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=== GR Giovedì 24 marzo 2005 === | === GR Martedi' 29 marzo 2005 === '''TERREMOTI: OLTRE 1000 i morti secondo la croce rossa''' TOKYO - Sarebbero fra mille e duemila i morti causati dal fortissimo sisma di 8,5-8,7 gradi Richter, che ha gettato ieri sera nuovamente nel panico i Paesi dell'Oceano Indiano, e in particolare l'isola indonesiana di Sumatra, vicinissima, come tre mesi fa, all'epicentro delle scosse durate tre lunghi minuti. Molte vittime, quindi, ma poche al confronto delle circa 300.000 del 26 dicembre scorso, di cui almeno 220.000 nella sola Indonesia, inghiottiti nella maggior parte da gigantesche ondate di tsunami arrivate, si e' saputo poi da esperti giapponesi, ad altezze fino a 50 metri. Malgrado i timori dei sismologi, le onde di maremoto rilevate ieri non hanno superato i 20-30 centimetri in Sri Lanka, Thailandia ed India. Testimoni oculari hanno riferito di ondate fino a tre metri a Simeulue e fino a 30 in baie di Nias, le isole lungo la costa occidentale di Sumatra piu' vicine all'epicentro del sisma di ieri, ma sono voci non confermate. Altre fonti hanno escluso che i danni provocati nelle due isole siano dipesi dallo tsunami. A causare i crolli a Nias e Simeulue, la prima a sud-est e la seconda a nord-ovest dell'epicentro - individuato ad una distanza di 150 km. a sud est di quello del sisma catastrofico di 9 gradi Richter del 26 dicembre - sono state le fortissime scosse ondulatorie, protrattesi per quasi tre minuti. ''Sono stati accertati 330 morti a Nias e 100 a Simeulue. Ma il bilancio e' destinato ad aggravarsi pesantemente'' ha dichiarato nella serata di oggi Budi Atmaji Adiputro, un responsabile dell'Ente nazionale indonesiano di coordinamento degli aiuti per le calamita' naturali. Al di la' dell'incertezza sul numero delle vittime, l'amara lezione del 26 dicembre e' servita e tutti i paesi rivieraschi, che sono stati prontissimi a lanciare l'allarme di tsunami, prima ancora di sapere se fosse fondato o meno. Indonesia, Thailandia, India, Sri Lanka, Malaysia, hanno tentato il possibile e l'impossibile per far evacuare i residenti delle zone costiere sollecitandoli a rifugiarsi sulle alture. Ci sono state fughe in massa e momenti di caos, soprattutto a Bandar Aceh, la citta' dell'estremo nord di Sumatra cancellata il 26 dicembre scorso. Gli allarmi di tsunami sono stati revocati dopo qualche ora in tutti i paesi interessati e la popolazione ha cominciato il rientro nelle abitazioni, senza lamentarsi dei falsi allarmi. '' Certo occorre dotarsi in fretta di una rete di rilevamento dei sismi accurata ed efficiente. E ci sono state esagerazioni negli allarmi. Ma e' meglio cosi''. hanno detto fonti del governo indonesiano. |
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Una trentina di persone sono rimaste ferite a Bishkek, in scontri tra manifestanti dell'opposizione e le forze dell'ordine. Lo hanno annunciato i centri di emergenza nella capitale del Kirghizistan. Gli scontri sono avvenuti quando la polizia ha cercato di disperdere con manganelli la dimostrazione di migliaia di persone davanti agli uffici governativi. La gente ha reagito e, in seguito, poliziotti a cavallo hanno caricato la folla, che dopo essere indietreggiata ha conquistato in fine la sede del governo. la folla di manifestanti dell'opposizione, reclamava le oramai avvenute dimissioni del presidente Askar Akayev che è partito, secondo precedenti informazioni verso la Russia, e che ha poi cambiato rotta in volo alla volta del Kazakhstan. questa informazione è stata riferita dall'agenzia Interfax senza precisare se il cambio di traiettoria sia stato determinato da una scelta russa di non concedere l'asilo. In Kazakhstan Akaiev