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=== GR di Lunedì 17.03 === = LUNEDI 11 APRILE =
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'''angola''' '''MEDIORIENTE '''

M.O., OGGI INCONTRO BUSH-SHARON
Il primo ministro israeliano Ariel Sharon si incontrerà nel ranch di Crawford, in Texas, con il presidente americano George Bush. Il vertice coincide con un aggravamento della situazione nei Territori, dopo le speranze suscitate in febbraio dall'annuncio di un cessate il fuoco fra isareliani e palestinesi.
Il premier di Tel Aviv - secondo quanto riporta il sito del quotidiano Ha'aretz - esprimerà a Bush la preoccupazione per una situazione che potrebbe precipitare: da una parte perché l'amministrazione palestinese di Abu Mazen potrebbe essere messa in discussione, con un pericoloso conseguente vuoto di potere, e dall'altra perché lo stesso Mazen non rispetterebbe i patti presi con Tel Aviv. Non si fermano neanche oggi intanto gli scontri nei Territori. Questa mattina soldati israeliani hanno condotto un raid a Nablus, in Cisgiordania, e hanno arrestato un esponente di Fatah, Firas Tanbor, sospettato di preparare un attacco terroristico per conto dell'Hezbollah (partito di Dio) libanese. Lo riferisce il sito di Ha'aretz, aggiungendo che vi sono stati anche scontri fra palestinesi e soldati. Fonti palestinesi affermano che i militari hanno usato pallottole di gomma e lacrimogeni, ferendo dieci persone.
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Decine di persone si sono affrontate ieri a colpi di machete, ascia e bastone a Mavinga, nella provincia di Kwando Kubango, con un bilancio finale di almeno 30 feriti. Lo hanno reso noto le autorità e i mezzi di stampa locali, spiegando che tutto sarebbe cominciato quando un gruppo di militanti dell’Unita (Unione nazionale per l’indipendenza dell’Angola), ex-formazione ribelle ora all’opposizione, ha cominciato a chiedere le dimissioni del capo dello Stato, José Eduardo Dos Santos (al potere dal settembre 1979), inneggiando contro il Mpla (Movimento popolare di liberazione dell’Angola, di cui è la vertice Dos Santos); decine di appartenenti a quest’ultima formazione hanno dapprima circondato i simpatizzanti dell’Unita, ricambiando le offese, poi per cause da accertare sono cominciati i primi scambi di colpi ed è esplosa una rissa piuttosto estesa, che ha lasciato a terra almeno una trentina di feriti. Le autorità, sottolineando le responsabilità dei militanti dell’Unita, hanno reso noto che avvieranno indagini per individuare eventuali colpevoli da sanzionare ''' BANGLADESH '''

Bangladesh: crolla fabbrica, 200 dispersi
lmeno 11 persone sono morte mentre più di 200 sarebbero rimaste sotto le macerie dopo l'esplosione dell'edificio;
Ora è lotta contro il tempo. Almeno undici persone sono morte e fino ad altre duecento potrebbero essere intrappolate sotto le macerie di una fabbrica crollata a Palash Bari vicino a Dacca, la capitale del Bangladesh. Lo hanno reso noto fonti ufficiali. Fino ad ora i soccorritori hanno estratto 55 persone ancora vive, ma le strade strette della cittadina impediscono l'arrivo di mezzi per rimuovere le lastre di cemento.
La fabbrica, un'edificio di 8 piani, è crollata a seguito dell'esplosione di una caldaia all'interno dell'edificio.
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'''  iraq ''' ''' LIBANO '''
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'''Palestina''' Libano. In 20 mila per le strade di Beirut per chiedere pace e unità.
Almeno 20 mila persone hanno sfilato ieri per le strade di Beirut chiedendo pace e unità per il Paese segnato dall'attentato all'ex primo ministro Rafik Hariri il 14 febbraio scorso. La sorella di Hariri, Bahiya Hariri, che è avvocato, ha liberato 50 colombe vianche per dare inizio alla dimostrazione, che è stata denominata "Marciamo Uniti".
"Non c'è timore che questo paese finché questo grande popolo resta risoluto a difendere la propria unità nazonale, la propria pace civile, la propria indipendenza, libertà e sovranità", ha detto la sorella di Hariri in un discorso. La marcia è stata una delle manifestazioni che ricordano il trentennale dell'inizio della guerra civile libanese, durata 15 anni.
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'''Russia''' ''' IRAQ '''

