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La Confederazione Europea dei Sindacati (CES), in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil, ha indetto una grande manifestazione in coincidenza con l'inizio della Conferenza Intergovernativa, che si apre a Roma il 4 ottobre sotto la Presidenza Italiana, dedicata in particolare al Trattato di Costituzione Europea.
Così come a Nizza, Porto, Bruxelles, e in molti altri vertici europei, la manifestazione sarà l'occasione per il movimento sindacale europeo di esprimere con forza le proprie rivendicazioni e le preoccupazioni sull'avvenire dell'Europa allargata.
Un’Europa che deve essere fondata sulla necessità di una vera costituzione "sociale" per l'insieme delle lavoratrici e lavoratori europei.
Un'Europa più coesa per affermare la propria autorevolezza sulla scena internazionale e perseguire i grandi obiettivi di pace e giustizia sociale nel mondo.
La mobilitazione sarà l'occasione per manifestare anche su altre rivendicazioni sindacali, e in particolare:
= GRADIOLINA 22 APRILE 1963 =
'''PALESTINA'''
re dirigenti delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, gruppo legato al Fatah di Yasser Arafat, sono stati uccisi all'alba di oggi durante uno scontro a fuoco a Tulkarem dall'esercito israeliano. Ne hanno dato notizia fonti della sicurezza palestinesi precisando che una colonna di una ventina di blindati è penetrata nella città ed ha accerchiato la casa dove i tre si erano asserragliati. Dopo l'incursione, i corpi dei tre palestinesi sono stati trovati crivellati di pallottole.
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l'occupazione, per aumentarne la quantità e "qualità", così come definito nella strategia europea di Lisbona sul lavoro
le pensioni e il mantenimento del modello sociale europeo, affermando l'impegno per lo sviluppo e per il mantenimento di regole giuste ed accettabili
un Trattato Costituzionale per un'Europa più sociale
Un ragazzo palestinese di 16 anni e' stato ucciso stamattina da forze israeliane che hanno aperto il fuoco contro manifestanti che li attaccavano con lanci di pietre nel nord della Striscia di Gaza. Lo si e' appreso da fonti ospedaliere.
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Un’Europa più forte, sociale e solidale dipende anche da te! E l'esercito israeliano ha fatto irruzione la notte scorsa nel campo profughi di Rafah, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, ed ha distrutto otto abitazioni. Stando a quanto riferito da alcuni testimoni, all'operazione hanno preso parte almeno 25 mezzi blindati
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La Confederazione Europea dei Sindacti (CES) ha presentato un Memorandum alla Presidenza Italiana del Consiglio Europeo. Ecco i punti principali: Intanto Yasser Arafat ha espulso i miliziani delle Brigate dei martiri di al Aqsa dal quartier generale dell'Anp a Ramallah. Lo hanno reso noto fonti del gruppo radicale vicine a Fatah, secondo cui il presidente dell'Autorita' nazionale palestinese ha fatto cacciare 21 miliziani dalla Moqata, dove e' assediato da piu' di tre anni
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10 test sociali per la presidenza italiana '''Irak'''
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1. Convenzione/Conferenza Intergovernativa: garantire all'Europa un Trattato Costituzionale democratico, moderno e sociale; La meta' circa degli uomini che compongono le forze di sicurezza irachene si rifiuta di combattere con le truppe della coalizione per soffocare l'ondata di violenze in Iraq. Ad affermarlo e' stato il generale americano Martin Dempsey, capo della prima divisione corazzata in Iraq, parlando con un gruppo di giornalisti. Il 40 per cento degli agenti locali ha preferito rinunciare all'incarico, ha reso noto il generale, secondo il quale inoltre tra gli uomini chiamati a far parte dei nuovi servizi di sicurezza iracheni, il 10 per cento circa ha usato la sua posizione per operare contro gli Stati Uniti o gli altri stati membri della coalizione. Dempsey, la cui divisione dovra' fermarsi in Iraq tre mesi in piu' rispetto al periodo di un anno inizialmente stabilito, ha ammesso le grandi difficolta' incontrate nel tentativo di convincere militari e soldati ad imbracciare le armi contro i connazionali.
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2. Strategia di Lisbona: lancio di un pacchetto di misure di emergenza in linea con gli obiettivi di Lisbona per risolvere i problemi immediati che l'Europa si trova a dover affrontare e perseguendo l'impegno verso nuovi e migliori posti di lavoro in base a politiche economiche, occupazionali e di coesione sociale. ---
il Segretario Generale del Consiglio degli Ulema Mussulmani Hareth al-Dari accusa le forze di occupazione di aver violato la tregua a Fallujah. Il quotidiano arabo Al-Hayat aggiunge anche che al Dari ha espresso il timore che le forze Usa si apprestino a sferrare nuovi attacchi contro al-Qaem, Sadr City, al-Najaf ed altre città irachene. Al-Dari si è rivolto all'ONU, alla Lega degli Stati Arabi e all'Organizzazione degli Stati Islamici invitando ciascuna di dette organizzazioni ad assumere le proprie responsabilità "per impedire che avvengano questi atti criminali, che potrebbero provocare un fuoco che non si spegnerà se non sui cadaveri dei criminali". Partendo da questo dato, Dempsey ha indicato che la campagna in Iraq è a un punto critico. intanto...
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3. Immigrazione: sviluppare una politica comune dell'Unione in materia di immigrazione ed asilo, che affronti le questioni dell'integrazione e la gestione dei flussi migratori. Iarak
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4. Revisione della direttiva sui Comitati Aziendali Europei: porre termine al ritardo di tre anni nel processo di revisione legislativa Sostenitori del leader radicale sciita Moqtada Sadr si apprestano oggi a manifestare a Bassora contro l'incapacita delle forze britanniche di impedire gli attentati sanguinosi di ieri nella citta' e a Zubeyr, piu' a sud, che hanno fatto 68 morti. Decine di persone hanno cominciato a radunarsi davanti alla sede di Sadr, nel centro della citta', in previsione di una manifestazione, ha constatato un giornalista dell'Afp. Vogliamo protestare contro le aggressioni alla polizia che dimostrano il fallimento dell'occupante nel padroneggiare la situazione, ha detto sheikh Abdel Sattar Bahadli, rappresentante di Moqtada Sadr a Bassora. Chiediamo all'occupante di affidare il dossier della sicurezza alla polizia irachena, alle organizzazioni e ai partiti della citta, ha aggiunto, mettendo in guardia contro i rischi di una rivolta della popolazione nella citta' sciita meridionale, che conta due milioni di abitanti. Molti genitori hanno tenuto oggi i figli a casa, dopo l'uccisione di 17 bambini negli attentati di ieri, mentre i parenti si preparano a seppellire le vittime della giornata piu' sanguinosa di Bassora, citta' controllata dalle forze britanniche, dall'inizio dell'occupazione della coalizione a guida Usa, un anno fa
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5. Appalti pubblici: prevedere una clausola per "standard lavorativi equi" Irak
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6. Controllo delle fusioni: integrazione di criteri sull'impatto relativo ai livelli occupazionali Sulla scia della Spagna e di altri Paesi latinoamericani, anche in Costarica diverse autorita', tra cui alcuni parlamentari, hanno rivolto un appello al presidente Abel Pacheco perche' disponga il ritiro del contingente dall'Iraq. In una lettera ripresa dai media, si chiede a Pacheco di ritirare il suo appoggio all'intervento in Iraq, che assume sempre di piu' i caratteri di un genocidio. E' la volonta' del nostro popolo di rivedere la nostra scelte in politica estera - si legge nella nota - alcune delle quali hanno compromesso il decoro, la dignita' e il prestigio del Costarica.
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7. Offerte Pubbliche di Acquisto: garantire l'informazione, la consultazione e misure difensive '''Venezuela'''
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8. Lavoro interinale: adottare la direttiva con un periodo di transizione limitato, consentendo così una più veloce entrata in vigore dei suoi contenuti Il Consiglio nazionale elettorale del Venezuela (CNE) ha approvato un regolamento per valutare gli 1,3 milioni di firme presentati dall'opposizione per realizzare un referendum che revochi il mandato del presidente Hugo Chavez. Nel caso si raggiungesse il totale richiesto di 2.491.196 firme, il referendum si terrebbe l'8 agosto.
El consejo también calculó en 1,9 millones las firmas definitivamente válidas, mientras se requieren 2,4 millones. Carrasquero aseguró que 1,1 millones de firmas irán al proceso de "reparos" o ratificación, aunque sólo se requieren poco más de 500.000 rúbricas para completar las necesarias que activen la consulta.
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9. Servizi di interesse generale: fissare una base giuridica nei trattati; avviare una procedura per una direttiva quadro o imporre una moratoria legislativa sulla liberalizzazione '''bolivia'''
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10. Responsabilità sociale delle imprese: sviluppo della responsabilità sociale delle imprese nel quadro del Modello Sociale Europeo, sottolineando come la responsabilità sociale delle imprese non debba costituire un'alternativa al dialogo sociale e alla contrattazione collettiva El presidente argentino, Néstor Kirchner, y su colega boliviano, Carlos Mesa, firmaron hoy un acuerdo para la compra-venta de gas que ayudará a paliar la crisis energética argentina.
Kirchner agradeció a Mesa la decisión de "autorizar en forma extraordinaria" la venta de gas a su país.
El convenio incluye una cláusula que prohibe la reventa del gas boliviano a Chile, motivo suficiente para que se cancele automáticamente el acuerdo entre ambos países.
Proprio questo accordo potrebbe definitivamente far precipitare la situazione sociale nel paese, visto che per il 2 maggio è previsto l'inizio dello sciopero generale e il blocco delle vie autostradali in tutto il paese, anche per protestare contro la svendita del gas nazionale alle aziende multinazionali.
Situazione resa ancora più critica dagli scontri tra alcuni gruppi di studenti universitari, di aspiranti alle scuole d’insegnamento e di appartenenti ad altri settori e polizia, che negli ultimi giorni hanno paralizzato il centro della capitale La Paz, provocando almeno cinque feriti tra i dimostranti.
Il governo boliviano accusa “alcuni gruppi minoritari e intransigenti” di voler generare instabilità e convulsione nel Paese, mentre il fronte sociale d'opposizione rilancia sulla mobilitazione del 2 maggio. Continua ad aleggiare lo spettro dell'ex presidente Sanchez de Lozada e di un intervento militare possibile.
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Per partecipare alla manifestazione rivolgiti alle sede sindacali CGIL CISL e UIL.
Per la CGIL:
tel. 035.3594.240 - fax 035.3594.459 - e.mail: CdLTBergamo@cgil.lombardi
  
