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Il WORKSHOP "SICUREZZA ALIMENTARE E AGRICOLTURA BIOLOGICA” del 10 giugno
Si è svolto ieri pomeriggio l’incontro dal titolo Sicurezza alimentare e agricoltura biologica” organizzato da IFOAM (federazione Internazionale dei Movimenti per l’agricoltura biologica”
I relatori si sono confrontati sui temi della sostenibilità dell’agricoltura tradizionale e sulle ipotesi di sviluppo dell’agricoltura biologica.
visto che non c'è ancora, metto la sintesi tradotta del documento che sarà approvato dal Forum: ''Profitti per pochi o cibo per tutti?'' (Giangi)

'''PROFITTO PER POCHI O CIBO PER TUTTI?''' RICONSIDERATO CINQUE ANNI DOPO
   La sovranità alimentare, il diritto al cibo e a modelli alternativi di Agricoltura sono gli elementi determinanti per una strategia che punti a eliminare fame e malnutrizione.
Alla fine del Vertice Alimentare Mondiale del 1996 le ONG e le OSC presenti approvarono una dichiarazione dal titolo ''Profitto per pochi o cibo per tutti'', nella quale si segnalava che le misure e e le attività citate nel ''Piano d'Azione'' non avrebbero raggiunto grandi risultati nella riduzione del numero di affamati nel mondo. Purtroppo quell'analisi della società civile era esatta.
   La FAO ha individuato i due principali ostacoli al miglioramento del programma: la mancanza di volontà politica e la mancanza di sufficienti mezzi finanziari. Ma noi non crediamo che maggiori risorse, investite nel medesimo modello di sviluppo agricolo, raggiungerà l'obbiettivo del Vertice Alimentare Mondiale e che maggiori risorse saranno sufficienti ad accelerare il processo.
  Già nel 1996 ONG e OSC scrivevano "Noi proponiamo un nuovo modello per raggiungere la sicurezza alimentare, che chiama in causa molti degli assunti esistenti, delle politiche e delle pratiche. Il modello, fondato sul decentramento, si contrappone a quello esistente, basato sulla concentrazione di ricchezza e potere, che ora minacciala sicurezza alimentare mondiale, la diversità culturale e gli ecosistemi che permettono la vita sul pianeta".
   ONG e OSC hanno individuato tre temi principali:

'''A.''' Sulle questioni della fame e della malnutrizione ci vuole un approccio fondato sui diritti. Il diritto a una alimentazione adeguata deve essere messo al centro di qualunque iniziativa della FAO, responsabilizzando gli stati, gli organismi intergovernativi e le aziende transnazionali nei confronti delle popolazioni.

'''B.''' L'attuale modello di agricoltura industriale, I sistemi di allevamento animale intensive e di pesca eccessiva, stanno distruggendo i tradizionali sistemi agricoli e la varietà dell'ecosistema. E' urgente sviluppare un uso sostenibile dell'ecosistema attraverso modelli alternativi di agricoltura.

'''C.''' Nell'attuale commercio agricolo le sovvenzioni pubbliche alle esportazioni dei paesi del Nord mantengono artificiosamente i prezzi bassi, con l'autorizzazione dell'OMC: ciò provoca effetti distruttivi sulla maggior parte delle popolazioni delle aree agricole, le famiglie di coltivatori e le comunità indigene. La sovranità alimentare deve garantire un reddito decente ai coltivatori e porre limiti al monopolio del cibo da parte della grandi aziende.

Questi tre temi centrali si articolano in 10 punti.
  '''A1. Diritto a un'alimentazione adeguata'''
La Dichiarazione di Roma riconferma questo diritto, che impegna gli stati a garantirlo e svilupparlo e a responsabilizzare individui e organizzazioni sociali. La mancanza di volontà o l'incapacità dei governi a rispettare i loro impegni ha in parte determinato la fame e la malnutrizione. Se gli stati perdono la propria sovranità per l'azione dei poteri sovranazionali (p. es., per le conseguenze finanziarie delle regole del commercio internazionale, delle politiche di aggiustamento strutturale), allora le responsabilità sono anche delle organizzazioni intergovernative.
Il diritto all'alimentazione adeguata fa parte dei diritti umani e significa che ogni donna, uomo o bambino abbiano accesso fisicamente ed economicamente in ogni momento ad un'alimentazione adeguata utilizzando le necessarie risorse di base, nel rispetto della loro dignità; cibo senza sostanze nocive, culturalmente accettabile, in quantità e qualità che soddisfi i bisogni nutrizionali delle persone, nel rispetto degli altri diritti umani e della produzione sostenibile.
* Proposte: Le ONG e le OSC chiedono agli stati di adottare un Codice Internazionale di Comportamento sul diritto a un'alimentazione adeguata, a partire dal documento delle ONG approvato nel 1996, definendo regole e responsabilità dei soggetti pubblici e privati.
   '''A2. Accesso alle risorse produttive'''
Fame e malnutrizione sono spesso causa di esclusione dalle risorse produttive (terra, foreste, mari, semi, tecnologie, crediti, ecc.). L'esclusione sociale, determinata da normative interne agli stati, è uno degli ostacoli principali all'accesso e non è adeguatamente considerato dall'agenda politica: così non saranno mai raggiunti gli obbiettivi del Vertice FAO sull'alimentazione. P. es., i lavoratori agricoli senza terra sono esclusi dalle riforme agrarie; le donne sono escluse dal credito o sono escluse dall'eredità della famiglia; l'accesso ai semi sta diventando sempre più complicato, a causa del crescente monopolio delle grandi aziende sui mercati e la progressiva brevettazione dei semi; anche l'accesso all'acqua sta diventando sempre più difficile.
*Proposte: Riforme agrarie globali adattate alle condizioni locali, con uguali opportunità per le donne e equo accesso alle risorse produttive.
   '''A3. Diritti dei lavoratori agricoli'''
Molti lavoratori agricoli lavorano senza contratto e su base stagionale o giornaliera, senza diritti sindacali, supersfruttati, senza tutele sociali, esposti ai pesticidi: sono quindi i più vulnerabili.
*Proposte: Riconoscimento dei diritti dei lavoratori agricoli, compresi quelli sindacali, sociali, sanitari e assistenziali, in linea con gli standard dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (che devono essere sottoscritti da tutti i governi) e dei diritti umani. Riconoscimento dei diritti culturali, sociali, economici e politici delle comunità indigene.
   '''A4. Diritti indigeni'''
Le comunità indigene affrontano terribili problemi in molte parti del mondo, a causa dei conflitti per la terra, gli sgomberi e gli espropri.
*Proposte: Riconoscimento dei diritti, dell'autonomia, dell'autodeterminazione e della cultura indigene.
   '''A5. Approccio e Osservatorio dei diritti umani per la FAO'''
La FAO ha iniziato a lavorare sull'Osservatorio dei diritti umani e del diritto a un'adeguata alimentazione, ma l'approccio non è ancora sostanziale.
Il sostegno della FAO per i progetti tecnici e finanziari non ha ancora identificato le aree e i metodi di lavoro.
*Proposte: L'Osservatorio deve documentare anche le violazioni del diritto a un'adeguata alimentazione.

   '''B6. L'Agro-ecologia è una possibilità importante'''
L'attuale modello di agricoltura industriale non è sostenibile: i tassi di sfruttamento di acqua, suoli, diversità biologica sono eccessivi. Eppure questo modello riceve la maggior parte dei finanziamenti per la ricerca. L'ONU dovrebbe fare regolarmente una valutazione dei costi ambientali e sociali dell'agricoltura industriale. La crescita delle grandi aziende agricole in molti paesi determina l'allontanamento forzato dei piccoli coltivatori.
*Proposte: Cambiare il modello produttivo, adottando principi agro-ecologici. Più fondi per la ricerca nell'agricoltura organica, coinvolgendo i coltivatori diretti e le loro conoscenze. Proteggere la vegetazione per evitare siccità e desertificazione. Ridurre l'uso dei pesticidi e concimi chimici. Fare investimenti nell'economici e sociali nelle zone rurali, per sviluppare una economia decentralizzata.
   '''B7. OMG, Biotecnologia, tecnologia agricola'''
Le risorse genetiche esistenti sono il risultato di migliaia di anni di graduali sperimentazioni di piccoli agricoltori e comunità indigene: i semi sono quindi patrimonio dell'umanità. L'accesso alle risorse genetiche è essenziale per la sicurezza alimentare. L'attuale tendenza della ricerca deve cambiare e diventare principalmente pubblica. Gli OGM sono una minaccia per gli agricoltori e i poveri delle campagne, oltre che per l'agricoltura in generale. Gli OGM rappresentano l'ultima evoluzione della "Rivoluzione Verde" e provocherà un pericolosa uniformità dei prodotti agricoli, favorendo la proprietà private dei semi. La strategia delle grandi aziende sviluppa la contaminazione delle coltivazioni con sementi OGM, per costringere i contadini a comprarle e a usare concimi chimici.
*Proposte: Proibire la bio-pirateria e i brevetti degli organismi viventi, comprese le varietà sterili. Attuare subito una moratoria sulla produzione e l'uso degli OGM, fin quando non sarà dimostrata la loro innocuità per la salute e l'ambiente, attraverso procedure pubbliche e accessibili a ONG e OSC. Vietare gli aiuti alimentari con OGM.
   '''C8. Questioni commerciali'''
Le regole del commercio agricolo imposte dall'OMC e altri organismi regionali, il G8, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e altre istituzioni finanziarie ha seriamente compromesso la sicurezza alimentare e la vita dei piccoli agricoltori, soprattutto nei paesi poveri. L'OMC consente ricche sovvenzioni alle grandi aziende agricole dei paesi del Nord e impone la liberalizzazione dei mercati agricoli nei paesi del Sud, privi di sovvenzioni per gli agricoltori e costretti a importare i prodotti a basso prezzo del Nord. Le organizzazioni della società civile devono avere il diritto di decidere le proprie strategie per la produzione sostenibile e su scala piccola e media, la distribuzione e il consumo di cibo, nel rispetto delle diverse culture di contadini, pescatori e comunità indigene. Sovranità alimentare non significa autarchia o protezionismo, né impedisce il commercio internazionale agricolo e ittico.
*Proposte: Fine di tutte le forme di "dumping" (vendita di prodotti sottocosto). Cambiare le regole del commercio internazionale, per garantire alle famiglie contadine e ai gruppi a rischio un reddito e la possibilità di produrre cibo. Escludere l'agricoltura dagli accordi dell'OMC. Un nuovo sistema, democratico e trasparente, per regolare il commercio internazionale.
   '''C9. Privatizzazioni (acqua, terra, mercati, ecc.)'''
La privatizzazione dei beni pubblici è un fatto preoccupante. Prima responsabile di questo processo è la Banca Mondiale, che vuole introdurre il mercato della terra in tutte le zone rurali, distruggendo le risorse collettive della comunità e i sistemi produttivi locali. La redistribuzione delle terre ai contadini poveri è ancora un fattore decisivo per lo sviluppo di molte zone rurali. La privatizzazione dell'acqua difficilmente favorirà la sua distribuzione alle comunità marginali.
*Proposte: No allo sviluppo di un mercato della terra, proposto come alternativa alle riforme agrarie. Una rapida e acritica privatizzazione diminuirà l'accessibilità dei beni pubbici per le comunità marginali.
   '''C10. Democrazia e partecipazione'''
E' necessario un modello di democrazia inclusiva e partecipativa, basato sui diritti umani, sociali ed economici. I governi locali e nazionali devono prendersi una effettiva responsabilità nella lotta contro fame e malnutrizione e le organizzazioni popolari e le ONG devono poter partecipare alle decisioni politiche. Attualmente è in corso un processo di concentrazione monopolistica delle risorse produttive, mentre l'esclusione sociale non viene ridotta. La mancanza di volontà politica è stata determinante nel fallimento degli obbiettivi stabiliti nel Vertice mondiale FAO del 1996.

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Il WORKSHOP "SICUREZZA ALIMENTARE E AGRICOLTURA BIOLOGICA” del 10 giugno
Si è svolto ieri pomeriggio l’incontro dal titolo Sicurezza alimentare e agricoltura biologica” organizzato da IFOAM (federazione Internazionale dei Movimenti per l’agricoltura biologica”
I relatori si sono confrontati sui temi della sostenibilità dell’agricoltura tradizionale e sulle ipotesi di sviluppo dell’agricoltura biologica.
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Il sistema delle produzioni biologiche sicuramente non è il solo mezzo per risolvere tutti i problemi dell’alimentazione ma, se sviluppato e potenziato, potrebbe offrire una possibilità in più per tamponare alcune gravi problematiche del settore, come per esempio, quelle relative all’impatto ambientale, alla qualità e agli alti costi di produzione.
Particolarmente interessante è stato il contributo dell’ecologista indiana Vandana Shiva, che ha ribadito i problemi connessi all’uso di pesticidi. Vandana Shiva ha inoltre sottolineato le gravi conseguenze economiche del fenomeno del dumping, a causa del quale molti piccoli produttori agricoli vivono in condizioni di povertà, senza possibilità di sviluppare il loro lavoro e ha sottolineato come incrementando il sistema di rapporto diretto tra produttore e consumatore sarebbe possibile contenere i costi e garantire all’agricoltore un giusto guadagno.
Il sistema delle produzioni biologiche sicuramente non è il solo mezzo per risolvere tutti i problemi dell’alimentazione ma, se sviluppato e potenziato, potrebbe offrire una possibilità in più per tamponare alcune gravi problematiche del settore, come per esempio, quelle relative all’impatto ambientale, alla qualità e agli alti costi di produzione.
Particolarmente interessante è stato il contributo dell’ecologista indiana Vandana Shiva, che ha ribadito i problemi connessi all’uso di pesticidi. Vandana Shiva ha inoltre sottolineato le gravi conseguenze economiche del fenomeno del dumping, a causa del quale molti piccoli produttori agricoli vivono in condizioni di povertà, senza possibilità di sviluppare il loro lavoro e ha sottolineato come incrementando il sistema di rapporto diretto tra produttore e consumatore sarebbe possibile contenere i costi e garantire all’agricoltore un giusto guadagno.
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Il ministro tedesco della Protezione dei Consumatori e dell’Agricoltura, Renate Kunast, ha puntato l’indice sul problema dell’inadeguatezza organizzativa e strutturale della maggior parte delle organizzazione agricole biologiche, che non sarebbero ancora in grado , secondo l’opinione del Ministro, di competere con le grandi multinazionali e ha commentato, supportata da esempi, la necessità di migliorare la trasparenza dei processi di produzione.
“L’agricoltura biologica” ha detto il ministro Kunast “non dovrebbe continuare a dipendere dalle strutture tradizionali dell’agricoltura industriale, ma dovrebbe piuttosto sviluppare proprie strutture autonome, costituendo per esempio dei network tra produttori”
L’incontro si è concluso con un vivace dibattito tra i relatori e i partecipanti al workshop: diversi piccoli coltivatori biologici hanno portato all’attenzione le difficoltà che ancora incontrano nel loro lavoro, relative per esempio alla rigidità delle normative in materia di certificazione dei prodotti e alla politica dell’Unione Europea principalmente orientata all’esportazione o all’alto costo dei mangimi per gli animali.


'''Per Paula'''
Il ministro tedesco della Protezione dei Consumatori e dell’Agricoltura, Renate Kunast, ha puntato l’indice sul problema dell’inadeguatezza organizzativa e strutturale della maggior parte delle organizzazione agricole biologiche, che non sarebbero ancora in grado , secondo l’opinione del Ministro, di competere con le grandi multinazionali e ha commentato, supportata da esempi, la necessità di migliorare la trasparenza dei processi di produzione.
“L’agricoltura biologica” ha detto il ministro Kunast “non dovrebbe continuare a dipendere dalle strutture tradizionali dell’agricoltura industriale, ma dovrebbe piuttosto sviluppare proprie strutture autonome, costituendo per esempio dei network tra produttori”
L’incontro si è concluso con un vivace dibattito tra i relatori e i partecipanti al workshop: diversi piccoli coltivatori biologici hanno portato all’attenzione le difficoltà che ancora incontrano nel loro lavoro, relative per esempio alla rigidità delle normative in materia di certificazione dei prodotti e alla politica dell’Unione Europea principalmente orientata all’esportazione o all’alto costo dei mangimi per gli animali.