potrebbe ottenere asilo dal presidente di quel Paese, Nursultan Nazarbaiev. ''' iraq ''' '''Palestina''' '''Italia''' immigrati ''scuola'' il decreto, approvato oggi in via definitiva dal consiglio dei ministri disciplina il diritto-dovere all'istruzione e alla formazione della persona dal primo anno della scuola primaria per almeno 12 anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il 18mo anno di eta'. Questo percorso si realizza nel primo ciclo (scuola primaria+scuola secondaria di primo grado) e nel secondo ciclo (licei e istruzione e formazione professionale) e include anche l'apprendistato. L'innalzamento dell'obbligo all'istruzione sara' graduale. Dal prossimo anno scolastico sale da 9 a 10 anni. ''Per il raggiungimento di questo obiettivo - ha assicurato il ministro Moratti in conferenza stampa - c'e' un investimento di circa 16 milioni di euro l'anno, tratti dallo stanziamento della Finanziaria 2004, per l'esenzione dalle tasse e per l'incremento delle spese di funzionamento. Utilizzando parte delle risorse iscritte nella Finanziaria 2005, per un importo di 25 milioni di euro, si procedera' all'innalzamento di un ulteriore anno dell'obbligo scolastico e formativo, da 10 a 11 anni. Vengono, infine, aumentate da 34 a 45 milioni, con un incremento di 11 milioni, le risorse destinate al completamento dei corsi sperimentali di istruzione e formazione professionale''. '''napoli''' |
Trattano ormai a distanza il presidente ad interim del Kirghizistan, Kurmanbek Bakiyev, e il presidente Akayev, fuggito in Kazakistan, e che comunque continua a rifiutare di dimettersi. Mentre i cittadini di Bishkek cercano di risollevarsi dai disordini e dalle violenze dei giorni scorsi, Akayev si trova in Kazakistan per colloqui con i nuovi leader kirghizi. La camera alta del vecchio parlamento del Kirghizistan ha annunciato che si scioglierà per dare un contributo alla stabilità del Paese. Un punto interrogativo resta sulle nuove presidenziali, fissate nei giorni scorsi per il 26 giugno: "potranno essere indette soltanto dopo i colloqui con (il presidente) Akayev, altrimenti si tratterà di un'ulteriore mossa incostituzionale", ha detto il capo del nuovo Parlamento kirghizo, Omurek Tekebayev. Intanto provvisoriamente a capo dello Stato resta il leader dell'opposizione Kurmanbek Bakiyev, già indicato dal vecchio Parlamento e oggi confermato primo ministro dai neoeletti deputati. La nomina a premier nell'attuale situazione di crisi politica prevede automaticamente per Bakiyev anche la carica di presidente facente funzioni. Durante la giornata di ieri c'è stato anche un evento da non trascurare: sono stati posti i sigilli sull'archivio personale di Akayev, e le sue carte sono ora nelle mani dei servizi di sicurezza. Pile di documenti che potrebbero diventare la vera arma contro il presidente defraudato. Fra il materiale requisito, ci sarebbero liste di finanziamenti che indicano "concretamente e quanto" è stato destinato "ai protetti del presidente" dalle casse pubbliche durante la contestata campagna elettorale di febbraio-marzo. |
GR Martedi' 29 marzo 2005
TERREMOTI: OLTRE 1000 i morti secondo la croce rossa
TOKYO - Sarebbero fra mille e duemila i morti causati dal fortissimo sisma di 8,5-8,7 gradi Richter, che ha gettato ieri sera nuovamente nel panico i Paesi dell'Oceano Indiano, e in particolare l'isola indonesiana di Sumatra, vicinissima, come tre mesi fa, all'epicentro delle scosse durate tre lunghi minuti. Molte vittime, quindi, ma poche al confronto delle circa 300.000 del 26 dicembre scorso, di cui almeno 220.000 nella sola Indonesia, inghiottiti nella maggior parte da gigantesche ondate di tsunami arrivate, si e' saputo poi da esperti giapponesi, ad altezze fino a 50 metri.
