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= Giovedi' 17 Marzo 2001 = = Lunedi 21 Marzo 2005 =
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== Spazio Indy == == GIORNALE RADIO ==
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=== Sequestrato materiale della segreteria legale a Genova ===
Sequestrato materiale della segreteria legale a Genova.
Oggi 16 marzo a Genova sono stati sequestrati i computer portatili di due consulenti del Genova Legal Forum.
Insieme all'ordinanza di sequestro é stata loro notificata una denuncia contro ignoti per diffamazione presentata dai pubblici ministreri Anna Canepa e Andrea Canciani. La denuncia in questione si riferisce ad una delle trascrizioni che supportolegale diffonde abitualmente su indymedia riguardante le udienze del processo a carico di due dei quattro militanti antifascisti.
'''OGGI SCIOPERO NELLE FERROVIE di 8 ORE'''
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Il sequestro è avvenuto poco prima della pronuncia della pesante sentenza a 3 anni ed 8 mesi ad Orlando e l'assoluzione di Milo. Ricordiamo che Anna Canepa e Andrea Canciani sono gli stessi pubblici ministeri nel processo contro venticinque manifestanti accusati di devastazione e saccheggio durante il G8 del luglio 2001.

=== CON DAX NEL CUORE ===

Il 16 marzo 2003: una notte nera per Milano. Una notte cominciata in via Brioschi nel quartiere Ticinese, dove un gruppo di nazi-fascisti aggredisce a coltellate alcuni compagni ferendone tre. Uno di loro, Davide “Dax” rimane a terra, assassinato.
La memoria di Dax rivive nelle battaglie cui lui stesso si dedicava con passione e ricordarlo significa riprodurre l'impegno nell'antirazzismo, nell'antifascismo e nelle lotte sociali.
Quest' anno il ricordo di Dax sara' caratterizzato da una mobilitazione per i diritti dei migranti: chiudere i CPT e le leggi razziste (la Bossi- Fini come la Turco- Napolitano), garantire la liberta' di circolazione e i diritti sociali di base per una vita dignitosa per tutti, eliminare il razzismo dalle nostre strade.

'''Iniziative:'''
Domenica 13 marzo, convegno “Migranti, diritti e extralegalita'”: gli audio del convegno
Mercoledi' 16 marzo: al mattino presidio al tribunale di Genova per la sentenza agli antifascisti milanesi sotto processo; dal tardo pomeriggio in via Brioschi presidio con musiche e letture di Renato Sarti, tratte da ''La nave fantasma'', proiezioni video, al termine corteo
Venerdi' 18 marzo Serata benefit per la figlia di Dax @ Orso
Sabato 19 marzo: alle 14.30 da p.za Susa: Corteo antirazzista fino a Via Corelli per la chiusura dei cpt
11:30 incontro pubblico/ conferenza stampa @ CSA Vittoria e partenza alle 14 per il corteo
Domenica 20 marzo: a Rozzano iniziative dal mattino pr non dimenticare Dax