Mi sentirò davvero libera se emergerà la verità su quello che è successo":
inizia cosi' l'intervento di Giuliana Sgrena alla conferenza organizzata oggi a Roma dalla Federazione della stampa. L'inviata del Manifetso ha ringraziato tutti i colleghi per la solidarietà dimostrata durante il suo mese di rapimento in Iraq ma ha gli anche rivolto un accorato appello: "Chiedo alla stampa di sostenerci nel chiedere la verità, di far emergere la responsabilità". L'inviata del Manifesto ha detto di non aver fiducia nei lavori della commissione mista americano-italiana che indaga sull'episodio che ha portato la morte del funzionario del Sismi. "I soldati che mi hanno sparato sono anche loro vittime di questa guerra - ha aggiunto Giuliana - ma le vere responsabilità sono altrove".
Intanto a Bagdad le forze di sicurezza irachene hanno arrestato uno dei rapitori di Christian Chesnot e George Malbrunot, i due giornalisti francesi tenuti in ostaggio dalla guerriglia per oltre quattro mesi lo scorso anno.
La notizia è stata confermata dal ministero della Difesa di Baghdad.
E anche oggi, l'esercito americano è stato bersaglio di nuovi attacchi: tre auto guidate da kamikaze sono state lanciate contro un campo militare statunitense a Qaim, nell'Iraq occidentale, vicino alla frontiera con la Siria. Secondo una fonte militare Usa, ci sarebbero due soldati feriti, di cui non è stata precisata la nazionalità, mentre altre fonti parlano di due civili morti e tre feriti.

'''CINA'''

MORTE DI DUE ANZIANE DIMOSTRANTI SCATENA SOMMOSSA CONTRO LA POLIZIA
Gli abitanti del villaggio di Huankantou, nella provincia orientale di Zhejiang, si sono rivoltati contro la polizia dopo che due donne anziane sono state uccise dagli agenti mentre con altre 200 compagne svolgevano un sit-in contro l’inquinamento causato dal locale distretto industriale. Riportando i fatti avvenuti domenica ed emersi solo oggi, l’agenzia britannica ‘Reuters’ riferisce che la rabbia delle gente è scoppiata dopo che si è diffusa la notizia che le due anziane signore erano state investite e uccise dalle auto della polizia, mentre 3000 agenti cercavano di disperdere l’assembramento che da due settimane presidiavano ininterrottamente il sito di un complesso di 13 fabbriche chimiche, ritenute responsabili di inquinare l’ambiente circostante.
Migliaia di abitanti del villaggio hanno prima rivoltato una decina di auto della polizia e poi inseguito e raggiunto gli agenti che si erano rifugiati in una scuola; la polizia ha avuto l’ordine di non reagire. Cinque degli agenti aggrediti dalla folla verserebbero in gravi condizioni, mentre anche 4 civili hanno riportato ferite. Negli ultimi anni in Cina si sono verificate spesso sommosse popolari nelle zone rurali contro le autorità e le forze dell’ordine da parte di cittadini non sempre soddisfatti dai cambiamenti strutturali innescati dallo sviluppo economico.
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''' ITALIA '''
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'''Italia''' Confindustria. Montezemolo: occorre un governo che governi, altrimenti meglio le elezioni.
"Ci attendiamo un segnale molto forte nei prossimi giorni - ha aggiunto Montezemolo - un segnale che rimetta le imprese al centro dell'azione di governo". La ricetta del leader della Confindustria è semplice: "Le cose da fare, e da fare subito sono poche e chiare: intervenire sul cuneo fiscale per ridurre in modo netto la differenza tra stipendio lordo e stipendio netto e migliorare insieme il costo del lavoro per le imprese e i redditi dei lavoratori; accelerare l'abolizione dell'Irap; favorire attraverso misure fiscali le fusioni e le aggregazioni di imprese; velocizzare i tempi dei rimborsi fiscali e dei pagamenti dovuti alle imprese che lavorano per la pubblica amministrazione; approvare contestualmente - ha aggiunto Montezemolo - nei tempi previsti il decrerto e il disegno di legge sulla competitività".
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 SCIOPERO DEL PUBBLICO IMPIEGO
18 Marzo 2005 - 12.54 Durata: 1 minuto 33 secondi
"Valorizzare il lavoro pubblico per tutelare i diritti dei cittadini. Rinnovare i contratti", firmato Funzione Pubblica-Cgil, Fps-Cisl, Uil-pubblica amministrazione. E' il grande striscione che ha aperto il corteo dei lavoratori del pubblico impiego che questa mattina si sono dati appuntamento a Roma per chiedere il rinnovo del contratto di lavoro.Oltre centomila persone hanno partecipato alla manifestazione che ha raggiunto piazza san Giovanni, dove i leader di Cgil, Cisl e UIl, Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti hanno tenuto il comizio finale. Si tratta del terzo sciopero nel giro di in anno dopo quello del 21 maggio e la mobilitazione generale del 30 novembre. Sentiamo la corrispondenza di Andrea Milluzzi giornalista di Liberazione

