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questa è la pagina di '''RadioLina''' la radio pirata di napoli = Giovedi' 17 Marzo 2001 =

== Spazio Indy ==

=== Sequestrato materiale della segreteria legale a Genova ===
Sequestrato materiale della segreteria legale a Genova.
Oggi 16 marzo a Genova sono stati sequestrati i computer portatili di due consulenti del Genova Legal Forum.
Insieme all'ordinanza di sequestro é stata loro notificata una denuncia contro ignoti per diffamazione presentata dai pubblici ministreri Anna Canepa e Andrea Canciani. La denuncia in questione si riferisce ad una delle trascrizioni che supportolegale diffonde abitualmente su indymedia riguardante le udienze del processo a carico di due dei quattro militanti antifascisti.

Il sequestro è avvenuto poco prima della pronuncia della pesante sentenza a 3 anni ed 8 mesi ad Orlando e l'assoluzione di Milo. Ricordiamo che Anna Canepa e Andrea Canciani sono gli stessi pubblici ministeri nel processo contro venticinque manifestanti accusati di devastazione e saccheggio durante il G8 del luglio 2001.

=== CON DAX NEL CUORE ===

Il 16 marzo 2003: una notte nera per Milano. Una notte cominciata in via Brioschi nel quartiere Ticinese, dove un gruppo di nazi-fascisti aggredisce a coltellate alcuni compagni ferendone tre. Uno di loro, Davide “Dax” rimane a terra, assassinato.
La memoria di Dax rivive nelle battaglie cui lui stesso si dedicava con passione e ricordarlo significa riprodurre l'impegno nell'antirazzismo, nell'antifascismo e nelle lotte sociali.
Quest' anno il ricordo di Dax sara' caratterizzato da una mobilitazione per i diritti dei migranti: chiudere i CPT e le leggi razziste (la Bossi- Fini come la Turco- Napolitano), garantire la liberta' di circolazione e i diritti sociali di base per una vita dignitosa per tutti, eliminare il razzismo dalle nostre strade.

'''Iniziative:'''
Domenica 13 marzo, convegno “Migranti, diritti e extralegalita'”: gli audio del convegno
Mercoledi' 16 marzo: al mattino presidio al tribunale di Genova per la sentenza agli antifascisti milanesi sotto processo; dal tardo pomeriggio in via Brioschi presidio con musiche e letture di Renato Sarti, tratte da ''La nave fantasma'', proiezioni video, al termine corteo
Venerdi' 18 marzo Serata benefit per la figlia di Dax @ Orso
Sabato 19 marzo: alle 14.30 da p.za Susa: Corteo antirazzista fino a Via Corelli per la chiusura dei cpt
11:30 incontro pubblico/ conferenza stampa @ CSA Vittoria e partenza alle 14 per il corteo
Domenica 20 marzo: a Rozzano iniziative dal mattino pr non dimenticare Dax

'''sottoscrizioni per jessica, figlia di dax: contobancoposta nr. 40965907'''



==== sui fatti di napoli ====

da http://italy.indymedia.org/features/napoli/#2258

Principali accuse: sequestro di persona, abuso di atti di ufficio, violenza privata, danneggiamenti, lesioni personali aggravate e perquisizione arbitraria. 31 persone rinviate a Giudizio. Sembra un articolo di cronaca su un'operazione di antiterrorismo e invece si parla di 31 poliziotti.

Il 17 marzo 2001, al termine della manifestazione contro il Global Forum, 80 persone furono fermate (chi in piazza, chi in strada e chi all'ospedale) e trascinate di forza (e senza alcuna ragione legale) dentro la caserma "delle torture" Raniero. Qui la polizia si è prodigata in atti di violenza e lesioni nei confronti di molti dei manifestanti, costretti a rimanere per lungo tempo al muro e con le mani dietro la testa, minacciati, offesi, umiliati e colpiti ripetutamente ...

