====ANTIPRO RADIOLINA ALLO SKA VENERDI 12/12/03====
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assem naz 14dic: http://italy.indymedia.org/news/2003/12/440866.php docultima asse naz 23 nov: http://italy.indymedia.org/news/2003/11/429094.php appello da fuoriluogo http://www.fuoriluogo.it/speciali/guerraitaliana/appello_26_giugno.html categoria antipro da INDY http://italy.indymedia.org/features/antipro/
===RADIOGIORNALE===
Procreazione assistita
Con l'intervento del repubblicano Antonio Del Pennino sono iniziate nell'Aula di palazzo Madama alle otto e trenta di oggi le dichiarazioni di voto alla legge sulla fecondazione medicalmente assistita. La legge adesso andrà alla Camera per la verifica della copertura fininziaria. Quasi scontata l'approvazione, dopo le votazioni di ieri, che hanno messo in luce la maggioranza che la sostiene. Anche se nello stesso governo ci sono contrarietà alla legge, la decisione di "bllindarla" impedisce qualsiasi emendamento, e già si pensa a successive modifiche. Così il ministro delle Pari Opportunità, in una breve lettera che appare oggi su 'la Repubblica', dichiara che alcuni punti dovranno necessariamenete essere ridiscussi, perchè contrari alla scienza. Ma nella maggioranza di governo la disciplina di partito è più importante della logica e dell'interesse della società, la legge è passata così come è. E già nelle votazioni di oggi, alcuni sentaori, tra cui andreotti, hanno richiesto la revisione della legge 194 sull'interruzione di gravidanza, poichè in aprto ocntrasto ocn la normativa appena approvata.
Toscana
Una cinquantina circa di pacifisti toscani sono riusciti ad entrare nell'aeroporto militare di Grosseto al termine della sfida tra la Ferrari di Michael Schumacher e il nuovo caccia europeo Eurofighter. Una volta dentro lo scalo, i dimostranti, staccatisi da un gruppo più folto che in mattinata ha manifestato davanti all'aeroporto contro "la logica della guerra e degli armamenti", hanno esposto una bandiera della pace lunga 14 metri e hanno acceso alcuni fumogeni. Formando un cordone umano, le forze dell'ordine hanno bloccato l'avanzata dei manifestanti all'interno dello scalo. Gli attivisti sono quindi usciti. A quanto si apprende, due di loro sarebbero stati identificati. La manifestazione di protesta è stata indetta per denunciare "l'arrivo dell'Eurofighter nei cieli della Maremma, ennesima violazione di questo territorio candidato ad essere riconosciuto come 'Distretto rurale d'Europa'"
Alitalia
Monta la protesta dei lavoratori di Alitalia all'indomani della riunione del consiglio di amministrazione nella quale sarebbero state prese alcune importanti decisioni sul costo del lavoro. Secondo quanto si apprende da fonti del Sult e della Filt-Cgil infatti, i lavoratori dell'Alitalia nella sede di Fiumicino e alla Magliana starebbero lasciando il posto di lavoro per riunirsi in assemblea. La miccia della protesta, riferiscono le stesse fonti sindacali, sarebbe stata accesa dalla decisione del consiglio di amministrazione di approvare una delibera che prevede che nel 2004 non verrà corrisposto l'adeguamento all'inflazione, così come definito dagli accordi tra governo, azienda e sindacati del marzo 2002. Prevista inoltre, da parte dell'azienda, l'intenzione di considerare l'eventualità di modifiche unilaterali del contratto vigente qualora persista l'indisponibilità delle organizzazioni sindacali alla trattativa in sede aziendale. La delibera, già divulgata ieri, sarebbe stata fatta circolare anche sulla rete intranet aziendale. Questi atti, hanno aggiunto le fonti, sono un ulteriore grave segnale di rottura delle relazioni sindacali all'interno dell'azienda.
La protesta dei lavoratori di Alitalia di Fiumicino, riferiscono le stesse fonti sindacali, si è da poco allargata anche alla vicina autostrada che è stata "occupata" e bloccata in entrambi i sensi di marcia".
Passaporto
Addio vecchio passaporto, arriva quello elettronico. Il prototipo del nuovo documento di viaggio, che segue le normative Icao in materia di sicurezza e che probabilmente verra' emesso alla fine del 2004, e' dotato di un microprocessore in grado di memorizzare l'immagine del viso e le impronte digitali del titolare. La presentazione del nuovo passaporto e' avvenuta stamani all'aeroporto di Fiumicino alla presenza del sottosegretario agli affari esteri Mario Baccini, del Vice segretario generale degli affari esteri, ministro plenipotenzario Giampiero Massolo, del sottosegretario alla giustizia, Valentino, del Dirigente Superiore del ministero degli Interni, Stefano Petecchia e del direttore dell'aeroporto, Carlo Luzzatti
Modena
Un'auto, una Peugeot 205 alimentata a Gpl, è esplosa nella notte in via Blasia a Modena, nei pressi della sinagoga situata in piazza Mazzini. A bordo del veicolo, un ragazzo di 34 anni, nato in Kuwait con cittadinanza giordana, in Italia da molto tempo. Prima dell'esplosione l'uomo si era dato fuoco a bordo dell'automobile. Il veicolo è stato subito notato dal personale di polizia in servizio di vigilanza fissa davanti alla sinagoga. Dopo essersi avvicinati alla vettura, gli agenti hanno cercato di identificare l'uomo che però si è chiuso nell'auto. I poliziotti hanno quindi notato delle fiamme nell'abitacolo. Si sono allontanati nel timore di un'esplosione, che poi è avvenuta, per via dell'impianto a gas dell'auto. Vetri e saracinesche nelle immediate vicinanze sono andati infranti. Oltre all'uomo, morto nell'esplosione, non ci sono feriti. Sul fatto stanno indagando la Digos di Modena, i Carabinieri e i Vigili del Fuoco. Si cerca di appurare se si sia trattato di un suicidio, magari a scopo dimostrativo, visto che è avvenuto nei pressi della sinagoga.
