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aggiornamento ore 13.00

DAL MONDO

Palestina - Reparti militari dell'esercito israeliano sono impegnati dalle prime ore dell'alba in una incursione nella citta' di Jenin (Cisgiordania) e nel vicino campo profughi. Il segretario di zona di al-Fatah, Cadura Mussa, ha riferito da Jenin che finora si ha notizia di un morto e di due feriti. La incursione dei mezzi blindati israeliani, ha aggiunto Mussa in una intervista televisiva, e' stata ostacolata dal fuoco di militanti palestinesi e sembra volgere adesso al termine. -Se gli israeliani speravano di arrestare ricercati, non sono riusciti nel loro intento-, ha concluso Mussa. Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato nel giro di 24 ore 23 palestinesi sospettati di essere coinvolti in attività terroristiche. Lo hanno rivelato giovedì le stesse autorità di Tel Aviv. Le severe misure di sicurezza adottate da Israele negli ultimi mesi per sradicare la infrastruttura terroristica palestinese hanno provocato un vero disastro nell'economia palestinese. Lo afferma l'emissario delle Nazioni Unite nella regione, Terje Larsen. Secondo i dati raccolti dai suoi collaboratori nei Territori, nel secondo trimestre del 2002 il tasso medio di disoccupazione era compreso fra il 36% e il 50% della forza lavoro. Questo tasso ha raggiunto vette del 63,3% questa estate, quando 500-900 mila persone in Cisgiordania sono state sottoposte a ricorrenti coprifuoco. Dall'inizio dell'intifada nel settembre 2000 l'economia palestinese - secondo Larsen - ha perduto introiti per un valore complessivo di 3,3 miliardi di dollari. Una volta stabilito il livello di poverta' in consumi quotidiani pro capite che non eccedano i due dollari, lo staff delle Nazioni Unite ha calcolato che il 70% degli abitanti di Gaza e il 55% della popolazione della Cisgiordania ne sono al di sotto. Nei Territori c'e' diffusa disperazione. Il funzionario Onu ammette che la rimozione della morsa militare potrebbe effettivamente creare rischi per la sicurezza di Israele. Al tempo stesso, avverte, perpetuare la situazione attuale genera fra i palestinesi un sempre maggiore estremismo

Iraq - Il quotidiano israeliano "Maariv" ha riportato ieri la notizia che entro la fine di novembre gli Stati Uniti attaccheranno l'Iraq. L'avvertimento sarebbe arrivato da due generali delle forze armate americane nel corso di una visita effettuata, nell'arco delle scorse settimane, in Israele allo scopo di ispezionare i depositi di munizioni, i pezzi di ricambio, e lo stato dei magazzini di materiale bellico che le forze armate Usa hanno nel paese. Secondo quanto riporta il giornale, i due generali, uno dei quali sarebbe il comandante del quinto corpo d'armata dell'esercito statunitense, nel corso di un'ampia relazione hanno reso noto ai colleghi israeliani che l'obiettivo dell'attacco sarà di provocare il crollo del regime al potere in Iraq e l'uccisione del presidente Saddam Hussein. L'offensiva dovrebbe avere inizio con un massiccio attacco aereo e navale e col lancio di paracadutisti americani dentro l'Iraq al fine di arrivare nelle località dove si sospetta che potrebbe essersi nascosto il rais. Nelle stime americane l'operazione durerà alcune settimane e in ogni caso non si concluderà prima della liquidazione dell' attuale regime iracheno. Gli ufficiali avrebbero assicurato che Israele sarà tenuto tempestivamente informato dell'operazione e che le truppe americane faranno tutto il possibile per occupare al più presto le località dalle quali l'Iraq potrebbe essere in grado di lanciare missili contro Israele. Nel corso di una di queste ispezioni uno dei due generali avrebbe detto ad alcuni ufficiali israeliani che «il presidente George W. Bush questa volta è deciso a uccidere Saddam Hussein, a differenza del padre che nella guerra del Golfo del 1991 non ci riuscì». La preoccupante notizia segue la dichiarazione dei giorni scorsi del segretario alla difesa Donald Rumsfeld,che ha affermato che gli Stati Uniti sono decisi a provocare la caduta di Saddam Hussein anche se dovessero agire da soli e senza un sostegno internazionale. Intanto da Johannesburg, giunge la notizia che l'Iraq proseguirà ad esportare greggio anche nel caso di un attacco militare da parte degli Stati Uniti. "Naturalmente continueremo ad esportare il nostro petrolio", ha dichiarato il ministro della Pianificazione Hassan al-Khattab a margine del vertice sullo sviluppo sostenibile in corso nella città sudafricana. Secondo al-Khattab, una guerra avrebbe gravi conseguenze sull'economia mondiale "perché i prezzi del petrolio salirebbero": già solo il dibattito sul possibile conflitto ha fatto salire i prezzi da 23 a 30 dollari a barile, ha notato il ministro, "se attaccheranno l'Iraq, i prezzi aumenteranno sensibilmente". Al momento i governo Berlusconi si trova ad essere praticamente l'unico governo europeo ad avere una linea di appoggio incondizionato agli Stati Uniti in caso di attacco. Secondo molti esperti del settore finanziario e petrolifero , se da un lato la continua tensione sui piani USA contro Saddam contribuisce a tenere "vivo" il mercato del petrolio, con benefici sui prezzi di cui si avvantaggiano anche le imprese petrolifere italiane, dall'altro lato l'isolamento del governo italiano sulla questione potrebbe essere pagato a caro prezzo nel prossimo futuro dalle nostre aziende che operano nei paesi mediorientali e nel nordafrica