'''sottoscrizioni per jessica, figlia di dax: contobancoposta nr. 40965907'''
Adesioni al 52 per cento, stop a metà dei treni non tutelati
dalle fasce di garanzia e frontiere di Ventimiglia e del
Brennero bloccate; è questo bilancio del Sult sullo sciopero di
8 ore scattato alle 9 di oggi e indetto insieme alla Rls/Rsu delle ferrovie.
Diametralmente opposto il bliancio di Trenitalia, che parla
di "treni a lunga percorrenza che hanno viaggiato regolarmente e
di una situazione generalmente tranquilla".
Lo sciopero di oggi tira in ballo
la questione sicurezza, dopo il recente disastro di Crevalcore,
e il problema del rinnovo del contratto. I sindacati lamentano
infatti che "nessun provvedimento idoneo è stato assunto da
parte dell'impresa rispetto all'incidente del 7 gennaio", ma anche
"gravi inadempienze aziendali - a fronte di un contratto nazionale
collettivo di lavoro scaduto nella sua parte economica".
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'''CASTELFRANCO EMILIA'''
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==== SUI FATTI DI NAPOLI ==== Oggi si è inagurato alla presenza dei ministri Giovanardi e Castelli
a Castelfranco Emilia il primo Carcere per detenuti tossicodipendenti,
privato e gestito dall'Amministrazione Penitenziaria insieme alla comunità di S. Patrignano.
All'inaugurazione presenti anche circa 200 persone che hanno protestato
bloccando la strada che porta all'ingresso del carcere.
Anche a Roma c'è stata un'azione di protesta
da parte di circa cinquanta persone del cartello "ConFini zero"
tra studenti, precari e alcuni militanti del centro sociale Esc
di S. Lorenzo, che hanno manifestatoo davanti al Dipartimento nazionale
politiche antidroga di via Quintino Sella. I manifestanti hanno
esposto uno striscione con la scritta "Il consumo non si chiude
in carcere. Fini e Muccioli piantatela". Momenti di tensione
per l'arrivo di diversi agenti in massa che hanno provato
ad interrompere la manifestazione; una 30ina di persone identificate.
-->corrispondenza da radio ondarossa
 
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da http://italy.indymedia.org/features/napoli/#2258 '''KIRGHIZISTAN'''
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Principali accuse: sequestro di persona, abuso di atti di ufficio, violenza privata, danneggiamenti, lesioni personali aggravate e perquisizione arbitraria. 31 persone rinviate a Giudizio. Sembra un articolo di cronaca su un'operazione di antiterrorismo e invece si parla di 31 poliziotti.

Il 17 marzo 2001, al termine della manifestazione contro il Global Forum, 80 persone furono fermate (chi in piazza, chi in strada e chi all'ospedale) e trascinate di forza (e senza alcuna ragione legale) dentro la caserma "delle torture" Raniero. Qui la polizia si è prodigata in atti di violenza e lesioni nei confronti di molti dei manifestanti, costretti a rimanere per lungo tempo al muro e con le mani dietro la testa, minacciati, offesi, umiliati e colpiti ripetutamente ...

Nonostante il clima teso che si respirava in Italia (Genova era alle porte), partirono comunque le denunce e le accuse da parte dei manifestanti. Qualche tempo dopo, su richiesta del GIP, ci fu anche un primo arresto ai danni di 6 poliziotti ritenendo in pericolo i testimoni e le prove di quei giorni. Tutto normale se non fosse che una storia nata sporca deve sempre seguire un suo percorso...

Agenzie, giornali e televisioni si affrettarono a pubblicare riferimenti utili ad indentificare i testimoni, indicando la città e l'area di appartenenza politica, violando la loro privacy ed esponendoli ad un rischio annunciato. I colleghi poliziotti, per tentare di evitare l'arresto dei 6, inscenarono un girotondo attorno alla questura di Napoli... sposando anche loro per una volta la democrazia.
Grazie a quella scenata e all'aiuto dei parlamentari di destra: via gli arresti e dimezzate le accuse e così i difensori della legge e i paladini della giustizia potevano continuare a dormire sonni tranquilli.

Oggi a 3 anni di distanza "meglio di così non poteva andare": i giudici confermano le accuse mosse allora e rimandano a giudizio tutti e 31 i poliziotti coinvolti nelle violenze e nelle illegalita' di quei giorni. Fra questi i vicequestori aggiunti Carlo Solimene (che sosteneva di aver lasciato la caserma a fine turno, quando agli atti risulta un richiesta di cinque ore di straordinario) e Fabio Ciccimarra (quest'ultimo coinvolto anche nel processo della Diaz)
È un passo, questo è sicuro, nel tentativo di fare chiarezza verso tutto quello che successe in quei giorni (la gestione di piazza innanzitutto, i massacri per la strada e in seguito le violenze in caserma)... e che, pochi mesi dopo, si e' riproposto con lo stesso copione, ma sotto un governo di bandiera diversa, a Genova.
Il decreto assume una particolare rilevanza sia perchè inaugura i processi nei confronti delle forze dell'ordine per i fatti del 2001 (la Diaz e Bolzaneto sono ancora in una fase precedente), sia perchè i reati contestati sono di particolare gravità.

