7776
Comment:
|
11362
|
Deletions are marked like this. | Additions are marked like this. |
Line 1: | Line 1: |
GLOBAL : ENVIRONMENT Sep 28 2003 imc generale ZANZA Reclaim the Streets Car Free Day Stalls in U.S. |
= Lunedì 8 marzo... giornata della donna = |
Line 6: | Line 3: |
The recent Car-Free Day in Canada was apparently | = Rassegna Stampa = |
Line 8: | Line 5: |
wide-spread, while European Mobility Week was observed | dall'indirizzo http://www.ansa.it/rubriche/rassegna/rassegnaoggi.shtml è possibile vedere e leggere le prime pagine di tutti i quotidiani andando al link della rassegna stampa della camera dei deputati oppure a partire dalle 12 sono disponibili tutti i quotidiani di oggi on-line |
Line 10: | Line 8: |
by 289 participating cities in most of Europe. In the | |
Line 12: | Line 9: |
U.S. some driver knocked over a cyclist. Welcome to the 21st century where the richest, most autoholic nation on Earth seems oblivious to the threats presented by the internal combustion engine (an invention of the 19th century, no less) while the rest of the world tries to deal with it. But not all industrialized nations are so blind and apathetic. Organizing for European Car Free Day/Mobility Week 2003 involved government, NGO's, and activists. The event was broad-reaching and seemingly effective. Though some feel more effort needs to be made in Central and Eastern Europe, the Czech Republic called attention to the harmfulness of car transport in the city, as well as supporting public transportation, bicycling, and walking, and encouraging a more positive relationship between city dwellers and their environment. Meanwhile, In parts of Asia efforts are underway to foster people-centred, equitable and sustainable transportation. While in Bogota, Colombia Car Free Day is celebrated in February where it briefly prohibited to use a private vehicle in Colombia's capital. It seems obvious many people around the world want to Reclaim the Streets, stop new roads, and challenge the exportation of the the auto-plague to developing nations. Okay, so there were a few Critical Mass bike riders in Portland, Oregon and a few other cities took their Car Free Day actions on their anniversary. Did your city or town have an event? Post it here. |
= GR ORE 13.30 = |
Line 70: | Line 14: |
Marchers Worldwide Demand Iraq Pullout indy generale ZANZA by AP 1:54am Mon Sep 29 '03 |
'''Madrid''' Circa 170 persone sono morte e 592 sono state ferite in una serie di attentati esplosivi contro le stazioni di treni pendolari di Atocha, El Pozo e Sant'Eugenia, nel centro di Madrid, attribuiti dalle autorita' all'Eta. Le esplosioni si sono susseguite a breve distanza di tempo fra le 7.30 e poco dopo le 8.00 (ora locale italiana). Le autorita' hanno sospeso i treni in tutta la rete di periferia, nonche' nella prima linea della metropolitana madrilena. La polizia spagnola sta ricercando due individui che, secondo alcuni testimoni, sarebbero saliti e scesi da vari treni pendolari in una stazione a nordovest di Madrid tra le 7.00 e le 7.10, e che potrebbero essere i terroristi che hanno lasciato le cariche esplosive. Secondo una rapporto dell'Europol, gli attentati erano stati previsti. '''Madrid 2''' Gli attentati di Madrid non sono stati rivendicati, ma il portavoce del governo Eduardo Zaplano ha subito chiamato in causa i separatisti baschi dell'Eta, accusandoli aver compiuto 'un'omicidio di massa, un massacro, un chiaro attentato contro la democrazia'. Il capo del governo regionale basco, il nazionalista moderato Juan Jose' Ibarretxe, ha avuto parole di fuoco per l'organizzazione del separatismo armato. Tutti i principali partiti hanno sospeso la campagna elettorale per le elezioni politiche di domenica. Mariano Rajoy, candidato del Partito popolare a succedere a Aznar, ha detto che se eletto "dara' la caccia ai terroristi finche' non li catturera' ". Arnaldo Ortegi,dirigente di Batasuna ha detto, invece, di rifiutarsi di pensare che gli attentati di Madrid siano opera dell' Eta, attribuendone la responsabilita' alla ''resistenza araba''. '''palestina''' Sono sei i palestinesi uccisi ieri dai militari israeliani in due diverse azioni in Cisgiordania. Un commando israeliano ha ucciso cinque militanti delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa a Jenin in