Malgrado i timori dei sismologi, le onde di maremoto rilevate ieri non hanno superato i 20-30 centimetri in Sri Lanka, Thailandia ed India. Testimoni oculari hanno riferito di ondate fino a tre metri a Simeulue e fino a 30 in baie di Nias, le isole lungo la costa occidentale di Sumatra piu' vicine all'epicentro del sisma di ieri, ma sono voci non confermate. Altre fonti hanno escluso che i danni provocati nelle due isole siano dipesi dallo tsunami. A causare i crolli a Nias e Simeulue, la prima a sud-est e la seconda a nord-ovest dell'epicentro - individuato ad una distanza di 150 km. a sud est di quello del sisma catastrofico di 9 gradi Richter del 26 dicembre - sono state le fortissime scosse ondulatorie, protrattesi per quasi tre minuti.
Sono stati accertati 330 morti a Nias e 100 a Simeulue. Ma il bilancio e' destinato ad aggravarsi pesantemente ha dichiarato nella serata di oggi Budi Atmaji Adiputro, un responsabile dell'Ente nazionale indonesiano di coordinamento degli aiuti per le calamita' naturali. Al di la' dell'incertezza sul numero delle vittime, l'amara lezione del 26 dicembre e' servita e tutti i paesi rivieraschi, che sono stati prontissimi a lanciare l'allarme di tsunami, prima ancora di sapere se fosse fondato o meno. Indonesia, Thailandia, India, Sri Lanka, Malaysia, hanno tentato il possibile e l'impossibile per far evacuare i residenti delle zone costiere sollecitandoli a rifugiarsi sulle alture. Ci sono state fughe in massa e momenti di caos, soprattutto a Bandar Aceh, la citta' dell'estremo nord di Sumatra cancellata il 26 dicembre scorso. Gli allarmi di tsunami sono stati revocati dopo qualche ora in tutti i paesi interessati e la popolazione ha cominciato il rientro nelle abitazioni, senza lamentarsi dei falsi allarmi. Certo occorre dotarsi in fretta di una rete di rilevamento dei sismi accurata ed efficiente. E ci sono state esagerazioni negli allarmi. Ma e' meglio cosi. hanno detto fonti del governo indonesiano.
Kirgizistan
Trattano ormai a distanza il presidente ad interim del Kirghizistan, Kurmanbek Bakiyev, e il presidente Akayev, fuggito in Kazakistan, e che comunque continua a rifiutare di dimettersi. Mentre i cittadini di Bishkek cercano di risollevarsi dai disordini e dalle violenze dei giorni scorsi, Akayev si trova in Kazakistan per colloqui con i nuovi leader kirghizi.
La camera alta del vecchio parlamento del Kirghizistan ha annunciato che si scioglierà per dare un contributo alla stabilità del Paese.
Un punto interrogativo resta sulle nuove presidenziali, fissate nei giorni scorsi per il 26 giugno: "potranno essere indette soltanto dopo i colloqui con (il presidente) Akayev, altrimenti si tratterà di un'ulteriore mossa incostituzionale", ha detto il capo del nuovo Parlamento kirghizo, Omurek Tekebayev. Intanto provvisoriamente a capo dello Stato resta il leader dell'opposizione Kurmanbek Bakiyev, già indicato dal vecchio Parlamento e oggi confermato primo ministro dai neoeletti deputati. La nomina a premier nell'attuale situazione di crisi politica prevede automaticamente per Bakiyev anche la carica di presidente facente funzioni.
Durante la giornata di ieri c'è stato anche un evento da non trascurare: sono stati posti i sigilli sull'archivio personale di Akayev, e le sue carte sono ora nelle mani dei servizi di sicurezza. Pile di documenti che potrebbero diventare la vera arma contro il presidente defraudato. Fra il materiale requisito, ci sarebbero liste di finanziamenti che indicano "concretamente e quanto" è stato destinato "ai protetti del presidente" dalle casse pubbliche durante la contestata campagna elettorale di febbraio-marzo.