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=== GR ORe 21.15 del 21 settembre ===


“Priva di senso”. Così il governo Israele ha bollato la risoluzione approvata ieri sera dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che condanna il governo di Tel Aviv per la minaccia di espulsione del presidente palestinese Yasser Arafat e chiede di rinunciare a rimuovere dai Territori il leader palestinese. In un comunicato ufficiale diffuso oggi attraverso la radio di Stato israeliana, l’esecutivo di Ariel Sharon respinge il documento dell’Onu giudicandolo “una mossa deplorabile che legittima un terrorista ben conosciuto”. Israele sostiene che “i palestinesi farebbero meglio a concentrare i loro sforzi nel combattere il terrorismo piuttosto che sprecarli a far passare risoluzioni prive di senso negli organismi internazionali”. Il testo è stato approvato con il voto favorevole di 133 Paesi, quattro i voti contrari (Israele, Stati Uniti, Micronesia e Isole Marshall) e 15 le astensioni. Il voto della ‘plenaria’ dell’Onu ha di fatto vanificato il veto posto dagli Usa qualche giorno fa in Consiglio di sicurezza a una risoluzione simile, anche se il documento dell’Assemblea generale è meno vincolante. Il risultato, comunque, ha una chiara valenza politica, come hanno sottolineato i palestinesi: “La maggioranza degli Stati membri ha adottato un atteggiamento in favore del processo di pace, della fine dell’occupazione (israeliana dei Territori), dei diritti del popolo palestinese e del leader eletto Yasser Arafat”, ha dichiarato il negoziatore capo Saeb Erekat, mentre l’anziano rais palestinese ha definito la presa di posizione dell’Onu come la “dimostrazione della comunità internazionale di sostenere i diritti del popolo palestinese”.
L'esercito israeliano comunque non sospende le sue operazioni nei territori occupati:Due ragazzi palestinesi sono stati feriti durante scontri con le truppe israeliane in Cisgiordania.
Un ragazzo di 15 anni è stato ferito al petto l'altro, 12 anni, è stato ferito in modo lieve da proiettili rivestiti di gomma mentre tirava sassate cotro le truppe


'''Dichiarzioni berlusconi'''

il giornalista Farrel, uno dei due inviati che hanno realizzato l'intervista a Berlusconi, invia una lettera aperta la primo ministro italiano.
E nella lettera, contesta la ricostruzione di berlusconi, e le sue reazioni. Il giornalista conferma il carattere ufficiale dell'intervista, come dimostrano i registratori accesi ( enon dunque di chiacchierata estiva, come sostiene berluisconi) ma soprattutto nega che la conversazione si sia svolta bevendo champagne.Proprio questo era stato l'argomento utilizzato da Berlusconi per giustificare le sue parole su Mussolini, convinto forse che una dichiarazione in stato di ubriachezza fosse meno pesante. Ma si è bevuto solo limonata e thè freddo, precisa il giornalista, che accusa silvio berlusconi di avere detto, e continuare a dire, solo bugie.





=== GR 20.9 13:30 ===

'''ARAFAT'''

Con 133 voti a favore, 4 contrari e 15 astenuti, l' Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto ieri a Israele di revocare la decisione in linea di principio di espellere il presidente palestinese Yasser Arafat. A nulla è servito il veto posto tre giorni fa dagli Stati Uniti in seno al Consiglio di sicurezza dell' Onu. La stragrande maggioranza della comunità internazionale si è dimostrata favorevole alla risoluzione presentata dai Paesi del gruppo arabo. Il documento comprende un emendamento proposto dall' Unione Europea, nel quale si condannano gli attacchi suicidi e la loro recente intensificazione da parte di terroristi palestinesi. La risoluzione esorta l Autorità nazionale road map (il tracciato di pace) a prendere tutte le misure necessarie per mettere fine alla violenza e al terrore . Il testo si rivolge anche al governo di Ariel Sharon, deplorando gli assassini extragiudiziari e la loro recente escalation da parte di Israele che costituiscono si legge ancora una violazione del diritto internazionale e della legge umanitaria internazionale e compromettono gli sforzi di rilanciare il processo di pace e che devono essere fermate . I testi approvati dall Assemblea generale a differenza delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza non hanno valore vincolante ma di sola raccomandazione. Il voto su Arafat, agli occhi di molti osservatori, è stato comunque un chiaro segnale politico nei confronti non solo di Israele ma anche degli Usa.

