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Aggiornamento ore 10.20

FRANCIA

"Legge Perben: Senato impietoso". Così il quotidiano francese Liberation ha intitolato la notizia del passaggio in Senato del disegno di legge Perben, che introdurrà il pugno di ferro nella giustizia minorile. Tra gli aspetti più controversi, il governo propone infatti la creazione di centri educativi chiusi (che secondo le associazioni per i diritti dei bambini corrispondono ai vecchi correzionali) per gli adolescenti recidivi e arresto a 13 anni. Dopo due giorni di discussione serrata, i senatori hanno adottato in prima lettura il testo del progetto di legge, proposto dal ministro della Giustizia Dominique Perben. L'opposizione di sinistra ha chiesto la soppressione degli articoli che essa giudica pericolosi e controproducenti, come, ad esempio, quella che rendesse la detenzione cautelare dei minori tra i 13 e 16 anni non possibile se non dopo la creazione di sezioni specializzate e riservate ai minori nelle carceri per adulti. Ma anche questo emendamento è stato rigettato. "Questo testo non sarà efficace se non per riempire un pò di più le prigioni - ha dichiarato la senatrice dell'opposizione, Nicole Borvo, durante il voto - Instaura una giustizia repressiva nei confronti dei giovani e delle popolazioni svantaggiate. E non appena qui si evoca l'idea che potrebbero esserci altre soluzioni, si viene accusati di lassismo".

PALESTINA

Israele sblocca i fondi palestinesi, ma l'Anp non accetta le condizioni e rifiuta l'assegno. L'importo dei tre assegni costituisce complessivamente il 10% dei due miliardi di shekel (la moneta israeliana) che Israele aveva raccolto come dazi doganali e altre imposte per conto dell'Anp, ma che aveva bloccato nelle sue banche dopo lo scoppio della 2° intifada. La radio pubblica israeliana ha detto che Fayyad dell'ANP pur illustrando i criteri sulla base dei quali i fondi saranno spesi, non ha voluto ricevere l'assegno perché rifiuta le condizioni che Israele ha posto sull'impiego dei fondi. Israele vuole essere certo che i soldi non siano spesi per pagare gli stipendi del personale dei servizi di sicurezza palestinesi, che lo stato israeliano accusa di essere almeno in parte implicati in attività terroristiche, e che non vadano ad arricchire conti privati. I fondi, hanno detto fonti israeliane, sono stati sbloccati unicamente per attività volte ad alleviare le dure condizioni di vita della popolazione palestinese.

URAGUAY

Chiuse tutte le banche del paese, per la prima volta dopo molti decenni . Il governo dell'Uruguay, stretto alle corde da una fuga di depositi che ha messo in discussione la fiducia nel sistema finanziario del paese, ha determinato la chiusura delle banche. Mentre il governo tenta di strappare un urgente accordo al Fondo monetario internazionale per un nuovo afflusso di fondi con cui far fronte alla situazione. Per tutta la giornata, i risparmiatori hanno fatto la fila davanti ai bancomat per tentare di racimolare qualche soldo, ma alla fine hanno desistito di fronte al loro blocco totale. Pur se il governo ha annunciato che la chiusura delle banche si sarebbe protratta per sole 24 ore, non mancano gli analisti che prevedono che possa durare fino a lunedì prossimo.

COSTA RICA

Una forte scossa sismica è stata registrata nella notte in Costa Rica, non lontano dalla zona di confine con Panama. Secondo dati resi noti dall' Osservatorio sismologico del Paese centroamericano, il movimento tellurico ha raggiunto un'intensità pari a 6.2 gradi sulla scala Richter. Il Servizio sismologico nazionale ha rivelato che la scossa è stata registrata alle 18:19 locali (le 00:19 in Italia) a 40 chilometri sud di Golfito, principale porto sulla costa meridionale del Pacifico. La scossa è la più forte registrata quest'anno nello stato centroamericano. Le autorità costaricane segnalano per il momento due feriti e rilevanti danni materiali nella zona di Ciudad Neilly, nei pressi del confine con Panama. La Croce rossa costaricana ha precisato che i feriti sono due donne rimaste coinvolte nel crollo della loro abitazione a due piani.

Pakistan, critiche a Musharraf dalla stampa interna

Prima ha preso il potere con un colpo di Stato nel 1999. Poi ha annunciato che lo avrebbe restituito ai civili dopo tre anni. Nell’aprile scorso ha indetto un referendum per restare in carica altri cinque anni, e malgrado le denunce di brogli, l’ha vinto. Ora il National Reconstruction Bureau (Nrb) ha presentato un pacchetto di riforme costituzionali che permetterà al generale pachistano Pervaiz Musharraf di restare al potere a tempo indeterminato e di disfarsi dei suoi avversari senza violare la legge. Così denuncia Syed Ali Dayan Hasan sul mensile pakistano Herald. "In base a questi emendamenti il primo ministro, il parlamento e altri organi istituzionali democratici saranno completamente subordinati al presidente, e di conseguenza ai vertici militari. Dalle previste elezioni di ottobre possiamo aspettarci solo un premier-fantoccio agli ordini di Musharraf, che per di più potrà sciogliere il parlamento quando vuole o ignorarne le direttive". Stessa opinione è espressa dalla Bbc: "Musharraf ha paura dell’esito delle elezioni, che potrebbero rimettere in discussione le basi giuridiche e politiche della presenza dei militari al potere in Pakistan".

Leggittimo sospetto

Riprenderanno alle 13,45 i lavori della commissione Giustizia del Senato, impegnata nella maratona sulla legge Cirami riguardante la legittima suspicione processuale che entro domani dovrebbe essere licenziata per l'aula. La seduta-fiume della notte, che ha visto un nuovo duro scontro fra l'Ulivo e la presidenza del Senato, non ha sbloccato l'impasse e i lavori continuano a procedere a rilento per l'ostrzionismo del centrosinistra. Non e' ancora concluso l'esame del primo dei tre articoli: gli uffici calcolano che discussione e voto di quanto resta ancora da fare per arrivare a chiudere il lavoro in commissione, potrebbero richiedere ancora circa venti ore: troppe per arrivare domani (penultimo giorno di lavoro prima della pausa estiva e termine deciso ieri in aula per l'esame in assemblea) con un voto della commissione. La Cdl, in sostanza, e' a un bivio: andare in aula subito senza voto della commissione, rinviare lo scontro a settembre.