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Workshop: Impactos del ALCA para la soberania alimentaria de los pueblos de America.(Impatti dell' ALCA sulla sovranità alimentare dei popoli d'America)
Roma,10/06/2002

Gli USA stanno promuovendo la costituzione di area di libero commercio (ALCA) nel continente americano. Il patto, firmato all'inizio degli anni novanta, sarà probabilmente ratificato nel 2005.
Ad oggi, l'apertura commerciale ha solo provocato maggior povertà nei paesi latino-americani, a causa delle distorsioni mercantili provocate a loro volta dai sussidi protezionisti degli Stati uniti e dei paesi più sviluppati. Distorsioni che fanno particolarmente profonde nel caso del settore agro-alimentare.
L'ALCA si presenta subito come sinonimo di asimmetria. Diversamente dall'UE, le parti in causa hanno infatti diversi livelli di sviluppo. Il supposto libero commercio in queste condizioni non è altro che un meccanismo volto a incrementare l'insicurezza alimentare e la povertà e a radicare l'esclusione di diverse identità sociali che la Red Interamericana Agriculturas y Democracia (RIAD) ha ritenuto necessario far incontrare a Roma.
Dal workshop sono emersi interessanti temi di discussione.
Renato Maluf, dell'università di Rio de Janeiro, discutendo dei caratteri e dei contenuti dell'ALCA, si è domandato se sia realmente necessario un accordo emisferico. Dal canto loro, gli States vedono, nell'applicazione dell'ALCA, la possibilità di allargare la loro sfera di influenza politica ed economica, penetrando in nuovi mercati attraverso investimenti corposi e tramite la pratica del dumping (esportazione di prodotti da vendere in sottoprezzo, spesso sotto il costo di produzione, modificando gli equilibri tra domanda e offerta). L'ALCA è quindi da ascrivere, secondo Victor Suarez, direttore esecutivo dei campesinos del Messico, al desiderio degli Stati uniti di recuperare le quote di mercato erose, ad esempio da UE e Australia, oppure, nella stessa America Latina dal Mercosur. Inoltre, gli USA, pur chiedendo ai paesi sudamericani e del Caribe di essere concorrenziali, impongono i loro brevetti e il rispetto delle proprietà intellettuali sulle tecnologie.
E' necessario ricordare che anche i grandi imprenditori latinoamericani sarebbero favoriti dall'ALCA (17 imprese sudamericane controllano il 43% dell'export della macro-regione), tuttavia i piccoli produttori non ritengono utile ed equa la proposta degli Stati uniti perchè si parla di un accordo di liberalizzazione commerciale e non di sviluppo economico che verrà applicato attraverso l'imposizione di modello di produzione non sostenibile nemmeno dal punto di vista ecologico, come sottolinea l'equadoregna Ana Lucia Bravo. L'area sudamericana dispone di ingenti quantità di risorse petrolifere e naturali (31% dell'acqua, 23% dei boschi, 43% della flora e della fauna presenti sul pianeta) su cui gli USA potranno mettere le mani. Mantenere un sistema simile a quello degli States significherbbe anche sovraprodurre, consumare molto di più e produrre quote di rifiuti che comporterebbero costi sociali elevatissimi. Impossibile inoltre applicare il principio di precauzione nei confronti degli OGM, su cui esistono invece normative ancora abbastanza rigide in Europa e Giappone. La dipendenza alimentare del sudamerica aumenterebbe a dismisura.
L'esperienza del Messico, nel NAFTA (North America Free Trade Agreement) da 9 anni, ha già dimostrato le possibili cause e conseguenze di un accordo commerciale con gli Stati uniti. Con l'ALCA, attraverso l'annullamento della resistenza delle popolazioni locali, verrebbe smantellata l'agricoltura campesina e la società indigena. L'espulsione della popolazione rurale dai campi comporterebbe un'impennata della disoccupazione, un conseguente crollo dei salari e la possibilità di sfruttare manodopera a basso costo, soprattutto negli stessi USA, luogo di approdo dei migranti sudamericani ma anche luogo ove regna il razzismo.
ALCA è anche un'accordo militare: lo dimostrano, ad esempio, le politiche di terrore svolte nei confronti dei coltivatori di coca. E' stato sottolineato come in questa decina d'anni gli scenari politico-economici dell'America Latina siano radicalmente mutati, tra crisi economica argentina, golpi venezuelani (peraltro imputabili agli States) e notevole sviluppo del Brasile (per questo isolato dagli USA).
E' opinione di Pedro de la Cruz, presidente dei campesinos equadoregni, che l'ALCA sia paragonabile a un OGM. Idea originale ma giustificata in quanto l'Alca non risponde all'evoluzione dell'area dell'America Latina, violandola nelle sue caratteristiche storiche, economiche, politiche e sociali. De la Cruz ritiene che sia molto più auspicabile un'integrazione di tipo regionale basato non sulla dipendenza e sull'assimmetria ma sulla solidarietà e la cooperazione.

Workshop: Impacts of ALCA over food sovereignty of American peoples. Rome 10/06/2002
The U.S.A fosters the creation of a free trade area in the American continent. The agreement, signed on the beginning of the 90’s, will probably be ratified on the year 2005. For the moment the trade area has only brought poverty to the Latin American countries, due to trade distortions caused by protectionist benefits of the U.S. and to developed countries.
These distortions become more severe in the food and agriculture sector.
ALCA is synonymous of unbalance.
Unlike the EU, the countries have different levels of development.
Free trade within these conditions is nothing but a mechanism which aim is to increase food uncertainty and poverty and emphasize the exclusion of the different social identities that the Interamerican Agriculture and Democracy net (RIAD Red Interamericana Agriculturas y Democrazia)felt necessary to gather in Rome.
Interesting discussions emerged from the Workshop. Mr. Renato Maluf, of the University of Rio de Janeiro, debating over the features and contents of ALCA, questioned the need of an hemispheric agreement. The implementation of the free trade area for the United States means a chance to broaden its economic and political influence, penetrating new markets by means of sound investments and dumping (exportation of products to be sold below prize, often below production costs, modifying the balance between offer and demand). According to Victor Suarez, president of Mexican peasants, ALCA stems from the desire of the U.S to recover the erosion of market shares, for instance the shares of the EU and of Australia, or the one of Latin America from Mercosur.
Moreover the U.S. asks the South American and Caribbean countries to be competitive, but then it imposes its patents and respect for intellectual properties on technologies. It’s important to bear in mind that also strong Latin American entrepreneurs would benefit from ALCA (17 South American companies control 43% of the exportation of the Macro-region), yet small producers reckon that the U.S. proposal isn’t useful nor just because its a free trade agreement and not aimed at economic development and it will be implemented by means of an imposed production pattern unsustainable not even from an ecological point of view, as Ana Lucia Brava from Ecuador points out.
The South American area has great natural and oil resources (31% of water, 23% of woods, 43% of flora and fauna present on earth)that the U.S would gain. Maintaining a U.S.A type of system leads to overproduction, increases consume and produces wastes which would imply a very high social cost. Moreover it would be impossible to apply the principle of precaution to the GMO’s that are under strict regulation in Europe and Japan.
The food dependence of South America would greatly increase.
The Mexican example in the NAFTA (North America Free Trade Agreement)during 9 years, has already demonstrated the possible causes and consequences of a trade agreement with the U.S. ALCA, through the eradication of local people resistance, would dismantle peasant agriculture and the indigenous society.
Exclusion of the rural population from the fields would imply a steep rise in unemployment, a crash of salaries and would give the possibility to exploit low cost labor force, especially in the U.S, where south American emigrants go, and where racism is very strong.
ALCA is also a military agreement: as the terror policies against the Coca grower show.
Emphasis was given to the fact that in these last ten years the political and economic scenario of Latin America has radically changed, due to Argentina economic crisis, coup d’etat in Venezuela (the U.S. was blamed for this fact) and remarkable development of Brazil (that U.S. isolated for this reason). Pedro de la Cruz, president of the Ecuador peasants, reckons that ALCA is like a GMO.
His idea is bizarre but we can understand it for ALCA does not respond to the evolution of the Latin American area, breaking its historical, economic, political, and social features. Mr. De la Cruz is for a regional integration not based on dependence and unbalance, but on solidarity and cooperation.



Gli USA stanno promuovendo la costituzione di area di libero commercio (ALCA) nel continente americano. Il patto, firmato all'inizio degli anni novanta, sarà probabilmente ratificato nel 2005. Ad oggi, l'apertura commerciale ha solo provocato maggior povertà nei paesi latino-americani, a causa delle distorsioni mercantili provocate a loro volta dai sussidi protezionisti degli Stati uniti e dei paesi più sviluppati. Distorsioni che fanno particolarmente profonde nel caso del settore agro-alimentare. L'ALCA si presenta subito come sinonimo di asimmetria. Diversamente dall'ue, le parti in causa hanno infatti diversi livelli di sviluppo. Il supposto libero commercio in queste condizioni non è altro che un meccanismo volto a incrementare l'insicurezza alimentare e la povertà e a radicare l'esclusione di diverse identità sociali che la Red Interamericana Agriculturas y Democracia (RIAD) ha ritenuto necessario far incontrare a Roma. Dal workshop sono emersi interessanti temi di discussione. Renato Maluf, dell'università di Rio de Janeiro, discutendo dei caratteri e dei contenuti dell'alca, si è domandato se sia realmente necessario un accordo emisferico. Dal canto loro, gli States vedono, nell'applicazione dell'alca, la possibilità di allargare la loro sfera di influenza politica ed economica, penetrando in nuovi mercati attraverso investimenti corposi e tramite la pratica del dumping (esportazione di prodotti da vendere in sottoprezzo, spesso sotto il costo di produzione, modificando gli equilibri tra domanda e offerta). L'ALCA è quindi da ascrivere, secondo Victor Suarez, direttore esecutivo dei campesinos del Messico, al desiderio degli Stati uniti di recuperare le quote di mercato erose, ad esempio da UE e Australia, oppure, nella stessa America Latina dal Mercosur. Inoltre, gli USA, pur chiedendo ai paesi sudamericani e del Caribe di essere concorrenziali, impongono i loro brevetti e il rispetto delle proprietà intellettuali sulle tecnologie. E' necessario ricordare che anche i grandi imprenditori latinoamericani sarebbero favoriti dall'alca (17 imprese sudamericane controllano il 43% dell'export della macro-regione), tuttavia i piccoli produttori non ritengono utile ed equa la proposta degli Stati uniti perchè si parla di un accordo di liberalizzazione commerciale e non di sviluppo economico che verrà applicato attraverso l'imposizione di modello di produzione non sostenibile nemmeno dal punto di vista ecologico, come sottolinea l'equadoregna Ana Lucia Bravo. L'area sudamericana dispone di ingenti quantità di risorse petrolifere e naturali (31% dell'acqua, 23% dei boschi, 43% della flora e della fauna presenti sul pianeta) su cui gli USA potranno mettere le mani. Mantenere un sistema simile a quello degli States significherbbe anche sovraprodurre, consumare molto di più e produrre quote di rifiuti che comporterebbero costi sociali elevatissimi. Impossibile inoltre applicare il principio di precauzione nei confronti degli OGM, su cui esistono invece normative ancora abbastanza rigide in Europa e Giappone. La dipendenza alimentare del sudamerica aumenterebbe a dismisura. L'esperienza del Messico, nel NAFTA (North America Free Trade Agreement) da 9 anni, ha già dimostrato le possibili cause e conseguenze di un accordo commerciale con gli Stati uniti. Con l'alca, attraverso l'annullamento della resistenza delle popolazioni locali, verrebbe smantellata l'agricoltura campesina e la società indigena. L'espulsione della popolazione rurale dai campi comporterebbe un'impennata della disoccupazione, un conseguente crollo dei salari e la possibilità di sfruttare manodopera a basso costo, soprattutto negli stessi USA, luogo di approdo dei migranti sudamericani ma anche luogo ove regna il razzismo. ALCA è anche un'accordo militare: lo dimostrano, ad esempio, le politiche di terrore svolte nei confronti dei coltivatori di coca. E' stato sottolineato come in questa decina d'anni gli scenari politico-economici dell'america Latina siano radicalmente mutati, tra crisi economica argentina, golpi venezuelani (peraltro imputabili agli States) e notevole sviluppo del Brasile (per questo isolato dagli USA). E' opinione di Pedro de la Cruz, presidente dei campesinos equadoregni, che l'alca sia paragonabile a un OGM. Idea originale ma giustificata in quanto l'Alca non risponde all'evoluzione dell'area dell'america Latina, violandola nelle sue caratteristiche storiche, economiche, politiche e sociali. De la Cruz ritiene che sia molto più auspicabile un'integrazione di tipo regionale basato non sulla dipendenza e sull'assimmetria ma sulla solidarietà e la cooperazione.



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Sophie Monsalve

Campagna globale per la riforma agraria.
La Campagna di Via Campesiana e FIAN comincia nel 1999. L'obiettivo principale è appoggiare i movimenti per la riforma agraria a livello internazionale. Perchè l'accesso alla terra sia riconosciuto come diritto umano è necessaria la riforma agraria.
Tre strategie: appoggio diretto ai movimenti nazionali per la riforma agraria, come in Guatemala dove aiutiamo le persone colpite dalla repressione. Missioni investigative internazionali che presentano i propri risultati alla stampa e alle commissioni per i diritti umani, come in Indonesia ed Honduras.
Ultima strategia bisogna spingere per la collaborazione dei movimenti contadini di tutti i continenti, bisogna premere sulla Banca Mondiale e sulle organizzazioni di cooperazione del nord perchè non escludano i popoli dai loro piani.

Biplap Halim

Lavora per una associazione agricola presente in Asia del Sud, India, Sri Lanka, Bangladesh e Pakistan.
Nel Mondo ci sono 40 milioni di persone che non possono mangiare 2 volte al giorno. In Asia del Sud la maggior parte dei contadini non ha terra, l'80% non ne ha o non ne ha abbastanza, il 44% ne ha poca. Il 5% dei proprietari tiene il 60% della terra. C'è una mal distribuzione della terra. La riforma agraria è l'unica possibilità per avere cibo e sovranità alimentare.
Il WTO ha sponsorizzaro la liberalizzazione dell'agricoltura ma le terre sono concentrate nelle mani di pochi proprietari o di grandi organizzazioni.

Vincent Wilson

Denuncia la repressione del governo brasiliano contro le organizzazioni sociali, in particolare contro i Sem Terra.
Molte associazoni sono state perseguitate dalla polizia e i loro capi sono attualmente detenutI.
E' necessario creare un corpo speciale di polizia per lottare per la loro liberazione.
Il Brasile sta impiantando il modello Nord Americano transgenico dell'economia. Sta introducendo la privatizzazione.
Questo modello è rivolto solo agli interessi economici internazionali e non alla gente.
La salita al potere di Fernando Enrique Cardoso ha peggiorato la situazione. La conseguenza è che 60.000 brasiliani vivono in assoluta miseria, il 20% della popolazione economicamente attiva è disoccupata e ci sono 40.000 omicidi all'anno, in particolare tra i giovani. Un milione di piccoli agricoltori ha perso la terra mentre 1,5 milioni ha perso il lavoro. Siamo alla disperazione. Non ci sono soluzioni. I Sem Terra stanno lottando per dar voce ai nostri contadini e per la riforma agraria. Lotta per un'agricoltura che favorisca le persone povere. Lotta per l'intera esistenza umana, non solo per la terra ma anche per l'educazione, per la salute e la cultura. Lotta per un mdello che parta dalle basi per salire e soddisfare tutti questi bisogni. Cerca di fare ciò che dovrebbe fare il governo e che non fa. Lotta per un Brasile senza latifondo. E' una lotta contro il potere e contro lo stato, non contro i latifondisti, ma contro il sistema di proprietà. L'1% dei proprietari detiene il 40% della terra. Lottiamo contro il potere straniero e contro la zona di libero commercio. Stiamo diventando una colonia dell'unione europea. Dobbiamo cambiare questa situazione. Dobbiamo rafforzare la lotta per la terra su scala internazionale contro il capitalismo e creare un modello alternativo per tutto il mondo.

Peter Rosset

Ha parlato delle politiche della Banca Mondiale degli ultimi anni. Si tratta di politiche che rendono più difficile l'accesso alla terra e all'acqua. La Banca Mondiale sta promuovendo le stesse politiche in Africa, Asia e Europa dell'Est, paesi molto diversi fra di loro. La Banca Mondiale dice che la terra deve essere divisa fra i contadini ma in realtà crea programmi in cui poche famiglie o individui si spartiscono la terra. La terra viene venduta come qualunque altro bene. La Banca Mondiale facilita l'accesso ai ricchi investitori e non ai poveri. Alcuni paesi hanno adottato programmi di amministrazione della terra. Questi programmi sono stati presentati dalla Banca Mondiale come la salvezza per i contadini, in quanto danno ai contadini ciò di cui hanno realmente bisogno: la terra. In realtà, questi contadini hanno ottenuto ad un prezzo molto elevato, 200 o 300 volte più alto di quello reale, una terra di bassa qualità non buona per coltivare. C'è una contraddizione fra ciò che la Banca dice e ciò che fa in realtà.

Chief Evon Peter

Chiede che le popolazioni indigene, circa 500 milioni di persone in tutto il mondo, possano avere libero accesso alla terra. Gli indigeni sono stati costretti ad abbandonare le loro terre.
Sono attaccati continuamente perchè cercano di portare avanti il loro tradizionale modello di vita.
Queste popolazioni devono poter accedere alla terra per soddisfare le proprie necessità.

ACQUA

Sodsai Srangsok

Rappresento la Comunità di Moon River. Moon River è il principale fiume del nord-est dela Thailandia. La gente crede che la Thailandia sia uno stato esportatore e che ci sia la sicurezza alimentare. Non è così. In Thailandia manca l'accesso alle risorse, in particolare all'acqua.
Non abbiamo l'accesso alle risorse a causa della volontà del nostro governo di centralizzare il ricorso alle risorse per l'esportazione in tutto il mondo. Il governo vuole usare l'acqua come una merce di scambio.
Il Moon River e il Chi sono i fiumi principali della Thailandia. Un programma del governo prevede di dare acqua agli agricoltori ma in realtà pochi agricoltori sanno di questo programma governativo. Un altro programma del governo prevede di dare energia a tutto il sud del paese ma noi non abbiamo molta fiducia. Stanno costruendo una diga per dare energia ma è una diga molto grande e può distruggere le comunità contadine.
Da 5 anni la situazione sta peggiorando a causa della crisi economica. Il FMI e la Banca dell'Asia hanno concesso un prestito al Governo a condizione che quest'ultimo centralizzi e controlli l'accesso all'acqua in tutto il paese.
Pertanto l'uso dell'acqua in Thailandia è controllato a livello governativo, dalle multinazionali e c'è una compagnia dell'energia elettrica che maneggia concessioni e contratti e che tende a controllare questo programma per intascarsi i proventi degli agricoltori più poveri. La nostra raccomandazione è che le popolazioni indigene possano controllare le risorse, pertanto i governi e le Nazioni Unite devono appoggiare queste popolazioni in modo che non perdano la loro cultura e possano vivere in maniera decorosa.
Noi ci opponiamo all'intervento del FMI e del Banco Asiatico che intendono rubare la nostra acqua considerandola come una merce. I governi del mondo speculano sull'acqua. L'ultima raccomandazione è che l'accesso all'acqua non deve appartenere al governo ma ai privati.

Pedro Melchior

I paesi ricchi stanno tentando di trattare l'acqua come una merce di scambio. Noi pensiamo che l'acqua sia un bene comune. Non può essere privatizzata. Oggi nel mondo 45000 dighe sono già state costruite, una sorta di grande latifondo dell'acqua. Oggi nel mondo 800 milioni di persone soffrono a causa della costruzione di dighe che hanno distutto la pesca, le coltivazioni, le comunità indigene e hanno causato effetti molto gravi sull'ambiente.
Oggi nel mondo sono state costruite dighe sul 60& dei fiumi e solo il 3% dell'acqua è dolce e disponibile per il consumo. Tre milioni di persone in tutto il mondo muoiono per malattie che sono da mettere in relazione con l'acqua. Tutti questi dati mostrano che il mondo sta entrando in una grave crisi dovuta all'acqua. Ci sono paesi che hanno acqua ma non vi possono accedere, il Brasile ha un enorme potenziale idrico ma molte persone muoiono a causa della mancanza di acqua. L'Amazzonia è una delle regioni più ricche del pianeta, 10 dei 20 fiumi più grandi si trovano qui. Multinazioanli belghe e fancese stanno tentando di privatizzare l'acqua. In Qatar hanno già raggiunto il loro obiettivo. L'acqua è considerata solo per il suo valore economico.
Il 22 marzo, giornata mondiale dell'acqua, non dovrebbe essere un giorno commemorativo ma un giorno di mobilitazione contro la privatizzazione.
Noi siamo contro la costruzione di dighe ma non contro la produzione di energia elettrica. L'acqua e l'energia sono un diritto dei popoli. L'acqua deve essere fonte di vita e non di morte.