 '''IRAQ'''

FERITO MEMBRO DEL CONSIGLIO DI GOVERNO A BAGHDAD

 Akila al Hachimi, membro del Consiglio di governo transitorio iracheno, e' stato ferito oggi da colpi di arma da fuoco a Baghdad. Lo si e' appreso da fonti americane ed irachene. Secondo un responsabile iracheno che ha voluto conservare l'anonimato, Akila al Hachimi e' stata raggiunta da due proiettili allo stomaco, da uno alla spalla e da un altro alla gamba e le sue condizioni sono giudicate ''gravi''.
Akira al Hachimi, l'esponente del consiglio di governo provvisorio iracheno ferita questa mattina a Baghdad in un agguato, e' una sciita, che nel consiglio e' esperta di esteri. E' una delle tre donne che siede nel Consiglio di governo provvisorio.
L'agguato, secondo una fonte locale, e' avvenuto intorno alle 8:45 locali (le 6:45 in Italia) davanti alla sua casa in un quartiere occidentale di Baghdad. La donna ferita alla spalla, ad una gamba e allo stomaco e' stata ricoverata nell'ospedale Yarmouk in condizioni definite ''gravi''. Almeno un sospetto e' stato arrestato ed interrogato. Quello di oggi e' il primo attacco contro un membro del consiglio di governo provvisorio.

'''ARGENTINA- FMI'''

Il Consiglio d'amministrazione del FMI ha approvato sabato à Dubai nella riunione del G7 l'accordo concluso il 10 septembre con l'Argentina.La lettra d'impegni esaminata dal Consiglio d'amministrazione prevede un nuovo accordo finanziario con il FMI sullo svorsamento di 12,5 miliardi di dollari in 3 anni. L'Argentine renstituitra' la somma negli stessi tempi. Alla fine del periodo dei tre anni, il credito netto del fondo riguardo l'Argentina sara' dunque invariato.

'''G7/ PIANO MARSHALL PER PALESTINA'''

 Un piano di sostegno straordinario quinquennale da 5 miliardi di euro per aiutare l'economia palestinese a ripartire attraverso la costruzione di nuove infrastrutture. E' questo il primo punto che i ministri finanziari e i governatori delle banche centrali dei sette Paesi più industrializzati del mondo hanno iniziato a discutere informalmente stamani a Dubai. Il cosiddetto piano "Marshall" per la Palestina mira a fare invertire la rotta a un'economia che ha visto drasticamente peggiorare le sue condizioni negli ultimi anni. Le cifre parlano chiaro: dal 1999 al 2002 il Pil palestinese è sceso del 38%, la disoccupazione è aumentata del 10%, il reddito pro-capite, che si è dimezzato, in una città come Gaza tocca addirittura i 2 dollari al giorno. A rendere cosi' grave la situazione palestinese e' soprattutto la repressione israeliana, con l'impedimento delle esportazioni, la precarieta' del lavoro, la distruzione sistematica delle attivita' commerciali. Il tema è stato affrontato stamani dai ministri Finanziari in un incontro con il ministro delle finanze Salam Fayyad.

''' ALTRO VERTICE'''

Vertice a tre oggi a Berlino sull'Iraq. Il premier britannico Tony Blair, il presidente francese Jacques Chirac ed il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder cercheranno, nel corso di quelli che sono stati definiti colloqui informali, di trovare un punto di accordo sul futuro dell'Iraq e parleranno di allargamento Ue, della situazione in Afghanistan e delle relazioni transatlantiche.

'''ASILO E CONTROLLO'''

I servizi per l'immigrazione dei 15 paesi dell'Unione europea e di Norvegia e Islanda utilizzano dall'inizio di questo mese una rete informatica uniformata per scambiarsi informazioni sui richiedenti asilo. Dublinet, questo il nome del network, permette di verificare se un richiedente asilo ha gia' presentato domanda in un altro stato membro dell'Unione, caso in cui solo il primo paese in cui e' stata fatta richiesta e' tenuto ad esaminare la domanda.