'''napoli'''

 STUDENTI, PROFESSORI E LAVORATORI IN LOTTA
NELLA GIORNATA DELLO SCIOPERO DEL PUBBLICO IMPIEGO

Questa mattina alcune migliaia tra studenti e professori sono scesi in piazza a Napoli contro la Riforma Moratti e contro la precarieta'. Hanno attraversato la citta' la Rete Studenti in Movimento e i professori dei Cobas Scuola con una piattaforma autonoma, distinti e distanti dall 'Unione degli Studenti , satellite studentesco della Cgil , coloro che sostennero la riforma Berlinguer che rappresenta solo l'anticipazione della riforma Moratti.
Contro la precarieta' sul lavoro e nella scuola, per i saperi ciritici e globali e contro il revisionismo del ministero dell'Istruzione e del governo Berlusconi, per il diritto ad un reddito contro una scuola ed un universita' che ci trascinano sempre piu' nella precarieta' permanente , nella vita, nel lavoro, nell'esistenza.
In migliaia hanno manifestato anche contro la legge regionale sul diritto allo studio , una legge fatta dall'assessore dell'Unione Adriana Buffardi e voluta da Cgil ed Uds che non sposta un euro per le famiglie senza reddito , lasciando l'accesso all'istruzione in Campania come diritto di pochi e lusso per troppi.
Contro le politiche fatte di concertazione e consociativismo, fatte di leggi su misura per piccoli concertatori in erba , come nel caso ricordato della legge regionale sul diritto allo studio, e per investimenti concreti nell'edilizia scolastica, nella qualita' dei saperi e per garantire a tutti la possibilita' di studiare e di poter avere un percorso formativo adeguato .
Durante il corteo , in una altra zona della citta', i lavoratori dell'ASIA (azienda sanitaria igiene ambientale) bacino Napoli 5 che attuavano un blocco presso Via Marina venivano caricati dalla polizia e due sindacalisti di base venivano condotti in questura. A quel punto il corteo si fermava nei pressi della questura attuando un blocco stradale in Via Monteoliveto e Via Medina fermando le strade principali del centro cittadino e dividendo in due la citta'. Cosi' per almeno un ora fino a quando i due sindacalisti sono stati rilasciati e i lavoratori dell'ASIA hanno continuato con studenti e professori il corteo fino in Piazza Plebiscito dove sono stati ricevuti dal prefetto.
L'arrivo del corteo in Piazza Plebiscito e' stato anticipato da una carica di alleggerimento verso i lavoratri dell'ASIA che erano rimasti sotto la prefettura dopo i fermi della mattina.
Una giornata di lotta che ha visto uniti studenti, precari, movimenti, lavoratori nella giornata dello sciopero del pubblico impiego.
L'appuntamento e' per domani mattina alle ore 10 alla stazione centrale dove partira' il treno speciale per la manifestazione nazionale contro la guerra a Roma, nella giornata delle mobilitazioni internazionali contro la guerra globale permanente.
Fumo in ufficio, allarme imprese: "Produttività cala fino al 10,5%"
Fumatori attenti: la pausa sigaretta durante il lavoro potrebbe non essere più "gratis". Quel nuovo rito nato il 10 gennaio in seguito all'approvazione della legge antifumo, quello sciamare fuori dagli uffici per fumarsi una bionda all'aperto in santa pace potrebbe diventare un'abitudine costosa.
Una ricerca su 177 imprese promossa dall'Associazione Direttori Risorse Umane (GIDP/ HRDA) e patrocinata dall'agenzia per il lavoro interinale Randstad, infatti, non lascia dubbi: il fumo pesa sui bilanci aziendali provocando una perdita secca di produttività compresa fra il 6,5% e il 10,5%. Risultato: ci sono le premesse per una detrazione della pausa dalla busta paga. O per un recupero del tempo dedicato al vizio.
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REDDITO , SERVIZI, DIRITTO ALLO STUDIO
CONTRO LA PRECARIETA' E LA LEGGE MORATTI

