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=== GR ORe 21.15 del 21 settembre === = Giovedì 4 marzo =

palinsesto:

>> - rs & gr (massimo e URGE SUPPORTO PER MASSIMO SENNO' LA ZANZA DOVRA'
RINUNCIARE A DUETTARE CON GAROGNO NELLO SPAZIO INDYP E NON VUOLE...)
>> - trx musicale???? (...)SE QUESTA RESTA VUOTA ANTICIPIAMO TUTTO DI UNA
MEZZ'ORA??
>> - spazio comunicazione indypendente (Garogno e Zanza)
>>
>> - I spazio approfondimento su questioni ambientali locali: pignataro
>> maggiore (brina e alessandro)

>> - II spazio approfondimento sull'apertura degli sportelli sul reddito
>> (mario e luca t.)

>> - trx america latina (freja e garabombo??)
>> - ...

- 21-22,30 dubology

- 22,30 oldies ;))
Line 4: Line 25:
“Priva di senso”. Così il governo Israele ha bollato la risoluzione approvata ieri sera dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che condanna il governo di Tel Aviv per la minaccia di espulsione del presidente palestinese Yasser Arafat e chiede di rinunciare a rimuovere dai Territori il leader palestinese. In un comunicato ufficiale diffuso oggi attraverso la radio di Stato israeliana, l’esecutivo di Ariel Sharon respinge il documento dell’Onu giudicandolo “una mossa deplorabile che legittima un terrorista ben conosciuto”. Israele sostiene che “i palestinesi farebbero meglio a concentrare i loro sforzi nel combattere il terrorismo piuttosto che sprecarli a far passare risoluzioni prive di senso negli organismi internazionali”. Il testo è stato approvato con il voto favorevole di 133 Paesi, quattro i voti contrari (Israele, Stati Uniti, Micronesia e Isole Marshall) e 15 le astensioni. Il voto della ‘plenaria’ dell’Onu ha di fatto vanificato il veto posto dagli Usa qualche giorno fa in Consiglio di sicurezza a una risoluzione simile, anche se il documento dell’Assemblea generale è meno vincolante. Il risultato, comunque, ha una chiara valenza politica, come hanno sottolineato i palestinesi: “La maggioranza degli Stati membri ha adottato un atteggiamento in favore del processo di pace, della fine dell’occupazione (israeliana dei Territori), dei diritti del popolo palestinese e del leader eletto Yasser Arafat”, ha dichiarato il negoziatore capo Saeb Erekat, mentre l’anziano rais palestinese ha definito la presa di posizione dell’Onu come la “dimostrazione della comunità internazionale di sostenere i diritti del popolo palestinese”.
L'esercito israeliano comunque non sospende le sue operazioni nei territori occupati:Due ragazzi palestinesi sono stati feriti durante scontri con le truppe israeliane in Cisgiordania.
Un ragazzo di 15 anni è stato ferito al petto l'altro, 12 anni, è stato ferito in modo lieve da proiettili rivestiti di gomma mentre tirava sassate cotro le truppe
= Rassegna Stampa =
Line 8: Line 27:
'''VERTICE GB-F-D'''

 Per Francia, Germania e
Francia non ci sono altrenative alla ''road map'' per far
avanzare il processo di pace in Medio Oriente.
   I leader dei tre paesi, Chirac, Schroeder e Blair, riuniti
a colloquio per circa due ore a Berlino hanno specificato
che, malgrado lo stato di empasse provocato dagli ultimi
episodi di violenza, la ''road map'' deve essere portata
avanti perche' ''non ci sono alternative''. posizione comune anche sull' Iraq.
Per i tre premier il trasferimento dei
poteri deve avvenire ''al piu' presto possibile'' e l'Onu
deve avere un ruolo centrale. ''Noi vogliamo che nel paese ci sia stabilita' e
democrazia - ha detto Tony Blair - e che il passaggio a un
sistema democratico avvenga il piu' presto possibile''.

 '''IRAQ'''

FERITO MEMBRO DEL CONSIGLIO DI GOVERNO A BAGHDAD

 Akila al Hachimi, membro del Consiglio di governo transitorio iracheno, e' stato ferito oggi da colpi di arma da fuoco a Baghdad. Lo si e' appreso da fonti americane ed irachene. Secondo un responsabile iracheno che ha voluto conservare l'anonimato, Akila al Hachimi e' stata raggiunta da due proiettili allo stomaco, da uno alla spalla e da un altro alla gamba e le sue condizioni sono giudicate ''gravi''.
Akira al Hachimi, l'esponente del consiglio di governo provvisorio iracheno ferita questa mattina a Baghdad in un agguato, e' una sciita, che nel consiglio e' esperta di esteri. E' una delle tre donne che siede nel Consiglio di governo provvisorio.
L'agguato, secondo una fonte locale, e' avvenuto intorno alle 8:45 locali (le 6:45 in Italia) davanti alla sua casa in un quartiere occidentale di Baghdad. La donna ferita alla spalla, ad una gamba e allo stomaco e' stata ricoverata nell'ospedale Yarmouk in condizioni definite ''gravi''. Almeno un sospetto e' stato arrestato ed interrogato. Quello di oggi e' il primo attacco contro un membro del consiglio di governo provvisorio.

'''ASILO E CONTROLLO'''

I servizi per l'immigrazione dei 15 paesi dell'Unione europea e di Norvegia e Islanda utilizzano dall'inizio di questo mese una rete informatica uniformata per scambiarsi informazioni sui richiedenti asilo. Dublinet, questo il nome del network, permette di verificare se un richiedente asilo ha gia' presentato domanda in un altro stato membro dell'Unione, caso in cui solo il primo paese in cui e' stata fatta richiesta e' tenuto ad esaminare la domanda.

'''Dichiarzioni berlusconi'''

il giornalista Farrel, uno dei due inviati che hanno realizzato l'intervista a Berlusconi, invia una lettera aperta la primo ministro italiano.
E nella lettera, contesta la ricostruzione di berlusconi, e le sue reazioni. Il giornalista conferma il carattere ufficiale dell'intervista, come dimostrano i registratori accesi ( enon dunque di chiacchierata estiva, come sostiene berluisconi) ma soprattutto nega che la conversazione si sia svolta bevendo champagne.Proprio questo era stato l'argomento utilizzato da Berlusconi per giustificare le sue parole su Mussolini, convinto forse che una dichiarazione in stato di ubriachezza fosse meno pesante. Ma si è bevuto solo limonata e thè freddo, precisa il giornalista, che accusa silvio berlusconi di avere detto, e continuare a dire, solo bugie.
dall'indirizzo http://www.ansa.it/rubriche/rassegna/rassegnaoggi.shtml
è possibile vedere e leggere le prime pagine di tutti i quotidiani andando al link della rassegna stampa della camera dei deputati oppure a partire dalle 12 sono disponibili tutti i quotidiani di oggi on-line
Line 42: Line 31:
'''SCONTRI AL PARTENIO'''
 Incidenti sono scoppiati allo stadio Partenio di Avellino poco prima dell'inizio dell'incontro Avellino-Napoli per il campionato di Serie B.Uno dei tifosi è caduto nel fossato che circonda lo stadio, riportando gravi ferite alla testa. Non si sa, al momento, se l'incontro sarà disputato. Ci sarebbero numerosi contusi, sia tra i tifosi che tra le forze dell'ordine. All'orario di inizio della partita, gli incidenti non erano ancora terminati.
= GR ORE 13.30 =

'''Irak'''

Ancora la polizia irachena presa di mira in Irak: stamane sono stati sparati almeno cinque colpi di mortaio contro un commissariato a Mosul, che hanno causato il ferimento di tre persone tra i quali un poliziotto. Secondo fonti locali, i miliziani hanno sparato una raffica di colpi, colpendo il commissariato, la strade adiacente e una moschea vicina, prima di fuggire in auto. La polizia ha circondato l'area per ispezionarla. Le forze di polizia sono accusate di collaborazionismo con le truppe americane.