'''GAS'''

Sono molte migliaia le persone che ieri sono scese in strada a La Paz e a Cochabamba, le due principali città della Bolivia, per protestare contro il progetto governativo di esportare il gas boliviano verso Messico e Stati Uniti utilizzando un porto cileno. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, la 'guerra del gas', come è stata soprannominata la mobilitazione sociale organizzata dal Mas (Movimento al socialismo, il principale partito d'opposizione del Paese guidato da Evo Morales), nel centro della capitale boliviana si sono raccolte migliaia e migliaia di persone. Secondo i dati diffusi dalla prefettura, invece, sono circa 10mila i manifestanti che sono scesi in piazza a Cochabamba. Parlando alla stampa, Morales ha detto che il movimento popolare "darà al governo un ultimatum, che non potrà essere più ampio di un mese, per annullare il progetto di esportare il gas verso gli Usa o il Messico via Cile". Sia l'esercito che la polizia boliviana sono state messe in stato di massima allerta, pronte ad intervenire qualora i manifestanti decidessero di procedere, come accaduto in altre occasioni, alla creazione di blocchi stradali. Il presidente della Repubblica Gonzalo Sanchez de Lozada nei giorni scorsi era intervenuto accusando elementi estremisti del Mas di essere dietro le proteste.

'''DIRITTI DEGLI OMOSESSUALI'''

Il governatore della California Gray Davis ha firmato una legge dello Stato che garantisce alle coppie omosessuali diritti e responsabilità pari a quelli delle coppie "normali".
 "Una famiglia è una famiglia a prescindere dal sesso", ha detto Davis a San Francisco di fronte a una folla di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali entusiasti.
 La legge, che entrerà in vigore nel 2005, permetterà alle coppie omosessuali di ottenere sussidi per i figli, gli alimenti in caso di divorzio e la copertura sanitaria. Sono previsti anche tutti i benefici fiscali disponibili per le coppie eterosessuali.
 Il provvedimento estende le provvidenze per le coppie omosessuali già previste da una legge californiana del 1999.



'''Condono edilizio'''

Mentre il governo si prepara a varare l'ennessimo condono edilizio, che aprirebbe la strada a ulteriori abusi, e contro il quale diverse regioni hanno già preannunciato opposizione, Il comune di Roma ha demolito questa notte, sotto potenti luci artificiali, una villa abusiva realizzata in un paio di giorni in agosto nel parco dell'Appia Antica a Roma, vicino alla tomba di Cecilia Metella. La demolizione è avvenuta alla presenza del sindaco di Roma Walter Veltroni, di alcuni assessori e del presidente dell'ente parco Gaetano Benedetto; ed è stata salutata con molto favore come un "fortissimo segnale contro l'abusivismo" da Legambiente


'''Pitbull'''

E' stata subito applicata l'ordinanza del ministro Sirchia contro i cani potenzialmente pericolosi. Un uomo di 27 anni, pregiudicato, è stato multato dai carabinieri a Roma perché sorpreso con un cane meticcio, incrocio pitbull rottweiler, senza museruola e senza guinzaglio.

I militari hanno così applicato la nuova ordinanza che prevede la multa di 430 euro e il divieto per chi ha precedenti penali di possedere cani potenzialemnete a rischio. Il cane potrebbe esseregli tolto ed affidato a strutture specializzate.
L'ordinanza di Sirchia, però , continua ad essere contestata, soprattutto perchè è una disposizione fatta non con la capacità di ragionare sui fatti, ma solo sull'onda mediatica scatenata dalle recenti aggressioni. Il rischio è che si arrivi ad una sorta di caccia al cane, ad una lista nera di animali senza colpa, per soddisfare il desiderio di sicurezza e controllo ormai tipico degli atti di questo governo.





GLOBAL : ENVIRONMENT Sep 28 2003 imc generale ZANZA
  
Reclaim the Streets
Car Free Day Stalls in U.S.