quella che è sembrata una operazione mirata. Un sesto palestinese è stato ucciso in un vicino campo profughi. I cinque uomini erano su una Toyota che è stata crivellata di pallottole, secondo testimoni. L'esercito israeliano afferma che i cinque uomini erano implicati in precedenti azioni terroristiche e che si stavano accingendo a commetterne un'altra quando sono stati intercettati. Secondo i media israeliani, i cinque stavano per attaccare un insediamento israeliano. Nel campo profughi di El Aroub, vicino a Jenin, i soldati israeliani hanno ucciso un palestinese che stava lanciando una bomba artigianale, secondo l'esercito e testimoni. Il palestinese aveva quindici anni, secondo quanto hanno riferito i medici. '''Palestina''' Nelle prime ore di questa notte truppe israeliane sono entrate a Ramallah, in Cisgiordania, per un'operazione militare. Lo ha comunicato l'esercito israeliano. Prima dell'incursione, le truppe israeliane hanno circondato la città cisgiordana per impedire attacchi palestinesi. Una ventina di palestinesi sono stati arrestati questa notte nei territori occupati dalla forze di sicurezza. Lo ha annunciato poco fa la radio israeliana, '''gb''' La polizia britannica ha liberato tutti gli ex detenuti rilasciati dal campo di Guantanamo a Cuba dove erano prigionieri degli americani da circa due anni. I cinque ex detenuti non saranno oggetto di alcuna incriminazione. La polizia ha detto di aver deciso in accordo con i procuratori di liberare senza accuse anche l'ultimo dei cinque e di aver organizzato di trasferirli in localita' di loro scelta. Un primo ex detenuto - i cinque sono rientrati in Gran Bretagna martedi' dopo essere stati liberati dagli Stati Uniti - era stato rilasciato subito dopo l'arrivo in Gran Bretagna. Gli altri quattro lo sono stati successivamente dopo essere stati interrogati. La loro liberazione potrebbe causare problemi al governo del premier Tony Blair, al quale molti chiederanno di rendere conto del perche' ci sono voluti due anni affinche' lo stretto alleato Washington liberasse i detenuti inglesi quando poi la polizia non li ha neanche incriminati. Nel campo prigione per sospetti terroristi di Guantanamo, dove sono detenute dagli Stati Uniti circa 650 persone di 42 paesi in gran parte catturate in Afghanistan, ci sono ancora quattro prigionieri britannici che gli Stati Uniti ritengono piu' pericolosi dei cinque liberati. '''Assoluzione augusta''' ATTIVISTI ASSOLTI PER I FATTI DELLAUGUSTA MA IL TENTATIVO DI CRIMINALIZARE I MOVIMENTI NON SI FERMA Ieri, Mercoledì 10 Marzo, il Tribunale di Benevento ha assolto in primo grado 25 attivisti imputati dellaccusa di sabotaggio industriale ai danni della multinazionale Augusta, produttrice di elicotteri da combattimento. I fatti contestati risalgono ad un iniziativa del 1999 contro lo stabilimento in solidarietà con il popolo Curdo e per la liberazione del presidente del PKK Ochalan, arrivato in Italia per chiedere asilo politico, costretto ad abbandonare il paese e, in seguito, arrestato e rinkuiso nelle carceri turche. In seguito alle iniziative di contestazione che si svilupparono nei confronti dell Augusta a livello nazionale, la società multinazionale italiana perse la commessa di diverse decine di elicotteri militari destinati alle forze armate turche ed utilizzate contro la popolazione curda. A aprtire dalle 12 gioranta di informazione presso il laboratorio occupato Ska di napoli, con microfoni aperti a radiolina. '''Officina senz'acqua''' Dopo i numerosi attacchi di tipo mediatico e il distacco della corrente elettrica, tagliata anche la fornitura idrica al centro sociale officina99. Questa mattina alcuni attivisti del centro, insieme con i disoccupati di Via Rosaroll, hanno compiuto una azione sotto la sede centrale dell'enel, per rivendicare il diritto all'esistenza degli spazi sociali. Gli attivisti hanno simbolicamente "oscurato" l'ingresso dell'edificio con un maxi striscione nero e sono saliti in delegazione per contestare l'accanimento con cui sono avvenuti i vari interventi dell'enel. Per la settimana prossima rassegna di iniziative nel centro. == spazio indy 11.3 == '''benetton prepara nuovo sgombero in patagonia''' = spazio comunicazione indypendente = '''Con dax nel cuore''' 'Audio del primo collegamento fuori l'ospedale san paolo' Un