'''ONU'''
La Commissione dell'Onu per i diritti umani ha approvato a Ginevra (Svizzera) una risoluzione sull'abolizione della pena di morte. Il documento, presentato dall'Unione europea, è stato approvato ieri con 28 voti a favore, 20 contrari e cinque astensioni. La risoluzione chiede ai Paesi che tuttora fanno ricorso alla pena capitale di abolirla e di istituire una moratoria sulla esecuzioni in attesa della definitiva eliminazione di tale pena. È dal 1997 che la Commissione diritti umani delle Nazioni Unite, massimo organo dell'Onu per la promozione dei diritti fondamentali, approva ogni anno una risoluzione sulla pena di morte. Nel 2003 Usa, Cina, Iran e Vietnam avrebbero totalizzato, secondo una ricerca di 'Amnesty international', l’84 per cento delle 1.146 esecuzioni accertate in 28 Paesi;
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IL socialforum dice '''DECRETO URBANI, GOVERNO BATTUTO PER 7 VOTI ALLA CAMERA'''
Governo battuto per sette voti alla Camera su un emendamento al decreto Urbani presentato dal verde Mauro Bulgarelli e dal diessino Pietro Folena.
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APPELLO PER IL 4 OTTOBRE La modifica al testo, su cui governo e commissione avevano reso parere contrario, e' stata infatti approvata con 179 si' e 172 no. Dopo il voto, la seduta e' stata brevemente sospesa e riprendera' con nuove votazioni.
L'emendamento approvato dall'Assemblea sopprime l'intero comma 7 dell'articolo 1 del decreto Urbani sul rifinanziamento del cinema e sul contrasto della pirateria audiovisiva e su Internet. In particolare, il comma cassato prevede l'obbligo per ''i prestatori di servizi della societa' dell'informazione che siano venuti a conoscenza della presenza di contenuti idonei ad integrare le violazioni commesse per via telematica'', a ''informarne con immediatezza il Dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell'Interno o l'autorita' giudiziaria''.
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Il 4 ottobre si apre a Roma la Conferenza Intergovernativa. I capi di statoe di governo dell'Unione Europea, capitanati da Silvio Berlusconi,proveranno a tradurre in trattati costituzionali il risultato della Convenzione.
All'Europa liberista e del Patto di Stabilità, all'Europa che alza i muri contro i migranti e che, senza assumere il ripudio della guerra, lavora invece alla costituzione dell'esercito europeo, il 4 ottobre noi opporremo un'altra Europa: quella dei popoli e della pace, l'Europa del Forum Sociale Europeo e del 15 febbraio.
La nostra Europa si basa su alcuni semplici principi: è antiliberista,
ripudia la guerra e tutti i razzismi, fa della democrazia e della
partecipazione valori fondanti.E' l'Europa che difende i beni e i servizi pubblici, lo Stato sociale, il lavoro. E dunque si batte contro gli attacchi alle pensioni, la mercificazione della scuola, della salute, della cultura e contro la
progressiva precarizzazione della vita intera. La nostra Europa è l'Europa dei diritti sociali, a partire dal diritto al lavoro, al reddito e a una esistenza dignitosa.
E' una Europa che privilegia la costruzione di spazi pubblici, in cui la
società sostenibile e il rispetto dell'ambiente siano punti inaggirabili e dove le differenze di genere, le identità sessuali e le libertà civili non siano negoziabili.E'l'Europa che ripudia le guerre senza se e senza ma.
Contraria all'aumento delle spese militari e all'ipotesi di un esercito europeo, la nostra Europa lavora per la pace nei luoghi di conflitto, con le missioni civili e la solidarietà internazionale. La nostra Europa lavora per la pace anche qui, dove la guerra viene alimentata: per questo abbiamo manifestato il 15 febbraio, per questo teniamo appese ai balconi le bandiere della pace.
Per questo vogliamo la fine dell'occupazione militare in Iraq e il ritiro delle truppe italiane, così come da tempo chiediamo la fine dell'occupazione della Palestina. La nostra è l'Europa della cittadinanza universale. Dove non esistono discriminazioni di razza, di religione e di sesso. Una Europa aperta,
accogliente, senza centri di detenzione e in cui nessuno e nessuna è straniero o straniera.
La nostra è l'Europa della partecipazione: locale, nazionale,
sopranazionale. L'esperienza della democrazia partecipativa non ha nulla a che vedere con il metodo oligarchico adottato dalla Convenzione presieduta da Giscard d'Estaing.Dopo Firenze, dopo il 15 febbraio e il 12 aprile, mentre ci avviciniamo al Forum Sociale Europeo di Parigi, il 4 ottobre daremo un nuovo impulso a un processo costituente per un'altra Europa. Un processo aperto, comprensivo delle forme più articolate del conflitto sociale, delle diverse soggettività e dei tanti movimenti che compongono il nostro movimento. Un processo che valorizzi le resistenze sociali e i progetti alternativi. Un processo che culmini nel 2004 con la Convocazione degli Stati Generali dell'altra Europa. Facciamo appello alla molteplicità della società civile, alle forze sociali e politiche, con cui in questi anni abbiamo incrociato strade e percorsi, a costruire insieme questo appuntamento: ci rivolgiamo a coloro che hanno realizzato il Forum Sociale Europeo di Firenze e il 15 febbraio, per avviare un confronto perché il 4 ottobre sia una giornata fondativa dell'altra Europa.
'''Italia, Fiat, stabilimento di Melfi'''
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Appuntamento a Roma
venerdì 3 ottobre: forum internazionale dell'altra Europa
sabato 4 ottobre: manifestazione nazionale
Da ieri sera la linea della Punto e della Idea è ferma anche alla Fiat Mirafiori a causa del blocco dello stabilimento di Melfi dove stamani è iniziata la quarta giornata di fermo produttivo a causa degli scioperi e dei blocchi stradali effettuati da Fiom, Failms, Slai Cobas e Ugl. Alcuni componenti di lastratura non sono infatti arrivati nell'impianto torinese da Melfi dove vengono prodotti e quindi la Fiat ha comunicato ai sidacati che il terzo turno di ieri e il primo di quest'oggi non potevano essere effettuati. Sarebbe a forte rischio anche il secondo turno i oggi di Mirafiori.Complessivamente sono coinvolti dal fermo delle linee di Mirafiori circa 2000 addetti