Convenzione di Ginevra
La necessità di un'eventuale revisione delle Convenzioni di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra e sulla protezione dei diritti dei civili è uno dei temi che verrà dibattuto alla 57.ma sessione plenaria della Commissione di Venezia, presieduta da Antonio La Pergola, che si svolgerà il 12 e 13 dicembre prossimi . Il problema è legato al trattamento dei detenuti di Guantanamo da parte degli Stati Uniti. In effetti, secondo le Convenzioni di Ginevra, al termine del conflitto i prigionieri di guerra debbono essere rilasciati e restituiti ai paesi d'origine. Se responsabili di reati comuni, vanno deferiti all'autorità giudiziaria e, dal campo di prigionia, trasferiti in un carcere dove devono godere dei diritti dei civili, come qualsiasi altro cittadino. Ora, gli Stati Uniti non considerano i detenuti di Guantanamo né prigionieri di guerra né delinquenti comuni, ma terroristi, e, come tali, privi dei più elementari diritti civili dal momento che questa categoria di combattenti non è prevista esplicitamente dalle Convenzioni di Ginevra.Altro problema su cui la Commissione dovrà dare il proprio parere riguarda le conseguenze per i cittadini europei della probabile inclusione della Carta fondamentale dei Diritti dell'UE nella futura Costituzione europea. La C.I.G. sta proprio in questi giorni concludendo i propri lavori e dovrebbe annunciare se l'Unione Europea avrà una Carta fondamentale proprio come tutti i suoi stati membri. Se ciò accadrà sarà necessario adottare quanto prima degli accorgimenti per evitare contraddizioni con il sistema di protezione dei diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa, che esiste da oltre cinquant'anni
Palestina
Sale a cinque il conto delle vittime dell'incursione israeliana, effettuata questa mattina, nel campo profughi di Rafah, nella striscia di Gaza, nei pressi del confine egiziano. Lo riferiscono fonti dell'ospedale Shahid Abu Yusuf di Gaza, citate dall'agenzia araba "Kuna", precisando che quattro dei cinque morti erano presenti sul luogo degli scontri come semplici "passanti". Oltre alle cinque vittime ci sarebbero, sempre secondo fonti ospedaliere di Gaza, almeno 20 feriti tra cui quattro bambini ed una donna di 38 anni. Almeno quattro dei venti feriti versano in cattive condizioni. I carri armati israeliani si sono ritirati da Rafah dopo aver distrutto sei abitazioni palestinesi, tra cui quella di un attivista della Saraya Al-Quds, ala armata della Jihad islamica. Motivo dell'incursione di questa mattina, al quale ha fatto seguito un violento scontro a fuoco, sarebbe stato Khaled Al-Qadi, militante della Jihad islamica che è riuscito a fuggire subito dopo l'arrivo dei militari israeliani
Palestina Onu
La delegazione dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) all'Onu sta pensando di fare appello contro il rinnovo dell'accredito di Israele presso l'organismo internazionale. Lo riporta stamane il quotidiano israeliano 'Haaretz' citando fonti delle Nazioni Unite, secondo cui alcuni Stati arabi e non allineati avrebbero intenzione di appoggiare l'iniziativa. Il Comitato Onu che si occupa degli accrediti dei Paesi membri si riunira' oggi a New York per inviare, come da protocollo, una raccomandazione generale alla sessione plenaria, volta a ratificare le credenziali di tutte le Nazioni appartenenti all'organizzazione. Tuttavia, secondo quanto riporta 'Hareetz', la settimana prossima l'Osservatore dell'Olp alle Nazioni Unite, Nasser al-Kidwa, chiedera' al Comitato di revocare l'accredito di Israele, sostenendo che Gerusalemme non e' 'legittimata' a rappresentare tutti i territori occupati alle Nazioni Unite, ma soltanto l'area compresa all'interno dei confini della 'linea verde' di demarcazione.
Israele
Una violenta esplosione si è verificata questa mattina a Tel Aviv. La deflagrazione, avvenuta presso l'ufficio di un cambia valute (e non in un bar come riportato in un primo momento) ha fatto tre morti e almeno 18 feriti. Secondo la polizia israeliana, citata dal quotidiano Haaretz, si tratterebbe di un'azione della malavita locale. Secondo il giornale israeliano (che non conferma i tre morti ma parla di tre feriti molto gravi) responsabile dell'attentato sarebbe un esponente della malavita di Tel Aviv, Zeev Rosenstein, a sua volta rimasto ucciso o ferito nell'esplosione. "Al momento sembra un'azione della criminalità comune" ha detto alla radio israeliana un responsabile della polizia, Ezra Aron.