anno fa, il 16 marzo del 2003, in via Brioschi a Milano tre compagni dell'ORSO venivano aggrediti da un gruppetto di fascisti. Nell'aggressione Davide Dax Cesari viene ucciso e gli altri due attivisti vengono feriti. I compagni accorsi all'ospedale per conoscere le condizioni degli aggrediti vengono assaliti dalla polizia e dai carabinieri che presidiano l'ospedale San Paolo, inseguiti fin dentro le corsie e massacrati in strada. Alla macchina della disinformazione di Questura, Amministrazione e media mainstream, si contrappone lo sforzo che da un anno i compagni e le compagne di Dax stanno facendo per non lasciare che la verita' sia dimenticata: controinchieste, iniziative e documentazione. A un anno dall'assassinio di Dax, 5 giorni di mobilitazioni, incontri, assemblee. '''Cesare Battisti''' Alle 14 del 3 marzo 2004 l'equivalente francese del nostro Tribunale della libertà ha concesso a Cesare Battisti la libertà provvisoria. Cesare non è costretto ad attendere in galera la decisione della Chambre d'accusation se concedere o meno l'estradizione in Italia. Tale decisione (ironia del calendario!) verrà presa il 7 aprile 2004, che è il venticinquennale dell'inizio di una delle istruttorie più vergognose dell'Italia emergenziale. L’intera giunta comunale di Parigi è uscita dal municipio con la sciarpa tricolore a tracolla, alla guida di un corteo che è arrivato fino al tribunale. Intanto si è appreso che già il 20 maggio 2003, dietro pressione del governo italiano, il guardasigilli francese aveva presentato al Procuratore generale una richiesta di estradizione, concernente Battisti e altri due rifugiati. Il 4 dicembre 2003 il Procuratore aveva annunciato al ministero l’archiviazione della pratica. Tuttavia non c’è da essere troppo ottimisti, visto l’accanimento del governo francese su insistenza di quello italiano (sono di ieri le pressioni indebite esercitate in Francia su uno dei promotori del manifesto dei 430 intellettuali, poi saliti a 500). Cesare Battisti, ex leader dei proletari armati, era stato arrestato il 10 febbraio scorso, rifugiato in Francia ormai da quattordici anni. Su di lui pende una domanda di estradizione presentata dal governo italiano, sulla base di una condanna pronunciata in contumacia oltre un ventennio fa. E’ bene ricordare che a Cesare Battisti fu concesso asilo politico solo dopo che un magistrato francese ebbe vagliato le "prove a suo carico", e le ebbe giudicate contraddittorie e "degne di una giustizia militare". A Battisti erano stati addossati tutti gli omicidi commessi da un’organizzazione clandestina a cui era appartenuto negli anni ’70, anche quando circostanze di fatto e temporali escludevano una sua partecipazione. Dal momento della sua fuga dall’Italia, prima in Messico e poi in Francia, Cesare Battisti si è dedicato a un’intensa attività letteraria, centrata sul ripensamento dell’esperienza di antagonismo radicale che vide coinvolti centinaia di migliaia di giovani italiani e che spesso sfociò nella lotta armata. La sua opera è nel suo assieme una straordinaria e ineguagliata riflessione sugli anni ’70, quale nessuna forza politica che ha governato l’Italia da quel tempo a oggi ha osato tentare. Certo, c’è chi ha interesse a che una voce come quella di Cesare Battisti venga tacitata per sempre. Chi, per esempio, contribuì alle tragedie degli anni ’70 militando nelle file neofasciste o in quelle di organizzazioni clandestine quanto i Proletari armati per il comunismo - chiamate Gladio o Loggia P2, e sospettate di un numero impressionante di crimini. Chi fa oggi della xenofobia la propria bandiera. In una parola, una gran parte del governo italiano attuale. '''Isole nella Rete - Caradonna : 3000 - 0''' Nel novembre del 2000 Giulio Caradonna, ex onorevole del MSI, chiede a Isole nella Rete di rimuovere un dossier sull'antifascismo da uno dei siti ospitati dal server, affermando la falsita' delle informazioni in esso contenute circa la sua partecipazioni ad azioni squadriste. Dal rifiuto del collettivo di Isole nella Rete nasce una causa con una richiesta di risarcimento di 250 milioni di vecchie lire e che presenta gravi implicazioni sul diritto alla memoria e sulla liberta' di espressione. Con la sentenza del 19 gennaio 2004, il tribunale di Roma, respinge la richiesta di Caradonna e lo condanna al risarcimento di 3000 euro di spese processuali, sancendo la vittoria di Isole nella Rete in questo importante passaggio in difesa della liberta' di espressione e dei valori antifascisti. |
