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= Giovedì 5 febbraio = = Giovedì 4 marzo =
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     12:00- 13:00 rassegna stampa >> - rs & gr (massimo e URGE SUPPORTO PER MASSIMO SENNO' LA ZANZA DOVRA'
RINUNCIARE A DUETTARE CON GAROGNO NELLO SPAZIO INDYP E NON VUOLE...)
>> - trx musicale???? (...)SE QUESTA RESTA VUOTA ANTICIPIAMO TUTTO DI UNA
MEZZ'ORA??
>> - spazio comunicazione indypendente (Garogno e Zanza)
>>
>> - I spazio approfondimento su questioni ambientali locali: pignataro
>> maggiore (brina e alessandro)
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     13:30- 14:00 >> - II spazio approfondimento sull'apertura degli sportelli sul reddito
>> (mario e luca t.)
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     14:00- 16:00 resistenza hip-hop >> - trx america latina (freja e garabombo??)
>> - ...
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     16:00- 17:00/17,30 spazio informazione indipendente zanzara - 21-22,30 dubology
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     17,30/18,15
17:30-19:00 approfondimenti vari o trx.."VariAzioni (su Temi Vari)" : officina sotto attacco
     18,15/19,00

      19:00 -20:00 tuvuofalamericano: antipsichiatria

     20:00 - 21:00 cinghiology

     21:00- 22:30 dubology

     22.30- 00 wos-oldies
- 22,30 oldies ;))
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'''Irak'''
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'''no all' alca''' Ancora la polizia irachena presa di mira in Irak: stamane sono stati sparati almeno cinque colpi di mortaio contro un commissariato a Mosul, che hanno causato il ferimento di tre persone tra i quali un poliziotto. Secondo fonti locali, i miliziani hanno sparato una raffica di colpi, colpendo il commissariato, la strade adiacente e una moschea vicina, prima di fuggire in auto. La polizia ha circondato l'area per ispezionarla. Le forze di polizia sono accusate di collaborazionismo con le truppe americane.
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Sono oltre 800 i delegati provenienti da tutta l’America Latina, ma non solo, che da oggi partecipano all’Avana al terzo ‘Incontro mondiale’ di lotta contro l’Area di libero commercio continentale (Alca), appoggiata dagli Stati Uniti ma osteggiata praticamente da tutti i governi sudamericani. I partecipanti rappresenteranno tutto il continente, con una maggiore presenza da Messico, Canada, Brasile, Stati Uniti e Venezuela; all’incontro, che durerà fino al 30 gennaio, è previsto, tra l’altro, anche l’intervento di delegati provenienti da altri Paesi tra cui Francia, Italia e Germania. Secondo Osvaldo Martinez, presidente della commissione organizzatrice e responsabile della commissione economica del parlamento cubano, la battaglia per fermare l’introduzione di un modello di mercato neo-liberista patrocinato da Washington e dalle grandi multinazionali “è entrata in una fase decisiva”. Da questo incontro, ha auspicato Martinez “dovrà emergere l’accordo tra i movimenti sociali che si collocano nel cartello dell’Alleanza continentale” decisa a dire no all’Alca, un mercato unico potenziale di circa 800 milioni di persone, dall'Alaska alla Terra del Fuoco. Ieri, proprio all’Avana, il patriarca ortodosso di Costantinopoli Bartolomeo I, arrivato nell’isola caraibica per consacrare la nuova cattedrale di San Nicolas de Mira costruita per volontà personale di Fidel Castro, ha espresso una netta condanna del blocco economico attuato dagli Usa contro Cuba, definendolo un “errore storico”. '''Immigrazione'''

E' scontro aperto in Gran Bretagna tra l'ordine giudiziario e il governo Blair sul nuovo progetto di riforma dell'immigrazione. Il giudice della Camera dei Lords, Lord Woolf, ha criticato il tentativo di bloccare la revisione da parte delle corti britanniche della decisione di esiliare i profughi, definendolo "fondamentalmente in conflitto con la legge". Il giudice ha sottolineato che "l'immigrazione e l'asilo coinvolgono la sfera dei diritti umani" e che "la risposta del governo e della Camera dei lord al coro di critiche alla clausola 11 chiarirà allo stesso tempo se la nostra libertà potrà essere al sicuro nelle loro mani anche con una costituzione non scritta".

'''Haiti'''

La situazione ad Haiti rimane instabile, nonostante la presenza di un migliaio di marines statunitensi e di diversi soldati e poliziotti francesi. Una sparatoria è avvenuta ieri tra i ribelli e le "chimere", i sostenitori armati di Aristide, nella bidonville di La Salines, roccaforte del presidente haitiano destituito. Nella zona non sono stati visti militari stranieri. Secondo Radio Metropole, tre persone sarebbero state uccise durante questi scontri. Quattordici delle quindici nazioni della Comunità dei Caraibi (Caricom) hanno rifutato di mandare una forza di pace ad Haiti, in aperto contrasto con la risposta dei Paesi occidentali alla rivolta contro il presidente Jean-Bertrand Aristide. Il primo ministro giamicano P.J. Patterson ha dichiarato che la Comunità dei Caraibi è rimasta "profondamente delusa" dal coinvolgimento degli "alleati occidentale" nella precipitosa partenza di Aristide. A nome dei quindici Paesi della Caricom, il premier ha sostenuto che l'Onu ha ignorato i suoi appelli ad inviare una forza di pace per ristabilire l'ordine nell'isola caribica. Aristide ha lasciato il Paese domenica, con i ribelli a pochi chilometri di distanza dalla capitale Port-au-Prince dopo una settimana di tumulti. L'ex presidente ha accusato i marines di averlo costretto a fuggire. "Alle circostanze attuali, i leader non prevedono la loro partecipazione alla forza multinazionale di pace autorizzata dalle Nazioni Unite". I Paesi Caricom hanno inoltre richiesto un'inchiesta internazionale indipendente sulla partenza di Aristide.

'''Palestina'''

Il governo israeliano consentirà a una donna palestinese espulsa nella Striscia di Gaza di tornare nella sua casa in Gisgiordania. Lo hanno reso noto fonti militari di Gerusalemme. Intisa Ajouri, di 29 anni, confinata nella Striscia di Gaza nel settembre 2002 per un periodo di due anni, potrà far ritorno in anticipo nella sua abitazione perche' non rappresenta più una minaccia per lo stato ebraico. Intisa e suo fratello Kifah furono i primi di ventisette palestinesi espulsi perche' accusati dall'esercito di aver aiutato un altro loro fratello, Ali, a preparare un attacco suicida. Secondo i militari, la donna aveva cucito esplosivi sulle cinture indossate da due militanti durante un attacco nel luglio 2000. Intisa Ajouri ogni sei mesi aveva il diritto di chiedere la revisione della sua espulsione e un tribunale militare ha stabilito che non rappresenta più una minaccia.

