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=== RADIOGIORNALE === '''Roma''' Legge Gasparri, in aula il 26 gennaio La legge Gasparri fara' nuovamente 'capolino' alla Camera con l'anno nuovo, a gennaio. Le commissioni competenti se ne occuperanno a partire dal 7, mentre il testo sara' ancora in aula il 26 gennaio. Lo decisione e' stata presa dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Stamattina, le commissione Cultura e Trasporti avevano inizialmente deciso di fissare a meta' gennaio il nuovo esame della Gasparri. Poi il presidente della Camera Casini ha visto i presidenti delle commissioni, Adornato e Romani, e' stato riconvocato l'Ufficio di presidenza ed e' seguito il cambio di programma, a febbraio, dovrebbe partire il vero e proprio esame del testo in aula con un possibile contingentamento dei tempi. ''Ho proposto che si riapra il dibattito sulla legge Gasparri soltanto sugli 8 articoli sui quali hanno incidenza i rilievi del capo dello Stato -ha detto il presidente della commissione Trasporti della Camera, Paolo Romani-. Non mi pare il caso di riesaminare per intero un provvedimento di 27 articoli. Forse, invece, si possono correggere alcune distorsioni emerse nel corso del tormentato iter parlamentare del provvedimento. Io credo che il dibattito si debba concentrare soprattutto sugli art.li 15 e 25''. Quanto alla possibilita' di un decreto legge per 'salvare' Rete 4, Romani sottolinea che e' una decisione che spetta all'esecutivo. ''La scadenza del 31 dicembre va comunque superata -avverte- altrimenti vanno a casa molte persone e le aziende chiudono in forte debito. La situazione e' difficile e il decreto potrebbe essere uno strumento per risolverla''. I parlamentari Ds Giorgio Panattoni ed Eugenio Duca hanno commentato duramente in una nota l'atteggiamento della maggioranza oggi in Commissione. ''Questa mattina l'Ufficio di Presidenza delle commissioni Cultura e Trasporti della Camera ha affrontato il tema della revisione della legge, rinviata alle Camere dal Presidente della Repubblica. Il ministro Gasparri non ha ritenuto di dover essere presente -affermano Panattoni e Duca-. I presidenti delle commissioni e i relatori non hanno fornito alcun elemento di valutazione sulle osservazioni di Ciampi, ne' alcuna indicazione sul comportamento che intendono adottare per la discussione della legge''. Analogo il giudizio del parlamentare della Margherita, Andrea Colasio: ''E' cominciata nel migliore dei modi, con la vistosa assenza del ministro Gasparri, la conferenza dei capigruppo delle commissioni congiunte Cultura e Trasporti sul messaggio del presidente Ciampi. Governo assente e maggioranza allo sbando: questo il clima che si respira nelle commissioni di merito che dovrebbero definire il percorso e le modalita' di discussione del messaggio di Ciampi''. ''E' del tutto evidente che per maggioranza e governo piu' che il confronto parlamentare interessa definire un decreto salva Rete 4 -aggiunge-. Resta altrettanto evidente pero' che il confronto di merito sui rilievi critici del messaggio di Ciampi e il loro effetto sistemico sulla legge sono ineludibili, una consapevolezza che traspare non solo dalle dichiarazioni ma anche dalle espressioni di diversi deputati di maggioranza''. '''Trasporti''' ROMA - La trattativa si chiudera' sicuramente entro Natale. Lo ha detto il ministro per gli affari regionali, Enrico La Loggia al termine dell'incontro svoltosi ieri sera nella sede del ministero degli Affari Regionali per cercare di trovare una soluzione alla difficile questione del trasporto pubblico locale, legata al rinnovo del contratto di 120 mila autoferrotranvieri. Il presidente dell'Anci, Leonardo Domenici, ha chiesto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di intervenire personalmente nella difficile vertenza del trasporto pubblico locale, riconvocando il tavolo istituzionale. Secondo il presidente della conferenza dei presidenti delle Regioni, Enzo Ghigo, occorre la massima concertazione istituzionale e da parte del governo aperture concrete. '''BAGHDAD''' - Un funzionario del principale movimento politico sciita in Iraq e' stato ucciso a Baghdad da uomini fedeli all'ex presidente Saddam Hussein, Un rappresentante del movimento sciita Supremo consiglio per la rivoluzione islamica in Iraq (Sciri) ha detto che il suo funzionario Muhannad al Hakim e' stato ucciso ieri vicino alla sua abitazione a Baghdad, dopo essere stato oggetto di numerose minacce di morte da parte di sostenitori di Saddam. Nella citta' meridionale di Najaf invece la folla ha ucciso Ali Al Zalimi, funzionario del partito Baath. ''Uomini armati lo hanno circondato, lo hanno picchiato e gli hanno sparato'', ha detto. La manifestazione a favore di Saddam Hussein si e' svolta oggi a Hawijak, a 50 km da Kirkuk, nel nord. Secondo un corrispondente dell'Afp i manifestanti, in gran parte uomini che indossavano l'abito tradizionale e studenti dell'universita' di Kirkuk sono sfilati nel suk della citta' fino alla sede della prefettura inalberando ritratti dell'ex presidente e urlando ''Si, Si' al leader'' e ''Si' alla resistenza per cacciare gli occupanti''. La manifestazione si e' conclusa senza incidenti. '''WASHINGTON''' - Tortura psicologica stile 'Arancia Meccanica' per Saddam Hussein durante gli interrogatori condotti dalla Cia. L'ex-dittatore iracheno e' costretto a vedere immagini filmate delle atrocita' commesse dal suo regime: torture, esecuzioni, fosse comuni delle sue vittime. Alcuni dei video mostrati a Saddam sono stati trovati negli