Line 75: | Line 93: |
The protests, the first major demonstrations since | = Approfondimenti vari = |
Line 77: | Line 95: |
Saddam Hussein was ousted earlier this year, come as the United States tries to gain international help in rebuilding Iraq. LONDON - Thousands of protesters demanding an end to the occupation of Iraq took to the streets Saturday in London, Athens, Paris and other cities around the world, chanting slogans against the United States and Britain. The protests, the first major demonstrations since Saddam Hussein was ousted earlier this year, come as the United States tries to gain international help in rebuilding Iraq. The demonstrations were organized in each country by local activist groups that have informal contacts with each other. Demonstrators march down Piccadilly, London, September 27, 2003. Thousands marched to Trafalgar Square in a protest against the Allied invasion of Iraq, in a demonstration organised by the Stop the War Coalition. London's was the biggest protest, drawing 20,000 people. Demonstrators turned out in a dozen other countries, including South Korea and Egypt. "No more war. No more lies" proclaimed a banner pinned to the pedestal of Nelson's Column in London's Trafalgar Square, where demonstrators rallied after a march through the city. People of all ages, from gray-haired couples to toddlers in strollers, joined the orderly stream of protesters marching from Hyde Park. Some young marchers chanted, "George Bush, Uncle Sam, Iraq will be your Vietnam!" "I don't believe the war with Iraq was right and the proof is we haven't found any weapons of mass destruction," London protester Emma Loebid, 20, said. "I think they should hand Iraq back to the Iraqis and get the troops out." Demonstrators, including those in London, also added the Palestinian cause to their campaign. Some 3,000 people marched in Paris, where a wide banner read, "American Imperialism: Take your bloody hands off the Middle East." Others held posters that read "Wanted: George W. Bush War Criminal." In Beirut, thousands of Lebanese and Palestinian protesters demanded that U.S. forces leave Iraq and that Israel to stop its attacks in the Palestinian territories. Yasser Arafat, the Palestinian leader, addressed the crowd by phone from his headquarters in the West Bank city of Ramallah. "Together with you until victory and together until (we liberate) Jerusalem," Arafat said, his voice blaring over loudspeakers. Outside the U.S. Embassy in Athens, demonstrators hurled bottles and yogurt at riot police. About 3,000 protesters, chanting "Occupiers Out" and "Freedom for Palestine," joined the rally. Protests were also staged in other parts of Greece and on island of Crete, outside an American naval base at Souda Bay. The base supports the U.S. 6th Fleet and spy planes. In Spain, thousands of people carrying anti-war banners, banging drums and wearing white smocks marched through the streets of Madrid, Barcelona, Seville and Malaga. "Oil kills," read a banner in Madrid. In Seoul, thousands of activists protested a U.S. request to send South Korean troops to Iraq. Protesters chanted "No war!" and carried banners saying "End the occupation in Iraq" and "Oppose a plan to dispatch S. Korean combat troops to Iraq" Some 4,000 protesters in the Turkish capital, Ankara, shouted slogans and unfurled banners to support the Palestinian cause and demand an end to the U.S.-led occupation of Iraq. Hundreds more gathered at a similar rally in Istanbul and burned American and Israeli flags. In downtown Cairo, about 50 political activists and journalists staged a peaceful protest against Israeli attacks and the U.S.