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= GiornaleRadio 10 marzo 2005 = ''iraq'' |
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Il presidente della neo-eletta Assemblea nazionale irachena, Fuad Maassum, ha convocato i 275 deputati scelti dal voto popolare lo scorso 30 gennaio per il prossimo 16 marzo, quando si svolgerà la seduta d’insediamento dell’organo legislativo transitorio. La data scelta è altamente simbolica, poiché il 16 marzo 1988 Saddam Hussein fece bombardare con agenti chimici la città curda di Halabja, uccidendo circa 5.000 persone. La cerimonia d’inaugurazione si svolgerà nel Centro congressi nella cosiddetta ‘zona verde’ di Baghdad, protetta dai militari statunitensi. Le elezioni dello scorso 30 gennaio sono state vinte dall’‘Alleanza Unificata Irachena’ – movimento che fa capo al Grande Ayatollah sciita Ali al-Sistani – alla quale sono andati il 48,2% dei voti e 140 seggi; la seconda lista più votata è stata quella dell’‘Alleanza curda’, che si è aggiudicata 75 seggi in conseguenza del 25,7% dei suffragi a favore; la lista sciita laica dell’ex-primo ministro ad interim Iyad Allawi, il grande sconfitto, ha ottenuto invece solo 40 seggi. |
'''palestina''' Il segretario generale delle Onu, Kofi Annan, si è detto oggi “molto incoraggiato” dopo un colloquio con il presidente palestinese Abu Mazen e dopo l’incontro di ieri a Gerusalemme con il primo ministro israeliano Ariel Sharon.Fonti locali hanno segnalato una manifestazione di protesta del ‘Comitato nazionale contro la costruzione del muro’ di separazione, che gli israeliani stanno costruendo al confine e all’interno della Cisgiordania. Alcune centinaia di dimostranti hanno contestato Annan all’ingresso della ‘Muqata’, la sede del governo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), per non aver voluto visitare di persona i lavori di costruzione della gigantesca barriera, che in molti punti divide villaggi e comunità palestinesi. |
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''libano'' | '''libano''' |
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Il presidente libanese Emil Lahoud ha incaricato il primo ministro dimissionario Omar Karami di formare il nuovo governo. Il premier uscente, filo-siriano come Lahoud, ha accettato invitando tutti i partiti del Libano al dialogo e a prendere parte a “un governo di unità nazionale”. Karami dovrebbe ‘traghettare’ il Paese fino alle elezioni politiche del prossimo maggio, momento che si prospetta decisivo per il futuro del Libano. Intanto continua il ripiegamento delle truppe siriane nella Valle della Bekaa. In particolare, i soldati di Damasco avrebbero lasciato la zona di Batrun, a nord di Beirut, vicino alle installazioni radar di Ras al-Shaqia. Sarebbero già circa 6.000 i militari siriani ridispiegati nella Valle della Bekaa, nel Libano orientale e a ridosso del confine con la Siria. |
L'imponente manifestazione organizzata oggi dall'opposizione a Beirut, a un mese esatto dall'attentato costato la vita all'ex premier Rafik Hariri, "ha gettato le fondamenta della libertà, della sovranità e dell'indipendenza" del Libano. Lo ha dichiarato il deputato d'opposizione Akrama Shehaieb, nel comizio pronunciato di fronte ad almeno un milione e mezzo di manifestanti riuniti nella centrale Piazza dei Martiri. "Il regime cadrà nel dimenticatoio", ha poi aggiunto il deputato del Partito socialista progressista (Psp) del leader druso dell'opposizione Walid Jumblatt, riferendosi al governo filo-siriano di Beirut. Migliaia di persone hanno manifestato il loro sostegno al presidente siriano Bashar Assad oggi pomeriggio ad Homs, città a 160 chilometri a nord di Damasco. Lo ha riferito l'agenzia di stampa siriana 'Sanà. Secondo l'agenzia la manifestazione era destinata a sostenere il presidente che ha annunciato il ritiro delle forze armate siriane dal Libano in conformità della risoluzione 1559 del Consiglio di sicurezza del Libano. Organizzata da settori privati la manifestazione è stata trasmessa in diretta dalla televisione di Stato siriana. I manifestanti agitavano bandiere siriane e innalzavano ritratti di Assad e di Hassan Nasrallah, capo del movimento sciita libanese Hexbollah. Il mufti di Homs lo sceicco Fathallah Kadi ha detto, secondo la Sana, che la risoluzione 1559 che esige il ritiro totale delle forze siriane dal Libano " costituisce un'ingerenza negli affari interni, colpisce la resistenza libanese e la pace civile in Libano". |
