulto sono rimaste nei cassetti del Parlamento

Bisogna avere il coraggio di chiudere un' epoca tragica, quella del terrorismo, con un'amnistia o almeno un indulto senza tardive vendette. E' questa la sollecitazione che viene dall'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, secondo il quale e' ridicolo esultare per un arresto frutto di chissa' di quali compromessi fra governi e polizia di una persona che si era rifatta una vita ordinaria in Francia, quando non si riescono a trovare gli assassini di Biagi e D'Antona. Mi associo ha sottolineato Cossiga alla richiesta di Prc e dei Verdi, ai quali non per caso non si sono associati i Ds e i Popolari, nel chiedere la liberazione di Persichetti.

Ascoltiamo le dichiarazioni di Giovanni Russo Spena che si è recato nel carcere di rebibbia e lo ha incontrato.

TV: GASPARRI, PROBABILE DISCUSSIONE LEGGE A CDM 6 SETTEMBRE

La nuova legge sui media e' quasi pronta, spiega il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, ma e' probabile che non sara' presentata al Consiglio dei ministri di venerdi' 30 agosto, come inizialmente annunciato, ma a quello della prossima settimana previsto per il 6 settembre. Siamo quasi pronti sostiene Gasparri ma e' possibile che se ne parli il 6 settembre e non nel Consiglio di venerdi'. Anche perche' questa volta non ci sara' un pre-consiglio e mi sembra che una legge cosi' importante vada discussa in modo approfondito

gror270802 (last edited 2008-06-26 09:59:12 by anonymous)