LUNEDI 11 APRILE

MEDIORIENTE

M.O., OGGI INCONTRO BUSH-SHARON Il primo ministro israeliano Ariel Sharon si incontrerà nel ranch di Crawford, in Texas, con il presidente americano George Bush. Il vertice coincide con un aggravamento della situazione nei Territori, dopo le speranze suscitate in febbraio dall'annuncio di un cessate il fuoco fra isareliani e palestinesi. Il premier di Tel Aviv - secondo quanto riporta il sito del quotidiano Ha'aretz - esprimerà a Bush la preoccupazione per una situazione che potrebbe precipitare: da una parte perché l'amministrazione palestinese di Abu Mazen potrebbe essere messa in discussione, con un pericoloso conseguente vuoto di potere, e dall'altra perché lo stesso Mazen non rispetterebbe i patti presi con Tel Aviv. Non si fermano neanche oggi intanto gli scontri nei Territori. Questa mattina soldati israeliani hanno condotto un raid a Nablus, in Cisgiordania, e hanno arrestato un esponente di Fatah, Firas Tanbor, sospettato di preparare un attacco terroristico per conto dell'Hezbollah (partito di Dio) libanese. Lo riferisce il sito di Ha'aretz, aggiungendo che vi sono stati anche scontri fra palestinesi e soldati. Fonti palestinesi affermano che i militari hanno usato pallottole di gomma e lacrimogeni, ferendo dieci persone.

BANGLADESH

Bangladesh: crolla fabbrica, 200 dispersi lmeno 11 persone sono morte mentre più di 200 sarebbero rimaste sotto le macerie dopo l'esplosione dell'edificio; Ora è lotta contro il tempo. Almeno undici persone sono morte e fino ad altre duecento potrebbero essere intrappolate sotto le macerie di una fabbrica crollata a Palash Bari vicino a Dacca, la capitale del Bangladesh. Lo hanno reso noto fonti ufficiali. Fino ad ora i soccorritori hanno estratto 55 persone ancora vive, ma le strade strette della cittadina impediscono l'arrivo di mezzi per rimuovere le lastre di cemento. La fabbrica, un'edificio di 8 piani, è crollata a seguito dell'esplosione di una caldaia all'interno dell'edificio.

LIBANO

Libano. In 20 mila per le strade di Beirut per chiedere pace e unità. Almeno 20 mila persone hanno sfilato ieri per le strade di Beirut chiedendo pace e unità per il Paese segnato dall'attentato all'ex primo ministro Rafik Hariri il 14 febbraio scorso. La sorella di Hariri, Bahiya Hariri, che è avvocato, ha liberato 50 colombe vianche per dare inizio alla dimostrazione, che è stata denominata "Marciamo Uniti". "Non c'è timore che questo paese finché questo grande popolo resta risoluto a difendere la propria unità nazonale, la propria pace civile, la propria indipendenza, libertà e sovranità", ha detto la sorella di Hariri in un discorso. La marcia è stata una delle manifestazioni che ricordano il trentennale dell'inizio della guerra civile libanese, durata 15 anni.