The recent Car-Free Day in Canada was apparently

wide-spread, while European Mobility Week was observed

by 289 participating cities in most of Europe. In the

U.S. some driver knocked over a cyclist. Welcome to the

21st century where the richest, most autoholic nation on

Earth seems oblivious to the threats presented by the

internal combustion engine (an invention of the 19th

century, no less) while the rest of the world tries to

deal with it.
But not all industrialized nations are so blind and

apathetic. Organizing for European Car Free Day/Mobility

Week 2003 involved government, NGO's, and activists. The

event was broad-reaching and seemingly effective. Though

some feel more effort needs to be made in Central and

Eastern Europe, the Czech Republic called attention to

the harmfulness of car transport in the city, as well as

supporting public transportation, bicycling, and

walking, and encouraging a more positive relationship

between city dwellers and their environment. Meanwhile,

In parts of Asia efforts are underway to foster

people-centred, equitable and sustainable

transportation. While in Bogota, Colombia Car Free Day

is celebrated in February where it briefly prohibited to

use a private vehicle in Colombia's capital. It seems

obvious many people around the world want to Reclaim the

Streets, stop new roads, and challenge the exportation

of the the auto-plague to developing nations.

Okay, so there were a few Critical Mass bike riders in

Portland, Oregon and a few other cities took their Car

Free Day actions on their anniversary. Did your city or

town have an event? Post it here.




Marchers Worldwide Demand Iraq Pullout indy generale
ZANZA
by AP 1:54am Mon Sep 29 '03
 

The protests, the first major demonstrations since

Saddam Hussein was ousted earlier this year, come as the

United States tries to gain international help in

rebuilding Iraq.
LONDON - Thousands of protesters demanding an end to the

occupation of Iraq took to the streets Saturday in

London, Athens, Paris and other cities around the world,

chanting slogans against the United States and Britain.

The protests, the first major demonstrations since

Saddam Hussein was ousted earlier this year, come as the

United States tries to gain international help in

rebuilding Iraq. The demonstrations were organized in

each country by local activist groups that have informal

contacts with each other.

Demonstrators march down Piccadilly, London, September

27, 2003. Thousands marched to Trafalgar Square in a

protest against the Allied invasion of Iraq, in a

demonstration organised by the Stop the War Coalition.

London's was the biggest protest, drawing 20,000 people.

Demonstrators turned out in a dozen other countries,

including South Korea and Egypt.

"No more war. No more lies" proclaimed a banner pinned

to the pedestal of Nelson's Column in London's Trafalgar

Square, where demonstrators rallied after a march

through the city. People of all ages, from gray-haired

couples to toddlers in strollers, joined the orderly

stream of protesters marching from Hyde Park.

Some young marchers chanted, "George Bush, Uncle Sam,

Iraq will be your Vietnam!"

"I don't believe the war with Iraq was right and the

proof is we haven't found any weapons of mass

destruction," London protester Emma Loebid, 20, said. "I

think they should hand Iraq back to the Iraqis and get

the troops out."

Demonstrators, including those in London, also added the

Palestinian cause to their campaign.

Some 3,000 people marched in Paris, where a wide banner

read, "American Imperialism: Take your bloody hands off

the Middle East." Others held posters that read "Wanted:

George W. Bush — War Criminal."

In Beirut, thousands of Lebanese and Palestinian

protesters demanded that U.S. forces leave Iraq and that

Israel to stop its attacks in the Palestinian

territories.

Yasser Arafat, the Palestinian leader, addressed the

crowd by phone from his headquarters in the West Bank

city of Ramallah.

"Together with you until victory and together until (we

liberate) Jerusalem," Arafat said, his voice blaring

over loudspeakers.

Outside the U.S. Embassy in Athens, demonstrators hurled

bottles and yogurt at riot police. About 3,000

protesters, chanting "Occupiers Out" and "Freedom for

Palestine," joined the rally.

Protests were also staged in other parts of Greece and

on island of Crete, outside an American naval base at

Souda Bay. The base supports the U.S. 6th Fleet and spy

planes.

In Spain, thousands of people carrying anti-war banners,

banging drums and wearing white smocks marched through

the streets of Madrid, Barcelona, Seville and Malaga.

"Oil kills," read a banner in Madrid.

In Seoul, thousands of activists protested a U.S.

request to send South Korean troops to Iraq. Protesters

chanted "No war!" and carried banners saying "End the

occupation in Iraq" and "Oppose a plan to dispatch S.