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'''cina''' | |
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''PALESTINA'' | Una legge contro la secessione di Taiwan – che autorizza anche il ricorso all’uso della forza – è stata adottata oggi dal Parlamento della Repubblica popolare cinese. Per la prima volta i deputati di Pechino hanno fatto uso esplicito di una possibile opzione militare nell’isola, considerata una provincia ‘ribelle’; l’uso delle armi contro Taiwan, tuttavia, viene prospettato in tre casi specifici, a partire dalla proclamazione di indipendenza unilaterale delle autorità di Taipei. La legge approvata dal Congresso nazionale del popolo (2.896 delegati a favore, due astenuti e nessun contrario) prevede il ricorso della Cina a “mezzi non pacifici” in altre due circostanze: l’invasione di Taiwan da parte di un Paese terzo e il rinvio dei colloqui sulla riunificazione. In tutti questi casi, il Parlamento di Pechino potrebbe adottare la forza e “altre misure necessarie per proteggere la sovranità e l’integrità territoriale cinese”. Per il primo ministro Wen Jiabao, la legge anti-secessione servirà a “rinforzare e promuovere i rapporti tra la Cina e Taiwan, per una riunificazione pacifica e non per dichiarare guerra”. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale ‘Xinhua’, alcuni deputati hanno sottolineato che il testo finale della legge – meno rigido rispetto a una prima stesura - prevede il ricorso a mezzi “non pacifici” soltanto quando saranno esaurite “le possibilità di una riunificazione pacifica” tra Pechino e Taipei, divisi dalla fine della guerra civile nel 1949. |
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"Totale sostegno senza limiti di tempo" alla linea del premier palestinese Abu Mazen ed interruzione degli attacchi suicidi contro Israele: il tutto messo nero su bianco attraverso "un'intesa" firmata dal fondatore del gruppo armato noto come Martiri di Al Aqsa. "La gente è andata a votare in massa e ha scelto Abu Mazen. E anche la resistenza lo ha accettato come capo. Adesso stiamo a vedere cosa ci offrono", ha spiegato Abu Hassan nell'intervista con la quale spiega anche quali sono le richieste fondamentali che pone agli israeliani. "La liberazione dei detenuti politici; la possibilità di rientro in patria per gli espulsi e per i profughi e la fine dell'aggressione militare". l movimento di protesta interno era iniziato la settimana scorsa con le dimissioni collettive di 32 giovani dirigenti locali di Al Fatah in Cisgiordania. Alla base della protesta, secondo la stampa palestinese, c'è il mancato avvio delle riforme interne che la nuova generazione ritiene essenziali per contrastare la crescita del movimento islamico Hamas che nei mesi scorsi ha ottenuto schiaccianti affermazioni alle elezioni municipali tenute in Cisgiordania e Gaza. ''SGRENA'' ROMA - "Non ha aggiunto nulla di più di quanto non sapesse già la procura di Roma". L'avvocato Alessandro Gamberini, legale di Giuliana Sgrena, ha così accennato al contenuto del nuovo interrogatorio, al quale la giornalista è stata sottoposta oggi nell'ospedale militare del Celio, dove è ricoverata. L'incontro con il pubblico ministero Erminio Amelio è durato circa due ore, "un'attività istruttoria - ha precisato Gamberini - compiuta dai magistrati che hanno voluto sentire la giornalista in condizioni più tranquille". La Sgrena ha confermato quanto già dichiarato nel precedente incontro, sabato scorso: una azione di fuoco ingiustificata e repentina, nessuna presenza di un quarto uomo, nessuna notizia di un riscatto. In quanto alle voci fuori campo, presenti nel video girato dopo la sua liberazione, l'inviata del Manifesto ha detto di non ricordare che ve ne fossero. I magistrati della Procura potrebbero comunque tornare presto al Celio per ascoltarla una terza volta. ''roma tre abbandona la coca cola'' Il senato accademico dell'universitA' di roma 3 ha approvato la proposta della lista "Ricomincio dagli studenti" di bandire dai distributori automatici i prodotti distribuiti dalla Coca Cola S.p.a. Al