Size: 30648
Comment:
|
Size: 15984
Comment:
|
Deletions are marked like this. | Additions are marked like this. |
Line 1: | Line 1: |
=== DIFFONDI IL VIRUS DI WIKI === | ===== IL "SUOPOLIO" DI GASPARRI ===== |
Line 3: | Line 3: |
Ciao a tutt*, come ci siamo detti lunedì scorso possiamo provare a utilizzare un po' di più questo prezioso strumento consentendo a chi può lavorare da casa/lavoro/scrocchi vari, di collaborare con chi si trova invece in radio per le trasmissioni. Usiamolo per quello che è, un foglio di scrittura condivisa, ricordiamoci di salvare le modifiche e di implementare e arricchire il lavoro di tutt*. Anche per questo si pensava si potesse iniziare a salvare, a fine trasmissione, in una cartella dei computer della radio (o dove si vuole) una copia dei testi utilizzati per la giornata di trasmissione senza abusare ulteriormente dell'ospitalità di lab.dyne ma senza neppure perdere un materiale di archivio che può servire a tutti come e meglio delle tanto amate 'cartelline'... | '''dal il Manifesto''' |
Line 5: | Line 5: |
'''PROPOSTE OPERATIVE''' | '''27 novembre --> "Martedì il giorno del «suopolio»"''' |
Line 7: | Line 7: |
Per il momento possiamo provare a organizzare il lavoro così: | Dopo una giornata di scontro sui tempi per la discussione della legge di Mediaset, passa la proposta del presidente del senato Pera: la commissione potrà continuare a lavorare, ma anche se non avrà finito in aula si andrà comunque martedì. E si dovrà votare. Gasparri: «Nessun problema, la firma di Ciampi può arrivare anche prima dei trenta giorni a disposizione» MICAELA BONGI ROMA Ancora qualche giorno in commissione lavori pubblici. E poi, martedì prossimo, la legge Gasparri approderà in ogni caso nell'aula di palazzo Madama per essere approvata definitivamente il giorno stesso. E' questa, di fronte al muro contro muro, la «mediazione» proposta ieri pomeriggio in conferenza dei capigruppo dal presidente del senato Marcello Pera e passata a maggioranza. Di fronte all'ostruzionismo dell'opposizione, la Casa berlusconiana (che in mattinata aveva riunito i capigruppo) spingeva perché si andasse subito in aula con il provvedimento aperto (la commissione aveva votato appena sette emendamenti sui circa 320 presentati, 270 dei quali dichiarati ammissibili) e, dunque, senza relatore. Il relatore in questione, il forzista Luigi Grillo, nel primo pomeriggio, nonostante il centrosinistra contestasse duramente lo strappo (proteste liquidate da uno sprezzante Gasparri come «un supplemento di satira»), dava già per scontato che del lavoro della commissione, giudicato alla stregua di una perdita di tempo, si sarebbe fatto tranquillamente a meno, pur di consegnare al Cavaliere la sua legge in tempi utili per salvare Retequattro: «Non ci sono le condizioni per andare avanti», sentenziava Grillo. In ogni caso, la capigruppo avrebbe dovuto fissare un nuovo calendario. E così, i lavori dell'aula (che stava esaminando il nuovo decreto «antenna selvaggia» che permetterà alla Gasparri di non confliggere anche con la sentenza della Consulta sulla materia) vengono sospesi. Alle 17.30 si riuniscono i presidenti dei gruppi con Pera. Un'oretta dopo esce il capogruppo della Margherita, Willer Bordon, e annuncia trafelato che quella che sarà fatta passare per una «mediazione» non è altro che un'inaccettabile forzatura perché «domani il provvedimento sarà incardinato in aula e il voto finale potrebbe arrivare martedì». A altri esponenti dell'opposizione non risulta però che le cose siano effettivamente andate nel modo riferito da Bordon. Che in effetti aveva fatto un po' di confusione. Perché alla vice presidente dei senatori della Quercia, Maria Grazia Pagano, che propone il rinvio argomentando che «in ogni caso si arriverebbe alla prossima settimana, dunque forzare non conviene nemmeno alla maggioranza», Pera risponde appunto con la sua proposta. La forzatura però non è affatto esclusa: martedì, anche se i lavori in commissione non saranno terminati, si andrà comunque in aula, con o senza relatore. E con i tempi contingentati: 9 ore di discussione. Una soluzione che però consente a Pera di non mostrarsi completamente schiacciato sulle esigenze della Casa berlusconiana e alla stessa Casa di avere la certezza che martedì (al massimo mercoledì mattina), la tormentata legge sarà consegnata al «mero proprietario» di Mediaset. Evitando il rischio che il provvedimento si vada a infilare in un calendario fitto che comprende la delega sulla giustizia e la procreazione assistita. La Quercia comunque si assegna un punto («tutti i giornali parlavano di approvazione della legge già oggi», commenta il diessino Antonello Falomi) e i manifestanti che davanti al senato protestano contro la Gasparri e contro la censura accolgono con favore la notizia che la commissione potrà ancora lavorare fino a martedì. Ma la Margherita resta sulle sue posizioni: «Si riduce il parlamento al ruolo di una cassette delle lettere dove arrivano decisioni prese altrove - insiste Bordon - l'attività del parlamento viene regolata in modo improprio perché sono in ballo gli interessi del presidente del consiglio». |
Line 9: | Line 12: |
- calendario principali avvenimenti della/e settimane; | Dal canto suo, Gasparri non si mostra turbato dal nuovo calendario d'aula: «Mi sembra una soluzione ragionevole, anche se il provvedimento fosse stato incardinato in aula domani, si sarebbe arrivati al voto martedì». Cioè il 2 dicembre. Il che significa che se il presidente Ciampi si prendesse tutto il tempo a disposizione prima di firmare la legge (cioè trenta giorni), tutto lo sforzo fatto dai seguaci del premier per consentire a retequattro di rimanere a terra verrebbero vanificati, visto che la sentenza della Consulta fissa il 31 dicembre come termine ultimo per il trasferimento sul satellite. Ovviamente, il governo si aspetta che Ciampi firmi prima. Ma l'atteggiamento del Colle resta un'incognita. All'aventuale schiaffo (il rinvio del provvedimento alle camere), la Cdl potrebbe comunque rispondere con un altro schiaffo. Chiedere al Quirinale di promulgare la legge senza modifiche. E a quel punto Ciampi non potrebbe far altro che firmare. |
Line 11: | Line 14: |
- palinsensto; contributo trasmissioni. | '''2 dicembre "Legge Gasparri, ultimo atto"''' Oggi, al più tardi domattina, il via libera definitivo del senato. Titoli Mediaset in salita. L'opposizione: «La partita non finisce qui». E già si guarda al Quirnale, alla Consulta, all'Europa MICAELA BONGI ROMA ACologno monzese e Arcore per stappare le bottiglie di champagne probabilmente si aspetteranno le mosse del Quirinale. Ma il «mero proprietario» e il presidente di Mediaset, Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, un primo brindisi lo avranno fatto già ieri, quando hanno visto il titolo del gruppo guadagnare un più 2,43 per cento, insieme al più 3,75 registrato da Mondadori. Effetto benefico della legge Gasparri, che oggi, al più tardi domani mattina, otterrà il via libera definitivo dall'aula di palazzo Madama. L'opposizione tenterà di giocare le ultimissime carte. Il Comitato per la libertà e il diritto all'informazione moltiplica le iniziative contro il provvedimento: domani pomeriggio (a legge presumibilmente approvata) a Roma davanti palazzo San Macuto (dove la vigilanza discute il caso Raiot) e poi al Pantheon, ma anche davanti alle sedi Rai di altre città. Nella Casa berlusconiana, però, non è più consentito indugiare su un testo arrivato ormai alla quarta lettura e a ridosso dei termini indicati dalla Consulta per il trasferimento di Retequattro su satellite. |
Line 13: | Line 20: |