'''Immigrazione'''

E' scontro aperto in Gran Bretagna tra l'ordine giudiziario e il governo Blair sul nuovo progetto di riforma dell'immigrazione. Il giudice della Camera dei Lords, Lord Woolf, ha criticato il tentativo di bloccare la revisione da parte delle corti britanniche della decisione di esiliare i profughi, definendolo "fondamentalmente in conflitto con la legge". Il giudice ha sottolineato che "l'immigrazione e l'asilo coinvolgono la sfera dei diritti umani" e che "la risposta del governo e della Camera dei lord al coro di critiche alla clausola 11 chiarirà allo stesso tempo se la nostra libertà potrà essere al sicuro nelle loro mani anche con una costituzione non scritta".

'''Haiti'''

La situazione ad Haiti rimane instabile, nonostante la presenza di un migliaio di marines statunitensi e di diversi soldati e poliziotti francesi. Una sparatoria è avvenuta ieri tra i ribelli e le "chimere", i sostenitori armati di Aristide, nella bidonville di La Salines, roccaforte del presidente haitiano destituito. Nella zona non sono stati visti militari stranieri. Secondo Radio Metropole, tre persone sarebbero state uccise durante questi scontri. Quattordici delle quindici nazioni della Comunità dei Caraibi (Caricom) hanno rifutato di mandare una forza di pace ad Haiti, in aperto contrasto con la risposta dei Paesi occidentali alla rivolta contro il presidente Jean-Bertrand Aristide. Il primo ministro giamicano P.J. Patterson ha dichiarato che la Comunità dei Caraibi è rimasta "profondamente delusa" dal coinvolgimento degli "alleati occidentale" nella precipitosa partenza di Aristide. A nome dei quindici Paesi della Caricom, il premier ha sostenuto che l'Onu ha ignorato i suoi appelli ad inviare una forza di pace per ristabilire l'ordine nell'isola caribica. Aristide ha lasciato il Paese domenica, con i ribelli a pochi chilometri di distanza dalla capitale Port-au-Prince dopo una settimana di tumulti. L'ex presidente ha accusato i marines di averlo costretto a fuggire. "Alle circostanze attuali, i leader non prevedono la loro partecipazione alla forza multinazionale di pace autorizzata dalle Nazioni Unite". I Paesi Caricom hanno inoltre richiesto un'inchiesta internazionale indipendente sulla partenza di Aristide.

'''Palestina'''

Il governo israeliano consentirà a una donna palestinese espulsa nella Striscia di Gaza di tornare nella sua casa in Gisgiordania. Lo hanno reso noto fonti militari di Gerusalemme. Intisa Ajouri, di 29 anni, confinata nella Striscia di Gaza nel settembre 2002 per un periodo di due anni, potrà far ritorno in anticipo nella sua abitazione perche' non rappresenta più una minaccia per lo stato ebraico. Intisa e suo fratello Kifah furono i primi di ventisette palestinesi espulsi perche' accusati dall'esercito di aver aiutato un altro loro fratello, Ali, a preparare un attacco suicida. Secondo i militari, la donna aveva cucito esplosivi sulle cinture indossate da due militanti durante un attacco nel luglio 2000. Intisa Ajouri ogni sei mesi aveva il diritto di chiedere la revisione della sua espulsione e un tribunale militare ha stabilito che non rappresenta più una minaccia.

'''Bolivia'''

La Bolivia “non può accettare una sovranità funzionale” su un corridoio che le consenta di accedere all’Oceano Pacifico. Lo ha detto alla stampa Evo Morales, leader dell’opposizione e dei produttori di coca boliviani, in risposta al ministro degli esteri di La Paz, Ignacio Siles, che aveva notato come “la sovranità funzionale” possa essere la soluzione “meno conflittuale” per rispondere alle esigenze boliviane senza, per questo, rischiare di innescare un conflitto con il Cile, Paese che dovrebbe garantire sul suo territorio nazionale un corridoio a La Paz, che nel 1879 ha perso ogni sbocco al mare. Secondo Morales, Siles “tradirebbe il suo popolo” se solo sollecitasse Bolivia e Cile a raggiungere un accordo del genere, il cui scopo principale sarebbe esportare il gas boliviano all’estero per favorire l’ingresso di valuta pregiata con la quale finanziare il forte debito nazionale. Da anni La Paz rivendica uno sbocco sull’Oceano Pacifico, perso nel 1879 in seguito alla sconfitta militare patita nella guerra contro il Cile, sancita nel trattato di pace e d’amicizia del 1904. La Bolivia vuole la sovranità su un lembo di territorio e sulle strutture portuali che permetterebbero al commercio del Paese andino di aprirsi al resto del mondo, ma il Cile è disposto a parlare al massimo del prestito con usufrutto dell’eventuale corridoio concesso.

'''Venezuela'''
La coalizione d’opposizione della ‘Coordinadora democrática’ (Cd), che raccoglie tutte le forze contrarie al presidente della Repubblica Hugo Chávez, è divisa al suo interno sull’utilità e la convenienza di continuare le trattative con il Consiglio nazionale elettorale (Cne) sul processo di verifica delle circa 800mila firme per chiedere la convocazione di un referendum revocatorio del capo dello Stato considerate dubbie, quindi non ammesse. Una parte della Cd è d’accordo sulla necessità di continuare le trattative per concordare con il Cne un periodo più lungo delle 48 ore concesse per portare gli autori delle firme dubbie nei circa 2.700 uffici del Consiglio elettorale dislocati nel Paese così da confrontare i nominativi, i dati, le impronte digitali e gli autografi delle persone con quelle raccolte dalla ‘Coordinadora’. Una posizione, questa, che contrasta sia con il rifiuto iniziale della Cd, espresso lo scorso 25 febbraio, di prevedere un processo di verifica delle firme, sia con la posizione di una metà circa dei componenti la coalizione ‘anti-chavista’, e in particolare con quella espressa dall’ex candidato presidenziale (sconfitto da Chávez nel 1998) Henrique Salas Romer, secondo cui le firme raccolte dall’opposizione “non sono negoziabili”. “Se ci poniamo mollemente e cominciamo a negoziare con diritti che non sono i nostri” ma dei cittadini, “complicheremo le cose” ha detto Romer, ex governatore, tra i più duri oppositori del presidente della Repubblica e potenziale candidato in caso di elezioni presidenziali anticipate. Mentre la Cd decide al suo interno il da farsi, i suoi sostenitori continuano a stazionare nelle strade delle principali città del Paese, a cominciare da Caracas, sebbene non si siano più registrati gravi episodi di violenza, dopo i ripetuti scontri dell’ultima settimana tra manifestanti e polizia, costati la vita ad almeno sei persone e che hanno lasciato sul campo non meno di una cinquantina di feriti. Su 3.086.013 firme depositate presso il Cne dalla Cd lo scorso dicembre, il Consiglio nazionale elettorale ne ha considerate valide ieri solo 1.832.493; quelle considerate dubbie sono più di 800mila. Il capo dello Stato ha fatto sapere che, se la Cd raggiungerà l’accordo con il Cne e i circa 600mila cittadini richiesti si presenteranno negli uffici competenti per fare i controlli di legge sui loro autografi, il referendum sarà senz’altro convocato

'''Magistrati'''
Line 46: Line 59:

=== GR 20.9 13:30 ===

'''ARAFAT'''

Con 133 voti a favore, 4 contrari e 15 astenuti, l' Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto ieri a Israele di revocare la decisione in linea di principio di espellere il presidente palestinese Yasser Arafat. A nulla è servito il veto posto tre giorni fa dagli Stati Uniti in seno al Consiglio di sicurezza dell' Onu. La stragrande maggioranza della comunità internazionale si è dimostrata favorevole alla risoluzione presentata dai Paesi del gruppo arabo. Il documento comprende un emendamento proposto dall' Unione Europea, nel quale si condannano gli attacchi suicidi e la loro recente intensificazione da parte di terroristi palestinesi. La risoluzione esorta l Autorità nazionale road map (il tracciato di pace) a prendere tutte le misure necessarie per mettere fine alla violenza e al terrore . Il testo si rivolge anche al governo di Ariel Sharon, deplorando gli assassini extragiudiziari e la loro recente escalation da parte di Israele che costituiscono si legge ancora una violazione del diritto internazionale e della legge umanitaria internazionale e compromettono gli sforzi di rilanciare il processo di pace e che devono essere fermate . I testi approvati dall Assemblea generale a differenza delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza non hanno valore vincolante ma di sola raccomandazione. Il voto su Arafat, agli occhi di molti osservatori, è stato comunque un chiaro segnale politico nei confronti non solo di Israele ma anche degli Usa.