Afganistan
Gli Usa provano a giustificare il raid di ieri in Afghanistan, in cui sono stati uccisi anche sei bambini oltre due adulti civili. Nel sito attaccato nella zona di Paktia, dice un portavoce dell'esercito Usa, Bryan Hilferty, sono state trovate moltissime munizioni e dall'interno dell'edificio attaccato è stato aperto il fuoco contro i soldati americani. Ma l'incidente, che segue di soli pochi giorni l'altro raid presso Ghazni dove sono stati uccisi nove bambini, non finisce di suscitare polemiche. Dure le proteste delle stesse Nazioni Unite. Un portavoce Onu a Kabul, Manoel de Almeida e Silva, è secco: "crediamo che se si osservassero le regole del diritto umanitario internazionale questo tipo di situazioni potrebbero essere evitate". Ora, ha detto Almeida e Silva, bisogna decidere se gli Usa abbiano violato o meno queste regole e ha aggiunto che le preoccupazioni Onu in tal senso sono state espresse al nuovo ambasciatore Usa in Afghanistan Zalmay Khalilzad. Della strage dei bambini, tuttavia, la televisione governativa non ha fatto alcuna menzione. Un portavoce governativo, Hamid Hilmi, si è limitato a dire che non si è trattato di un tentativo deliberato di colpire la popolazione civile
Irak
L'amministrazione Bush ha autorizzato la creazione di un servizio d'intelligence iracheno per spiare l'attività di gruppi o individui che potrebbero organizzare attentati contro militari o civili Usa in Iraq. I membri del nuovo servizio segreto saranno addestrati, finanziati ed equipaggiati dalla Cia, con l'aiuto della Giordania. Il progetto, comunque, è inviso a molti membri del Pentagono e ad Ahmed Chalabi, capo del Congresso Nazionale iracheno, secondo i quali la nuova organizzazione non risponderebbe alle necessarie misure di sicurezza. Le obiezioni, in particolare, riguardano il sospetto sulla totale abnegazione alla causa degli eventuali nuovi membri. Per quanto riguarda, invece, i dettagli del programma, la Cia si è rifiutata di fare commenti.
Irak due
La decisione dell'Ammnistrazione Bush di escludere dagli appalti per la ricostruzione dell'Iraq tutti i Paesi che non hanno contribuito militarmente alla forza di stabilizzazione internazionale "non deve intendersi come punitiva": lo ha dichiarato Larry Di Rita, portavoce del segretario alla Difesa, Donald H. Rumsfeld. "Non è una lista fissata e chiusa, non mira ad essere esclusiva, ma guarda avanti ad un possibile ampiamento", ha spiegato il portavoce, sottolineando che lo scopo è quello di incoraggiare un maggiore numero di Paesi ad unirsi alla coalizione. questo sognifica che solo i paesi che si impegnano militarmente hanno diritto a partecipare alla ricostruzione, e manifesta un implicito ricatto nei confronti di coloro che si sono opposti e si oppongono alla guerra di invasione in Irak. Di Rita ha poi confermato che le nazioni come Francia, Germania o Russia, che non sono incluse nelle lista dei 63 Paesi che potranno partecipare direttamente alla ricostruzione, potranno comunque ottenere dei subappalti. L'Unione Europea ha annunciato di voler studiare se la decisione statunitense è conforme al diritto internazionale e alle regole della Wto.
Diritti umani
L'azienda americana Unocal, del settore estrattivo di gas e petrolio, e' da qualche settimana sotto processo negli Stati Uniti per violazioni di diritti umani commesse all'estero. E' la prima volta che accade. A portare a giudizio l'azienda sono stati due professori di legge statunitensi, per le violazioni commesse dalla Unocal in Myanmar. L'azienda in particolare e' accusata di connivenza con il regime attualmente al potere nel Paese che avrebbe garantito, attraverso lavoro forzato, torture, stupri ed omicidi, la costruzione, la protezione militare e la sicurezza di un gasdotto nella regione Yadana, al confine con la Thailandia. La Unocal, con 11 miliardi di dollari di capitale, e' una tra le maggiori multinazionali del settore estrattivo, gas e petrolio, nel mondo, e una delle aziende con cui la famiglia Bush ha intrattenuto rapporti privilegiati, essendo tra le finanziatrici della campagna elettorale dell'attuale presidente statunitense.