archivi della polizia segreta, altri sono stati forniti dai familiari delle vittime, hanno rivelato alcuni funzionari dell' intelligence americano al quotidiano 'Usa Today'. Oltre a filmare le immagini di torture e le esecuzioni, il regime di Saddam Hussein aveva inviato in alcuni casi le orribili scene ai familiari delle vittime, come ammonimento e come strumento di intimidazione. I funzionari dell'intelligence americano sono riusciti ad ottenere adesso dai familiari alcuni di questi video. Circa l'uso di questa pratica nei confronti di saddam lo scopo e' provocare reazioni e dichiarazioni dell'ex-dittatore mostrandogli le immagini di atrocita' del suo regime che saranno sicuramente utilizzate nel processo che lo attende tra alcuni mesi. Da fonti della Casa Bianca si e' oggi saputo che Saddam restera' almeno per altri sei mesi nelle mani dei militari americani prima di essere consegnato alle autorita' irachene. Un periodo che potrebbe coincidere con l'insediamento entro la fine del giugno 2004 di un governo iracheno con pieni poteri. Gli interrogatori di Saddam, detenuto a Baghdad, sono affidati alla supervisione della Cia, che puo' contare su navigati esperti, in cooperazione con alti ufficiali delle forze armate Usa, del ministero della giustizia e di altre agenzie di intelligence. Il presidente americano George Bush ha detto di ''non sapere con quali tecniche'' Saddam sia interrogato ma di essere sicuro ''che non sia usata la tortura: non non torturiamo nessuno''. Tra le immagini mostrate a Saddam ci sono anche quelle delle proteste contro il suo regime e delle manifestazioni di giubilo per la sua caduta dal potere. L'ex-presidente iracheno, apparso stanco e rassegnato, al momento della sua cattura sabato avrebbe riacquistato parte del suo orgoglio. Saddam non si e' chiuso nel silenzio e parla durante gli interrogatori - riferiscono alcune fonti - anche se continua a difendere a spada tratta il suo regime. Questo sarebbe uno dei motivi per cui e' stato deciso di mostrare a Saddam i video con le atrocita' commesse dai suoi collaboratori. Mentre le domande iniziali all'ex-dittatore erano centrate sui suoi rapporti con le forze lealiste del vecchio regime e sui guerriglieri responsabili degli attacchi contro le forze Usa e degli altri paesi della coalizione, adesso l'interrogatorio si sarebbe esteso ad altri aspetti, con l'accento sui crimini commessi dal suo regime. Gli americani intendono 'spremere' Saddam piu' possibile prima di consegnarlo agli iracheni per il processo. Il presidente Bush ha detto di credere che Saddam meriti ''la punizione estrema'' ma che la decisione finale spettera' agli iracheni. '''CISGIORDANIA''' OPERAZIONE ISRAELIANA A NABLUS, 4 VITTIME Quattro palestinesi sono stati uccisi alle prime luci dell'alba oggi dall'esercito israeliano durante un'incursione nella 'casbah' di Nablus, nel nord della Cisgiordania. Lo riferiscono fonti giornalistiche locali ed internazionali, precisando che l'operazione delle truppe israeliane, iniziata martedì scorso, è mirata a individuare alcune cellule Tanzim in Cisgiordania ritenute responsabili di molti dei recenti attacchi suicidi contro Israele. Tre palestinesi sono morti durante uno scontro a fuoco esploso in nei pressi di un edificio abbandonato nel cuore del quartiere vecchio di Nablus, mentre un quarto uomo è stato ucciso dai militari di Tel Aviv mentre, secondo fonti israeliane, era intanto a posizionare una carica esplosiva nella zona. Secondo fonti palestinesi tra le vittime vi sarebbe anche un giovane fornaio palestinese di 25 anni. '''Accordi di Ginevra''' Yossi Beilin, già Ministro della Giustizia israeliano e Yasser Abed Rabbo, già Ministro della Cultura palestinese, sono da questa mattina a Roma per presentare in Italia l'Accordo di Ginevra. La visita è stata promossa dal Comitato di Appoggio italiano all'iniziativa di Ginevra, guidato dal Centro per la Pace in Medio Oriente (CIPMO) e dal Comune di Roma. Dopo una conferenza stampa, prevista nella sala della Promoteca del campidoglio alle 12.30, i due promotori dell'Accordo - firmato simbolicamente a Ginevra il 1 dicembre scorso - incontreranno a colazione i leader dell'Ulivo, alle 14.30 i rappresentanti delle varie organizzazioni che hanno aderito al comitato di appoggio, tra cui alcuni deputati e senatori, e alle 16 il ministro degli Esteri Franco Frattini. Alle 18 Beilin e Rabbo sono infine attesi in Vaticano dove parteciperanno a un seminario inter-religioso promosso dal Royal Institute for Inter-Faith Studies di Amman sotto la guida del principe Hassan di Giordania (fratello del re Hussein), il quale sarà presente all'incontro. La bozza di accordo tra israeliani e palestinesi firmata a Ginevra - nata da un'iniziativa partita da ambienti non governativi delle sue società civili - ha avuto larghi appoggi in seno alla comunità internazionale, ma non all'interno. secondo un sondaggio, la maggioranza dei palestinesi e' favorevole a un cessate il fuoco con Israele, ma si oppone all' Iniziativa di Ginevra, il simbolico patto di pace messo a punto da pacifisti delle due parti. Lo ha riferito oggi il principale quotidiano palestinese, Al-Quds, edito a Gerusalemme est. Da un sondaggio commissionato dal quotidiano, e' risultato che il 50,3 per cento dei palestinesi e' favorevole a una tregua con Israele, mentre il 40,2 per cento si oppone e il 9,5 per cento non ha alcuna opinione. Dallo stesso sondaggio, e' inoltre emerso che il 57,9 per cento dei palestinesi si oppone all'Iniziativa di Ginevra, anche se solo il 39,4 per cento