Sempre piu' forte l'opposizione interno al Partito laburista contraria a supportare un intervento militare in Iraq. Nelle prossime settimane il premier, Tony Blair, dovra' affrontare il malumore sempre crescente della base e dei suoi stessi compagni di partito del Labour contrari a seguire la linea interventista di Washington contro Saddam Hussein. La posizione di Tony Blair e' delicata, il Primo ministro britannico deve fare i conti con i malumori del suo partito ma, allo stesso tempo, si trova a dover fronteggiare le pressione che gli vengono fatte dai falchi dell'Amministrazione americana come Dick Cheney e Donald Rumsfeld.

Pakistan - Secco no per Benazir Bhutto, parziale via libera per Nawaz Sharif. I funzionari del collegio elettorale di Larkana, un feudo della famiglia Bhutto nel sud del Pakistan, hanno respinto oggi la candidatura alle elezioni del prossimo 10 ottobre presentata per procura nei giorni scorsi dalla ex premier attualmente in esilio. Motivo del diniego è la condanna in contumacia per corruzione inflitta nel 1999 alla donna che ha guidato il Pakistan dal 1988 al 1990 e successivamente dal 1993 al novembre 1996. Se per la Bhutto il no sembra definitivo, c'è ancora qualche spiraglio di speranza per un altro ex primo ministro pakistano, Nawaz Sharif, deposto nel 1999 con un colpo di Stato incruento dall'attuale presidente Pervez Musharraf. Anch'egli in esilio, nei giorni scorsi aveva presentato per procura la sua candidatura alle future elezioni e ieri i funzionari di Lahore hanno concesso un preliminare via libera. Tutte le candidature presentate necessitano comunque della formale approvazione dalla Commissione elettorale nazionale. Il ritorno in patria di Bhutto e Sharif è di fatto impedito da due misure volute nei mesi scorsi da Musharraf: la prima impedisce di candidarsi a persone che siano state giudicate colpevoli di reati, la seconda vieta ai primi ministri con due mandati alle spalle di correre per un terzo incarico. È giocoforza che, non appena varcheranno il confine del Pakistan, per la Bhutto e Sharif scatteranno immediatamente le manette.

Afghanistan - Dopo essersi a lungo opposti a un'estensione del mandato dell'Isaf, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza impegnata in Afghanistan, gli Stati Uniti sono adesso tendenzialmente propensi all'ipotesi opposta, e si dicono favorevoli non soltanto a un incremento nel numero dei militari impiegati, ma anche a un loro dispiegamento su porzioni di territorio piu' vaste, anziche' lasciarlo circoscritto alla sola Kabul e immediati dintorni, come avviene attualmente. Lo hanno riferito al quotidiano 'The New York Times' fonti riservate dell'amministrazione di George W. Bush, secondo cui al Pentagono si ritiene che in tal modo la sicurezza nel Paese centro-asiatico potrebbe essere tutelata meglio, permettendo tra l'altro alle truppe americane inquadrate nella stessa Isaf di concludere piu' rapidamente la missione. "E' una correzione a meta' percorso", hanno spiegato in sintesi le fonti Usa, motivandola con le difficolta' incontrate nel processo della ricostruzione afghana, maggiori del previsto in particolare per quanto riguarda il ripristino della legge e dell'ordine.