'''Bolivia'''

La Bolivia “non può accettare una sovranità funzionale” su un corridoio che le consenta di accedere all’Oceano Pacifico. Lo ha detto alla stampa Evo Morales, leader dell’opposizione e dei produttori di coca boliviani, in risposta al ministro degli esteri di La Paz, Ignacio Siles, che aveva notato come “la sovranità funzionale” possa essere la soluzione “meno conflittuale” per rispondere alle esigenze boliviane senza, per questo, rischiare di innescare un conflitto con il Cile, Paese che dovrebbe garantire sul suo territorio nazionale un corridoio a La Paz, che nel 1879 ha perso ogni sbocco al mare. Secondo Morales, Siles “tradirebbe il suo popolo” se solo sollecitasse Bolivia e Cile a raggiungere un accordo del genere, il cui scopo principale sarebbe esportare il gas boliviano all’estero per favorire l’ingresso di valuta pregiata con la quale finanziare il forte debito nazionale. Da anni La Paz rivendica uno sbocco sull’Oceano Pacifico, perso nel 1879 in seguito alla sconfitta militare patita nella guerra contro il Cile, sancita nel trattato di pace e d’amicizia del 1904. La Bolivia vuole la sovranità su un lembo di territorio e sulle strutture portuali che permetterebbero al commercio del Paese andino di aprirsi al resto del mondo, ma il Cile è disposto a parlare al massimo del prestito con usufrutto dell’eventuale corridoio concesso.

'''Venezuela'''
La coalizione d’opposizione della ‘Coordinadora democrática’ (Cd), che raccoglie tutte le forze contrarie al presidente della Repubblica Hugo Chávez, è divisa al suo interno sull’utilità e la convenienza di continuare le trattative con il Consiglio nazionale elettorale (Cne) sul processo di verifica delle circa 800mila firme per chiedere la convocazione di un referendum revocatorio del capo dello Stato considerate dubbie, quindi non ammesse. Una parte della Cd è d’accordo sulla necessità di continuare le trattative per concordare con il Cne un periodo più lungo delle 48 ore concesse per portare gli autori delle firme dubbie nei circa 2.700 uffici del Consiglio elettorale dislocati nel Paese così da confrontare i nominativi, i dati, le impronte digitali e gli autografi delle persone con quelle raccolte dalla ‘Coordinadora’. Una posizione, questa, che contrasta sia con il rifiuto iniziale della Cd, espresso lo scorso 25 febbraio, di prevedere un processo di verifica delle firme, sia con la posizione di una metà circa dei componenti la coalizione ‘anti-chavista’, e in particolare con quella espressa dall’ex candidato presidenziale (sconfitto da Chávez nel 1998) Henrique Salas Romer, secondo cui le firme raccolte dall’opposizione “non sono negoziabili”. “Se ci poniamo mollemente e cominciamo a negoziare con diritti che non sono i nostri” ma dei cittadini, “complicheremo le cose” ha detto Romer, ex governatore, tra i più duri oppositori del presidente della Repubblica e potenziale candidato in caso di elezioni presidenziali anticipate. Mentre la Cd decide al suo interno il da farsi, i suoi sostenitori continuano a stazionare nelle strade delle principali città del Paese, a cominciare da Caracas, sebbene non si siano più registrati gravi episodi di violenza, dopo i ripetuti scontri dell’ultima settimana tra manifestanti e polizia, costati la vita ad almeno sei persone e che hanno lasciato sul campo non meno di una cinquantina di feriti. Su 3.086.013 firme depositate presso il Cne dalla Cd lo scorso dicembre, il Consiglio nazionale elettorale ne ha considerate valide ieri solo 1.832.493; quelle considerate dubbie sono più di 800mila. Il capo dello Stato ha fatto sapere che, se la Cd raggiungerà l’accordo con il Cne e i circa 600mila cittadini richiesti si presenteranno negli uffici competenti per fare i controlli di legge sui loro autografi, il referendum sarà senz’altro convocato

'''Magistrati'''
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'''iran'''

Rischia di inasprirsi lo scontro istituzionale in Iran: la maggioranza riformista del Parlamento di Teheran ha approvato ieri un 'emendamento d'emergenza' alla legge elettorale, nel tentativo di impedire la bocciatura di 3600 su ottomila candidati alle elezioni del 20 febbraio da parte del ‘Consiglio dei guardiani della rivoluzione’, l’organismo controllato dai conservatori. Secondo il quotidiano riformista ‘Yas-e-no’ i ‘Guardiani’ avrebbero già deciso il loro veto al provvedimento, giudicandolo "contrario all’Islam e ad alcuni articoli della Costituzione", ma l'agenzia di stampa iraniana Irna, fino a notte inoltrata, non aveva dato notizia del veto. Il provvedimento approvato dal Parlamento prevede l’impossibilità per i 12 ‘guardiani’ – tutti clerici e giuristi islamici - di censurare un candidato già dichiarato eleggibile in passato; per respingere una candidatura, anche i casi eccezionali - come per chi commette delitti o crimini - dovranno essere certificati da motivazioni giuridiche. Negli ultimi giorni la polemica si è infiammata, fino al punto che molti esponenti del governo riformista del presidente Mohammed Khatami hanno minacciato le proprie dimissioni.
Il Comitato direttivo centrale dell'Anm - nel documento appena approvato per acclamazione - ha deliberato di "sospendere lo sciopero proclamato per i giorni 11 e 12 marzo insieme alle iniziative collegate.
Il Cdc, fermo restando lo stato di agitazione, rimane convocato in via permanente per esaminare gli sviluppi della situazione, fissando la prosecuzione dei lavori sulla riforma dell'ordinamento giudiziario non oltre il prossimo 2 aprile".
Il documento del Cdc sottolinea inoltre di essere giunto alla decisione di sospendere l'astensione dal lavoro in quanto "si sono manifestate apprezzabili dichiarazioni di disponibilità, da parte del governo e delle forze politiche di maggioranza, a prendere in considerazione le osservazioni critiche e le proposte formulate dalla magistratura associata".
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'''iraq''' '''LAVORO'''
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 Il vicepresidente dgli Stati Uniti,
Dick Cheney, in visita in Italia, ha confermato oggi,
incontrando i rappresentanti del Senato su invito del
presidente Marcello Pera, che la transizione per trasferire i
pieni poteri al governo iracheno sara' compiuta entro giugno.
''Mese dopo mese gli iracheni stanno assumendo sempre
maggiore responsabilita' per la propria sicurezza e il
proprio futuro - ha detto Cheney - stiamo lavorando in
collaborazione con il nuovo consiglio governativo dell'Iraq
per preparare l'avvio alla transizione verso una piena
sovranita' irachena entro la fine di giugno''. ''Gli iracheni
stanno preparando una nuova legge fondamenale che garantira'
alcuni diritti fondamentali - ha aggiunto il numero due
dell'amministrazione americana - noi saremo al loro fianco e
continueremo a sacrificarci per garantire la loro sicurezza,
fino a che non avremo finito quel lavoro''.
 