Nonostante il clima teso che si respirava in Italia (Genova era alle porte), partirono comunque le denunce e le accuse da parte dei manifestanti. Qualche tempo dopo, su richiesta del GIP, ci fu anche un primo arresto ai danni di 6 poliziotti ritenendo in pericolo i testimoni e le prove di quei giorni. Tutto normale se non fosse che una storia nata sporca deve sempre seguire un suo percorso...

Agenzie, giornali e televisioni si affrettarono a pubblicare riferimenti utili ad indentificare i testimoni, indicando la città e l'area di appartenenza politica, violando la loro privacy ed esponendoli ad un rischio annunciato. I colleghi poliziotti, per tentare di evitare l'arresto dei 6, inscenarono un girotondo attorno alla questura di Napoli... sposando anche loro per una volta la democrazia.
Grazie a quella scenata e all'aiuto dei parlamentari di destra: via gli arresti e dimezzate le accuse e così i difensori della legge e i paladini della giustizia potevano continuare a dormire sonni tranquilli.

Oggi a 3 anni di distanza "meglio di così non poteva andare": i giudici confermano le accuse mosse allora e rimandano a giudizio tutti e 31 i poliziotti coinvolti nelle violenze e nelle illegalita' di quei giorni. Fra questi i vicequestori aggiunti Carlo Solimene (che sosteneva di aver lasciato la caserma a fine turno, quando agli atti risulta un richiesta di cinque ore di straordinario) e Fabio Ciccimarra (quest'ultimo coinvolto anche nel processo della Diaz)
È un passo, questo è sicuro, nel tentativo di fare chiarezza verso tutto quello che successe in quei giorni (la gestione di piazza innanzitutto, i massacri per la strada e in seguito le violenze in caserma)... e che, pochi mesi dopo, si e' riproposto con lo stesso copione, ma sotto un governo di bandiera diversa, a Genova.
Il decreto assume una particolare rilevanza sia perchè inaugura i processi nei confronti delle forze dell'ordine per i fatti del 2001 (la Diaz e Bolzaneto sono ancora in una fase precedente), sia perchè i reati contestati sono di particolare gravità.

Indymedia è stata spesso tirata in ballo durante le udienze preliminari, non solo per la presenza di due mediattivisti tra i fermati, ma anche perchè accusata di aver promosso, insieme ai difensori, un coordinamento tra i manifestanti attraverso le sue liste al fine di costruire un atto d'accusa nei confronti delle forze dell'ordine. L'illazione è fantasiosa e le lmailing list di Indymedia sono notoriamente pubbliche: ecco come si spiega l'imbarazzo dei difensori nel difendere indifendibili.


''da carta sul libro bianco e altro''

Coloro che hanno ritenuto opportuno rilasciare queste dichiarazioni sono donne ed uomini d'ogni età, studenti, lavoratori dipendenti ed autonomi, disoccupati, liberi professionisti, in alcuni casi adolescenti alla loro prima manifestazione. Queste testimonianze, in breve, rappresentano tutte quelle variegate realtà che hanno deciso di essere voci partecipi di un reale cambiamento dello stato di cose presenti; rappresentano, ancora, la forma più evidente di quanto sia stata composita e pluralista la manifestazione del 17 marzo 2001.