decisamente (contro un 18,5 per cento di moderatamente contrari). In caso di elezioni nei Territori, Al-Fatah - il movimento del presidente palestinese Yasser Arafat - otterrebbe ancora la maggioranza relativa con il 26,7 per cento dei consensi, ma verrebbe tallonato dai due movimenti integralisti di Hamas e della Jihad islamica, che si attesterebbero rispettivamente al 18,5 e all'8,4 per cento '''Russia''' Il presidente russo Vladimir Putin ha oggi annunciato che sara' candidato per un secondo mandato alle presidenziali del marzo 2004. Ma nel discorso che ha pronunciato, ci sono state anche parole sulla guerra all'irak. Il presidente russo resta convinto che la guerra in Iraq senza il via libera del Consiglio di sicurezza dell'Onu sia stata un errore e che quel conflitto non poteva essere giustificato con la lotta al terrorismo perche' prima in Iraq il terrorismo non c'era. Noi siamo partner degli Usa nella lotta al terrorismo internazionale, ma l'Iraq e' stata una questione a parte, ha detto Putin, rivolgendosi - durante un filo-diretto televisivo e radiofonico con la popolazione - a un militare che gli chiedeva se lo scenario iracheno potesse costituire per gli americani un nuovo Vietnam. . Putin ha quindi osservato che una guerra condotta senza l'autorizzazione dell'Onu non puo' essere considerata giusta. E ha notato che in tutte le epoche i grandi paesi e gli imperi si sono trovati in difficolta' quando sono stati colti da un senso di invulnerabilita e dalla convinzione di avere sempre ragione. |
gradiolina
TRASPORTO PUBBLICO
Continua la protesta degli autoferrotramvieri in tutta Italia. I dipendenti dell'Amt, l'azienda di trasporto pubblico di Genova, hanno deciso di scioperare questa mattina nonostante il provvedimento di precettazione adottato dal prefetto per le giornate di oggi, domani e mercoledi'. I lavoratori, riuniti in assemblea stamani alle 4, hanno scelto di continuare la loro protesta, gia' attuata venerdi'. Questa mattina soltanto due bus sono usciti dai depositi. A SASSARI Dalle prime ore del mattino gli autoferrotranvieri dell'Arst sono in agitazione a Sassari. La protesta spontanea che minaccia di allargarsi al resto della Sardegna. Intanto, per impedire cosiddetti scioperi selvaggi, il prefetto di Cagliari ha disposto la precettazione degli autoferrotranvieri. BUS FERMI anche A TRENTO E ROVERETO. A Brescia bus in circolazione con la scritta: 'precettato'. Il servizio urbano degli autobus dell' Atc di Bologna e' bloccato dal primo turno per uno sciopero spontaneo. Dei circa 500 bus del parco mezzi, solo una decina stanno circolando, oltre a quelli della rete extraurbana che non erano all' interno dei tre depositi sono stati bloccati da picchetti, anche con bus messi di traverso alle uscite, attorno alle 4-4.30, dopo assemblee alle quali, secondo l' Atc, oltre ai lavoratori hanno partecipato anche frange del sindacato di base e del movimento.
- Momenti di tensione e spintoni, questa mattina, intorno ale 5, al deposito dell'Atm di viale Sarca a Milano, uno di quelli dove maggiore e piu' compatta e' stata la protesta dei dipendenti del trasporto pubblico.
Trasporto 2
In Suditalia.
A Reggio Calabria nessun mezzo dell'ATAM, l'azienda municipalizzata cittadina, e' uscito dal deposito di Foro Boario e i dipendenti si sono concentrati davanti ai cancelli dell'azienda. Una delegazione di lavoratori, poco prima delle ore 7, e' stata ricevuta in prefettura ed ha spiegato ai rappresentanti del governo i motivi della protesta. Il blocco del servizio, e' stato spiegato, non riguarda soltanto la questione legata al contratto firmato a Roma dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali unitaria, ma si riferisce anche alle inadempienze della Regione nei confronti dell'azienda, nonche' le condizioni di lavoro all'interno della struttura. Nella tarda mattinata e' prevista un'assemblea dei lavoratori, nel corso della quale si decidera' se proseguire o meno nell'agitazione. A NAPOLI trasporti regolari, ma pochi minuti dopo mezzogiorno i circa 50 disoccupati aderenti al coordinamento di lotta per il lavoro di Napoli e al movimento disoccupati autorganizzati di Acerra, insieme con alcuni studenti, hanno terminato la loro protesta all'interno della stazione della metropolitana del museo, dove, esprimendo solidarieta' con gli autoferrotramvieri di tutta Italia, hanno bloccato le macchinette e consentito il passaggio gratuito degli utenti.
ARRESTO DIANA
- Diana Blefari Melazzi, l'affittuaria del covo di via Montecuccoli e'stata arrestata all'alba in una villetta tra Santa Severa e Santa Marinella, sul litorale a nord di Roma, presa in affitto pochi giorni dopo la fuga dalla sua abitazione, a fine ottobre. La donna, che era sola, aveva con se' una forte somma di denaro e 7-8 documenti falsi con nomi diversi e la sua foto.
Diana Blefari Melazzi non era armata e ha cercato di nascondersi quando la polizia ha fatto irruzione nella villetta .
CECENIA
Due poliziotti sono rimasti uccisi e un terzo ferito in un attacco dei ribelli separatisti avvenuto ieri sera a Grozny, capitale della Cecenia. Ne ha dato notizia l'agenzia di stampa russa 'Ria-Novosti', secondo cui gli aggressori hanno preso d'assalto un bar nel quale si trovavano le vittime, tempestandolo di raffiche di armi automatiche. Nessun civile e' peraltro rimnasto coinvolto nella sparatoria. L'incursione della guerriglia dimostra come Mosca tuttora non riesca a riprendere il controllo di larghe aree della Repubblica caucasica, ove la stessa Grozny resta di fatto una citta' senza legge.