sentiamo la corrispondenza ---> winamp
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10 o'clock roadblock
 Costruiamo insieme il blocco del precariato sociale:
= Rassegna Stampa =
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A partire dalla molteplicità di diversi percorsi sociali e culturali, pensiamo sia possibile creare durante le giornate del contro-vertice europeo del 4 ottobre, un momento pubblico assembleare aperto che abbia al centro del proprio discorso i bisogni sociali comuni a tutti i soggetti precari.

Lo spirito che anima questa proposta è quello di creare un possibile terreno di relazione e comunicazione tra le situazioni che, frutto della cooperazione sociale tra precari/e, si riconoscono in base a comuni bisogni e aprono nuovi spazi per riappropriarsi dal basso di ciò che i grandi capitali, con le politiche di liberalizzazione e privatizzazione, puntualmente sottraggono alla comunità e al suo benessere

lle 10 della mattina del 04 ottobre 2003 Acrobax invita a incontrarsi nei pressi della metro marconi per effettuare un blocco della produzione urbana. In via Marconi sono presenti oltre ad Acrobax e vari individualita', i COBAS e altre situazioni nazionali. Verso mezzogiorno le 200 persone presenti bloccano via Marconi e danno vita a un corteo non autorizzato per il quartiere. Durante il percorso una agenzia Adecco viene attaccata e danneggiata cosi' come un agenzia Manpower, anche se la seconda in maniera lievissima.
Quando il corteo era ormai prossimo alla sua conclusione in prossimita' della Metro San Paolo, due autobus di Guardie di Finanza, poi rinforzate dalla celere, caricano il corteo che cerca di raggiungere la metro per dirigersi verso il concentramento per la manifestazione del pomeriggio. Molte persone non riescono a prendere la metro e scatta una caccia all'uomo in tutto il quartiere che si conclude con svariate decine di fermi e qualche ferito, con l'assedio di 50 persone in un cortile in piazza Enea Bortolotti e con l'arresto di un giovane attivista con tanto di pistola puntata alla tempia.
dall'indirizzo http://www.ansa.it/rubriche/rassegna/rassegnaoggi.shtml
è possibile vedere e leggere le prime pagine di tutti i quotidiani andando al link della rassegna stampa della camera dei deputati oppure a partire dalle 12 sono disponibili tutti i quotidiani di oggi on-line
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dalla discussione del nw = GR ORE 13.30 =
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        E' da molto tempo che seguo le azioni dei/delle disobbedient* e forse è arrivato il tempo di fare/chiedere un po' di chiarezza. Tutto quello che segue è a titolo esclusivamente PERSONALE e vuole essere una critica COSTRUTTIVA

Da Genova in poi le azioni dei disobbedienti, in occasioni delle manifestazioni del movimento, hanno quasi monopolizzato lo spazio mediatico concesso al movimento sui principali media. Spesso inoltre hanno conquistato anche il dominio della piazza a scapito di altre parti del movimento, che, o si sono ritirate (vedi Lilliput, sindacati, e altri), o sono state prese a cazzotti e emarginate dai disobbedienti (vedi anarchici, che fanno parte del movimento cheché ne dica il TG5), perché con le loro azioni (da volantinaggi a black bloc) disturbavano i cortei ai quali partecipavano i disobbedienti, e le loro azioni. Insomma, spesso si sono comportati come "servizio d'ordine" del corteo, senza che alcuno li avesse delegati a ciò.

Risultato: da Genova in poi non è cambiato niente presso i disobbedienti. Sempre i soliti caschi, scudi di plexiglass e la volontà di confrontarsi fisicamente con la polizia. Non si è fatto altro! Blindati come tartarughe a spingere sul cordone dei carramba, urlando che è una manifestazione pacifica... no alla violenza... bla bla bla... con centinaia di telecamere a riprendere. L'obbiettivo, ovviamente, non è picchiare la polizia, ma di simulare un tentativo di violazione delle "zone rosse". E questo quello che fanno loro, e che eventualmente dovrebbero fare gli altri quando vogliono manifestare con loro.

I disobbedienti simulano violenza (ed è meglio che praticarla!), MA E' ORAMAI EVIDENTE CHE *QUESTO* TIPO DI AZIONI VIENE CNCESSO DALLA POLIZIA, in cambio i disobbedienti devono garantire l'ordine nel corteo, ovvero prendere a calci chi tenta di fare qualcos'altro (i famosi facinorosi, meglio se anarchici perché quelli sono insurrezionalisti, bombaroli e non appartengono al movimento - parola di Corsera, Repubblica, TG1 2 5 ecc ecc).
Ieri la polizia si è dimostrata più intelligente... questo è la tragedia... e ha reso manifesto questo (tacito?) accordo FREGANDO I DISOBBEDIENTI. Come?... faccendo palesemente il gioco dei disobb., spingendo un po' le ragazze, circondando da 3 lati, senza attaccare, se non la carica di chiusura, per rendere onore agli avversari.
Meglio così, mi secca vedere teste spaccate inutilmente (perché mai fu violata la zona rossa, e mai lo sarà con questi metodi... è un gioco disobb-poliziesco), ma mi secca un casino vedere cazzotti volare dentro il movimento, perché quello fa un'azione che non si può.