-led occupation. In Warsaw, 100 young people protested the Polish military presence in Iraq, marching with banners saying "Down with the global U.S terrorism" and "We don't want to occupy with Bush." An estimated 1,200 demonstrated in Brussels, while about 400 people marched through downtown Berlin. In Stockholm, police said about 250 people staged a demonstration. Opposition to the war has always been strong in Britain. Several large peace protests were held during the war, though none matched a huge rally on Feb. 15, before the conflict began, when between 750,000 and 2 million people marched through central London. Now, questions about Prime Minister Tony Blair's tactics in trying to win public support before invading Iraq have left his government struggling through its worst crisis. The ruling Labor Party is still well ahead of the opposition in opinion polls, but the public's faith in the government and in Blair has eroded. A new poll taken Sept. 11-16 and published Saturday in The Financial Times found 50 percent of those questioned said Blair should step aside. The newspaper did not give the sample size or margin of error. The London protest Saturday was timed for the eve of the governing party's annual conference for "maximum political impact," said Andrew Burgin, spokesman for Stop the War Coalition, one of the rally's organizers. Campaign for Nuclear Disarmament, another organizer of Saturday's march, said a big demonstration would send a strong message to the government that the public did not condone what it called "lies" used to justify the war. Twenty-year-old Liban Kahiye, also in London, said, "I don't believe British and American troops should still be in Iraq. Everyday you hear stories of innocent people being killed that's not justice." |
Lunedì 8 marzo... giornata della donna
Rassegna Stampa
dall'indirizzo http://www.ansa.it/rubriche/rassegna/rassegnaoggi.shtml è possibile vedere e leggere le prime pagine di tutti i quotidiani andando al link della rassegna stampa della camera dei deputati oppure a partire dalle 12 sono disponibili tutti i quotidiani di oggi on-line
GR ORE 13.30
Madrid
Circa 170 persone sono morte e 592 sono state ferite in una serie di attentati esplosivi contro le stazioni di treni pendolari di Atocha, El Pozo e Sant'Eugenia, nel centro di Madrid, attribuiti dalle autorita' all'Eta. Le esplosioni si sono susseguite a breve distanza di tempo fra le 7.30 e poco dopo le 8.00 (ora locale italiana).
- Le autorita' hanno sospeso i treni in tutta la rete di periferia, nonche' nella prima linea della metropolitana madrilena.
La polizia spagnola sta ricercando due individui che, secondo alcuni testimoni, sarebbero saliti e scesi da vari treni pendolari in una stazione a nordovest di Madrid tra le 7.00 e le 7.10, e che potrebbero essere i terroristi che hanno lasciato le cariche esplosive. Secondo una rapporto dell'Europol, gli attentati erano stati previsti.
Madrid 2
- Gli attentati di Madrid non sono stati rivendicati, ma il portavoce del governo Eduardo Zaplano ha subito chiamato in causa i separatisti baschi dell'Eta, accusandoli aver compiuto 'un'omicidio di massa, un massacro, un chiaro attentato contro la democrazia'.
Il capo del governo regionale basco, il nazionalista moderato Juan Jose' Ibarretxe, ha avuto parole di fuoco per l'organizzazione del separatismo armato. Tutti i principali partiti hanno sospeso la campagna elettorale per le elezioni politiche di domenica. Mariano Rajoy, candidato del Partito popolare a succedere a Aznar, ha detto che se eletto "dara' la caccia ai terroristi finche' non li catturera' ". Arnaldo Ortegi,dirigente di Batasuna ha detto, invece, di rifiutarsi di pensare che gli attentati di Madrid siano opera dell' Eta, attribuendone la responsabilita' alla resistenza araba.
palestina
Sono sei i palestinesi uccisi ieri dai militari israeliani in due diverse azioni in Cisgiordania. Un commando israeliano ha ucciso cinque militanti delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa a Jenin in quella che è sembrata una operazione mirata. Un sesto palestinese è stato ucciso in un vicino campo profughi. I cinque uomini erano su una Toyota che è stata crivellata di pallottole, secondo testimoni. L'esercito israeliano afferma che i cinque uomini erano implicati in precedenti azioni terroristiche e che si stavano accingendo a commetterne un'altra quando sono stati intercettati. Secondo i media israeliani, i cinque stavano per attaccare un insediamento israeliano. Nel campo profughi di El Aroub, vicino a Jenin, i soldati israeliani hanno ucciso un palestinese che stava lanciando una bomba artigianale, secondo l'esercito e testimoni. Il palestinese aveva quindici anni, secondo quanto hanno riferito i medici.