'''csm'''

Il Csm interverra' a difesa della magistratura e dei singoli magistrati a cui ha fatto riferimento il presidente del Consiglio sabato nel suo intervento alla manifestazione per il decennale di Forza Italia.
Tutti i 16 componenti togati e i laici di centro-sinistra presenteranno infatti oggi al Comitato di presidenza di Palazzo dei marescialli la richiesta di apertura di una ''pratica a tutela''.
Il vice coordinatore di Forza Italia ha criticato l'iniziativa dei magistrati: ''speriamo che evitino -ha detto- il vicolo cieco dello scontro istituzionale''. Per il Polo si tratta di un atto illegittimo.

'''pensioni'''
'Non appena il Senato terminera' la discussione sulla riforma costituzionale comincera' quella sulle pensioni'. Cosi' il ministro Maroni. 'Abbiamo rallentato l'iter parlamentare della delega solo per riaprire il confronto con il sindacato che ce l'aveva chiesto - ha spiegato il titolare del Welfare -. Ci siamo visti durante le vacanze di Natale con il sindacato, su loro richiesta, per prendere atto delle loro proposte: alcune di queste verranno probabilmente accolte'.


'''parmalat'''

Un buco di 14 mila e 300 milioni di euro. Sono le cifre dell'indebitamento netto al 30 settembre dello scorso anno, accertato dai nuovi revisori della Price Waterhouse Coopers.

Sono cifre molto diverse rispetto a quanto comunicato nei mesi scorsi da Parmalat Finanziaria quelle che compaiono nella bozza del rapporto sulla situazione economica e finanziaria del Gruppo messa a punto da PriceWaterhouseCoopers.
In particolare, nel rapporto è contenuta una stima dei ricavi e della redditività dell'esercizio 2002 e dei 9 mesi al 30 settembre 2003, oltre a una stima dell'indebitamento dei primi 9 mesi del 2003. I dati ricalcolati da PWC sono "rettificati da operazioni non documentate e passività non registrate".


Per quanto riguarda le indagini nel pomeriggio nuovo interrogatorio per Calisto Tanzi, mentre si aspettano i risultati dell'autopsia di Alessandro Bassi, il contabile di Parmalat che nei giorni scorsi si è gettato da un ponte.
Oggi, la difesa di Franco Gorreri, il primo bancario arrestato nell'inchiesta, ha chiesto gli arresti domiciliari per l'ex presidente di Monte Parma, sotto inchiesta per la sua attività di consigliere nel cda del gruppo.

'''alitalia'''

 Nuove mobilitazioni oggi all'aeroporto di Fiumicino e a Roma davanti al Ministero dei Trasporti da parte dei lavoratori, che chiedono la ripresa delle trattative sulle proposte dei Sindacati del trasporto aereo contro il piano industriale illustrato dalla compagnia.
A Fiumicino i sindacati continuano a emettere comunicati nei quali invitano a «continuare tutti uniti le mobilitazioni contro il piano Mengozzi». «Uscire dal Gruppo Alitalia e vivere una vita isolata nella futura "azienda X" significa essere divisi dagli altri e meno forti sindacalmente e contrattualmente - si legge in un documento del Sult-Comparto Gestione Aeroportuali - Chi ci garantisce poi che il gruppo Az o la futura Skyteam continueranno a chiedere alla nostra azienda di gestire i loro servizi di handling? Ricordiamo a tutti che oggi con le normative di legge attuali, nessuno ci garantirebbe l'assunzione in un'altra azienda e quando semmai questo avvenisse, nessuno assicurerebbe i diritti acquisti. Per questo il Sult fa appello a tutte le organizzazioni sindacali per respingere con forza questo progetto, da cui emergono solo rischi e nessuna opportunità, un progetto troppo simile a tutte le fallimentari scelte che questa dirigenza ci ha regalato da anni».
Sulla stessa linea anche il Cub Trasporti di Fiumicino che dice un no assoluto al progetto di ridimensionamento e smantellamento del gruppo e un no assoluto agli esuberi.
E sempre oggi ci sarà un nuovo incontro in Campidoglio tra i vertici di Regione, Provincia e Comune e le organizzazioni sindacali per l'esame della vertenza Alitalia.

'''reddito di cittadinanza'''