Korean combat troops to Iraq"

Some 4,000 protesters in the Turkish capital, Ankara,

shouted slogans and unfurled banners to support the

Palestinian cause and demand an end to the U.S.-led

occupation of Iraq. Hundreds more gathered at a similar

rally in Istanbul and burned American and Israeli flags.

In downtown Cairo, about 50 political activists and

journalists staged a peaceful protest against Israeli

attacks and the U.S.-led occupation.

In Warsaw, 100 young people protested the Polish

military presence in Iraq, marching with banners saying

"Down with the global U.S terrorism" and "We don't want

to occupy with Bush."

An estimated 1,200 demonstrated in Brussels, while about

400 people marched through downtown Berlin. In

Stockholm, police said about 250 people staged a

demonstration.

Opposition to the war has always been strong in Britain.

Several large peace protests were held during the war,

though none matched a huge rally on Feb. 15, before the

conflict began, when between 750,000 and 2 million

people marched through central London.

Now, questions about Prime Minister Tony Blair's tactics

in trying to win public support before invading Iraq

have left his government struggling through its worst

crisis. The ruling Labor Party is still well ahead of

the opposition in opinion polls, but the public's faith

in the government and in Blair has eroded.

A new poll taken Sept. 11-16 and published Saturday in

The Financial Times found 50 percent of those questioned

said Blair should step aside. The newspaper did not give

the sample size or margin of error.

The London protest Saturday was timed for the eve of the

governing party's annual conference for "maximum

political impact," said Andrew Burgin, spokesman for

Stop the War Coalition, one of the rally's organizers.

Campaign for Nuclear Disarmament, another organizer of

Saturday's march, said a big demonstration would send a

strong message to the government that the public did not

condone what it called "lies" used to justify the war.

Twenty-year-old Liban Kahiye, also in London, said, "I

don't believe British and American troops should still

be in Iraq. Everyday you hear stories of innocent people

being killed — that's not justice."
 


 

GLOBAL : ENVIRONMENT Sep 28 2003 imc generale ZANZA

Reclaim the Streets Car Free Day Stalls in U.S.

The recent Car-Free Day in Canada was apparently

wide-spread, while European Mobility Week was observed

by 289 participating cities in most of Europe. In the

U.S. some driver knocked over a cyclist. Welcome to the

21st century where the richest, most autoholic nation on

Earth seems oblivious to the threats presented by the

internal combustion engine (an invention of the 19th

century, no less) while the rest of the world tries to

deal with it. But not all industrialized nations are so blind and

apathetic. Organizing for European Car Free Day/Mobility

Week 2003 involved government, NGO's, and activists. The

event was broad-reaching and seemingly effective. Though

some feel more effort needs to be made in Central and

Eastern Europe, the Czech Republic called attention to

the harmfulness of car transport in the city, as well as

supporting public transportation, bicycling, and

walking, and encouraging a more positive relationship

between city dwellers and their environment. Meanwhile,

In parts of Asia efforts are underway to foster

people-centred, equitable and sustainable

transportation. While in Bogota, Colombia Car Free Day

is celebrated in February where it briefly prohibited to

use a private vehicle in Colombia's capital. It seems

obvious many people around the world want to Reclaim the

Streets, stop new roads, and challenge the exportation

of the the auto-plague to developing nations.

Okay, so there were a few Critical Mass bike riders in

Portland, Oregon and a few other cities took their Car

Free Day actions on their anniversary. Did your city or

town have an event? Post it here.

Marchers Worldwide Demand Iraq Pullout indy generale ZANZA by AP 1:54am Mon Sep 29 '03

The protests, the first major demonstrations since

Saddam Hussein was ousted earlier this year, come as the

United States tries to gain international help in

rebuilding Iraq. LONDON - Thousands of protesters demanding an end to the

occupation of Iraq took to the streets Saturday in

London, Athens, Paris and other cities around the world,

chanting slogans against the United States and Britain.

The protests, the first major demonstrations since

Saddam Hussein was ousted earlier this year, come as the

United States tries to gain international help in

rebuilding Iraq. The demonstrations were organized in

each country by local activist groups that have informal

contacts with each other.

Demonstrators march down Piccadilly, London, September

27, 2003. Thousands marched to Trafalgar Square in a

protest against the Allied invasion of Iraq, in a

demonstration organised by the Stop the War Coalition.