 '''IRAQ'''

FERITO MEMBRO DEL CONSIGLIO DI GOVERNO A BAGHDAD

 Akila al Hachimi, membro del Consiglio di governo transitorio iracheno, e' stato ferito oggi da colpi di arma da fuoco a Baghdad. Lo si e' appreso da fonti americane ed irachene. Secondo un responsabile iracheno che ha voluto conservare l'anonimato, Akila al Hachimi e' stata raggiunta da due proiettili allo stomaco, da uno alla spalla e da un altro alla gamba e le sue condizioni sono giudicate ''gravi''.
Akira al Hachimi, l'esponente del consiglio di governo provvisorio iracheno ferita questa mattina a Baghdad in un agguato, e' una sciita, che nel consiglio e' esperta di esteri. E' una delle tre donne che siede nel Consiglio di governo provvisorio.
L'agguato, secondo una fonte locale, e' avvenuto intorno alle 8:45 locali (le 6:45 in Italia) davanti alla sua casa in un quartiere occidentale di Baghdad. La donna ferita alla spalla, ad una gamba e allo stomaco e' stata ricoverata nell'ospedale Yarmouk in condizioni definite ''gravi''. Almeno un sospetto e' stato arrestato ed interrogato. Quello di oggi e' il primo attacco contro un membro del consiglio di governo provvisorio.

'''ARGENTINA- FMI'''

Il Consiglio d'amministrazione del FMI ha approvato sabato à Dubai nella riunione del G7 l'accordo concluso il 10 septembre con l'Argentina.La lettra d'impegni esaminata dal Consiglio d'amministrazione prevede un nuovo accordo finanziario con il FMI sullo svorsamento di 12,5 miliardi di dollari in 3 anni. L'Argentine renstituitra' la somma negli stessi tempi. Alla fine del periodo dei tre anni, il credito netto del fondo riguardo l'Argentina sara' dunque invariato.

'''G7/ PIANO MARSHALL PER PALESTINA'''

 Un piano di sostegno straordinario quinquennale da 5 miliardi di euro per aiutare l'economia palestinese a ripartire attraverso la costruzione di nuove infrastrutture. E' questo il primo punto che i ministri finanziari e i governatori delle banche centrali dei sette Paesi più industrializzati del mondo hanno iniziato a discutere informalmente stamani a Dubai. Il cosiddetto piano "Marshall" per la Palestina mira a fare invertire la rotta a un'economia che ha visto drasticamente peggiorare le sue condizioni negli ultimi anni. Le cifre parlano chiaro: dal 1999 al 2002 il Pil palestinese è sceso del 38%, la disoccupazione è aumentata del 10%, il reddito pro-capite, che si è dimezzato, in una città come Gaza tocca addirittura i 2 dollari al giorno. A rendere cosi' grave la situazione palestinese e' soprattutto la repressione israeliana, con l'impedimento delle esportazioni, la precarieta' del lavoro, la distruzione sistematica delle attivita' commerciali. Il tema è stato affrontato stamani dai ministri Finanziari in un incontro con il ministro delle finanze Salam Fayyad.

''' ALTRO VERTICE'''

Vertice a tre oggi a Berlino sull'Iraq. Il premier britannico Tony Blair, il presidente francese Jacques Chirac ed il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder cercheranno, nel corso di quelli che sono stati definiti colloqui informali, di trovare un punto di accordo sul futuro dell'Iraq e parleranno di allargamento Ue, della situazione in Afghanistan e delle relazioni transatlantiche.

'''ASILO E CONTROLLO'''

I servizi per l'immigrazione dei 15 paesi dell'Unione europea e di Norvegia e Islanda utilizzano dall'inizio di questo mese una rete informatica uniformata per scambiarsi informazioni sui richiedenti asilo. Dublinet, questo il nome del network, permette di verificare se un richiedente asilo ha gia' presentato domanda in un altro stato membro dell'Unione, caso in cui solo il primo paese in cui e' stata fatta richiesta e' tenuto ad esaminare la domanda.
Il Comitato direttivo centrale dell'Anm - nel documento appena approvato per acclamazione - ha deliberato di "sospendere lo sciopero proclamato per i giorni 11 e 12 marzo insieme alle iniziative collegate.
Il Cdc, fermo restando lo stato di agitazione, rimane convocato in via permanente per esaminare gli sviluppi della situazione, fissando la prosecuzione dei lavori sulla riforma dell'ordinamento giudiziario non oltre il prossimo 2 aprile".
Il documento del Cdc sottolinea inoltre di essere giunto alla decisione di sospendere l'astensione dal lavoro in quanto "si sono manifestate apprezzabili dichiarazioni di disponibilità, da parte del governo e delle forze politiche di maggioranza, a prendere in considerazione le osservazioni critiche e le proposte formulate dalla magistratura associata".
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'''LAVORO'''
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'''GAS'''

Sono molte migliaia le persone che ieri sono scese in strada a La Paz e a Cochabamba, le due principali città della Bolivia, per protestare contro il progetto governativo di esportare il gas boliviano verso Messico e Stati Uniti utilizzando un porto cileno. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, la 'guerra del gas', come è stata soprannominata la mobilitazione sociale organizzata dal Mas (Movimento al socialismo, il principale partito d'opposizione del Paese guidato da Evo Morales), nel centro della capitale boliviana si sono raccolte migliaia e migliaia di persone. Secondo i dati diffusi dalla prefettura, invece, sono circa 10mila i manifestanti che sono scesi in piazza a Cochabamba. Parlando alla stampa, Morales ha detto che il movimento popolare "darà al governo un ultimatum, che non potrà essere più ampio di un mese, per annullare il progetto di esportare il gas verso gli Usa o il Messico via Cile". Sia l'esercito che la polizia boliviana sono state messe in stato di massima allerta, pronte ad intervenire qualora i manifestanti decidessero di procedere, come accaduto in altre occasioni, alla creazione di blocchi stradali. Il presidente della Repubblica Gonzalo Sanchez de Lozada nei giorni scorsi era intervenuto accusando elementi estremisti del Mas di essere dietro le proteste.