data la quantità di eventi/avvenimenti/manifestazioni concentrati in questa e nelle prossime settimane che possono in qualche modo riguardare sia il tipo di informazione che facciamo in radio sia i soggetti ai quali vogliamo dare voce possiamo provare a tenere un calendario interno al quale far corrispondere o meno trasmissioni approfondimenti, aggiornamenti etc...proviamo: venerdì 21 novembre>>>Aversa: Odissea nello spazio (1a parte) |
La commissione lavori pubblici del senato è tornata nuovamente a riunirsi alle 21 di ieri sera, con più di 200 emendamenti ancora da discutere. Ma il presidente Marcello Pera, di fronte alle proteste dell'opposizione che denunciavano la forzatura sui tempi, l'altra settimana era stato chiaro: aveva sì concesso ancora qualche giorno di tempo ai lavori della commissione; aggiungendo però che in ogni caso l'aula avrebbe dovuto votare nella giornata di oggi. Dove, dunque, il testo arriverà «aperto», senza cioè che sia terminato l'esame in commissione e senza relatore. Perché, appunto, Retequattro va salvata entro dicembre. Che poi il ddl, che affida la soluzione a un improbabile miracolo digitale, risponda alla sentenza della Corrte costituzionale, come giura Gasparri, è tutto un altro discorso: per adeguarsi effettivamente alle indicazioni della Corte (che esclude periodi transitori per il passaggio tra analogico e digitale terrestre, il cui completamento è previsto dalla Gasparri nel 2006) il miracolo, infatti, si dovrebbe compiere subito. |
Line 16: | Line 22: |
sabato 22 novembre >>> MANIFESTAZIONE NAZIONALE (ROMA): RECLAMA REDDITO; GUERRA PER NESSUNO REDDITO PER TUTTI!!!!!e altre manifestazioni (lanciate dal FSE di Parigi)in tutta italia contro la guerra permanente e per il ritiro delle truppe dall'Iraq | Questa mattina in apertura di seduta l'opposizione (i cui capigruppo, ieri, hanno inviato a tutti i senatori di maggioranza una copia del libro di Carlo Rognoni Inferno tv, Berlusconi e la legge Gasparri), presenterà le pregiudiziali di costituzionalità. Per la Margherità toccherà a Luigi Zanda, per i Ds a Massimo Villone. Poi, dopo il voto sulle pregiudiziali (che verosimilmente saranno respinte), si passerà alla discussione generale. I tempi concessi da Pera sono comunque strettissimi. Né l'opposizione confida nella votazione a scrutinio segreto (che potrebbe essere concessa dal presidente per una decina di emendamenti): questa volta nella Casa non sono ammesse defezioni. |
Line 18: | Line 24: |
domenica 23 novembre>>> Incontro nazionale sull'antiproibizionismo (roma) Aversa: Odissea nello spazio (2a parte); |
Dal canto suo l'opposizione assicura che la battaglia non terminerà con l'approvazione della legge di Mediaset: «Penso che il cammino di questa legge non si esaurirà con l'approvazione in senato - sostiene ad esempio il senatore diessino Antonello Falomi -. Dopo ci sarà la firma del presidente della repubblica» e, se Ciampi firmerà, arriveranno «i ricorsi di tutti gli interessi colpiti: ci saranno passaggi alla Corte cositituzionale, c'è un esposto della Margherita alla Corte di giustizia europea, c'è il garante della concorrenza e del mercato...». Incalza Paolo Gentiloni, deputato della Margherita: «Da noi arriva un richiamo costante al messaggio di Ciampi sul pluralismo. Un messaggio molto importante che forse è destinato a rimanere l'unico indirizzato al parlamento». |
Line 22: | Line 26: |
lunedì 24novembre | A sollecitare un esplicito appello al capo dello stato perché rispedisca il ddl alle camere è il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio: «La Gasparri è molto peggio delle leggi Cirami e Schifani messe insieme, è un attentato alla democrazia e alla Costituzione», protesta il leader del Sole che ride. E Beppe Giulietti mette in guardia dal rischio di «un conflitto istituzionale senza precedenti». «Questa rischia davvero di essere la legge che lacera i rapporti tra le forze politiche e le istituzioni - incalza il deputato diessino - sarebbe un errore gravissimo trasferire l'eventuale modifica della Gasparri sul tavolo del presidente della repubblica, della Consulta o della Commissione europea». Sulla stessa lunghezza d'onda Marco Rizzo, Pdci: «Se ha un senso il messaggio alle camere del presidente della repubblica, se le sentenze della suprema corte hanno un valore, se i pareri delle autorità indipendenti sono importanti, allora questa legge dovrebbe essere rispedita al mittente». |
Line 24: | Line 28: |
martedì 24 novembre: 'ATTENZIONE STASERA CI DOVREBBE ESSERE UNA ASSEMBLEA DELLA RETE PER DECIDERE EVENTUALI INIZIATIVE PER VENERDI' PER LA CIG...VERIFICARE E CAPIRE COSA POSSIAMO FARE COME RADIOLINA ANCHE PERCHE' AVEVAMO DATO DISPONIBILITA' A GAP PER TENERE LA REGIA' E POI POTREMMO INVENTARE QUALCOSA PER VISIBILITA' DELLA SUPERRADIOLINA' mercoledì 26 novembre: decisione sulla localizzazione della coppa america giovedì 27 novembre: venerdì 28 novembre>>>CIG a Napoli:la presidenza italiana dell'UE consegna la costituzione agli stati membri... sabato 29 novembre>>> Linux Day: CSOA OFF99 Manifestazione nazionale (Bologna e Napoli) in difesa della scuola pubblica, immigrazione, alla quale dovrebbe essere affiancata una manifestazione contro la costituzione europea. In particolare le comunità migranti di Napoli saranno in piazza per contestare le politiche di apartheid poste in essere nella fortezza Europa. domenica 30 novembre === PER LE TRASMISSIONI DI giovedì 27 novembre 2003 === == rassegna stampa == ... == Gradiolina == '''mussolini lascia an''' Alessandra Mussolini ha deciso di lasciare Alleanza Nazionale e di aderire al gruppo misto della Camera. Lo ha annunciato la stessa parlamentare, che ha motivato la sua scelta con il fatto "che è stata sancita una incompatibilità e un pregiudizio non tanto con le mie posizioni politiche, ma con il cognome che porto". Un chiaro riferimento alle prese di posizione del leader del partito Gianfranco Fini durante la visita in Israele. Il leader del partito aveva parlato del fascismo come di "parte del male assoluto", aveva condannato le leggi razziali e soprattutto ha detto "su Mussolini ho cambiato idea", insomma per Fini il dittatore non è più "il più grande statista del secolo". E questo deve aver provocato la ribellione della Mussolini. Alla deputata ha telefonato il capogruppo Gianfranco Anedda e il coordinatore Ignazio La Russa nelk tentativo di evitare una frattura netta fra la nipote del duce e il partito. E la Mussolini non è la sola in An ad opporsi alla scelta di Fini. "C'è un'operazione costruita a tavolino per far venire alla luce chissà quali nostalgie e magari espellerle per purificarsi", ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Storace. "Chi ha fatto questi conti - ha continuato Storace - ha sbagliato. Dopo decenni di guida della destra, prima ai vertici delle organizzazioni giovanili e poi del partito, dobbiamo scoprire che abbiamo sbagliato tutto, che ci siamo macchiato di chissà quale crimine. La scelta della democrazia non l'abbiamo fatta oggi. Provo grande tristezza". '''Londra pronta a respingere la bozza della Costituzione''' Il governo britannico ha fatto sapere che ha intenzione di respingere la bozza italiana della futura Costituzione Europea, perché eliminerebbe la possibilità di veto per i singoli stati sulla politica estera. Un portavoce del Foreign Office, citato dal quotidiano britannico Times, ha dichiarato che la bozza è "inaccettabile", anche se ci saranno altre discussioni venerdì e sabato nel corso del summit dei ministri degli Esteri a Napoli. Per il governo di Londra, l'autonomia in tema di politica estera è una di quelle "linee rosse" sulle quali non intende scendere a compromessi. In particolare, una fonte dell'esecutivo, ha definito "stravagante" l'emendamento che impedisce di fatto agli stati membri di prendere iniziative indipendenti di