London's was the biggest protest, drawing 20,000 people.

Demonstrators turned out in a dozen other countries,

including South Korea and Egypt.

"No more war. No more lies" proclaimed a banner pinned

to the pedestal of Nelson's Column in London's Trafalgar

Square, where demonstrators rallied after a march

through the city. People of all ages, from gray-haired

couples to toddlers in strollers, joined the orderly

stream of protesters marching from Hyde Park.

Some young marchers chanted, "George Bush, Uncle Sam,

Iraq will be your Vietnam!"

"I don't believe the war with Iraq was right and the

proof is we haven't found any weapons of mass

destruction," London protester Emma Loebid, 20, said. "I

think they should hand Iraq back to the Iraqis and get

the troops out."

Demonstrators, including those in London, also added the

Palestinian cause to their campaign.

Some 3,000 people marched in Paris, where a wide banner

read, "American Imperialism: Take your bloody hands off

the Middle East." Others held posters that read "Wanted:

George W. Bush — War Criminal."

In Beirut, thousands of Lebanese and Palestinian

protesters demanded that U.S. forces leave Iraq and that

Israel to stop its attacks in the Palestinian

territories.

Yasser Arafat, the Palestinian leader, addressed the

crowd by phone from his headquarters in the West Bank

city of Ramallah.

"Together with you until victory and together until (we

liberate) Jerusalem," Arafat said, his voice blaring

over loudspeakers.

Outside the U.S. Embassy in Athens, demonstrators hurled

bottles and yogurt at riot police. About 3,000

protesters, chanting "Occupiers Out" and "Freedom for

Palestine," joined the rally.

Protests were also staged in other parts of Greece and

on island of Crete, outside an American naval base at

Souda Bay. The base supports the U.S. 6th Fleet and spy

planes.

In Spain, thousands of people carrying anti-war banners,

banging drums and wearing white smocks marched through

the streets of Madrid, Barcelona, Seville and Malaga.

"Oil kills," read a banner in Madrid.

In Seoul, thousands of activists protested a U.S.

request to send South Korean troops to Iraq. Protesters

chanted "No war!" and carried banners saying "End the

occupation in Iraq" and "Oppose a plan to dispatch S.

Korean combat troops to Iraq"

Some 4,000 protesters in the Turkish capital, Ankara,

shouted slogans and unfurled banners to support the

Palestinian cause and demand an end to the U.S.-led

occupation of Iraq. Hundreds more gathered at a similar

rally in Istanbul and burned American and Israeli flags.

In downtown Cairo, about 50 political activists and

journalists staged a peaceful protest against Israeli

attacks and the U.S.-led occupation.

In Warsaw, 100 young people protested the Polish

military presence in Iraq, marching with banners saying

"Down with the global U.S terrorism" and "We don't want

to occupy with Bush."

An estimated 1,200 demonstrated in Brussels, while about

400 people marched through downtown Berlin. In

Stockholm, police said about 250 people staged a

demonstration.

Opposition to the war has always been strong in Britain.

Several large peace protests were held during the war,

though none matched a huge rally on Feb. 15, before the

conflict began, when between 750,000 and 2 million

people marched through central London.

Now, questions about Prime Minister Tony Blair's tactics

in trying to win public support before invading Iraq

have left his government struggling through its worst

crisis. The ruling Labor Party is still well ahead of

the opposition in opinion polls, but the public's faith

in the government and in Blair has eroded.

A new poll taken Sept. 11-16 and published Saturday in

The Financial Times found 50 percent of those questioned

said Blair should step aside. The newspaper did not give

the sample size or margin of error.

The London protest Saturday was timed for the eve of the

governing party's annual conference for "maximum

political impact," said Andrew Burgin, spokesman for

Stop the War Coalition, one of the rally's organizers.

Campaign for Nuclear Disarmament, another organizer of

Saturday's march, said a big demonstration would send a

strong message to the government that the public did not

condone what it called "lies" used to justify the war.

Twenty-year-old Liban Kahiye, also in London, said, "I

don't believe British and American troops should still

be in Iraq. Everyday you hear stories of innocent people

being killed — that's not justice."

radiolina (last edited 2008-06-26 09:51:30 by anonymous)