Diritti umani
Sarebbero almeno 10 milioni i bambini arabi che non hanno accesso alla scuola. Lo rivela un rapporto dell'organizzazione per lo Sviluppo nel mondo arabo, che collabora con le Nazioni Unite e la Lega Araba. Nel suo rapporto sullo stato dell'alfabetizzazione e della salute del popolo arabo, diffuso ieri al Cairo e ripreso oggi dal quotidiano arabo Al-Sharq Al-Awsat, ci sono dati davvero allarmanti. Si dice nella relazione che almeno la metà delle donne arabe sarebbe analfabeta, mentre il 40% delle persone adulte non sarebbe in grado di leggere. Anche dal punto di vista sanitario le cose non vanno meglio. Sarebbero quasi mezzo milione le persone affette dal virus dell'HIV, il 55% delle quali donne. Nel campo delle pari opportunità, inoltre, il lavoro da fare è ancora tanto. Solo il 5% delle donne è presente nei parlamenti dei paesi arabi. Infine allarmante anche lo stato di povertà di alcuni popoli. Secondo il rapporto dell'organizzazione, sponsorizzato dal segretario della Lega Araba Amr Moussa, il 10% degli abitanti della Tunisia e della Giordania versa in uno stato di povertà contro il 20% in Egitto e Algeria, il 40% in Yemen e il 46%in Mauritania.
Australia
I detenuti nel reparto isolamento del campo di detenzione per richiedenti asilo di Port Hedland, in Australia occidentale, sono da giorni in sciopero della fame, dopo i disordini scoppiati giovedi' scorso in protesta contro restrizioni ai diritti di visita e domati da un'unita' di polizia in tenuta antisommossa e con l'uso di gas lacrimogeni. Secondo una portavoce del gruppo 'Australians for the Refugees, ventidue persone, ritenuti i capi della protesta, restano in isolamento e rifiutano il cibo da lunedi' scorso, imitati in segno di solidarieta' da diversi altri detenuti del campo. Sciopero della fame anche nella remota isola-stato di Nauru nel Pacifico, ad oltre 5000 km di distanza, dove centinaia di altri richiedenti asilo, fra cui 85 bambini, sono rinchiusi dall'Australia a tempo indeterminato, in attesa che sia valutato il loro diritto allo status di profugo. I detenuti hanno fatto sapere che la protesta coincide con la Giornata mondiale dei diritti umani, ed alcuni di essi si sono cuciti la bocca con filo di cotone. Lo riferisce il presidente della Societa' degli hazari afghani d'Australia, Hassan Ghulam, che ha comunicato per telefono con alcuni dei profughi. Intanto le chiese cristiane e le organizzazioni per i diritti dei profughi moltiplicano i loro appelli perche' sia avviata un'inchiesta indipendente sulle accuse di brutalita' e maltrattamenti nei vari centri di detenzione, nel remoto entroterra del continente, o in isole del Pacifico. L'Associazione dei capi delle chiese ha chiesto in particolare il rilascio fra gli altri detenuti dei 22 rinchiusi nel famigerato reparto isolamento, detto 'management support unit'. Un recente rapporto della Commissione diritti umani ha stabilito che le condizioni al suo interno sono in violazione degli standard internazionali di detenzione. Un detenuto rilasciato ieri da quella sezione ha dichiarato al quotidiano The Australian di essere stato aggredito ripetutamente dagli agenti di custodia, che gli battevano la testa contro il muro, durante i suoi quattro giorni in cella. Babar Iqbal Choudry, un indiano del Kashmir, ha affermato che nella cella, che divideva con un ragazzo sotto i 15 anni, non vi erano materasso ne' coperte, ne' gli sono stati fatti avere i farmaci di cui ha bisogno. Ha aggiunto che un agente di custodia e' stato sospeso per aver criticato un collega che aveva percosso e ammanettato un detenuto malato, che si agitava per terra in preda alle convulsioni. Dei funzionari dell'Immigrazione, citati dal quotidiano, hanno tuttavia affermato che le accuse di Choudry sono chiaramente inventate.
Gran Bretagna
Amnesty International ha denunciato oggi il governo britannico per la detenzione, priva di condanna processuale, di cittadini stranieri sospettati di azioni terroristiche, in spregio del rispetto dei diritti umani. La legge anti-terrorismo britannica, "Crime and security act 2001", - adottata sull'esempio di quella varata in Usa dopo l'11 settembre -, "è discriminatoria" e rappresenta una "perversione della giustizia", accusa l'organizzazione impegnata sul fronte dei diritti umani. "E' una normativa discriminatoria: c'è un ambito giudiziario riservato ai cittadini britannici ed un altro è previsto per cittadini di altri paesi", ha detto il portavoce di Amnesty International Kate Allen, illustrando un dossier intitolato "Regno Unito: giustizia pervertita in nome dell'anti-terrorismo". La formula usata per mettere sotto accusa Downing Street è quella di aver creato "una Guantanamo in suolo britannico". Secondo il rapporto di Amnesty, ammontano a 14 i detenuti nel penitenziario di Belmarsh ed in altre celle di massima sicurezza in Gran Bretagna, con l'accusa di essere coinvolti in attività terroristiche internazionali. Il 19 dicembre per 6 sospetti terroristi, sul totale dei 14 detenuti in attesa di giudizio, si concluderà il secondo anno di reclusione
11 settembre
Nel secondo processo legato agli attentati dell' 11 settembre 2001 negli Usa, il tribunale di Amburgo ha disposto oggi a sorpresa il rilascio dell'imputato, il marocchino Abdelghani Mzoudi. Precedentemente il tribunale aveva letto una testimonianza trasmessa dall'ufficio federale della polizia criminale in cui si attestava che Mzoudi non avrebbe partecipato all' organizzazione degli attentati.