loro posto dovrebbero essere commercializzati prodotti provenienti dalla rete del commercio equo e solidale, un mercato alternativo che sta conquistando sempre più persone in tutto il mondo, arrivando anche ad importanti fatturati. Grazie a questo tipo commercio, che vede in contatto diretto piccoli produttori e consumatori responsadi bili, molte famiglie del sud del mondo possono contare su un reddito in grado di coprire spese di produzione e investire per il miglioramento e la crescita della comunità locale di appartenenza. ''PALERMO'' 2005 Palermo : l'emergenza casa continua ! contro la politica abitativa della giunta Cammarata, la nostra lotta perche' l'emergenza casa continua. Siamo assolutamente contrari alla trasformazione del centro storico in vetrina per il turismo di lusso e sede residenziale per ceti abbienti e privilegiati. Vogliamo un risanamento del centro storico che mantenga la sua natura di popolare sia a livello abitativo che delle sue attivita' economiche , dai mercati, alle piccole attivita' artigianali e commerciali. Bisogna dare precedenza all'edilizia pubblica popolare e residenziali, in primo luogo al recupero di case pericolanti e malsane, ancora abitate e ad alto rischio |
'''BRESCIA: Presidio ieri a Ghedi contro le atomiche ''' Le quaranta testate nucleari stoccate a Ghedi - risulta da dichiarazione del parlamento americano e da un documento del Dipartimento Usa Air Force - da usare in caso di attacco atomico innescano preoccupazioni e inquietanti interrogativi. Per questo il circolo Leni di Rifondazione Comunista di Ghedi e il Brescia Social Forum hanno presidiato ieri mattina nella piazza di Ghedi, sostenuti da altri circoli e social forum, dallo Spi Cgil e dai Ds di Ghedi. Il presidio voleva informare i cittadini del circondario che ignorano l’"atomica" convivenza, richiamare l’attenzione sull’assenza di piani di sicurezza note, sensibilizzare sui rischi effettivi che si corrono. «In Inghilterra durante uno spostamento di una bomba simile a quelle presenti nel campo militare di Ghedi - informano i dimostranti - un fulmine ha colpito l’hangar vicino. L’inchiesta ha stabilito che se avesse colpito la bomba vi sarebbe stato il pericolo concreto di un’esplosione». Ma ci sono alti interrogativi, altre questioni. Se come dice un documento ufficiale del governo degli Stati Uniti in Italia sono stoccate 90 testate nucleari di cui 40 conservate nell’aeroporto militare di Ghedi al limite della sua capienza (le altre 50 si trovano ad Aviano), considerato che l’aerobase di Ghedi ha comando totalmente italiano, sorge l’interrogativo: l’Italia è o non è una potenza nucleare? E allora ci si chiede che cosa prevedono gli accordi segreti firmati nel 99 e nel 2001 dei governi italiani e statunitensi, se chi ha stabilito dove stoccare le armi atomiche ha pensato all’alta concentrazione di popolazione in questa zona. E quando si accenna alla realizzazione nei pressi dell’aeroporto di nuovi insediamenti abitativi e produttivi, linee ferroviarie dell’alta velocità, autostrade e stadi, si conosce l’entità del pericolo e le eventuali precauzioni da adottare? E ancora: i comuni interessati, e quindi non solo Ghedi, sono informati in modo ufficiale da parte delle autorità centrali di queste ingombranti presenze? Saprebbero cosa fare e cosa dire alla popolazione in caso di allarme nucleare? Esiste un piano di evacuazione per tutta la popolazione? I dimostranti che sottolineano le interpellanze parlamentari su questo tema che fanno riferimento tra l’altro al decreto legislativo 230 del ’95 che obbliga i prefetti a divulgare piani di emergenza in caso di incidenti nucleari. Si attende ancora che anche il prefetto di Brescia dia notizie in merito. '''LAMPEDUSA: SBARCANO OLTRE 500 MIGRANTI''' Un'altra imbarcazione carica di migranti e' stata avvistata questa mattina nel Canale di Sicilia al largo di Lampedusa, dove nelle ultime ore sono gia' sbarcati in tre riprese 521 extracomunitari. Dall'isola sono salpate motovedette della Guardia Costiera per raggiungere il natante e scortarlo in porto. Non si sa ancora quante persone siano a bordo. Sono complessivamente 521, di diverse nazionalità, i migranti giunti a Lampedusa a più riprese con tre barconi nella notte. Tra di loro ci sono decine di bambini e diverse donne. Tutti sono stati ospitati nel centro di accoglienza dell'isola, dove sono stati censiti. Dopo due mesi di maltempo che aveva impedito le traversate del Canale di Sicilia, il ritorno di una situazione meteo stabile ha determinato una ripresa dell'ondata di arrivi dal Nord Africa e il centro di accoglienza di Lampedusa è ripiombato nell'emergenza: la struttura può contenere un massimo di duecento persone. |