politica estera. L'iniziativa italiana è destinata a portare i negoziati sulla Costituzione europea "dalla padella alla brace" scrive invece il Times in un altro articolo intitolato "The italian job", dal film degli anni '70 "Colpo all'italiana". Gli italiani sono promossi "a pieni voti per l'audacia" dimostratata nella bozza della futura Costituzione europea, scrive il giornale. "Non è chiaro se la nuova versione sia una temeraria mossa di apertura, calcolata per dare a tutti i politici la possibilità di dichiarare eventualmente vittoria, oppure un tentativo avventato da parte di quelli che vogliono un'Europa federale di inserire ulteriori misure integrazioniste dell'ultima ora", scrive il quotidiano del magnate australiano Rupert Murdoch. In ogni caso il governo britannico dovrà combattere duramente per "difendere il suo punto di vista" e adesso "sembra inevitabile che non verrà raggiunto un accordo" durante il summit dell'Unione del prossimo 11-12 dicembre. '''Finanziaria: antitrust boccia provvedimento sulle calamita''' In una segnalazione inviata al Parlamento, l'Autorità sostiene "che la soluzione prescelta con la disposizione in esame generi un assetto ibrido del settore che potrebbe compromettere l'esplicarsi della concorrenza a danno dei consumatori e del benessere complessivo". Già nei giorni scorsi all'interno della maggioranza di governo erano emerse voci critiche rispetto alla polizza anti-calamità introdotta in finanziaria al Senato. Contrarie Forza Italia e Udc, lo stesso relatore, in commssione, si era detto "molto critico". '''milano, allarme bomba ma la l'origno nn si trova''' Due telefonate anonime hanno segnalato la presenza di un ordigno nella sede del comando della polizia municipale di piazza Beccaria, alle spalle di corso Vittorio Emanuele, nella zona centrale di Milano. E' scattato il piano di evacuazione ma i primi controlli non sembrano aver rintracciato alcun ordigno. "Abbiamo messo una bomba nel vostro comando", ha detto un anonimo al centralino dei vigili urbani. Un'altra telefonata, che avvisava della presenza di un ordigno nel comando dei vigili, è arrivata al Corriere della Sera. '''IN ITALIA TRE MILIONI E MEZZO DI LAVORATORI IRREGOLARI''' In Italia 3 milioni e mezzo di lavoratori sono irregolari: il dato, riferito al 2001, rappresenta il 15,0% del totale dell'occupazione, un livello piu' elevato di quello del 1995 che aveva fatto registrare un piu' contenuto 14,5%. Il fenomeno risulta particolarmente diffuso nel Mezzogiorno dove e' irregolare il 23,0% degli occupati (1,5 milioni), a fronte dell'11,9% del Centro Nord. E punte record si segnalano in Calabria dove un lavoratore su tre non ha un contratto regolare (29,5% del totale), seguita da Sicilia (24,2%), Basilicata (20,7%) e Sardegna (20,2%). Le regioni piu' virtuose sono invece Friuli Venezia Giulia (9,5%), Piemonte (10,3%) e Veneto (10,7%). E' quanto emerge da uno studio elaborato dalla Svimez sulla diffusione del sommerso nei contesti economici territoriali. A livello settoriale, il lavoro non regolare e' concentrato nel settore dei servizi (2,6 milioni di lavoratori), in particolare nel settore del commercio, pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni. In termini di tasso di irregolarita' (quota delle unita' di lavoro irregolari sul totale delle unita' di lavoro del settore), il valore piu' elevato si registra tuttavia in agricoltura (32%), seguita dai servizi (16,5%) e dalle costruzioni (16,4%). Meno rilevante la quota di irregolarita' nell'industria in senso stretto (5,7%). Ma, al di la' della quantificazione del fenomeno del sommerso, l'analisi della Svimez mette in luce che occorre distinguere fra un sommerso "di convenienza" e uno "di necessita'". In altre parole, "esiste uno zoccolo duro di economia sommersa destinato a rimanere tale per l'intreccio di situazioni caratterizzate da imprese di piccole dimensioni, a bassa redditivita', che operano nei settori tradizionali all'interno di filiere di sub-fornitura, per lo piu' localizzate in aree del Mezzogiorno caratterizzate da un tasso elevato di disoccupazione". Contro questo tipo di sommerso, insomma, non c'e' niente da fare. Palestina In Medio Oriente, ancora morte nella striscia di Gaza: tre palestinesi, tra i quali un bambino, sono stati uccisi dai militari israeliani. Due uomini sono stati uccisi al tramonto verso la strada di Kissoufim, che conduce al blocco delle colonie israeliane di Gush Katif, nel sud della Striscia di Gaza. L'esercito aveva sostenuto in un primo tempo che gli uomini fossero armati. Poi nella mattinata l'esercito israeliano ammette di aver ucciso per sbaglio tre palestinesi che transitavano la scorsa notte nelle vicinanze del valico di Kissufim, fra la striscia di Gaza ed Israele. Secondo la radio militare, al termine di un sopralluogo e' infatti emerso che i tre non erano armati e non progettavano alcun attentato. I soldati - ha spiegato l' emittente - hanno aperto il fuoco perche' in precedenza nella stessa zona era stato notato un commando palestinese, che era poi scomparso alla vista dei militari. Poco prima, sempre nella Striscia di Gaza, soldati israeliani hanno sparato verso un quartiere palestinese della citta' di Rafah, uccidendo un bambino di nove anni che giocava danti alla sua casa, secondo quanto riferiscono fonti palestinesi. Palestina due Mentre slitta l'incontro fra il premier israeliano Sharon e quello palestinese Abu Ala, oggi, una rappresentanza israeliana incontrerá a Londra una delegazione palestinese per colloqui molto riservati. Sharon e Abu Ala si vedranno probabilmente solo la prossima settimana, in attesa della visita del sottosegretario di Stato americano al Mo William Burns. E Colin Powell, segretario di Stato americano, ha invitato a Washington il palestinese Sari Nusseibeh e l' israeliano Ami Ayalon, promotori di un piano di pace denominato " la voce del popolo ". La petizione a questo piano di pace e' stata firmata finora da 116mila israeliani e 65mila palestinesi. Intanto, è stato confermato che, il 15 e il 16 dicembre, si terrà a Roma la Conferenza internazionale dei donatori per la Palestina. L'Italia ha invitato a prendervi parte anche Israele. Palestina tre Ma il vice ministro della Difesa israeliano denuncia ai microfoni della radio dell'esercito come il suo governo stia ormai sistematicamente legalizzando gli insediamenti ebraici sorti illegalmente in Cisgiordania negli ultimi cinque anni. Una pratica di indirizzo opposto rispetto a quanto previsto dal piano di pace proposto dal Quartetto e inserito in una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che lo ha indicato come strada da seguire. La Road Map prevede il congelamento degli insediamenti esistenti nel 1998 e lo smantellamento di quelli sorti successivamente. "Ci sono decine di insediamenti llegali nati negli ultimi tre anni. Non si tratta di un segreto. Sto dicendo che alcuni di questi sono ormai piccole cittadine e che il processo di legalizzazione sta per essere portato a termine", ha dichiarato Zeev Boim. '''israele''' Concessioni territoriali significative sono inevitabili per Israele nel negoziato di pace con i palestinesi. A dirlo è il premier israeliano Ariel Sharon, che ricorda: "Già in passato ho parlato della necessità di concessioni dolorose. E' chiaro che in futuro non resteremo là dove siamo ora". Le dichiarazioni di Sharon alla stampa arrivano a poche ore da quelle di altre fonti ufficiali del governo israeliano, che danno per imminente la definitiva legalizzazione di nuovi insediamenti di coloni in Cisgiordania, in violazione della Raodmap del Quartetto USA Russia, ONU, Ue. Lo stesso premier, peraltro, ha dichiarato che il suo governo non bloccherà la costruzione del Muro di difesa in