ISRAELE
Il ministro israeliano della Difesa, Shaul Mofaz, ha avvertito l'Iran che Israele potrebbe prendere iniziative militari per distruggere le strutture per lo sviluppo dell'arsenale atomico di Teheran. Mofaz ha spiegato che "saranno compiuti i passi necessari" se si renderà evidente la necessità di distruggere le strutture iraniane.
ISRAELE 2
Il ministro degli Esteri egiziano, Ahmed Maher, sara' oggi in Israele, per la sua prima visita nel paese da due anni a questa parte. Maher ha in programma colloqui con il premier Ariel Sharon, il presidente Moshe Katsav, il ministro degli Esteri Silvan Shalom e il leader dell'opposizione, Shimon Peres. Non sono previsti incontri con il leader palestinese Yasser Arafat.
TREDICI RISERVISTI UNITA' ELITE ISRAELIANA OBIETTANO
- Tredici riservisti di un'unità d'elite dell'esercito israeliano hanno dichiarato l'intenzione di non prestare più servizio nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. La decisione del gruppo, di cui fanno parte anche tre ufficiali della "Sayeret Matkal", è stata resa nota in una lettera al primo ministro Ariel Sharon. "Non possiamo continuare a stare in silenzio", hanno scritto i militari, accusando i militari israeliani di praticare azioni in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza che privano "milioni di palestinesi dei diritti umani" e mettono in pericolo "il destino di Israele come Paese democratico, sionista e ebraico". "Sayeret Matkal" è la più importante unità speciale dell'esercito israeliano. L'ex primo ministro Ehud Barak è stato una volta uno dei suoi comandanti, e anche un altro ex primo ministro, Benjamin Netanyahu, ha prestato servizio nelle sue file. Il commando è conosciuto per le sue rischiose operazioni fuori dei confini israeliani. I suoi soldati raramente prestano servizio in zone palestinesi. Gli uffici di Sharon non hanno rilasciato dichiarazioni. Un portavoce dei militari ha rilasciato una dichiarazione composta di una sola frase che critica i soldati per "usare le uniformi e il nome dell'unità come leva per pubblicizzare le loro idee politiche".
LIBIA
Gheddafi LONDRA - La Libia e' pronta a firmare il protocollo aggiuntivo al Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp). Lo ha detto oggi alla Bbc Radio il premier libico Choukri Ghanem. Rispondendo alla Bbc che gli chiedeva se il suo paese fosse pronto a firmare il protocollo, che autorizza tra l'altro ispezioni a sorpresa ai siti nucleari, Ghanem ha risposto: Si' siamo membri della comunita' mondiale. Rispettiamo l'impegno che abbiamo preso con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) e abbiamo intenzione di obbedire alle regole e di onorare i nostri impegni quali che siano. Ieri fonti diplomatiche dell'Aiea avevano annunciato la decisione libica precisando che sabato c'era stato un incontro tra responsabili libici e il direttore generale dell'Aiea Mohammed el Baradei. Il giorno prima la Libia aveva annunciato a sorpresa la sua decisione di rinunciare a qualsiasi programma per la costruzione di armi di distruzione di massa. Nel corso dell'intervista alla Bbc, il premier libico Choukri Ghanem ha affermato che il suo paese non ha mai sostenuto il terrorismo. Alcuni non ci hanno capito o non hanno cercato di capirci. Non abbiamo mai sostenuto il terrorismo. Ad un certo punto abbiamo sostenuto quelli che noi chiamiamo combattenti per la liberta', ha detto il premier. Il premier ha riconosciuto che la definizione della parola terrorismo e' soggetta a differenti interpretazioni. Ghanem ha auspicato che la decisione libica di rinunciare al suo programma di armi di distruzioni di passa venga seguita in Medio Oriente. Il Medio Oriente almeno deve liberarsi delle armi di distruzione di massa e questa e' la ragione per cui Israele dovrebbe abbandonare le sue armi di distruzioni di massa, ha concluso. COLOMBIA Il presidente colombiano Alvaro Uribe Vélez ha autorizzato la creazione di due commissioni incaricate di favorire il raggiungimento di un accordo umanitario che consenta la liberazione degli ostaggi in mano alla guerriglia in cambio del rilascio di un numero non ancora precisato di ribelli detenuti nelle carceri nazionali. Lex capo dello Stato Alfonso López e la Chiesa cattolica fanno parte di queste due commissioni di facilitazione si legge in una nota ufficiale della presidenza, diffusa ieri a Bogotá. Inizialmente Uribe si era opposto allipotesi di una intesa umanitaria con la guerriglia ma recentemente è tornato sui suoi passi, pur precisando che non potranno esserci accordi contrari alla politica di sicurezza democratica con cui il governo conta di porre fine allazione dei gruppi armati illegali. Allo stesso tempo lesecutivo ha ribadito che non smilitarizzerà alcuna zona del Paese, come accadde nel 1998 in occasione dellavvio del negoziato tra lamministraizone Pastrana e le Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia), concluso in maniera fallimentare nel febbraio 2002. Il governo insiste inoltre sulla necessità che i ribelli liberino tutti gli ostaggi tra cui lex candidata presidenziale Ingrid Betancourt, 12 consiglieri comunali, un ex ministro, cinque ex parlamentari e numerosi ufficiali e sottufficiali di esercito e polizia e che i combattenti, una volta usciti di prigione, non riprendano la lotta armata. Qualsiasi guerrigliero che in virtù di accordi uscirà dal carcere dovrà impegnarsi a non tornare a delinquere precisa il comunicato della presidenza. Sono ottimista perché è stato fatto un passo avanti ha detto lex presidente López, del Partito Liberale, al potere tra il 1974 e il 1978. [FB] cyberdissidente Un ciberdissidente cinese è stato arrestato per aver diffuso via Internet saggi politici e poesie. Kong Youping, 48 anni, dipendente di una fabbrica di Anshan (nel nordest della Cina) è stato arrestato lo scorso 13 dicembre, ma l'accaduto e' stato reso noto solo oggi. Il provvedimento è stato adottato dopo che luomo aveva messo in rete, su un sito straniero, cinque articoli politici e sette poesie invocanti una rivalutazione e reviviscenza del movimento riformista e la fine della corruzione tra le autorità. Secondo la stessa fonte, lAlta Corte di Pechino ha negato a un altro ciberdissidente, He Depu, lautorizzazione a ricorrere in appello contro la condanna a otto anni di reclusione inflittagli il 6 novembre scorso per aver diffuso su Internet quattro saggi. Nei giorni scorsi le autorità di Dazhou (provincia di Sichuan, Cina sudoccidentale), avevano condannato a 8 anni di prigione Li Zhi, 33 anni, ritenuto colpevole di aver diffuso via Internet commenti critici sulla corruzione. Secondo Reporter senza frontiere (Rsf), sono 47 i ciberdissidenti attualmente reclusi per aver creato siti indipendenti o pubblicato online del materiale ritenuto anti-governativo. [EB