palestina
Il segretario generale delle Onu, Kofi Annan, si è detto oggi “molto incoraggiato” dopo un colloquio con il presidente palestinese Abu Mazen e dopo l’incontro di ieri a Gerusalemme con il primo ministro israeliano Ariel Sharon.Fonti locali hanno segnalato una manifestazione di protesta del ‘Comitato nazionale contro la costruzione del muro’ di separazione, che gli israeliani stanno costruendo al confine e all’interno della Cisgiordania. Alcune centinaia di dimostranti hanno contestato Annan all’ingresso della ‘Muqata’, la sede del governo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), per non aver voluto visitare di persona i lavori di costruzione della gigantesca barriera, che in molti punti divide villaggi e comunità palestinesi.
libano
L'imponente manifestazione organizzata oggi dall'opposizione a Beirut, a un mese esatto dall'attentato costato la vita all'ex premier Rafik Hariri, "ha gettato le fondamenta della libertà, della sovranità e dell'indipendenza" del Libano. Lo ha dichiarato il deputato d'opposizione Akrama Shehaieb, nel comizio pronunciato di fronte ad almeno un milione e mezzo di manifestanti riuniti nella centrale Piazza dei Martiri. "Il regime cadrà nel dimenticatoio", ha poi aggiunto il deputato del Partito socialista progressista (Psp) del leader druso dell'opposizione Walid Jumblatt, riferendosi al governo filo-siriano di Beirut. Migliaia di persone hanno manifestato il loro sostegno al presidente siriano Bashar Assad oggi pomeriggio ad Homs, città a 160 chilometri a nord di Damasco. Lo ha riferito l'agenzia di stampa siriana 'Sanà. Secondo l'agenzia la manifestazione era destinata a sostenere il presidente che ha annunciato il ritiro delle forze armate siriane dal Libano in conformità della risoluzione 1559 del Consiglio di sicurezza del Libano. Organizzata da settori privati la manifestazione è stata trasmessa in diretta dalla televisione di Stato siriana. I manifestanti agitavano bandiere siriane e innalzavano ritratti di Assad e di Hassan Nasrallah, capo del movimento sciita libanese Hexbollah. Il mufti di Homs lo sceicco Fathallah Kadi ha detto, secondo la Sana, che la risoluzione 1559 che esige il ritiro totale delle forze siriane dal Libano " costituisce un'ingerenza negli affari interni, colpisce la resistenza libanese e la pace civile in Libano".
cina
Una legge contro la secessione di Taiwan – che autorizza anche il ricorso all’uso della forza – è stata adottata oggi dal Parlamento della Repubblica popolare cinese. Per la prima volta i deputati di Pechino hanno fatto uso esplicito di una possibile opzione militare nell’isola, considerata una provincia ‘ribelle’; l’uso delle armi contro Taiwan, tuttavia, viene prospettato in tre casi specifici, a partire dalla proclamazione di indipendenza unilaterale delle autorità di Taipei. La legge approvata dal Congresso nazionale del popolo (2.896 delegati a favore, due astenuti e nessun contrario) prevede il ricorso della Cina a “mezzi non pacifici” in altre due circostanze: l’invasione di Taiwan da parte di un Paese terzo e il rinvio dei colloqui sulla riunificazione. In tutti questi casi, il Parlamento di Pechino potrebbe adottare la forza e “altre misure necessarie per proteggere la sovranità e l’integrità territoriale cinese”. Per il primo ministro Wen Jiabao, la legge anti-secessione servirà a “rinforzare e promuovere i rapporti tra la Cina e Taiwan, per una riunificazione pacifica e non per dichiarare guerra”. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale ‘Xinhua’, alcuni deputati hanno sottolineato che il testo finale della legge – meno rigido rispetto a una prima stesura - prevede il ricorso a mezzi “non pacifici” soltanto quando saranno esaurite “le possibilità di una riunificazione pacifica” tra Pechino e Taipei, divisi dalla fine della guerra civile nel 1949.