Chi decide cosa non si può? Ognuno ha le proprie azioni, le proprie idee, i propri motivi, e decide di persona se e come stare dentro il movimento. I disobbedienti (e alcuni membri dei vari Social Forum) dovrebbero forse ripassarsi il concetto di 'democrazia diretta' ed evitare di autopromuoversi leader, custodi, baluardi, guardiani, o servizi d'ordine di chi sa cosa.

Cosa dovremmo fare noi altri? Prima di tutto EVITARE LA CACCIA AL DOSOBBEDIENTE, una caccia alle streghe dentro il movimento è l'ultima cosa di dui abbiamo bisogno. Bisogna re-incontrarsi (nei Social Forum) e discutere, discutere, discutere, per chiarirsi.

Saluti a tutt*.

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3.000 pertes d’emplois à Ford-Genk. Le président de Ford-Europe, Lewis Booth l’a annoncé froidement ce mercredi. 3.000 emplois liquidés: c’est un nouveau Renault-Vilvorde annoncé dans une région déjà dévastée par la fermeture des mines. 3.000 auxquels il faudra ajouter autant de milliers d’emplois des entreprises sous-traitantes dépendantes de Ford. Si on les laisse faire.

Ceux de Ford-Genk ne se laissent pas faire: ils ont déjà bloqué les sorties de l’entreprise. Et empêchent la direction de sortir de l’usine.

Ils n’acceptent pas qu’une des plus grandes multinationales au monde, Ford qui a réalisé encore un bénéfice de 1,3 milliards de dollars au premier semestre 2003 (35 milliards d’anciens francs belges), fasse payer sa crise sur le dos de leurs familles. Et de 9000 autres familles de travailleurs menacés aujourd’hui par la multinationale dans le reste du monde, d’Allemagne aux Etats-Unis.

Une multinationale qui a accumulé entre 1993 et 2000 un bénéfice de 56 milliards de dollars (presque deux mille milliards d’anciens francs belges : un cinquième de ce qui est produit en une année en Belgique)

Ceux de Ford-Genk sont furieux contre une direction qui décide aujourd’hui de désinvestir. Et qui leur a menti. La direction avait exercé un véritable chantage. Ceux de Ford-Genk devaient accepter le transfert de la production du modèle Transit vers la Turquie et la perte de 1400 emplois. Avec en échange la promesse de nouveaux investissements pour produire à côté du modèle Mondeo, les modèles Focus et Galaxy.

Aujourd’hui, la multinationale dénonce cette promesse. Et fait un nouveau chantage à la fermeture : accepter ce plan sinon nous n’investirons pas dans la nouvelle Mondeo. Aussi ceux de Genk ont décidé de bloquer le transfert des machines produisant la Transit vers la Turquie. Car ils ne croient pas ceux qui leur ont déjà menti.

Ceux qui laissent faire les multinationales, ce sont les ministres et présidents des grands partis. Ils ne font que répéter qu’il n’y a rien à faire. Rien à faire quand la multinationale Philips ferme son usine à Hasselt. Rien à faire quand la plus grande multinationale de l’acier annonce la fermeture de Chertal à Liège, à 50 km de Genk.

Vraiment rien à faire?

La leçon de la fermeture de Philips en décembre 2002, il y a 10 mois, ne semble pas avoir été retenue. A ceux qui les critiquaient d’avoir offert quasi gratuitement le sol et certains bâtiments comme aide de l’Etat à Philips sans garantie et sans sanctions possibles en cas de fermeture, les ministres Dewael et Gabriëls répondaient: “Philips est un coup dur mais nous continuerons avec la politique suivie jusqu’à maintenant” (De Standaard, 7 décembre 2002). Ce qu’ils ont fait en accordant 53 millions d’euros (2 milliards d’anciens francs belges) de subsides à « l’expansion » à Ford-Genk.
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Ali Caglar est actuellement conseiller communal à Genk dans la province du Limbourg et enseignant dans une école secondaire.

Ali Caglar est actuellement conseiller communal à Genk dans la province du Limbourg et enseignant dans une école secondaire. En 2000, candidat en 28e place aux communales sur la liste du bourgmestre CVP Jef Gabriëls, il fut élu avec 1.653 voix, le 11ème score préférentiel. En 2003, à la demande de son parti (CD&V pour Christen-Democratisch en Vlaams), il figurait sur les listes pour le Sénat en 10e position. Malgré son résultat impressionnant de 21.607 voix, il ne fut pas élu.

MK: Ford Genk a décidé de licencier une grande partie de son personnel. Vous siégez comme conseiller communal à Genk, pouvez-vous un peu expliquer le climat à Genk aujourd’hui?

Ali Caglar: C’est une grave crise sociale pour Genk. L’industrie automobile est entrée dans une grave crise économique conjoncturelle avec des coûts de fabrication qui ne font qu’augmenter. De plus, la consommation des ménages est en constante baisse, ce qui provoque des crises économiques comme nous connaissons
= tuvuofalamericano =
Line 124: Line 70:
MK: Avez-vous été surpris par la décision de Fordde vouloir licencier 3.000 travailleurs ?
Line 126: Line 71:
A.Caglar: Oui et non
 J’ai travaillé pendant 8 ans chez Ford Genk (1992-2000) et depuis 1999, on sentait déjà le vent tourner. Ford avait déjà annoncé sa volonté de réduire la force de travail dans la société. Aux dernières nouvelles, ils vont licencier dans 3 usines américaines, à Cologne (1.700 licenciements) et à Genk (3.000).
= spazio indy 8.4 =
Line 129: Line 73:
MK: Cela concerne-t-il des immigrés? '''palestina'''
Line 131: Line 75:
A.Caglar: La plupart des personnes d’origine étrangère est devenue belge. Mais, pour être plus clair, le personnel de Ford Genk est à plus de 50% d’origine étrangère (italienne et turque). Après la fermeture des mines qui avait gravement atteint la région, Les Limbourgeois subissent de plein fouet une deuxième crise sociale avec la décision de Ford. Cette perte représente environ 30% de chômeurs en plus pour le Limbourg. La société automobile avait à l’époque comblé un énorme vide en créant des milliers d’emplois. Ford représentait la plus grande opportunité de travail pour nos jeunes. Maintenant, ils sont complètement désemparés. Almeno nove dimostranti palestinesi sono rimasti feriti oggi durante disordini divampati alla periferia di Gerusalemme, nel villaggio di Biddu.
Line 133: Line 77:
MK: Avez-vous déjà entamé des actions en tant que conseiller communal?

A.Caglar: Après la prière du vendredi, nous avons fait une réunion de discussion à titre informatif, mais sinon nous sommes tous dans l’expectative. On attend les décisions qui viennent de plus haut. Cette coalition gouvernementale n’arrive pas à gérer correctement ce genre de situation. Regardez l’affaire de la Sabena, Philips, Renault Vilvoorde..

