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=== IndyNewsWire 021003 === = GRADIOLINA 22 APRILE 1963 =
'''PALESTINA'''
re dirigenti delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, gruppo legato al Fatah di Yasser Arafat, sono stati uccisi all'alba di oggi durante uno scontro a fuoco a Tulkarem dall'esercito israeliano. Ne hanno dato notizia fonti della sicurezza palestinesi precisando che una colonna di una ventina di blindati è penetrata nella città ed ha accerchiato la casa dove i tre si erano asserragliati. Dopo l'incursione, i corpi dei tre palestinesi sono stati trovati crivellati di pallottole.
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'''Distruggi la fortezza Europa''' Un ragazzo palestinese di 16 anni e' stato ucciso stamattina da forze israeliane che hanno aperto il fuoco contro manifestanti che li attaccavano con lanci di pietre nel nord della Striscia di Gaza. Lo si e' appreso da fonti ospedaliere.
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ll prossimo 4 ottobre arriveranno a Roma al Palazzo dei Congressi dell'Eur, 25 capi di Stato per la Conferenza Intergovernativa chiamata ad approvare il progetto del Trattato costituzionale che da il via alla Costituzione per l'Europa.
In questo clima di blindatura e di costruzione della Fortezza Europa, il neo prefetto capitolino Achille Serra dichiara che non ci saranno "zone rosse", lo stesso Viminale ha deciso di non chiudere le frontiere italiane nei giorni del Summit. Ma le perquisizioni preventive non si sono fatte attendere: il 17 settembre e' toccato alla cella di Marco Camenish e al sito Anarcotico.net, il 23 settembre a Roma, il 26 ai disobbedienti.
Diverse, comunque, le manifestazioni e le azioni di disturbo che accompagneranno la Conferenza dalla mattina per culminare nel pomeriggio con la manifestazione che partira' alle 14 alla metro Laurentina per arrivare proprio a ridosso del Palazzo dei Congressi, mentre il centro della citta' sarà attraversato dal corteo dei sindacati "ufficiali" europei della CES.
Dal 29 settembre al 10 ottobre allo squat Laurentino 38 - DIY weeks, ostello autogestito e workshop.
E l'esercito israeliano ha fatto irruzione la notte scorsa nel campo profughi di Rafah, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, ed ha distrutto otto abitazioni. Stando a quanto riferito da alcuni testimoni, all'operazione hanno preso parte almeno 25 mezzi blindati
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Da Napoli TRENO DEI MANIFESTANTI - NoGlobal Express
appuntamento stazione centrale ore 9:00
Costo 10 euro A/R
Intanto Yasser Arafat ha espulso i miliziani delle Brigate dei martiri di al Aqsa dal quartier generale dell'Anp a Ramallah. Lo hanno reso noto fonti del gruppo radicale vicine a Fatah, secondo cui il presidente dell'Autorita' nazionale palestinese ha fatto cacciare 21 miliziani dalla Moqata, dove e' assediato da piu' di tre anni
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----------------------------------------------------------- '''Irak'''
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'''ITOITZ''' La meta' circa degli uomini che compongono le forze di sicurezza irachene si rifiuta di combattere con le truppe della coalizione per soffocare l'ondata di violenze in Iraq. Ad affermarlo e' stato il generale americano Martin Dempsey, capo della prima divisione corazzata in Iraq, parlando con un gruppo di giornalisti. Il 40 per cento degli agenti locali ha preferito rinunciare all'incarico, ha reso noto il generale, secondo il quale inoltre tra gli uomini chiamati a far parte dei nuovi servizi di sicurezza iracheni, il 10 per cento circa ha usato la sua posizione per operare contro gli Stati Uniti o gli altri stati membri della coalizione. Dempsey, la cui divisione dovra' fermarsi in Iraq tre mesi in piu' rispetto al periodo di un anno inizialmente stabilito, ha ammesso le grandi difficolta' incontrate nel tentativo di convincere militari e soldati ad imbracciare le armi contro i connazionali.
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 - eco - ---
il Segretario Generale del Consiglio degli Ulema Mussulmani Hareth al-Dari accusa le forze di occupazione di aver violato la tregua a Fallujah. Il quotidiano arabo Al-Hayat aggiunge anche che al Dari ha espresso il timore che le forze Usa si apprestino a sferrare nuovi attacchi contro al-Qaem, Sadr City, al-Najaf ed altre città irachene. Al-Dari si è rivolto all'ONU, alla Lega degli Stati Arabi e all'Organizzazione degli Stati Islamici invitando ciascuna di dette organizzazioni ad assumere le proprie responsabilità "per impedire che avvengano questi atti criminali, che potrebbero provocare un fuoco che non si spegnerà se non sui cadaveri dei criminali". Partendo da questo dato, Dempsey ha indicato che la campagna in Iraq è a un punto critico. intanto...

Iarak

Sostenitori del leader radicale sciita Moqtada Sadr si apprestano oggi a manifestare a Bassora contro l'incapacita delle forze britanniche di impedire gli attentati sanguinosi di ieri nella citta' e a Zubeyr, piu' a sud, che hanno fatto 68 morti. Decine di persone hanno cominciato a radunarsi davanti alla sede di Sadr, nel centro della citta', in previsione di una manifestazione, ha constatato un giornalista dell'Afp. Vogliamo protestare contro le aggressioni alla polizia che dimostrano il fallimento dell'occupante nel padroneggiare la situazione, ha detto sheikh Abdel Sattar Bahadli, rappresentante di Moqtada Sadr a Bassora. Chiediamo all'occupante di affidare il dossier della sicurezza alla polizia irachena, alle organizzazioni e ai partiti della citta, ha aggiunto, mettendo in guardia contro i rischi di una rivolta della popolazione nella citta' sciita meridionale, che conta due milioni di abitanti. Molti genitori hanno tenuto oggi i figli a casa, dopo l'uccisione di 17 bambini negli attentati di ieri, mentre i parenti si preparano a seppellire le vittime della giornata piu' sanguinosa di Bassora, citta' controllata dalle forze britanniche, dall'inizio dell'occupazione della coalizione a guida Usa, un anno fa

Irak

Sulla scia della Spagna e di altri Paesi latinoamericani, anche in Costarica diverse autorita', tra cui alcuni parlamentari, hanno rivolto un appello al presidente Abel Pacheco perche' disponga il ritiro del contingente dall'Iraq. In una lettera ripresa dai media, si chiede a Pacheco di ritirare il suo appoggio all'intervento in Iraq, che assume sempre di piu' i caratteri di un genocidio. E' la volonta' del nostro popolo di rivedere la nostra scelte in politica estera - si legge nella nota - alcune delle quali hanno compromesso il decoro, la dignita' e il prestigio del Costarica.

'''Venezuela'''

Il Consiglio nazionale elettorale del Venezuela (CNE) ha approvato un regolamento per valutare gli 1,3 milioni di firme presentati dall'opposizione per realizzare un referendum che revochi il mandato del presidente Hugo Chavez. Nel caso si raggiungesse il totale richiesto di 2.491.196 firme, il referendum si terrebbe l'8 agosto.
El consejo también calculó en 1,9 millones las firmas definitivamente válidas, mientras se requieren 2,4 millones. Carrasquero aseguró que 1,1 millones de firmas irán al proceso de "reparos" o ratificación, aunque sólo se requieren poco más de 500.000 rúbricas para completar las necesarias que activen la consulta.

'''bolivia'''

El presidente argentino, Néstor Kirchner, y su colega boliviano, Carlos Mesa, firmaron hoy un acuerdo para la compra-venta de gas que ayudará a paliar la crisis energética argentina.
Kirchner agradeció a Mesa la decisión de "autorizar en forma extraordinaria" la venta de gas a su país.
El convenio incluye una cláusula que prohibe la reventa del gas boliviano a Chile, motivo suficiente para que se cancele automáticamente el acuerdo entre ambos países.
Proprio questo accordo potrebbe definitivamente far precipitare la situazione sociale nel paese, visto che per il 2 maggio è previsto l'inizio dello sciopero generale e il blocco delle vie autostradali in tutto il paese, anche per protestare contro la svendita del gas nazionale alle aziende multinazionali.
Situazione resa ancora più critica dagli scontri tra alcuni gruppi di studenti universitari, di aspiranti alle scuole d’insegnamento e di appartenenti ad altri settori e polizia, che negli ultimi giorni hanno paralizzato il centro della capitale La Paz, provocando almeno cinque feriti tra i dimostranti.
Il governo boliviano accusa “alcuni gruppi minoritari e intransigenti” di voler generare instabilità e convulsione nel Paese, mentre il fronte sociale d'opposizione rilancia sulla mobilitazione del 2 maggio. Continua ad aleggiare lo spettro dell'ex presidente Sanchez de Lozada e di un intervento militare possibile.

'''ONU'''
La Commissione dell'Onu per i diritti umani ha approvato a Ginevra (Svizzera) una risoluzione sull'abolizione della pena di morte. Il documento, presentato dall'Unione europea, è stato approvato ieri con 28 voti a favore, 20 contrari e cinque astensioni. La risoluzione chiede ai Paesi che tuttora fanno ricorso alla pena capitale di abolirla e di istituire una moratoria sulla esecuzioni in attesa della definitiva eliminazione di tale pena. È dal 1997 che la Commissione diritti umani delle Nazioni Unite, massimo organo dell'Onu per la promozione dei diritti fondamentali, approva ogni anno una risoluzione sulla pena di morte. Nel 2003 Usa, Cina, Iran e Vietnam avrebbero totalizzato, secondo una ricerca di 'Amnesty international', l’84 per cento delle 1.146 esecuzioni accertate in 28 Paesi;

'''DECRETO URBANI, GOVERNO BATTUTO PER 7 VOTI ALLA CAMERA'''
Governo battuto per sette voti alla Camera su un emendamento al decreto Urbani presentato dal verde Mauro Bulgarelli e dal diessino Pietro Folena.