DALL'ITALIA

Cercola - Un migliaio di persone hanno partecipato ai funerali di Bernardo Romano, il precario di 47 anni che e' morto dopo essersi dato fuoco davanti al municipio di Cercola, nel napoletano, disperato per la mancanza di un lavoro fisso. La parrocchia dell'Immacolata Concezione, in via Riccardi a Cercola, dove si sono svolte le esequie, era stracolma. Almeno 500 persone non sono riuscite ad entrare. La moglie, Patrizia Iervolino, e' svenuta ed e' stata poi portata a braccia all'interno della chiesa. Presente, oltre al sindaco, che è stato duramente contestato, e agli amministratori locali, il prefetto di Napoli, Carlo Ferrigno. In chiesa vi erano gli ex compagni di lavoro di Romano mentre all'esterno una delegazione di diverse liste di disoccupati ha steso uno striscione che riporta, oltre a quello di Romano, i nomi di altri precari che si sono uccisi negli anni scorsi, sempre per la mancanza di certezze lavorative, tra cui Luigi Pelliccia. Anche quest'ultimo, come Romano, si diede fuoco per protesta e mori', a soli 25 anni, dopo quattro giorni di agonia il 3 giugno dello scorso anno. Sullo striscione campeggia la scritta: Gli stessi gesti, gli stessi diritti negati.

GR 0RE 10.00

DAL MONDO

La Lega araba si oppone ad un attacco americano all'Iraq. Lo ha affermato, in un'intervista alla Bbc, l'ambasciatore dell'organizzazione a Washington, Yahir Mahmasanni, secondo cui ogni cambio di regime in un paese arabo deve avvenire dall'interno L'opposizione irachena, scrive oggi il New York Times, starebbe preparando una conferenza generale in Europa per fine settembre. Scopo del vertice la nomina di un governo in esilio sostenuto dagli Stati Uniti. La sede dell'incontro, dicono alcune fonti dell'opposizione irachena, dovrebbe essere Amsterdam e il summit, e l'idea di nominare un governo in esilio, sarebbero state definite a metà di Agosto nel corso degli incontri a Washington tra l'opposizione irachena e l'amministrazione Bush. La stessa fonte spiega il motivo di tale scelta. Si tratterebbe di un "test" molto importante per dimostrare agli Usa che l'opposizione irachena "può agire sotto una leadership unica" facilitando l'intervento americano. Tra i principali candidati alla guida del futuro governo in esilio, Ahmed Chalabai, del Congresso Nazionale Iracheno, il principale gruppo ombrello dell'opposizione.

PALESTINA (aggiunta da macedonio assonnato)

Reparti militari dell'esercito israeliano sono impegnati dalle prime ore dell'alba in una incursione nella citta' di Jenin (Cisgiordania) e nel vicino campo profughi. Il segretario di zona di al-Fatah, Cadura Mussa, ha riferito da Jenin che finora si ha notizia di un morto e di due feriti. La incursione dei mezzi blindati israeliani, ha aggiunto Mussa in una intervista televisiva, e' stata ostacolata dal fuoco di militanti palestinesi e sembra volgere adesso al termine. -Se gli israeliani speravano di arrestare ricercati, non sono riusciti nel loro intento-, ha concluso Mussa. Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato nel giro di 24 ore 23 palestinesi sospettati di essere coinvolti in attività terroristiche. Lo hanno rivelato giovedì le stesse autorità di Tel Aviv.

Undici arresti sono stati compiuti nella notte tra mercoledì e giovedì a Nablus, Tulkarem, Daharia e vicino a Ramallah. Gli altri sospettati sono stati arrestati nel corso della giornata a Gaza, Hebron, Dura, e ancora a Tulkarem e Nablus. Nel frattempo fonti mediche palestinesi hanno invece rivelato che un ragazzino di 12 anni è stato ucciso, e altre otto persone sono rimaste ferite, nel corso della sparatoria seguita a un'incursione delle truppe israeliane a Rafah, nel sud della striscia di Gaza. In precedenza, nelle prime ore della mattina, altri quattro palestinesi - tra cui una donna e due dei suoi figli - erano stati uccisi dai colpi sparati contro la loro casa da un carro armato israeliano, nel villaggio di Sheikh Ijleen, sempre nella striscia di Gaza. Su questo episodio era poi intervenuto il ministro della Difesa israeliano, Binyamin Ben-Eliezer, che attraverso una dichiarazione ufficiale esprimeva "rincrescimento per l'incidente in cui sono stati uccisi innocenti palestinesi". Testimoni inoltre raccontano dei pestaggi subiti dai prigionieri palestinesi nella prigione del Russian Compound nel centro di Gerusalemme. I prigionieri palestinesi sono stati legati e picchiati selvaggiamente dai soldati nel cortile della prigione. I soldati li hanno colpiti con i calci e con i fucili, procurando loro gravi ferite.