Indymedia è stata spesso tirata in ballo durante le udienze preliminari, non solo per la presenza di due mediattivisti tra i fermati, ma anche perchè accusata di aver promosso, insieme ai difensori, un coordinamento tra i manifestanti attraverso le sue liste al fine di costruire un atto d'accusa nei confronti delle forze dell'ordine. L'illazione è fantasiosa e le lmailing list di Indymedia sono notoriamente pubbliche: ecco come si spiega l'imbarazzo dei difensori nel difendere indifendibili.
Il presidente kirghizo Askar Akayev ha ordinato alla Commissione
Elettorale di avviare una verifica dei presunti brogli elettorali
contestati dall'opposizione per le legislative del 27 febbraio-13 marzo.
Akayev ha ordinato alla Commissione e alla Corte di "prestare
particolare attenzione alle circoscrizioni dove i risultati del
voto hanno provocato reazioni pubbliche estreme", in modo da "dire
con chiarezza alla gente chi ha ragione e chi ha torto", cita un
comunicato della presidenza.
Intanto le proteste in diverse zone del paese non si placano,
anzi si espandono sempre più: sono almeno dieci i morti causati
dai violenti scontri scoppiati tra polizia e attivisti dell'opposizione
e concentratisi in due città meridionali.
arrivano dopo giorni di dimostrazioni
Questa mattina Circa tremila esponenti dell'opposizione hanno fatto
irruzione in un palazzo governativo a Osh, nel sud del paese,
costringendo alla fuga un centinaio di militari di guardia.
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''da carta sul libro bianco e altro'' '''ISRAELE-PALESTINA'''
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Coloro che hanno ritenuto opportuno rilasciare queste dichiarazioni sono donne ed uomini d'ogni età, studenti, lavoratori dipendenti ed autonomi, disoccupati, liberi professionisti, in alcuni casi adolescenti alla loro prima manifestazione. Queste testimonianze, in breve, rappresentano tutte quelle variegate realtà che hanno deciso di essere voci partecipi di un reale cambiamento dello stato di cose presenti; rappresentano, ancora, la forma più evidente di quanto sia stata composita e pluralista la manifestazione del 17 marzo 2001. Israele dovrebbe consegnare domani la città di Tulkarem in Cisgiordania
all'Autorità nazionale palestinese (Anp), così come nei giorni
scorsi è avvenuto per Gerico. Lo affermano oggi la radio e la stampa
israeliana, secondo la quale l'informazione è stata data dal
ministro della difesa israeliano Shaul Mofaz.
Il passaggio graduale sotto controllo dell'Anp delle principali
città cisgiordane era stato concordato a febbraio dal presidente
palestinese Abu Mazen e dal premier israeliano Ariel Sharon nel
vertice di Sharm el-Sheikh (Egitto).
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Ora, però, è possibile evidenziare alcuni aspetti particolarmente sconcertanti che queste persone hanno descritto nel ricordare la giornata del 17 marzo 2001 ed è possibile trarne alcune considerazioni di più ampia portata.
Pressati dalla documentazione video e fotografica prodotta tempestivamente
dal network di controinformazione della rete NoGlobal e dalla collaborazione spontanea di molti operatori dell'informazione colpiti dalle scene viste in Piazza Municipio, la questura e il ministero degli interni hanno cominciato ad ammettere la possibilità di singoli episodi in cui la truppa, sovraeccitata, avrebbe perso il controllo della situazione.