La modifica al testo, su cui governo e commissione avevano reso parere contrario, e' stata infatti approvata con 179 si' e 172 no. Dopo il voto, la seduta e' stata brevemente sospesa e riprendera' con nuove votazioni.
L'emendamento approvato dall'Assemblea sopprime l'intero comma 7 dell'articolo 1 del decreto Urbani sul rifinanziamento del cinema e sul contrasto della pirateria audiovisiva e su Internet. In particolare, il comma cassato prevede l'obbligo per ''i prestatori di servizi della societa' dell'informazione che siano venuti a conoscenza della presenza di contenuti idonei ad integrare le violazioni commesse per via telematica'', a ''informarne con immediatezza il Dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell'Interno o l'autorita' giudiziaria''.

'''Italia, Fiat, stabilimento di Melfi'''

Da ieri sera la linea della Punto e della Idea è ferma anche alla Fiat Mirafiori a causa del blocco dello stabilimento di Melfi dove stamani è iniziata la quarta giornata di fermo produttivo a causa degli scioperi e dei blocchi stradali effettuati da Fiom, Failms, Slai Cobas e Ugl. Alcuni componenti di lastratura non sono infatti arrivati nell'impianto torinese da Melfi dove vengono prodotti e quindi la Fiat ha comunicato ai sidacati che il terzo turno di ieri e il primo di quest'oggi non potevano essere effettuati. Sarebbe a forte rischio anche il secondo turno i oggi di Mirafiori.Complessivamente sono coinvolti dal fermo delle linee di Mirafiori circa 2000 addetti

sentiamo la corrispondenza ---> winamp
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Solidari@s con Itoiz
Lunedi 16 giugno, dopo 15 anni di resistenza non violenta, gli abitanti del villaggio di Itoiz (paesino basco) stanno per essere sgomberati violentemente dalla polizia paramilitare spagnola: la guardia civil. Itoiz si trova nel cuore della Longuida Valley, a nord di Irunea, e, insieme ad altri paesini, sta per essere raso al suolo dal governo spagnolo e dal governo regionale Navarro per lasciare il posto all'invaso. Le proteste erano gia' iniziate negli anni passati per la costruzione della diga: gli abitanti erano riusciti a 'segare' dei cavi e per questa azione otto persone sono ancora ricercate e una e' agli arresti. Nel '99 le proteste continuarono in Europa: nel febbraio 2000 fu la volta di Roma con la calata dalla cupola di San Pietro [ video ] mentre il 17 marzo tocco' all''Aia, in Olanda, con una azione al World Water Forum .
Ora, i lavori sono terminati, la valle di Itoiz, sta per diventare il bacino della diga, quindi completamente inondata e rasa al suolo.
Dei resistenti di questa ultima ondata repressiva, una ventina, precedentemente incatenatesi, sono stati arrestati e poi rilasciati. Altri sono tutt'ora rinchiusi in un bunker, incatenati alle pareti, mentre lungo le strade che portano al paese continuano le resistenze e le cariche della polizia [ video ]: quattro gli arresti compiuti dalla guardia civil.
S.O.S. Itoiz: irruzione della polizia ad Artozki
by (...) Wednesday October 01, 2003 at 10:15 AM mail:
= Rassegna Stampa =
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Il 30 settembre, dopo 15 giorni di resistenza, la Policia Foral e la Guardia Civil irrompono all'alba nel paese di Artozki, ultimo sopravvissuto della Valle d'Irati al progetto della diga di Itoiz

La policia Foral e la Guardia Civil irrompono all'alba
del 30 settembre nel villaggio di Artozki, tenendo in stato di fermo 28 persone, alcune delle quali successivamente rilasciate.
18 gli attivisti trattenuti, 4 dei quali sono stati rilasciati, mentre
4 di loro hanno passato la notte in commissariato.
Due dei detenuti sono stati portati in ospedale; uno per una crisi d'asma,
l'altro per un colpo alla testa.
Sono accusati di resistenza, disobbedienza e disordine pubblico.
Il Governo di Navarra considera il villaggio ormai sgomberato, ma la resistenza continua ad Artozki,dove sono ancora presenti alcune delle persone giunte nel villaggio dopo l'appello dei Solidari@s con Itoiz.

Uno sgombero preannunciato che sta avvenendo senza testimoni; tutte le strade che portano ad Artozkin sono state blindate dalla polizia ed è impossibile raggiungere il villaggio. Anche i giornalisti che hanno provato
ad arrivare sono stati bloccati a 15 kilometri da Artozki.
Il Governo di Navarra, da parte sua, sostiene di aver preso accordi con la popolazione del villaggio sull'evacuazione e che le azioni della giornata rientrano nel piano d'azioni stabilito per portare a termine
i lavori della diga di Itoiz.

Nonostante l'azione repressiva della giornata, il collettivo dei Solidari@s con Itoiz, comunica che la resistenza per impedire la demolizione di Artozki continua.

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'''Un calcio a sky!'''

l quattro dicembre del 2002 un nucleo di carabinieri, su mandato del Ministero della Comunicazione tento' di chiudere Telefabbrica, una telestreet nata a Termini Imerese per sostenere la lotta degli operai della Fiat minacciati di licenziamento.
Il 19 settembre 2003 alcuni funzionari del Ministero della Comunicazione hanno disattivato e sigillato la street tv di Senigallia Disco Volante [ ] fondata da una cooperativa costituita da un gruppo di disabili, perchè non provvista di concessione governativa. Disco Volante trasmetteva da alcuni mesi in un raggio di qualche centinaio di metri ed e' stata chiusa.
Anche Peccioli Tv (Firenze) ha ricevuto l'ordinanza di disattivazione per 'esercizio non autorizzato di impianto di radiodiffusione televisiva'. Questo accanimento contro le TV di strada avviene mentre ancora e' in corso la discussione alla Camera sul DDL Gasparri. Sono sequestri amministrativi illegittimi perchè non ancora regolamentati da nessuna legge.

Contro l'attacco alle Telestreet , contro la chiusura di Discovolante TV di Senigallia, contro ogni minaccia di sequestro, contro il monopolio di sky TV, le Telestreet romane rilanciano l'esperienza delle tv di strada.
Individuando nel calcio professionistico l'esito di un processo di progressiva separazione tra il calcio come business-spettacolo e il calcio come momento di socialità e cultura popolare, le Telestreet vogliono restituire il calcio al pubblico che lo produce senza lasciare che i monopoli della comunicazione criptino la ricchezza delle strade e delle curve.

Domenica 21 settembre la partita Juventus-Roma verrà ritrasmessa in diretta nel quartiere di S.Lorenzo sul canale 26 delle Uhf, trasformando una tv di strada in un decoder di quartiere.

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'''A DIFESA DEI MEDIA ALTERNATIVI'''

Appel urgent à solidarité (pétition) ! ! ! ZANZA - indy parigi 1. FTR

L'AG45, à Paris, est un immeuble qui regroupe plusieurs média alternatifs. C'est un centre des média permanents, un lieu de coopérations entre supports et d'expérimentations sur les modes de partage des technologies de l'information non-marchandes.

Ce centre des média regroupe Zaléa tv (diffusion hertzienne de programmes tv associatifs), Réseau 2000 (formations gratuites et hébergement de sites), Fréquence Paris Plurielle (radio associative), Les périphériques vous parlent (revue papier), Co-errances (diffusion alternatives de vidéos, livres, revues...), le MIB et... indymedia-paris qui squattent les lieux pour ces réunions.

L'AG45 est menacé d'expulsion d'un jour à l'autre par le Réseau Ferré de France (la branche privatisée de la SNCF) qui gère les lieux. Il y a deux immeubles sur cette partie de la friche industrielle, celui occupé par le centre des média et un autre occasionnellement utilisé par 'Le Secours Catholique'. La Mairie de Paris qui va racheter les lieux semble avoir pour le moment choisi de garder celui du Secours Catho...

Le texte de la pétition :

Depuis décembre 2001 le regroupement d'associations AG45, occupe avec l'aval de la SNCF un bâtiment de la cour du Maroc au 45-47 rue d'Aubervilliers Paris 18ème.

La SNCF ayant aujourd'hui décidé de vendre ce terrain et les bâtiments de la cour à la ville de Paris, demande aux occupants de bien vouloir quitter les lieux avant le 1er octobre 2003.

Compte tenu du travail produit par ces associations qui ont eu à charge la réfection complète du lieu, nous demandons à la SNCF de surseoir à sa demande pendant quelques semaines, le temps que se mette en place une véritable négociation avec les nouveaux propriétaires.

Compte tenu des missions que se sont données les associations qui occupent le bâtiment, à savoir :

- Maintenir et développer un secteur non marchand de communication
- Organiser une transversalité entre des structures de médias
- Permettre une accessibilité de proximité aux médias et aux nouvelles technologies

Compte tenu de la somme d'expériences acquises concernant directement plusieurs centaines de personnes, sans distinction de genre, d'âge ou d'origine, qui participent à la vie de ce lieu unique de par la diversité de ses missions.

Compte tenu de la nécessité de trouver des liens d'expression et de débat pour le mouvement social, ainsi que pour l'ensemble des minorités habitant Paris et sa région.