Londra, 30 agosto 2002

Gruppi militanti palestinesi, fra loro rivali, dopo sei mesi di negoziati dietro le quinte, avrebbero raggiunto un accordo che potrebbe cambiare gli equilibri nel conflitto arabo-israeliano. Lo rivela il quotidiano britannico The Guardian, cui sarebbe stata consegnata da fonti palestinesi una copia dell'accordo, chiamato "Proposta per un programma unito", insieme ad altri documenti compravanti lo svolgimento dei negoziati. Insieme sotto l'egida di Arafat Tredici fazioni palestinesi, tra cui al-Fatah, Hamas e la Jihad islamica, si sarebbero incontrate regolarmente a Gaza City per provare ad archiviare le loro storiche controversie e costituirsi in un fronte unito sotto la guida di Yasser Arafat. I punti principali del documento Il primo di essi - scrive il The Guardian - è "la fine dell'occupazione militare israeliana e degli insediamenti illegali dai territori occupati il 5 giugno 1967 (in occasione della Guerra dei sei giorni, ndr.), inclusa Gerusalemme". Il secondo è la costituzione di "uno Stato palestinese indipendente che abbia la piena sovranità, con Gerusalemme capitale, sulla terra occupata nel 1967". Il terzo, infine, è "la preservazione e la protezione del diritto dei profughi palestinesi di tornare alle loro case, da cui sono stati costretti a fuggire, in accordo alla risoluzione 194 delle Nazioni Unite del 1948". Adozione sistema multipartitico Il documento afferma inoltre la necessità di una completa riforma democratica della società palestinese , con l'adozione di un sistema politico multipartitico. Abbandonare strategia degli attentati Ma uno dei dati più significativi del documento è che per realizzare questi obbiettivi, anche i gruppi più radicali, come Hamas, sarebbero pronti a rinunciare alla strategia degli attentati contro i civili israeliani.

Le severe misure di sicurezza adottate da Israele negli ultimi mesi per sradicare la infrastruttura terroristica palestinese hanno provocato un vero disastro nell'economia palestinese. Lo afferma l'emissario delle Nazioni Unite nella regione, Terje Larsen. Secondo i dati raccolti dai suoi collaboratori nei Territori, nel secondo trimestre del 2002 il tasso medio di disoccupazione era compreso fra il 36% e il 50% della forza lavoro. Questo tasso ha raggiunto vette del 63,3% questa estate, quando 500-900 mila persone in Cisgiordania sono state sottoposte a ricorrenti coprifuoco. Dall'inizio dell'intifada nel settembre 2000 l'economia palestinese - secondo Larsen - ha perduto introiti per un valore complessivo di 3,3 miliardi di dollari. Una volta stabilito il livello di poverta' in consumi quotidiani pro capite che non eccedano i due dollari, lo staff delle Nazioni Unite ha calcolato che il 70% degli abitanti di Gaza e il 55% della popolazione della Cisgiordania ne sono al di sotto. Nei Territori c'e' diffusa disperazione. Il funzionario Onu ammette che la rimozione della morsa militare potrebbe effettivamente creare rischi per la sicurezza di Israele. Al tempo stesso, avverte, perpetuare la situazione attuale genera fra i palestinesi un sempre maggiore estremismo