MK: Avec Renault Vilvoorde, c’est votre parti le CD&V (ex-CVP) qui était aux commandes. On peut dire que le dernier gouvernement Dehaene était dans le même cas avec aussi une impuissance grave
(con audio)
Line 140: Line 80:
A.Caglar: Oui mais c’est ce gouvernement qui mis comme point le plus important dans son programme, la réduction des charges patronales et la réforme fiscale. Ils en ont fait un point d’orgue mais finalement après les effets d’annonce, ils reviennent toujours en arrière. J’ai entendu déjà que le gouvernement devait revoir ses promesses à hauteur de 50%, ce n’est vraiment pas sérieux '''l'onda lunga della biometria'''

http://punto-informatico.it/p.asp?i=47655
Line 143: Line 85:
Propos recueillis par Mehmet Koksal (http://users.skynet.be/sutv) '''presidio contro la guerra/iraq'''
Line 145: Line 87:
Voir aussi:
http://users.skynet.be/suffrage-universel/be/beel03senl.htm
http://users.skynet.be/suffrage-universel/be/caglar.htm
http://italy.indymedia.org/calendar/event_display_detail.php?event_id=5398
Line 149: Line 89:

     COMUNICATO STAMPA

      IRAQ: FALLUJA COME JENIN?


Da due giorni l?esercito Usa ha cinto d'assedio la citt? di Falluja lanciando quella che ha tutta l?aria di una punizione collettiva per i
+fatti della scorsa settimana, quando quattro statunitensi furono linciati dalla folla.

La citt? ? stata isolata, tutte le via di accesso sono state chiuse gi? da domenica e ai 300.000 abitanti ? impedito di lasciare l'area. Anche
+ai giornalisti ? stato vietato l'accesso.

Una ingente forza militare, prima concentrata intorno alla citt?, ha iniziato ad entrare trovando forti resistenze da parte della popolazione
+e determinando forti combattimenti. Attacchi sono in corso dal cielo, anche con missili, su zone abitate. Rastrellamenti sarebbero in corso
+casa per casa e, dalle poche testimonianze, risulta che decine di iracheni sono stati uccisi. L?unico ospedale della citt? non ? in grado di
+far fronte alla emergenza.

Facciamo appello ad un immediato intervento del Segretario Generale dell'Onu perch? cessi la carneficina e Falluja sia liberata dall'assedio.

Invitiamo tutte le associazioni, i sindacati, i partiti a prendere posizione e promuovere iniziative che favoriscano la mobilitazione della
+comunit? internazionale perch? non si ripeta, proprio nei giorni dell'anniversario, quanto ? gi? successo a Jenin.


da radio onda d'urto:

 IRAQ:ORAMAI E' GURRA APERTA
07 Aprile 2004 - 10.22 Durata: 4 minuti 36 secondi
Distruggeremo l’esercito di Al Sadr». Gli americani non sembrano aver dubbi, il problema iracheno è solo un problema militare. Secondo uno dei portavoce del comando statunitense in Iraq, le forze armate Usa sono impegnate in operazioni il cui fine è la totale distruzione dell'esercito Mehdi, la milizia del leader radicale sciita Moqtada al-Sadr che da giorni si batte furiosamente contro le truppe della coalizione alleata. Negli scontri con i miliziani sciiti di Sadr sono già morte da domenica almeno 130 persone, tra cui una trentina di soldati della coalizione, ma nel frattempo la rivolta contro l’occupazione si è allargata anche alla popolazione sunnita. Poco fa il ministro della difesa ucraino ha annunciato che le truppe ucraine hanno lasciato la città di Kout, 180 km a sud di Baghdad, dopo violenti combattimenti con le milizie di Moqtada Sadr che controllano ormai la città. E’ il primo caso di truppe d’occupazione che abbandonano un’area urbana. La rivolta dunque non si arresta, e anche oggi sono previste nuove manifestazioni in tutto l’Iraq, anche nella città di Bassora, dove un accordo tra guerriglia e truppe d’occupazione britanniche ha riportato la calma dopo giorni di scontri. Qui abbiamo raggiunto Fabio Alberti, di un ponte per...

audio: alberti-iraq7


intanto a roma raccolte per falluja
(audio)

ancora uranio impoverito:

 ANCORA UN MILITARE MALATO DI TUMORE PER L'URANIO
07 Aprile 2004 - 13.50 Durata: 1 minuto 40 secondi
URANIO IMPOVERITO Un maresciallo elicotterista della Marina è stato ricoverato all'ospedale per un tumore ad un testicolo. Il militare, di origine sarda, è stato presente in tutti i le zone di guerra dove gli Usa hanno rovesciato tonnellate di uranio: la prima guerra contro l'Irak, la Somalia, il Kosovo, la Macedonia e di nuovo l’Irak. Al rientro dall'ultima missione in Irak, il 12 dicembre 2003, è stato ricoverato in ospedale con la diagnosi del tumore. Il padre e la madre non possono permettersi di stare vicini al figlio, lei paralizzata, lui invalido costretto su una carrozzella. La denuncia arriva dal coordinamento sardo “gettiamo le basi, che sottolinea come la Sardegna continua a pagare con la sofferenza dei suoi figli le irresponsabili politiche belliche intraprese dall'Italia. Abbiamo sentito il padre del militare malato

audio(bassa qualita') :salvatore...


'''lager in afghanistan'''

Il lager Usa di Bagram

Dal rapporto di Human Rights Watch. Gli ex detenuti nel campo di prigionia Usa della base militare di Bagram, raccontano i maltrattamenti fisici e psicologici cui sono stati sottoposti dai soldati americani. Privazione prolungata del sonno, divieto assoluto di parlare con chiunque, punizioni corporali e costrizione in posizioni dolorose, pestaggi, esposizione a temperature estreme, catene sempre ai piedi e umiliazioni di ogni genere. Tutte ‘tecniche comuni’ confermate dagli ufficiali della base

 

9 marzo 2004 – Mohammed Naim è stato arrestato nel marzo 2002 in un villaggio vicino a Gardez, nella provincia di Paktia, assieme ad altre quattro persone. “Ci hanno portati via in piena notte, in elicottero. Ci hanno legato le mani dietro la schiena con dei nastri di plastica e messo un cappuccio nero in testa. Per tutto il viaggio ci hanno tenuto i fucili puntati addosso. Appena atterrati alla base di Bagram, ci hanno buttati in un’altra stanza e costretti per ore faccia a terra. Poi mi hanno fatto alzare e mi hanno portato in una stanza. Qui mi hanno denudato, rasato barba e capelli e mi hanno fatto ristendere sul pavimento. Un soldato mi immobilizzava tenendomi uno scarpone pigiato sulla schiena. Poi hanno cominciato a farmi domande e a fotografarmi, mentre ero ancora nudo. Tutto nudo! Continuavano a chiedermi cose che non sapevo, a domandarmi se conoscessi i comandanti talebani, e io continuavo a rispondere che faccio il macellaio nel mio villaggio.

Saif-ur Rahman è stato arrestato nell’agosto del 2002. Lo hanno portato via dal suo villaggio nella provincia di Kunar in elicottero nella prigione di Bagram. Appena arrivato lo hanno spogliato e gli hanno fatto passare la prima notte in una cella frigorifera dopo averlo ‘lavato’ con un getto di acqua fredda. Il giorno dopo lo hanno portato in catene in una stanza, sempre nudo. Qui i soldati Usa lo hanno fatto stendere faccia a terra sul pavimento, immobilizzandolo con una sedia. Poi è cominciato l’interrogatorio, la cui dinamica è stata raccontata da diversi ex-detenuti.

Il prigioniero viene fatto stare in piedi, spesso nudo, per ore e ore, con un potente faro puntato in faccia. Solo dopo un’ora in cui l’interrogato riesce a rimanere perfettamente fermo e in silenzio, iniziano le domande. A ogni movimento o parola, i soldati ‘resettano l’orologio’ facendo ripartire il conto dell’ora. L’interrogatorio è estremamente duro. I militari urlano domande e insulti da dietro il faro e non di rado, se non ottengono le risposte desiderate, passano alle pressioni fisiche, cioè calci e pugni. Ma sanno bene che le prime volte i prigionieri non parlano, e che prima bisogna ‘ammorbidirli’ con un trattamento studiato nei minimi particolari.