(ASCA) - Napoli, 26 gen - Domani, martedi' 27 gennaio,
dalle 15 alle 21, e' convocato il Consiglio regionale
della Campania in seduta ordinaria. Nutrito l'ordine del
giorno. In particolare, il parlamentino campano dovrebbe
riuscire a discutere e ad approvare il disegno di legge
che autorizza la Giunta all'esercizio provvisorio del
Bilancio 2004; l'Aula dovrebbe quindi procedere alla
votazione finale della legge per l'istituzione (in via
sperimentale, per tre anni) del cosiddetto Reddito di
cittadinanza, ovvero misure di sostegno alle famiglie
residenti in Campania con reddito annuo inferiore ai 5mila
euro. Domani, in apertura di seduta, e' prevista anche una
comunicazione del presidente Bruno Casamassa riguardante
l'elezione del presidente e dei componenti del
Corecom-Campania. Il Consiglio regionale della Campania e'
stato convocato in seduta straordinaria, per proseguire
l'esame del nuovo Statuto regionale, nei giorni di
mercoledi' 28 e giovedi' 29, sempre dalle ore 15 alle ore
21.
ROMA - Nel 2003 nelle grandi imprese sono stati persi 21mila posti di lavoro (-1,1%) rispetto al 2002. Lo rende noto l'Istat precisando che il calo complessivo dell'occupazione e' dovuto ad una diminuzione di 24.000 posti nell'industria, cui fa da magro contrappeso un aumento di 3.000 posizioni lavorative nei servizi.
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'''Il WEF di Davos''' '''Antifa in piazza'''
Line 123: Line 73:
da indy svizzera http://switzerland.indymedia.org/it/ 06 marzo 04 ore 15
Line 125: Line 75:
Il World Economic Forum (WEF) è una fondazione privata, con sede a Ginevra.
Ne sono membri le 1.000 multinazionali più ricche; infatti la discriminante per poterne fare parte è fatturare almeno un miliardo di dollari all'anno. È la lobby di imprese più potente del mondo, il cui fine supremo è la massimalizzazione del profitto.
Sabato a SS Apostoli alle 16.30 l'ass. Uomo e Libertà di Giachini, legale di Priebke manifesterà per chiedere la grazia del boia delle Fosse Ardeatine.
Tra i relatori della suddetta manifestazione ci sono gli onorevoli Taormina e Serena.
La Roma democratica e antifascista si vedrà tra piazza San Marco e la scalinata del Campidoglio alle 15 dove ci sarrano i movimenti, l'anpi, la comunità ebraica, rifondazione...
Roma città medaglia d'oro alla Resistenza rifiuta questa gente.
nessuno spazio per fascisti e revisionisti.
Line 128: Line 81:
Il selezionatissimo cast di questo film dell'orrore che si ripete dal 1970, sono i membri dei consigli d'amministrazione e top managers di industrie, ai quali si aggiungono capi di Stato, scienziati, dirigenti mondiali dell'informazione di regime, pseudoartisti e qualche rappresentante di ONG. Quasi 3.000 partecipanti (solo il 5% non bianchi, uomini ed occidentali), tutt* onorat* del titolo di "global leaders", divinamente concesso dal fondatore e gran guru del WEF Klaus Schwab. E, come se non bastasse l'imponente militarizzazione del paese con 6.500 militari oltre alla polizia di tutti i cantoni e della Germania, tutt* chiaramente accompagnat* dalle guardie del corpo personali. '''Rimettiamoci in marcia per Genova'''
Line 130: Line 83:
L'incontro di Davos cambia nuovamente denominazione nel 1987 e diviene l'attuale World Economic Forum, un club al quale ciascun membro versa una tassa annuale di 12.500 Us$ (15.000 per le banche). Per poter farne parte, un azienda deve dimostrare di avere una cifra d'affari pari ad almeno un miliardo di dollari l'anno; le banche devono dimostrare di controllare un capitale pari ad almeno 1 miliardo di dollari. Oltre alla tassa annuale, le compagnie che inviano un proprio rappresentante al summit annuale, versano una quota di 9000fr svizzeri., hotel e vitto non compresi. Sono invece invitati politici e giornalisti....
Ogni anno viene costituito un comitato direttivo, allo scopo di pianificare i lavori del forum annuale.
http://italy.indymedia.org/archives/display_by_id.php?feature_id=1316
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A quasi tre anni dal G8, ci sono novità su tutti i fronti di inchiesta giudiziaria. La Cassazione ha deciso che devono essere giudicati a Genova i 73 poliziotti indicati dall'inchiesta come responsabili delle violenze del luglio 2001: il rinvio a giudizio dovrebbe essere imminente. Le testimonianze inedite di due agenti hanno cambiato il corso dell'indagine su Bolzaneto, che il pm si avviava a chiudere. Nel frattempo, è stata archiviata l'ultima accusa (associazione a delinquere) che pendeva sulle 93 persone massacrate alla scuola Diaz e il 2 marzo ci sarà la prima udienza del processo contro persone che erano andate a manifestare a Genova.
Sono una ventina, alcune con capi di accusa pesanti.
In base a foto e filmati di singoli episodi, 26 persone sono accusate di un reato contestato molto raramente in Italia: devastazione e saccheggio. La pena? tra 8 e 15 anni di carcere.
Si tratta di un’istruttoria "zoppa”, perchè separa la "gestione della piazza” dalle azioni dei cortei. Tutte le denunce e gli esposti su quello che decine di migliaia di persone hanno visto in quei giorni nelle strade di Genova sono state archiviate e dunque, come spiega l'avvocata Laura Tartarini: "Nessuno ha mai indagato- e a questo punto mai indagherà - sulla gestione dell'ordine pubblico”.
A partire dal 4 dicembre 2002, le persone che andranno a processo per le manifestazioni del G8 di Genova hanno subito, invece, ogni genere di misura cautelare. Il caso eclatante è quello di Gimmy, che si è fatto quasi un anno di galera, ma molte arrivano al processo con l'obbligo di firma. Mentre continuano ad arrivare aggiornamenti e novità sulle accuse contro la polizia, si scatenano a Genova dichiarazioni e polemiche. Contro 25 manifestanti si sono costituiti parte civile i ministeri dell'Interno, della Difesa, della Giustizia e la Presidenza del consiglio. L'ultima, inaspettata adesione al fronte dei vendicatori è arrivata dal comune di Genova. Una decisione approvata all'unanimità dalla giunta di centro-sinistra e definita dal sindaco "un atto dovuto", ma che ha causato la spaccatura con Rifondazione comunista e toni amari all'interno del partito stesso: due suoi assessori, Seggi e Taccani, hanno votato si' alla mozione della vergogna. Molti hanno ricordato che neppure la Provincia di Genova, anche se interessata da danneggiamenti, si è costituita parte civile. E che d'altronde lo stesso sindaco di Genova aveva sempre affermato che il vero danno alla città era quello morale. Alla vigilia del processo, il voltafaccia. Nel complesso, è uno scenario che fa temere condanne "esemplari": 26 persone rischiano di diventare il capro espiatorio di un intero movimento. Rimettiamoci in marcia per Genova.
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''resoconto del 24 a davos'' '''un anno dalla morte di dax'''
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(no da leggere direttamente) http://italy.indymedia.org/features/lombardia/#1367
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 Oggi pomeriggio, sabato 24 gennaio, si è svolta a Coira (Svizzera tedesca) la manifestazione che ha riunito circa 3'000 persone che si oppongono alle politiche neoliberiste del WEF. Il corteo è stato colorato e pacifico, le migliaia di persone scese in piazza da tutta la Svizzera e dagli stati confinanti (Italia, Francia, Germania) hanno espesso anche quest'anno il loro rifiuto deciso al vertice economico. Il corteo, aperto da uno striscione che recitava "reclaim the world, crack the wef", è partito verso le due accompagnato da slogan e dalla musica di due sound sistem. Al termine della manifestazione di Coira, gran parte dei partecipanti è salita su di un treno direzione Zurigo. E' a quel punto che sono iniziati i disordini: il treno è stato fermato a Landquart ed alcuni dimosranti si sono seduti sui binari per bloccare l'intera stazione; la polizia ha risposto con idranti , lacrimogeni, granate assordanti e proiettili di gomma. La situazione è tornata calma solo dopo diverse ore. Il pulman ticinese al suo rientro a Lugano si è fermato agli studi di T.S.I. e ne ha occupato l'atrio.| foto| Il tentativo, riuscito, era quello di parlare con i responsabili della redazione del telegiornale per riportare i fatti accaduti a Landquart, e nel resto della Svizzera, con interezza e senza la censura mediatica da loro adoperata nei servizi della giornata. '''tutti fatti di ritalin'''
Line 140: Line 97:

'''La manifestazione di sabato e ForzaNuova'''
i fatti pre- durante e dopo il corteo un po' li sappiamo e li possiamo raccontare a voce


chi sono i compagni d'avventura della Mussolini
dopo la svolta di fini che succede...
Peccato che i medici di Fini siano stati un po' precipitosi. O non abbiano consigliato al capo una maggior cautela. Il Cavaliere, infatti, sta magicamente meglio (miracoli di Arcore), l'operazione restyling avrebbe potuto svolgersi con più calma, l'atterraggio nelle sconosciute lande della democrazia un momentino più morbido. Tanto, per evitare a qualcuno, come il fido Ignazio La Russa, di dover dichiarare quello che mai un nero e duro come lui avrebbe immaginato in vita sua (chissà che dosi di Maalox); o a un altro gerarca, come il presidente del Lazio Francesco Storace, di esibirsi da provetto parapendista per trovar la via di "restare nella An che ho fondato anche io, nonostante tutto".
Lei no. Punta nel cognome e nell'orgoglio, l'Alessandra nazionale ha subito sbattuto la porta e mandato Fini e compagni (quali camerati e camerati) a quel paese. Predappio, per non dimenticare la 'storia'. E così, sotto l'albero di Natale, comincia l'avventura di quattro amici al Nar: Alessandra Mussolini, Luca Romagnoli (l'erede di Pino Rauti e della sua Fiamma Tricolore), Adriano Tilgher (a bordo del Fronte Nazionale) e Roberto Fiore (in sella a Forza Nuova). Li segue a ruota il 'consigliere politico' Michele Rallo, ex parlamentare siculo e fondatore dei Gan (Gruppi di Azione Nazionale).
Vediamo allora chi sono i fascisti tutti d'un pezzo che hanno deciso di dar vita alla Cosa Nera, ovvero Libertà d'azione, che già pregusta un 2,5, forse anche un 3 per cento alle prossime europee.

''Luca Romagnoli e Pino Rauti''
 
Un tipo chic e kick, Romagnoli (secondo altri, semplicemente kitsch), il conducador capace di portare la Fiamma ai suoi più alti livelli, il figlioccio di Pino Rauti, l'erede di tanta ducesca tradizione.
Rauti, dunque. Ecco come lo descrive il dossier dal titolo Stragi e terrorismo: strumenti di lotta politica, elaborato dai Ds. "E' Pino Rauti ad ammettere che l'estrema destra "ha collaborato più o meno sottobanco" con pezzi delle nostre istituzioni e che "l'ipotesi del golpe, ad esempio, ha circolato nell'estrema destra, a un certo punto, come scorciatoia per il potere, di fronte a un pericolo comunista. Io stesso sono stato coinvolto con i militari"". Sulla strage di piazza Fontana sia lui che Giorgio Pisanò non hanno dubbi: la bomba fu collocata dai 'Servizi' nel quadro della strategia della tensione; per Pisanò, leader di Fascismo e libertà, "dal ministero dell'Interno, ufficio Affari Riservati".
Rauti, del resto, faceva capo, insieme a Giudo Giannettini, all'ufficio Z del Sid, quello degli agenti sotto copertura. "Il tenente dei carabinieri Sergio Bonaiuti - viene ricostruito nel dossier - ha dichiarato ai giudici bolognesi di aver accompagnato più volte Rauti negli uffici di Forte Braschi, sede del servizio segreto militare".
Rammenta un altro terrorista nero, Vincenzo Vinciguerra: "Rauti aveva collegamenti operativi con lo Stato Maggiore e con il generale Aloia. A cavallo tra destra parlamentare ed extraparlamentare, Rauti era portatore di una strategia eversiva ben precisa".

''Tilgher''

Tarantino, 56 anni, Tilgher è tra i fondatori, nel 1970, di Avanguardia nazionale. Nel '75 viene arrestato e condannato per ricostituzione del partito fascista. Uscito di galera, vi farà presto ritorno con l'accusa di aver partecipato alle stragi dell'Italicus e della stazione di Bologna, accusa dalla quale verrà poi scagionato (ottenendo anche un risarcimento danni 'per ingiusta detenzione'). Iperattivo, nel '90 dà vita alla Lega Nazionalpopolare, che diventerà poi Alternativa Nazional Popolare. Partorisce poi La Spina nel Fianco, gruppuscolo e al tempo stesso rivista che tenta di aggregare altre esperienze editoriali nazifasciste, in compagnia di Marco De Angelis (ex Terza posizione) e Maurice Bignami (ex Prima Linea). Nel '96 si unisce alla Fiamma Tricolore di Rauti, ma il feeling dura meno di un anno, e ne viene espulso. "Un traditore", lo etichetta, "uno che tratta con il Polo", fino a ritrovarsi - oggi - sulla stessa barca. Consegnate alla storia le sue definizioni. Benito Mussolini: "Ci vogliamo mettere a discutere il Duce? Lei se lo immagina Fini che fonda città? E Fassino che fa la battaglia del grano?". Adolf Hitler: "Un uomo che ha lottato per il suo Popolo, incorrendo, secondo la storiografia ufficiale, in alcune storture". Chiaro?
Tra i suoi partner ai bei tempi di Avanguardia Nazionale, in prima fila Delle Chiaie e Guido Paglia. Su di lui si sofferma anche il dossier dei Ds: "Delle Chiaie aveva dimestichezza con i massoni, in particolare quelli dell'obbedienza di piazza del Gesù poi transitati nella P2; tra le sue fila vi era Adriano Tilgher, il cui padre, oltre ad essere tra i congiurati della 'notte della Madonna', era nell'elenco dei piduisti consegnato personalmente al dr.Vigna da Licio Gelli (il quale in seguito dirà - solo per lui - che si era trattato di un errore, ndr); i militari golpisti agli ordini di Borghese e del Fronte nazionale di Delle Chiaie erano tutti rigorosamente iscritti a quella loggia".