Relazione sul Workshop sull'acqua

Dina Rauf (Egitto)

- l'acqua come diritto dei popoli e non come merce
- garantire l'accesso all'acqua
- lotta contro la privatizzazione dell'acqua
- riciclare l'acqua che può essere utilizzata in agricoltura
- le decisioni sull'acqua devono essere adottate da chi la usa
- uguale distribuzione delle risorse idriche
- lotta per recuperare i metodi tradizionali di gestione dell'acqua
- preservare l'acqua e le altre risorse naturali per le generazioni future

RISORSE GENETICHE

Mohammed Nourredine (Indonesia)
Quali sono i vantaggi delle risorse genetiche?
Il governo dell'Indonesia ha introdotto la produzione del cotone BT, un particolare tipo di cotone geneticamente modificato, nel Sulawesi orientale con la promessa di un aumento di produttività e la totale mancanza di effetti negativi sull'ambiente.
Cosa è accaduto 10 mesi dopo?
Le promesse non sono state mantenute. La produzione non è aumentata e si sono sviluppati nuovi parassiti.
Gli OGM non saranno mai una buona soluzione per i contadini.

PESCA

George Owletuck

La sopravvivenza dei nativi dell'Alaska è strettamente legata alla salute dell'oceano.
Oggi in Alaska le navi per la pesca industriale pescano tutto il pesce. Per i nativi la pesca ha una parte spirituale. La danza e i tamburi accompagnano la pesca. Il valore sociale rafforza l' attaccamento alle risorse naturali. In Alaska i nativi vivono in armonia con il mare. La loro sopravvivenza dipende soprattutto dal salmone. Le popolazioni di salmoni si stanno riducendo a causa della pesca eccessiva. Bisogna sostenere sistemi che rispettino l'equilibrio della natura. I nativi sono parte integrante dell'ecosistema dell'oceano.

Jaquab Rai

Pone l'attenzione sui consumi eccessivi di pesce da parte dei consumatori del Nord. Per soddisfare i bisogni dei paesi occidentali c'è bisogno di produrre sempre più pesce. Per questo, il governo indiano ha imposto ai piccoli pescatori di impiantare l'acquacoltura industriale. Ciò ha portato alla totale distruzione del sistema di mangrovie che protegge le coste indiane.
Oggi 3,5 milioni di tonnellate di pesce sono prodotte da questa industria.
Pertanto i consumatori occidentali devono ridurre il loro consumo e passare da 39 kg di pesce a persona per anno a 13 kg.

J.C. Cardenas (Cile)

Il cile è uno dei piu' grandi produttori di pesce nel mondo. Il 22% della sua popolazione è occupato nella pesca.
Ma il mercato è nelle mani di Stati Uniti, Unione Europea e Giappone che consumano circa il 50% delle risorse dell'oceano.
Questi stati premono per espandere l'acquacoltura industriale. Il loro obiettivo è l'eliminazione della pesca tradizionale.
In Cile il governo permette alle multinazionali di accedere gratuitamente alle risorse idriche.
Stiamo creando un'alleanza con le comunità costiere di tutto il mondo per opporci a questo progetto.

Luisa Pinada (Cile)

Ha parlato del punto di vista delle donne sulla pesca in Cile.
Cosa fanno le donne?
Combattono per evitare la privatizzazione delle risorse. Limitare l'accesso all'acqua e alle risorse naturali significa impedire ai piccoli pescatori di mantenere le proprie famiglie.
Le donne in Cile si sono associate per lottare contro la distruzione della flora e della fauna.
Senza risorse naturali non possono sopravvivere.


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SOFIA MONSALVE: campana via campesina y FIAN desde 1999. Objectivo principal apoyar internacionalmente los movimientos de reforma agraria. Acceso al la tierra derecho umano, reforma agrar necesaria. 3 estrategias: apoyo directo a los movimientos nacionales, tomando casos concretos. Caso de Guatemala en apoyo a los afectados por la represion. Otra manera: misiones investigadoras internacionales, Indonesia, Honduras y presenta su informe a la prensa y a la comision derechos humanas. Colaboracion entre movimientos campesinos de todo los continentes, setiembre 2002 Paraguay. Cabildeo, lobby a nivel internacional en el Banco Mundial y organizaciones de cooperacion del norte del mundo cuyas estrategias son excluentes.

BIPLAP Asociacion que trabaja en India y Pakistan, en el mundo 40.000.000 de personas no pueden comer dos veces por dia, y casi la mitad vive en la India, Bangladesh, Sri Lanka y Nepal. En Asia del sur muchos campesinos no tienen tierra el 80% no tienen o no bastante el 44% tiene muy poco pero el 50% de los hogares tiene el 60% de toda la tierra. Programa de agricultura por la reforma agraria
SOPHIE MONSALVE (CAMPANA GLOBAL PARA LA REFORMA AGRICOLA). La campana de via campesina y FIAN empezo en 1999. El objetivo principal es apoyar internacionalmente los movimientos de reforma agraria. Para que el acceso a la tierra sea reconocido como derecho humano es necesaria reforma agraria es necesaria. Tres estrategias: apoyo directo a los movimientos nacionales para la reforma agraria, tomando casos concretos, como en el caso de Guatemala donde apoyamos a los afectados por la represion. Otra manera para lograr nuestro objetivo son las misiones investigadoras internacionales que presentan su informe a la prensa y a la comision por los derechos humanos, como paso en Indonesia, Honduras. Por fin, hay que empujar la colaboracion entre movimientos campesinos de todo los continentes: cabildeo, lobby campesina a nivel internacional en el Banco Mundial y en las organizaciones de cooperacion del Norte del mundo cuyas estrategias son excluyentes.

BIPLAB HALIM (SAPC) Formo parte de una asociacion campesina que trabaja en India y Pakistan. En el mundo cuarenta millones de personas no pueden comer dos veces por dia y casi la mitad de estos desafortunados vive en la India, Bangladesh, Sri Lanka y Nepal. En Asia del sur muchos campesinos no tienen tierra el 80% no tienen o no bastante el 44% tiene muy poco pero el 50% de los hogares tiene el 60% de toda la tierra. Programa de agricultura por la reforma agraria
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MCT (Brazil) Alegria ! Quiro compartir nuestras preocupaciones denuncia contra el gobierno brasilero. En los ultimos anos este gobierno ha hecho una politica de represion contra los movimientos sociales, sobretodo contro el movimiento de los sin tierra. Esta politica de criminalizacion tiene varios aspectos, policia militar. En el mismo tiempo tienen iniciatiuvas Banco de la tierra que confunde y impide una verdadera reforma de la tierra. Muchos lideres estan en la carcel. Querian crear un cuerpo especial de la policia para luchar contra estos lideres. Como otros paises Brasil tiene politicas neoliberales que solo piensan en intetreses internacionales, no en la gente. Fernando Enrique Cardoso ha empeorado no hay salida para las familias del campo. Las consecuencias 60.000.000 de brasileros son pobres el 20% desocupados 40.000 asesinatos por anos, sobretodo entre los jovenes. 50.000 salariados han perdido su trabajo, nunca la crisis habia llegado a tanto. A pesar de todo el movimiento sin tierra sigue luchando para dar recurso a nuestros campesinos. Luchas, marchas, hemos conseguidos dar tierra a 300.000 familia y 100.000 familias siguen luchando por la reforma agraria y cambiar este modelo. Intentamos tener en cuenta todas la dimension humanas. En la practica estamos haciendo muchas vcosas que el gobierno deberia hacer.
Nos organizamos en America Latina. En el ultimo congreso nacional 2000 brasil 12000 delegados para un brasil sin latifundo. Latifundo vinculado con bancos y empresas internacionales. Es una lucha de clase contra el poder, no es contra los proprietarios de latifundios pero contra el sistema de poder. La reforma agraria en brasil tiene que luchar tambien contra el poder extranjero. Projecto popular brasilero de desarrollo. 1% de los proprietarios 40% de las tierras. Contra la zona de libre comercio, porqué vamos a ser una colonia de EEUU si no vamos a cambiar esta situacion. Reforzar la lucha por la tierra en escala internacional, contra el capitalismo, otro modelo para el mundo

Peter Rafi sobre politica del banco Mundual de los ultimos anos. Politica qu edificulta el acceso a la toerra y al agua. Politica que esta promoviendo en muchos aises del mundo, con muchas diferencia, no obstante el BM tiene las msmas politicas que inpone en Africa, Asia, Europa del Este. Paises y culturas que non son lo mismo, politicas ke empiezan con programas de la tierra, division de la tierra, lo que dice el BM es ke se tiene que dividir entre los campesinos, en realidad lo que hace es crear programas en los ke familias o individuos tienen titulos de propiedad de la tierra, ke se puede asi vender como cualquier otro bien. En otros contqxtos de politicas estructurales estan haciendo desaparecer el derechoh al acceso a la tierra, ke casi siempre era comunal. Los Bancos pueden apropiarse de estos titulos, porque los campesinos no pueden respectar los creditos. El banco tiene en parte la culpa porke facilita el acceso no a los pobres, sino a los ricos ke tienen los recursos. Los paises ke han vivido este programa de los titulos de la tierra los pobres estan bajo la supervision de los Bancos, komo en Brasil, es un modelo de vendedores ke es un desastre para los pobres porque los ricos kieren vender tierra mala a los prcios del mercado, 200 300% el precio normal de la tierra no buena. Esta gente tiene una tierra de escasa calidad pa’ el Gobierno es “la riforma agraria” mas buena, porque son programas simbolicos, el banco puede decir ke esta haciendo algo pa’ el acceso a la tierra, cuando en realidad lo que hace es dar acceso a los ricos. En relidad esta politica tiene como objeticvo debilitar nuestro movimiento, en Brasil esta pasando esto. No se pueden solucionar solo ekl 1% de los problemas de la tierra como esta pasando, estos modelos impuestos por el BM no estan disminueyendo el hambre en el mundo, sino ke estan empeorando la situacion

EVON PETER (Netsaii Gwich’in)
Acceso a la tierra para las poblaciones indigenas. Representamos a mas de 500 millones de personas en el mundo entero. La historia que tenemos de acceso a la tierra es en realidad que tenemos que abandonar nuestra tierra por lo que representamos socialmente y culturalmente, hoy nuestra gente esta marginada, estamos muy dejados de lado y sin embargo, nuestra gente tiene unos contactos muy fuertes con la naturaleza. Nos estan atacando constantemente porque nosotros queremos seguir manteniendo nuestra manera de vida. Cada tribu tiene sus problemas por el tipo de reaccion de las politicas del gobierno, pero compartimos una lucha porque todos los Gobiernos de los ultimos 500 anos intentan quitarnos de nuestra tierra. Asi que el reto que tenemos es garantir el acceso a nuestra tierra, tenemos que fomentar el derecho de nuestra gente a tener acceso a nuestra tierra para satisfacer nuestras necesidades. Nuestro reto consiste en trabajar juntos para reforzar esta lucha y la presion que podemos poner como poblaciones indigenas choca con la reaccion de los Gobiernos. Mucha de nuestra gente esta en la carcel, incluso ha muerto. El acceso y la gestion de la tierra para nosotros es muy importante si queeremos garantir la independencia y la vida de nuestra gente.
MCT (Brazil) Alegria ! Quiro compartir nuestras preocupaciones denuncia contra el gobierno brasilero. En los ultimos anos este gobierno ha hecho una politica de represion contra los movimientos sociales, sobretodo contro el movimiento de los sin tierra. Esta politica de criminalizacion tiene varios aspectos, policia militar. En el mismo tiempo tienen iniciatiuvas Banco de la tierra que confunde y impide una verdadera reforma de la tierra. Muchos lideres estan en la carcel. Querian crear un cuerpo especial de la policia para luchar contra estos lideres. Como otros paises Brasil tiene politicas neoliberales que solo piensan en intetreses internacionales, no en la gente. Fernando Enrique Cardoso ha empeorado no hay salida para las familias del campo. Las consecuencias 60.000.000 de brasileros son pobres el 20% desocupados 40.000 asesinatos por anos, sobretodo entre los jovenes. 50.000 salariados han perdido su trabajo, nunca la crisis habia llegado a tanto. A pesar de todo el movimiento sin tierra sigue luchando para dar recurso a nuestros campesinos. Luchas, marchas, hemos conseguidos dar tierra a 300.000 familia y 100.000 familias siguen luchando por la reforma agraria y cambiar este modelo. Intentamos tener en cuenta todas la dimension humanas. En la practica estamos haciendo muchas cosas que el gobierno deberia hacer.
Nos organizamos en America Latina. En el ultimo congreso nacional 2000 Brasil 12000 delegados para un brasil sin latifundo. Latifundo vinculado con bancos y empresas internacionales. Es una lucha de clase contra el poder, no es contra los proprietarios de latifundios pero contra el sistema de poder. La reforma agraria en brasil tiene que luchar tambien contra el poder extranjero. Projecto popular brasilero de desarrollo. 1% de los proprietarios 40% de las tierras. Contra la zona de libre comercio, porqué vamos a ser una colonia de EEUU si no vamos a cambiar esta situacion. Reforzar la lucha por la tierra en escala internacional, contra el capitalismo, otro modelo para el mundo

PETER ROSSET sobre politica del banco Mundual de los ultimos anos. Politica que dificulta el acceso a la terra y al agua. Politica que esta promoviendo en muchos paises del mundo, con muchas diferencia, no obstante el BM tiene las mismas politicas que inpone en Africa, Asia, Europa del Este. Paises y culturas que non son lo mismo, politicas ke empiezan con programas de la tierra, division de la tierra, lo que dice el BM es ke se tiene que dividir entre los campesinos, en realidad lo que hace es crear programas en los ke familias o individuos tienen titulos de propiedad de la tierra, ke se puede asi vender como cualquier otro bien. En otros contqxtos de politicas estructurales estan haciendo desaparecer el derechoh al acceso a la tierra, ke casi siempre era comunal. Los Bancos pueden apropiarse de estos titulos, porque los campesinos no pueden respectar los creditos. El banco tiene en parte la culpa porke facilita el acceso no a los pobres, sino a los ricos ke tienen los recursos. Los paises ke han vivido este programa de los titulos de la tierra los pobres estan bajo la supervision de los Bancos, komo en Brasil, es un modelo de vendedores ke es un desastre para los pobres porque los ricos kieren vender tierra mala a los prcios del mercado, 200 300% el precio normal de la tierra no buena. Esta gente tiene una tierra de escasa calidad pa’ el Gobierno es “la riforma agraria” mas buena, porque son programas simbolicos, el banco puede decir ke esta haciendo algo pa’ el acceso a la tierra, cuando en realidad lo que hace es dar acceso a los ricos. En relidad esta politica tiene como objeticvo debilitar nuestro movimiento, en Brasil esta pasando esto. No se pueden solucionar solo ekl 1% de los problemas de la tierra como esta pasando, estos modelos impuestos por el BM no estan disminueyendo el hambre en el mundo, sino ke estan empeorando la situacion

CHIEF EVON PETER (Netsaii Gwich’in)
Acceso a la tierra para las poblaciones indigenas. Representamos a mas de 500 millones de personas en el mundo entero. La historia que tenemos de acceso a la tierra es en realidad que tenemos que abandonar nuestra tierra por lo que representamos socialmente y culturalmente, hoy nuestra gente esta marginada, estamos muy dejados de lado y sin embargo, nuestra gente tiene unos contactos muy fuertes con la naturaleza. Nos estan atacando constantemente porque nosotros queremos seguir manteniendo nuestra manera de vida. Cada tribu tiene sus problemas por el tipo de reaccion de las politicas del Gobierno, pero compartimos una lucha porque todos los Gobiernos de los ultimos 500 anos intentan quitarnos de nuestra tierra. Asi que el reto que tenemos es garantir el acceso a nuestra tierra, tenemos que fomentar el derecho de nuestra gente a tener acceso a nuestra tierra para satisfacer nuestras necesidades. Nuestro reto consiste en trabajar juntos para reforzar esta lucha y la presion que podemos poner como poblaciones indigenas choca con la reaccion de los Gobiernos. Mucha de nuestra gente esta en la carcel, incluso ha muerto. El acceso y la gestion de la tierra para nosotros es muy importante si queremos garantir la independencia y la vida de nuestra gente.
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Nosotros nos oponemos todos a la intervencion del FMI y del Banco asiatico que intentan robar el agua, que consideran como una mercancia mas. Los Gobiernos del mundo tienen ke dejar de especular sobre el agua. La ultima recomendacion es ke los recursos del agua no tendrian ke pertenencer ni al gob. Ni a privados, sino a las poblaciones ke esi tendria acceso a este recurso tan importante.