Dai dati raccolti emerge, invece, un quadro molto più sistemico e con esso l'intenzione dei vertici della questura di dare una risposta "memorabile" alla più grande manifestazione autorganizzata che Napoli abbia vissuto da circa vent'anni a questa parte.
La sensazione che emerge, da un'attenta lettura di queste pagine, è quella di una repressione tanto più feroce in quanto non indirizzata verso singole persone o limitata ad atteggiamenti eccessivi di singoli "Tutori dell'ordine pubblico".
Emerge chiaramente la volontà dei corpi armati dello Stato italiano di trasformare Piazza Municipio in una gabbia da cui fosse impossibile uscire.
Le descrizioni rilasciate evidenziano l'accuratezza con cui il coordinamento delle "Forze dell'ordine" ha evitato di lasciare una qualsivoglia via di fuga per coloro che erano stati rinchiusi nella "Gabbia" Municipio.
Questo ha creato panico e senso di impotenza dei manifestanti nei confronti di uomini armati dallo stato; ha generato una situazione tale da costringere ragazzini di quindici anni a gettarsi in fossati alti oltre i dieci metri pur di sfuggire alla rabbia di uomini armati dallo stato.
Dalle dichiarazioni emerge come le "Forze dell'ordine" abbiano caricato i manifestanti da ogni punto della "Gabbia" Municipio: da via Leoncavallo, da via Verdi, da via Medina, da via De Pretis, dalle strade che portano verso il molo Beverello…
Viene più volte evidenziato come gruppi di manifestanti siano stati spinti verso punti insicuri della "Gabbia", a ridosso del fossato del Maschio Angioino, ad esempio, ammassati e "Protetti" da una ringhiera troppo instabile e troppo bassa per fare da argine verso il vuoto.
E' stata riscontrata la fermezza delle "Forze dell'ordine" nell'impedire agli operatori sanitari del 118 di svolgere il loro lavoro di pronto intervento e di trasporto di persone, gravemente ferite, verso gli ospedali.
Ma le testimonianze vanno anche molto oltre quello che è accaduto nella "Gabbia" allestita temporaneamente in occasione della repressione di una grande manifestazione democratica.
Si evince la crudeltà di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza all'interno degli ospedali e le pressioni portate nei confronti del personale medico e paramedico al fine di rendere meno tempestive le cure ai feriti.
->Ritiro?????
Contemporaneamente isralele prosegue la propria espansione conloniale
in Cisgiordania. Lo ha confermato oggi alla France Presse un alto
funzionario della presidenza del Consiglio in condizione di anonimato.
"Stiamo continuando a costruire a Maale Adoumin, a Gush Etzion
e ad Ariel, perché questi settori non saranno mai trasferiti
all'Autorità palestinese", ha affermato il funzionario.
I tre insediamenti si trovano rispettivamente a est e a sud
di Gerusalemme e nel nord della Cisgiordania.
Così come oltre 3.500 alloggi supplementari sarebbero in costruzione
nella zona di Malee Adumin, nei pressi di Gerusalemme est, e dovrebbero
servire a incrementare l'insediamento di Malee che conta già 28mila
abitanti per poi unificarlo a Gerusalemme est, occupata da Israele
dal 1967. Va ricordato che In base al diritto internazionale,
tutti gli insediamenti dello Stato ebraico nei territori
palestinesi sono considerati illegali.
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''da indy ancora una ftr dell'aprile scorso'' '''HAITI'''