 '' ROBERTO FIORE ''
Nemici giurati fino a qualche mese fa, ora i gruppi di Fiore, Rauti e Tilgher si ritrovano d'amore e d'accordo sotto l'ombrello della Mussolini ("di fidanzati adesso ne ho tre", cinguetta Alessandra).
Sulla personalità di Fiore e sui suoi turbolenti trascorsi si dilungano, il 9 gennaio 2001, i componenti della "Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi", presieduta dal senatore Ds Giovanni Pellegrino. E' in particolare un deputato di An e membro della Commissione, il siciliano Enzo Fragalà, a sollevare come punto centrale della discussione sull'attentato al quotidiano Il Manifesto (che si era verificato qualche settimana prima) il caso di Roberto Fiore e del suo camerata Massimo Morsello (oggi deceduto), sollecitando la convocazione di entrambi e la messa all'ordine del giorno di relativi provvedimenti da assumere. Come si ricorderà, infatti, la bomba carta esplosa al terzo piano di via Tomacelli era stata - secondo le risultanze investigative di quei giorni - innescata da Andrea Insabato, 41 anni, già militante di Terza Posizione.
La ricostruzione resa da Fragalà in Commissione stragi risulta, innanzitutto, suffragata dalla mole di documenti che esibisce. "Tutto quello che sto dicendo - spiega a un certo punto Fragalà, che oggi é membro della Commissione sui Servizi segreti - è riportato in una serie di documenti che produco alla Commissione: non sono né deduzioni né ipotesi".
Poi passa a ricostruire i rapporti fra Insabato e Fiore. "Insabato era stato arrestato dai carabinieri del reparto operativo di Roma, il 2 o 3 marzo 1983, nella Libreria Romana di via dei Prefetti a Roma. In quello stesso processo, Francesca Mambro e Valerio Giusva Fioravanti subirono una pena di 14 anni di reclusione. Latitante da otre due anni, l'estremista, secondo quanto venne accertato dai Carabinieri, era risultato in contatto con altri militanti della destra radicale, fra cui Walter Spedicato e Roberto Fiore". Quest'ultimo "venne arrestato a Londra il 12 settembre 1982 (il giorno prima era stato arrestato Morsello insieme ad Elio Giallombardo, Amedeo De Francisci e Marinella Rita), in seguito a un mandato di cattura internazionale emesso dalla magistratura italiana, ma poi restituito in libertà poiché i giudici inglesi negarono l'estradizione per reati di natura politica".
Si passa poi a dettagliare il periodo della latitanza "d'oro" trascorso oltre Manica: "Massimo Morsello e Roberto Fiore - continua Fragalà davanti alla Commissione stragi - riparano in terra inglese in stato di latitanza poiché colpiti all'indomani della strage alla stazione di Bologna da mandati di cattura internazionali emessi dalla magistratura italiana. In Gran Bretagna entrano subito in contatto con Nick Griffin con il quale danno vita alla creatura International Third Position. Allaa loro latitanza è collegata l'acquisizione di oltre 1.500 unità immobiliari, di cui molte nella city londinese, intestate o riconducibili alla loro holding, che comprende case discografiche, agenzie di collocamento e di viaggio, strutture ricettive, locali pubblici ed alberghi. Ciò permette loro di condurre una vita al di sopra delle possibilità di un qualsiasi comune latitante per reati politici. In quegli anni (siamo nei primi degli Ottanta) alcuni militanti della Destra radicale hanno l'opportunità di incontrare Morsello e Fiore a Londra e rimangono colpiti e stupiti dalle loro enormi possibilità economiche e finanziarie: cosa che in Italia non s'era mai evidenziata".

=== Spazio indy 29.1 ===

 '''PRIME AMMISSIONI SU BOLZANETO'''

(da arrikkire)

 28/01/2004
Due poliziotti ammettono i pestaggi a Bolzaneto
A quasi tre anni dal G8 di Genova, cominciano a venir fuori le verità sui pestaggi e le torture subite dai manifestanti nella caserma di Bolzaneto. Il 21 gennaio è stato reso noto dal quotidiano genovese Il Secolo XIX, che un agente ed un sottufficiale della polizia penitenziaria avrebbero raccontato al Procuratore Francesco Lalla [che stava per archiviare l¹inchiesta], abusi e violenze generalizzate operate sui manifestanti arrestati. Le dichiarazioni tirano in ballo le alte sfere della polizia penitenziaria, come il generale Oronzo Doria [già coinvolto nell'inchiesta sulla scuola Diaz] e Alfonso Sabella, il magistrato che dirigeva la «spedizione» genovese del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap). L¹inchiesta quindi continua, nonostante le insinuazioni della destra di governo e del sindacato autonomo della polizia Sappe, che mirano a togliere fondamento alle dichiarazioni dei testimoni.


''' mani cpt'''


http://italy.indymedia.org/features/bologna/#1241

(2 ftr di seguito, una mani, l'altra barbiturici e cpt)


'''solidarieta' con il cpa'''

  Tentativo di incendio al CPA
 by Centro Popolare Autogestito Wednesday January 28, 2004 at 01:10 AM mail: cpa@ecn.org

        Tentativo di incendio al Centro Popolare Autogestito Firenze sud

TENTATIVO DI INCENDIO AL CENTRO POPOLARE

Nella nottata tra lunedi' 26 e martedi' 27 gennaio “ignoti” hanno tentato vigliaccamente di incendiare il Centro Popolare Autogestito Fi-sud, accendendo quattro differenti focolai con una tanica di benzina ritrovata sul posto. All'interno del centro sociale erano presenti, pur nell'ora tarda, diversi compagni nell'hacklab, laboratorio di informatica. I fuochi sono stati per fortuna immediatamente spenti dai presenti, che hanno quindi evitato ogni danno. Comunque il tentativo evidente e' quello di colpire e creare danno non solo al posto ma anche alle persone, come anche in passato, e' purtroppo successo in altri luoghi.

Riteniamo questo episodio assolutamente da non sottovalutare perche' si inserisce in un momento in cui in tutta Italia ed anche nella nostra citta', i fascisti stanno cercando spazi e legittimita' attraverso la presenza sui territori in chiave populista e razzista e con attacchi sempre piu' aggressivi verso gli immigrati e verso centri sociali e singoli compagni in molte citta'.

Episodi come questo, cosi' come la presunta prossima apertura della sede di Forza Nuova a Firenze, devono dare un segnale per la ripresa di una dura lotta antifascista, che sia memoria e pratica.

Ribadiamo che il Centro Popolare, da sempre riferimento per le lotte antifasciste di Firenze, manterra' alta l'attenzione affinche' episodi del genere non si ripetano piu'.


Centro Popolare Autogestito
v. Villamagna 27a, Firenze
http://www.cpafisud.org

www.cpafisud.org
http://italy.indymedia.org/features/bologna/#1368

Giovedì 4 marzo

palinsesto:

>> - rs & gr (massimo e URGE SUPPORTO PER MASSIMO SENNO' LA ZANZA DOVRA' RINUNCIARE A DUETTARE CON GAROGNO NELLO SPAZIO INDYP E NON VUOLE...) >> - trx musicale???? (...)SE QUESTA RESTA VUOTA ANTICIPIAMO TUTTO DI UNA MEZZ'ORA?? >> - spazio comunicazione indypendente (Garogno e Zanza) >> >> - I spazio approfondimento su questioni ambientali locali: pignataro >> maggiore (brina e alessandro)

>> - II spazio approfondimento sull'apertura degli sportelli sul reddito >> (mario e luca t.)