'''DIRITTI DEGLI OMOSESSUALI'''

Il governatore della California Gray Davis ha firmato una legge dello Stato che garantisce alle coppie omosessuali diritti e responsabilità pari a quelli delle coppie "normali".
 "Una famiglia è una famiglia a prescindere dal sesso", ha detto Davis a San Francisco di fronte a una folla di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali entusiasti.
 La legge, che entrerà in vigore nel 2005, permetterà alle coppie omosessuali di ottenere sussidi per i figli, gli alimenti in caso di divorzio e la copertura sanitaria. Sono previsti anche tutti i benefici fiscali disponibili per le coppie eterosessuali.
 Il provvedimento estende le provvidenze per le coppie omosessuali già previste da una legge californiana del 1999.
ROMA - Nel 2003 nelle grandi imprese sono stati persi 21mila posti di lavoro (-1,1%) rispetto al 2002. Lo rende noto l'Istat precisando che il calo complessivo dell'occupazione e' dovuto ad una diminuzione di 24.000 posti nell'industria, cui fa da magro contrappeso un aumento di 3.000 posizioni lavorative nei servizi.
Line 91: Line 69:
= Spazio Comunicazione Indypendente =
Line 92: Line 71:
'''Condono edilizio''' '''Vogliono Priebke libero'''
Line 94: Line 73:
Mentre il governo si prepara a varare l'ennessimo condono edilizio, che aprirebbe la strada a ulteriori abusi, e contro il quale diverse regioni hanno già preannunciato opposizione, Il comune di Roma ha demolito questa notte, sotto potenti luci artificiali, una villa abusiva realizzata in un paio di giorni in agosto nel parco dell'Appia Antica a Roma, vicino alla tomba di Cecilia Metella. La demolizione è avvenuta alla presenza del sindaco di Roma Walter Veltroni, di alcuni assessori e del presidente dell'ente parco Gaetano Benedetto; ed è stata salutata con molto favore come un "fortissimo segnale contro l'abusivismo" da Legambiente http://italy.indymedia.org/features/roma/#1374

'''Antifa in piazza'''

06 marzo 04 ore 15

Sabato a SS Apostoli alle 16.30 l'ass. Uomo e Libertà di Giachini, legale di Priebke manifesterà per chiedere la grazia del boia delle Fosse Ardeatine.
Tra i relatori della suddetta manifestazione ci sono gli onorevoli Taormina e Serena.
La Roma democratica e antifascista si vedrà tra piazza San Marco e la scalinata del Campidoglio alle 15 dove ci sarrano i movimenti, l'anpi, la comunità ebraica, rifondazione...
Roma città medaglia d'oro alla Resistenza rifiuta questa gente.
nessuno spazio per fascisti e revisionisti.

'''Rimettiamoci in marcia per Genova'''

http://italy.indymedia.org/archives/display_by_id.php?feature_id=1316

A quasi tre anni dal G8, ci sono novità su tutti i fronti di inchiesta giudiziaria. La Cassazione ha deciso che devono essere giudicati a Genova i 73 poliziotti indicati dall'inchiesta come responsabili delle violenze del luglio 2001: il rinvio a giudizio dovrebbe essere imminente. Le testimonianze inedite di due agenti hanno cambiato il corso dell'indagine su Bolzaneto, che il pm si avviava a chiudere. Nel frattempo, è stata archiviata l'ultima accusa (associazione a delinquere) che pendeva sulle 93 persone massacrate alla scuola Diaz e il 2 marzo ci sarà la prima udienza del processo contro persone che erano andate a manifestare a Genova.
Sono una ventina, alcune con capi di accusa pesanti.
In base a foto e filmati di singoli episodi, 26 persone sono accusate di un reato contestato molto raramente in Italia: devastazione e saccheggio. La pena? tra 8 e 15 anni di carcere.
Si tratta di un’istruttoria "zoppa”, perchè separa la "gestione della piazza” dalle azioni dei cortei. Tutte le denunce e gli esposti su quello che decine di migliaia di persone hanno visto in quei giorni nelle strade di Genova sono state archiviate e dunque, come spiega l'avvocata Laura Tartarini: "Nessuno ha mai indagato- e a questo punto mai indagherà - sulla gestione dell'ordine pubblico”.
A partire dal 4 dicembre 2002, le persone che andranno a processo per le manifestazioni del G8 di Genova hanno subito, invece, ogni genere di misura cautelare. Il caso eclatante è quello di Gimmy, che si è fatto quasi un anno di galera, ma molte arrivano al processo con l'obbligo di firma. Mentre continuano ad arrivare aggiornamenti e novità sulle accuse contro la polizia, si scatenano a Genova dichiarazioni e polemiche. Contro 25 manifestanti si sono costituiti parte civile i ministeri dell'Interno, della Difesa, della Giustizia e la Presidenza del consiglio. L'ultima, inaspettata adesione al fronte dei vendicatori è arrivata dal comune di Genova. Una decisione approvata all'unanimità dalla giunta di centro-sinistra e definita dal sindaco "un atto dovuto", ma che ha causato la spaccatura con Rifondazione comunista e toni amari all'interno del partito stesso: due suoi assessori, Seggi e Taccani, hanno votato si' alla mozione della vergogna. Molti hanno ricordato che neppure la Provincia di Genova, anche se interessata da danneggiamenti, si è costituita parte civile. E che d'altronde lo stesso sindaco di Genova aveva sempre affermato che il vero danno alla città era quello morale. Alla vigilia del processo, il voltafaccia. Nel complesso, è uno scenario che fa temere condanne "esemplari": 26 persone rischiano di diventare il capro espiatorio di un intero movimento. Rimettiamoci in marcia per Genova.

'''un anno dalla morte di dax'''

http://italy.indymedia.org/features/lombardia/#1367

'''processo alle lotte per la casa'''
Si è svolto oggi a Firenze il processo contro 15 tra compagni e compagne del Movimento di Lotta per la Casa per l'occupazione del consiglio comunale avvenuta nel 1995
manda audio

'''tutti fatti di ritalin'''

http://italy.indymedia.org/features/bologna/#1368

'''il rapporto del pentagono sui cambiamenti climatici'''

http://www.nuovimondimedia.it/sitonew/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=539&mode=thread&order=0&thold=0
Line 97: Line 112:
'''Pitbull''' Un rapporto segreto censurato dai responsabili della Difesa in Usa e ottenuto dall’Observer mette in guardia: i cambiamenti climatici dei prossimi 20 anni potrebbero portare a una catastrofe mondiale, con milioni di vittime, guerre e disastri. Ci saranno sollevamenti popolari e guerre nucleari; la Gran Bretagna avrà un clima “siberiano” in meno di 20 anni; la minaccia per il mondo è maggiore rispetto al terrorismo.
Un rapporto segreto, censurato dai responsabili della Difesa, negli Stati Uniti, e ottenuto dall’Observer, mette in guardia le città europee avvertendole che presto affonderanno nei mari mentre la Gran Bretagna piomberà in un clima “siberiano” entro il 2020. Conflitti nucleari, siccità di dimensioni spaventose, carestie e sollevamenti popolari si avranno in tutto il mondo.
 
Il documento prevede che il brusco cambiamento climatico potrebbe portare il pianeta sull’orlo dell’anarchia, mentre i paesi ricorreranno alla minaccia nucleare per difendere e garantirsi i rifornimenti di cibo, acqua, energia. Il pericolo per la stabilità mondiale eclisserà il terrorismo, hanno dichiarato i pochi esperti informati sul contenuto del documento.
“Conflitti e distruzioni diventeranno caratteristiche endemiche della vita” concludono gli analisti del Pentagono. “Ancora una volta il warfare contraddistinguerà l’esistenza degli esseri umani”.
 
I fatti umilieranno la politica dell’Amministrazione Bush, che ha ripetutamente negato che anche solo esista un cambiamento climatico. Gli esperti affermano che in questo contesto è sconvolgente che vi sia un Presidente che mette la difesa nazionale come priorità.
 
 Il rapporto è stato commissionato dall’influente consigliere per la Difesa Usa, Andrew Marshall, che ha sempre mantenuto un’enorme influenza sulle scelte militari Usa, per tutte le tre decadi passate. E’ stato l’uomo che ha diretto il totale cambiamento mirato a trasformare completamente, sotto la direzione del Segretario della Difesa Donald Rumsfeld, l’esercito statunitense.
 
Il cambiamento climatico “dovrebbe andare oltre il dibattito scientifico interno alle preoccupazioni relative alla sicurezza nazionale Usa”, hanno dichiarato gli autori, tra i quali Peter Schwartz, consulente Cia ed ex responsabile delle pianificazioni al Royal Dutch/Shell Group, e Doug Randall, di Global Business Network con sede in California.
Uno scenario catastrofico imminente, collegato al cambiamento climatico “è plausibile e modificherebbe gli obbiettivi della sicurezza nazionale statunitense in modi che dovrebbero essere considerati immediatamente”. Fin dall’anno prossimo inondazioni diffuse causate dall’innalzamento del livello dei mari produrranno cambiamenti radicali per milioni di persone.
 