Nous demandons à la Mairie de Paris De permettre le maintien de La Maison des Médias AG45 Cours du Maroc, rue d'Aubervilliers

Amicalement
Pour AG 45
Emmanuel Saunier

AG45
« LA MAISON DES MEDIAS LIBRES »
Co-errances
Les périphériques vous parlent
Radio FPP 106.3 Fm
Réseau 2000
ZALEA TV

Pour signer ce appel en ligne :
http://www.lapetition.com/sign1.cfm ?numero=780

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'''Approvato OdG in parlamento che legalizza le telestreet'''

ecco l'odg
by cartman Thursday October 02, 2003 at 02:35 PM mail: cartman@inventati.org

dalla mailing di telestreet :

La Camera, premesso che:
la comunicazione partecipata rappresenta la nuova frontiera per una compiuta libertà di
informazione;
è una comunicazione che parte dal basso e che ha nelle «televisioni di strada» uno strumento
innovativo e imprescindibile per la microinformazione nel nostro Paese;
le «televisioni di strada» svolgono un servizio per piccole comunità, quartieri,
collettività peculiari e sono tecnologicamente alla portata di tutti;
esse sono la risposta ad un sistema sempre più dominato dai grandi gruppi e sempre più
lontano dalle esigenze dei singoli e delle piccole realtà;
le «televisioni di strada» sfruttano i coni d'ombra delle frequenze e quindi non creano
alcun disturbo alla corretta ricezione dei canali «tradizionali»;
un settore tanto vivo ed effervescente necessita di una regolamentazione,
impegna il Governo:
ad attivarsi in tempi brevi affinché le porzioni di frequenze libere in ambito locale
risultanti dalle zone d'ombra nell'irradiazione dei segnali televisivi possano essere
utilizzate, su base non interferenziale, per attività di comunicazione;
a non procedere alla chiusura delle «televisioni di strada» in mancanza dei risultati di
un'indagine che consentano una specifica normativa in materia.
9/310-B/4. Grignaffini, Giacco, Duca, Abbondanzieri.

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'''RADIO LIBERE CONTRO ALCA'''

indy messico ZANZA
dall'indirizzo http://www.ansa.it/rubriche/rassegna/rassegnaoggi.shtml
è possibile vedere e leggere le prime pagine di tutti i quotidiani andando al link della rassegna stampa della camera dei deputati oppure a partire dalle 12 sono disponibili tutti i quotidiani di oggi on-line
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Area de Radios Libres de las Americas / Free Radio Area of the Americas ZANZA
by ARLA 1:25am Thu Oct 2 '03
polivocity@yahoo.com.mx

Llamamos a todas las radios libres del Caribe, Centro, Norte y Sud America para coordinarnos y discutir como hacer oir todas las voces en Miami. Estamos trabajando para hacer posible la transmision FM en vivo (desde net-stream hacia el estudio en Miami) asi como tambien programas grabados en diferentes lugares del Contiente Americano.

:::::::::::::::::::::::::::::(english below):::::::::::::::::::::::::::::

Area de Radios Libres de las Americas



Miles de personas nos encontraremos en Noviembre, en Miami, para protestar contra el ALCA (area de libre comercio de las americas), donde intentaran extender las politicas devastadoras del TLC-NA en el resto del hemisferio. Voces de Centro, Sud y Norte America y el Caribe, estaran austentes del discurso en Mimai, por la imposibilidad de obtener visas para visitar el pais.



Por esto Reclamaremos las Ondas (recuperaremos las ondas) de Miami en protesta contra la coalicion Gobierno/Media que limitan nuestra expresion. Reclamaremos America en protesta contra el control fronterizo y la politica de migracion, que como siempre, excluye a l*s “diferentes” y a esas voces disonantes que no quieren que Estados Unidos se la capital de TODA nuestra America.



Llamamos a todas las radios libres del Caribe, Centro, Norte y Sud America para coordinarnos y discutir como hacer oir todas las voces en Miami. Estamos trabajando para hacer posible la transmision FM en vivo (desde net-stream hacia el estudio en Miami) asi como tambien programas grabados en diferentes lugares del Contiente Americano.



Pedimos tambien a las radios libres de EEUU no solo que participen en la coordinacion, sino tambien en la ayuda con el soporte tecnico y equipamiento. Estamos buscando acceso a servidores para stream y FTP.



Esperamos oir sus voces!
= GR ORE 13.30 =
Line 176: Line 67:

Reaclamemos las ondas!

Reclamemos las voces!

Reclamemos America!
= tuvuofalamericano =
Line 185: Line 71:
Contacto: polivocity@yahoo.com.mx = spazio indy 8.4 =

'''palestina'''

Almeno nove dimostranti palestinesi sono rimasti feriti oggi durante disordini divampati alla periferia di Gerusalemme, nel villaggio di Biddu.

(con audio)
Line 188: Line 80:
'''SALONICCO''' '''l'onda lunga della biometria'''

http://punto-informatico.it/p.asp?i=47655
Line 191: Line 85:
Thessaloniki Prisoner Support ZANZA '''presidio contro la guerra/iraq'''
Line 193: Line 87:
Image of Simon wearing a blue rucksack, being kicked in the face by a Greek policeman More than three months after the EU summit in Thessaloniki, 7 people remain incarcerated within the Greek prison system. Simon Chapman (English), Fernando Perez Gorraiz (Spanish), Carlos Martin Martinez (Spanish), Souleiman "Kastro" Dakduk (Syrian), Spyros Tsitsas (Greek) and two Greek juveniles are continuing to be denied justice, despite overwhelming evidence that they have been framed and despite protests around the world.

Kastro has now started a hunger strike while the most recent news from abroad is that the second appeal has failed. However, corporate media within the UK have now started to pay attention to Simon's case and Fair Trials Abroad are monitoring the situation

Anarchist Solidarity Demonstration
by (A)ristotle Tuesday September 23, 2003 at 01:32 PM
Anarchist Solidarity Action at the Greek Consulate.

On June 21st, tens of thousands of people flooded Thessaloniki in an attempt to disrupt the European Union's closed door negotiations. The growing international, anti-capitalist movement was 'fueled' by local, radical Greek resistance to challenge the legitimacy of these self-appointed global-masters. Large, well-organized direct actions were responded to with chemical attacks by the police who used illegal CS and CN gases. Just over two dozen protesters were arrested many of whom were beaten and tortured before being released. Seven individuals still languish in jail on felony charges.
The situation for each is dire.
Police planted a black backpack full of explosives next to a London man after his arrest. Video taken of the day shows him wearing a blue bag.
Another prisoner comes from the Basque region of Spain and has been demonized by the Greek press as a wanted, international terrorist.
And one man, a political refugee from Syria, is facing possible deportation. If he is deported he will likely be executed by the Syrian government
They have been brutalized in jail yet they remain in good spirits because of the overwhelming display of solidarity both in Greece and throughout all of Europe.
Solidarity actions within the United States are essential! The Greek state is relying on American apathy to carry out their persecution of these anarchists. However, our struggles are intertwined. Whether incarcerated or not, we are all fighting the class war together. They fought in the streets of Thessaloniki for us and we will continue to fight for them on the outside. Solidarity is the people's weapon!