UCCISI DUE ‘CASCHI BLU’ DELLA MISSIONE ONU
Due ‘caschi blu’ della missione delle Nazioni Unite ad Haiti
(Minustah) sono stati uccisi da ex-militari haitiani; si tratta
delle prime vittime del contingente Onu da quando, nel giugno 2004,
è stato dispiegato sull’isola di Espagnola, dopo la caduta
dell’ex-presidente Jean-Bertrand Aristide. Il portavoce della
Minustah ha spiegato che la prima vittima è un soldato di
nazionalità cingalese morto domenica durante un’operazione
militare in cui 200 ‘caschi blu’ hanno ripreso il controllo
di un commissariato di polizia occupato dagli ex-militari
haitiani a Petit Goave, 70 chilometri a sud della capitale
Port-au-Prince. Nell’azione sono rimasti uccisi anche
due ex-militari e 35 sono stati catturati, mentre tre
‘caschi blu’ risultano feriti. Secondo radio locali
durante l’operazione sarebbero stati feriti anche alcuni civili,
ma la notizia non è confermata da fonti ufficiali.
La seconda vittima tra gli uomini della Minustah è
un ‘peacekeeper’ di nazionalità nepalese, ucciso a Terre Rouge,
anche in questo caso da ex-militari haitiani che hanno attaccato una pattuglia dell’Onu.
Line 72: Line 115:
I fatti di questi giorni ci portano indietro, a tredici mesi fa, durante i giorni del Global Forum, quando polizia e carabinieri il 17 Marzo 2001 hanno letteralmente circondato il corteo che si svolgeva nella città di Napoli caricandolo da ogni parte, arrestando arbitrariamente, prelevando le persone dal pronto soccorso e conducendole in questura per torturarle. "Stanza delle torture" viene infatti definita la sala dove si consumavano le violenze ai danni delle 80 persone arrestate, come rilevato dai PM che conducono l'inchiesta, che infine ha portato all'arresto di 6 poliziotti e 2 alti funzionari della Polizia di Stato di Napoli.
I colleghi degli agenti arrestati scendono in piazza contro il provvedimento, De Gennaro solidarizza, il governo e le destre chiedono l'impunità e attaccano magistratura e magistrati, dimenticando o ritenendo normali le incredibili violenze fisiche e psicologiche di cui sono state vittime le persone "custodite" dai solerti poliziotti della questura di Napoli.
Il GIP ha richiesto gli arresti domiciliari dei sei poliziotti ritenendo in pericolo i testimoni, eppure agenzie, giornali e televisioni si sono affrettate a pubblicare riferimenti utili ad indentificarli, indicando la citta' e l'area di appartenenza politica, violando la loro privacy ed esponendoli ad un rischio annunciato. Una responsabilita' che si sono assunti i direttori di Unita' e La Nazione (che hanno pubblicato nomi e cognomi dei testimoni), La Stampa (che cita nome e cognome di un testimone defindendolo addirittura un "giornalista" di Indymedia) e Repubblica, AGI e ANSA (che pubblicano nomi con cognomi puntati).
Un atto gravissimo questo che puo' mettere in serio rischio un tentativo di fare luce sulla verità e che aggiunge veleno al clima di intimidazione che si sta creando attorno a chi osa contestare il comportamento fuorilegge delle forze dell'ordine, sia in occasione del Global Forum, sia, non dimentichiamolo, del piu' recente G8.
Difatto mentre si chiede l'impunità per gli indagati si mettono in serio pericolo quelle persone che la legge dovrebbe garantire e tutelare e che hanno deciso di parlare e testimoniare la verità. Un ulteriore gravissimo atto in piena continuita' con la riforma sui testimoni e pentiti che non da nessuna garanzia e tutela a chi testimonia, mentre favorisce la creazione di zone franche per criminali, mafiosi e indagati.
Come saranno trattati i testimoni delle violenze perpetrate a Genova nel luglio scorso ai danni dei manifestanti? Arresteranno questi ultimi piuttosto che i poliziotti?
Nel frattempo le importanti verita' che emergono sulla gestione della piazza, sulla decisione di sottrarre alle cure mediche, all'interno del pronto soccorso, persone che vengono fermate dalla polizia e sulle violenze che le persone sottoposte al "fermo" subiscono all'interno delle caserme producono una aggressiva reazione da parte delle forze dell'ordine che in nome della difesa della propria casta dichiarano, ancora una volta, di essere intoccabili.
'''BOLIVIA'''