>> - trx america latina (freja e garabombo??) >> - ...

- 21-22,30 dubology

- 22,30 oldies ;))

Rassegna Stampa

dall'indirizzo http://www.ansa.it/rubriche/rassegna/rassegnaoggi.shtml è possibile vedere e leggere le prime pagine di tutti i quotidiani andando al link della rassegna stampa della camera dei deputati oppure a partire dalle 12 sono disponibili tutti i quotidiani di oggi on-line

GR ORE 13.30

Irak

Ancora la polizia irachena presa di mira in Irak: stamane sono stati sparati almeno cinque colpi di mortaio contro un commissariato a Mosul, che hanno causato il ferimento di tre persone tra i quali un poliziotto. Secondo fonti locali, i miliziani hanno sparato una raffica di colpi, colpendo il commissariato, la strade adiacente e una moschea vicina, prima di fuggire in auto. La polizia ha circondato l'area per ispezionarla. Le forze di polizia sono accusate di collaborazionismo con le truppe americane.

Immigrazione

E' scontro aperto in Gran Bretagna tra l'ordine giudiziario e il governo Blair sul nuovo progetto di riforma dell'immigrazione. Il giudice della Camera dei Lords, Lord Woolf, ha criticato il tentativo di bloccare la revisione da parte delle corti britanniche della decisione di esiliare i profughi, definendolo "fondamentalmente in conflitto con la legge". Il giudice ha sottolineato che "l'immigrazione e l'asilo coinvolgono la sfera dei diritti umani" e che "la risposta del governo e della Camera dei lord al coro di critiche alla clausola 11 chiarirà allo stesso tempo se la nostra libertà potrà essere al sicuro nelle loro mani anche con una costituzione non scritta".

Haiti

La situazione ad Haiti rimane instabile, nonostante la presenza di un migliaio di marines statunitensi e di diversi soldati e poliziotti francesi. Una sparatoria è avvenuta ieri tra i ribelli e le "chimere", i sostenitori armati di Aristide, nella bidonville di La Salines, roccaforte del presidente haitiano destituito. Nella zona non sono stati visti militari stranieri. Secondo Radio Metropole, tre persone sarebbero state uccise durante questi scontri. Quattordici delle quindici nazioni della Comunità dei Caraibi (Caricom) hanno rifutato di mandare una forza di pace ad Haiti, in aperto contrasto con la risposta dei Paesi occidentali alla rivolta contro il presidente Jean-Bertrand Aristide. Il primo ministro giamicano P.J. Patterson ha dichiarato che la Comunità dei Caraibi è rimasta "profondamente delusa" dal coinvolgimento degli "alleati occidentale" nella precipitosa partenza di Aristide. A nome dei quindici Paesi della Caricom, il premier ha sostenuto che l'Onu ha ignorato i suoi appelli ad inviare una forza di pace per ristabilire l'ordine nell'isola caribica. Aristide ha lasciato il Paese domenica, con i ribelli a pochi chilometri di distanza dalla capitale Port-au-Prince dopo una settimana di tumulti. L'ex presidente ha accusato i marines di averlo costretto a fuggire. "Alle circostanze attuali, i leader non prevedono la loro partecipazione alla forza multinazionale di pace autorizzata dalle Nazioni Unite". I Paesi Caricom hanno inoltre richiesto un'inchiesta internazionale indipendente sulla partenza di Aristide.

Palestina

Il governo israeliano consentirà a una donna palestinese espulsa nella Striscia di Gaza di tornare nella sua casa in Gisgiordania. Lo hanno reso noto fonti militari di Gerusalemme. Intisa Ajouri, di 29 anni, confinata nella Striscia di Gaza nel settembre 2002 per un periodo di due anni, potrà far ritorno in anticipo nella sua abitazione perche' non rappresenta più una minaccia per lo stato ebraico. Intisa e suo fratello Kifah furono i primi di ventisette palestinesi espulsi perche' accusati dall'esercito di aver aiutato un altro loro fratello, Ali, a preparare un attacco suicida. Secondo i militari, la donna aveva cucito esplosivi sulle cinture indossate da due militanti durante un attacco nel luglio 2000. Intisa Ajouri ogni sei mesi aveva il diritto di chiedere la revisione della sua espulsione e un tribunale militare ha stabilito che non rappresenta più una minaccia.

Bolivia

La Bolivia “non può accettare una sovranità funzionale” su un corridoio che le consenta di accedere all’Oceano Pacifico. Lo ha detto alla stampa Evo Morales, leader dell’opposizione e dei produttori di coca boliviani, in risposta al ministro degli esteri di La Paz, Ignacio Siles, che aveva notato come “la sovranità funzionale” possa essere la soluzione “meno conflittuale” per rispondere alle esigenze boliviane senza, per questo, rischiare di innescare un conflitto con il Cile, Paese che dovrebbe garantire sul suo territorio nazionale un corridoio a La Paz, che nel 1879 ha perso ogni sbocco al mare. Secondo Morales, Siles “tradirebbe il suo popolo” se solo sollecitasse Bolivia e Cile a raggiungere un accordo del genere, il cui scopo principale sarebbe esportare il gas boliviano all’estero per favorire l’ingresso di valuta pregiata con la quale finanziare il forte debito nazionale. Da anni La Paz rivendica uno sbocco sull’Oceano Pacifico, perso nel 1879 in seguito alla sconfitta militare patita nella guerra contro il Cile, sancita nel trattato di pace e d’amicizia del 1904. La Bolivia vuole la sovranità su un lembo di territorio e sulle strutture portuali che permetterebbero al commercio del Paese andino di aprirsi al resto del mondo, ma il Cile è disposto a parlare al massimo del prestito con usufrutto dell’eventuale corridoio concesso.