Meet: Friday, September 26th at 12:30p.m. at Allyne Park, on the corner of Gough St. And Green St. in San Francisco. Then march to the Greek Consulate for a demonstration of international solidarity.
http://italy.indymedia.org/calendar/event_display_detail.php?event_id=5398
Line 212: Line 90:
San Cristobal de Las Casas, Chis., 28 de septiembre. Contra lo que pudiera pensarse, la continua ocupación militar en vastas regiones de Chiapas no ha llevado a una militarización "benigna" de la vida cotidiana de indígenas y campesinos, sino, por el contrario, a un creciente rechazo de la población a la presencia de campamentos y bases militares, particularmente en la llamada zona de conflicto (es decir, todas las regiones habitadas por indígenas).      COMUNICATO STAMPA
Line 214: Line 92:
A raíz de la creación de las Juntas de Buen Gobierno (JBG) en los municipios autónomos zapatistas, los movimientos de tropa y en general la actividad del Ejército federal se han incrementado. En torno a las ciudades de San Cristóbal de las Casas, Ocosingo y Palenque, los patrullajes y el paso de convoyes son los más asiduos y evidentes desde el cambio de gobierno en 2000.       IRAQ: FALLUJA COME JENIN?
Line 216: Line 94:
Un espejismo mediático, alimentado de ambigüedades y datos falsos, crea la impresión de que "el Ejército ya se fue". Las fuerzas armadas, por su parte, disminuyendo su perfil, han parecido ausentes, si bien el despliegue de tropas no varía desde tiempos del zedillismo. El gobierno de Vicente Fox reubicó algunas posiciones, pero no ha hecho salir un sólo soldado. El estado de sitio en torno a las comunidades y municipios zapatistas se mantiene intacto.
Line 218: Line 95:
Ahora, tras las JBG, han proliferado incidentes y conflictos en torno a diversas comunidades rebeldes, que parecen "intercomunitarios" o "de ideología", pero que significan la continuación puntual de la guerra contrainsurgente de baja intensidad que instauró el gobierno priísta luego de la ofensiva de 1995. Da due giorni l?esercito Usa ha cinto d'assedio la citt? di Falluja lanciando quella che ha tutta l?aria di una punizione collettiva per i
+fatti della scorsa settimana, quando quattro statunitensi furono linciati dalla folla.
Line 220: Line 98:
Diversos conflictos La citt? ? stata isolata, tutte le via di accesso sono state chiuse gi? da domenica e ai 300.000 abitanti ? impedito di lasciare l'area. Anche
+ai giornalisti ? stato vietato l'accesso.
Line 222: Line 101:
Los impactos de la presencia militar son inocultables. En las semanas recientes, los corresponsales de La Jornada en Chiapas han registrado diversos conflictos entre la población y miembros del Ejército federal. Se han generado manifestaciones de rechazo en Frontera Comalapa, Cintalapa, Chenalhó, Trinitaria, Palenque, San Cristóbal de las Casas y otras regiones. Resulta notable que en ninguno de estos casos se trata de comunidades rebeldes; incluso muchas son priístas. Una ingente forza militare, prima concentrata intorno alla citt?, ha iniziato ad entrare trovando forti resistenze da parte della popolazione
+e determinando forti combattimenti. Attacchi sono in corso dal cielo, anche con missili, su zone abitate. Rastrellamenti sarebbero in corso
+casa per casa e, dalle poche testimonianze, risulta che decine di iracheni sono stati uccisi. L?unico ospedale della citt? non ? in grado di
+far fronte alla emergenza.
Line 224: Line 106:
Por ejemplo, el 17 de julio unas 500 personas protestaron en la cabecera municipal de Cintalapa por la muerte de José Liévano, de 14 años de edad, atropellado frente a su casa por los militares José Arturo Nazario Hernández y Juan Carlos Pérez Solar, adscritos a la base de Chiapas Nuevo, en Jiquipilas. Los cintalapeños expresaron inconformidad porque se ha incrementado el número de militares que acuden en busca de cantinas y prostíbulos, "lo que afecta la vida comunitaria". Señalaron que los fines de semana es común verlos vestidos de civil, ebrios, transitando en vehículos a alta velocidad, lo que ha ocasionado múltiples incidentes. Facciamo appello ad un immediato intervento del Segretario Generale dell'Onu perch? cessi la carneficina e Falluja sia liberata dall'assedio.
Line 226: Line 108:
En las mismas fechas, la procuraduría local aprehendió al sargento del Ejército Andrés Vidales Segobia, junto con Juan José, Ramiro y Genaro Guzmán Martínez, acusados de dar muerte a Avelino Encino Guzmán, funcionario del ayuntamiento de Tenejapa. Otro implicado, el ex militar Baltasar Escobar Cáceres, huyó. Invitiamo tutte le associazioni, i sindacati, i partiti a prendere posizione e promuovere iniziative che favoriscano la mobilitazione della
+comunit? internazionale perch? non si ripeta, proprio nei giorni dell'anniversario, quanto ? gi? successo a Jenin.
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El arsenal hallado a estas personas incluía mil 900 cartuchos calibre 7.62 (usados en rifles AK-47, cuernos de chivo), así como cientos de balas, cuatro granadas de mortero de 60 milímetros, cinco cuerpos para granada de mortero, ocho antenajes para granada, cuatro granadas de fusil antipersona, cinco granadas de mano, varios casquillos percutidos y dos pistolas. Las autoridades judiciales los acusaron de tráfico ilegal de armas, pero en los hechos operaban como escuadrón homicida en una zona de los Altos donde actúan grupos paramilitares, según las últimas denuncias de los municipios autónomos de Polhó, Santa Catarina y San Juan Apóstol Cancuc.
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Más reciente y conocido (y más manipulado por dirigentes priístas de la entidad) fue el caso de 35 militares retenidos por la población entre Santa Martha y Saclum (Chenalhó) a principios de mes. Los indígenas argumentaban que el camino se ha deteriorado por el paso de unidades de las fuerzas armadas. da radio onda d'urto:
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Un conflicto irresuelto entre pobladores y tropas federales es el de La Albarrada, ejido de San Cristóbal de las Casas, que lleva 12 años sufriendo la vecindad de la base de Rancho Nuevo, sede de la 31 Zona Militar. El 16 de septiembre, el comisario ejidal Pablo Pérez Jiménez declaró: "Nuestra posición es muy grave porque los militares realizan prácticas de tiro con armamento pesado a pocos metros de nuestras casas".  IRAQ:ORAMAI E' GURRA APERTA
07 Aprile 2004 - 10.22 Durata: 4 minuti 36 secondi
Distruggeremo l’esercito di Al Sadr». Gli americani non sembrano aver dubbi, il problema iracheno è solo un problema militare. Secondo uno dei portavoce del comando statunitense in Iraq, le forze armate Usa sono impegnate in operazioni il cui fine è la totale distruzione dell'esercito Mehdi, la milizia del leader radicale sciita Moqtada al-Sadr che da giorni si batte furiosamente contro le truppe della coalizione alleata. Negli scontri con i miliziani sciiti di Sadr sono già morte da domenica almeno 130 persone, tra cui una trentina di soldati della coalizione, ma nel frattempo la rivolta contro l’occupazione si è allargata anche alla popolazione sunnita. Poco fa il ministro della difesa ucraino ha annunciato che le truppe ucraine hanno lasciato la città di Kout, 180 km a sud di Baghdad, dopo violenti combattimenti con le milizie di Moqtada Sadr che controllano ormai la città. E’ il primo caso di truppe d’occupazione che abbandonano un’area urbana. La rivolta dunque non si arresta, e anche oggi sono previste nuove manifestazioni in tutto l’Iraq, anche nella città di Bassora, dove un accordo tra guerriglia e truppe d’occupazione britanniche ha riportato la calma dopo giorni di scontri. Qui abbiamo raggiunto Fabio Alberti, di un ponte per...
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Los indígenas exigen que se reubique el campo de tiro y se retiren las alambradas de púas que bloquean los caminos a otras comunidades. Recuerdan que hace exactamente tres años murió Angel Cruz Díaz, de ocho años, y otros dos niños resultaron heridos al estallarles un granada "perdida" en La Albarrada. El Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de las Casas confirmó que prevalece la impunidad, no se han reparado los daños de las víctimas y las prácticas de tiro prosiguen. audio: alberti-iraq7


intanto a roma raccolte per falluja
(audio)

ancora uranio impoverito:

 ANCORA UN MILITARE MALATO DI TUMORE PER L'URANIO
07 Aprile 2004 - 13.50 Durata: 1 minuto 40 secondi
URANIO IMPOVERITO Un maresciallo elicotterista della Marina è stato ricoverato all'ospedale per un tumore ad un testicolo. Il militare, di origine sarda, è stato presente in tutti i le zone di guerra dove gli Usa hanno rovesciato tonnellate di uranio: la prima guerra contro l'Irak, la Somalia, il Kosovo, la Macedonia e di nuovo l’Irak. Al rientro dall'ultima missione in Irak, il 12 dicembre 2003, è stato ricoverato in ospedale con la diagnosi del tumore. Il padre e la madre non possono permettersi di stare vicini al figlio, lei paralizzata, lui invalido costretto su una carrozzella. La denuncia arriva dal coordinamento sardo “gettiamo le basi, che sottolinea come la Sardegna continua a pagare con la sofferenza dei suoi figli le irresponsabili politiche belliche intraprese dall'Italia. Abbiamo sentito il padre del militare malato

audio(bassa qualita') :salvatore...


'''lager in afghanistan'''

Il lager Usa di Bagram

Dal rapporto di Human Rights Watch. Gli ex detenuti nel campo di prigionia Usa della base militare di Bagram, raccontano i maltrattamenti fisici e psicologici cui sono stati sottoposti dai soldati americani. Privazione prolungata del sonno, divieto assoluto di parlare con chiunque, punizioni corporali e costrizione in posizioni dolorose, pestaggi, esposizione a temperature estreme, catene sempre ai piedi e umiliazioni di ogni genere. Tutte ‘tecniche comuni’ confermate dagli ufficiali della base

 

9 marzo 2004 – Mohammed Naim è stato arrestato nel marzo 2002 in un villaggio vicino a Gardez, nella provincia di Paktia, assieme ad altre quattro persone. “Ci hanno portati via in piena notte, in elicottero. Ci hanno legato le mani dietro la schiena con dei nastri di plastica e messo un cappuccio nero in testa. Per tutto il viaggio ci hanno tenuto i fucili puntati addosso. Appena atterrati alla base di Bagram, ci hanno buttati in un’altra stanza e costretti per ore faccia a terra. Poi mi hanno fatto alzare e mi hanno portato in una stanza. Qui mi hanno denudato, rasato barba e capelli e mi hanno fatto ristendere sul pavimento. Un soldato mi immobilizzava tenendomi uno scarpone pigiato sulla schiena. Poi hanno cominciato a farmi domande e a fotografarmi, mentre ero ancora nudo. Tutto nudo! Continuavano a chiedermi cose che non sapevo, a domandarmi se conoscessi i comandanti talebani, e io continuavo a rispondere che faccio il macellaio nel mio villaggio.

Saif-ur Rahman è stato arrestato nell’agosto del 2002. Lo hanno portato via dal suo villaggio nella provincia di Kunar in elicottero nella prigione di Bagram. Appena arrivato lo hanno spogliato e gli hanno fatto passare la prima notte in una cella frigorifera dopo averlo ‘lavato’ con un getto di acqua fredda. Il giorno dopo lo hanno portato in catene in una stanza, sempre nudo. Qui i soldati Usa lo hanno fatto stendere faccia a terra sul pavimento, immobilizzandolo con una sedia. Poi è cominciato l’interrogatorio, la cui dinamica è stata raccontata da diversi ex-detenuti.