LINKS UTILI assem naz 14dic: http://italy.indymedia.org/news/2003/12/440866.php docultima asse naz 23 nov: http://italy.indymedia.org/news/2003/11/429094.php appello da fuoriluogo http://www.fuoriluogo.it/speciali/guerraitaliana/appello_26_giugno.html categoria antipro da INDY http://italy.indymedia.org/features/antipro/
ancora sui tramvieri: (da completare) http://italy.indymedia.org/features/economie/#1172 (sulla ftr c'e' anke un contributo audio, ma va ascoltato prima) argentina, dopo due anni la lotta continua http://argentina.indymedia.org/ massimo leonardi ai domiciliari: http://italy.indymedia.org/news/2003/12/448708.php bombetta al pinelli: http://italy.indymedia.org/news/2003/12/448594.php acqua lete: c'e nessuno...che difenda i diritti dei lavoratori? (la fonte non e' indipendente, ma e' l'unica notizia trovata finora in rete. contatti dal vivo zero) (dal manifesto) L'acqua Lete non rispetta i lavoratori La Cgil lancia il boicottaggio della «bollicina solitaria»: l'impresa viola i diritti sindacali «C'è nessuno?» Comunicati sindacali stracciati, abusi agli iscritti Flai, minacce a chi è malato: a farti la visita fiscale viene l'autista del capo ANTONIO SCIOTTO Minacce di licenziamento e all'incolumità personale, sicurezza inadeguata e infortuni non denunciati, la persecuzione degli iscritti al sindacato, gli operai «invitati» a lavorare anche quando stanno in malattia. L'atmosfera dentro gli stabilimenti dell'acqua Lete - una novantina di dipendenti, a Pratella di Caserta - è molto pesante, e il sindacato, insieme alle associazioni dei consumatori, ha deciso di denunciare la situazione, proponendo un boicottaggio. Si sono mossi la Flai Cgil, la Cgil Campania e la Federconsumatori: la «bollicina solitaria» non è tanto simpatica come appare nelle celebri pubblicità che invadono a tutte le ore i teleschermi («C'è nessuno?»), e da tanti anni i lavoratori ne subiscono le ire funeste. In mezzo a tante prepotenze, si può iniziare a riferire le minacce, che sembrano quasi gli abusi più leggeri: come racconta Franco D'Angelo, segretario generale Flai Campania, tutti gli iscritti al sindacato hanno cominciato a essere «bombardati» da parte del patron Nicola Arnone e degli altri responsabili: «Ci saranno lacrime e sangue se voi iscritti darete fastidio», «Se vogliamo risolvere i problemi basta rivolgersi alla direzione e non al sindacato», «Comunisti eversivi», «Perché iscriversi alla Cgil se si è bravi ragazzi». Il sindacato, nella forma di un Rsa (rappresentante sindacale non eletto dagli addetti, ma delegato dalla stessa organizzazione dei lavoratori) è entrato in fabbrica soltanto nel 2001. Fino ad allora, non erano rispettati neanche i diritti minimi: buste paga più basse rispetto al salario nazionale, mansioni e turni non rispettati. Alcuni lavoratori raccontano che agli addetti all'imbottigliamento veniva imposto di passare a lavare i bagni prima di mettersi alle macchine, e chi si rifiutava veniva sanzionato con lettere di contestazione. I turni erano stabiliti solo formalmente, dato che potevi essere avvertito anche il giorno stesso che la sera non dovevi andare a lavorare, o che dopo il turno di notte avresti dovuto fare pure la mattina. Le buste paga erano differenziate da lavoratore a lavoratore, non venivano retribuite le indennità di mensa, e mentre l'azienda ha sempre usufruito dei fondi pubblici della legge 488, le veniva comminata nel 2000 una sanzione di oltre 400 milioni di lire per illeciti amministrativi. Per rendersi conto della leggerezza della «bollicina», basta raccontare quello che è stato costretto a sopportare un lavoratore invalido al 60% per problemi alle gambe: costretto a occuparsi della tritatura dei residui di Pet, mentre alcune notti era anche adibito al portierato notturno - il tutto anche per 12-14 ore al giorno - si è messo in malattia dopo una paresi facciale e un attacco cardiaco. L'azienda ha cominciato a tartassarlo con due visite mediche al giorno, poi, appena rientrato, gli ha proposto un altro turno che lui ha rifiutato: è stato licenziato e adesso è in causa per l'articolo 18. Ma anche gli altri lavoratori in malattia non se la passano bene: il sindacato spiega che spesso sono state inviate a casa ispezioni non proprio «ortodosse». Anziché i medici fiscali, il capo manda il suo autista personale «a portare la mozzarella» (in Campania si dice così per indicare che qualcuno ti controlla da vicino, e non con intenzioni amichevoli). Tutto questo, fino all'ingresso della Cgil, che a fatica è riuscita a imporre negli ultimi due anni il rispetto formale dei turni, convincendo inoltre la proprietà a rivolgersi a una ditta di pulizia che si occupasse di gabinetti e ambienti di lavoro. ma non è bastato: di recente sono state vietate le assemblee e rimandate a orari impossibili, non è stata distribuita copia del contratto all'atto dell'assunzione, sono stati rimossi i comunicati sindacali, i lavoratori del turno di notte sono stati costretti a restare fuori perché dentro la fabbrica si stava svolgendo una non meglio specificata «festa aziendale».