PEDRO MERCHE BRASIL
Personas afectadas por las presas en brasil. Estan intentando tratr el agua como una mercancia, creemos ke el agua es un bien comun.
45.000 mil represas contruidas, grandes latifundios de agua.800 miliones de personas afectads por la construccion de presas ha destruido la cultura la pesca, las comunidades indigenes y ha tenido consecuencias muy graves pa el medioambiente.
60% de los rios esta con presas
en todo el mundo
solo el 3% del agua es dulce, disponibke pa el consumo. Hoy en dia cada tres personas una no tiene acceso al agua. 3 millones depersonas en el mundo estan afectadas por dolencias relativas al agua.el mundo esta entrando en grave crisis pa el agua. Tenemos una situacin muy diferente entr epasise que tienen agua y los ke no tienen acceso. Brasil tiene gran potencia hidrico y muchas personas estan muriendo por falta de agua. Amazonia es una de las cuencas hidrograficas del palneta con los 10 rios mas grandes del mundo pero tenemos la intervencion de Blegica y de Francia interesadas en provatizar el acceso. El agua es vista hoy como un puro valir economico que tiene ke depender del sistema capitalista. En Katar la OMC privatizacion de los recurso, de la energia y del agua.
El dia internacional del agua 22 de marzo no debe ser un dia conmemorativo del agua sino un dia de movilizacion en contra de la privatizacion.
Nosostros estamos en contra de la construccion de las presas pero no en contra de la produccion de energia, sin embargo estamos en contra ke agua y energia esten privatizados y tratados como mercancias. Hoy en Brasil empresas internacionales poseen ya 11 rios brasilenos, nosotros promovemos campanas en contra de esto.
Creeemos ke nuestra lucha es contra la privatizacion del agua, porke el agua es un derecho a la vida, de los pueblos, nuestro lema es ke el agua tiene que ser fuente de vida y no de muerte. Para esto es necesario abatir el modelo neoliberal, ke destruye la naturaleza, por lo que es necesario ke se acabe el modelo neoliberal.
Nosotros nos oponemos todos a la intervencion del FMI y del Banco asiatico que intentan robar el agua, que consideran como una mercancia mas. Los Gobiernos del mundo tienen que dejar de especular sobre el agua. La ultima recomendacion es que los recursos del agua no tendrian que pertenencer ni al Gobierno ni a los privados, sino a las poblaciones, que asi tendrian acceso a este recurso tan importante.

PEDRO MELCHIOR - BRASIL
Hablo por MAB (Movimiento Afecrad@s Presas), asociacion de las personas afectadas por las presas en Brasil. Estan intentando tratar el agua como una mercancia, creemos que el agua es un bien comun.
Hoy en dia en el mundo hay 45.000 mil presas ya construidas, son una especie de grandes latifundios de agua. Hoy en dia en el mundo hay 800 millones de personas afectads por la construccion de presas que han destruido la cultura, la pesca, las comunidades indigenes y ha tenido consecuencias muy graves para el medioambiente.
Hoy en dia en el mundo el 60% de los rios tiene presas y esto teniendo en consideracion que, en todo el mundo, solo el 3% del agua es dulce, o sea disponible para el consumo. Hoy en dia de cada tres personas una no tiene acceso al agua; 3 millones de personas en el mundo estan afectadas por dolencias relativas al agua. Todos estos datos muestran que el mundo esta entrando en una grave crisis debido al agua. Tenemos una situacion muy diferente entre paises que tienen agua y los que no tienen acceso. Brasil tiene un gran potencial hidrico y no obstante, muchas personas estan muriendo por falta de agua. Amazonia es una de las cuencas hidrograficas del planeta, 10 de los 20 rios mas grandes del mundo estan en Amazonia, pero tenemos la intervencion de Belgica y de Francia que estan interesadas en privatizar el acceso al agua. El agua es vista hoy como un puro valor economico que depende del sistema capitalista. En Katar la OMC ha establecido la privatizacion de los recurso, de la energia y del agua.
Como ultima consideracion, el dia internacional del agua, el 22 de marzo, no debe ser un dia conmemorativo del agua sino un dia de movilizacion en contra de su privatizacion.
Nosostros estamos en contra de la construccion de las presas pero no en contra de la produccion de energia, sin embargo estamos en contra de que agua y energia esten privatizados y tratados como mercancias. Hoy en Brasil las empresas internacionales poseen ya 11 rios brasilenos, nosotros promovemos campanas en contra de esta situacion.
Creeemos que nuestra lucha es contra la privatizacion del agua, porque el agua es un derecho a la vida, de los pueblos, nuestro lema es que el agua tiene que ser fuente de vida y no de muerte. Para esto es necesario abatir el modelo neoliberal, que destruye la naturaleza, por lo que es necesario que se acabe con el modelo neoliberal.
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Dina Rau egipto Dina Rauf (Egipto)
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1) agua derecho de la gente no se puede considerar bien de mercado
2) insistir no solo en el derecho de acceso sino tambien controlar los recursos de acceso
3) ong infike sostenible no solo a la expotacion actual sino de cara a las nuevas generaciones
4) contra privatizacion del agua de empresas internacionales (Brasil)
5) fuentes renovables de agua, reciclar para el uso en agricultura
6) enfatizar enfoke de participacion con igualdad de genero
7) trabajar reparto mas justo entre repartir agua de manera justa.
8) Solidaridad y no conflicto entre naciones
9) regals escritas pa el uso del agua subterranea, sabemos ke no se debe sacar el agua de gran profundida
10) apoyar a los campesinos contra la politica de los gob
11) trabajar pa disminuir la perdida del agua en la distribucion
12) pensar en la escasez



1) agua derecho de la gente.
2) no se puede considerar como bien de mercado
3) insistir no solo en el derecho de acceso sino tambien controlar los recursos de acceso
4) las ONG-es deben tener un enfoque sostenible no solo para la explotacion actual sino de cara a las nuevas generaciones
5) estamos en contra de la privatizacion del agua por parte de empresas internacionales (como ocurre por ejemplo en Brasil)
6) pensar en las fuentes renovables de agua, reciclar el agua para su uso en agricultura
7) tenemos que enfatizar el enfoque de participacion con igualdad de genero
8) trabajar para un reparto mas justo del agua
9) tenemos que olidaridad y no conflicto entre naciones
10) necesidad de reglas escritas para el uso del agua subterranea, sabemos que no se debe sacar el agua de gran profundidad porque afecta el territorio.
11) apoyar a los campesinos contra la politica de los Gobiernos
12) trabajar para disminuir la perdida del agua en la distribucion
13) pensar en la escasez del agua



PESCA

GEORGE OWLETUCK: en Alaska los barcos pesqueros industriales pescan todo, la pesca de arrastre gana millones pero nos impide sacar recursos del agua. La sobrevivencia de los esquimales depende de los esquimales, hay una parte espiritual en esta actividad de pesca, la danza y los tambores acompanan la actividad de pesca. Los valores sociales se refuerzan en nuestro apego a los recursos naturales. En Alaska queremos vivir en armonia con el mar. Los turistas paga 40millones de dolares para comprar recuerdos de artesania local y hay una explotacion excesiva de los recursos del mar. La poblacion de Alaska depende mucho del salmon. Pescamos 18000 salmones en el 2000, se està reduciendo la rentabilidad de la pesca. Recomendacion: la poblacion de Alaska puede proteger estos recursos, hay que desarrollar sistemas que respecten el equilibrio, se tiene que reducir la cantidad que los buques de peses tiran al agua

Jaquab Raj: Trabajo con pescadores diez milliones de pequenos pescadores que contribuyen al 50% del consumo mundial y la mitad vive en la India. Los pescadores mundiales pescaron 105000000 de toneladas. Hay pesca excesiva en el mundo entero. En los 10 ultimos anos los pequenos pescadores han sido los mas marginados y viven en una pobreza extrema sufriendo hambre. Los chaluptier tienen ayutotrizqacion para pescar del gobierno con coimas, es corrupccion, estan pescando cada vez mas lejois de la costa. Algunos paises de Asia y de Africa se benefician de la asistencia del banco Mundial y de los estados, las condiciones no son las mismas por los consumidores occidentales. El gob de tanzania dice que habia que conseguir creditos por la balanza de pagos. Nosotros le decimos: inviertan en estos paises que soon muy rentables. Esta pesca industrial ha destruido mucha de nuestra industria pesquera. Estas industrias han ocupado y destruidos ectarias cultivables. Si los occidentaloes no pueden a pasar a 13kg por ano en el futuro van a haber problemas de proteina. Los del norte tienen que reducir los consumos. Estan reduciendo los precios de los peces asì se alimenta la produccion, mal! Garantizar la sostenibilidad del modelo para respetar el medio ambiente.

J.C. CARDENAS. Hoy los paises tienen barcos de altura. Crisis global de las pesquerias el 70% està en crisis. Mercados como EU USA JAP estan concentrando el consumo de los peses. Harina y aceite para expander la aguacultura. El otro objectivo es la eliminacion de la pesca tradicional. Expansion elevada de la salmonicultura. En Chile es el gobierno que sobraexplota lòa pesca, entrega gratuita de los recursos a las multin, acuerdo con la UE para que tengan acceso a la aguas nacionales. Estamos establkeciendo una alianza con las comunidades costeras de todo el mundo para oponernos a estos


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TERRE

Sophie Monsalve (Campagne Globale pour la Réforme Agricole) La campagne agricole de Via Campesina e FIAN a commencé en 1999. Le but c’est de soutenir au niveau internationale les mouvements de réforme agraire. Trois stratégies : appuis direct au mouvements pour la réforme agraire ; création d’organismes internationaux d’enquête qui présentent les propositions de réforme à la commission des Droits de l’Homme et enfin la coordination de tous les mouvement paysans du monde : lobbies de paysan à l’intérieur de la Banque Mondiale et les organisations de coopération du Nord du monde qui conduisent des stratégies d’exclusion.

Piplab Halim (SAPC)

Je fais partie d’une association paysanne qui travaille en Inde et au Pakistan. Dans le monde 40 million de personnes ne peuvent pas manger deux fois par jour et la moitié d’entre eux vis en Inde, Bangladesh, Sri Lanka et Népal .

La conclusion de cette relation est basé l’exposition des pourcentages de paysan qui possèdent et cultivent la terre dans les région de l’ Inde, Bangladesh, Sri Lanka et Népal .

Vincent Wilson (Via Campesina) Je vous demande de partager notre lutte contre le Gouvernement du Bril. Pendant les dernières années ce gouvernement a conduit une politique de répression contre les mouvements sociaux, surtout contre le mouvement des Sem Terra. Cette politique de criminalisation a différent aspects : police militaire, initiatives du Banc de la Terre qui empêchent une réelle réforme agraire. Beaucoup de leaders sont en prison et le gouvernement veut créer un corps spéciale de police pour lutter contre nos leaders . Comme dans autres pays le Brésil conduit des politiques libérales voté aux intérêts économiques internationaux et pas aux personnes. Le conséquence de la politique de Fernando Enrique Cardoso c’est que 60millions de Brésiliens sont pauvres, le 20% de chômage e 40.000 tués par an. 50.000 travailleurs salariées ont perdu leur travail. La crise est arrivé à son pic, malgré tout ça le mouvement Sem Terra continue à lutter : manifestations , marches, grève. Nous avons donnée la terre à 300.000 familles et 100.000 entre elle continuent a lutter pour une reforme agraire. Nous essayons de tenir en compte les différentes problèmes de toutes les Brésiliens. Finalement nous sommes en train de faire ce que le gouvernement du Brésil devrait faire. La reforme agraire au Brésil doit lutter contre le pouvoir étranger : nous sommes une colonie des Etats Unies.

Peter Rosset (Food First) La politique de la Banque Mondiale rend difficile l’accès a la terre et a l’eau. Cette politique est proposée dans plusieurs pays dans le monde sans tenir compte des différences entre eux. La Banque Mondiale favorise l’achat de la terre aux riches et non pas aux pauvres qui sont victimes d’un marché au quel ils ne peuvent pas atteindre.

Chef EVON PETER: Je vous parlerai des problèmes pour l’accès à la terre des peuples indigènes, qui dans l’histoire ont subi les pires traitements jamais infligés aux êtres humains pour ce qui concerne ce domaine. Les peuples indignes cherchent à maintenir l’accès à la terre et aux animaux qui sont leur source de subsistance. Les défis sont très divers pour chaque tribu car les peuples indigènes sont soumis aux gouvernements différentes. Les peuples indigènes deviennent dépendants de leurs gouvernements pour la subsistance : donc, ils ont perdu leur propre souveraineté alimentaire. On doit reconnaître notre droit d’accès à la terre, on doit le reconnaître au niveau international. Les peuples indigènes doivent travailler ensemble car ils ont eu beaucoup de victimes et des indigènes ont été emprisonnés car ils se sont opposés aux gouvernements et aux multinationales. La gestion de la terre est essentiale pour notre manière de vivre, c’est un droit auquel on ne peut pas renoncer.

EAU

SODSAI SRANGSOK. Je viens du réseau communautaire du fleuve Moon, dans le nord-est de la Thaïlande. Nous sommes un pays très riche, un des principaux exportateurs de riz, et alors les gens pensent que nous n’avons pas de problèmes alimentaires et surtout que nous n’avons pas de problèmes avec l’eau. En réalité nous n’avons pas accès aux ressources productives à cause de la politique de centralisation du gouvernement qui pense que l’eau est une ressource qu’on peut vendre. Il s’agit, pour la précision, d’un gigantesque programme pour irriguer les terres agricoles. Même si en réalité il y a peu de terres qui peuvent être irriguées par le Moon, ils sont en train de construire un barrage pour donner électricité au sud du pays. Ce barrage détruit l’économie des petits villages et les coutumes des peuples indigènes. La situation ne cesse d’empirer à cause de la crise économique pour laquelle le gouvernement a demandé des aides à la Banque Mondiale et au FMI. Les ressources hydriques sont contrôlées par les multinationales et les compagnies privées qui commercialisent le droit d’accès à l’eau. Une proposition : tout d’abord les populations indigènes doivent avoir le control des ressources hydriques et le gouvernement doit soutenir ces communautés locales dans cette lutte. Nous nous opposons aux politiques de la Banque Mondiale, du FMI et des entreprises privées. Les gouvernements du monde entier doivent mettre fin à la commercialisation des ressources hydriques qui doivent appartenir aux communautés locales, c’est la seule manière pour arriver à la souveraineté alimentaire.

PEDRO MELCHIOR (MAB – Brésil). J’appartiens à une organisation de personnes touchées par la construction du barrage. L’eau n’est pas un simple marchandise, nous du MAB pensons que l’eau est un bien humain. Nous luttons contre le «latifundium dam », c'est-à-dire contre la construction du barrage. Partout dans le monde, 4.000.000 de personnes sont affectées par la construction des barrages qui détruisent les communautés des pêcheurs et cultivateurs indigènes. Le 60% des fleuves sont menacés par la construction des barrages, une personne sur trois dans le monde n’a plus d’accès à l’eau, et ils souffrent des maladies dues à l’eau.

On peut parler d’une grande crise liée au problème de l’eau. Il y a des différences entre les pays qui possèdent des grandes ressources d’eau et ceux qui n’en ont pas : mais le Brésil, par exemple, a un grand potentiel mais il y a beaucoup de gens qui meurent de soif. Au Brésil dans la zone amazonienne, il y a des entreprises françaises et belges qui sont intéressées à la privatisation de l’eau. L’eau est considérée comme une valeur commerciale soumis à un prix. L’OMC a commencé à ouvrir des espaces pour la commercialisation des ressources naturelles et énergétiques comme l’eau. Le 22 mars 2002 c’est la journée internationale de l’eau : pour cette occasion on doit mobiliser tous ceux qui s’opposent à la privatisation de l’eau. Nous sommes contre la construction des barrages, nous ne voulons pas que l’eau et l’énergie soient privatisées. Nous de Via Campesina organisons une campagnes contre la privatisations des fleuves et des ressources hydriques : nous luttons parce que l’eau soit une ressource de vie.

Le système néolibéral il permette la privatisation et donc nous luttons contre ce système.

DINA RAUF (Egitto –resumé atelier sur l’eau d’hier) : 15 considérations : 1- l’eau est un droit des peuples, non pas une marchandise ;

2- les peuples doivent controler les ressources et les ONG doivent insister pour une procédure durable pour les generations futures ;

3- on doit lutter contre la privatisation de l’eau, comme au Bresil ;

4 –on doit recycler l’eau ; 5-Il est nécessaire un approche spécifique, et il est nécessaire d’évaluer le rôle des femmes ; 6-On doit travailler unis au niveau regionale pour une solidarité contre conflit parmi les nations ; 8 - la façon traditionnelle de prendre l’eau ne détruit pas la falde phréatique, donc nous nous opposons au système moderne ; 9 –Nécessité de systèmes de canalisation, et rationalisation de l’acces a l’eau.

RESOURCES GENETIQUES

SILVIA RODRIGUEZ : La revolution verte est la cause de la crise de l’agriculture.

PAT MOONEY : ressources génétiques. Tout ce qui se trouve au forum des ONG

VIA CAMPESINA : strategie pour proteger les resourcements genetiques. Pat Mooney on a parlé du traité sur les ressources genetiques qui peut etre interprété comme une obligation pour les parties contractantes, et de la nécessité d’une convention international sur la biodiversité. Les état on le droit de controller les ressources génétiques : si il est possible en Mexique, ainsi il est possible dans en autres pays. Nous disons Non au biocolonialisme. Nous devons encourager la rédaction d’un nouveau traité. Nous avons combattu contre les entreprises des semillas

PECHE

George OWletuck La danse elle fait partie d’une vie spirituelle, un mode de vie très proche de la nature. Le poisson et la vie sauvage sont fondamentaux, notre culture implique une harmonie avec les ressources de la terre et de la mère. Chaque année on dépense beaucoup d’argent, deux tiers de la mer sont exploite par des compagnie de pêche commerciale. La sur plus de pêche est la raison principale de la destruction du monde marin. L’industrie du salutage gaspille 25 % de toute les prise de pêche du monde. Il faut reconnaître que les peuples de l’alaskie sont fondamentale pour la subsistance de la vie marie et l’écosystème

JAQUAB RAJ Il y a 10milion des petits pecheur qui produisent le 5% du poisson mondiale. Le plus parte d’entre eux vis en Inde. 505million de ton. de poisson de 90% était du poisson Pendant la dernier décennie les petits pêcheurs son en difficulté extrême, parmi d’autre cause il y a l’introduction de chalutiers qui obtiennes des droit de pêche a travers des permis du gouvernement a travers la corruption. A cause de ça les petits pêcheurs on été repousse loin des cotes tanzanien filippini kenien etc. on été assistés de la banque mondiale et du FAOI et des prêts ont été donné. La banque mondiale a convaincu qu’il fallait commencer une eau culture industrielle pour vivre et ils offraient une occasion pour rétablir la situation. Les mensonges Le système a souffert de cette industrie de l’eau culture 3,5million de hectare de terre cultivable a été rendu incultivable par cette industrie. La sur- consommation des pays du nord est une raison de ce système commerciale. Faut faire des campagnes pour réduire les consommations. Moratoire sur l’expansion de la colture de poisson et crevette Si on ne respecte pas la durabilité écologique il n’y aura pas de sécurité alimentaire.