Cisgiordania, poiché resta "vitale per la sicurezza dello Stato. La conclusione del progetto è di mia responsabilità", ha detto Sharon. "Se i palestinesi - ha continuato - non avessero lanciato un'ondata di terrorismo è probabile che non sarebbe stata necessaria la costruzione della barriera. Oggi noi acceleriamo la costruzione della barriera e non smetteremo perché è essenziale per la sicurezza dello stato e questa è la mia responsabilità". Prima ancora Sharon aveva detto: "Ci sono limiti alla nostra pazienza ed è probabile che mi convinca che non abbia più senso attendere ancora un nuovo premier palestinese e che compia passi unilaterali". Quanto agli accordi di Ginevra, per Sharon "sono il tentativo di fare qualcosa che solo un governo può fare: solo un governo - ha rimarcato il premier israeliano - può condurre negoziati politici e firmare un accordo. E' un'iniziativa dannosa e imbarazzante per Israele. Ed è un errore - ha aggiunto- dar vita a un simile spettacolo, mettendo nello stesso tempo a repentaglio un programma che è l'unico che può dare una soluzione", la Roadmap. '''Iraq''' Gli Stati Uniti non intendono presentare al Consiglio di sicurezza dell'Onu una nuova bozza di risoluzione in cui vengano sanciti i tempi della transizione di poteri in Iraq cosi' come concordati dall'Autorita' di Paul Bremer insieme al Consiglio governativo iracheno. Washington teme infatti che Francia, Germania e Russia possano riproporre la richiesta di affidare un maggior ruolo alla comunita' e alle istituzioni internazionali nella fase di transizione, secondo quanto rende noto il Washington Post. Fonti dell'Amministrazione Bush assicurano quindi che fino al prossimo mese di marzo non verra' presentata alcuna nuova proposta all'Onu '''Iraq due''' E' tornata a Tokyo la missione giapponese che ha operato un sopralluogo in Iraq per accertare se la situazione è sufficientemente stabile da permettere al Giappone di inviare truppe per contribuire all'impegno americano di ricostruzione del Paese. Il principale portavoce di Junichiro Koizumi ha detto che il governo deciderà l'invio dei soldati sulla base del rapporto della missione, che secondo i media riferirebbe che le condizioni sono accettabili. "Terremo conto del rapporto e prenderemo una decisione" ha detto Yasuo Fukuda, capo di gabinetto di Koizumi. "Se la situazione lo consente, invieremo truppe al più presto possibile. Entro l'anno, se possibile" Contro la guerra Il poeta britannico Benjamin Zephaniah ha rifiutato l'onorificenza conferitagli dalla regina Elisabetta II per meriti letterari. Zephaniah, nato a Birmingham ma di origini africane e convertitosi alla cultura 'rasta' dopo un soggiorno in Giamaica, ha motivato il suo gesto come protesta contro la recente guerra in Iraq, cui il Regno Unito ha preso direttamente parte al fianco degli Usa, e contro anni e anni di "brutalita' e sofferenze" inflitte ai propri antenati dai loro "padroni bianchi" sotto l'Impero Britannico. E appunto l'Ordine dell'Impero Britannico, l era l'onorificenza per la quale Zephaniah era stato selezionato, in riconoscimento dei servigi resi alla patria nel campo della letteratura. Lui pero' non ne ha voluto sapere, e ha respinto lo stesso invito a partecipare alla cerimonia di consegna che si terrà oggi. '''Grecia''' Sono stati liberati oggi pomeriggio alle quatro i "7 di Salonicco", i compagni incarcerati nelle prigioni greche dal giugno del 2003, dopo il vertice di salonicco. Ci sono volute decine di giorni di sciopero della fame (tale da farli ricoverare in ospedale in pericolo di vita) e le continue mobilitazioni in grecia e in spagna per arrivare finalmente a questo risultato. La sentenza di scarcerazione prevede l'espulsione immediata per i 4 non greci, mentre stabilisce il divieto di espatrio per i greci: per tutti la misura sarà valida fino al processo Precedentemente, un procuratore pubblico aveva ordinato l'alimentazione obbligatoria per i 5 in sciopero dellla fame. Nell'ultima settimana, il movimento di solidarietà in Grecia aveva esercitato una grande pressione sul governo, con occupazioni,manifestazioni, e contro-informazione. Anche i membri del parlamento avevano cominciato a chiederne il rilascio. Proprio oggi Amnesty International ha scritto al ministro dell'interno greco, Costas Skandalidis, per chiedere un'inchiesta indipendente sui maltrattamenti contro i no global arrestati . L'organizzazione per i diritti umani chiede che si indaghi anche sulla presunta fabbricazione di prove contro uno di loro, il britannico Simon Chapman. Oggi inoltre è stata diffusa una nuova foto che mostra l'innocenza di Simon Chapman e il complotto ordito dalla polizia ai suoi danni Unione europea Si complica il cammino della Conferenza ?InterGovernativa che dovrebbe aprire la strada all'approvazione della nuova Costituzione Europea. Un portavoce del governo di Londra, citato dalla Bbc, anticipa che la Gran Bretagna rifiuterà la bozza proposta dall'Italia. Inaccettabile, per Londra, la proposta di abolire il diritto di veto degli stati membri sulle questioni di politica estera. Nella sua forma attuale, dice alla Bbc un portavoce del Foreign Office, la bozza italiana verrà rifiutata da Londra anche se resterà comunque la base per la discussione della conferenza di Napoli. Un'altra fonte autorevole del governo britannico, ribadendo che sul tema del veto in politica estera Londra non è disposta a trattare, ha anche aggiunto che l'adozione di una nuova costituzione Ue resta un obbiettivo "auspicabile" ma "non indispensabile" Venezuela Il Movimento Quinta Repubblica (Mvr) del presidente Hugo Chávez ha annunciato di aver raccolto 4 milioni 234mila 776 firme durante i quattro giorni previsti per chiedere la convocazione dei referendum revocatori dei mandati di 38 parlamentari dellopposizione. Servirà almeno un mese prima che il Consiglio nazionale elettorale (Cne) si pronunci sulla validità delle firme raccolte e sul loro numero finale. Ciò nonostante, Ismael García, il coordinatore del comitato elettorale del Mvr si è detto sicuro del risultato finale e ha definito la raccolta di firme "Un successo". Del parere contrario i rappresentanti dellopposizione del Coordinamento democratico, secondo cui la maggioranza non sarebbe riuscita a ottenere il numero minimo di firme per richiedere la convocazione dei referendum revocatori. Domani, 28 novembre, lopposizione potrà cominciare a raccogliere le firme per chiedere la convocazione dei referendum per la rimozione del presidente Chávez, oltre che di deputati e amministratori locali. Kenia Certamente piu' di 100 morti, probabilmente oltre 200, e comunque 600 dispersi: e' questo il primo bilancio di una tragedia avvenuta martedi' sera (ma le prime frammentarie notizie sono iniziate ad arrivare solo nella tarda serata di ieri) sul lago Many Ndombe, nella Repubblica Democratica del Congo, a circa 400 km a nord est della capitale Kinshasa. Ne da' notizia, tra gli altri, la Bbc on line. Non e' ancora chiaro cosa sia successo. Testimonianze raccolte sul posto parlano di un traghetto affondato a causa del violento maltempo; ma fonti ufficiali congolesi affermano altresi' che si e' trattato di una collisione tra due traghetti. Per quanto riguarda il bilancio, Medici senza Frontiere - unica Ong che abbia una rappresentanza nell'area - ha dichiarato ieri sera che erano stati recuperati 118 corpi privi di vita. Ma il ministro della Sanita' congolese, Vanjii Sitolo ha annunciato che ci sono almeno 200 morti, e 600 dispersi. Sempre in Congo, ma ieri, un'altra tragedia anch'essa per ora di portata incerta: un treno e' deragliato, precipitando in parte in un fiume vicino alla citta' di Matadi, nell'ovest del paese. Un primo bilancio parla di almeno un morto (il macchinista del treno) e una decina di dispersi. Difficili le operazioni di ricerca, anche perche' occorrera' rimuovere le vetture precipitate. Migranti Sono stati tratti in salvo soltanto poco dopo le tre di questa notte, gli otto migranti naufragati nel tardo pomeriggio di ieri davanti alla scogliera Punta tre pietre di Pantelleria. Gli uomini, tutti di nazionalita' tunisina, si sono aggrappati alla parete rocciosa, alta quasi 50 metri, per non finire in acqua. Per portarli in salvo e' stato necessario l'intervento degli speleologi del Corpo nazionale di Soccorso alpino del Cai e di due rocciatori dell'Aeronautica militare. I soccoritori sono arrivati sul posto soltanto poco prima della mezzanotte, ma il vento e il buio, hanno reso difficile il soccorso. Nel frattempo, sono stati calati viveri e coperte, ma anche tute per fare riscaldare i tunisini ormai infreddoliti e impauriti. Ci sono volute quasi quattro ore per riuscire a raggiungere gli otto migranti. |