BRESCIA: Presidio ieri a Ghedi contro le atomiche Le quaranta testate nucleari stoccate a Ghedi - risulta da dichiarazione del parlamento americano e da un documento del Dipartimento Usa Air Force - da usare in caso di attacco atomico innescano preoccupazioni e inquietanti interrogativi. Per questo il circolo Leni di Rifondazione Comunista di Ghedi e il Brescia Social Forum hanno presidiato ieri mattina nella piazza di Ghedi, sostenuti da altri circoli e social forum, dallo Spi Cgil e dai Ds di Ghedi. Il presidio voleva informare i cittadini del circondario che ignorano l’"atomica" convivenza, richiamare l’attenzione sull’assenza di piani di sicurezza note, sensibilizzare sui rischi effettivi che si corrono. «In Inghilterra durante uno spostamento di una bomba simile a quelle presenti nel campo militare di Ghedi - informano i dimostranti - un fulmine ha colpito l’hangar vicino. L’inchiesta ha stabilito che se avesse colpito la bomba vi sarebbe stato il pericolo concreto di un’esplosione». Ma ci sono alti interrogativi, altre questioni. Se come dice un documento ufficiale del governo degli Stati Uniti in Italia sono stoccate 90 testate nucleari di cui 40 conservate nell’aeroporto militare di Ghedi al limite della sua capienza (le altre 50 si trovano ad Aviano), considerato che l’aerobase di Ghedi ha comando totalmente italiano, sorge l’interrogativo: l’Italia è o non è una potenza nucleare? E allora ci si chiede che cosa prevedono gli accordi segreti firmati nel 99 e nel 2001 dei governi italiani e statunitensi, se chi ha stabilito dove stoccare le armi atomiche ha pensato all’alta concentrazione di popolazione in questa zona. E quando si accenna alla realizzazione nei pressi dell’aeroporto di nuovi insediamenti abitativi e produttivi, linee ferroviarie dell’alta velocità, autostrade e stadi, si conosce l’entità del pericolo e le eventuali precauzioni da adottare? E ancora: i comuni interessati, e quindi non solo Ghedi, sono informati in modo ufficiale da parte delle autorità centrali di queste ingombranti presenze? Saprebbero cosa fare e cosa dire alla popolazione in caso di allarme nucleare? Esiste un piano di evacuazione per tutta la popolazione? I dimostranti che sottolineano le interpellanze parlamentari su questo tema che fanno riferimento tra l’altro al decreto legislativo 230 del ’95 che obbliga i prefetti a divulgare piani di emergenza in caso di incidenti nucleari. Si attende ancora che anche il prefetto di Brescia dia notizie in merito. LAMPEDUSA: SBARCANO OLTRE 500 MIGRANTI Un'altra imbarcazione carica di migranti e' stata avvistata questa mattina nel Canale di Sicilia al largo di Lampedusa, dove nelle ultime ore sono gia' sbarcati in tre riprese 521 extracomunitari. Dall'isola sono salpate motovedette della Guardia Costiera per raggiungere il natante e scortarlo in porto. Non si sa ancora quante persone siano a bordo. Sono complessivamente 521, di diverse nazionalità, i migranti giunti a Lampedusa a più riprese con tre barconi nella notte. Tra di loro ci sono decine di bambini e diverse donne. Tutti sono stati ospitati nel centro di accoglienza dell'isola, dove sono stati censiti. Dopo due mesi di maltempo che aveva impedito le traversate del Canale di Sicilia, il ritorno di una situazione meteo stabile ha determinato una ripresa dell'ondata di arrivi dal Nord Africa e il centro di accoglienza di Lampedusa è ripiombato nell'emergenza: la struttura può contenere un massimo di duecento persone.