Palestina

La Gran Bretagna ha rigettato la richiesta israeliana di rompere le relazioni con il leader palestinese Yasser Arafat. Al contrario, il governo britannico chiedera' ad Israele il rispetto della road-map, invitandolo a rilasciare piu' prigionieri palestinesi ed a smantellare gli insediamenti illegalmente costruiti da Israele nei territori palestinesi occupati. Ariel Sharon, in visita a Londra, aveva invitato Blair a rompere i rapporti con Arafat, giudicato da Israele "un impedimento alla pace". Il ministro degli esteri, Jack Straw, ha invece ribadito che Arafat e' un leader liberamente eletto e la Gran Bretagna trattera' con lui finche' lo riterra' necessario.

E mentre Mahmud Abbas, primo ministro palestinese, ha dichiarato che la frattura con Arafat e' stata risanata e ha reiterato la sua lealta' verso il leader palestinese, Marwan Barghuthi, parlamentare palestinese sequestrato da Israele a Ramallah oltre 15 mesi fa e, da allora, tenuto in isolamento in un carcere di massima sicurezza, ha dichiarato, durante una sessione del processo a suo carico, che  Israele ha intenzione di assassinarlo. Il leader palestinese, che ha denunciato sevizie e torture, non puo' ricevere visite da parte dei familiari, e non vede i suoi figli dal giorno in cui fu rapito e incarcerato. Il leader ha piu' volte denunciato l'illegalita' del tribunale d'occupazione e del processo politico intentato contro di lui, che e', in realta', un processo contro tutto il popolo palestinese. "Non vi puo' essere giustizia per un popolo sotto occupazione fintantoché esso  sara' processato dal tribunale degli occupanti", ha dichiarato Barghuthi lo scorso lunedi.

Italia: i soldi per i terremotati sono finiti nella missione italiana in Iraq

La denuncia e' di Ermete Realacci, presidente di Legambiente, che contesta fortemente il trasferimento di fondi. E' sconcertante sapere con quale leggerezza soldi destinati ad una causa importantissima quale il sostengo alle aree colpite da alluvioni, terremoti e siccita' vengano fatti scivolare di soppiatto verso una missione di guerra. Dopo le proteste delle Ong per il prelievo dai fondi alla cooperazione internazionale la maggioranza fa retromarcia, ma nella direzione sbagliata. La denuncia e' di Ermete Realacci, presidente di Legambiente, che contesta fortemente il trasferimento di fondi. Al di la' della discutibilita' del coinvolgimento italiano in una vicenda, quella della guerra in Iraq - che col passare del tempo si dimostra sempre meno legata a reali esigenze di sicurezza internazionale e assistenza umanitaria e sempre piu' a interessi o preoccupazioni particolari - quello che e' veramente intollerabile e' sottrarre risorse ad una voce di bilancio che nessuno si augura mai di dover utilizzare ma della quale non si puo' assolutamente fare a meno. Invitiamo percio' le Commissioni alla ragionevolezza: i soldi che cercano vanno trovati altrove.

Il Comune di Genova, dopo l'approvazione della delibera che nei fatti privatizzava gli invasi genovesi, delibera un aumento del 10% sulle tariffe dell'acqua potabile.

L'obiettivo è, come dice l'assessore Seggi “costruire opere fognarie”: insomma interventi ed investimenti sulla gestione e la distribuzione di un bene comune come l'acqua saranno pagati direttamente dalla tasca dei contribuenti. Un aumento previsto e già denunciato dalla Campagna Questo Mondo non è In Vendita durante le iniziative di contrasto alla vendita delle dighe e che ha portato il Comune di Genova ad addolcire le sue posizioni approvando una serie di ordini del giorno che trattavano, tra l'altro, dell'adesione della città di Genova al Contratto Mondiale dell'Acqua. “Assolutamente inutili e fuorvianti” è il commento di Deborah Lucchetti, referente della Campagna sul Wto - Questo Mondo non è in Vendita “che creano ancor più distanza tra la città e i suoi amministratori che gettano fumo negli occhi partecipando al Forum di Porto Alegre e poi perseguendo politiche assolutamente contraddittorie sul territorio”.

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