Ora, però, è possibile evidenziare alcuni aspetti particolarmente sconcertanti che queste persone hanno descritto nel ricordare la giornata del 17 marzo 2001 ed è possibile trarne alcune considerazioni di più ampia portata.
Pressati dalla documentazione video e fotografica prodotta tempestivamente
dal network di controinformazione della rete NoGlobal e dalla collaborazione spontanea di molti operatori dell'informazione colpiti dalle scene viste in Piazza Municipio, la questura e il ministero degli interni hanno cominciato ad ammettere la possibilità di singoli episodi in cui la truppa, sovraeccitata, avrebbe perso il controllo della situazione.
Dai dati raccolti emerge, invece, un quadro molto più sistemico e con esso l'intenzione dei vertici della questura di dare una risposta "memorabile" alla più grande manifestazione autorganizzata che Napoli abbia vissuto da circa vent'anni a questa parte.
La sensazione che emerge, da un'attenta lettura di queste pagine, è quella di una repressione tanto più feroce in quanto non indirizzata verso singole persone o limitata ad atteggiamenti eccessivi di singoli "Tutori dell'ordine pubblico".
Emerge chiaramente la volontà dei corpi armati dello Stato italiano di trasformare Piazza Municipio in una gabbia da cui fosse impossibile uscire.
Le descrizioni rilasciate evidenziano l'accuratezza con cui il coordinamento delle "Forze dell'ordine" ha evitato di lasciare una qualsivoglia via di fuga per coloro che erano stati rinchiusi nella "Gabbia" Municipio.
Questo ha creato panico e senso di impotenza dei manifestanti nei confronti di uomini armati dallo stato; ha generato una situazione tale da costringere ragazzini di quindici anni a gettarsi in fossati alti oltre i dieci metri pur di sfuggire alla rabbia di uomini armati dallo stato.
Dalle dichiarazioni emerge come le "Forze dell'ordine" abbiano caricato i manifestanti da ogni punto della "Gabbia" Municipio: da via Leoncavallo, da via Verdi, da via Medina, da via De Pretis, dalle strade che portano verso il molo Beverello…
Viene più volte evidenziato come gruppi di manifestanti siano stati spinti verso punti insicuri della "Gabbia", a ridosso del fossato del Maschio Angioino, ad esempio, ammassati e "Protetti" da una ringhiera troppo instabile e troppo bassa per fare da argine verso il vuoto.
E' stata riscontrata la fermezza delle "Forze dell'ordine" nell'impedire agli operatori sanitari del 118 di svolgere il loro lavoro di pronto intervento e di trasporto di persone, gravemente ferite, verso gli ospedali.
Ma le testimonianze vanno anche molto oltre quello che è accaduto nella "Gabbia" allestita temporaneamente in occasione della repressione di una grande manifestazione democratica.
Si evince la crudeltà di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza all'interno degli ospedali e le pressioni portate nei confronti del personale medico e paramedico al fine di rendere meno tempestive le cure ai feriti.

Giovedi' 17 Marzo 2001

Spazio Indy

Sequestrato materiale della segreteria legale a Genova

Sequestrato materiale della segreteria legale a Genova. Oggi 16 marzo a Genova sono stati sequestrati i computer portatili di due consulenti del Genova Legal Forum. Insieme all'ordinanza di sequestro é stata loro notificata una denuncia contro ignoti per diffamazione presentata dai pubblici ministreri Anna Canepa e Andrea Canciani. La denuncia in questione si riferisce ad una delle trascrizioni che supportolegale diffonde abitualmente su indymedia riguardante le udienze del processo a carico di due dei quattro militanti antifascisti.

Il sequestro è avvenuto poco prima della pronuncia della pesante sentenza a 3 anni ed 8 mesi ad Orlando e l'assoluzione di Milo. Ricordiamo che Anna Canepa e Andrea Canciani sono gli stessi pubblici ministeri nel processo contro venticinque manifestanti accusati di devastazione e saccheggio durante il G8 del luglio 2001.

CON DAX NEL CUORE

Il 16 marzo 2003: una notte nera per Milano. Una notte cominciata in via Brioschi nel quartiere Ticinese, dove un gruppo di nazi-fascisti aggredisce a coltellate alcuni compagni ferendone tre. Uno di loro, Davide “Dax” rimane a terra, assassinato. La memoria di Dax rivive nelle battaglie cui lui stesso si dedicava con passione e ricordarlo significa riprodurre l'impegno nell'antirazzismo, nell'antifascismo e nelle lotte sociali. Quest' anno il ricordo di Dax sara' caratterizzato da una mobilitazione per i diritti dei migranti: chiudere i CPT e le leggi razziste (la Bossi- Fini come la Turco- Napolitano), garantire la liberta' di circolazione e i diritti sociali di base per una vita dignitosa per tutti, eliminare il razzismo dalle nostre strade.