Tutti i detenuti intervistati dopo il rilascio da Bagram raccontano di essere stati tenuti sempre nudi e in catene, anche durante la notte. Notti insonni, dato che le celle in cui venivano stipati erano costantemente illuminate da luci molto forti e i soldati, ogni quarto d’ora, li svegliavano battendo sulle porte di metallo. Questa privazione del sonno durava per settimane. Di giorno i prigionieri, sempre tenuti in catene, tranne che per gli interrogatori, non potevano parlare tra loro né ai soldati, se non interpellati. Chi trasgrediva veniva incatenato per le mani ad una trave sopra una porta, rimanendo così per ore con le braccia alzate sopra la testa: una punizione molto dolorosa secondo quelli che l’hanno subita.

Roger King, portavoce militare della base di Bagram, conferma tutto. “Sì, abbiamo notato che la prolungata privazione del sonno è un modo efficace di ridurre l’inibizione dei detenuti a parlare, la loro resistenza a rispondere agli interrogatori. E lo stesso vale per il divieto assoluto di parlarsi tra loro: se lo fanno si danno coraggio e si sostengono, diventando troppo sicuri di loro stessi. Chi infrange questa regola, per punizione, viene costretto a stare in posizioni scomode per un po’ di tempo.

Altri ufficiali Usa della base, rimanendo anonimi, hanno confermato che i prigionieri vengono tenuti sempre in catene, anche quando dormono. Vengono liberati dai ceppi solo per gli interrogatori, durante i quali sono costretti a stare in piedi, in ginocchio o in altre posizioni che provocano dolore per ore, con un cappuccio nero in testa o occhiali oscurati con spray nero. Hanno confermato anche che i detenuti vengono privati del sonno o tenuti in condizioni di isolamento per tempi prolungati, o esposti a temperature estreme, caldo asfissiante di giorno e gelo di notte.



in coda:

 '''decreto urbani'''

anke se

http://italy.indymedia.org/news/2004/04/521095.php

(vedi se ci sono aggiornamenti)


 (breve presentazione e audio -6 minuti)



= Approfondimenti vari =

GRADIOLINA 22 APRILE 1963

PALESTINA re dirigenti delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, gruppo legato al Fatah di Yasser Arafat, sono stati uccisi all'alba di oggi durante uno scontro a fuoco a Tulkarem dall'esercito israeliano. Ne hanno dato notizia fonti della sicurezza palestinesi precisando che una colonna di una ventina di blindati è penetrata nella città ed ha accerchiato la casa dove i tre si erano asserragliati. Dopo l'incursione, i corpi dei tre palestinesi sono stati trovati crivellati di pallottole.

Un ragazzo palestinese di 16 anni e' stato ucciso stamattina da forze israeliane che hanno aperto il fuoco contro manifestanti che li attaccavano con lanci di pietre nel nord della Striscia di Gaza. Lo si e' appreso da fonti ospedaliere.

E l'esercito israeliano ha fatto irruzione la notte scorsa nel campo profughi di Rafah, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, ed ha distrutto otto abitazioni. Stando a quanto riferito da alcuni testimoni, all'operazione hanno preso parte almeno 25 mezzi blindati

Intanto Yasser Arafat ha espulso i miliziani delle Brigate dei martiri di al Aqsa dal quartier generale dell'Anp a Ramallah. Lo hanno reso noto fonti del gruppo radicale vicine a Fatah, secondo cui il presidente dell'Autorita' nazionale palestinese ha fatto cacciare 21 miliziani dalla Moqata, dove e' assediato da piu' di tre anni

Irak

La meta' circa degli uomini che compongono le forze di sicurezza irachene si rifiuta di combattere con le truppe della coalizione per soffocare l'ondata di violenze in Iraq. Ad affermarlo e' stato il generale americano Martin Dempsey, capo della prima divisione corazzata in Iraq, parlando con un gruppo di giornalisti. Il 40 per cento degli agenti locali ha preferito rinunciare all'incarico, ha reso noto il generale, secondo il quale inoltre tra gli uomini chiamati a far parte dei nuovi servizi di sicurezza iracheni, il 10 per cento circa ha usato la sua posizione per operare contro gli Stati Uniti o gli altri stati membri della coalizione. Dempsey, la cui divisione dovra' fermarsi in Iraq tre mesi in piu' rispetto al periodo di un anno inizialmente stabilito, ha ammesso le grandi difficolta' incontrate nel tentativo di convincere militari e soldati ad imbracciare le armi contro i connazionali.

--- il Segretario Generale del Consiglio degli Ulema Mussulmani Hareth al-Dari accusa le forze di occupazione di aver violato la tregua a Fallujah. Il quotidiano arabo Al-Hayat aggiunge anche che al Dari ha espresso il timore che le forze Usa si apprestino a sferrare nuovi attacchi contro al-Qaem, Sadr City, al-Najaf ed altre città irachene. Al-Dari si è rivolto all'ONU, alla Lega degli Stati Arabi e all'Organizzazione degli Stati Islamici invitando ciascuna di dette organizzazioni ad assumere le proprie responsabilità "per impedire che avvengano questi atti criminali, che potrebbero provocare un fuoco che non si spegnerà se non sui cadaveri dei criminali". Partendo da questo dato, Dempsey ha indicato che la campagna in Iraq è a un punto critico. intanto...

Iarak

Sostenitori del leader radicale sciita Moqtada Sadr si apprestano oggi a manifestare a Bassora contro l'incapacita delle forze britanniche di impedire gli attentati sanguinosi di ieri nella citta' e a Zubeyr, piu' a sud, che hanno fatto 68 morti. Decine di persone hanno cominciato a radunarsi davanti alla sede di Sadr, nel centro della citta', in previsione di una manifestazione, ha constatato un giornalista dell'Afp. Vogliamo protestare contro le aggressioni alla polizia che dimostrano il fallimento dell'occupante nel padroneggiare la situazione, ha detto sheikh Abdel Sattar Bahadli, rappresentante di Moqtada Sadr a Bassora. Chiediamo all'occupante di affidare il dossier della sicurezza alla polizia irachena, alle organizzazioni e ai partiti della citta, ha aggiunto, mettendo in guardia contro i rischi di una rivolta della popolazione nella citta' sciita meridionale, che conta due milioni di abitanti. Molti genitori hanno tenuto oggi i figli a casa, dopo l'uccisione di 17 bambini negli attentati di ieri, mentre i parenti si preparano a seppellire le vittime della giornata piu' sanguinosa di Bassora, citta' controllata dalle forze britanniche, dall'inizio dell'occupazione della coalizione a guida Usa, un anno fa

Irak

Sulla scia della Spagna e di altri Paesi latinoamericani, anche in Costarica diverse autorita', tra cui alcuni parlamentari, hanno rivolto un appello al presidente Abel Pacheco perche' disponga il ritiro del contingente dall'Iraq. In una lettera ripresa dai media, si chiede a Pacheco di ritirare il suo appoggio all'intervento in Iraq, che assume sempre di piu' i caratteri di un genocidio. E' la volonta' del nostro popolo di rivedere la nostra scelte in politica estera - si legge nella nota - alcune delle quali hanno compromesso il decoro, la dignita' e il prestigio del Costarica.