J. C. CARdenas A' la fin année 50 ont augmenté énormément La marche occidentale est de 50% sur le totale. Les offres des gouvernements pour trasferere les zones maritimes multinationales. La politique du Chili permet la sure exploitation des pêcheries et permet la privatisation des ressources de la pêche. Le chili est un producteur fondamental mais le peuple chilien est sous-alimenté, il faut mondialiser la lutte.

Luisa Pinada 436 femmes pêcheur artisanales dans le pays. 60000 pêcheurs, 3000 femmes ont l’autorisation d’extraire les ressources pour la survie de la famille. Il y a des femmes qui luttent dan des organisations. 10000 femmes actives dans le secteur de la pêche au Chili. On a droit a un jour de pêche par mois, mouvement sociale vs la privatisation femmes hommes. Protection flore et faune Chilienne, le traite de libre échange a été impose au Chili. Le problème de la mare rouge et par la salmoniculture (pollution).

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Sophie Monsalve

Global campaign for the agricultural reform.
The Via Campesina and FIAN campaign started in 1999. The main aim is supporting the movement of the agricultural reform on an international level. If you want to recognize that having access to land is a human right first you have to do a human reform
Three strategies : direct support to the national movement for the agricoltural reform, as in Guatemala, where we use to help political repressed people. International investigative mission present their own result to the press and to human right commission like Indonisia and Honduras.

Biplan Halin
(agricoltural organization in South Asia , India, Pakistan, Sri Lanka, Bangladesh.
4 milion of people in the world have not anything to eat day. In south Asia the most important problem is the property of the land (peasants have not land, have not enough for their needs, etc.). The 50 percent of land owner

Vincent Wilson

He accuses the repression of the government against social organisations, in particular against Sem Terra. The repressing policies have many aspects. It is used by the federal police against movements. Many associations have been persecuted and their leaders are actually in prison. We need to create a special police to be able to free these leaders.
Moreover the american transgenic model of economy si getting more and more power. They are introducing the privatization. This model is ideated only for international economic interests and not for the people. Since the election of Fernando Enrique Cardo the situation is getting worser.The consequences are : 60 000 brasilians live in total misery, 20% of the population who is able to work, are unemployed, 40 000 murders per year (especially youngsters) .
One million of the small farmers have lost their land while one and a half million have lost their work. We are desperate. There are no solutions. Sem terra is struggling to give a voice to our farmers and to the agricultural reform. They struggle for an agriculture who gives priority to the poor farmers.
We struggle for the total human existance, not only for land, but also for education, helth and culture. The new model has to satisfy all these needs of a person. We try to do what the government should do. We are struggling against a Brasil owened by only a few persons. It is a struggle against the powerfull, against the ownership sistem not against the state. 1% of the owners have 40% of the land. We are fighting against the foreign power and against the free commercial zone. We are going to be a european colony. We have to change this situation.
We want to strengthen the struggle for land on an international level, against the capitalism and we want to
Create an alternative model for the whole world.

GENETIC RECOURCES

Mohammed Nourredine (Indonesia)

Which are the benefits of genetic recources ?
The indonesian government has introduced in east Sulawesi the production of BT cotton, a special cotton type that has been gentically modified. They promised an increasing production and no negative effects on the enviroment. What had happend after ten months ? The promises were not true. The production has not increased and new predators have developed. The GMO are no good solution for the farmers.

RESOURCES

George Owletuck

The native alascan subsistance depends on oceans’ health.
Today, in Alaska , the boats for industrial fishing are working the whole year. For the natives, fishing has also a spiritual part. Dancing and the roll of the drums accompany the fishing. The social value strengenth the
Attachment to natural resources. In Alaska the natives live in harmony with the sea . Their subsistance depends mostly upon salmon. The salmon population is getting less because of the intensive fishing. We have to support systems that are able to support the balance of nature. The natives are an integrated part of the ocean’s ecosystem.


Jaquab Rai

He points out the attention to the big fish consume of the Nothern countries. To satisfy the needs of the western world we have to produce more and more fish . For this the indian government has imposed to the small traditional fishermen to change to industrial acqua culture. The change destroyed comletly the mangrove’s system that protect the indian cost
Today, 3,5 million tons of fish are produced by this industry.
So western consumers should reduce their fish consume from 39 kg to 13 kg per person in a year.

J.C. Cardenas (Chile)

Chile is one of the biggest fish producer in the world. 22% of it’s population is involved in fishing. But the market is governed by USA, Europe and Japan who are consuming 50% of the ocean’s resourses by themselves. These state want to expand the industrial acqua culture. Their aim is removing the traditional fish system. The chilean government permits the multinational companies the free access to the fishing recources.
We are creating an alliance with all seaside regions from all over the world to oppose these policies.

Luisa Pinada (Chile)

A women view on fishing in Chile :
What are the women doing ?
They are fighting against the privatisation of the recourses. To limit the ocean’s access and to the natural recourses does not permit the small fishermen to provide for their families. The chilean women have create an association to struggle against the distruction of environment. Without natural resources they can not survive.

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visto che non c'è ancora, metto la sintesi tradotta del documento che sarà approvato dal Forum: Profitti per pochi o cibo per tutti? (Giangi)

PROFITTO PER POCHI O CIBO PER TUTTI? RICONSIDERATO CINQUE ANNI DOPO

  • La sovranità alimentare, il diritto al cibo e a modelli alternativi di Agricoltura sono gli elementi determinanti per una strategia che punti a eliminare fame e malnutrizione.

Alla fine del Vertice Alimentare Mondiale del 1996 le ONG e le OSC presenti approvarono una dichiarazione dal titolo Profitto per pochi o cibo per tutti, nella quale si segnalava che le misure e e le attività citate nel Piano d'Azione non avrebbero raggiunto grandi risultati nella riduzione del numero di affamati nel mondo. Purtroppo quell'analisi della società civile era esatta.

  • La FAO ha individuato i due principali ostacoli al miglioramento del programma: la mancanza di volontà politica e la mancanza di sufficienti mezzi finanziari. Ma noi non crediamo che maggiori risorse, investite nel medesimo modello di sviluppo agricolo, raggiungerà l'obbiettivo del Vertice Alimentare Mondiale e che maggiori risorse saranno sufficienti ad accelerare il processo.
  • Già nel 1996 ONG e OSC scrivevano "Noi proponiamo un nuovo modello per raggiungere la sicurezza alimentare, che chiama in causa molti degli assunti esistenti, delle politiche e delle pratiche. Il modello, fondato sul decentramento, si contrappone a quello esistente, basato sulla concentrazione di ricchezza e potere, che ora minacciala sicurezza alimentare mondiale, la diversità culturale e gli ecosistemi che permettono la vita sul pianeta".
    • ONG e OSC hanno individuato tre temi principali:

A. Sulle questioni della fame e della malnutrizione ci vuole un approccio fondato sui diritti. Il diritto a una alimentazione adeguata deve essere messo al centro di qualunque iniziativa della FAO, responsabilizzando gli stati, gli organismi intergovernativi e le aziende transnazionali nei confronti delle popolazioni.

B. L'attuale modello di agricoltura industriale, I sistemi di allevamento animale intensive e di pesca eccessiva, stanno distruggendo i tradizionali sistemi agricoli e la varietà dell'ecosistema. E' urgente sviluppare un uso sostenibile dell'ecosistema attraverso modelli alternativi di agricoltura.

C. Nell'attuale commercio agricolo le sovvenzioni pubbliche alle esportazioni dei paesi del Nord mantengono artificiosamente i prezzi bassi, con l'autorizzazione dell'OMC: ciò provoca effetti distruttivi sulla maggior parte delle popolazioni delle aree agricole, le famiglie di coltivatori e le comunità indigene. La sovranità alimentare deve garantire un reddito decente ai coltivatori e porre limiti al monopolio del cibo da parte della grandi aziende.

Questi tre temi centrali si articolano in 10 punti.

  • A1. Diritto a un'alimentazione adeguata

La Dichiarazione di Roma riconferma questo diritto, che impegna gli stati a garantirlo e svilupparlo e a responsabilizzare individui e organizzazioni sociali. La mancanza di volontà o l'incapacità dei governi a rispettare i loro impegni ha in parte determinato la fame e la malnutrizione. Se gli stati perdono la propria sovranità per l'azione dei poteri sovranazionali (p. es., per le conseguenze finanziarie delle regole del commercio internazionale, delle politiche di aggiustamento strutturale), allora le responsabilità sono anche delle organizzazioni intergovernative. Il diritto all'alimentazione adeguata fa parte dei diritti umani e significa che ogni donna, uomo o bambino abbiano accesso fisicamente ed economicamente in ogni momento ad un'alimentazione adeguata utilizzando le necessarie risorse di base, nel rispetto della loro dignità; cibo senza sostanze nocive, culturalmente accettabile, in quantità e qualità che soddisfi i bisogni nutrizionali delle persone, nel rispetto degli altri diritti umani e della produzione sostenibile. * Proposte: Le ONG e le OSC chiedono agli stati di adottare un Codice Internazionale di Comportamento sul diritto a un'alimentazione adeguata, a partire dal documento delle ONG approvato nel 1996, definendo regole e responsabilità dei soggetti pubblici e privati.

  • A2. Accesso alle risorse produttive

Fame e malnutrizione sono spesso causa di esclusione dalle risorse produttive (terra, foreste, mari, semi, tecnologie, crediti, ecc.). L'esclusione sociale, determinata da normative interne agli stati, è uno degli ostacoli principali all'accesso e non è adeguatamente considerato dall'agenda politica: così non saranno mai raggiunti gli obbiettivi del Vertice FAO sull'alimentazione. P. es., i lavoratori agricoli senza terra sono esclusi dalle riforme agrarie; le donne sono escluse dal credito o sono escluse dall'eredità della famiglia; l'accesso ai semi sta diventando sempre più complicato, a causa del crescente monopolio delle grandi aziende sui mercati e la progressiva brevettazione dei semi; anche l'accesso all'acqua sta diventando sempre più difficile. *Proposte: Riforme agrarie globali adattate alle condizioni locali, con uguali opportunità per le donne e equo accesso alle risorse produttive.

  • A3. Diritti dei lavoratori agricoli

Molti lavoratori agricoli lavorano senza contratto e su base stagionale o giornaliera, senza diritti sindacali, supersfruttati, senza tutele sociali, esposti ai pesticidi: sono quindi i più vulnerabili. *Proposte: Riconoscimento dei diritti dei lavoratori agricoli, compresi quelli sindacali, sociali, sanitari e assistenziali, in linea con gli standard dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (che devono essere sottoscritti da tutti i governi) e dei diritti umani. Riconoscimento dei diritti culturali, sociali, economici e politici delle comunità indigene.

  • A4. Diritti indigeni

Le comunità indigene affrontano terribili problemi in molte parti del mondo, a causa dei conflitti per la terra, gli sgomberi e gli espropri. *Proposte: Riconoscimento dei diritti, dell'autonomia, dell'autodeterminazione e della cultura indigene.

  • A5. Approccio e Osservatorio dei diritti umani per la FAO

La FAO ha iniziato a lavorare sull'Osservatorio dei diritti umani e del diritto a un'adeguata alimentazione, ma l'approccio non è ancora sostanziale. Il sostegno della FAO per i progetti tecnici e finanziari non ha ancora identificato le aree e i metodi di lavoro. *Proposte: L'Osservatorio deve documentare anche le violazioni del diritto a un'adeguata alimentazione.

  • B6. L'Agro-ecologia è una possibilità importante

L'attuale modello di agricoltura industriale non è sostenibile: i tassi di sfruttamento di acqua, suoli, diversità biologica sono eccessivi. Eppure questo modello riceve la maggior parte dei finanziamenti per la ricerca. L'ONU dovrebbe fare regolarmente una valutazione dei costi ambientali e sociali dell'agricoltura industriale. La crescita delle grandi aziende agricole in molti paesi determina l'allontanamento forzato dei piccoli coltivatori. *Proposte: Cambiare il modello produttivo, adottando principi agro-ecologici. Più fondi per la ricerca nell'agricoltura organica, coinvolgendo i coltivatori diretti e le loro conoscenze. Proteggere la vegetazione per evitare siccità e desertificazione. Ridurre l'uso dei pesticidi e concimi chimici. Fare investimenti nell'economici e sociali nelle zone rurali, per sviluppare una economia decentralizzata.

  • B7. OMG, Biotecnologia, tecnologia agricola

Le risorse genetiche esistenti sono il risultato di migliaia di anni di graduali sperimentazioni di piccoli agricoltori e comunità indigene: i semi sono quindi patrimonio dell'umanità. L'accesso alle risorse genetiche è essenziale per la sicurezza alimentare. L'attuale tendenza della ricerca deve cambiare e diventare principalmente pubblica. Gli OGM sono una minaccia per gli agricoltori e i poveri delle campagne, oltre che per l'agricoltura in generale. Gli OGM rappresentano l'ultima evoluzione della "Rivoluzione Verde" e provocherà un pericolosa uniformità dei prodotti agricoli, favorendo la proprietà private dei semi. La strategia delle grandi aziende sviluppa la contaminazione delle coltivazioni con sementi OGM, per costringere i contadini a comprarle e a usare concimi chimici. *Proposte: Proibire la bio-pirateria e i brevetti degli organismi viventi, comprese le varietà sterili. Attuare subito una moratoria sulla produzione e l'uso degli OGM, fin quando non sarà dimostrata la loro innocuità per la salute e l'ambiente, attraverso procedure pubbliche e accessibili a ONG e OSC. Vietare gli aiuti alimentari con OGM.

  • C8. Questioni commerciali

Le regole del commercio agricolo imposte dall'OMC e altri organismi regionali, il G8, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e altre istituzioni finanziarie ha seriamente compromesso la sicurezza alimentare e la vita dei piccoli agricoltori, soprattutto nei paesi poveri. L'OMC consente ricche sovvenzioni alle grandi aziende agricole dei paesi del Nord e impone la liberalizzazione dei mercati agricoli nei paesi del Sud, privi di sovvenzioni per gli agricoltori e costretti a importare i prodotti a basso prezzo del Nord. Le organizzazioni della società civile devono avere il diritto di decidere le proprie strategie per la produzione sostenibile e su scala piccola e media, la distribuzione e il consumo di cibo, nel rispetto delle diverse culture di contadini, pescatori e comunità indigene. Sovranità alimentare non significa autarchia o protezionismo, né impedisce il commercio internazionale agricolo e ittico. *Proposte: Fine di tutte le forme di "dumping" (vendita di prodotti sottocosto). Cambiare le regole del commercio internazionale, per garantire alle famiglie contadine e ai gruppi a rischio un reddito e la possibilità di produrre cibo. Escludere l'agricoltura dagli accordi dell'OMC. Un nuovo sistema, democratico e trasparente, per regolare il commercio internazionale.

  • C9. Privatizzazioni (acqua, terra, mercati, ecc.)

La privatizzazione dei beni pubblici è un fatto preoccupante. Prima responsabile di questo processo è la Banca Mondiale, che vuole introdurre il mercato della terra in tutte le zone rurali, distruggendo le risorse collettive della comunità e i sistemi produttivi locali. La redistribuzione delle terre ai contadini poveri è ancora un fattore decisivo per lo sviluppo di molte zone rurali. La privatizzazione dell'acqua difficilmente favorirà la sua distribuzione alle comunità marginali. *Proposte: No allo sviluppo di un mercato della terra, proposto come alternativa alle riforme agrarie. Una rapida e acritica privatizzazione diminuirà l'accessibilità dei beni pubbici per le comunità marginali.

  • C10. Democrazia e partecipazione

E' necessario un modello di democrazia inclusiva e partecipativa, basato sui diritti umani, sociali ed economici. I governi locali e nazionali devono prendersi una effettiva responsabilità nella lotta contro fame e malnutrizione e le organizzazioni popolari e le ONG devono poter partecipare alle decisioni politiche. Attualmente è in corso un processo di concentrazione monopolistica delle risorse produttive, mentre l'esclusione sociale non viene ridotta. La mancanza di volontà politica è stata determinante nel fallimento degli obbiettivi stabiliti nel Vertice mondiale FAO del 1996.


Il WORKSHOP "SICUREZZA ALIMENTARE E AGRICOLTURA BIOLOGICA” del 10 giugno Si è svolto ieri pomeriggio l’incontro dal titolo Sicurezza alimentare e agricoltura biologica” organizzato da IFOAM (federazione Internazionale dei Movimenti per l’agricoltura biologica” I relatori si sono confrontati sui temi della sostenibilità dell’agricoltura tradizionale e sulle ipotesi di sviluppo dell’agricoltura biologica. Molti degli interventi si sono soffermati sui problemi di natura economica e politica connessi alla produzione alimentare di tipo industriale. Il sistema delle produzioni biologiche sicuramente non è il solo mezzo per risolvere tutti i problemi dell’alimentazione ma, se sviluppato e potenziato, potrebbe offrire una possibilità in più per tamponare alcune gravi problematiche del settore, come per esempio, quelle relative all’impatto ambientale, alla qualità e agli alti costi di produzione. Particolarmente interessante è stato il contributo dell’ecologista indiana Vandana Shiva, che ha ribadito i problemi connessi all’uso di pesticidi. Vandana Shiva ha inoltre sottolineato le gravi conseguenze economiche del fenomeno del dumping, a causa del quale molti piccoli produttori agricoli vivono in condizioni di povertà, senza possibilità di sviluppare il loro lavoro e ha sottolineato come incrementando il sistema di rapporto diretto tra produttore e consumatore sarebbe possibile contenere i costi e garantire all’agricoltore un giusto guadagno. Il workshop ha evidenziato anche le difficoltà di certificazione del prodotto, che costituiscano un limite alle possibilità di sviluppo delle aziende biologiche. Il ministro tedesco della Protezione dei Consumatori e dell’Agricoltura, Renate Kunast, ha puntato l’indice sul problema dell’inadeguatezza organizzativa e strutturale della maggior parte delle organizzazione agricole biologiche, che non sarebbero ancora in grado , secondo l’opinione del Ministro, di competere con le grandi multinazionali e ha commentato, supportata da esempi, la necessità di migliorare la trasparenza dei processi di produzione. “L’agricoltura biologica” ha detto il ministro Kunast “non dovrebbe continuare a dipendere dalle strutture tradizionali dell’agricoltura industriale, ma dovrebbe piuttosto sviluppare proprie strutture autonome, costituendo per esempio dei network tra produttori” L’incontro si è concluso con un vivace dibattito tra i relatori e i partecipanti al workshop: diversi piccoli coltivatori biologici hanno portato all’attenzione le difficoltà che ancora incontrano nel loro lavoro, relative per esempio alla rigidità delle normative in materia di certificazione dei prodotti e alla politica dell’Unione Europea principalmente orientata all’esportazione o all’alto costo dei mangimi per gli animali.