Ma, al di là degli auspici e degli appelli più o meno espliciti, l'atteggiamento che assumerà il Quirinale resta un incognita. Il tam-tam su un rinvio alle camere del testo da parte di Ciampi (al quale la Cdl sarebbe pronta a rispondere con la richiesta di promulgare comunque la legge) si è fatto sentire anche nelle ultime ore. Ma in realtà questa ipotesi in ambienti dell'Ulivo viene ritenuta altamente improbabile. |
Line 134: | Line 33: |
== Spazio comunicazione indipendente gio 27.11 == | |
Line 136: | Line 34: |
'''7 di salonicco liberi''' | |
Line 138: | Line 35: |
http://www.italy.indymedia.org/features/ctrl_alt/#1061 | |
Line 140: | Line 36: |
'''easy london ''' | ===== Spazio Indy 01 12 03 ===== |
Line 142: | Line 38: |
http://italy.indymedia.org/features/antifa/#1110 | '''Un anarchico italiano''' |
Line 144: | Line 40: |
'''il processo sui 26 resta a genova''' http://italy.indymedia.org/news/2003/11/431429.php |
Il 5, 6 e 7 dicembre 2003 compagni provenienti dall'Italia e dall'estero si riuniranno a Napoli per cercare di raccontare e capire la figura di Errico Malatesta, un uomo dotato di qualità apparentemente contrastanti. L'uomo della comprensione e dell'apertura all'altrui punto di vista, ma anche colui che, per fermezza di convincimenti e chiarezza di idee,divenne ed è a tutt'oggi punto di riferimento dell'anarchismo italiano ed internazionale. |
Line 147: | Line 42: |
'''prime info sul wsis ''' http://www.italy.indymedia.org/features/roma/#1118 |
E' stato uno dei rivoluzionari più famosi del suo tempo, simbolo di libertà per tutte le componenti del movimento operaio italiano. Dal dopoguerra c'è stato un tentativo di cancellarlo dalla memoria storica, insieme a tutto ciò che ha rappresentato e continua a rappresentare. Questo convegno è un'occasione non solo per chi condivida le idee e gli obiettivi di Malatesta, ma anche per tutti coloro che desiderano confrontarsi con la storia non ufficiale. |
Line 150: | Line 45: |
'''ricordando la manifestazione di sabato''' - a propoposito della scuola pubblica http://italy.indymedia.org/news/2003/11/415791.php |
---------------------------------------------------- |
Line 153: | Line 47: |
'''guarderei anche questo..se non altro per l'autore...manifestazione studentesca/disobb oggi a napoli''' http://italy.indymedia.org/news/2003/11/431497.php |
'''Cop 9''' |
Line 156: | Line 49: |
== Spazio Comunicazione Indypendente lune 24.11 == | In Italia le emissioni di anidride carbonica uno dei principali gas serra e responsabile del riscaldamento globale, dovevano scendere ai livelli del 1990. E invece sono salite del 7,3%. Proprio in Italia, a Milano, si apre dall'1 al 12 dicembre la Cop 9 (Conference of parties), il summit mondiale sul clima e i cambiamenti climatici. Dovrebbe servire a far definitivamente partire il protocollo di Kyoto, un accordo varato nel 1997, che doveva portare i Governi di tutto il mondo a mettere in pratica la Convenzione sui cambiamenti climatici (1992) e ad arrestare la produzione dei gas che alterano e amplificano l'effetto serra, ai livelli di tredici anni fa. 84 Paesi hanno firmato, 62 hanno ratificato ma è ancora tutto fermo: non è il numero che conta, ma chi produce le emissione inquinanti. Gli Usa, che producono 5 mila tonnellate di Co2 all'anno, contro le mille dell'India, non firmano. Non è una questione ambientale. E' in gioco la gestione della risorsa più preziosa per l'economia liberista, ovvero il petrolio, e qui, più che altrove si decidono equilibri politici nazionali e internazionali. La discussione, si concentrerà sull'applicazione dei meccanismi flessibili per la riduzione e per il commercio delle emissioni, sulle sanzioni da applicare, sull'utilità dei bacini di assorbimento del carbonio, che potrebbero prevedere l' uso di alberi geneticamente modificati. Si anche parlerà del ruolo della Banca Mondiale nella gestione finanziaria del Protocollo. Sarà tutto inutile se la Russia, deciderà di subire le pressioni americane, e non accetterà di firmare, con il supporto di Cina e India, il Mandato di Milano, che si prevede venga ratificato in questi giorni. Sono previste manifestazioni per ribadire che l'atmosfera è un bene collettivo dei popoli della terra, il petrolio e l'economia neoliberista la stanno distruggendo. Per ricordare che è necessario spezzare la dipendenza dai combustibili fossili, il controllo dei quali è il motivo scatenante ultime guerre che hanno segnato il pianeta. |
Line 158: | Line 54: |
''ATTENZIONE QUESTO NON è STATO ANCORA ARCHIVIATO PER SEMPLIFICARE LA VITA A CHI FARA' LO SPAZIO INDY GIOVEDì...'' | |
Line 160: | Line 55: |
bozza indyspazio per lunedi': | --------------------------------------------------- |
Line 162: | Line 57: |
'''1) nazionale''' -mani reddito: http://italy.indymedia.org/features/roma/#1095 -gimmi ai domiciliari: ftr gimmi+ evtl audio ondarossa http://italy.indymedia.org/ http://italy.indymedia.org/news/2003/11/429507.php |
'''Argentina''' |
Line 169: | Line 59: |
-media under attack: http://italy.indymedia.org/features/media/#1078 | Nella mattinata di martedì 25 novembre la polizia ha attaccato violentemente il Movimiento de Trabajadores Desocupados di Neuquén, che si trovava in assemblea per contrastare il sistema di pagamento dei salari, quello delle schede magnetiche prepagate, utilizzabili solo nei negozi abilitati e per il pagamento di servizi. Per piu' di tre ore la polizia ha represso con pallottole di gomma, di piombo e con lacrimogeni i piqueteros e i cittadini del quartiere, che hanno cercato di resistere con pietre e barricate. Il bilancio: 19 persone ferite e soccorse in ospedale, tra cui cinque colpite da pallottole di piombo, e l'arresto di Pepe, uno studente lavoratore della fabbrica della Zanon, che, dopo essere stato colpito da oltre 60 pallottole di gomma è rimasto in gravi condizioni all'interno di un commissariato di polizia per diverse ore. Per le mancate cure e a causa della gravita' della ferita, Pepe ha perso l'occhio sinistro. Dopo Salta e Jujuy, ora Neuquén: i governatori provinciali, con la complicità del governo nazionale, continuano a reprimere i movimenti sociali attraverso la violenza della polizia e le politiche affamatrici. Il cosiddetto "effetto k ", che con il nuovo presidente Kirchner avrebbe dovuto portare alla rinuncia definitiva della criminalizzazione della protesta, ha invece generato l'ennesima violenta azione repressiva ai danni di chi lotta per una vera "trasformazione sociale". |
Line 171: | Line 62: |
'''2) internazionale''' | --------------------------------------------------- |
Line 173: | Line 64: |
ftaa: http://italy.indymedia.org/archives/display_by_id.php?feature_id=1104 | '''Macello''' |
Line 175: | Line 66: |