La scorsa settimana l’Amministrazione Bush è stata messa sotto attacco da un gran numero di rispettati scienziati e ricercatori, che hanno dichiarato che la scienza addomesticata deve seguire l’agenda politica e che l’Amministrazione Bush ha censurato tutti gli studi non allineati. Jeremy Symons, un ex funzionario dell’EPA (Agenzia per la Protezione Ambientale) ha affermato che censurare il documento per 4 mesi è stato un ulteriore esempio del tentativo, da parte della Casa Bianca, di seppellire agli occhi dell’opinione pubblica la minaccia proveniente dal cambiamento climatico.
 
I principali climatologi, comunque, ritengono che il loro verdetto potrebbe dimostrarsi un catalizzatore che potrebbe indurre Bush ad accettare il fatto che il cambiamento climatico sia un fenomeno reale e in corso. Sperano anche che convincerà gli Stati Uniti a firmare trattati per ridurre la mutazione del clima.
 
Un gruppo di eminenti scienziati britannici si è recentemente recato alla Casa Bianca per esprimere il proprio timore sul riscaldamento globale. Questa visita è parte di un tentativo che si sta intensificando di condurre gli Usa a considerare la minaccia più seriamente. Alcune fonti hanno dichiarato all’Observer che i funzionari americani sono apparsi estremamente sensibili sul tema quando hanno riscontrato che la protesta del popolo statunitense sta uscendo sempre più dal controllo.
 
Uno di loro ha persino dichiarato che la Casa Bianca aveva scritto una lettera di protesta riguardo ai commenti attribuiti al Professor Sir David King, il preminente consigliere scientifico del governo Blair, dopo che aveva definito la posizione del Presidente Bush sull’argomento come indifendibile.
 
Tra gli scienziati presenti ai colloqui alla Casa Bianca vi era: il Professor John Schellnhuber, l'ex principale consigliere per l’ambiente per il governo tedesco e dirigente del principale gruppo di ricercatori britannici sul clima, appartenenti al Tyndall Centre per la Ricerca sui Cambiamenti Climatici. Egli ha affermato che i timori interni al Pentagono dimostrerebbero il “capovolgimento” della linea di condotta del Pentagono, con la persuasione di dover convincere Bush ad accettare la realtà del cambiamento climatico.
 
Sir John Houghton, ex direttore esecutivo dell'ufficio meteorologico - e la principale figura che ha paragonato il rischio climatico alla minaccia terroristica, ha dichiarato: “se il Pentagono sta inviando questo tipo di messaggio, è perché questo documento è effettivamente d’importanza cruciale”.
 
Bob Watson, dirigente del gruppo di ricercatori della Banca Mondiale ed ex responsabile di “Intergovernmental Panel on Climate Change”, ha aggiunto che l’avvertimento proveniente dalla ricerca del Pentagono non può essere più ignorato.
 
“Bush può ignorare il Pentagono? E’ difficile far sparire un documento come questo. L’imbarazzo sarebbe enorme. Dopotutto Bush ha una singola priorità ed è la difesa nazionale. Il Pentagono non è wacko, un gruppo di liberali, generalmente è conservatore. Se il cambiamento climatico viene percepito come minaccia alla sicurezza nazionale e all’economia, Bush dovrà agire. Ci sono due gruppi che l’Amministrazione Bush tende ad ascoltare: la lobby del petrolio e il Pentagono”, ha aggiunto Watson.
 
“Abbiamo un Presidente che ritiene che il riscaldamento globale sia una menzogna, e al di là del fiume Potomac abbiamo il Penagono che si sta preparando alle guerre causate dalla modifica del clima. E’ piuttosto spaventoso che l’Amministrazione Bush inizi ad ignorare il suo stesso governo, riguardo a questo argomento”, ha affermato Rob Gueterbock, di Greenpeace.
 
Già ora, secondo Randall e Schwartz, il pianeta ha una popolazione più alta di quanta potrebbe sostenerne. Entro il 2020 la scarsità di acqua e di energia sarà “catastrofica” e quasi impossibile da rimediare. Il risultato sarà di far piombare il mondo nella guerra. Avvertono che 8.200 anni fa le condizioni climatiche portarono alla distruzione dei raccolti, alla carestia, a tragedie per i popoli e migrazioni di massa. Avvenimenti che si ripeteranno molto presto.
 
Randall ha riportato all’Observer che le conseguenze a valanga di un rapido cambiamento climatico potrebbero creare un caos planetario. “E’ un argomento deprimente” ha detto. “E’ una minaccia unica alla sicurezza nazionale perché non ci sono nemici che puntino le armi contro di noi e non abbiamo alcun controllo sul pericolo”.
 
Randall ha aggiunto che potrebbe già essere troppo tardi per evitare il disastro. “Non sappiamo esattamente a che punto del processo ci troviamo. Potrebbe iniziare domani e non lo sapremo per i prossimi 5 anni”.
 
“Per alcune nazioni le conseguenze delle modifiche climatiche sono già inevitabili. E’ ovvio che interrompere immediatamente l’utilizzo di combustibili di origine fossile sarebbe utile”.
 
Gli scenari riportati nel documento sono così drammatici, ha dichiarato Watson, che potrebbero dimostrarsi vitali per gli esiti delle elezioni. Il democratico John Kerry ritiene che il cambiamento climatico sia un problema reale. Gli scienziati, disillusi dalla posizione tenuta da Bush, stanno minacciando di mettere a disposizione di Kerry il documento del Pentagono, per la sua campagna.
 
Il fatto che Marshall sia così caustico e critico aiuterà la causa di Kerry. Marshall, 82 anni, è una leggenda all’interno del Penagono, che guida una think-tank che si occupa di soppesare i rischi per la sicurezza nazionale, denominato Office of Net Assessment. Chiamato 'Yoda' dai membri del Pentagono, che rispettano la sua vasta esperienza, è ritenuto essere il fautore della linea tenuta dal Dipartimento della Difesa sui missili balistici.
 
Symons, che ha lasciato l’EPA in segno di protesta per le continue interferenze politiche, ha sostenuto che il censurare il documento è un ulteriore esempio dei tentativi della Casa Bianca di insabbiare la questione climatica: “E’ l’ennesimo esempio del perché questo governo dovrebbe finirla di nascondere la testa sotto alla sabbia relativamente a questo argomento”.
 
Symons ritiene che gli stretti collegamenti dell’Amministrazione Bush con le più potenti compagnie petrolifere siano di vitale importanza nel comprendere perché le questioni relative al cambiamento climatico siano state accolte sempre con scetticismo dall’Ufficio Ovale. “Questa Amministrazione sta ignorando l’evidenza solo per favorire un pugno di grandi aziende nel settore dell’energia e del petrolio”, ha aggiunto.
 
Tradotto da Nuovi Mondi Media
Line 99: Line 161:
E' stata subito applicata l'ordinanza del ministro Sirchia contro i cani potenzialmente pericolosi. Un uomo di 27 anni, pregiudicato, è stato multato dai carabinieri a Roma perché sorpreso con un cane meticcio, incrocio pitbull rottweiler, senza museruola e senza guinzaglio.

I militari hanno così applicato la nuova ordinanza che prevede la multa di 430 euro e il divieto per chi ha precedenti penali di possedere cani potenzialemnete a rischio. Il cane potrebbe esseregli tolto ed affidato a strutture specializzate.
L'ordinanza di Sirchia, però , continua ad essere contestata, soprattutto perchè è una disposizione fatta non con la capacità di ragionare sui fatti, ma solo sull'onda mediatica scatenata dalle recenti aggressioni. Il rischio è che si arrivi ad una sorta di caccia al cane, ad una lista nera di animali senza colpa, per soddisfare il desiderio di sicurezza e controllo ormai tipico degli atti di questo governo.