RASSEGNA STAMPA (titoli)
(ANSA)- ROMA, 4 DIC - Dalle prime pagine dei giornali si riportano il titolo di fondo, quello di apertura e due articoli importanti:
IL CORRIERE DELLA SERA - Non isoliamoci dall'Europa di
Piero Ostellino. Fecondazione, lite laici-cattolici. Fassino e la legge tv: rispetto per Ciampi. "Nuove regole per gli scioperi".
LA REPUBBLICA - L'egemonia televisiva di Michele Serra.
Proteste sulla Gasparri, attesa per Ciampi. Fecondazione, battuti i laici. Martino: in Iraq rischi altissimi.
LA STAMPA - Un giudizio da accettare con serenita di
Michele Ainis. Scontro sulla legge tv, appelli a Ciampi. Fecondazione assistita, e' polemica nell'Ulivo. Mantova, caccia al folle che avvelena la minerale. IL MESSAGGERO - Gambescia.
Il futuro ha un cuore antico di Paolo
IL TEMPO - La crisi della Destra e' solo un regalo
all'Ulivo di Giuseppe Sanzotta. Storace prova la spallata a Fini. Rischio altissimo per gli italiani in Iraq.
IL GIORNALE - I falsari di Bagdad di Antonio Socci.
Contro il terrorismo 600 milioni di euro. Storace sfida ancora Fini: un congresso per salvare An. Sciopero selvaggio, multe piu' salate ai ribelli.
LIBERO - Ho fatto l'interesse dell'Italia di Roberto
Formigoni. Bastava chiedere scusa di Vittorio Feltri. Bombe in arrivo. D'Alema: scappiamo. Alla vedova Moro, Luttazzi non fa proprio ridere.
IL FOGLIO - Il placido Don spiega che sulla difesa europea
c'e' "a long way to go". Il mite pedofilo. Milano, cile. Di qui a Natale l'odiato consumatore americano decide del nostro futuro.
QUOTIDIANO NAZIONALE - Sindacati in crisi di Fernando
Mezzetti. I tranvieri minacciano un altro blocco. Rabbia Alfa. Minerale con ammoniaca!.
AVVENIRE - Se il Mediterraneo fa scudo contro l'odio di
Elio Maraone. Martino: ritirarsi dall'Iraq non si puo. Disabili, voce da ascoltare. Prodi-Tremonti, duello sul Patto. IL SOLE 24 ORE -
Decreto per le banche. Maroni: si' a
nuova legge sugli scioperi. Dollaro sotto tiro: euro a 1,21. Province d'Italia: la ricchezza cresce piu' in fretta a Sud. ITALIA OGGI -
Export, la sfida si vince solo con gli
investimenti di Angelo Di Stasi. Il fisco guarda alla casa. Appalti, certificato unico. FINANZA & MERCATI - MF - L'UNITA' - IL MANIFESTO -
Gran colpo di Ricucci a Capitalia. Marchionni: "Svizzera strategica". Parmalat vuole svoltare: alleanza in vista.
Borsa, tutti vogliono Bnl, Capitalia e Generali. Fininvest, addio al mattone. Bossi lancia il marchio Made in Padania.
Le legioni di Arcore di Nicola Tranfaglia. Gasparri, Ciampi decide sul rinvio. L'Ulivo: quella missione non puo' continuare. Tasse, Tremonti blocca i rimborsi: 14 miliardi di euro blindati dal Fisco.
Di cosa parliamo di Rossana Rossanda. La
sveglia la Colle. Guantanamo, cacciati gli avvocati. Marcos a Veltroni. LIBERAZIONE -
Lo sciopero non si ferma. Iraq, cresce
l'allarme ma i soldati rimangono a morire. La Gasparri dispiace a tutti. Genova, rinvio a giudizio per 25 "no global". IL RIFORMISTA -
Arriva il giudizio universale. La legge
vale la legislatura. Mediaset fa gia' shopping e il digitale diventa un affare. Feltri non e' Bonolis, ma il centodestra cosi' non va. Fini prepara un altro (piccolo) strappo. EUROPA - Filippo Andreatta. SECOLO D'ITALIA -
L'Europa puo' convincere Bush. Ecco come di
Tutti con un palmo di naso. Un flop i
girotondi anti-legge. In Iraq ci sono rischi ma non dobbiamo ritirarci. Procreazione. Al Senato la Margherita si schiera con la Cdl. LA PADANIA -
Case popolari: precedenza assoluta ai nostri
cittadini. "Lega Nord Federazione Padana", il nuovo nome del Gruppo alla Camera. Coop rosse, da quattro anni non si trovano giudici per organizzare il processo. IL PICCOLO - IL SECOLO XIX - Cingolani. IL MATTINO -
Illy: "L'Italia rischia l'isolamento". Storace: fini deve cambiare rotta. Monfalcone, non si trova il cadavere.
LO strappetto che aiuta Fini di Stefano
"Scioperi, legge piu' severa". Riforma tv
appelli al Quirinale. La paura degli italiani: uscire la sera. Figli in provetta, voto trasversale. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - di Giuseppe De Tomaso.