ALCA: LIBERO COMMERCIO IMPOSTO . di Aldo Zanchetta L Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA) è uno degli obiettivi del governo statunitense per portare a termine la conquista neocoloniale dellAmerica Latina: un vecchio sogno che ha attraversato la politica estera degli Stati Uniti degli ultimi cento anni, sviluppata e progredita nel tempo ma ancora incompiuta. Il progetto dellALCA sta mettendo in cantiere un altro pezzo decisivo di questo programma: un unico grande mercato dall Alaska alla Terra del Fuoco. Secondo James Petras, uno degli intellettuali più critici della politica statunitense, "lALCA è una continuazione necessaria del libero mercato perché stabilisce una base istituzionale legale e formale per il totale assorbimento da parte degli Stati Uniti delle risorse, dei patrimoni, dei mercati, del commercio e delle imprese latinoamericane. La decade dal 1990 al 2000 è stata il periodo doro per il saccheggio europeo e americano del subcontinente latinoamericano. Se il meccanismo del debito estero è stata la idrovora (definizione di Darcy Ribeiro già negli anni 70) che ha pompato denaro dallAmerica Latina e da altri continenti, al nord i trattati bilaterali di libero commercio sono stati successivamente lo strumento per consentire alle multinazionali di liberarsi dai vincoli legislativi nel loro tentativo di predominio dei mercati di questi paesi, mentre i trattati sugli investimenti sono stati lo strumento per la protezione oltre misura degli investimenti. Il primo grande trattato commerciale degli Stati Uniti nel continente è stato il NAFTA, cioè il trattato di libero commercio fra Canada, Stati Uniti e Messico, siglato nel 1994. LUnione Europea ha risposto con il cosiddetto Accordo Globale con il Messico, entrato in vigore a metà del 2000 e con i trattati bilaterali sugli investimenti siglati fra Messico e singoli paesi dell UE nei due anni successivi. Vantaggi comprati Nella decade ricordata, investitori del Nord (degli Stati Uniti e dell Unione Europea con la Spagna in pole-position) hanno "comprato" oltre 4.000 imprese latinoamericane, dai trasporti alle banche, dalle società di telecomunicazione alle imprese minerarie e petrolifere. Questi acquisti hanno però lasciato ancora spazio allesistenza di imprese private latinoamericane ed ora il progetto di un unico enorme libero mercato di quasi un miliardo di persone consentirebbe alle imprese nordamericane di conquistare un vantaggio decisivo rispetto alla concorrenza europea e faciliterebbe ulteriori acquisizioni. Oggi è evidente che leconomia neoliberista sia entrata in un periodo di grave crisi e solo assicurandosi il predominio su questo grande mercato di possibili compratori (almeno la componente ricca di questo mercato) nonché il controllo diretto delle materie prime esistenti nellarea ed il patrimonio biologico in particolare, il sistema economico statunitense può ricevere la boccata di ossigeno necessaria per sperare di superare la crisi. Ma un terzo fattore non è meno importante: la possibile delocalizzazione di importanti produzioni in zone con mano dopera a basso costo per competere con i mercati del lavoro asiatici. DallAMI allALCA La posta in gioco per gli Stati Uniti è enorme: di qui il progetto dellALCA che vide ufficialmente la luce con il vertice a Miami di 34 paesi nel dicembre 1994, dove si stabilì un percorso che avrebbe portato allentrata in vigore del trattato il 1° gennaio del 2005. Il piano di lavoro includeva riunioni periodiche dei capi di governo e, più frequentemente, dei ministri del commercio, oltre a 12 gruppi di lavoro su vari aspetti della collaborazione ad ampio raggio. La Dichiarazione di San Josè del marzo 98 dei Ministri del Commercio dette un impulso decisivo alle trattative costituendo la base degli accordi approvati poi nella riunione dei Capi di Stato e di governo di Santiago del Cile dellaprile 98. Con questa dichiarazione si definiva il contenuto delle trattative: partendo dagli accordi commerciali contemplati dalla Organizzazione Mondiale del Commercio, si andava oltre gli stessi recuperando le clausole AMI (laccordo multilaterale sugli investimenti) bocciate a Seattle e relative alla protezione degli investimenti, alla libera concorrenza nei servizi e alla protezione della proprietà intellettuale. Pertanto lAccordo assumerebbe anche una dimensione economica più ampia di quella commerciale. Se allinizio della negoziazione i 34 paesi (Cuba esclusa in quanto "paese non democratico") sembravano allineati disciplinatamente con le proposte statunitensi, le cose oggi non sono più così tranquille. Governi di sinistra o centro-sinistra con venature nazionaliste sono oggi al potere in Brasile, Venezuela, Ecuador mentre la situazione argentina provoca non pochi grattacapi. La stessa Federazione degli Industriali di San Paolo, la più importante di tutta lAmerica Latina, ha pubblicato le stime del danno che deriverebbe alle industrie paulistane a favore di quelle statunitensi: oltre 1.000 miliardi di dollari lanno. La resistenza si organizza Daltra parte la resistenza popolare al progetto si è andata estendendo e consolidando specialmente grazie a due reti che hanno collegato fra loro decine di organizzazioni di base, ONG come sindacati, contadini come comunità indigene. Si tratta della Alianza Social Continental e della COMPA (Asamblea Continental de la Convergencia de Movimientos de los Pueblos de las Americas) che hanno tenuto i loro ultimi incontri a LAvana nei mesi scorsi e che hanno dato vita ad un plebiscito continentale sul quesito "si o no allALCA?". Come si vede, il cammino che il governo degli Stati Uniti ha cercato di consolidare attraverso il Plan Puebla Panama, formalmente messicano ma ispirato da Washington, e attraverso il Plan Colombia -- ma anche con lestensione della presenza militare temporanea (esercitazioni congiunte) o permanente (basi militari)--, si va complicando, mentre l Europa assiste e talora sostiene inspiegabilmente lazione statunitense che renderà più difficile la propria concorrenza nell area. LEuropa resta a guardare Lultimo vertice dei 34 paesi si è tenuto recentemente a Quito, ma non è stato conclusivo del percorso come era da tempo programmato. Lassunzione della presidenza del Brasile da parte di Lula a Gennaio ci dirà se il progetto potrà proseguire sostanzialmente inalterato o dovrà essere rinegoziato. Mentre l Europa resta a guardare, incapace di esprimere politiche alternative a quelle di un neocolonialismo liberista imperniato sul debito e sui trattati di libero commercio ineguali fra i contraenti. |
---------------------------------------------------- |
Line 190: | Line 68: |
'''3) locale''' | '''Boicotta Easy London''' |
Line 192: | Line 70: |
aversa:tana occupata e sgomberata http://italy.indymedia.org/features/napoli/ + allaccio con vari sgomberi http://italy.indymedia.org/features/ctrl_alt/ + allaccio con occupa monza http://italy.indymedia.org/features/lombardia/#1081 |
--------------------------------------------------- |
Line 196: | Line 72: |
''' 4) capodanno''' appuntamento per odio il carcere http://italy.indymedia.org/features/roma/ http://www.ecn.org/latorre/odio_carcere.htm |
|
Line 201: | Line 73: |
'''6) appuntamento convegno malatesta''' http://italy.indymedia.org/features/napoli/#1086 |
=== Spazio Indy Gio 4.12 === |
Line 204: | Line 75: |
'''5) approfondimento''' scanzano: si' rema, e appunatamento per approfondimento giovedi' prox, ore 16 http://italy.indymedia.org/features/eco/#1111 |