Workshop: Impactos del ALCA para la soberania alimentaria de los pueblos de America.(Impatti dell' ALCA sulla sovranità alimentare dei popoli d'America) Roma,10/06/2002

Gli USA stanno promuovendo la costituzione di area di libero commercio (ALCA) nel continente americano. Il patto, firmato all'inizio degli anni novanta, sarà probabilmente ratificato nel 2005. Ad oggi, l'apertura commerciale ha solo provocato maggior povertà nei paesi latino-americani, a causa delle distorsioni mercantili provocate a loro volta dai sussidi protezionisti degli Stati uniti e dei paesi più sviluppati. Distorsioni che fanno particolarmente profonde nel caso del settore agro-alimentare. L'ALCA si presenta subito come sinonimo di asimmetria. Diversamente dall'UE, le parti in causa hanno infatti diversi livelli di sviluppo. Il supposto libero commercio in queste condizioni non è altro che un meccanismo volto a incrementare l'insicurezza alimentare e la povertà e a radicare l'esclusione di diverse identità sociali che la Red Interamericana Agriculturas y Democracia (RIAD) ha ritenuto necessario far incontrare a Roma. Dal workshop sono emersi interessanti temi di discussione. Renato Maluf, dell'università di Rio de Janeiro, discutendo dei caratteri e dei contenuti dell'ALCA, si è domandato se sia realmente necessario un accordo emisferico. Dal canto loro, gli States vedono, nell'applicazione dell'ALCA, la possibilità di allargare la loro sfera di influenza politica ed economica, penetrando in nuovi mercati attraverso investimenti corposi e tramite la pratica del dumping (esportazione di prodotti da vendere in sottoprezzo, spesso sotto il costo di produzione, modificando gli equilibri tra domanda e offerta). L'ALCA è quindi da ascrivere, secondo Victor Suarez, direttore esecutivo dei campesinos del Messico, al desiderio degli Stati uniti di recuperare le quote di mercato erose, ad esempio da UE e Australia, oppure, nella stessa America Latina dal Mercosur. Inoltre, gli USA, pur chiedendo ai paesi sudamericani e del Caribe di essere concorrenziali, impongono i loro brevetti e il rispetto delle proprietà intellettuali sulle tecnologie. E' necessario ricordare che anche i grandi imprenditori latinoamericani sarebbero favoriti dall'ALCA (17 imprese sudamericane controllano il 43% dell'export della macro-regione), tuttavia i piccoli produttori non ritengono utile ed equa la proposta degli Stati uniti perchè si parla di un accordo di liberalizzazione commerciale e non di sviluppo economico che verrà applicato attraverso l'imposizione di modello di produzione non sostenibile nemmeno dal punto di vista ecologico, come sottolinea l'equadoregna Ana Lucia Bravo. L'area sudamericana dispone di ingenti quantità di risorse petrolifere e naturali (31% dell'acqua, 23% dei boschi, 43% della flora e della fauna presenti sul pianeta) su cui gli USA potranno mettere le mani. Mantenere un sistema simile a quello degli States significherbbe anche sovraprodurre, consumare molto di più e produrre quote di rifiuti che comporterebbero costi sociali elevatissimi. Impossibile inoltre applicare il principio di precauzione nei confronti degli OGM, su cui esistono invece normative ancora abbastanza rigide in Europa e Giappone. La dipendenza alimentare del sudamerica aumenterebbe a dismisura. L'esperienza del Messico, nel NAFTA (North America Free Trade Agreement) da 9 anni, ha già dimostrato le possibili cause e conseguenze di un accordo commerciale con gli Stati uniti. Con l'ALCA, attraverso l'annullamento della resistenza delle popolazioni locali, verrebbe smantellata l'agricoltura campesina e la società indigena. L'espulsione della popolazione rurale dai campi comporterebbe un'impennata della disoccupazione, un conseguente crollo dei salari e la possibilità di sfruttare manodopera a basso costo, soprattutto negli stessi USA, luogo di approdo dei migranti sudamericani ma anche luogo ove regna il razzismo. ALCA è anche un'accordo militare: lo dimostrano, ad esempio, le politiche di terrore svolte nei confronti dei coltivatori di coca. E' stato sottolineato come in questa decina d'anni gli scenari politico-economici dell'America Latina siano radicalmente mutati, tra crisi economica argentina, golpi venezuelani (peraltro imputabili agli States) e notevole sviluppo del Brasile (per questo isolato dagli USA). E' opinione di Pedro de la Cruz, presidente dei campesinos equadoregni, che l'ALCA sia paragonabile a un OGM. Idea originale ma giustificata in quanto l'Alca non risponde all'evoluzione dell'area dell'America Latina, violandola nelle sue caratteristiche storiche, economiche, politiche e sociali. De la Cruz ritiene che sia molto più auspicabile un'integrazione di tipo regionale basato non sulla dipendenza e sull'assimmetria ma sulla solidarietà e la cooperazione.

Workshop: Impacts of ALCA over food sovereignty of American peoples. Rome 10/06/2002 The U.S.A fosters the creation of a free trade area in the American continent. The agreement, signed on the beginning of the 90’s, will probably be ratified on the year 2005. For the moment the trade area has only brought poverty to the Latin American countries, due to trade distortions caused by protectionist benefits of the U.S. and to developed countries. These distortions become more severe in the food and agriculture sector. ALCA is synonymous of unbalance. Unlike the EU, the countries have different levels of development. Free trade within these conditions is nothing but a mechanism which aim is to increase food uncertainty and poverty and emphasize the exclusion of the different social identities that the Interamerican Agriculture and Democracy net (RIAD Red Interamericana Agriculturas y Democrazia)felt necessary to gather in Rome. Interesting discussions emerged from the Workshop. Mr. Renato Maluf, of the University of Rio de Janeiro, debating over the features and contents of ALCA, questioned the need of an hemispheric agreement. The implementation of the free trade area for the United States means a chance to broaden its economic and political influence, penetrating new markets by means of sound investments and dumping (exportation of products to be sold below prize, often below production costs, modifying the balance between offer and demand). According to Victor Suarez, president of Mexican peasants, ALCA stems from the desire of the U.S to recover the erosion of market shares, for instance the shares of the EU and of Australia, or the one of Latin America from Mercosur. Moreover the U.S. asks the South American and Caribbean countries to be competitive, but then it imposes its patents and respect for intellectual properties on technologies. It’s important to bear in mind that also strong Latin American entrepreneurs would benefit from ALCA (17 South American companies control 43% of the exportation of the Macro-region), yet small producers reckon that the U.S. proposal isn’t useful nor just because its a free trade agreement and not aimed at economic development and it will be implemented by means of an imposed production pattern unsustainable not even from an ecological point of view, as Ana Lucia Brava from Ecuador points out. The South American area has great natural and oil resources (31% of water, 23% of woods, 43% of flora and fauna present on earth)that the U.S would gain. Maintaining a U.S.A type of system leads to overproduction, increases consume and produces wastes which would imply a very high social cost. Moreover it would be impossible to apply the principle of precaution to the GMO’s that are under strict regulation in Europe and Japan. The food dependence of South America would greatly increase. The Mexican example in the NAFTA (North America Free Trade Agreement)during 9 years, has already demonstrated the possible causes and consequences of a trade agreement with the U.S. ALCA, through the eradication of local people resistance, would dismantle peasant agriculture and the indigenous society. Exclusion of the rural population from the fields would imply a steep rise in unemployment, a crash of salaries and would give the possibility to exploit low cost labor force, especially in the U.S, where south American emigrants go, and where racism is very strong. ALCA is also a military agreement: as the terror policies against the Coca grower show. Emphasis was given to the fact that in these last ten years the political and economic scenario of Latin America has radically changed, due to Argentina economic crisis, coup d’etat in Venezuela (the U.S. was blamed for this fact) and remarkable development of Brazil (that U.S. isolated for this reason). Pedro de la Cruz, president of the Ecuador peasants, reckons that ALCA is like a GMO. His idea is bizarre but we can understand it for ALCA does not respond to the evolution of the Latin American area, breaking its historical, economic, political, and social features. Mr. De la Cruz is for a regional integration not based on dependence and unbalance, but on solidarity and cooperation.

Gli USA stanno promuovendo la costituzione di area di libero commercio (ALCA) nel continente americano. Il patto, firmato all'inizio degli anni novanta, sarà probabilmente ratificato nel 2005. Ad oggi, l'apertura commerciale ha solo provocato maggior povertà nei paesi latino-americani, a causa delle distorsioni mercantili provocate a loro volta dai sussidi protezionisti degli Stati uniti e dei paesi più sviluppati. Distorsioni che fanno particolarmente profonde nel caso del settore agro-alimentare. L'ALCA si presenta subito come sinonimo di asimmetria. Diversamente dall'ue, le parti in causa hanno infatti diversi livelli di sviluppo. Il supposto libero commercio in queste condizioni non è altro che un meccanismo volto a incrementare l'insicurezza alimentare e la povertà e a radicare l'esclusione di diverse identità sociali che la Red Interamericana Agriculturas y Democracia (RIAD) ha ritenuto necessario far incontrare a Roma. Dal workshop sono emersi interessanti temi di discussione. Renato Maluf, dell'università di Rio de Janeiro, discutendo dei caratteri e dei contenuti dell'alca, si è domandato se sia realmente necessario un accordo emisferico. Dal canto loro, gli States vedono, nell'applicazione dell'alca, la possibilità di allargare la loro sfera di influenza politica ed economica, penetrando in nuovi mercati attraverso investimenti corposi e tramite la pratica del dumping (esportazione di prodotti da vendere in sottoprezzo, spesso sotto il costo di produzione, modificando gli equilibri tra domanda e offerta). L'ALCA è quindi da ascrivere, secondo Victor Suarez, direttore esecutivo dei campesinos del Messico, al desiderio degli Stati uniti di recuperare le quote di mercato erose, ad esempio da UE e Australia, oppure, nella stessa America Latina dal Mercosur. Inoltre, gli USA, pur chiedendo ai paesi sudamericani e del Caribe di essere concorrenziali, impongono i loro brevetti e il rispetto delle proprietà intellettuali sulle tecnologie. E' necessario ricordare che anche i grandi imprenditori latinoamericani sarebbero favoriti dall'alca (17 imprese sudamericane controllano il 43% dell'export della macro-regione), tuttavia i piccoli produttori non ritengono utile ed equa la proposta degli Stati uniti perchè si parla di un accordo di liberalizzazione commerciale e non di sviluppo economico che verrà applicato attraverso l'imposizione di modello di produzione non sostenibile nemmeno dal punto di vista ecologico, come sottolinea l'equadoregna Ana Lucia Bravo. L'area sudamericana dispone di ingenti quantità di risorse petrolifere e naturali (31% dell'acqua, 23% dei boschi, 43% della flora e della fauna presenti sul pianeta) su cui gli USA potranno mettere le mani. Mantenere un sistema simile a quello degli States significherbbe anche sovraprodurre, consumare molto di più e produrre quote di rifiuti che comporterebbero costi sociali elevatissimi. Impossibile inoltre applicare il principio di precauzione nei confronti degli OGM, su cui esistono invece normative ancora abbastanza rigide in Europa e Giappone. La dipendenza alimentare del sudamerica aumenterebbe a dismisura. L'esperienza del Messico, nel NAFTA (North America Free Trade Agreement) da 9 anni, ha già dimostrato le possibili cause e conseguenze di un accordo commerciale con gli Stati uniti. Con l'alca, attraverso l'annullamento della resistenza delle popolazioni locali, verrebbe smantellata l'agricoltura campesina e la società indigena. L'espulsione della popolazione rurale dai campi comporterebbe un'impennata della disoccupazione, un conseguente crollo dei salari e la possibilità di sfruttare manodopera a basso costo, soprattutto negli stessi USA, luogo di approdo dei migranti sudamericani ma anche luogo ove regna il razzismo. ALCA è anche un'accordo militare: lo dimostrano, ad esempio, le politiche di terrore svolte nei confronti dei coltivatori di coca. E' stato sottolineato come in questa decina d'anni gli scenari politico-economici dell'america Latina siano radicalmente mutati, tra crisi economica argentina, golpi venezuelani (peraltro imputabili agli States) e notevole sviluppo del Brasile (per questo isolato dagli USA). E' opinione di Pedro de la Cruz, presidente dei campesinos equadoregni, che l'alca sia paragonabile a un OGM. Idea originale ma giustificata in quanto l'Alca non risponde all'evoluzione dell'area dell'america Latina, violandola nelle sue caratteristiche storiche, economiche, politiche e sociali. De la Cruz ritiene che sia molto più auspicabile un'integrazione di tipo regionale basato non sulla dipendenza e sull'assimmetria ma sulla solidarietà e la cooperazione.


Sophie Monsalve

Campagna globale per la riforma agraria. La Campagna di Via Campesiana e FIAN comincia nel 1999. L'obiettivo principale è appoggiare i movimenti per la riforma agraria a livello internazionale. Perchè l'accesso alla terra sia riconosciuto come diritto umano è necessaria la riforma agraria. Tre strategie: appoggio diretto ai movimenti nazionali per la riforma agraria, come in Guatemala dove aiutiamo le persone colpite dalla repressione. Missioni investigative internazionali che presentano i propri risultati alla stampa e alle commissioni per i diritti umani, come in Indonesia ed Honduras. Ultima strategia bisogna spingere per la collaborazione dei movimenti contadini di tutti i continenti, bisogna premere sulla Banca Mondiale e sulle organizzazioni di cooperazione del nord perchè non escludano i popoli dai loro piani.

Biplap Halim

Lavora per una associazione agricola presente in Asia del Sud, India, Sri Lanka, Bangladesh e Pakistan. Nel Mondo ci sono 40 milioni di persone che non possono mangiare 2 volte al giorno. In Asia del Sud la maggior parte dei contadini non ha terra, l'80% non ne ha o non ne ha abbastanza, il 44% ne ha poca. Il 5% dei proprietari tiene il 60% della terra. C'è una mal distribuzione della terra. La riforma agraria è l'unica possibilità per avere cibo e sovranità alimentare. Il WTO ha sponsorizzaro la liberalizzazione dell'agricoltura ma le terre sono concentrate nelle mani di pochi proprietari o di grandi organizzazioni.

Vincent Wilson

Denuncia la repressione del governo brasiliano contro le organizzazioni sociali, in particolare contro i Sem Terra. Molte associazoni sono state perseguitate dalla polizia e i loro capi sono attualmente detenutI. E' necessario creare un corpo speciale di polizia per lottare per la loro liberazione. Il Brasile sta impiantando il modello Nord Americano transgenico dell'economia. Sta introducendo la privatizzazione. Questo modello è rivolto solo agli interessi economici internazionali e non alla gente. La salita al potere di Fernando Enrique Cardoso ha peggiorato la situazione. La conseguenza è che 60.000 brasiliani vivono in assoluta miseria, il 20% della popolazione economicamente attiva è disoccupata e ci sono 40.000 omicidi all'anno, in particolare tra i giovani. Un milione di piccoli agricoltori ha perso la terra mentre 1,5 milioni ha perso il lavoro. Siamo alla disperazione. Non ci sono soluzioni. I Sem Terra stanno lottando per dar voce ai nostri contadini e per la riforma agraria. Lotta per un'agricoltura che favorisca le persone povere. Lotta per l'intera esistenza umana, non solo per la terra ma anche per l'educazione, per la salute e la cultura. Lotta per un mdello che parta dalle basi per salire e soddisfare tutti questi bisogni. Cerca di fare ciò che dovrebbe fare il governo e che non fa. Lotta per un Brasile senza latifondo. E' una lotta contro il potere e contro lo stato, non contro i latifondisti, ma contro il sistema di proprietà. L'1% dei proprietari detiene il 40% della terra. Lottiamo contro il potere straniero e contro la zona di libero commercio. Stiamo diventando una colonia dell'unione europea. Dobbiamo cambiare questa situazione. Dobbiamo rafforzare la lotta per la terra su scala internazionale contro il capitalismo e creare un modello alternativo per tutto il mondo.

Peter Rosset

Ha parlato delle politiche della Banca Mondiale degli ultimi anni. Si tratta di politiche che rendono più difficile l'accesso alla terra e all'acqua. La Banca Mondiale sta promuovendo le stesse politiche in Africa, Asia e Europa dell'Est, paesi molto diversi fra di loro. La Banca Mondiale dice che la terra deve essere divisa fra i contadini ma in realtà crea programmi in cui poche famiglie o individui si spartiscono la terra. La terra viene venduta come qualunque altro bene. La Banca Mondiale facilita l'accesso ai ricchi investitori e non ai poveri. Alcuni paesi hanno adottato programmi di amministrazione della terra. Questi programmi sono stati presentati dalla Banca Mondiale come la salvezza per i contadini, in quanto danno ai contadini ciò di cui hanno realmente bisogno: la terra. In realtà, questi contadini hanno ottenuto ad un prezzo molto elevato, 200 o 300 volte più alto di quello reale, una terra di bassa qualità non buona per coltivare. C'è una contraddizione fra ciò che la Banca dice e ciò che fa in realtà.

Chief Evon Peter

Chiede che le popolazioni indigene, circa 500 milioni di persone in tutto il mondo, possano avere libero accesso alla terra. Gli indigeni sono stati costretti ad abbandonare le loro terre. Sono attaccati continuamente perchè cercano di portare avanti il loro tradizionale modello di vita. Queste popolazioni devono poter accedere alla terra per soddisfare le proprie necessità.