= Approfondimenti varii =

Giovedì 4 marzo

palinsesto:

>> - rs & gr (massimo e URGE SUPPORTO PER MASSIMO SENNO' LA ZANZA DOVRA' RINUNCIARE A DUETTARE CON GAROGNO NELLO SPAZIO INDYP E NON VUOLE...) >> - trx musicale???? (...)SE QUESTA RESTA VUOTA ANTICIPIAMO TUTTO DI UNA MEZZ'ORA?? >> - spazio comunicazione indypendente (Garogno e Zanza) >> >> - I spazio approfondimento su questioni ambientali locali: pignataro >> maggiore (brina e alessandro)

>> - II spazio approfondimento sull'apertura degli sportelli sul reddito >> (mario e luca t.)

>> - trx america latina (freja e garabombo??) >> - ...

- 21-22,30 dubology

- 22,30 oldies ;))

Rassegna Stampa

dall'indirizzo http://www.ansa.it/rubriche/rassegna/rassegnaoggi.shtml è possibile vedere e leggere le prime pagine di tutti i quotidiani andando al link della rassegna stampa della camera dei deputati oppure a partire dalle 12 sono disponibili tutti i quotidiani di oggi on-line

GR ORE 13.30

Irak

Ancora la polizia irachena presa di mira in Irak: stamane sono stati sparati almeno cinque colpi di mortaio contro un commissariato a Mosul, che hanno causato il ferimento di tre persone tra i quali un poliziotto. Secondo fonti locali, i miliziani hanno sparato una raffica di colpi, colpendo il commissariato, la strade adiacente e una moschea vicina, prima di fuggire in auto. La polizia ha circondato l'area per ispezionarla. Le forze di polizia sono accusate di collaborazionismo con le truppe americane.

Immigrazione

E' scontro aperto in Gran Bretagna tra l'ordine giudiziario e il governo Blair sul nuovo progetto di riforma dell'immigrazione. Il giudice della Camera dei Lords, Lord Woolf, ha criticato il tentativo di bloccare la revisione da parte delle corti britanniche della decisione di esiliare i profughi, definendolo "fondamentalmente in conflitto con la legge". Il giudice ha sottolineato che "l'immigrazione e l'asilo coinvolgono la sfera dei diritti umani" e che "la risposta del governo e della Camera dei lord al coro di critiche alla clausola 11 chiarirà allo stesso tempo se la nostra libertà potrà essere al sicuro nelle loro mani anche con una costituzione non scritta".

Haiti

La situazione ad Haiti rimane instabile, nonostante la presenza di un migliaio di marines statunitensi e di diversi soldati e poliziotti francesi. Una sparatoria è avvenuta ieri tra i ribelli e le "chimere", i sostenitori armati di Aristide, nella bidonville di La Salines, roccaforte del presidente haitiano destituito. Nella zona non sono stati visti militari stranieri. Secondo Radio Metropole, tre persone sarebbero state uccise durante questi scontri. Quattordici delle quindici nazioni della Comunità dei Caraibi (Caricom) hanno rifutato di mandare una forza di pace ad Haiti, in aperto contrasto con la risposta dei Paesi occidentali alla rivolta contro il presidente Jean-Bertrand Aristide. Il primo ministro giamicano P.J. Patterson ha dichiarato che la Comunità dei Caraibi è rimasta "profondamente delusa" dal coinvolgimento degli "alleati occidentale" nella precipitosa partenza di Aristide. A nome dei quindici Paesi della Caricom, il premier ha sostenuto che l'Onu ha ignorato i suoi appelli ad inviare una forza di pace per ristabilire l'ordine nell'isola caribica. Aristide ha lasciato il Paese domenica, con i ribelli a pochi chilometri di distanza dalla capitale Port-au-Prince dopo una settimana di tumulti. L'ex presidente ha accusato i marines di averlo costretto a fuggire. "Alle circostanze attuali, i leader non prevedono la loro partecipazione alla forza multinazionale di pace autorizzata dalle Nazioni Unite". I Paesi Caricom hanno inoltre richiesto un'inchiesta internazionale indipendente sulla partenza di Aristide.

Palestina

Il governo israeliano consentirà a una donna palestinese espulsa nella Striscia di Gaza di tornare nella sua casa in Gisgiordania. Lo hanno reso noto fonti militari di Gerusalemme. Intisa Ajouri, di 29 anni, confinata nella Striscia di Gaza nel settembre 2002 per un periodo di due anni, potrà far ritorno in anticipo nella sua abitazione perche' non rappresenta più una minaccia per lo stato ebraico. Intisa e suo fratello Kifah furono i primi di ventisette palestinesi espulsi perche' accusati dall'esercito di aver aiutato un altro loro fratello, Ali, a preparare un attacco suicida. Secondo i militari, la donna aveva cucito esplosivi sulle cinture indossate da due militanti durante un attacco nel luglio 2000. Intisa Ajouri ogni sei mesi aveva il diritto di chiedere la revisione della sua espulsione e un tribunale militare ha stabilito che non rappresenta più una minaccia.

Bolivia

La Bolivia “non può accettare una sovranità funzionale” su un corridoio che le consenta di accedere all’Oceano Pacifico. Lo ha detto alla stampa Evo Morales, leader dell’opposizione e dei produttori di coca boliviani, in risposta al ministro degli esteri di La Paz, Ignacio Siles, che aveva notato come “la sovranità funzionale” possa essere la soluzione “meno conflittuale” per rispondere alle esigenze boliviane senza, per questo, rischiare di innescare un conflitto con il Cile, Paese che dovrebbe garantire sul suo territorio nazionale un corridoio a La Paz, che nel 1879 ha perso ogni sbocco al mare. Secondo Morales, Siles “tradirebbe il suo popolo” se solo sollecitasse Bolivia e Cile a raggiungere un accordo del genere, il cui scopo principale sarebbe esportare il gas boliviano all’estero per favorire l’ingresso di valuta pregiata con la quale finanziare il forte debito nazionale. Da anni La Paz rivendica uno sbocco sull’Oceano Pacifico, perso nel 1879 in seguito alla sconfitta militare patita nella guerra contro il Cile, sancita nel trattato di pace e d’amicizia del 1904. La Bolivia vuole la sovranità su un lembo di territorio e sulle strutture portuali che permetterebbero al commercio del Paese andino di aprirsi al resto del mondo, ma il Cile è disposto a parlare al massimo del prestito con usufrutto dell’eventuale corridoio concesso.

Venezuela La coalizione d’opposizione della ‘Coordinadora democrática’ (Cd), che raccoglie tutte le forze contrarie al presidente della Repubblica Hugo Chávez, è divisa al suo interno sull’utilità e la convenienza di continuare le trattative con il Consiglio nazionale elettorale (Cne) sul processo di verifica delle circa 800mila firme per chiedere la convocazione di un referendum revocatorio del capo dello Stato considerate dubbie, quindi non ammesse. Una parte della Cd è d’accordo sulla necessità di continuare le trattative per concordare con il Cne un periodo più lungo delle 48 ore concesse per portare gli autori delle firme dubbie nei circa 2.700 uffici del Consiglio elettorale dislocati nel Paese così da confrontare i nominativi, i dati, le impronte digitali e gli autografi delle persone con quelle raccolte dalla ‘Coordinadora’. Una posizione, questa, che contrasta sia con il rifiuto iniziale della Cd, espresso lo scorso 25 febbraio, di prevedere un processo di verifica delle firme, sia con la posizione di una metà circa dei componenti la coalizione ‘anti-chavista’, e in particolare con quella espressa dall’ex candidato presidenziale (sconfitto da Chávez nel 1998) Henrique Salas Romer, secondo cui le firme raccolte dall’opposizione “non sono negoziabili”. “Se ci poniamo mollemente e cominciamo a negoziare con diritti che non sono i nostri” ma dei cittadini, “complicheremo le cose” ha detto Romer, ex governatore, tra i più duri oppositori del presidente della Repubblica e potenziale candidato in caso di elezioni presidenziali anticipate. Mentre la Cd decide al suo interno il da farsi, i suoi sostenitori continuano a stazionare nelle strade delle principali città del Paese, a cominciare da Caracas, sebbene non si siano più registrati gravi episodi di violenza, dopo i ripetuti scontri dell’ultima settimana tra manifestanti e polizia, costati la vita ad almeno sei persone e che hanno lasciato sul campo non meno di una cinquantina di feriti. Su 3.086.013 firme depositate presso il Cne dalla Cd lo scorso dicembre, il Consiglio nazionale elettorale ne ha considerate valide ieri solo 1.832.493; quelle considerate dubbie sono più di 800mila. Il capo dello Stato ha fatto sapere che, se la Cd raggiungerà l’accordo con il Cne e i circa 600mila cittadini richiesti si presenteranno negli uffici competenti per fare i controlli di legge sui loro autografi, il referendum sarà senz’altro convocato