POPOLARITÀ PRESIDENTE MESA IN CALO DOPO RECENTI CRISI POLITICHE
La popolarità del presidente della Repubblica della Bolivia,
Carlos Mesa, è stata messa a dura prova dalla recente doppia
crisi ravvicinata, che ha visto nelle ultime due settimane
dapprima il capo dello Stato offrire la rinuncia al suo incarico
(respinta) al Parlamento, poi chiedere allo stesso Congresso
(ancora con esito negativo) la convocazione di elezioni anticipate.
Il suo indice di popolarità nel paese avrebbe perso circa 11 punti percentuali.
Intanto continuano i blocchi, le manifestazioni e i picchetti
sulle vie atuostrasdali del paese organizzati dai movimenti sociali
riunitisi in lotta: operai della COB, cocaleros, coordinamento per la
difesa dell'acqua, contadini dell'altipiano e studenti che hanno
ribadito di non voler cedere alle richieste di Mesa di
"rientrare nei ranghi" e che continueranno con le forme di pressione
fino a raggiungere la nazionalizzazione del gas e del petrolio e
la espulsione della multinazionale francese dell'acqua.

Lunedi 21 Marzo 2005

GIORNALE RADIO

OGGI SCIOPERO NELLE FERROVIE di 8 ORE

Adesioni al 52 per cento, stop a metà dei treni non tutelati dalle fasce di garanzia e frontiere di Ventimiglia e del Brennero bloccate; è questo bilancio del Sult sullo sciopero di 8 ore scattato alle 9 di oggi e indetto insieme alla Rls/Rsu delle ferrovie. Diametralmente opposto il bliancio di Trenitalia, che parla di "treni a lunga percorrenza che hanno viaggiato regolarmente e di una situazione generalmente tranquilla". Lo sciopero di oggi tira in ballo la questione sicurezza, dopo il recente disastro di Crevalcore, e il problema del rinnovo del contratto. I sindacati lamentano infatti che "nessun provvedimento idoneo è stato assunto da parte dell'impresa rispetto all'incidente del 7 gennaio", ma anche "gravi inadempienze aziendali - a fronte di un contratto nazionale collettivo di lavoro scaduto nella sua parte economica".

CASTELFRANCO EMILIA

Oggi si è inagurato alla presenza dei ministri Giovanardi e Castelli a Castelfranco Emilia il primo Carcere per detenuti tossicodipendenti, privato e gestito dall'Amministrazione Penitenziaria insieme alla comunità di S. Patrignano. All'inaugurazione presenti anche circa 200 persone che hanno protestato bloccando la strada che porta all'ingresso del carcere. Anche a Roma c'è stata un'azione di protesta da parte di circa cinquanta persone del cartello "ConFini zero" tra studenti, precari e alcuni militanti del centro sociale Esc di S. Lorenzo, che hanno manifestatoo davanti al Dipartimento nazionale politiche antidroga di via Quintino Sella. I manifestanti hanno esposto uno striscione con la scritta "Il consumo non si chiude in carcere. Fini e Muccioli piantatela". Momenti di tensione per l'arrivo di diversi agenti in massa che hanno provato ad interrompere la manifestazione; una 30ina di persone identificate. -->corrispondenza da radio ondarossa

KIRGHIZISTAN

Il presidente kirghizo Askar Akayev ha ordinato alla Commissione Elettorale di avviare una verifica dei presunti brogli elettorali contestati dall'opposizione per le legislative del 27 febbraio-13 marzo. Akayev ha ordinato alla Commissione e alla Corte di "prestare particolare attenzione alle circoscrizioni dove i risultati del voto hanno provocato reazioni pubbliche estreme", in modo da "dire con chiarezza alla gente chi ha ragione e chi ha torto", cita un comunicato della presidenza. Intanto le proteste in diverse zone del paese non si placano, anzi si espandono sempre più: sono almeno dieci i morti causati dai violenti scontri scoppiati tra polizia e attivisti dell'opposizione e concentratisi in due città meridionali. arrivano dopo giorni di dimostrazioni Questa mattina Circa tremila esponenti dell'opposizione hanno fatto irruzione in un palazzo governativo a Osh, nel sud del paese, costringendo alla fuga un centinaio di militari di guardia.