Venezuela

Il Consiglio nazionale elettorale del Venezuela (CNE) ha approvato un regolamento per valutare gli 1,3 milioni di firme presentati dall'opposizione per realizzare un referendum che revochi il mandato del presidente Hugo Chavez. Nel caso si raggiungesse il totale richiesto di 2.491.196 firme, il referendum si terrebbe l'8 agosto. El consejo también calculó en 1,9 millones las firmas definitivamente válidas, mientras se requieren 2,4 millones. Carrasquero aseguró que 1,1 millones de firmas irán al proceso de "reparos" o ratificación, aunque sólo se requieren poco más de 500.000 rúbricas para completar las necesarias que activen la consulta.

bolivia

El presidente argentino, Néstor Kirchner, y su colega boliviano, Carlos Mesa, firmaron hoy un acuerdo para la compra-venta de gas que ayudará a paliar la crisis energética argentina. Kirchner agradeció a Mesa la decisión de "autorizar en forma extraordinaria" la venta de gas a su país. El convenio incluye una cláusula que prohibe la reventa del gas boliviano a Chile, motivo suficiente para que se cancele automáticamente el acuerdo entre ambos países. Proprio questo accordo potrebbe definitivamente far precipitare la situazione sociale nel paese, visto che per il 2 maggio è previsto l'inizio dello sciopero generale e il blocco delle vie autostradali in tutto il paese, anche per protestare contro la svendita del gas nazionale alle aziende multinazionali. Situazione resa ancora più critica dagli scontri tra alcuni gruppi di studenti universitari, di aspiranti alle scuole d’insegnamento e di appartenenti ad altri settori e polizia, che negli ultimi giorni hanno paralizzato il centro della capitale La Paz, provocando almeno cinque feriti tra i dimostranti. Il governo boliviano accusa “alcuni gruppi minoritari e intransigenti” di voler generare instabilità e convulsione nel Paese, mentre il fronte sociale d'opposizione rilancia sulla mobilitazione del 2 maggio. Continua ad aleggiare lo spettro dell'ex presidente Sanchez de Lozada e di un intervento militare possibile.

ONU La Commissione dell'Onu per i diritti umani ha approvato a Ginevra (Svizzera) una risoluzione sull'abolizione della pena di morte. Il documento, presentato dall'Unione europea, è stato approvato ieri con 28 voti a favore, 20 contrari e cinque astensioni. La risoluzione chiede ai Paesi che tuttora fanno ricorso alla pena capitale di abolirla e di istituire una moratoria sulla esecuzioni in attesa della definitiva eliminazione di tale pena. È dal 1997 che la Commissione diritti umani delle Nazioni Unite, massimo organo dell'Onu per la promozione dei diritti fondamentali, approva ogni anno una risoluzione sulla pena di morte. Nel 2003 Usa, Cina, Iran e Vietnam avrebbero totalizzato, secondo una ricerca di 'Amnesty international', l’84 per cento delle 1.146 esecuzioni accertate in 28 Paesi;

DECRETO URBANI, GOVERNO BATTUTO PER 7 VOTI ALLA CAMERA Governo battuto per sette voti alla Camera su un emendamento al decreto Urbani presentato dal verde Mauro Bulgarelli e dal diessino Pietro Folena.

La modifica al testo, su cui governo e commissione avevano reso parere contrario, e' stata infatti approvata con 179 si' e 172 no. Dopo il voto, la seduta e' stata brevemente sospesa e riprendera' con nuove votazioni. L'emendamento approvato dall'Assemblea sopprime l'intero comma 7 dell'articolo 1 del decreto Urbani sul rifinanziamento del cinema e sul contrasto della pirateria audiovisiva e su Internet. In particolare, il comma cassato prevede l'obbligo per i prestatori di servizi della societa' dell'informazione che siano venuti a conoscenza della presenza di contenuti idonei ad integrare le violazioni commesse per via telematica, a informarne con immediatezza il Dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell'Interno o l'autorita' giudiziaria.

Italia, Fiat, stabilimento di Melfi

Da ieri sera la linea della Punto e della Idea è ferma anche alla Fiat Mirafiori a causa del blocco dello stabilimento di Melfi dove stamani è iniziata la quarta giornata di fermo produttivo a causa degli scioperi e dei blocchi stradali effettuati da Fiom, Failms, Slai Cobas e Ugl. Alcuni componenti di lastratura non sono infatti arrivati nell'impianto torinese da Melfi dove vengono prodotti e quindi la Fiat ha comunicato ai sidacati che il terzo turno di ieri e il primo di quest'oggi non potevano essere effettuati. Sarebbe a forte rischio anche il secondo turno i oggi di Mirafiori.Complessivamente sono coinvolti dal fermo delle linee di Mirafiori circa 2000 addetti

sentiamo la corrispondenza ---> winamp

Rassegna Stampa

dall'indirizzo http://www.ansa.it/rubriche/rassegna/rassegnaoggi.shtml è possibile vedere e leggere le prime pagine di tutti i quotidiani andando al link della rassegna stampa della camera dei deputati oppure a partire dalle 12 sono disponibili tutti i quotidiani di oggi on-line

GR ORE 13.30

tuvuofalamericano

spazio indy 8.4

palestina

Almeno nove dimostranti palestinesi sono rimasti feriti oggi durante disordini divampati alla periferia di Gerusalemme, nel villaggio di Biddu.

(con audio)

l'onda lunga della biometria

http://punto-informatico.it/p.asp?i=47655

presidio contro la guerra/iraq

http://italy.indymedia.org/calendar/event_display_detail.php?event_id=5398

  • COMUNICATO STAMPA
    • IRAQ: FALLUJA COME JENIN?

Da due giorni l?esercito Usa ha cinto d'assedio la citt? di Falluja lanciando quella che ha tutta l?aria di una punizione collettiva per i +fatti della scorsa settimana, quando quattro statunitensi furono linciati dalla folla.

La citt? ? stata isolata, tutte le via di accesso sono state chiuse gi? da domenica e ai 300.000 abitanti ? impedito di lasciare l'area. Anche +ai giornalisti ? stato vietato l'accesso.

Una ingente forza militare, prima concentrata intorno alla citt?, ha iniziato ad entrare trovando forti resistenze da parte della popolazione +e determinando forti combattimenti. Attacchi sono in corso dal cielo, anche con missili, su zone abitate. Rastrellamenti sarebbero in corso +casa per casa e, dalle poche testimonianze, risulta che decine di iracheni sono stati uccisi. L?unico ospedale della citt? non ? in grado di +far fronte alla emergenza.

Facciamo appello ad un immediato intervento del Segretario Generale dell'Onu perch? cessi la carneficina e Falluja sia liberata dall'assedio.