Magistrati

Il Comitato direttivo centrale dell'Anm - nel documento appena approvato per acclamazione - ha deliberato di "sospendere lo sciopero proclamato per i giorni 11 e 12 marzo insieme alle iniziative collegate. Il Cdc, fermo restando lo stato di agitazione, rimane convocato in via permanente per esaminare gli sviluppi della situazione, fissando la prosecuzione dei lavori sulla riforma dell'ordinamento giudiziario non oltre il prossimo 2 aprile". Il documento del Cdc sottolinea inoltre di essere giunto alla decisione di sospendere l'astensione dal lavoro in quanto "si sono manifestate apprezzabili dichiarazioni di disponibilità, da parte del governo e delle forze politiche di maggioranza, a prendere in considerazione le osservazioni critiche e le proposte formulate dalla magistratura associata".

LAVORO

ROMA - Nel 2003 nelle grandi imprese sono stati persi 21mila posti di lavoro (-1,1%) rispetto al 2002. Lo rende noto l'Istat precisando che il calo complessivo dell'occupazione e' dovuto ad una diminuzione di 24.000 posti nell'industria, cui fa da magro contrappeso un aumento di 3.000 posizioni lavorative nei servizi.

Spazio Comunicazione Indypendente

Vogliono Priebke libero

http://italy.indymedia.org/features/roma/#1374

Antifa in piazza

06 marzo 04 ore 15

Sabato a SS Apostoli alle 16.30 l'ass. Uomo e Libertà di Giachini, legale di Priebke manifesterà per chiedere la grazia del boia delle Fosse Ardeatine. Tra i relatori della suddetta manifestazione ci sono gli onorevoli Taormina e Serena. La Roma democratica e antifascista si vedrà tra piazza San Marco e la scalinata del Campidoglio alle 15 dove ci sarrano i movimenti, l'anpi, la comunità ebraica, rifondazione... Roma città medaglia d'oro alla Resistenza rifiuta questa gente. nessuno spazio per fascisti e revisionisti.

Rimettiamoci in marcia per Genova

http://italy.indymedia.org/archives/display_by_id.php?feature_id=1316

A quasi tre anni dal G8, ci sono novità su tutti i fronti di inchiesta giudiziaria. La Cassazione ha deciso che devono essere giudicati a Genova i 73 poliziotti indicati dall'inchiesta come responsabili delle violenze del luglio 2001: il rinvio a giudizio dovrebbe essere imminente. Le testimonianze inedite di due agenti hanno cambiato il corso dell'indagine su Bolzaneto, che il pm si avviava a chiudere. Nel frattempo, è stata archiviata l'ultima accusa (associazione a delinquere) che pendeva sulle 93 persone massacrate alla scuola Diaz e il 2 marzo ci sarà la prima udienza del processo contro persone che erano andate a manifestare a Genova. Sono una ventina, alcune con capi di accusa pesanti. In base a foto e filmati di singoli episodi, 26 persone sono accusate di un reato contestato molto raramente in Italia: devastazione e saccheggio. La pena? tra 8 e 15 anni di carcere. Si tratta di un’istruttoria "zoppa”, perchè separa la "gestione della piazza” dalle azioni dei cortei. Tutte le denunce e gli esposti su quello che decine di migliaia di persone hanno visto in quei giorni nelle strade di Genova sono state archiviate e dunque, come spiega l'avvocata Laura Tartarini: "Nessuno ha mai indagato- e a questo punto mai indagherà - sulla gestione dell'ordine pubblico”. A partire dal 4 dicembre 2002, le persone che andranno a processo per le manifestazioni del G8 di Genova hanno subito, invece, ogni genere di misura cautelare. Il caso eclatante è quello di Gimmy, che si è fatto quasi un anno di galera, ma molte arrivano al processo con l'obbligo di firma. Mentre continuano ad arrivare aggiornamenti e novità sulle accuse contro la polizia, si scatenano a Genova dichiarazioni e polemiche. Contro 25 manifestanti si sono costituiti parte civile i ministeri dell'Interno, della Difesa, della Giustizia e la Presidenza del consiglio. L'ultima, inaspettata adesione al fronte dei vendicatori è arrivata dal comune di Genova. Una decisione approvata all'unanimità dalla giunta di centro-sinistra e definita dal sindaco "un atto dovuto", ma che ha causato la spaccatura con Rifondazione comunista e toni amari all'interno del partito stesso: due suoi assessori, Seggi e Taccani, hanno votato si' alla mozione della vergogna. Molti hanno ricordato che neppure la Provincia di Genova, anche se interessata da danneggiamenti, si è costituita parte civile. E che d'altronde lo stesso sindaco di Genova aveva sempre affermato che il vero danno alla città era quello morale. Alla vigilia del processo, il voltafaccia. Nel complesso, è uno scenario che fa temere condanne "esemplari": 26 persone rischiano di diventare il capro espiatorio di un intero movimento. Rimettiamoci in marcia per Genova.

un anno dalla morte di dax

http://italy.indymedia.org/features/lombardia/#1367

processo alle lotte per la casa Si è svolto oggi a Firenze il processo contro 15 tra compagni e compagne del Movimento di Lotta per la Casa per l'occupazione del consiglio comunale avvenuta nel 1995 manda audio

tutti fatti di ritalin

http://italy.indymedia.org/features/bologna/#1368

il rapporto del pentagono sui cambiamenti climatici

http://www.nuovimondimedia.it/sitonew/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=539&mode=thread&order=0&thold=0

Un rapporto segreto censurato dai responsabili della Difesa in Usa e ottenuto dall’Observer mette in guardia: i cambiamenti climatici dei prossimi 20 anni potrebbero portare a una catastrofe mondiale, con milioni di vittime, guerre e disastri. Ci saranno sollevamenti popolari e guerre nucleari; la Gran Bretagna avrà un clima “siberiano” in meno di 20 anni; la minaccia per il mondo è maggiore rispetto al terrorismo. Un rapporto segreto, censurato dai responsabili della Difesa, negli Stati Uniti, e ottenuto dall’Observer, mette in guardia le città europee avvertendole che presto affonderanno nei mari mentre la Gran Bretagna piomberà in un clima “siberiano” entro il 2020. Conflitti nucleari, siccità di dimensioni spaventose, carestie e sollevamenti popolari si avranno in tutto il mondo.

Il documento prevede che il brusco cambiamento climatico potrebbe portare il pianeta sull’orlo dell’anarchia, mentre i paesi ricorreranno alla minaccia nucleare per difendere e garantirsi i rifornimenti di cibo, acqua, energia. Il pericolo per la stabilità mondiale eclisserà il terrorismo, hanno dichiarato i pochi esperti informati sul contenuto del documento. “Conflitti e distruzioni diventeranno caratteristiche endemiche della vita” concludono gli analisti del Pentagono. “Ancora una volta il warfare contraddistinguerà l’esistenza degli esseri umani”.

I fatti umilieranno la politica dell’Amministrazione Bush, che ha ripetutamente negato che anche solo esista un cambiamento climatico. Gli esperti affermano che in questo contesto è sconvolgente che vi sia un Presidente che mette la difesa nazionale come priorità.

