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luc, io le metto come le trovo dalle agenzie, che non le correggo. Quindi fai attenzione tu, se decidi di darle, al taglio che hanno. Per capirci, i missili non cadono, vengono sanciati apposta, anche se apbiscom fa finta che non sia così.....baci e buona nottata, paoletta

Roma - Si tratta della più sanguinosa strage di civili dall'inizio della guerra all'Iraq. Un missile è caduto nel pomeriggio (le 16.30 circa ora italiana) sul mercato del sobborgo nord-occidentale di Baghdad, Shula. Secondo le autorità irachene i morti sono 58: lo ha detto il ministro dell'informazione iracheno Mohammed Saeed al-Sahhaf, aggiungendo che il bilancio probabilmente si aggraverà perché moltissimi sono i feriti. Secondo gli inviati occidentali che si sono recati all'ospedale Al Noor di Baghdad, dove sono state ricoverate molte delle persone rimaste ferite nell'esplosione, moltissimi sono anche i bambini, i feriti gravi sono numerosi. Ma le notizie sono ancora frammentarie. La Abu Dhabi Tv (Emirati Arabi Uniti) afferma che si è trattato di un missile Usa cruise. Ma sia il comando Usa, sia quello britannico, non confermano la notizia, dicendo che stanno ancora indagando. A Baghdad intanto si bombarda ancora, una forte esplosione è stata intesa nella tarda serata vicino al ministero dell'Informazione. Bombardamenti anche a Masul, a nord, e sempre sul fronte nord i partiti dell'opposizione curda hanno emesso un comunicato invitando la popolazione a ribellarsi contro le truppe irachene. I sette giornalisti italiani con cui non si hanno più contatti dalla tarda mattinata di venerdì sarebbero in un albergo di Bassora, e domani potrebbero essere espulsi; sono le notizie più incoraggianti, ma non confermate, per gli inviati dei quotidiani. Il gruppo, distribuito in alcune autovetture, ha superato la postazione di alcuni soldati britannici ed è stato avvertito che da quel punto in poi la strada non era sicura. Sarebbero stati fermati da uomini della polizia irachena, che li avrebbero quindi arrestati. La situazione a sud rimane molto confusa, Bassora è lungi dall'essere conquistata, mentre a Umm Qasr è attraccata ieri la prima nave di aiuti alimentari, 650 tonnellate sulla britannica Sir Galahad. Intanto all'Onu il Consiglio di Sicurezza ha votato all'unanimità la risoluzione che riavvia il programma "oil for food", con il quale l'Iraq potrà riprendere a vendere petrolio in cambio di beni alimentari sotto la supervisione delle Nazioni Unite; l'applicazione però dipenderà naturalmente dagli eventi bellici. Dal punto di vista diplomatico è un passo fondamentale: è stata accettata la risoluzione britannica, ed è un segnale di pacificazione fra i membri del Consiglio che lascia ben sperare per la cooperazione nella ricostruzione postbellica. Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha firmato ieri il decreto con cui, a seguito della deliberazione del Consiglio dei Ministri, è stato dichiarato lo stato di emergenza sul territorio nazionale in relazione al delicato panorama internazionale conseguente al conflitto in atto in Iraq. Secondo fonti di Palazzo Chigi, un "atto dovuto" e "preventivo", necessario perché la complessa macchina della Protezione Civile possa attivarsi nell'eventualità di emergenze sul territorio nazionale