Invitiamo tutte le associazioni, i sindacati, i partiti a prendere posizione e promuovere iniziative che favoriscano la mobilitazione della +comunit? internazionale perch? non si ripeta, proprio nei giorni dell'anniversario, quanto ? gi? successo a Jenin.

da radio onda d'urto:

  • IRAQ:ORAMAI E' GURRA APERTA

07 Aprile 2004 - 10.22 Durata: 4 minuti 36 secondi Distruggeremo l’esercito di Al Sadr». Gli americani non sembrano aver dubbi, il problema iracheno è solo un problema militare. Secondo uno dei portavoce del comando statunitense in Iraq, le forze armate Usa sono impegnate in operazioni il cui fine è la totale distruzione dell'esercito Mehdi, la milizia del leader radicale sciita Moqtada al-Sadr che da giorni si batte furiosamente contro le truppe della coalizione alleata. Negli scontri con i miliziani sciiti di Sadr sono già morte da domenica almeno 130 persone, tra cui una trentina di soldati della coalizione, ma nel frattempo la rivolta contro l’occupazione si è allargata anche alla popolazione sunnita. Poco fa il ministro della difesa ucraino ha annunciato che le truppe ucraine hanno lasciato la città di Kout, 180 km a sud di Baghdad, dopo violenti combattimenti con le milizie di Moqtada Sadr che controllano ormai la città. E’ il primo caso di truppe d’occupazione che abbandonano un’area urbana. La rivolta dunque non si arresta, e anche oggi sono previste nuove manifestazioni in tutto l’Iraq, anche nella città di Bassora, dove un accordo tra guerriglia e truppe d’occupazione britanniche ha riportato la calma dopo giorni di scontri. Qui abbiamo raggiunto Fabio Alberti, di un ponte per...

audio: alberti-iraq7

intanto a roma raccolte per falluja (audio)

ancora uranio impoverito:

  • ANCORA UN MILITARE MALATO DI TUMORE PER L'URANIO

07 Aprile 2004 - 13.50 Durata: 1 minuto 40 secondi URANIO IMPOVERITO Un maresciallo elicotterista della Marina è stato ricoverato all'ospedale per un tumore ad un testicolo. Il militare, di origine sarda, è stato presente in tutti i le zone di guerra dove gli Usa hanno rovesciato tonnellate di uranio: la prima guerra contro l'Irak, la Somalia, il Kosovo, la Macedonia e di nuovo l’Irak. Al rientro dall'ultima missione in Irak, il 12 dicembre 2003, è stato ricoverato in ospedale con la diagnosi del tumore. Il padre e la madre non possono permettersi di stare vicini al figlio, lei paralizzata, lui invalido costretto su una carrozzella. La denuncia arriva dal coordinamento sardo “gettiamo le basi, che sottolinea come la Sardegna continua a pagare con la sofferenza dei suoi figli le irresponsabili politiche belliche intraprese dall'Italia. Abbiamo sentito il padre del militare malato

audio(bassa qualita') :salvatore...

lager in afghanistan

Il lager Usa di Bagram

Dal rapporto di Human Rights Watch. Gli ex detenuti nel campo di prigionia Usa della base militare di Bagram, raccontano i maltrattamenti fisici e psicologici cui sono stati sottoposti dai soldati americani. Privazione prolungata del sonno, divieto assoluto di parlare con chiunque, punizioni corporali e costrizione in posizioni dolorose, pestaggi, esposizione a temperature estreme, catene sempre ai piedi e umiliazioni di ogni genere. Tutte ‘tecniche comuni’ confermate dagli ufficiali della base

9 marzo 2004 – Mohammed Naim è stato arrestato nel marzo 2002 in un villaggio vicino a Gardez, nella provincia di Paktia, assieme ad altre quattro persone. “Ci hanno portati via in piena notte, in elicottero. Ci hanno legato le mani dietro la schiena con dei nastri di plastica e messo un cappuccio nero in testa. Per tutto il viaggio ci hanno tenuto i fucili puntati addosso. Appena atterrati alla base di Bagram, ci hanno buttati in un’altra stanza e costretti per ore faccia a terra. Poi mi hanno fatto alzare e mi hanno portato in una stanza. Qui mi hanno denudato, rasato barba e capelli e mi hanno fatto ristendere sul pavimento. Un soldato mi immobilizzava tenendomi uno scarpone pigiato sulla schiena. Poi hanno cominciato a farmi domande e a fotografarmi, mentre ero ancora nudo. Tutto nudo! Continuavano a chiedermi cose che non sapevo, a domandarmi se conoscessi i comandanti talebani, e io continuavo a rispondere che faccio il macellaio nel mio villaggio.

Saif-ur Rahman è stato arrestato nell’agosto del 2002. Lo hanno portato via dal suo villaggio nella provincia di Kunar in elicottero nella prigione di Bagram. Appena arrivato lo hanno spogliato e gli hanno fatto passare la prima notte in una cella frigorifera dopo averlo ‘lavato’ con un getto di acqua fredda. Il giorno dopo lo hanno portato in catene in una stanza, sempre nudo. Qui i soldati Usa lo hanno fatto stendere faccia a terra sul pavimento, immobilizzandolo con una sedia. Poi è cominciato l’interrogatorio, la cui dinamica è stata raccontata da diversi ex-detenuti.

Il prigioniero viene fatto stare in piedi, spesso nudo, per ore e ore, con un potente faro puntato in faccia. Solo dopo un’ora in cui l’interrogato riesce a rimanere perfettamente fermo e in silenzio, iniziano le domande. A ogni movimento o parola, i soldati ‘resettano l’orologio’ facendo ripartire il conto dell’ora. L’interrogatorio è estremamente duro. I militari urlano domande e insulti da dietro il faro e non di rado, se non ottengono le risposte desiderate, passano alle pressioni fisiche, cioè calci e pugni. Ma sanno bene che le prime volte i prigionieri non parlano, e che prima bisogna ‘ammorbidirli’ con un trattamento studiato nei minimi particolari.

Tutti i detenuti intervistati dopo il rilascio da Bagram raccontano di essere stati tenuti sempre nudi e in catene, anche durante la notte. Notti insonni, dato che le celle in cui venivano stipati erano costantemente illuminate da luci molto forti e i soldati, ogni quarto d’ora, li svegliavano battendo sulle porte di metallo. Questa privazione del sonno durava per settimane. Di giorno i prigionieri, sempre tenuti in catene, tranne che per gli interrogatori, non potevano parlare tra loro né ai soldati, se non interpellati. Chi trasgrediva veniva incatenato per le mani ad una trave sopra una porta, rimanendo così per ore con le braccia alzate sopra la testa: una punizione molto dolorosa secondo quelli che l’hanno subita.

Roger King, portavoce militare della base di Bagram, conferma tutto. “Sì, abbiamo notato che la prolungata privazione del sonno è un modo efficace di ridurre l’inibizione dei detenuti a parlare, la loro resistenza a rispondere agli interrogatori. E lo stesso vale per il divieto assoluto di parlarsi tra loro: se lo fanno si danno coraggio e si sostengono, diventando troppo sicuri di loro stessi. Chi infrange questa regola, per punizione, viene costretto a stare in posizioni scomode per un po’ di tempo.

Altri ufficiali Usa della base, rimanendo anonimi, hanno confermato che i prigionieri vengono tenuti sempre in catene, anche quando dormono. Vengono liberati dai ceppi solo per gli interrogatori, durante i quali sono costretti a stare in piedi, in ginocchio o in altre posizioni che provocano dolore per ore, con un cappuccio nero in testa o occhiali oscurati con spray nero. Hanno confermato anche che i detenuti vengono privati del sonno o tenuti in condizioni di isolamento per tempi prolungati, o esposti a temperature estreme, caldo asfissiante di giorno e gelo di notte.

in coda:

  • decreto urbani

anke se

http://italy.indymedia.org/news/2004/04/521095.php

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Approfondimenti vari

radiolina (last edited 2008-06-26 09:51:30 by anonymous)