Il prigioniero viene fatto stare in piedi, spesso nudo, per ore e ore, con un potente faro puntato in faccia. Solo dopo un’ora in cui l’interrogato riesce a rimanere perfettamente fermo e in silenzio, iniziano le domande. A ogni movimento o parola, i soldati ‘resettano l’orologio’ facendo ripartire il conto dell’ora. L’interrogatorio è estremamente duro. I militari urlano domande e insulti da dietro il faro e non di rado, se non ottengono le risposte desiderate, passano alle pressioni fisiche, cioè calci e pugni. Ma sanno bene che le prime volte i prigionieri non parlano, e che prima bisogna ‘ammorbidirli’ con un trattamento studiato nei minimi particolari.

Tutti i detenuti intervistati dopo il rilascio da Bagram raccontano di essere stati tenuti sempre nudi e in catene, anche durante la notte. Notti insonni, dato che le celle in cui venivano stipati erano costantemente illuminate da luci molto forti e i soldati, ogni quarto d’ora, li svegliavano battendo sulle porte di metallo. Questa privazione del sonno durava per settimane. Di giorno i prigionieri, sempre tenuti in catene, tranne che per gli interrogatori, non potevano parlare tra loro né ai soldati, se non interpellati. Chi trasgrediva veniva incatenato per le mani ad una trave sopra una porta, rimanendo così per ore con le braccia alzate sopra la testa: una punizione molto dolorosa secondo quelli che l’hanno subita.

Roger King, portavoce militare della base di Bagram, conferma tutto. “Sì, abbiamo notato che la prolungata privazione del sonno è un modo efficace di ridurre l’inibizione dei detenuti a parlare, la loro resistenza a rispondere agli interrogatori. E lo stesso vale per il divieto assoluto di parlarsi tra loro: se lo fanno si danno coraggio e si sostengono, diventando troppo sicuri di loro stessi. Chi infrange questa regola, per punizione, viene costretto a stare in posizioni scomode per un po’ di tempo.

Altri ufficiali Usa della base, rimanendo anonimi, hanno confermato che i prigionieri vengono tenuti sempre in catene, anche quando dormono. Vengono liberati dai ceppi solo per gli interrogatori, durante i quali sono costretti a stare in piedi, in ginocchio o in altre posizioni che provocano dolore per ore, con un cappuccio nero in testa o occhiali oscurati con spray nero. Hanno confermato anche che i detenuti vengono privati del sonno o tenuti in condizioni di isolamento per tempi prolungati, o esposti a temperature estreme, caldo asfissiante di giorno e gelo di notte.
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in coda:

 '''decreto urbani'''

anke se

http://italy.indymedia.org/news/2004/04/521095.php

(vedi se ci sono aggiornamenti)
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Iraq
La bozza di risoluzione, come gia' le precedenti versioni, elenca una lista di compiti da assegnare alle Nazioni Unite, ma quasi sempre in un ruolo subordinato. Per esempio, l'Onu potra' collaborare con i venticinque membri del Consiglio governativo, l'esecutivo 'ad interim' di nomina statunitense, alla preparazione di un calendario e un programma per la stesura della nuova Costituzione e per le elezioni; ma e' previsto che anche l'autorita' di occupazione guidata da Paul Bremer abbia voce in capitolo. Il Palazzo di Vetro potra' contribuire a delineare il processo elettorale e a ripristinare "le istituzioni nazionali e locali", ma solo su richiesta del Consiglio governativo. Progressivamente, rassicura Washington, l'amministrazione del paese passera' "alle strutture interinali iracheni che si stanno formando". Dunque, "il giorno in cui gli iracheni si dovranno governare da soli dovra' essere vicino", si legge. Ma di date sul testo non se ne vedono. L'amministrazione Bush non ha quindi risposto alle richieste arrivate dalla Francia, che vedrebbe con favore un trasferimento di poteri in tempi brevi, e della Russia che vorrebbe affidare all'Onu la stesura di una tabella di marcia verso le elezioni. L'ambasciatore americano al Palazzo di Vetro, John Negroponte, ha presentato la bozza ieri ai rappresentanti degli altri quattro membri permanenti e con diritto di veto: Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna. Una copia del documento e' stata trasmessa anche alla Germania, provvisoriamente nell'esecutivo Onu. Dalle cancellerie ancora non sono arrivati commenti, ma l'Onu ha gia' fatto filtrare la sua valutazione e non e' positiva: "Vogliamo che si insedi quanto prima un governo provvisorio sovrano cosi' da poter lavorare in Iraq come facciamo in altri paesi", ha spiegato un funzionario, "invece ci viene chiesto di partecipare a un'occupazione militare". Negroponte spera che nonostante tutto la risoluzione sia approvata prima della Conferenza dei donatori, in programma a Madrid il 23 e 24 ottobre.. Gli Stati uniti stanno cercando in tutti i modi di ottenere un voto favorevole prima del 23 ottobre, data di apertura della conferenza dei donatori, l'organismo che dovrà stabilire qunati soldi investire nella ricostruzione in irak. Gli Stati Uniti hanno chiesto 87 milioni di dollari in totale, ma non otterranno nulla se non soddisferanno le condizioni poste dagli altri paesi, come per esempio una data certa per la fine dell'occupazione americana.

Intanto a godere il valore della ricostruzione sono ancora gli statunitensi: Il valore degli appalti della Halliburton per la ricostruzione delle infrastrutture petrolifere irachene è aumentato a 1,4 miliardi di dollari da 1,25 miliardi di due settimane fa. Lo ha riferito l'amministrazione Usa. Il Genio militare Usa ha spiegato che questo aumento dei costi è reso necessario dai danni dovuti ai saccheggi. Il capo della Halliburton era Dick Cheney, prima di diventare vicepresidente degli Stati Uniti. Per questo motivo, l'opposizione dei democratici sta spesso accusando l'amministrazione Bush di favorire l'azienda
 (breve presentazione e audio -6 minuti)
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Palestina
 L'osservatore palestinese all'Onu, Nasser al-Kidwa, ha chiesto al Consiglio di sicurezza di bloccare la costruzione del muro di sicurezza ("muro di conquista" lo ha chiamato al-Kidwa) che Israele sta mettendo in atto in Cisgiordania. In una lettera all'ambasciatore americano John Negroponte, presidente di turno del Consiglio di sicurezza, l'osservatore palestinese ha chiesto al Consiglio di sicurezza di "prendere immediatamente le necessarie misure.. per affrontare questo grave problema e bloccare queste azioni illegali della potenza occupante". Nasser al-Kidwa ha chiesto di trasmettere la lettera agli altri 14 membri del Consiglio di sicurezza, ma non ha chiesto una riunione dello stesso consiglio
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Un gruppo di 36 noti scrittori israeliani si e' pubblicamente schierato a fianco dei 27 piloti che hanno dichiarato di non voler piu' compiere raid contro aree abitate dai civili nei Territori. Secondo il gruppo, di cui fanno parte David Grossman, Sami Michael e Batya Gur, il governo e i vertici militari dovrebbero ascoltare i piloti e negoziare con i palestinesi la fine dell'occupazione
Ma l'occupazione continua, in spregio a qualsiasi appello: il governo ha apena bandito un'asta per la costruzioone di nuovi alloggi per i coloni. Il movimento anti-annesionista israeliano Peace now ha denunciato questa misura, sottolineando che con questi 530 nuovi alloggi Israele avra' lanciato dall'inizio dell'anno gare d'appalto per complessivi 1.300 abitazioni che potranno accogliere non meno di 5mila nuovi coloni. Peace now accusa in una nota il ministero si fare da maestro di bottega ai coloni, mentre sara' la comunita' israeliana nel suo insieme che dovra' pagare il prezzo, economico, di mancata sicurezza e politico dell' intensificazione della colonizzazione.

Messico
 Trentacinque anni fa, più di 360 tiratori scelti hanno sparato, su ordine del governo, contro i manifestanti, contrariamente a quanto era stato affermato finora, provocando un massacro che rimane impresso nella memoria dei messicani. A rivelarlo è un documento segreto del governo che l'Associated Press ha potuto procurarsi. I responsabili governativi dell'epoca avevano affermato che dissidenti armati avevano provocato lo scontro mortale sparando sui poliziotti il 2 ottobre 1968, dieci giorni prima dell'inizio dei giochi olimpici del Messico. La sparatoria era avvenuta nel corso di una manifestazione contro la mancanza di democrazia nel Paese. Il numero dei morti è stato stimato da 38 a diverse centinaia. Mentre i messicani organizzano oggi la marcia annuale per ricordare il massacro, prove sempre più importanti sembrano mostrare che, come dicevano gli studenti allora, il governo aveva ordinato il massacro.

La Corte suprema messicana ha ordinato al ministero della giustizia di indagare sulle responsabilità del governo dell'epoca nel massacro, ma l'inchiesta condotta da un procuratore speciale non è andata lontano, perche' i responsabili di allora non hanno voluto testimoniare. Tuttavia, sono stati scovati documenti inediti che contengono nomi di poliziotti e un numero di tiratori e ciò potrebbe dare nuova vita all'inchiesta. Negli archivi governativi recentemente resi pubblici, i ricercatori affermano che ci sono prove che alti responsabili, tra i quali il segretario di Stato al ministero dell'interno dell'epoca, Luis Echeverria, ne sapevano molto più di quel che hanno voluto dire. Echeverria è poi diventato presidente del Messico nel 1970. Alcuni tiratori scelti, spontandosi di finestra in finestra al di sopra della piazza avrebbero fatto fuoco da un appartamento della cognata di Echeverria, secondo i documenti ottenuti dall'Associated Press. Echeverria ha smentito nel passato qualsiasi implicazione diretta nel massacro, ma ha rifiutato, come i suoi assistenti, di rispondere alle domande dell'Ap.