PDF con la legge Gasparri --> http://italy2.peacelink.org/dossier/docs/45-1085_gasparri.pdf dal il Manifesto 27 novembre --> "Martedì il giorno del «suopolio»" Dopo una giornata di scontro sui tempi per la discussione della legge di Mediaset, passa la proposta del presidente del senato Pera: la commissione potrà continuare a lavorare, ma anche se non avrà finito in aula si andrà comunque martedì. E si dovrà votare. Gasparri: «Nessun problema, la firma di Ciampi può arrivare anche prima dei trenta giorni a disposizione» MICAELA BONGI ROMA Ancora qualche giorno in commissione lavori pubblici. E poi, martedì prossimo, la legge Gasparri approderà in ogni caso nell'aula di palazzo Madama per essere approvata definitivamente il giorno stesso. E' questa, di fronte al muro contro muro, la «mediazione» proposta ieri pomeriggio in conferenza dei capigruppo dal presidente del senato Marcello Pera e passata a maggioranza. Di fronte all'ostruzionismo dell'opposizione, la Casa berlusconiana (che in mattinata aveva riunito i capigruppo) spingeva perché si andasse subito in aula con il provvedimento aperto (la commissione aveva votato appena sette emendamenti sui circa 320 presentati, 270 dei quali dichiarati ammissibili) e, dunque, senza relatore. Il relatore in questione, il forzista Luigi Grillo, nel primo pomeriggio, nonostante il centrosinistra contestasse duramente lo strappo (proteste liquidate da uno sprezzante Gasparri come «un supplemento di satira»), dava già per scontato che del lavoro della commissione, giudicato alla stregua di una perdita di tempo, si sarebbe fatto tranquillamente a meno, pur di consegnare al Cavaliere la sua legge in tempi utili per salvare Retequattro: «Non ci sono le condizioni per andare avanti», sentenziava Grillo. In ogni caso, la capigruppo avrebbe dovuto fissare un nuovo calendario. E così, i lavori dell'aula (che stava esaminando il nuovo decreto «antenna selvaggia» che permetterà alla Gasparri di non confliggere anche con la sentenza della Consulta sulla materia) vengono sospesi. Alle 17.30 si riuniscono i presidenti dei gruppi con Pera. Un'oretta dopo esce il capogruppo della Margherita, Willer Bordon, e annuncia trafelato che quella che sarà fatta passare per una «mediazione» non è altro che un'inaccettabile forzatura perché «domani il provvedimento sarà incardinato in aula e il voto finale potrebbe arrivare martedì». A altri esponenti dell'opposizione non risulta però che le cose siano effettivamente andate nel modo riferito da Bordon. Che in effetti aveva fatto un po' di confusione. Perché alla vice presidente dei senatori della Quercia, Maria Grazia Pagano, che propone il rinvio argomentando che «in ogni caso si arriverebbe alla prossima settimana, dunque forzare non conviene nemmeno alla maggioranza», Pera risponde appunto con la sua proposta. La forzatura però non è affatto esclusa: martedì, anche se i lavori in commissione non saranno terminati, si andrà comunque in aula, con o senza relatore. E con i tempi contingentati: 9 ore di discussione. Una soluzione che però consente a Pera di non mostrarsi completamente schiacciato sulle esigenze della Casa berlusconiana e alla stessa Casa di avere la certezza che martedì (al massimo mercoledì mattina), la tormentata legge sarà consegnata al «mero proprietario» di Mediaset. Evitando il rischio che il provvedimento si vada a infilare in un calendario fitto che comprende la delega sulla giustizia e la procreazione assistita. La Quercia comunque si assegna un punto («tutti i giornali parlavano di approvazione della legge già oggi», commenta il diessino Antonello Falomi) e i manifestanti che davanti al senato protestano contro la Gasparri e contro la censura accolgono con favore la notizia che la commissione potrà ancora lavorare fino a martedì. Ma la Margherita resta sulle sue posizioni: «Si riduce il parlamento al ruolo di una cassette delle lettere dove arrivano decisioni prese altrove - insiste Bordon - l'attività del parlamento viene regolata in modo improprio perché sono in ballo gli interessi del presidente del consiglio». Dal canto suo, Gasparri non si mostra turbato dal nuovo calendario d'aula: «Mi sembra una soluzione ragionevole, anche se il provvedimento fosse stato incardinato in aula domani, si sarebbe arrivati al voto martedì». Cioè il 2 dicembre. Il che significa che se il presidente Ciampi si prendesse tutto il tempo a disposizione prima di firmare la legge (cioè trenta giorni), tutto lo sforzo fatto dai seguaci del premier per consentire a retequattro di rimanere a terra verrebbero vanificati, visto che la sentenza della Consulta fissa il 31 dicembre come termine ultimo per il trasferimento sul satellite. Ovviamente, il governo si aspetta che Ciampi firmi prima. Ma l'atteggiamento del Colle resta un'incognita. All'aventuale schiaffo (il rinvio del provvedimento alle camere), la Cdl potrebbe comunque rispondere con un altro schiaffo. Chiedere al Quirinale di promulgare la legge senza modifiche. E a quel punto Ciampi non potrebbe far altro che firmare. Oggi, al più tardi domattina, il via libera definitivo