Palestina
Nelle prime ore di questa notte truppe israeliane sono entrate a Ramallah, in Cisgiordania, per un'operazione militare. Lo ha comunicato l'esercito israeliano. Prima dell'incursione, le truppe israeliane hanno circondato la città cisgiordana per impedire attacchi palestinesi. Una ventina di palestinesi sono stati arrestati questa notte nei territori occupati dalla forze di sicurezza. Lo ha annunciato poco fa la radio israeliana,
gb
La polizia britannica ha liberato tutti gli ex detenuti rilasciati dal campo di Guantanamo a Cuba dove erano prigionieri degli americani da circa due anni. I cinque ex detenuti non saranno oggetto di alcuna incriminazione. La polizia ha detto di aver deciso in accordo con i procuratori di liberare senza accuse anche l'ultimo dei cinque e di aver organizzato di trasferirli in localita' di loro scelta. Un primo ex detenuto - i cinque sono rientrati in Gran Bretagna martedi' dopo essere stati liberati dagli Stati Uniti - era stato rilasciato subito dopo l'arrivo in Gran Bretagna. Gli altri quattro lo sono stati successivamente dopo essere stati interrogati. La loro liberazione potrebbe causare problemi al governo del premier Tony Blair, al quale molti chiederanno di rendere conto del perche' ci sono voluti due anni affinche' lo stretto alleato Washington liberasse i detenuti inglesi quando poi la polizia non li ha neanche incriminati. Nel campo prigione per sospetti terroristi di Guantanamo, dove sono detenute dagli Stati Uniti circa 650 persone di 42 paesi in gran parte catturate in Afghanistan, ci sono ancora quattro prigionieri britannici che gli Stati Uniti ritengono piu' pericolosi dei cinque liberati.
Assoluzione augusta
ATTIVISTI ASSOLTI PER I FATTI DELLAUGUSTA MA IL TENTATIVO DI CRIMINALIZARE I MOVIMENTI NON SI FERMA
Ieri, Mercoledì 10 Marzo, il Tribunale di Benevento ha assolto in primo grado 25 attivisti imputati dellaccusa di sabotaggio industriale ai danni della multinazionale Augusta, produttrice di elicotteri da combattimento. I fatti contestati risalgono ad un iniziativa del 1999 contro lo stabilimento in solidarietà con il popolo Curdo e per la liberazione del presidente del PKK Ochalan, arrivato in Italia per chiedere asilo politico, costretto ad abbandonare il paese e, in seguito, arrestato e rinkuiso nelle carceri turche. In seguito alle iniziative di contestazione che si svilupparono nei confronti dell Augusta a livello nazionale, la società multinazionale italiana perse la commessa di diverse decine di elicotteri militari destinati alle forze armate turche ed utilizzate contro la popolazione curda. A aprtire dalle 12 gioranta di informazione presso il laboratorio occupato Ska di napoli, con microfoni aperti a radiolina.
Officina senz'acqua
Dopo i numerosi attacchi di tipo mediatico e il distacco della corrente elettrica, tagliata anche la fornitura idrica al centro sociale officina99. Questa mattina alcuni attivisti del centro, insieme con i disoccupati di Via Rosaroll, hanno compiuto una azione sotto la sede centrale dell'enel, per rivendicare il diritto all'esistenza degli spazi sociali. Gli attivisti hanno simbolicamente "oscurato" l'ingresso dell'edificio con un maxi striscione nero e sono saliti in delegazione per contestare l'accanimento con cui sono avvenuti i vari interventi dell'enel. Per la settimana prossima rassegna di iniziative nel centro.
spazio indy 11.3
benetton prepara nuovo sgombero in patagonia
spazio comunicazione indypendente
Con dax nel cuore
'Audio del primo collegamento fuori l'ospedale san paolo'
Un anno fa, il 16 marzo del 2003, in via Brioschi a Milano tre compagni dell'ORSO venivano aggrediti da un gruppetto di fascisti. Nell'aggressione Davide Dax Cesari viene ucciso e gli altri due attivisti vengono feriti. I compagni accorsi all'ospedale per conoscere le condizioni degli aggrediti vengono assaliti dalla polizia e dai carabinieri che presidiano l'ospedale San Paolo, inseguiti fin dentro le corsie e massacrati in strada. Alla macchina della disinformazione di Questura, Amministrazione e media mainstream, si contrappone lo sforzo che da un anno i compagni e le compagne di Dax stanno facendo per non lasciare che la verita' sia dimenticata: controinchieste, iniziative e documentazione. A un anno dall'assassinio di Dax, 5 giorni di mobilitazioni, incontri, assemblee.