Brasile

La crisi economica brasiliana ha trascinato il Paese dall’ottava posizione alla quindicesima nella classifica delle economie mondiali. La notizia è stata diffusa dal governo, che ha elaborato dati forniti dal Fondo monetario internazionale (Fmi). Cause individuate del crollo dell’economia brasiliana sono la crisi internazionale, il crollo che ha portato la vicina Argentina sull’orlo del baratro nei mesi scorsi, l’incertezza dei mercati mondiali prima e immediatamente dopo le elezioni presidenziali dell’ottobre 2002 e le politiche di aggiustamento restrittive, in particolare in campo finanziario, adottate dal nuovo governo di Luiz Inácio Lula da Silva. In termini macroeconomici, tutto questo vuol dire che il Brasile avrà alla fine del 2003 un Prodotto interno lordo (Pil) pari a 467 miliardi di dollari contro i 788 del 1998 e che sarà superato nella classifica dei Paesi più ricchi del mondo da economie come quelle messicana e sudcoreana. L’impatto più importante della recessione brasiliana (con una crescita del Pil stimata nel 2003 tra lo 0,5 e lo 0,7 per cento) è però quello che dovrà essere registrato sulla popolazione. Almeno il 22 per cento dei brasiliani risulta infatti sotto la soglia di povertà mentre sono ormai milioni i bambini costretti a vivere per la strada. Inoltre, con un debito estero superiore ai 220 miliardi di dollari e un tasso di inflazione intorno all’8 per cento, sempre meno fondi rischiano di poter essere impegnati nel settore sociale e rischiano di conseguenza di aumentare i poveri. Il Brasile sta aspettando da tempo una riforma terriera che assegni ai nutriti gruppi di senza terra delle risorse utilizzabili per sfamare decine di migliaia di famiglie. Dopo l’immobilismo dei suoi predecessori, il presidente Lula da Silva ha più volte dichiarato di voler adottare una riforma agraria, ma non con la forza, deludendo ampie frange del Movimento dei lavoratori Senza Terra (Mst) che invece chiedono interventi più radicali nei confronti dei ricchi fazenderos che detengono il controllo di tutte le migliori terre del Paese. Lo scorso 3 settembre, poi, il governo ha sostituito il direttore dell’Istituto nazionale di colonizzazione e riforma agraria brasiliano (Incra), Marcelo Resende, con l’economista Rolf Hackbart, assessore del leader del Partito dei lavoratori (Pt) al Senato, Aloizio Mercadante. Resende, già esponente della Commissione pastorale della terra (Cpt), era inviso ai grandi proprietari terrieri per la sua vicinanza ai movimenti sociali: nei sette mesi in cui è stato a capo dell’Incra le invasioni dei latifondi da parte del Mst sono state 117, a fronte delle 103 complessive del 2002. In Brasile il 23 per cento della popolazione è occupata nel settore agricolo, ma sono migliaia le famiglie che non hanno un pezzo di terra per sopravvivere.[

Africa

Aiuti, investimenti ma soprattutto un "commercio internazionale più equo": è questa la formula per il continente africano emersa in conclusione dei tre giorni di consultazioni nella terza Conferenza internazionale di Tokyo sullo sviluppo dell’Africa (Ticad III). Al meeting hanno partecipato i delegati di 89 Paesi, di cui 49 africani, e di una cinquantina di organizzazioni africane e internazionali. Tra gli ospiti anche 23 tra capi di Stato e di governo africani, considerati i maggiori sostenitori del piano New Partnership for Africa's Development (Nepad), che ha lo scopo di rafforzare l’alleanza tra Stati africani per rilanciare l’economia del continente. "Esortiamo la comunità internazionale – si legge nella dichiarazione finale del Ticad – a fornire un’assistenza sostanziale per aiutare l’Africa a sfruttare le sue risorse e ad appoggiare gli sforzi dei Paesi africani per ottenere il posto che spetta loro nel mercato globale". L’ineguale accesso al commercio internazionale e i sostanziosi aiuti all’agricoltura nazionale da parte dei Paesi industrializzati sono stati i temi maggiormente dibattuti durante la conferenza. "Se vogliamo lo sviluppo in Africa, se vogliamo che i nostri contadini producano, è della massima urgenza rimuovere tutte le barriere al commercio (dei prodotti africani)" ha detto il presidente del Mozambico Joaquim Chissano parlando in veste di presidente di turno dell’Unione Africana (Ua). Sottolineando l’opportunità rappresentata dal Nepad, Chissano ha anche sollecitato la creazione di meccanismi di raccordo tra questo ‘patto per lo sviluppo’ e l’Ua. La conferenza, nata dieci anni fa con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo sui problemi dell’Africa ma anche per promuovere la cooperazione allo sviluppo giapponese, è stata anche l’occasione per il premier nipponico Junichiro Koizumi di annunciare la cancellazione di tre miliardi di dollari di debito ai Paesi africani tra quelli altamente indebitati (Heavely indebted poor countries - Hipc) e lo stanziamento di 1 miliardo di dollari in programmi di aiuto nei prossimi cinque anni. Osservatori politici più smaliziati interpretano l’impegno crescente di Tokyo verso i Paesi africani come una strategia per accrescere il numero dei suoi alleati all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, con il progetto di ottenere un seggio permanente, non potendo giocare la carta dell’influenza sul piano militare avendo rinunciato alla propria forza offensiva dopo la seconda guerra mondiale. Il prossimo appuntamento per i dirigenti africani è il 10 febbraio a Parigi, per una riunione allargata del Nepad, a cui parteciperanno anche l’Unione Africana, i Paesi del ‘G8’, l’Unione Europea, Paesi scandinavi, le Nazioni Unite e la Banca Mondiale.


Ministero del lavoro

Una videocassetta giunta per posta al ministero del Lavoro di via Flavia è esplosa poco dopo mezzogiorno. Le indagini vengono svolte dalla polizia.

Nell'esplosione non ci sono stati feriti. E' in corso lo sgombero del personale del ministero. A quanto si è appreso, poco prima dell'esplosione un impiegato addetto allo smistamento della posta del ministero in via Flavia aveva chiamato la polizia allarmato per il pacco ritenuto sospetto.

Poco prima in via Lucullo c'era stato un falso allarme bomba per via di un pacco sospetto dal quale fuoriuscivano alcuni fili elettrici.La busta, trovata dal personale addetto allo smistamento della posta non e' esplosa per un difetto del congegno di accensione.Un terzo pacco bomba e' stato recapitato anche a Cagliari. A quanto si e' appreso, il pacco scoperto nella tarda mattinata, era indirizzato a una stazione dei carabinieri. Il terzo pacco bomba, inesploso.e' stato recapitato intorno alle 13 nella stazione dei Carabinieri di Stampace, uno dei quartieri del centro storico di Cagliari. Secondo quanto si e' appreso in ambienti investigativi del capoluogo sardo, il plico sarebbe identico a quelli arrivati a Roma.

Alfa arese

Continuano le mobilitazioni degli operai e delle operaie dello stabilimneto.

Questa mattina i lavoratori dell'Alfa Romeo di Arese hanno raggiunto in corteo la Fiera di Milano dove si è aperto lo Smau. La situazione della fabbrica è sempre più drammatica. La chiusura definitiva è sempre più prossima. Una delegazione è stata ricevuta dal Presidente della Regione Formigoni e dal Ministro all'Innovazione Tecnologica Stanca.


 corteo di roma
 ll prossimo 4 ottobre arriveranno a Roma al Palazzo dei Congressi dell'Eur, 25 capi di Stato per la Conferenza Intergovernativa chiamata ad approvare il progetto del Trattato costituzionale che da il via alla Costituzione per l'Europa.
In questo clima di blindatura e di costruzione della Fortezza Europa, il neo prefetto capitolino Achille Serra dichiara che non ci saranno "zone rosse", lo stesso Viminale ha deciso di non chiudere le frontiere italiane nei giorni del Summit. Ma le perquisizioni preventive non si sono fatte attendere: il 17 settembre e' toccato alla cella di Marco Camenish e al sito Anarcotico.net, il 23 settembre a Roma, il 26 ai disobbedienti.
Diverse, comunque, le manifestazioni e le azioni di disturbo che accompagneranno la Conferenza dalla mattina per culminare nel pomeriggio con la manifestazione che partira' alle 14 alla metro Laurentina per arrivare proprio a ridosso del Palazzo dei Congressi, mentre il centro della citta' sarà attraversato dal corteo dei sindacati "ufficiali" europei della CES.
= Approfondimenti vari =

GRADIOLINA 22 APRILE 1963

PALESTINA re dirigenti delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, gruppo legato al Fatah di Yasser Arafat, sono stati uccisi all'alba di oggi durante uno scontro a fuoco a Tulkarem dall'esercito israeliano. Ne hanno dato notizia fonti della sicurezza palestinesi precisando che una colonna di una ventina di blindati è penetrata nella città ed ha accerchiato la casa dove i tre si erano asserragliati. Dopo l'incursione, i corpi dei tre palestinesi sono stati trovati crivellati di pallottole.

Un ragazzo palestinese di 16 anni e' stato ucciso stamattina da forze israeliane che hanno aperto il fuoco contro manifestanti che li attaccavano con lanci di pietre nel nord della Striscia di Gaza. Lo si e' appreso da fonti ospedaliere.