ACQUA

Sodsai Srangsok

Rappresento la Comunità di Moon River. Moon River è il principale fiume del nord-est dela Thailandia. La gente crede che la Thailandia sia uno stato esportatore e che ci sia la sicurezza alimentare. Non è così. In Thailandia manca l'accesso alle risorse, in particolare all'acqua. Non abbiamo l'accesso alle risorse a causa della volontà del nostro governo di centralizzare il ricorso alle risorse per l'esportazione in tutto il mondo. Il governo vuole usare l'acqua come una merce di scambio. Il Moon River e il Chi sono i fiumi principali della Thailandia. Un programma del governo prevede di dare acqua agli agricoltori ma in realtà pochi agricoltori sanno di questo programma governativo. Un altro programma del governo prevede di dare energia a tutto il sud del paese ma noi non abbiamo molta fiducia. Stanno costruendo una diga per dare energia ma è una diga molto grande e può distruggere le comunità contadine. Da 5 anni la situazione sta peggiorando a causa della crisi economica. Il FMI e la Banca dell'Asia hanno concesso un prestito al Governo a condizione che quest'ultimo centralizzi e controlli l'accesso all'acqua in tutto il paese. Pertanto l'uso dell'acqua in Thailandia è controllato a livello governativo, dalle multinazionali e c'è una compagnia dell'energia elettrica che maneggia concessioni e contratti e che tende a controllare questo programma per intascarsi i proventi degli agricoltori più poveri. La nostra raccomandazione è che le popolazioni indigene possano controllare le risorse, pertanto i governi e le Nazioni Unite devono appoggiare queste popolazioni in modo che non perdano la loro cultura e possano vivere in maniera decorosa. Noi ci opponiamo all'intervento del FMI e del Banco Asiatico che intendono rubare la nostra acqua considerandola come una merce. I governi del mondo speculano sull'acqua. L'ultima raccomandazione è che l'accesso all'acqua non deve appartenere al governo ma ai privati.

Pedro Melchior

I paesi ricchi stanno tentando di trattare l'acqua come una merce di scambio. Noi pensiamo che l'acqua sia un bene comune. Non può essere privatizzata. Oggi nel mondo 45000 dighe sono già state costruite, una sorta di grande latifondo dell'acqua. Oggi nel mondo 800 milioni di persone soffrono a causa della costruzione di dighe che hanno distutto la pesca, le coltivazioni, le comunità indigene e hanno causato effetti molto gravi sull'ambiente. Oggi nel mondo sono state costruite dighe sul 60& dei fiumi e solo il 3% dell'acqua è dolce e disponibile per il consumo. Tre milioni di persone in tutto il mondo muoiono per malattie che sono da mettere in relazione con l'acqua. Tutti questi dati mostrano che il mondo sta entrando in una grave crisi dovuta all'acqua. Ci sono paesi che hanno acqua ma non vi possono accedere, il Brasile ha un enorme potenziale idrico ma molte persone muoiono a causa della mancanza di acqua. L'Amazzonia è una delle regioni più ricche del pianeta, 10 dei 20 fiumi più grandi si trovano qui. Multinazioanli belghe e fancese stanno tentando di privatizzare l'acqua. In Qatar hanno già raggiunto il loro obiettivo. L'acqua è considerata solo per il suo valore economico. Il 22 marzo, giornata mondiale dell'acqua, non dovrebbe essere un giorno commemorativo ma un giorno di mobilitazione contro la privatizzazione. Noi siamo contro la costruzione di dighe ma non contro la produzione di energia elettrica. L'acqua e l'energia sono un diritto dei popoli. L'acqua deve essere fonte di vita e non di morte.

Relazione sul Workshop sull'acqua

Dina Rauf (Egitto)

- l'acqua come diritto dei popoli e non come merce - garantire l'accesso all'acqua - lotta contro la privatizzazione dell'acqua - riciclare l'acqua che può essere utilizzata in agricoltura - le decisioni sull'acqua devono essere adottate da chi la usa - uguale distribuzione delle risorse idriche - lotta per recuperare i metodi tradizionali di gestione dell'acqua - preservare l'acqua e le altre risorse naturali per le generazioni future

RISORSE GENETICHE

Mohammed Nourredine (Indonesia) Quali sono i vantaggi delle risorse genetiche? Il governo dell'Indonesia ha introdotto la produzione del cotone BT, un particolare tipo di cotone geneticamente modificato, nel Sulawesi orientale con la promessa di un aumento di produttività e la totale mancanza di effetti negativi sull'ambiente. Cosa è accaduto 10 mesi dopo? Le promesse non sono state mantenute. La produzione non è aumentata e si sono sviluppati nuovi parassiti. Gli OGM non saranno mai una buona soluzione per i contadini.

PESCA

George Owletuck

La sopravvivenza dei nativi dell'Alaska è strettamente legata alla salute dell'oceano. Oggi in Alaska le navi per la pesca industriale pescano tutto il pesce. Per i nativi la pesca ha una parte spirituale. La danza e i tamburi accompagnano la pesca. Il valore sociale rafforza l' attaccamento alle risorse naturali. In Alaska i nativi vivono in armonia con il mare. La loro sopravvivenza dipende soprattutto dal salmone. Le popolazioni di salmoni si stanno riducendo a causa della pesca eccessiva. Bisogna sostenere sistemi che rispettino l'equilibrio della natura. I nativi sono parte integrante dell'ecosistema dell'oceano.

Jaquab Rai

Pone l'attenzione sui consumi eccessivi di pesce da parte dei consumatori del Nord. Per soddisfare i bisogni dei paesi occidentali c'è bisogno di produrre sempre più pesce. Per questo, il governo indiano ha imposto ai piccoli pescatori di impiantare l'acquacoltura industriale. Ciò ha portato alla totale distruzione del sistema di mangrovie che protegge le coste indiane. Oggi 3,5 milioni di tonnellate di pesce sono prodotte da questa industria. Pertanto i consumatori occidentali devono ridurre il loro consumo e passare da 39 kg di pesce a persona per anno a 13 kg.

J.C. Cardenas (Cile)

Il cile è uno dei piu' grandi produttori di pesce nel mondo. Il 22% della sua popolazione è occupato nella pesca. Ma il mercato è nelle mani di Stati Uniti, Unione Europea e Giappone che consumano circa il 50% delle risorse dell'oceano. Questi stati premono per espandere l'acquacoltura industriale. Il loro obiettivo è l'eliminazione della pesca tradizionale. In Cile il governo permette alle multinazionali di accedere gratuitamente alle risorse idriche. Stiamo creando un'alleanza con le comunità costiere di tutto il mondo per opporci a questo progetto.

Luisa Pinada (Cile)

Ha parlato del punto di vista delle donne sulla pesca in Cile. Cosa fanno le donne? Combattono per evitare la privatizzazione delle risorse. Limitare l'accesso all'acqua e alle risorse naturali significa impedire ai piccoli pescatori di mantenere le proprie famiglie. Le donne in Cile si sono associate per lottare contro la distruzione della flora e della fauna. Senza risorse naturali non possono sopravvivere.


TIERRA

SOPHIE MONSALVE (CAMPANA GLOBAL PARA LA REFORMA AGRICOLA). La campana de via campesina y FIAN empezo en 1999. El objetivo principal es apoyar internacionalmente los movimientos de reforma agraria. Para que el acceso a la tierra sea reconocido como derecho humano es necesaria reforma agraria es necesaria. Tres estrategias: apoyo directo a los movimientos nacionales para la reforma agraria, tomando casos concretos, como en el caso de Guatemala donde apoyamos a los afectados por la represion. Otra manera para lograr nuestro objetivo son las misiones investigadoras internacionales que presentan su informe a la prensa y a la comision por los derechos humanos, como paso en Indonesia, Honduras. Por fin, hay que empujar la colaboracion entre movimientos campesinos de todo los continentes: cabildeo, lobby campesina a nivel internacional en el Banco Mundial y en las organizaciones de cooperacion del Norte del mundo cuyas estrategias son excluyentes.

BIPLAB HALIM (SAPC) Formo parte de una asociacion campesina que trabaja en India y Pakistan. En el mundo cuarenta millones de personas no pueden comer dos veces por dia y casi la mitad de estos desafortunados vive en la India, Bangladesh, Sri Lanka y Nepal. En Asia del sur muchos campesinos no tienen tierra el 80% no tienen o no bastante el 44% tiene muy poco pero el 50% de los hogares tiene el 60% de toda la tierra. Programa de agricultura por la reforma agraria 1961/96 aumentò el porcentaje de los sin tierra, politicas de liberalizacion, dumping damnifica los campesinos

MCT (Brazil) Alegria ! Quiro compartir nuestras preocupaciones denuncia contra el gobierno brasilero. En los ultimos anos este gobierno ha hecho una politica de represion contra los movimientos sociales, sobretodo contro el movimiento de los sin tierra. Esta politica de criminalizacion tiene varios aspectos, policia militar. En el mismo tiempo tienen iniciatiuvas Banco de la tierra que confunde y impide una verdadera reforma de la tierra. Muchos lideres estan en la carcel. Querian crear un cuerpo especial de la policia para luchar contra estos lideres. Como otros paises Brasil tiene politicas neoliberales que solo piensan en intetreses internacionales, no en la gente. Fernando Enrique Cardoso ha empeorado no hay salida para las familias del campo. Las consecuencias 60.000.000 de brasileros son pobres el 20% desocupados 40.000 asesinatos por anos, sobretodo entre los jovenes. 50.000 salariados han perdido su trabajo, nunca la crisis habia llegado a tanto. A pesar de todo el movimiento sin tierra sigue luchando para dar recurso a nuestros campesinos. Luchas, marchas, hemos conseguidos dar tierra a 300.000 familia y 100.000 familias siguen luchando por la reforma agraria y cambiar este modelo. Intentamos tener en cuenta todas la dimension humanas. En la practica estamos haciendo muchas cosas que el gobierno deberia hacer. Nos organizamos en America Latina. En el ultimo congreso nacional 2000 Brasil 12000 delegados para un brasil sin latifundo. Latifundo vinculado con bancos y empresas internacionales. Es una lucha de clase contra el poder, no es contra los proprietarios de latifundios pero contra el sistema de poder. La reforma agraria en brasil tiene que luchar tambien contra el poder extranjero. Projecto popular brasilero de desarrollo. 1% de los proprietarios 40% de las tierras. Contra la zona de libre comercio, porqué vamos a ser una colonia de EEUU si no vamos a cambiar esta situacion. Reforzar la lucha por la tierra en escala internacional, contra el capitalismo, otro modelo para el mundo

PETER ROSSET sobre politica del banco Mundual de los ultimos anos. Politica que dificulta el acceso a la terra y al agua. Politica que esta promoviendo en muchos paises del mundo, con muchas diferencia, no obstante el BM tiene las mismas politicas que inpone en Africa, Asia, Europa del Este. Paises y culturas que non son lo mismo, politicas ke empiezan con programas de la tierra, division de la tierra, lo que dice el BM es ke se tiene que dividir entre los campesinos, en realidad lo que hace es crear programas en los ke familias o individuos tienen titulos de propiedad de la tierra, ke se puede asi vender como cualquier otro bien. En otros contqxtos de politicas estructurales estan haciendo desaparecer el derechoh al acceso a la tierra, ke casi siempre era comunal. Los Bancos pueden apropiarse de estos titulos, porque los campesinos no pueden respectar los creditos. El banco tiene en parte la culpa porke facilita el acceso no a los pobres, sino a los ricos ke tienen los recursos. Los paises ke han vivido este programa de los titulos de la tierra los pobres estan bajo la supervision de los Bancos, komo en Brasil, es un modelo de vendedores ke es un desastre para los pobres porque los ricos kieren vender tierra mala a los prcios del mercado, 200 300% el precio normal de la tierra no buena. Esta gente tiene una tierra de escasa calidad pa’ el Gobierno es “la riforma agraria” mas buena, porque son programas simbolicos, el banco puede decir ke esta haciendo algo pa’ el acceso a la tierra, cuando en realidad lo que hace es dar acceso a los ricos. En relidad esta politica tiene como objeticvo debilitar nuestro movimiento, en Brasil esta pasando esto. No se pueden solucionar solo ekl 1% de los problemas de la tierra como esta pasando, estos modelos impuestos por el BM no estan disminueyendo el hambre en el mundo, sino ke estan empeorando la situacion

CHIEF EVON PETER (Netsaii Gwich’in) Acceso a la tierra para las poblaciones indigenas. Representamos a mas de 500 millones de personas en el mundo entero. La historia que tenemos de acceso a la tierra es en realidad que tenemos que abandonar nuestra tierra por lo que representamos socialmente y culturalmente, hoy nuestra gente esta marginada, estamos muy dejados de lado y sin embargo, nuestra gente tiene unos contactos muy fuertes con la naturaleza. Nos estan atacando constantemente porque nosotros queremos seguir manteniendo nuestra manera de vida. Cada tribu tiene sus problemas por el tipo de reaccion de las politicas del Gobierno, pero compartimos una lucha porque todos los Gobiernos de los ultimos 500 anos intentan quitarnos de nuestra tierra. Asi que el reto que tenemos es garantir el acceso a nuestra tierra, tenemos que fomentar el derecho de nuestra gente a tener acceso a nuestra tierra para satisfacer nuestras necesidades. Nuestro reto consiste en trabajar juntos para reforzar esta lucha y la presion que podemos poner como poblaciones indigenas choca con la reaccion de los Gobiernos. Mucha de nuestra gente esta en la carcel, incluso ha muerto. El acceso y la gestion de la tierra para nosotros es muy importante si queremos garantir la independencia y la vida de nuestra gente.

AGUA SODSAI SRANGSOK (Moon River Bacin Community Network) THAILANDIA Estoy aqui en representacion de la Comunidad de Moon River, del nombre del rio principal del nordeste de Thailandia. La gente cree que en Thailandia exportamos el arroz y que tenemos seguridad alimentaria. No es asi, hay falta de recursos productivos, sobre todo de agua. No tenemos acceso a los recursos debido a que el Gobierno intenta centralizar los recursos nacionales para sus exportaciones en el mundo, intenta utilizar el agua como una mercancia. El Moon River y el Chi son los rios principales de Thailandia, hay un programa del Gobierno que prevee dar agua a los agricultores, pero en realidad hay muy pocos agricultores que sacan provecho de estos programas gubernamentales. Hay otro programa del Gobierno que dice que va a dar luz al sur del pais, pero no tenemos confianza. Estan una presa para dar energia al sur del pais, pero esta presa muy grande puede destrozar la cultura de los campesinos, su vivencia comunitaria, destrozar los recursos. La situacion se agravo al empezar la crisis economica en Thailandia hace 5 anos. El FMI y el Banco asiatico concedio un prestamo al Gobierno bajo la condicion que este centralizara y controlara el acceso al agua en todo el pais. Por lo tanto el uso del agua en Thailandia se controla atraves del Gobierno, de las multinacionales y ahora tenemos una compania de luz que maneja concesiones y contratos y que intenta controlar este programa para sacar provechos de los agricultores mas pobres. Nuestra recomendacion es que las poblaciones indigenas tienen que controlar los recursos, por lo tanto los Gobiernos y las Naciones Unidas tienen que apoyar a las poblaciones para que mantengan su cultura y puedan vivir en manera digna. Nosotros nos oponemos todos a la intervencion del FMI y del Banco asiatico que intentan robar el agua, que consideran como una mercancia mas. Los Gobiernos del mundo tienen que dejar de especular sobre el agua. La ultima recomendacion es que los recursos del agua no tendrian que pertenencer ni al Gobierno ni a los privados, sino a las poblaciones, que asi tendrian acceso a este recurso tan importante.

PEDRO MELCHIOR - BRASIL Hablo por MAB (Movimiento Afecrad@s Presas), asociacion de las personas afectadas por las presas en Brasil. Estan intentando tratar el agua como una mercancia, creemos que el agua es un bien comun. Hoy en dia en el mundo hay 45.000 mil presas ya construidas, son una especie de grandes latifundios de agua. Hoy en dia en el mundo hay 800 millones de personas afectads por la construccion de presas que han destruido la cultura, la pesca, las comunidades indigenes y ha tenido consecuencias muy graves para el medioambiente. Hoy en dia en el mundo el 60% de los rios tiene presas y esto teniendo en consideracion que, en todo el mundo, solo el 3% del agua es dulce, o sea disponible para el consumo. Hoy en dia de cada tres personas una no tiene acceso al agua; 3 millones de personas en el mundo estan afectadas por dolencias relativas al agua. Todos estos datos muestran que el mundo esta entrando en una grave crisis debido al agua. Tenemos una situacion muy diferente entre paises que tienen agua y los que no tienen acceso. Brasil tiene un gran potencial hidrico y no obstante, muchas personas estan muriendo por falta de agua. Amazonia es una de las cuencas hidrograficas del planeta, 10 de los 20 rios mas grandes del mundo estan en Amazonia, pero tenemos la intervencion de Belgica y de Francia que estan interesadas en privatizar el acceso al agua. El agua es vista hoy como un puro valor economico que depende del sistema capitalista. En Katar la OMC ha establecido la privatizacion de los recurso, de la energia y del agua. Como ultima consideracion, el dia internacional del agua, el 22 de marzo, no debe ser un dia conmemorativo del agua sino un dia de movilizacion en contra de su privatizacion. Nosostros estamos en contra de la construccion de las presas pero no en contra de la produccion de energia, sin embargo estamos en contra de que agua y energia esten privatizados y tratados como mercancias. Hoy en Brasil las empresas internacionales poseen ya 11 rios brasilenos, nosotros promovemos campanas en contra de esta situacion. Creeemos que nuestra lucha es contra la privatizacion del agua, porque el agua es un derecho a la vida, de los pueblos, nuestro lema es que el agua tiene que ser fuente de vida y no de muerte. Para esto es necesario abatir el modelo neoliberal, que destruye la naturaleza, por lo que es necesario que se acabe con el modelo neoliberal.