PAESI BASCHI

Salgono a 12 le sedi di Batasuna sgomberate dalla polizia autonama basca. Solo resistenza passiva da parte dei simpatizanti che occupavano le sedi. Una manifestazione indetta per il 7 settembre a Bilbao contro la sospensione di Batasuna ha generato una aspra polemica fra il Partito Popolare di Aznar e il governo autonomo Basco. Il ministero dell'Interno basco, infatti, ha dato il nulla osta manifestazione, perche' convocata da due cittadini qualsiasi e non da Batasuna in quanto partito politico. Il segretario del Partito Nazionalista Basco, Joseba Egibar, ha detto oggi che la messa al bando di Batasuna e' dovuta in gran parte al -protagonismo maniacale- del giudice Baltasar Garzon. -Eta e Batasuna non sono la stessa cosa, ne' organicamente ne' strutturalmente-, ha aggiunto Egibar, aggiungendo pero' che -appartengono allo stesso spettro -eologico, il che mi pare evidente-. Per il segretario del Pnv l'Eta -non e' semplicemente un'organizzazione mafiosa, ha una storia dietro di se', nella quale cio' che era la sua azione armata in altre epoche ora appare sbiadito, perche' con l'arrivo della democrazia, invece di affrontare le questioni politiche attraverso di essa, ha deciso portare avanti la strategia dell'imposizione-. -Per queste cose bisogna trovare una soluzione, non basta col dire che devono sparire-, ha sottolineato Egibar, secondo il quale -per quanto siano terribili gli effetti della sua strategia terroristica, l'Eta sta agendo dentro una strategia politica, che questo ci piaccia o no-, e ha aggiunto che il Pnv -e' lo specchio della sconfitta dell'Eta-. -La Giustizia di questo paese si sta giocando la reputazione con questa questione-, ha proseguito il portavoce del Pnv, secondo il quale il giudice Garzon -e' gonfio come un pallone gonfiato- che -nei suoi documenti presenta come risolutivi fatti che sono mera speculazione-. Il Psoe guidato da Zapatero chiederà -immediatamente- che Batasuna venga inclusa nella lista di organizzazioni terroristiche stilata dall'Unione Europea, -cio' che e' illegale in Spagna non puo' essere legale in Europa-, ha riferito la responsabile degli affari esteri del partito. -amo tutti parti dell'UE, che e' una istituzione sovranazionale, nella quali gli Stati membri sono sottomessi a una serie di quadri giuridici,e vorrei ricordare che il terzo pilastro della comunita' e' quella della Giustizia e degli Interni-. La dirigente socialista ha aggiunto che in passato l'UE si era rifiutata a considerare Batasuna un'organizzazione terroristica perche' era un partito legale -ma adesso che e' illegale, come lo voleva il Partito Socialista, ovviamente non puo' piu' essere legale in altri paesi europei-. Il giudice Baltazar Grzon, a New York per ricevere un dottorato ad honorem, ha dichiarato che la sospensione di Batasuna non aumenterà atti di tipo terroristico nel paese iberico. In un discorso alla New School University ha parlato dell' 11 settembre: - è necessaria una rivoluzione dei concetti che si oppongono al terrorismo, la legalità è la unica arma a disposizione-. Di parere contrario è il premier spagnolo Aznar che in una intervista al quotidiano El Mundo ha dichiarato che -si dovrà soffrire con una ondata di terrorismo, ma la Spagna sta lavorando nel verso giusto-.

ARGENTINA Nonostante i tentativi del gocverno Duhalde per ottenere aiuti dal FMI, e le dichiarazini ottimiste dei suoi rappresentanti, oggi è arrivata la doccia fredda.L'Argentina non e' ancora pronta per un prestito d'emergenza. Cosi' il FMI ha risposto alla lettera d'intenti inviata all'inizio di agosto dal governo argentino. Il paese ha indubbiamente fatto progressi per cercare di uscire dalla crisi economica - ha dichiarato Thomas Dawson, portavoce dell'istituto di Washington - ma ci sono ancora numerosi problemi che devono ancora essere risolti, tra cui l'ancora troppo elevata spesa pubblica. La notizia, pessima per il governo Duhalde, rappresenta però una speranza per il popolo argentino, che spera che questo convinca il preemier ad adottare politiche differenti da quelle imposte dagli organismi internazionale. Il timore però è che Duhalde accetti le imposizioni del FMI, rendendo ancora più pesante la situazione economica. Recentemente il ministro dell'economia Roberto Lavanga ha condannato la decisione di un tribunale di abolire il taglio ai salari dei dipendenti pubblici varato dal governo che avrebbe prodotto un risparmio di circa $2 mld l'anno. A peggiorare il clima e' giunta inoltre un'inchiesta del Financial Times secondo cui i parlamentari argentini avrebbero chiesto tangenti alle banche straniere presenti sul territorio in cambio del rinvio di una normativa che imporrebbe alle banche il pagamento di una commissione per la creazione di un istituto sociale che aiuti i dipendenti delle societa' finite in bancarotta. Il no del Fmi non e' proprio arrivato come un fulmine a ciel sereno per l'Argentina. Il paese infatti gia' si attendeva una risposta del genere sull'onda del ritardo con cui il Fondo monetario internazionale ha accolto le richieste della lettera d'intenti. L'Argentina dopo aver dichiarato il default sul debito per un valore di $ 141 mld si e' ritrovata con una forte impennata dell'inflazione e della disoccupazione mentre la valuta locale, il peso, ha perso oltre il 70% del suo valore. Oltre ai cittadini a risentire di questa situazione e' stato l'intero sistema bancario che davanti alla corsa agli sportelli per il ritiro dei depositi si trova ora in forte crisi di liquidita' nonostante il blocco imposto dal governo.