Iniziative: Domenica 13 marzo, convegno “Migranti, diritti e extralegalita'”: gli audio del convegno Mercoledi' 16 marzo: al mattino presidio al tribunale di Genova per la sentenza agli antifascisti milanesi sotto processo; dal tardo pomeriggio in via Brioschi presidio con musiche e letture di Renato Sarti, tratte da La nave fantasma, proiezioni video, al termine corteo Venerdi' 18 marzo Serata benefit per la figlia di Dax @ Orso Sabato 19 marzo: alle 14.30 da p.za Susa: Corteo antirazzista fino a Via Corelli per la chiusura dei cpt 11:30 incontro pubblico/ conferenza stampa @ CSA Vittoria e partenza alle 14 per il corteo Domenica 20 marzo: a Rozzano iniziative dal mattino pr non dimenticare Dax

sottoscrizioni per jessica, figlia di dax: contobancoposta nr. 40965907

sui fatti di napoli

da http://italy.indymedia.org/features/napoli/#2258

Principali accuse: sequestro di persona, abuso di atti di ufficio, violenza privata, danneggiamenti, lesioni personali aggravate e perquisizione arbitraria. 31 persone rinviate a Giudizio. Sembra un articolo di cronaca su un'operazione di antiterrorismo e invece si parla di 31 poliziotti.

Il 17 marzo 2001, al termine della manifestazione contro il Global Forum, 80 persone furono fermate (chi in piazza, chi in strada e chi all'ospedale) e trascinate di forza (e senza alcuna ragione legale) dentro la caserma "delle torture" Raniero. Qui la polizia si è prodigata in atti di violenza e lesioni nei confronti di molti dei manifestanti, costretti a rimanere per lungo tempo al muro e con le mani dietro la testa, minacciati, offesi, umiliati e colpiti ripetutamente ...

Nonostante il clima teso che si respirava in Italia (Genova era alle porte), partirono comunque le denunce e le accuse da parte dei manifestanti. Qualche tempo dopo, su richiesta del GIP, ci fu anche un primo arresto ai danni di 6 poliziotti ritenendo in pericolo i testimoni e le prove di quei giorni. Tutto normale se non fosse che una storia nata sporca deve sempre seguire un suo percorso...

Agenzie, giornali e televisioni si affrettarono a pubblicare riferimenti utili ad indentificare i testimoni, indicando la città e l'area di appartenenza politica, violando la loro privacy ed esponendoli ad un rischio annunciato. I colleghi poliziotti, per tentare di evitare l'arresto dei 6, inscenarono un girotondo attorno alla questura di Napoli... sposando anche loro per una volta la democrazia. Grazie a quella scenata e all'aiuto dei parlamentari di destra: via gli arresti e dimezzate le accuse e così i difensori della legge e i paladini della giustizia potevano continuare a dormire sonni tranquilli.

Oggi a 3 anni di distanza "meglio di così non poteva andare": i giudici confermano le accuse mosse allora e rimandano a giudizio tutti e 31 i poliziotti coinvolti nelle violenze e nelle illegalita' di quei giorni. Fra questi i vicequestori aggiunti Carlo Solimene (che sosteneva di aver lasciato la caserma a fine turno, quando agli atti risulta un richiesta di cinque ore di straordinario) e Fabio Ciccimarra (quest'ultimo coinvolto anche nel processo della Diaz) È un passo, questo è sicuro, nel tentativo di fare chiarezza verso tutto quello che successe in quei giorni (la gestione di piazza innanzitutto, i massacri per la strada e in seguito le violenze in caserma)... e che, pochi mesi dopo, si e' riproposto con lo stesso copione, ma sotto un governo di bandiera diversa, a Genova. Il decreto assume una particolare rilevanza sia perchè inaugura i processi nei confronti delle forze dell'ordine per i fatti del 2001 (la Diaz e Bolzaneto sono ancora in una fase precedente), sia perchè i reati contestati sono di particolare gravità.