assolutamente da integrare e rivedere!!!) precariato vigili del fuoco (o se ne e' gia' parlato?) non so! comunque sull'FTP di radiogap ci sono un po' di audio applodati per noi, sul wsis e sulla fecondAzione assistita ma non troppo Macedonio segnala: roma la cosa dei volantini http://www.italia.indymedia.org/features/roma/#1180 bologna: centro sociale per la comunicazione e pancia in dentro o donne, con spot del sexishok http://www.italia.indymedia.org/features/bologna/#1145 vigili del fuoco: http://www.italia.indymedia.org/features/economie/#1167 barcellona protesta per la LOU, legge sulla riforma universitaria, la cosa va avanti ormai da due anni http://barcelona.indymedia.org/ ... ho usato wiki e la mia vita e' cambiata.... RASSEGNA STAMPA (titoli)
PDF con la legge Gasparri --> http://italy2.peacelink.org/dossier/docs/45-1085_gasparri.pdf dal il Manifesto 27 novembre --> "Martedì il giorno del «suopolio»" Dopo una giornata di scontro sui tempi per la discussione della legge di Mediaset, passa la proposta del presidente del senato Pera: la commissione potrà continuare a lavorare, ma anche se non avrà finito in aula si andrà comunque martedì. E si dovrà votare. Gasparri: «Nessun problema, la firma di Ciampi può arrivare anche prima dei trenta giorni a disposizione» MICAELA BONGI ROMA Ancora qualche giorno in commissione lavori pubblici. E poi, martedì prossimo, la legge Gasparri approderà in ogni caso nell'aula di palazzo Madama per essere approvata definitivamente il giorno stesso. E' questa, di fronte al muro contro muro, la «mediazione» proposta ieri pomeriggio in conferenza dei capigruppo dal presidente del senato Marcello Pera e passata a maggioranza. Di fronte all'ostruzionismo dell'opposizione, la Casa berlusconiana (che in mattinata aveva riunito i capigruppo) spingeva perché si andasse subito in aula con il provvedimento aperto (la commissione aveva votato appena sette emendamenti sui circa 320 presentati, 270 dei quali dichiarati ammissibili) e, dunque, senza relatore. Il relatore in questione, il forzista Luigi Grillo, nel primo pomeriggio, nonostante il centrosinistra contestasse duramente lo strappo (proteste liquidate da uno sprezzante Gasparri come «un supplemento di satira»), dava già per scontato che del lavoro della commissione, giudicato alla stregua di una perdita di tempo, si sarebbe fatto tranquillamente a meno, pur di consegnare al Cavaliere la sua legge in tempi utili per salvare Retequattro: «Non ci sono le condizioni per andare avanti», sentenziava Grillo. In ogni caso, la capigruppo avrebbe dovuto fissare un nuovo calendario. E così, i lavori dell'aula (che stava esaminando il nuovo decreto «antenna selvaggia» che permetterà alla Gasparri di non confliggere anche con la sentenza della Consulta sulla materia) vengono sospesi. Alle 17.30 si riuniscono i presidenti dei gruppi con Pera. Un'oretta dopo esce il capogruppo della Margherita, Willer Bordon, e annuncia trafelato che quella che sarà fatta passare per una «mediazione» non è altro che un'inaccettabile forzatura perché «domani il provvedimento sarà incardinato in aula e il voto finale potrebbe arrivare martedì». A altri esponenti dell'opposizione non risulta però che le cose siano effettivamente andate nel modo riferito da Bordon. Che in effetti aveva fatto un po' di confusione. Perché alla vice presidente dei senatori della Quercia, Maria Grazia Pagano, che propone il rinvio argomentando che «in ogni caso si arriverebbe alla prossima settimana, dunque forzare non conviene nemmeno alla maggioranza», Pera risponde appunto con la sua proposta. La forzatura però non è affatto esclusa: martedì, anche se i lavori in commissione non saranno terminati, si andrà comunque in aula, con o senza relatore. E con i tempi contingentati: 9 ore di discussione. Una soluzione che però consente a Pera di non mostrarsi completamente schiacciato sulle esigenze della Casa berlusconiana e alla stessa Casa di avere la certezza che martedì (al massimo mercoledì mattina), la tormentata legge sarà consegnata al «mero proprietario» di Mediaset. Evitando il rischio che il provvedimento si vada a infilare in un calendario fitto che comprende la delega sulla giustizia e la procreazione assistita. La Quercia comunque si assegna un punto («tutti i giornali parlavano di approvazione della legge già oggi», commenta il diessino Antonello Falomi) e i manifestanti che davanti al senato protestano contro la Gasparri e contro la censura accolgono con favore la notizia che la commissione potrà ancora lavorare fino a martedì. Ma la Margherita resta sulle sue posizioni: «Si riduce il parlamento al ruolo di una cassette delle lettere dove arrivano decisioni prese altrove - insiste Bordon - l'attività del parlamento viene regolata in modo improprio perché sono in ballo gli interessi del presidente del consiglio». Dal canto suo, Gasparri non si mostra turbato dal nuovo calendario d'aula: «Mi sembra una soluzione ragionevole, anche se il provvedimento fosse stato incardinato in aula domani, si sarebbe arrivati al voto martedì». Cioè il 2 dicembre. Il che significa che se il presidente Ciampi si prendesse tutto il tempo a disposizione prima di firmare la legge (cioè trenta giorni), tutto lo sforzo fatto dai seguaci del premier per consentire a retequattro di rimanere a terra verrebbero vanificati, visto che la sentenza della Consulta fissa il 31 dicembre come termine ultimo per il trasferimento sul satellite. Ovviamente, il governo si aspetta che Ciampi firmi prima. Ma l'atteggiamento del Colle resta un'incognita. All'aventuale schiaffo (il rinvio del provvedimento alle camere), la Cdl potrebbe comunque rispondere con un altro schiaffo. Chiedere al Quirinale di promulgare la legge senza modifiche. E a quel punto Ciampi non potrebbe far altro che firmare. 