Cesare Battisti
Alle 14 del 3 marzo 2004 l'equivalente francese del nostro Tribunale della libertà ha concesso a Cesare Battisti la libertà provvisoria. Cesare non è costretto ad attendere in galera la decisione della Chambre d'accusation se concedere o meno l'estradizione in Italia. Tale decisione (ironia del calendario!) verrà presa il 7 aprile 2004, che è il venticinquennale dell'inizio di una delle istruttorie più vergognose dell'Italia emergenziale. L’intera giunta comunale di Parigi è uscita dal municipio con la sciarpa tricolore a tracolla, alla guida di un corteo che è arrivato fino al tribunale. Intanto si è appreso che già il 20 maggio 2003, dietro pressione del governo italiano, il guardasigilli francese aveva presentato al Procuratore generale una richiesta di estradizione, concernente Battisti e altri due rifugiati. Il 4 dicembre 2003 il Procuratore aveva annunciato al ministero l’archiviazione della pratica. Tuttavia non c’è da essere troppo ottimisti, visto l’accanimento del governo francese su insistenza di quello italiano (sono di ieri le pressioni indebite esercitate in Francia su uno dei promotori del manifesto dei 430 intellettuali, poi saliti a 500). Cesare Battisti, ex leader dei proletari armati, era stato arrestato il 10 febbraio scorso, rifugiato in Francia ormai da quattordici anni. Su di lui pende una domanda di estradizione presentata dal governo italiano, sulla base di una condanna pronunciata in contumacia oltre un ventennio fa. E’ bene ricordare che a Cesare Battisti fu concesso asilo politico solo dopo che un magistrato francese ebbe vagliato le "prove a suo carico", e le ebbe giudicate contraddittorie e "degne di una giustizia militare". A Battisti erano stati addossati tutti gli omicidi commessi da un’organizzazione clandestina a cui era appartenuto negli anni ’70, anche quando circostanze di fatto e temporali escludevano una sua partecipazione. Dal momento della sua fuga dall’Italia, prima in Messico e poi in Francia, Cesare Battisti si è dedicato a un’intensa attività letteraria, centrata sul ripensamento dell’esperienza di antagonismo radicale che vide coinvolti centinaia di migliaia di giovani italiani e che spesso sfociò nella lotta armata. La sua opera è nel suo assieme una straordinaria e ineguagliata riflessione sugli anni ’70, quale nessuna forza politica che ha governato l’Italia da quel tempo a oggi ha osato tentare. Certo, c’è chi ha interesse a che una voce come quella di Cesare Battisti venga tacitata per sempre. Chi, per esempio, contribuì alle tragedie degli anni ’70 militando nelle file neofasciste o in quelle di organizzazioni clandestine quanto i Proletari armati per il comunismo - chiamate Gladio o Loggia P2, e sospettate di un numero impressionante di crimini. Chi fa oggi della xenofobia la propria bandiera. In una parola, una gran parte del governo italiano attuale.
Isole nella Rete - Caradonna : 3000 - 0
Nel novembre del 2000 Giulio Caradonna, ex onorevole del MSI, chiede a Isole nella Rete di rimuovere un dossier sull'antifascismo da uno dei siti ospitati dal server, affermando la falsita' delle informazioni in esso contenute circa la sua partecipazioni ad azioni squadriste. Dal rifiuto del collettivo di Isole nella Rete nasce una causa con una richiesta di risarcimento di 250 milioni di vecchie lire e che presenta gravi implicazioni sul diritto alla memoria e sulla liberta' di espressione. Con la sentenza del 19 gennaio 2004, il tribunale di Roma, respinge la richiesta di Caradonna e lo condanna al risarcimento di 3000 euro di spese processuali, sancendo la vittoria di Isole nella Rete in questo importante passaggio in difesa della liberta' di espressione e dei valori antifascisti.