E l'esercito israeliano ha fatto irruzione la notte scorsa nel campo profughi di Rafah, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, ed ha distrutto otto abitazioni. Stando a quanto riferito da alcuni testimoni, all'operazione hanno preso parte almeno 25 mezzi blindati

Intanto Yasser Arafat ha espulso i miliziani delle Brigate dei martiri di al Aqsa dal quartier generale dell'Anp a Ramallah. Lo hanno reso noto fonti del gruppo radicale vicine a Fatah, secondo cui il presidente dell'Autorita' nazionale palestinese ha fatto cacciare 21 miliziani dalla Moqata, dove e' assediato da piu' di tre anni

Irak

La meta' circa degli uomini che compongono le forze di sicurezza irachene si rifiuta di combattere con le truppe della coalizione per soffocare l'ondata di violenze in Iraq. Ad affermarlo e' stato il generale americano Martin Dempsey, capo della prima divisione corazzata in Iraq, parlando con un gruppo di giornalisti. Il 40 per cento degli agenti locali ha preferito rinunciare all'incarico, ha reso noto il generale, secondo il quale inoltre tra gli uomini chiamati a far parte dei nuovi servizi di sicurezza iracheni, il 10 per cento circa ha usato la sua posizione per operare contro gli Stati Uniti o gli altri stati membri della coalizione. Dempsey, la cui divisione dovra' fermarsi in Iraq tre mesi in piu' rispetto al periodo di un anno inizialmente stabilito, ha ammesso le grandi difficolta' incontrate nel tentativo di convincere militari e soldati ad imbracciare le armi contro i connazionali.

--- il Segretario Generale del Consiglio degli Ulema Mussulmani Hareth al-Dari accusa le forze di occupazione di aver violato la tregua a Fallujah. Il quotidiano arabo Al-Hayat aggiunge anche che al Dari ha espresso il timore che le forze Usa si apprestino a sferrare nuovi attacchi contro al-Qaem, Sadr City, al-Najaf ed altre città irachene. Al-Dari si è rivolto all'ONU, alla Lega degli Stati Arabi e all'Organizzazione degli Stati Islamici invitando ciascuna di dette organizzazioni ad assumere le proprie responsabilità "per impedire che avvengano questi atti criminali, che potrebbero provocare un fuoco che non si spegnerà se non sui cadaveri dei criminali". Partendo da questo dato, Dempsey ha indicato che la campagna in Iraq è a un punto critico. intanto...

Iarak

Sostenitori del leader radicale sciita Moqtada Sadr si apprestano oggi a manifestare a Bassora contro l'incapacita delle forze britanniche di impedire gli attentati sanguinosi di ieri nella citta' e a Zubeyr, piu' a sud, che hanno fatto 68 morti. Decine di persone hanno cominciato a radunarsi davanti alla sede di Sadr, nel centro della citta', in previsione di una manifestazione, ha constatato un giornalista dell'Afp. Vogliamo protestare contro le aggressioni alla polizia che dimostrano il fallimento dell'occupante nel padroneggiare la situazione, ha detto sheikh Abdel Sattar Bahadli, rappresentante di Moqtada Sadr a Bassora. Chiediamo all'occupante di affidare il dossier della sicurezza alla polizia irachena, alle organizzazioni e ai partiti della citta, ha aggiunto, mettendo in guardia contro i rischi di una rivolta della popolazione nella citta' sciita meridionale, che conta due milioni di abitanti. Molti genitori hanno tenuto oggi i figli a casa, dopo l'uccisione di 17 bambini negli attentati di ieri, mentre i parenti si preparano a seppellire le vittime della giornata piu' sanguinosa di Bassora, citta' controllata dalle forze britanniche, dall'inizio dell'occupazione della coalizione a guida Usa, un anno fa

Irak

Sulla scia della Spagna e di altri Paesi latinoamericani, anche in Costarica diverse autorita', tra cui alcuni parlamentari, hanno rivolto un appello al presidente Abel Pacheco perche' disponga il ritiro del contingente dall'Iraq. In una lettera ripresa dai media, si chiede a Pacheco di ritirare il suo appoggio all'intervento in Iraq, che assume sempre di piu' i caratteri di un genocidio. E' la volonta' del nostro popolo di rivedere la nostra scelte in politica estera - si legge nella nota - alcune delle quali hanno compromesso il decoro, la dignita' e il prestigio del Costarica.

Venezuela

Il Consiglio nazionale elettorale del Venezuela (CNE) ha approvato un regolamento per valutare gli 1,3 milioni di firme presentati dall'opposizione per realizzare un referendum che revochi il mandato del presidente Hugo Chavez. Nel caso si raggiungesse il totale richiesto di 2.491.196 firme, il referendum si terrebbe l'8 agosto. El consejo también calculó en 1,9 millones las firmas definitivamente válidas, mientras se requieren 2,4 millones. Carrasquero aseguró que 1,1 millones de firmas irán al proceso de "reparos" o ratificación, aunque sólo se requieren poco más de 500.000 rúbricas para completar las necesarias que activen la consulta.

bolivia

El presidente argentino, Néstor Kirchner, y su colega boliviano, Carlos Mesa, firmaron hoy un acuerdo para la compra-venta de gas que ayudará a paliar la crisis energética argentina. Kirchner agradeció a Mesa la decisión de "autorizar en forma extraordinaria" la venta de gas a su país. El convenio incluye una cláusula que prohibe la reventa del gas boliviano a Chile, motivo suficiente para que se cancele automáticamente el acuerdo entre ambos países. Proprio questo accordo potrebbe definitivamente far precipitare la situazione sociale nel paese, visto che per il 2 maggio è previsto l'inizio dello sciopero generale e il blocco delle vie autostradali in tutto il paese, anche per protestare contro la svendita del gas nazionale alle aziende multinazionali. Situazione resa ancora più critica dagli scontri tra alcuni gruppi di studenti universitari, di aspiranti alle scuole d’insegnamento e di appartenenti ad altri settori e polizia, che negli ultimi giorni hanno paralizzato il centro della capitale La Paz, provocando almeno cinque feriti tra i dimostranti. Il governo boliviano accusa “alcuni gruppi minoritari e intransigenti” di voler generare instabilità e convulsione nel Paese, mentre il fronte sociale d'opposizione rilancia sulla mobilitazione del 2 maggio. Continua ad aleggiare lo spettro dell'ex presidente Sanchez de Lozada e di un intervento militare possibile.

ONU La Commissione dell'Onu per i diritti umani ha approvato a Ginevra (Svizzera) una risoluzione sull'abolizione della pena di morte. Il documento, presentato dall'Unione europea, è stato approvato ieri con 28 voti a favore, 20 contrari e cinque astensioni. La risoluzione chiede ai Paesi che tuttora fanno ricorso alla pena capitale di abolirla e di istituire una moratoria sulla esecuzioni in attesa della definitiva eliminazione di tale pena. È dal 1997 che la Commissione diritti umani delle Nazioni Unite, massimo organo dell'Onu per la promozione dei diritti fondamentali, approva ogni anno una risoluzione sulla pena di morte. Nel 2003 Usa, Cina, Iran e Vietnam avrebbero totalizzato, secondo una ricerca di 'Amnesty international', l’84 per cento delle 1.146 esecuzioni accertate in 28 Paesi;

DECRETO URBANI, GOVERNO BATTUTO PER 7 VOTI ALLA CAMERA Governo battuto per sette voti alla Camera su un emendamento al decreto Urbani presentato dal verde Mauro Bulgarelli e dal diessino Pietro Folena.

La modifica al testo, su cui governo e commissione avevano reso parere contrario, e' stata infatti approvata con 179 si' e 172 no. Dopo il voto, la seduta e' stata brevemente sospesa e riprendera' con nuove votazioni. L'emendamento approvato dall'Assemblea sopprime l'intero comma 7 dell'articolo 1 del decreto Urbani sul rifinanziamento del cinema e sul contrasto della pirateria audiovisiva e su Internet. In particolare, il comma cassato prevede l'obbligo per i prestatori di servizi della societa' dell'informazione che siano venuti a conoscenza della presenza di contenuti idonei ad integrare le violazioni commesse per via telematica, a informarne con immediatezza il Dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell'Interno o l'autorita' giudiziaria.

Italia, Fiat, stabilimento di Melfi

Da ieri sera la linea della Punto e della Idea è ferma anche alla Fiat Mirafiori a causa del blocco dello stabilimento di Melfi dove stamani è iniziata la quarta giornata di fermo produttivo a causa degli scioperi e dei blocchi stradali effettuati da Fiom, Failms, Slai Cobas e Ugl. Alcuni componenti di lastratura non sono infatti arrivati nell'impianto torinese da Melfi dove vengono prodotti e quindi la Fiat ha comunicato ai sidacati che il terzo turno di ieri e il primo di quest'oggi non potevano essere effettuati. Sarebbe a forte rischio anche il secondo turno i oggi di Mirafiori.Complessivamente sono coinvolti dal fermo delle linee di Mirafiori circa 2000 addetti

sentiamo la corrispondenza ---> winamp

Rassegna Stampa

dall'indirizzo http://www.ansa.it/rubriche/rassegna/rassegnaoggi.shtml è possibile vedere e leggere le prime pagine di tutti i quotidiani andando al link della rassegna stampa della camera dei deputati oppure a partire dalle 12 sono disponibili tutti i quotidiani di oggi on-line

GR ORE 13.30

tuvuofalamericano

spazio indy 8.4

palestina

Almeno nove dimostranti palestinesi sono rimasti feriti oggi durante disordini divampati alla periferia di Gerusalemme, nel villaggio di Biddu.