RESUMEN TALLER AGUA estrategia Dina Rauf (Egipto) Destacar 15 puntos: 1) agua derecho de la gente. 2) no se puede considerar como bien de mercado 3) insistir no solo en el derecho de acceso sino tambien controlar los recursos de acceso 4) las ONG-es deben tener un enfoque sostenible no solo para la explotacion actual sino de cara a las nuevas generaciones 5) estamos en contra de la privatizacion del agua por parte de empresas internacionales (como ocurre por ejemplo en Brasil) 6) pensar en las fuentes renovables de agua, reciclar el agua para su uso en agricultura 7) tenemos que enfatizar el enfoque de participacion con igualdad de genero 8) trabajar para un reparto mas justo del agua 9) tenemos que olidaridad y no conflicto entre naciones 10) necesidad de reglas escritas para el uso del agua subterranea, sabemos que no se debe sacar el agua de gran profundidad porque afecta el territorio. 11) apoyar a los campesinos contra la politica de los Gobiernos 12) trabajar para disminuir la perdida del agua en la distribucion 13) pensar en la escasez del agua

PESCA

GEORGE OWLETUCK: en Alaska los barcos pesqueros industriales pescan todo, la pesca de arrastre gana millones pero nos impide sacar recursos del agua. La sobrevivencia de los esquimales depende de los esquimales, hay una parte espiritual en esta actividad de pesca, la danza y los tambores acompanan la actividad de pesca. Los valores sociales se refuerzan en nuestro apego a los recursos naturales. En Alaska queremos vivir en armonia con el mar. Los turistas paga 40millones de dolares para comprar recuerdos de artesania local y hay una explotacion excesiva de los recursos del mar. La poblacion de Alaska depende mucho del salmon. Pescamos 18000 salmones en el 2000, se està reduciendo la rentabilidad de la pesca. Recomendacion: la poblacion de Alaska puede proteger estos recursos, hay que desarrollar sistemas que respecten el equilibrio, se tiene que reducir la cantidad que los buques de peses tiran al agua

Jaquab Raj: Trabajo con pescadores diez milliones de pequenos pescadores que contribuyen al 50% del consumo mundial y la mitad vive en la India. Los pescadores mundiales pescaron 105000000 de toneladas. Hay pesca excesiva en el mundo entero. En los 10 ultimos anos los pequenos pescadores han sido los mas marginados y viven en una pobreza extrema sufriendo hambre. Los chaluptier tienen ayutotrizqacion para pescar del gobierno con coimas, es corrupccion, estan pescando cada vez mas lejois de la costa. Algunos paises de Asia y de Africa se benefician de la asistencia del banco Mundial y de los estados, las condiciones no son las mismas por los consumidores occidentales. El gob de tanzania dice que habia que conseguir creditos por la balanza de pagos. Nosotros le decimos: inviertan en estos paises que soon muy rentables. Esta pesca industrial ha destruido mucha de nuestra industria pesquera. Estas industrias han ocupado y destruidos ectarias cultivables. Si los occidentaloes no pueden a pasar a 13kg por ano en el futuro van a haber problemas de proteina. Los del norte tienen que reducir los consumos. Estan reduciendo los precios de los peces asì se alimenta la produccion, mal! Garantizar la sostenibilidad del modelo para respetar el medio ambiente.

J.C. CARDENAS. Hoy los paises tienen barcos de altura. Crisis global de las pesquerias el 70% està en crisis. Mercados como EU USA JAP estan concentrando el consumo de los peses. Harina y aceite para expander la aguacultura. El otro objectivo es la eliminacion de la pesca tradicional. Expansion elevada de la salmonicultura. En Chile es el gobierno que sobraexplota lòa pesca, entrega gratuita de los recursos a las multin, acuerdo con la UE para que tengan acceso a la aguas nacionales. Estamos establkeciendo una alianza con las comunidades costeras de todo el mundo para oponernos a estos


TERRE

Sophie Monsalve (Campagne Globale pour la Réforme Agricole) La campagne agricole de Via Campesina e FIAN a commencé en 1999. Le but c’est de soutenir au niveau internationale les mouvements de réforme agraire. Trois stratégies : appuis direct au mouvements pour la réforme agraire ; création d’organismes internationaux d’enquête qui présentent les propositions de réforme à la commission des Droits de l’Homme et enfin la coordination de tous les mouvement paysans du monde : lobbies de paysan à l’intérieur de la Banque Mondiale et les organisations de coopération du Nord du monde qui conduisent des stratégies d’exclusion.

Piplab Halim (SAPC)

Je fais partie d’une association paysanne qui travaille en Inde et au Pakistan. Dans le monde 40 million de personnes ne peuvent pas manger deux fois par jour et la moitié d’entre eux vis en Inde, Bangladesh, Sri Lanka et Népal .

La conclusion de cette relation est basé l’exposition des pourcentages de paysan qui possèdent et cultivent la terre dans les région de l’ Inde, Bangladesh, Sri Lanka et Népal .

Vincent Wilson (Via Campesina) Je vous demande de partager notre lutte contre le Gouvernement du Bril. Pendant les dernières années ce gouvernement a conduit une politique de répression contre les mouvements sociaux, surtout contre le mouvement des Sem Terra. Cette politique de criminalisation a différent aspects : police militaire, initiatives du Banc de la Terre qui empêchent une réelle réforme agraire. Beaucoup de leaders sont en prison et le gouvernement veut créer un corps spéciale de police pour lutter contre nos leaders . Comme dans autres pays le Brésil conduit des politiques libérales voté aux intérêts économiques internationaux et pas aux personnes. Le conséquence de la politique de Fernando Enrique Cardoso c’est que 60millions de Brésiliens sont pauvres, le 20% de chômage e 40.000 tués par an. 50.000 travailleurs salariées ont perdu leur travail. La crise est arrivé à son pic, malgré tout ça le mouvement Sem Terra continue à lutter : manifestations , marches, grève. Nous avons donnée la terre à 300.000 familles et 100.000 entre elle continuent a lutter pour une reforme agraire. Nous essayons de tenir en compte les différentes problèmes de toutes les Brésiliens. Finalement nous sommes en train de faire ce que le gouvernement du Brésil devrait faire. La reforme agraire au Brésil doit lutter contre le pouvoir étranger : nous sommes une colonie des Etats Unies.

Peter Rosset (Food First) La politique de la Banque Mondiale rend difficile l’accès a la terre et a l’eau. Cette politique est proposée dans plusieurs pays dans le monde sans tenir compte des différences entre eux. La Banque Mondiale favorise l’achat de la terre aux riches et non pas aux pauvres qui sont victimes d’un marché au quel ils ne peuvent pas atteindre.

Chef EVON PETER: Je vous parlerai des problèmes pour l’accès à la terre des peuples indigènes, qui dans l’histoire ont subi les pires traitements jamais infligés aux êtres humains pour ce qui concerne ce domaine. Les peuples indignes cherchent à maintenir l’accès à la terre et aux animaux qui sont leur source de subsistance. Les défis sont très divers pour chaque tribu car les peuples indigènes sont soumis aux gouvernements différentes. Les peuples indigènes deviennent dépendants de leurs gouvernements pour la subsistance : donc, ils ont perdu leur propre souveraineté alimentaire. On doit reconnaître notre droit d’accès à la terre, on doit le reconnaître au niveau international. Les peuples indigènes doivent travailler ensemble car ils ont eu beaucoup de victimes et des indigènes ont été emprisonnés car ils se sont opposés aux gouvernements et aux multinationales. La gestion de la terre est essentiale pour notre manière de vivre, c’est un droit auquel on ne peut pas renoncer.

EAU

SODSAI SRANGSOK. Je viens du réseau communautaire du fleuve Moon, dans le nord-est de la Thaïlande. Nous sommes un pays très riche, un des principaux exportateurs de riz, et alors les gens pensent que nous n’avons pas de problèmes alimentaires et surtout que nous n’avons pas de problèmes avec l’eau. En réalité nous n’avons pas accès aux ressources productives à cause de la politique de centralisation du gouvernement qui pense que l’eau est une ressource qu’on peut vendre. Il s’agit, pour la précision, d’un gigantesque programme pour irriguer les terres agricoles. Même si en réalité il y a peu de terres qui peuvent être irriguées par le Moon, ils sont en train de construire un barrage pour donner électricité au sud du pays. Ce barrage détruit l’économie des petits villages et les coutumes des peuples indigènes. La situation ne cesse d’empirer à cause de la crise économique pour laquelle le gouvernement a demandé des aides à la Banque Mondiale et au FMI. Les ressources hydriques sont contrôlées par les multinationales et les compagnies privées qui commercialisent le droit d’accès à l’eau. Une proposition : tout d’abord les populations indigènes doivent avoir le control des ressources hydriques et le gouvernement doit soutenir ces communautés locales dans cette lutte. Nous nous opposons aux politiques de la Banque Mondiale, du FMI et des entreprises privées. Les gouvernements du monde entier doivent mettre fin à la commercialisation des ressources hydriques qui doivent appartenir aux communautés locales, c’est la seule manière pour arriver à la souveraineté alimentaire.

PEDRO MELCHIOR (MAB – Brésil). J’appartiens à une organisation de personnes touchées par la construction du barrage. L’eau n’est pas un simple marchandise, nous du MAB pensons que l’eau est un bien humain. Nous luttons contre le «latifundium dam », c'est-à-dire contre la construction du barrage. Partout dans le monde, 4.000.000 de personnes sont affectées par la construction des barrages qui détruisent les communautés des pêcheurs et cultivateurs indigènes. Le 60% des fleuves sont menacés par la construction des barrages, une personne sur trois dans le monde n’a plus d’accès à l’eau, et ils souffrent des maladies dues à l’eau.

On peut parler d’une grande crise liée au problème de l’eau. Il y a des différences entre les pays qui possèdent des grandes ressources d’eau et ceux qui n’en ont pas : mais le Brésil, par exemple, a un grand potentiel mais il y a beaucoup de gens qui meurent de soif. Au Brésil dans la zone amazonienne, il y a des entreprises françaises et belges qui sont intéressées à la privatisation de l’eau. L’eau est considérée comme une valeur commerciale soumis à un prix. L’OMC a commencé à ouvrir des espaces pour la commercialisation des ressources naturelles et énergétiques comme l’eau. Le 22 mars 2002 c’est la journée internationale de l’eau : pour cette occasion on doit mobiliser tous ceux qui s’opposent à la privatisation de l’eau. Nous sommes contre la construction des barrages, nous ne voulons pas que l’eau et l’énergie soient privatisées. Nous de Via Campesina organisons une campagnes contre la privatisations des fleuves et des ressources hydriques : nous luttons parce que l’eau soit une ressource de vie.

Le système néolibéral il permette la privatisation et donc nous luttons contre ce système.

DINA RAUF (Egitto –resumé atelier sur l’eau d’hier) : 15 considérations : 1- l’eau est un droit des peuples, non pas une marchandise ;

2- les peuples doivent controler les ressources et les ONG doivent insister pour une procédure durable pour les generations futures ;

3- on doit lutter contre la privatisation de l’eau, comme au Bresil ;

4 –on doit recycler l’eau ; 5-Il est nécessaire un approche spécifique, et il est nécessaire d’évaluer le rôle des femmes ; 6-On doit travailler unis au niveau regionale pour une solidarité contre conflit parmi les nations ; 8 - la façon traditionnelle de prendre l’eau ne détruit pas la falde phréatique, donc nous nous opposons au système moderne ; 9 –Nécessité de systèmes de canalisation, et rationalisation de l’acces a l’eau.

RESOURCES GENETIQUES

SILVIA RODRIGUEZ : La revolution verte est la cause de la crise de l’agriculture.

PAT MOONEY : ressources génétiques. Tout ce qui se trouve au forum des ONG

VIA CAMPESINA : strategie pour proteger les resourcements genetiques. Pat Mooney on a parlé du traité sur les ressources genetiques qui peut etre interprété comme une obligation pour les parties contractantes, et de la nécessité d’une convention international sur la biodiversité. Les état on le droit de controller les ressources génétiques : si il est possible en Mexique, ainsi il est possible dans en autres pays. Nous disons Non au biocolonialisme. Nous devons encourager la rédaction d’un nouveau traité. Nous avons combattu contre les entreprises des semillas

PECHE

George OWletuck La danse elle fait partie d’une vie spirituelle, un mode de vie très proche de la nature. Le poisson et la vie sauvage sont fondamentaux, notre culture implique une harmonie avec les ressources de la terre et de la mère. Chaque année on dépense beaucoup d’argent, deux tiers de la mer sont exploite par des compagnie de pêche commerciale. La sur plus de pêche est la raison principale de la destruction du monde marin. L’industrie du salutage gaspille 25 % de toute les prise de pêche du monde. Il faut reconnaître que les peuples de l’alaskie sont fondamentale pour la subsistance de la vie marie et l’écosystème

JAQUAB RAJ Il y a 10milion des petits pecheur qui produisent le 5% du poisson mondiale. Le plus parte d’entre eux vis en Inde. 505million de ton. de poisson de 90% était du poisson Pendant la dernier décennie les petits pêcheurs son en difficulté extrême, parmi d’autre cause il y a l’introduction de chalutiers qui obtiennes des droit de pêche a travers des permis du gouvernement a travers la corruption. A cause de ça les petits pêcheurs on été repousse loin des cotes tanzanien filippini kenien etc. on été assistés de la banque mondiale et du FAOI et des prêts ont été donné. La banque mondiale a convaincu qu’il fallait commencer une eau culture industrielle pour vivre et ils offraient une occasion pour rétablir la situation. Les mensonges Le système a souffert de cette industrie de l’eau culture 3,5million de hectare de terre cultivable a été rendu incultivable par cette industrie. La sur- consommation des pays du nord est une raison de ce système commerciale. Faut faire des campagnes pour réduire les consommations. Moratoire sur l’expansion de la colture de poisson et crevette Si on ne respecte pas la durabilité écologique il n’y aura pas de sécurité alimentaire.

J. C. CARdenas A' la fin année 50 ont augmenté énormément La marche occidentale est de 50% sur le totale. Les offres des gouvernements pour trasferere les zones maritimes multinationales. La politique du Chili permet la sure exploitation des pêcheries et permet la privatisation des ressources de la pêche. Le chili est un producteur fondamental mais le peuple chilien est sous-alimenté, il faut mondialiser la lutte.

Luisa Pinada 436 femmes pêcheur artisanales dans le pays. 60000 pêcheurs, 3000 femmes ont l’autorisation d’extraire les ressources pour la survie de la famille. Il y a des femmes qui luttent dan des organisations. 10000 femmes actives dans le secteur de la pêche au Chili. On a droit a un jour de pêche par mois, mouvement sociale vs la privatisation femmes hommes. Protection flore et faune Chilienne, le traite de libre échange a été impose au Chili. Le problème de la mare rouge et par la salmoniculture (pollution).


Sophie Monsalve

Global campaign for the agricultural reform. The Via Campesina and FIAN campaign started in 1999. The main aim is supporting the movement of the agricultural reform on an international level. If you want to recognize that having access to land is a human right first you have to do a human reform Three strategies : direct support to the national movement for the agricoltural reform, as in Guatemala, where we use to help political repressed people. International investigative mission present their own result to the press and to human right commission like Indonisia and Honduras.

Biplan Halin (agricoltural organization in South Asia , India, Pakistan, Sri Lanka, Bangladesh. 4 milion of people in the world have not anything to eat day. In south Asia the most important problem is the property of the land (peasants have not land, have not enough for their needs, etc.). The 50 percent of land owner

Vincent Wilson

He accuses the repression of the government against social organisations, in particular against Sem Terra. The repressing policies have many aspects. It is used by the federal police against movements. Many associations have been persecuted and their leaders are actually in prison. We need to create a special police to be able to free these leaders. Moreover the american transgenic model of economy si getting more and more power. They are introducing the privatization. This model is ideated only for international economic interests and not for the people. Since the election of Fernando Enrique Cardo the situation is getting worser.The consequences are : 60 000 brasilians live in total misery, 20% of the population who is able to work, are unemployed, 40 000 murders per year (especially youngsters) . One million of the small farmers have lost their land while one and a half million have lost their work. We are desperate. There are no solutions. Sem terra is struggling to give a voice to our farmers and to the agricultural reform. They struggle for an agriculture who gives priority to the poor farmers. We struggle for the total human existance, not only for land, but also for education, helth and culture. The new model has to satisfy all these needs of a person. We try to do what the government should do. We are struggling against a Brasil owened by only a few persons. It is a struggle against the powerfull, against the ownership sistem not against the state. 1% of the owners have 40% of the land. We are fighting against the foreign power and against the free commercial zone. We are going to be a european colony. We have to change this situation. We want to strengthen the struggle for land on an international level, against the capitalism and we want to Create an alternative model for the whole world.

GENETIC RECOURCES

Mohammed Nourredine (Indonesia)

Which are the benefits of genetic recources ? The indonesian government has introduced in east Sulawesi the production of BT cotton, a special cotton type that has been gentically modified. They promised an increasing production and no negative effects on the enviroment. What had happend after ten months ? The promises were not true. The production has not increased and new predators have developed. The GMO are no good solution for the farmers.

RESOURCES

George Owletuck

The native alascan subsistance depends on oceans’ health. Today, in Alaska , the boats for industrial fishing are working the whole year. For the natives, fishing has also a spiritual part. Dancing and the roll of the drums accompany the fishing. The social value strengenth the Attachment to natural resources. In Alaska the natives live in harmony with the sea . Their subsistance depends mostly upon salmon. The salmon population is getting less because of the intensive fishing. We have to support systems that are able to support the balance of nature. The natives are an integrated part of the ocean’s ecosystem.

Jaquab Rai

He points out the attention to the big fish consume of the Nothern countries. To satisfy the needs of the western world we have to produce more and more fish . For this the indian government has imposed to the small traditional fishermen to change to industrial acqua culture. The change destroyed comletly the mangrove’s system that protect the indian cost Today, 3,5 million tons of fish are produced by this industry. So western consumers should reduce their fish consume from 39 kg to 13 kg per person in a year.

J.C. Cardenas (Chile)

Chile is one of the biggest fish producer in the world. 22% of it’s population is involved in fishing. But the market is governed by USA, Europe and Japan who are consuming 50% of the ocean’s resourses by themselves. These state want to expand the industrial acqua culture. Their aim is removing the traditional fish system. The chilean government permits the multinational companies the free access to the fishing recources. We are creating an alliance with all seaside regions from all over the world to oppose these policies.

Luisa Pinada (Chile)

A women view on fishing in Chile : What are the women doing ? They are fighting against the privatisation of the recourses. To limit the ocean’s access and to the natural recourses does not permit the small fishermen to provide for their families. The chilean women have create an association to struggle against the distruction of environment. Without natural resources they can not survive.


martedi_11_giugno (last edited 2008-06-26 09:50:56 by anonymous)