'''Milano in tilt (aggiornamenti su commenti e conseguenze legali''' http://www.italy.indymedia.org/features/lombardia/#bottom '''Cop 9''' http://www.italy.indymedia.org/features/eco/#1130 '''Monza sgomberata ''' (e daje...ma sviluppare un dibattito sulle possibilita'/modalita' di occupare?) menzionare anke sgombero crash e altri sgomberi in quest'autunno http://www.italy.indymedia.org/features/lombardia/#bottom ---------------------------------- '''APPUNTAMENTI ''' Cop 9 Nola CM: venerdi' 5 dicembre ore 19:00 museo etnomusicale i gigli di nola via san felice 43 - nola ACCORRETE NUMEROSI!!!!!!!!!!!!!! 28 Dec Trapani 31 Dec Rebibbia |
IL "SUOPOLIO" DI GASPARRI
dal il Manifesto
27 novembre --> "Martedì il giorno del «suopolio»"
Dopo una giornata di scontro sui tempi per la discussione della legge di Mediaset, passa la proposta del presidente del senato Pera: la commissione potrà continuare a lavorare, ma anche se non avrà finito in aula si andrà comunque martedì. E si dovrà votare. Gasparri: «Nessun problema, la firma di Ciampi può arrivare anche prima dei trenta giorni a disposizione» MICAELA BONGI ROMA Ancora qualche giorno in commissione lavori pubblici. E poi, martedì prossimo, la legge Gasparri approderà in ogni caso nell'aula di palazzo Madama per essere approvata definitivamente il giorno stesso. E' questa, di fronte al muro contro muro, la «mediazione» proposta ieri pomeriggio in conferenza dei capigruppo dal presidente del senato Marcello Pera e passata a maggioranza. Di fronte all'ostruzionismo dell'opposizione, la Casa berlusconiana (che in mattinata aveva riunito i capigruppo) spingeva perché si andasse subito in aula con il provvedimento aperto (la commissione aveva votato appena sette emendamenti sui circa 320 presentati, 270 dei quali dichiarati ammissibili) e, dunque, senza relatore. Il relatore in questione, il forzista Luigi Grillo, nel primo pomeriggio, nonostante il centrosinistra contestasse duramente lo strappo (proteste liquidate da uno sprezzante Gasparri come «un supplemento di satira»), dava già per scontato che del lavoro della commissione, giudicato alla stregua di una perdita di tempo, si sarebbe fatto tranquillamente a meno, pur di consegnare al Cavaliere la sua legge in tempi utili per salvare Retequattro: «Non ci sono le condizioni per andare avanti», sentenziava Grillo. In ogni caso, la capigruppo avrebbe dovuto fissare un nuovo calendario. E così, i lavori dell'aula (che stava esaminando il nuovo decreto «antenna selvaggia» che permetterà alla Gasparri di non confliggere anche con la sentenza della Consulta sulla materia) vengono sospesi. Alle 17.30 si riuniscono i presidenti dei gruppi con Pera. Un'oretta dopo esce il capogruppo della Margherita, Willer Bordon, e annuncia trafelato che quella che sarà fatta passare per una «mediazione» non è altro che un'inaccettabile forzatura perché «domani il provvedimento sarà incardinato in aula e il voto finale potrebbe arrivare martedì». A altri esponenti dell'opposizione non risulta però che le cose siano effettivamente andate nel modo riferito da Bordon. Che in effetti aveva fatto un po' di confusione. Perché alla vice presidente dei senatori della Quercia, Maria Grazia Pagano, che propone il rinvio argomentando che «in ogni caso si arriverebbe alla prossima settimana, dunque forzare non conviene nemmeno alla maggioranza», Pera risponde appunto con la sua proposta. La forzatura però non è affatto esclusa: martedì, anche se i lavori in commissione non saranno terminati, si andrà comunque in aula, con o senza relatore. E con i tempi contingentati: 9 ore di discussione. Una soluzione che però consente a Pera di non mostrarsi completamente schiacciato sulle esigenze della Casa berlusconiana e alla stessa Casa di avere la certezza che martedì (al massimo mercoledì mattina), la tormentata legge sarà consegnata al «mero proprietario» di Mediaset. Evitando il rischio che il provvedimento si vada a infilare in un calendario fitto che comprende la delega sulla giustizia e la procreazione assistita. La Quercia comunque si assegna un punto («tutti i giornali parlavano di approvazione della legge già oggi», commenta il diessino Antonello Falomi) e i manifestanti che davanti al senato protestano contro la Gasparri e contro la censura accolgono con favore la notizia che la commissione potrà ancora lavorare fino a martedì. Ma la Margherita resta sulle sue posizioni: «Si riduce il parlamento al ruolo di una cassette delle lettere dove arrivano decisioni prese altrove - insiste Bordon - l'attività del parlamento viene regolata in modo improprio perché sono in ballo gli interessi del presidente del consiglio».
Dal canto suo, Gasparri non si mostra turbato dal nuovo calendario d'aula: «Mi sembra una soluzione ragionevole, anche se il provvedimento fosse stato incardinato in aula domani, si sarebbe arrivati al voto martedì». Cioè il 2 dicembre. Il che significa che se il presidente Ciampi si prendesse tutto il tempo a disposizione prima di firmare la legge (cioè trenta giorni), tutto lo sforzo fatto dai seguaci del premier per consentire a retequattro di rimanere a terra verrebbero vanificati, visto che la sentenza della Consulta fissa il 31 dicembre come termine ultimo per il trasferimento sul satellite. Ovviamente, il governo si aspetta che Ciampi firmi prima. Ma l'atteggiamento del Colle resta un'incognita. All'aventuale schiaffo (il rinvio del provvedimento alle camere), la Cdl potrebbe comunque rispondere con un altro schiaffo. Chiedere al Quirinale di promulgare la legge senza modifiche. E a quel punto Ciampi non potrebbe far altro che firmare.
2 dicembre "Legge Gasparri, ultimo atto" Oggi, al più tardi domattina, il via libera definitivo del senato. Titoli Mediaset in salita. L'opposizione: «La partita non finisce qui». E già si guarda al Quirnale, alla Consulta, all'Europa MICAELA BONGI ROMA ACologno monzese e Arcore per stappare le bottiglie di champagne probabilmente si aspetteranno le mosse del Quirinale. Ma il «mero proprietario» e il presidente di Mediaset, Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, un primo brindisi lo avranno fatto già ieri, quando hanno visto il titolo del gruppo guadagnare un più 2,43 per cento, insieme al più 3,75 registrato da Mondadori. Effetto benefico della legge Gasparri, che oggi, al più tardi domani mattina, otterrà il via libera definitivo dall'aula di palazzo Madama. L'opposizione tenterà di giocare le ultimissime carte. Il Comitato per la libertà e il diritto all'informazione moltiplica le iniziative contro il provvedimento: domani pomeriggio (a legge presumibilmente approvata) a Roma davanti palazzo San Macuto (dove la vigilanza discute il caso Raiot) e poi al Pantheon, ma anche davanti alle sedi Rai di altre città. Nella Casa berlusconiana, però, non è più consentito indugiare su un testo arrivato ormai alla quarta lettura e a ridosso dei termini indicati dalla Consulta per il trasferimento di Retequattro su satellite.
La commissione lavori pubblici del senato è tornata nuovamente a riunirsi alle 21 di ieri sera, con più di 200 emendamenti ancora da discutere. Ma il presidente Marcello Pera, di fronte alle proteste dell'opposizione che denunciavano la forzatura sui tempi, l'altra settimana era stato chiaro: aveva sì concesso ancora qualche giorno di tempo ai lavori della commissione; aggiungendo però che in ogni caso l'aula avrebbe dovuto votare nella giornata di oggi. Dove, dunque, il testo arriverà «aperto», senza cioè che sia terminato l'esame in commissione e senza relatore. Perché, appunto, Retequattro va salvata entro dicembre. Che poi il ddl, che affida la soluzione a un improbabile miracolo digitale, risponda alla sentenza della Corrte costituzionale, come giura Gasparri, è tutto un altro discorso: per adeguarsi effettivamente alle indicazioni della Corte (che esclude periodi transitori per il passaggio tra analogico e digitale terrestre, il cui completamento è previsto dalla Gasparri nel 2006) il miracolo, infatti, si dovrebbe compiere subito.