Indymedia è stata spesso tirata in ballo durante le udienze preliminari, non solo per la presenza di due mediattivisti tra i fermati, ma anche perchè accusata di aver promosso, insieme ai difensori, un coordinamento tra i manifestanti attraverso le sue liste al fine di costruire un atto d'accusa nei confronti delle forze dell'ordine. L'illazione è fantasiosa e le lmailing list di Indymedia sono notoriamente pubbliche: ecco come si spiega l'imbarazzo dei difensori nel difendere indifendibili.

da carta sul libro bianco e altro

Coloro che hanno ritenuto opportuno rilasciare queste dichiarazioni sono donne ed uomini d'ogni età, studenti, lavoratori dipendenti ed autonomi, disoccupati, liberi professionisti, in alcuni casi adolescenti alla loro prima manifestazione. Queste testimonianze, in breve, rappresentano tutte quelle variegate realtà che hanno deciso di essere voci partecipi di un reale cambiamento dello stato di cose presenti; rappresentano, ancora, la forma più evidente di quanto sia stata composita e pluralista la manifestazione del 17 marzo 2001.

Ora, però, è possibile evidenziare alcuni aspetti particolarmente sconcertanti che queste persone hanno descritto nel ricordare la giornata del 17 marzo 2001 ed è possibile trarne alcune considerazioni di più ampia portata. Pressati dalla documentazione video e fotografica prodotta tempestivamente dal network di controinformazione della rete NoGlobal e dalla collaborazione spontanea di molti operatori dell'informazione colpiti dalle scene viste in Piazza Municipio, la questura e il ministero degli interni hanno cominciato ad ammettere la possibilità di singoli episodi in cui la truppa, sovraeccitata, avrebbe perso il controllo della situazione. Dai dati raccolti emerge, invece, un quadro molto più sistemico e con esso l'intenzione dei vertici della questura di dare una risposta "memorabile" alla più grande manifestazione autorganizzata che Napoli abbia vissuto da circa vent'anni a questa parte. La sensazione che emerge, da un'attenta lettura di queste pagine, è quella di una repressione tanto più feroce in quanto non indirizzata verso singole persone o limitata ad atteggiamenti eccessivi di singoli "Tutori dell'ordine pubblico". Emerge chiaramente la volontà dei corpi armati dello Stato italiano di trasformare Piazza Municipio in una gabbia da cui fosse impossibile uscire. Le descrizioni rilasciate evidenziano l'accuratezza con cui il coordinamento delle "Forze dell'ordine" ha evitato di lasciare una qualsivoglia via di fuga per coloro che erano stati rinchiusi nella "Gabbia" Municipio. Questo ha creato panico e senso di impotenza dei manifestanti nei confronti di uomini armati dallo stato; ha generato una situazione tale da costringere ragazzini di quindici anni a gettarsi in fossati alti oltre i dieci metri pur di sfuggire alla rabbia di uomini armati dallo stato. Dalle dichiarazioni emerge come le "Forze dell'ordine" abbiano caricato i manifestanti da ogni punto della "Gabbia" Municipio: da via Leoncavallo, da via Verdi, da via Medina, da via De Pretis, dalle strade che portano verso il molo Beverello… Viene più volte evidenziato come gruppi di manifestanti siano stati spinti verso punti insicuri della "Gabbia", a ridosso del fossato del Maschio Angioino, ad esempio, ammassati e "Protetti" da una ringhiera troppo instabile e troppo bassa per fare da argine verso il vuoto. E' stata riscontrata la fermezza delle "Forze dell'ordine" nell'impedire agli operatori sanitari del 118 di svolgere il loro lavoro di pronto intervento e di trasporto di persone, gravemente ferite, verso gli ospedali. Ma le testimonianze vanno anche molto oltre quello che è accaduto nella "Gabbia" allestita temporaneamente in occasione della repressione di una grande manifestazione democratica. Si evince la crudeltà di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza all'interno degli ospedali e le pressioni portate nei confronti del personale medico e paramedico al fine di rendere meno tempestive le cure ai feriti.

radiolina (last edited 2008-06-26 09:51:30 by anonymous)