2 dicembre "Legge Gasparri, ultimo atto" Oggi, al più tardi domattina, il via libera definitivo del senato. Titoli Mediaset in salita. L'opposizione: «La partita non finisce qui». E già si guarda al Quirnale, alla Consulta, all'Europa MICAELA BONGI ROMA ACologno monzese e Arcore per stappare le bottiglie di champagne probabilmente si aspetteranno le mosse del Quirinale. Ma il «mero proprietario» e il presidente di Mediaset, Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, un primo brindisi lo avranno fatto già ieri, quando hanno visto il titolo del gruppo guadagnare un più 2,43 per cento, insieme al più 3,75 registrato da Mondadori. Effetto benefico della legge Gasparri, che oggi, al più tardi domani mattina, otterrà il via libera definitivo dall'aula di palazzo Madama. L'opposizione tenterà di giocare le ultimissime carte. Il Comitato per la libertà e il diritto all'informazione moltiplica le iniziative contro il provvedimento: domani pomeriggio (a legge presumibilmente approvata) a Roma davanti palazzo San Macuto (dove la vigilanza discute il caso Raiot) e poi al Pantheon, ma anche davanti alle sedi Rai di altre città. Nella Casa berlusconiana, però, non è più consentito indugiare su un testo arrivato ormai alla quarta lettura e a ridosso dei termini indicati dalla Consulta per il trasferimento di Retequattro su satellite. La commissione lavori pubblici del senato è tornata nuovamente a riunirsi alle 21 di ieri sera, con più di 200 emendamenti ancora da discutere. Ma il presidente Marcello Pera, di fronte alle proteste dell'opposizione che denunciavano la forzatura sui tempi, l'altra settimana era stato chiaro: aveva sì concesso ancora qualche giorno di tempo ai lavori della commissione; aggiungendo però che in ogni caso l'aula avrebbe dovuto votare nella giornata di oggi. Dove, dunque, il testo arriverà «aperto», senza cioè che sia terminato l'esame in commissione e senza relatore. Perché, appunto, Retequattro va salvata entro dicembre. Che poi il ddl, che affida la soluzione a un improbabile miracolo digitale, risponda alla sentenza della Corrte costituzionale, come giura Gasparri, è tutto un altro discorso: per adeguarsi effettivamente alle indicazioni della Corte (che esclude periodi transitori per il passaggio tra analogico e digitale terrestre, il cui completamento è previsto dalla Gasparri nel 2006) il miracolo, infatti, si dovrebbe compiere subito. Questa mattina in apertura di seduta l'opposizione (i cui capigruppo, ieri, hanno inviato a tutti i senatori di maggioranza una copia del libro di Carlo Rognoni Inferno tv, Berlusconi e la legge Gasparri), presenterà le pregiudiziali di costituzionalità. Per la Margherità toccherà a Luigi Zanda, per i Ds a Massimo Villone. Poi, dopo il voto sulle pregiudiziali (che verosimilmente saranno respinte), si passerà alla discussione generale. I tempi concessi da Pera sono comunque strettissimi. Né l'opposizione confida nella votazione a scrutinio segreto (che potrebbe essere concessa dal presidente per una decina di emendamenti): questa volta nella Casa non sono ammesse defezioni. Dal canto suo l'opposizione assicura che la battaglia non terminerà con l'approvazione della legge di Mediaset: «Penso che il cammino di questa legge non si esaurirà con l'approvazione in senato - sostiene ad esempio il senatore diessino Antonello Falomi -. Dopo ci sarà la firma del presidente della repubblica» e, se Ciampi firmerà, arriveranno «i ricorsi di tutti gli interessi colpiti: ci saranno passaggi alla Corte cositituzionale, c'è un esposto della Margherita alla Corte di giustizia europea, c'è il garante della concorrenza e del mercato...». Incalza Paolo Gentiloni, deputato della Margherita: «Da noi arriva un richiamo costante al messaggio di Ciampi sul pluralismo. Un messaggio molto importante che forse è destinato a rimanere l'unico indirizzato al parlamento». A sollecitare un esplicito appello al capo dello stato perché rispedisca il ddl alle camere è il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio: «La Gasparri è molto peggio delle leggi Cirami e Schifani messe insieme, è un attentato alla democrazia e alla Costituzione», protesta il leader del Sole che ride. E Beppe Giulietti mette in guardia dal rischio di «un conflitto istituzionale senza precedenti». «Questa rischia davvero di essere la legge che lacera i rapporti tra le forze politiche e le istituzioni - incalza il deputato diessino - sarebbe un errore gravissimo trasferire l'eventuale modifica della Gasparri sul tavolo del presidente della repubblica, della Consulta o della Commissione europea». Sulla stessa lunghezza d'onda Marco Rizzo, Pdci: «Se ha un senso il messaggio alle camere del presidente della repubblica, se le sentenze della suprema corte hanno un valore, se i pareri delle autorità indipendenti sono importanti, allora questa legge dovrebbe essere