del senato. Titoli Mediaset in salita. L'opposizione: «La partita non finisce qui». E già si guarda al Quirnale, alla Consulta, all'Europa MICAELA BONGI ROMA ACologno monzese e Arcore per stappare le bottiglie di champagne probabilmente si aspetteranno le mosse del Quirinale. Ma il «mero proprietario» e il presidente di Mediaset, Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, un primo brindisi lo avranno fatto già ieri, quando hanno visto il titolo del gruppo guadagnare un più 2,43 per cento, insieme al più 3,75 registrato da Mondadori. Effetto benefico della legge Gasparri, che oggi, al più tardi domani mattina, otterrà il via libera definitivo dall'aula di palazzo Madama. L'opposizione tenterà di giocare le ultimissime carte. Il Comitato per la libertà e il diritto all'informazione moltiplica le iniziative contro il provvedimento: domani pomeriggio (a legge presumibilmente approvata) a Roma davanti palazzo San Macuto (dove la vigilanza discute il caso Raiot) e poi al Pantheon, ma anche davanti alle sedi Rai di altre città. Nella Casa berlusconiana, però, non è più consentito indugiare su un testo arrivato ormai alla quarta lettura e a ridosso dei termini indicati dalla Consulta per il trasferimento di Retequattro su satellite. La commissione lavori pubblici del senato è tornata nuovamente a riunirsi alle 21 di ieri sera, con più di 200 emendamenti ancora da discutere. Ma il presidente Marcello Pera, di fronte alle proteste dell'opposizione che denunciavano la forzatura sui tempi, l'altra settimana era stato chiaro: aveva sì concesso ancora qualche giorno di tempo ai lavori della commissione; aggiungendo però che in ogni caso l'aula avrebbe dovuto votare nella giornata di oggi. Dove, dunque, il testo arriverà «aperto», senza cioè che sia terminato l'esame in commissione e senza relatore. Perché, appunto, Retequattro va salvata entro dicembre. Che poi il ddl, che affida la soluzione a un improbabile miracolo digitale, risponda alla sentenza della Corrte costituzionale, come giura Gasparri, è tutto un altro discorso: per adeguarsi effettivamente alle indicazioni della Corte (che esclude periodi transitori per il passaggio tra analogico e digitale terrestre, il cui completamento è previsto dalla Gasparri nel 2006) il miracolo, infatti, si dovrebbe compiere subito. Questa mattina in apertura di seduta l'opposizione (i cui capigruppo, ieri, hanno inviato a tutti i senatori di maggioranza una copia del libro di Carlo Rognoni Inferno tv, Berlusconi e la legge Gasparri), presenterà le pregiudiziali di costituzionalità. Per la Margherità toccherà a Luigi Zanda, per i Ds a Massimo Villone. Poi, dopo il voto sulle pregiudiziali (che verosimilmente saranno respinte), si passerà alla discussione generale. I tempi concessi da Pera sono comunque strettissimi. Né l'opposizione confida nella votazione a scrutinio segreto (che potrebbe essere concessa dal presidente per una decina di emendamenti): questa volta nella Casa non sono ammesse defezioni. Dal canto suo l'opposizione assicura che la battaglia non terminerà con l'approvazione della legge di Mediaset: «Penso che il cammino di questa legge non si esaurirà con l'approvazione in senato - sostiene ad esempio il senatore diessino Antonello Falomi -. Dopo ci sarà la firma del presidente della repubblica» e, se Ciampi firmerà, arriveranno «i ricorsi di tutti gli interessi colpiti: ci saranno passaggi alla Corte cositituzionale, c'è un esposto della Margherita alla Corte di giustizia europea, c'è il garante della concorrenza e del mercato...». Incalza Paolo Gentiloni, deputato della Margherita: «Da noi arriva un richiamo costante al messaggio di Ciampi sul pluralismo. Un messaggio molto importante che forse è destinato a rimanere l'unico indirizzato al parlamento». A sollecitare un esplicito appello al capo dello stato perché rispedisca il ddl alle camere è il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio: «La Gasparri è molto peggio delle leggi Cirami e Schifani messe insieme, è un attentato alla democrazia e alla Costituzione», protesta il leader del Sole che ride. E Beppe Giulietti mette in guardia dal rischio di «un conflitto istituzionale senza precedenti». «Questa rischia davvero di essere la legge che lacera i rapporti tra le forze politiche e le istituzioni - incalza il deputato diessino - sarebbe un errore gravissimo trasferire l'eventuale modifica della Gasparri sul tavolo del presidente della repubblica, della Consulta o della Commissione europea». Sulla stessa lunghezza d'onda Marco Rizzo, Pdci: «Se ha un senso il messaggio alle camere del presidente della repubblica, se le sentenze della suprema corte hanno un valore, se i pareri delle autorità indipendenti sono importanti, allora questa legge dovrebbe essere rispedita al mittente». Ma, al di là degli auspici e degli appelli più o meno espliciti, l'atteggiamento che assumerà il Quirinale resta un incognita. Il tam-tam su un rinvio alle camere del testo da parte di Ciampi (al quale la Cdl sarebbe pronta a rispondere con la richiesta di promulgare comunque la legge) si è fatto sentire