Questa mattina in apertura di seduta l'opposizione (i cui capigruppo, ieri, hanno inviato a tutti i senatori di maggioranza una copia del libro di Carlo Rognoni Inferno tv, Berlusconi e la legge Gasparri), presenterà le pregiudiziali di costituzionalità. Per la Margherità toccherà a Luigi Zanda, per i Ds a Massimo Villone. Poi, dopo il voto sulle pregiudiziali (che verosimilmente saranno respinte), si passerà alla discussione generale. I tempi concessi da Pera sono comunque strettissimi. Né l'opposizione confida nella votazione a scrutinio segreto (che potrebbe essere concessa dal presidente per una decina di emendamenti): questa volta nella Casa non sono ammesse defezioni.
Dal canto suo l'opposizione assicura che la battaglia non terminerà con l'approvazione della legge di Mediaset: «Penso che il cammino di questa legge non si esaurirà con l'approvazione in senato - sostiene ad esempio il senatore diessino Antonello Falomi -. Dopo ci sarà la firma del presidente della repubblica» e, se Ciampi firmerà, arriveranno «i ricorsi di tutti gli interessi colpiti: ci saranno passaggi alla Corte cositituzionale, c'è un esposto della Margherita alla Corte di giustizia europea, c'è il garante della concorrenza e del mercato...». Incalza Paolo Gentiloni, deputato della Margherita: «Da noi arriva un richiamo costante al messaggio di Ciampi sul pluralismo. Un messaggio molto importante che forse è destinato a rimanere l'unico indirizzato al parlamento».
A sollecitare un esplicito appello al capo dello stato perché rispedisca il ddl alle camere è il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio: «La Gasparri è molto peggio delle leggi Cirami e Schifani messe insieme, è un attentato alla democrazia e alla Costituzione», protesta il leader del Sole che ride. E Beppe Giulietti mette in guardia dal rischio di «un conflitto istituzionale senza precedenti». «Questa rischia davvero di essere la legge che lacera i rapporti tra le forze politiche e le istituzioni - incalza il deputato diessino - sarebbe un errore gravissimo trasferire l'eventuale modifica della Gasparri sul tavolo del presidente della repubblica, della Consulta o della Commissione europea». Sulla stessa lunghezza d'onda Marco Rizzo, Pdci: «Se ha un senso il messaggio alle camere del presidente della repubblica, se le sentenze della suprema corte hanno un valore, se i pareri delle autorità indipendenti sono importanti, allora questa legge dovrebbe essere rispedita al mittente».
Ma, al di là degli auspici e degli appelli più o meno espliciti, l'atteggiamento che assumerà il Quirinale resta un incognita. Il tam-tam su un rinvio alle camere del testo da parte di Ciampi (al quale la Cdl sarebbe pronta a rispondere con la richiesta di promulgare comunque la legge) si è fatto sentire anche nelle ultime ore. Ma in realtà questa ipotesi in ambienti dell'Ulivo viene ritenuta altamente improbabile.
Spazio Indy 01 12 03
Un anarchico italiano
Il 5, 6 e 7 dicembre 2003 compagni provenienti dall'Italia e dall'estero si riuniranno a Napoli per cercare di raccontare e capire la figura di Errico Malatesta, un uomo dotato di qualità apparentemente contrastanti. L'uomo della comprensione e dell'apertura all'altrui punto di vista, ma anche colui che, per fermezza di convincimenti e chiarezza di idee,divenne ed è a tutt'oggi punto di riferimento dell'anarchismo italiano ed internazionale.
E' stato uno dei rivoluzionari più famosi del suo tempo, simbolo di libertà per tutte le componenti del movimento operaio italiano. Dal dopoguerra c'è stato un tentativo di cancellarlo dalla memoria storica, insieme a tutto ciò che ha rappresentato e continua a rappresentare. Questo convegno è un'occasione non solo per chi condivida le idee e gli obiettivi di Malatesta, ma anche per tutti coloro che desiderano confrontarsi con la storia non ufficiale.
Cop 9
In Italia le emissioni di anidride carbonica uno dei principali gas serra e responsabile del riscaldamento globale, dovevano scendere ai livelli del 1990. E invece sono salite del 7,3%. Proprio in Italia, a Milano, si apre dall'1 al 12 dicembre la Cop 9 (Conference of parties), il summit mondiale sul clima e i cambiamenti climatici. Dovrebbe servire a far definitivamente partire il protocollo di Kyoto, un accordo varato nel 1997, che doveva portare i Governi di tutto il mondo a mettere in pratica la Convenzione sui cambiamenti climatici (1992) e ad arrestare la produzione dei gas che alterano e amplificano l'effetto serra, ai livelli di tredici anni fa. 84 Paesi hanno firmato, 62 hanno ratificato ma è ancora tutto fermo: non è il numero che conta, ma chi produce le emissione inquinanti. Gli Usa, che producono 5 mila tonnellate di Co2 all'anno, contro le mille dell'India, non firmano. Non è una questione ambientale. E' in gioco la gestione della risorsa più preziosa per l'economia liberista, ovvero il petrolio, e qui, più che altrove si decidono equilibri politici nazionali e internazionali. La discussione, si concentrerà sull'applicazione dei meccanismi flessibili per la riduzione e per il commercio delle emissioni, sulle sanzioni da applicare, sull'utilità dei bacini di assorbimento del carbonio, che potrebbero prevedere l' uso di alberi geneticamente modificati. Si anche parlerà del ruolo della Banca Mondiale nella gestione finanziaria del Protocollo. Sarà tutto inutile se la Russia, deciderà di subire le pressioni americane, e non accetterà di firmare, con il supporto di Cina e India, il Mandato di Milano, che si prevede venga ratificato in questi giorni. Sono previste manifestazioni per ribadire che l'atmosfera è un bene collettivo dei popoli della terra, il petrolio e l'economia neoliberista la stanno distruggendo. Per ricordare che è necessario spezzare la dipendenza dai combustibili fossili, il controllo dei quali è il motivo scatenante ultime guerre che hanno segnato il pianeta.
Argentina
Nella mattinata di martedì 25 novembre la polizia ha attaccato violentemente il Movimiento de Trabajadores Desocupados di Neuquén, che si trovava in assemblea per contrastare il sistema di pagamento dei salari, quello delle schede magnetiche prepagate, utilizzabili solo nei negozi abilitati e per il pagamento di servizi. Per piu' di tre ore la polizia ha represso con pallottole di gomma, di piombo e con lacrimogeni i piqueteros e i cittadini del quartiere, che hanno cercato di resistere con pietre e barricate. Il bilancio: 19 persone ferite e soccorse in ospedale, tra cui cinque colpite da pallottole di piombo, e l'arresto di Pepe, uno studente lavoratore della fabbrica della Zanon, che, dopo essere stato colpito da oltre 60 pallottole di gomma è rimasto in gravi condizioni all'interno di un commissariato di polizia per diverse ore. Per le mancate cure e a causa della gravita' della ferita, Pepe ha perso l'occhio sinistro. Dopo Salta e Jujuy, ora Neuquén: i governatori provinciali, con la complicità del governo nazionale, continuano a reprimere i movimenti sociali attraverso la violenza della polizia e le politiche affamatrici. Il cosiddetto "effetto k ", che con il nuovo presidente Kirchner avrebbe dovuto portare alla rinuncia definitiva della criminalizzazione della protesta, ha invece generato l'ennesima violenta azione repressiva ai danni di chi lotta per una vera "trasformazione sociale".
Macello
Boicotta Easy London
Spazio Indy Gio 4.12
Milano in tilt (aggiornamenti su commenti e conseguenze legali
http://www.italy.indymedia.org/features/lombardia/#bottom
Cop 9 http://www.italy.indymedia.org/features/eco/#1130
Monza sgomberata
(e daje...ma sviluppare un dibattito sulle possibilita'/modalita' di occupare?) menzionare anke sgombero crash e altri sgomberi in quest'autunno
http://www.italy.indymedia.org/features/lombardia/#bottom
APPUNTAMENTI
Cop 9
Nola CM:
venerdi' 5 dicembre
ore 19:00 museo etnomusicale i gigli di nola via san felice 43
- - nola ACCORRETE NUMEROSI!!!!!!!!!!!!!!
28 Dec Trapani
31 Dec Rebibbia