rispedita al mittente». Ma, al di là degli auspici e degli appelli più o meno espliciti, l'atteggiamento che assumerà il Quirinale resta un incognita. Il tam-tam su un rinvio alle camere del testo da parte di Ciampi (al quale la Cdl sarebbe pronta a rispondere con la richiesta di promulgare comunque la legge) si è fatto sentire anche nelle ultime ore. Ma in realtà questa ipotesi in ambienti dell'Ulivo viene ritenuta altamente improbabile. da l'Unità del 3 dicembre, a poche ore dall'approvazione della legge Le novità della "legge Gasparri" E queste sono le novità principali delle nuove norme: Rai L'articolo 20 prevede per lazienda pubblica un consiglio di amministrazione di nove membri, di cui sette nominati dalla commissione parlamentare di Vigilanza e due dal ministero dell'Economia, azionista dell'azienda, e sarà uno dei duead assumere la presidenza con votazione dei 2/3 dei componenti della Vigilanza. A regime, i nove membri saranno nominati dall'assemblea dei soci. Il presidente sarà scelto dal Consigli di Amministrazione, e la sua nomina diventerà efficace dopo l'acquisizione del parere favorevole, a maggioranza di due terzi, della Vigilanza. L'elezione degli amministratori avviene mediante voto di lista. Il rappresentante del ministero dell'Economia, fino alla completa privatizzazione, presenta un'autonoma lista di candidati formulata sulla base delle delibere della Vigilanza con voto limitato ad uno. Nel testo è anche previsto un termine, il 28 febbraio del 2004, entro il quale l'attuale Cda delle Rai dovrà terminare il proprio mandato, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato biennale del marzo 2005. La nuova legge prevede anche la privatizzazione dell'azienda che dovrà essere avviata entro il 31 gennaio del 2004 con il modello della'public companycon un limite massimo di possesso dell'1%. Il 25% dei proventi del collocamento delle azioni è destinato agli incentivi per l'acquisto e il noleggio dei decoder digitali. Fino al 31 dicembre 2005 è invece vietata la cessione da parte della Rai di rami d'azienda. Antitrust Il calcolo dei tetti antitrust per le aziende avviene in base al Sic, Sistema integrato delle comunicazioni, con un limite ai ricavi del 20%. Del paniere in base al quale si calcola il limite antitrust fanno parte numerose voci: canone Rai, al netto dei diritti erariali; pubblicità nazionale e locale; sponsorizzazioni televendite; gli investimenti di enti ed imprese in altre attività finalizzate alla promozione dei propri prodotti o servizi; convenzioni con soggetti pubblici; provvidenze pubbliche; offerte televisive a pagamento; vendite di beni, servizi e abbonamenti delle imprese radiotelevisive e quelle di produzione e distribuzione, qualunque ne sia la forma tecnica, di contenuti per programmi televisivi e radiofonici; le imprese dell'editoria quotidiana, periodica, libraria, elettronica anche attraverso internet; le imprese di produzione e distribuzione, anche al pubblico finale, delle opere cinematografiche; le imprese di pubblicità, quali che siano il mezzo o le modalità di diffusione. Altre norme Antitrust riguardano il numero dei programmi televisivi e radiofonici irradiabili al momento della completa attuazione del piano nazionale di assegnazione delle frequenze radio e tv in tecnica digitale: anche in questo caso uno stesso soggetto non può diffondere più del 20% dei programmi. Altro limite antitrust riguarda le aziende di telecomunicazioni. Chi realizza ricavi nel mercato delle telecomunicazioni superiori al 40% del totale di quel mercato non può conseguire ricavi nel settore integrato delle comunicazioni superiori al 10%. Viene consentita la proprietà incrociata di tv e giornali ma sarà possibile possedere quotidiani a chi possiede più di una rete televisiva nazionale dopo il 31 dicembre del 2008. Digitale L'articolo 25 riguarda l'accelerazione della trasmissione in tecnica digitale: entro il primo gennaio 2004 la Rai deve coprire il 50% del territorio nazionale con due blocchi di diffusione che entro il primo gennaio 2005 dovrà estendersi al 70% della popolazione. Il passaggio definitivo alla nuova tecnica di trasmissione dovrà avvenire entro il 2006. Viene anche consentita a condizioni ben precise la proroga delle concessioni analogiche (tra cui Retequattro) fino al 2006. Sono previsti inoltre incentivi per l'acquisto dei decoder indispensabili per ricevere la tv digitale terrestre. Sarà l'Autorità per le Comunicazioni a vigilare sulle varie fasi di passaggio al digitale. Minori L'articolo 10, modificato il 2 ottobre alla Camera e confermato dal Senato, trasforma in legge il codice di autoregolamentazione tv e minori già in vigore. Tra le novità, l'obbligo di dare adeguata pubblicità per le sanzioni inflitte in caso di violazione sia dall'Autorità sia dal comitato di applicazione del codice e il divieto dell'utilizzo dei minori di 14 anni negli spot pubblicitari. UN PO DI REAZIONI E COMMENTI AL DDL DEI MESI SCORSI da Liberazione -> legge anticostituzionale : http://members.xoom.virgilio.it/infocontro/PoliticaIT/PI514.htm personaggi vari -> http://www.oneworld.net/article/view/68784/1/ fed.naz.stampa italiana e altri -> http://www.fnsi.it/Ddl_Gasparri_10.htm ANTIPRO RADIOLINA ALLO SKA VENERDI 12/12/03
Spazio Indy lune 22.12
PRIMI PUNTI PER SPAZIO INDY 18.12
IL "SUOPOLIO" DI GASPARRI