Bangladesh - Si è spenta definitivamente l’unica emittente televisiva indipendente non satellitare del Bangladesh, ‘Ekushey Television’ (Etv). La Corte Suprema del Paese asiatico ne ha decretato ieri la chiusura, sostenendo che la licenza in possesso del canale televisivo per la trasmissione dei programmi è ‘irregolare’. I magistrati hanno così confermato il verdetto emesso nel marzo scorso dall’Alta Corte del Bangladesh. Lanciata nell’aprile 2000, la Etv aveva ottenuto la licenza di trasmissione dal partito allora al governo, la Lega Awami (Al) della premier Sheikh Hasina. L’anno scorso hanno sporto denuncia contro l’emittente televisiva 4 persone sospettate di essere spalleggiate dallo schieramento oggi al potere, il Partito nazionale del Bangladesh (Bnp) dell’attuale primo ministro Khaleda Zia. I 4 hanno sostenuto che il precedente governo della Al non aveva seguito le giuste procedure nell’assegnare la licenza alla Etv. Peraltro questa stazione televisiva era già stata temporaneamente chiusa a pochi giorni dalle elezioni politiche dello scorso primo ottobre. Ufficialmente i motivi della decisione erano di ordine tecnico. Di fatto il Bnp, all’epoca all’opposizione, aveva spesso accusato l’emittente di essere troppo schierata con la Al. Va ricordato anche che nel maggio scorso l’esecutivo di Dhaka ha proibito le trasmissioni di Mtv e Channel-V, canali satellitari che trasmettono programmi musicali per un target giovanile di pubblico, per "evitare infiltrazioni da parte di culture diverse e fermare il degrado morale dei giovani".

Pakistan

Bhutto aux législatives

La candidature de l'ancien Premier ministre Benazir Bhutto aux élections législatives d'octobre au Pakistan a été rejetée, a annoncé vendredi un responsable du processus électoral. "Elle a été reconnue coupable par la cour anticorruption, et elle n'est donc pas qualifiée pour participer aux élections", a déclaré Akhlaq Hussain Ladak, membre de la commission électorale, devant un tribunal à Larkana, localité située à quelque 1.200 kilomètres au sud-ouest d'Islamabad. Des centaines de partisans de Mme Bhutto qui s'étaient rassemblés à l'extérieur du tribunal ont scandé des slogans contre le président Pervez Musharraf, selon des témoins. Le général Musharraf avait récemment fait savoir que Mme Bhutto, qui partage son exil entre Londres et Dubaï, serait arrêtée si elle revenait pour participer au scrutin, affirmant qu'il y a à son encontre 12 affaires de corruption. Benazir Bhutto avait quitté le Pakistan en 1998 peu avant sa condamnation, en 1999, à cinq ans de prison dans une affaire de corruption. Elle avait contesté ce jugement devant la Cour suprême, qui avait annulé le verdict. Mais cette année, elle a été condamnée à deux reprises pour délit de fuite parce qu'elle ne s'est pas présentée au tribunal. Et des procédures pour obtenir son extradition sont "en cours", selon Islamabad. Mme Bhutto, Premier ministre à deux reprises, à chaque fois démise de ses fonctions pour corruption, en 1990 et 1996, et chef du Parti populaire du Pakistan (PPP), a été disqualifiée des élections législatives du 10 octobre par des décrets qu'a promulgués le général Musharraf, chef du régime militaire. Un autre ex-Premier ministre en exil, Nawaz Sharif, a, par le biais de ses représentants au Pakistan, également présenté sa candidature à ces élections en dépit de sa disqualification par le président pakistanais.

DALL'ITALIA