Venezuela La coalizione d’opposizione della ‘Coordinadora democrática’ (Cd), che raccoglie tutte le forze contrarie al presidente della Repubblica Hugo Chávez, è divisa al suo interno sull’utilità e la convenienza di continuare le trattative con il Consiglio nazionale elettorale (Cne) sul processo di verifica delle circa 800mila firme per chiedere la convocazione di un referendum revocatorio del capo dello Stato considerate dubbie, quindi non ammesse. Una parte della Cd è d’accordo sulla necessità di continuare le trattative per concordare con il Cne un periodo più lungo delle 48 ore concesse per portare gli autori delle firme dubbie nei circa 2.700 uffici del Consiglio elettorale dislocati nel Paese così da confrontare i nominativi, i dati, le impronte digitali e gli autografi delle persone con quelle raccolte dalla ‘Coordinadora’. Una posizione, questa, che contrasta sia con il rifiuto iniziale della Cd, espresso lo scorso 25 febbraio, di prevedere un processo di verifica delle firme, sia con la posizione di una metà circa dei componenti la coalizione ‘anti-chavista’, e in particolare con quella espressa dall’ex candidato presidenziale (sconfitto da Chávez nel 1998) Henrique Salas Romer, secondo cui le firme raccolte dall’opposizione “non sono negoziabili”. “Se ci poniamo mollemente e cominciamo a negoziare con diritti che non sono i nostri” ma dei cittadini, “complicheremo le cose” ha detto Romer, ex governatore, tra i più duri oppositori del presidente della Repubblica e potenziale candidato in caso di elezioni presidenziali anticipate. Mentre la Cd decide al suo interno il da farsi, i suoi sostenitori continuano a stazionare nelle strade delle principali città del Paese, a cominciare da Caracas, sebbene non si siano più registrati gravi episodi di violenza, dopo i ripetuti scontri dell’ultima settimana tra manifestanti e polizia, costati la vita ad almeno sei persone e che hanno lasciato sul campo non meno di una cinquantina di feriti. Su 3.086.013 firme depositate presso il Cne dalla Cd lo scorso dicembre, il Consiglio nazionale elettorale ne ha considerate valide ieri solo 1.832.493; quelle considerate dubbie sono più di 800mila. Il capo dello Stato ha fatto sapere che, se la Cd raggiungerà l’accordo con il Cne e i circa 600mila cittadini richiesti si presenteranno negli uffici competenti per fare i controlli di legge sui loro autografi, il referendum sarà senz’altro convocato

Magistrati

Il Comitato direttivo centrale dell'Anm - nel documento appena approvato per acclamazione - ha deliberato di "sospendere lo sciopero proclamato per i giorni 11 e 12 marzo insieme alle iniziative collegate. Il Cdc, fermo restando lo stato di agitazione, rimane convocato in via permanente per esaminare gli sviluppi della situazione, fissando la prosecuzione dei lavori sulla riforma dell'ordinamento giudiziario non oltre il prossimo 2 aprile". Il documento del Cdc sottolinea inoltre di essere giunto alla decisione di sospendere l'astensione dal lavoro in quanto "si sono manifestate apprezzabili dichiarazioni di disponibilità, da parte del governo e delle forze politiche di maggioranza, a prendere in considerazione le osservazioni critiche e le proposte formulate dalla magistratura associata".

LAVORO

ROMA - Nel 2003 nelle grandi imprese sono stati persi 21mila posti di lavoro (-1,1%) rispetto al 2002. Lo rende noto l'Istat precisando che il calo complessivo dell'occupazione e' dovuto ad una diminuzione di 24.000 posti nell'industria, cui fa da magro contrappeso un aumento di 3.000 posizioni lavorative nei servizi.

Spazio Comunicazione Indypendente

Antifa in piazza

06 marzo 04 ore 15

Sabato a SS Apostoli alle 16.30 l'ass. Uomo e Libertà di Giachini, legale di Priebke manifesterà per chiedere la grazia del boia delle Fosse Ardeatine. Tra i relatori della suddetta manifestazione ci sono gli onorevoli Taormina e Serena. La Roma democratica e antifascista si vedrà tra piazza San Marco e la scalinata del Campidoglio alle 15 dove ci sarrano i movimenti, l'anpi, la comunità ebraica, rifondazione... Roma città medaglia d'oro alla Resistenza rifiuta questa gente. nessuno spazio per fascisti e revisionisti.

Rimettiamoci in marcia per Genova

http://italy.indymedia.org/archives/display_by_id.php?feature_id=1316

A quasi tre anni dal G8, ci sono novità su tutti i fronti di inchiesta giudiziaria. La Cassazione ha deciso che devono essere giudicati a Genova i 73 poliziotti indicati dall'inchiesta come responsabili delle violenze del luglio 2001: il rinvio a giudizio dovrebbe essere imminente. Le testimonianze inedite di due agenti hanno cambiato il corso dell'indagine su Bolzaneto, che il pm si avviava a chiudere. Nel frattempo, è stata archiviata l'ultima accusa (associazione a delinquere) che pendeva sulle 93 persone massacrate alla scuola Diaz e il 2 marzo ci sarà la prima udienza del processo contro persone che erano andate a manifestare a Genova. Sono una ventina, alcune con capi di accusa pesanti. In base a foto e filmati di singoli episodi, 26 persone sono accusate di un reato contestato molto raramente in Italia: devastazione e saccheggio. La pena? tra 8 e 15 anni di carcere. Si tratta di un’istruttoria "zoppa”, perchè separa la "gestione della piazza” dalle azioni dei cortei. Tutte le denunce e gli esposti su quello che decine di migliaia di persone hanno visto in quei giorni nelle strade di Genova sono state archiviate e dunque, come spiega l'avvocata Laura Tartarini: "Nessuno ha mai indagato- e a questo punto mai indagherà - sulla gestione dell'ordine pubblico”. A partire dal 4 dicembre 2002, le persone che andranno a processo per le manifestazioni del G8 di Genova hanno subito, invece, ogni genere di misura cautelare. Il caso eclatante è quello di Gimmy, che si è fatto quasi un anno di galera, ma molte arrivano al processo con l'obbligo di firma. Mentre continuano ad arrivare aggiornamenti e novità sulle accuse contro la polizia, si scatenano a Genova dichiarazioni e polemiche. Contro 25 manifestanti si sono costituiti parte civile i ministeri dell'Interno, della Difesa, della Giustizia e la Presidenza del consiglio. L'ultima, inaspettata adesione al fronte dei vendicatori è arrivata dal comune di Genova. Una decisione approvata all'unanimità dalla giunta di centro-sinistra e definita dal sindaco "un atto dovuto", ma che ha causato la spaccatura con Rifondazione comunista e toni amari all'interno del partito stesso: due suoi assessori, Seggi e Taccani, hanno votato si' alla mozione della vergogna. Molti hanno ricordato che neppure la Provincia di Genova, anche se interessata da danneggiamenti, si è costituita parte civile. E che d'altronde lo stesso sindaco di Genova aveva sempre affermato che il vero danno alla città era quello morale. Alla vigilia del processo, il voltafaccia. Nel complesso, è uno scenario che fa temere condanne "esemplari": 26 persone rischiano di diventare il capro espiatorio di un intero movimento. Rimettiamoci in marcia per Genova.

un anno dalla morte di dax

http://italy.indymedia.org/features/lombardia/#1367

tutti fatti di ritalin

http://italy.indymedia.org/features/bologna/#1368

Approfondimenti varii

radiolina (last edited 2008-06-26 09:51:30 by anonymous)