IRAQ

Mi sentirò davvero libera se emergerà la verità su quello che è successo": inizia cosi' l'intervento di Giuliana Sgrena alla conferenza organizzata oggi a Roma dalla Federazione della stampa. L'inviata del Manifetso ha ringraziato tutti i colleghi per la solidarietà dimostrata durante il suo mese di rapimento in Iraq ma ha gli anche rivolto un accorato appello: "Chiedo alla stampa di sostenerci nel chiedere la verità, di far emergere la responsabilità". L'inviata del Manifesto ha detto di non aver fiducia nei lavori della commissione mista americano-italiana che indaga sull'episodio che ha portato la morte del funzionario del Sismi. "I soldati che mi hanno sparato sono anche loro vittime di questa guerra - ha aggiunto Giuliana - ma le vere responsabilità sono altrove". Intanto a Bagdad le forze di sicurezza irachene hanno arrestato uno dei rapitori di Christian Chesnot e George Malbrunot, i due giornalisti francesi tenuti in ostaggio dalla guerriglia per oltre quattro mesi lo scorso anno. La notizia è stata confermata dal ministero della Difesa di Baghdad. E anche oggi, l'esercito americano è stato bersaglio di nuovi attacchi: tre auto guidate da kamikaze sono state lanciate contro un campo militare statunitense a Qaim, nell'Iraq occidentale, vicino alla frontiera con la Siria. Secondo una fonte militare Usa, ci sarebbero due soldati feriti, di cui non è stata precisata la nazionalità, mentre altre fonti parlano di due civili morti e tre feriti.

CINA

MORTE DI DUE ANZIANE DIMOSTRANTI SCATENA SOMMOSSA CONTRO LA POLIZIA Gli abitanti del villaggio di Huankantou, nella provincia orientale di Zhejiang, si sono rivoltati contro la polizia dopo che due donne anziane sono state uccise dagli agenti mentre con altre 200 compagne svolgevano un sit-in contro l’inquinamento causato dal locale distretto industriale. Riportando i fatti avvenuti domenica ed emersi solo oggi, l’agenzia britannica ‘Reuters’ riferisce che la rabbia delle gente è scoppiata dopo che si è diffusa la notizia che le due anziane signore erano state investite e uccise dalle auto della polizia, mentre 3000 agenti cercavano di disperdere l’assembramento che da due settimane presidiavano ininterrottamente il sito di un complesso di 13 fabbriche chimiche, ritenute responsabili di inquinare l’ambiente circostante. Migliaia di abitanti del villaggio hanno prima rivoltato una decina di auto della polizia e poi inseguito e raggiunto gli agenti che si erano rifugiati in una scuola; la polizia ha avuto l’ordine di non reagire. Cinque degli agenti aggrediti dalla folla verserebbero in gravi condizioni, mentre anche 4 civili hanno riportato ferite. Negli ultimi anni in Cina si sono verificate spesso sommosse popolari nelle zone rurali contro le autorità e le forze dell’ordine da parte di cittadini non sempre soddisfatti dai cambiamenti strutturali innescati dallo sviluppo economico.

ITALIA

Confindustria. Montezemolo: occorre un governo che governi, altrimenti meglio le elezioni. "Ci attendiamo un segnale molto forte nei prossimi giorni - ha aggiunto Montezemolo - un segnale che rimetta le imprese al centro dell'azione di governo". La ricetta del leader della Confindustria è semplice: "Le cose da fare, e da fare subito sono poche e chiare: intervenire sul cuneo fiscale per ridurre in modo netto la differenza tra stipendio lordo e stipendio netto e migliorare insieme il costo del lavoro per le imprese e i redditi dei lavoratori; accelerare l'abolizione dell'Irap; favorire attraverso misure fiscali le fusioni e le aggregazioni di imprese; velocizzare i tempi dei rimborsi fiscali e dei pagamenti dovuti alle imprese che lavorano per la pubblica amministrazione; approvare contestualmente - ha aggiunto Montezemolo - nei tempi previsti il decrerto e il disegno di legge sulla competitività".

Fumo in ufficio, allarme imprese: "Produttività cala fino al 10,5%" Fumatori attenti: la pausa sigaretta durante il lavoro potrebbe non essere più "gratis". Quel nuovo rito nato il 10 gennaio in seguito all'approvazione della legge antifumo, quello sciamare fuori dagli uffici per fumarsi una bionda all'aperto in santa pace potrebbe diventare un'abitudine costosa. Una ricerca su 177 imprese promossa dall'Associazione Direttori Risorse Umane (GIDP/ HRDA) e patrocinata dall'agenzia per il lavoro interinale Randstad, infatti, non lascia dubbi: il fumo pesa sui bilanci aziendali provocando una perdita secca di produttività compresa fra il 6,5% e il 10,5%. Risultato: ci sono le premesse per una detrazione della pausa dalla busta paga. O per un recupero del tempo dedicato al vizio.

radiolina/gr (last edited 2008-06-26 10:01:06 by anonymous)