(con audio)

l'onda lunga della biometria

http://punto-informatico.it/p.asp?i=47655

presidio contro la guerra/iraq

http://italy.indymedia.org/calendar/event_display_detail.php?event_id=5398

  • COMUNICATO STAMPA
    • IRAQ: FALLUJA COME JENIN?

Da due giorni l?esercito Usa ha cinto d'assedio la citt? di Falluja lanciando quella che ha tutta l?aria di una punizione collettiva per i +fatti della scorsa settimana, quando quattro statunitensi furono linciati dalla folla.

La citt? ? stata isolata, tutte le via di accesso sono state chiuse gi? da domenica e ai 300.000 abitanti ? impedito di lasciare l'area. Anche +ai giornalisti ? stato vietato l'accesso.

Una ingente forza militare, prima concentrata intorno alla citt?, ha iniziato ad entrare trovando forti resistenze da parte della popolazione +e determinando forti combattimenti. Attacchi sono in corso dal cielo, anche con missili, su zone abitate. Rastrellamenti sarebbero in corso +casa per casa e, dalle poche testimonianze, risulta che decine di iracheni sono stati uccisi. L?unico ospedale della citt? non ? in grado di +far fronte alla emergenza.

Facciamo appello ad un immediato intervento del Segretario Generale dell'Onu perch? cessi la carneficina e Falluja sia liberata dall'assedio.

Invitiamo tutte le associazioni, i sindacati, i partiti a prendere posizione e promuovere iniziative che favoriscano la mobilitazione della +comunit? internazionale perch? non si ripeta, proprio nei giorni dell'anniversario, quanto ? gi? successo a Jenin.

da radio onda d'urto:

  • IRAQ:ORAMAI E' GURRA APERTA

07 Aprile 2004 - 10.22 Durata: 4 minuti 36 secondi Distruggeremo l’esercito di Al Sadr». Gli americani non sembrano aver dubbi, il problema iracheno è solo un problema militare. Secondo uno dei portavoce del comando statunitense in Iraq, le forze armate Usa sono impegnate in operazioni il cui fine è la totale distruzione dell'esercito Mehdi, la milizia del leader radicale sciita Moqtada al-Sadr che da giorni si batte furiosamente contro le truppe della coalizione alleata. Negli scontri con i miliziani sciiti di Sadr sono già morte da domenica almeno 130 persone, tra cui una trentina di soldati della coalizione, ma nel frattempo la rivolta contro l’occupazione si è allargata anche alla popolazione sunnita. Poco fa il ministro della difesa ucraino ha annunciato che le truppe ucraine hanno lasciato la città di Kout, 180 km a sud di Baghdad, dopo violenti combattimenti con le milizie di Moqtada Sadr che controllano ormai la città. E’ il primo caso di truppe d’occupazione che abbandonano un’area urbana. La rivolta dunque non si arresta, e anche oggi sono previste nuove manifestazioni in tutto l’Iraq, anche nella città di Bassora, dove un accordo tra guerriglia e truppe d’occupazione britanniche ha riportato la calma dopo giorni di scontri. Qui abbiamo raggiunto Fabio Alberti, di un ponte per...

audio: alberti-iraq7

intanto a roma raccolte per falluja (audio)

ancora uranio impoverito:

  • ANCORA UN MILITARE MALATO DI TUMORE PER L'URANIO

07 Aprile 2004 - 13.50 Durata: 1 minuto 40 secondi URANIO IMPOVERITO Un maresciallo elicotterista della Marina è stato ricoverato all'ospedale per un tumore ad un testicolo. Il militare, di origine sarda, è stato presente in tutti i le zone di guerra dove gli Usa hanno rovesciato tonnellate di uranio: la prima guerra contro l'Irak, la Somalia, il Kosovo, la Macedonia e di nuovo l’Irak. Al rientro dall'ultima missione in Irak, il 12 dicembre 2003, è stato ricoverato in ospedale con la diagnosi del tumore. Il padre e la madre non possono permettersi di stare vicini al figlio, lei paralizzata, lui invalido costretto su una carrozzella. La denuncia arriva dal coordinamento sardo “gettiamo le basi, che sottolinea come la Sardegna continua a pagare con la sofferenza dei suoi figli le irresponsabili politiche belliche intraprese dall'Italia. Abbiamo sentito il padre del militare malato

audio(bassa qualita') :salvatore...

lager in afghanistan

Il lager Usa di Bagram

Dal rapporto di Human Rights Watch. Gli ex detenuti nel campo di prigionia Usa della base militare di Bagram, raccontano i maltrattamenti fisici e psicologici cui sono stati sottoposti dai soldati americani. Privazione prolungata del sonno, divieto assoluto di parlare con chiunque, punizioni corporali e costrizione in posizioni dolorose, pestaggi, esposizione a temperature estreme, catene sempre ai piedi e umiliazioni di ogni genere. Tutte ‘tecniche comuni’ confermate dagli ufficiali della base

9 marzo 2004 – Mohammed Naim è stato arrestato nel marzo 2002 in un villaggio vicino a Gardez, nella provincia di Paktia, assieme ad altre quattro persone. “Ci hanno portati via in piena notte, in elicottero. Ci hanno legato le mani dietro la schiena con dei nastri di plastica e messo un cappuccio nero in testa. Per tutto il viaggio ci hanno tenuto i fucili puntati addosso. Appena atterrati alla base di Bagram, ci hanno buttati in un’altra stanza e costretti per ore faccia a terra. Poi mi hanno fatto alzare e mi hanno portato in una stanza. Qui mi hanno denudato, rasato barba e capelli e mi hanno fatto ristendere sul pavimento. Un soldato mi immobilizzava tenendomi uno scarpone pigiato sulla schiena. Poi hanno cominciato a farmi domande e a fotografarmi, mentre ero ancora nudo. Tutto nudo! Continuavano a chiedermi cose che non sapevo, a domandarmi se conoscessi i comandanti talebani, e io continuavo a rispondere che faccio il macellaio nel mio villaggio.

Saif-ur Rahman è stato arrestato nell’agosto del 2002. Lo hanno portato via dal suo villaggio nella provincia di Kunar in elicottero nella prigione di Bagram. Appena arrivato lo hanno spogliato e gli hanno fatto passare la prima notte in una cella frigorifera dopo averlo ‘lavato’ con un getto di acqua fredda. Il giorno dopo lo hanno portato in catene in una stanza, sempre nudo. Qui i soldati Usa lo hanno fatto stendere faccia a terra sul pavimento, immobilizzandolo con una sedia. Poi è cominciato l’interrogatorio, la cui dinamica è stata raccontata da diversi ex-detenuti.

Il prigioniero viene fatto stare in piedi, spesso nudo, per ore e ore, con un potente faro puntato in faccia. Solo dopo un’ora in cui l’interrogato riesce a rimanere perfettamente fermo e in silenzio, iniziano le domande. A ogni movimento o parola, i soldati ‘resettano l’orologio’ facendo ripartire il conto dell’ora. L’interrogatorio è estremamente duro. I militari urlano domande e insulti da dietro il faro e non di rado, se non ottengono le risposte desiderate, passano alle pressioni fisiche, cioè calci e pugni. Ma sanno bene che le prime volte i prigionieri non parlano, e che prima bisogna ‘ammorbidirli’ con un trattamento studiato nei minimi particolari.

Tutti i detenuti intervistati dopo il rilascio da Bagram raccontano di essere stati tenuti sempre nudi e in catene, anche durante la notte. Notti insonni, dato che le celle in cui venivano stipati erano costantemente illuminate da luci molto forti e i soldati, ogni quarto d’ora, li svegliavano battendo sulle porte di metallo. Questa privazione del sonno durava per settimane. Di giorno i prigionieri, sempre tenuti in catene, tranne che per gli interrogatori, non potevano parlare tra loro né ai soldati, se non interpellati. Chi trasgrediva veniva incatenato per le mani ad una trave sopra una porta, rimanendo così per ore con le braccia alzate sopra la testa: una punizione molto dolorosa secondo quelli che l’hanno subita.

Roger King, portavoce militare della base di Bagram, conferma tutto. “Sì, abbiamo notato che la prolungata privazione del sonno è un modo efficace di ridurre l’inibizione dei detenuti a parlare, la loro resistenza a rispondere agli interrogatori. E lo stesso vale per il divieto assoluto di parlarsi tra loro: se lo fanno si danno coraggio e si sostengono, diventando troppo sicuri di loro stessi. Chi infrange questa regola, per punizione, viene costretto a stare in posizioni scomode per un po’ di tempo.

Altri ufficiali Usa della base, rimanendo anonimi, hanno confermato che i prigionieri vengono tenuti sempre in catene, anche quando dormono. Vengono liberati dai ceppi solo per gli interrogatori, durante i quali sono costretti a stare in piedi, in ginocchio o in altre posizioni che provocano dolore per ore, con un cappuccio nero in testa o occhiali oscurati con spray nero. Hanno confermato anche che i detenuti vengono privati del sonno o tenuti in condizioni di isolamento per tempi prolungati, o esposti a temperature estreme, caldo asfissiante di giorno e gelo di notte.

in coda:

  • decreto urbani

anke se

http://italy.indymedia.org/news/2004/04/521095.php

(vedi se ci sono aggiornamenti)

  • (breve presentazione e audio -6 minuti)

Approfondimenti vari

radiolina (last edited 2008-06-26 09:51:30 by anonymous)