  • Il rapporto è stato commissionato dall’influente consigliere per la Difesa Usa, Andrew Marshall, che ha sempre mantenuto un’enorme influenza sulle scelte militari Usa, per tutte le tre decadi passate. E’ stato l’uomo che ha diretto il totale cambiamento mirato a trasformare completamente, sotto la direzione del Segretario della Difesa Donald Rumsfeld, l’esercito statunitense.

Il cambiamento climatico “dovrebbe andare oltre il dibattito scientifico interno alle preoccupazioni relative alla sicurezza nazionale Usa”, hanno dichiarato gli autori, tra i quali Peter Schwartz, consulente Cia ed ex responsabile delle pianificazioni al Royal Dutch/Shell Group, e Doug Randall, di Global Business Network con sede in California. Uno scenario catastrofico imminente, collegato al cambiamento climatico “è plausibile e modificherebbe gli obbiettivi della sicurezza nazionale statunitense in modi che dovrebbero essere considerati immediatamente”. Fin dall’anno prossimo inondazioni diffuse causate dall’innalzamento del livello dei mari produrranno cambiamenti radicali per milioni di persone.

La scorsa settimana l’Amministrazione Bush è stata messa sotto attacco da un gran numero di rispettati scienziati e ricercatori, che hanno dichiarato che la scienza addomesticata deve seguire l’agenda politica e che l’Amministrazione Bush ha censurato tutti gli studi non allineati. Jeremy Symons, un ex funzionario dell’EPA (Agenzia per la Protezione Ambientale) ha affermato che censurare il documento per 4 mesi è stato un ulteriore esempio del tentativo, da parte della Casa Bianca, di seppellire agli occhi dell’opinione pubblica la minaccia proveniente dal cambiamento climatico.

I principali climatologi, comunque, ritengono che il loro verdetto potrebbe dimostrarsi un catalizzatore che potrebbe indurre Bush ad accettare il fatto che il cambiamento climatico sia un fenomeno reale e in corso. Sperano anche che convincerà gli Stati Uniti a firmare trattati per ridurre la mutazione del clima.

Un gruppo di eminenti scienziati britannici si è recentemente recato alla Casa Bianca per esprimere il proprio timore sul riscaldamento globale. Questa visita è parte di un tentativo che si sta intensificando di condurre gli Usa a considerare la minaccia più seriamente. Alcune fonti hanno dichiarato all’Observer che i funzionari americani sono apparsi estremamente sensibili sul tema quando hanno riscontrato che la protesta del popolo statunitense sta uscendo sempre più dal controllo.

Uno di loro ha persino dichiarato che la Casa Bianca aveva scritto una lettera di protesta riguardo ai commenti attribuiti al Professor Sir David King, il preminente consigliere scientifico del governo Blair, dopo che aveva definito la posizione del Presidente Bush sull’argomento come indifendibile.

Tra gli scienziati presenti ai colloqui alla Casa Bianca vi era: il Professor John Schellnhuber, l'ex principale consigliere per l’ambiente per il governo tedesco e dirigente del principale gruppo di ricercatori britannici sul clima, appartenenti al Tyndall Centre per la Ricerca sui Cambiamenti Climatici. Egli ha affermato che i timori interni al Pentagono dimostrerebbero il “capovolgimento” della linea di condotta del Pentagono, con la persuasione di dover convincere Bush ad accettare la realtà del cambiamento climatico.

Sir John Houghton, ex direttore esecutivo dell'ufficio meteorologico - e la principale figura che ha paragonato il rischio climatico alla minaccia terroristica, ha dichiarato: “se il Pentagono sta inviando questo tipo di messaggio, è perché questo documento è effettivamente d’importanza cruciale”.

Bob Watson, dirigente del gruppo di ricercatori della Banca Mondiale ed ex responsabile di “Intergovernmental Panel on Climate Change”, ha aggiunto che l’avvertimento proveniente dalla ricerca del Pentagono non può essere più ignorato.

“Bush può ignorare il Pentagono? E’ difficile far sparire un documento come questo. L’imbarazzo sarebbe enorme. Dopotutto Bush ha una singola priorità ed è la difesa nazionale. Il Pentagono non è wacko, un gruppo di liberali, generalmente è conservatore. Se il cambiamento climatico viene percepito come minaccia alla sicurezza nazionale e all’economia, Bush dovrà agire. Ci sono due gruppi che l’Amministrazione Bush tende ad ascoltare: la lobby del petrolio e il Pentagono”, ha aggiunto Watson.

“Abbiamo un Presidente che ritiene che il riscaldamento globale sia una menzogna, e al di là del fiume Potomac abbiamo il Penagono che si sta preparando alle guerre causate dalla modifica del clima. E’ piuttosto spaventoso che l’Amministrazione Bush inizi ad ignorare il suo stesso governo, riguardo a questo argomento”, ha affermato Rob Gueterbock, di Greenpeace.

Già ora, secondo Randall e Schwartz, il pianeta ha una popolazione più alta di quanta potrebbe sostenerne. Entro il 2020 la scarsità di acqua e di energia sarà “catastrofica” e quasi impossibile da rimediare. Il risultato sarà di far piombare il mondo nella guerra. Avvertono che 8.200 anni fa le condizioni climatiche portarono alla distruzione dei raccolti, alla carestia, a tragedie per i popoli e migrazioni di massa. Avvenimenti che si ripeteranno molto presto.

Randall ha riportato all’Observer che le conseguenze a valanga di un rapido cambiamento climatico potrebbero creare un caos planetario. “E’ un argomento deprimente” ha detto. “E’ una minaccia unica alla sicurezza nazionale perché non ci sono nemici che puntino le armi contro di noi e non abbiamo alcun controllo sul pericolo”.

Randall ha aggiunto che potrebbe già essere troppo tardi per evitare il disastro. “Non sappiamo esattamente a che punto del processo ci troviamo. Potrebbe iniziare domani e non lo sapremo per i prossimi 5 anni”.

“Per alcune nazioni le conseguenze delle modifiche climatiche sono già inevitabili. E’ ovvio che interrompere immediatamente l’utilizzo di combustibili di origine fossile sarebbe utile”.

Gli scenari riportati nel documento sono così drammatici, ha dichiarato Watson, che potrebbero dimostrarsi vitali per gli esiti delle elezioni. Il democratico John Kerry ritiene che il cambiamento climatico sia un problema reale. Gli scienziati, disillusi dalla posizione tenuta da Bush, stanno minacciando di mettere a disposizione di Kerry il documento del Pentagono, per la sua campagna.

Il fatto che Marshall sia così caustico e critico aiuterà la causa di Kerry. Marshall, 82 anni, è una leggenda all’interno del Penagono, che guida una think-tank che si occupa di soppesare i rischi per la sicurezza nazionale, denominato Office of Net Assessment. Chiamato 'Yoda' dai membri del Pentagono, che rispettano la sua vasta esperienza, è ritenuto essere il fautore della linea tenuta dal Dipartimento della Difesa sui missili balistici.

Symons, che ha lasciato l’EPA in segno di protesta per le continue interferenze politiche, ha sostenuto che il censurare il documento è un ulteriore esempio dei tentativi della Casa Bianca di insabbiare la questione climatica: “E’ l’ennesimo esempio del perché questo governo dovrebbe finirla di nascondere la testa sotto alla sabbia relativamente a questo argomento”.

Symons ritiene che gli stretti collegamenti dell’Amministrazione Bush con le più potenti compagnie petrolifere siano di vitale importanza nel comprendere perché le questioni relative al cambiamento climatico siano state accolte sempre con scetticismo dall’Ufficio Ovale. “Questa Amministrazione sta ignorando l’evidenza solo per favorire un pugno di grandi aziende nel settore dell’energia e del petrolio”, ha aggiunto.

Tradotto da Nuovi Mondi Media

Approfondimenti varii

radiolina (last edited 2008-06-26 09:51:30 by anonymous)