ISRAELE-PALESTINA

Israele dovrebbe consegnare domani la città di Tulkarem in Cisgiordania all'Autorità nazionale palestinese (Anp), così come nei giorni scorsi è avvenuto per Gerico. Lo affermano oggi la radio e la stampa israeliana, secondo la quale l'informazione è stata data dal ministro della difesa israeliano Shaul Mofaz. Il passaggio graduale sotto controllo dell'Anp delle principali città cisgiordane era stato concordato a febbraio dal presidente palestinese Abu Mazen e dal premier israeliano Ariel Sharon nel vertice di Sharm el-Sheikh (Egitto).

->Ritiro????? Contemporaneamente isralele prosegue la propria espansione conloniale in Cisgiordania. Lo ha confermato oggi alla France Presse un alto funzionario della presidenza del Consiglio in condizione di anonimato. "Stiamo continuando a costruire a Maale Adoumin, a Gush Etzion e ad Ariel, perché questi settori non saranno mai trasferiti all'Autorità palestinese", ha affermato il funzionario. I tre insediamenti si trovano rispettivamente a est e a sud di Gerusalemme e nel nord della Cisgiordania. Così come oltre 3.500 alloggi supplementari sarebbero in costruzione nella zona di Malee Adumin, nei pressi di Gerusalemme est, e dovrebbero servire a incrementare l'insediamento di Malee che conta già 28mila abitanti per poi unificarlo a Gerusalemme est, occupata da Israele dal 1967. Va ricordato che In base al diritto internazionale, tutti gli insediamenti dello Stato ebraico nei territori palestinesi sono considerati illegali.

HAITI

UCCISI DUE ‘CASCHI BLU’ DELLA MISSIONE ONU Due ‘caschi blu’ della missione delle Nazioni Unite ad Haiti (Minustah) sono stati uccisi da ex-militari haitiani; si tratta delle prime vittime del contingente Onu da quando, nel giugno 2004, è stato dispiegato sull’isola di Espagnola, dopo la caduta dell’ex-presidente Jean-Bertrand Aristide. Il portavoce della Minustah ha spiegato che la prima vittima è un soldato di nazionalità cingalese morto domenica durante un’operazione militare in cui 200 ‘caschi blu’ hanno ripreso il controllo di un commissariato di polizia occupato dagli ex-militari haitiani a Petit Goave, 70 chilometri a sud della capitale Port-au-Prince. Nell’azione sono rimasti uccisi anche due ex-militari e 35 sono stati catturati, mentre tre ‘caschi blu’ risultano feriti. Secondo radio locali durante l’operazione sarebbero stati feriti anche alcuni civili, ma la notizia non è confermata da fonti ufficiali. La seconda vittima tra gli uomini della Minustah è un ‘peacekeeper’ di nazionalità nepalese, ucciso a Terre Rouge, anche in questo caso da ex-militari haitiani che hanno attaccato una pattuglia dell’Onu.

BOLIVIA

POPOLARITÀ PRESIDENTE MESA IN CALO DOPO RECENTI CRISI POLITICHE La popolarità del presidente della Repubblica della Bolivia, Carlos Mesa, è stata messa a dura prova dalla recente doppia crisi ravvicinata, che ha visto nelle ultime due settimane dapprima il capo dello Stato offrire la rinuncia al suo incarico (respinta) al Parlamento, poi chiedere allo stesso Congresso (ancora con esito negativo) la convocazione di elezioni anticipate. Il suo indice di popolarità nel paese avrebbe perso circa 11 punti percentuali. Intanto continuano i blocchi, le manifestazioni e i picchetti sulle vie atuostrasdali del paese organizzati dai movimenti sociali riunitisi in lotta: operai della COB, cocaleros, coordinamento per la difesa dell'acqua, contadini dell'altipiano e studenti che hanno ribadito di non voler cedere alle richieste di Mesa di "rientrare nei ranghi" e che continueranno con le forme di pressione fino a raggiungere la nazionalizzazione del gas e del petrolio e la espulsione della multinazionale francese dell'acqua.

radiolina (last edited 2008-06-26 09:51:30 by anonymous)