anche nelle ultime ore. Ma in realtà questa ipotesi in ambienti dell'Ulivo viene ritenuta altamente improbabile. E queste sono le novità principali delle nuove norme: Rai L'articolo 20 prevede per lazienda pubblica un consiglio di amministrazione di nove membri, di cui sette nominati dalla commissione parlamentare di Vigilanza e due dal ministero dell'Economia, azionista dell'azienda, e sarà uno dei duead assumere la presidenza con votazione dei 2/3 dei componenti della Vigilanza. A regime, i nove membri saranno nominati dall'assemblea dei soci. Il presidente sarà scelto dal Consigli di Amministrazione, e la sua nomina diventerà efficace dopo l'acquisizione del parere favorevole, a maggioranza di due terzi, della Vigilanza. L'elezione degli amministratori avviene mediante voto di lista. Il rappresentante del ministero dell'Economia, fino alla completa privatizzazione, presenta un'autonoma lista di candidati formulata sulla base delle delibere della Vigilanza con voto limitato ad uno. Nel testo è anche previsto un termine, il 28 febbraio del 2004, entro il quale l'attuale Cda delle Rai dovrà terminare il proprio mandato, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato biennale del marzo 2005. La nuova legge prevede anche la privatizzazione dell'azienda che dovrà essere avviata entro il 31 gennaio del 2004 con il modello della'public companycon un limite massimo di possesso dell'1%. Il 25% dei proventi del collocamento delle azioni è destinato agli incentivi per l'acquisto e il noleggio dei decoder digitali. Fino al 31 dicembre 2005 è invece vietata la cessione da parte della Rai di rami d'azienda. Antitrust Il calcolo dei tetti antitrust per le aziende avviene in base al Sic, Sistema integrato delle comunicazioni, con un limite ai ricavi del 20%. Del paniere in base al quale si calcola il limite antitrust fanno parte numerose voci: canone Rai, al netto dei diritti erariali; pubblicità nazionale e locale; sponsorizzazioni televendite; gli investimenti di enti ed imprese in altre attività finalizzate alla promozione dei propri prodotti o servizi; convenzioni con soggetti pubblici; provvidenze pubbliche; offerte televisive a pagamento; vendite di beni, servizi e abbonamenti delle imprese radiotelevisive e quelle di produzione e distribuzione, qualunque ne sia la forma tecnica, di contenuti per programmi televisivi e radiofonici; le imprese dell'editoria quotidiana, periodica, libraria, elettronica anche attraverso internet; le imprese di produzione e distribuzione, anche al pubblico finale, delle opere cinematografiche; le imprese di pubblicità, quali che siano il mezzo o le modalità di diffusione. Altre norme Antitrust riguardano il numero dei programmi televisivi e radiofonici irradiabili al momento della completa attuazione del piano nazionale di assegnazione delle frequenze radio e tv in tecnica digitale: anche in questo caso uno stesso soggetto non può diffondere più del 20% dei programmi. Altro limite antitrust riguarda le aziende di telecomunicazioni. Chi realizza ricavi nel mercato delle telecomunicazioni superiori al 40% del totale di quel mercato non può conseguire ricavi nel settore integrato delle comunicazioni superiori al 10%. Viene consentita la proprietà incrociata di tv e giornali ma sarà possibile possedere quotidiani a chi possiede più di una rete televisiva nazionale dopo il 31 dicembre del 2008. Digitale L'articolo 25 riguarda l'accelerazione della trasmissione in tecnica digitale: entro il primo gennaio 2004 la Rai deve coprire il 50% del territorio nazionale con due blocchi di diffusione che entro il primo gennaio 2005 dovrà estendersi al 70% della popolazione. Il passaggio definitivo alla nuova tecnica di trasmissione dovrà avvenire entro il 2006. Viene anche consentita a condizioni ben precise la proroga delle concessioni analogiche (tra cui Retequattro) fino al 2006. Sono previsti inoltre incentivi per l'acquisto dei decoder indispensabili per ricevere la tv digitale terrestre. Sarà l'Autorità per le Comunicazioni a vigilare sulle varie fasi di passaggio al digitale. Minori L'articolo 10, modificato il 2 ottobre alla Camera e confermato dal Senato, trasforma in legge il codice di autoregolamentazione tv e minori già in vigore. Tra le novità, l'obbligo di dare adeguata pubblicità per le sanzioni inflitte in caso di violazione sia dall'Autorità sia dal comitato di applicazione del codice e il divieto dell'utilizzo dei minori di 14 anni negli spot pubblicitari.
1) http://www.italy.indymedia.org/features/lombardia/ vita da tramviere: VITA DA TRANVIERE:«Un inferno per mille euro al mese» «Arrivo a 1400 solo con straordinari, festivi, notturni e anzianità. Moglie, due figli e una casa di 43 metri: come ci campo a Milano?». «Il primo stipendio di 250mila lire. L'ho versato in casa perché ce n'era bisogno. Mi sono tenuto qualcosa per comparmi dei vestiti. Poi ho lavorato alla Fiera per il montaggio degli stand. Sono entrato all'Atm, primo stipendio un milione e 400mila. Adesso il mio stipendio base è sui mille euro, anche meno. Per fortuna ci sono gli straordinari, il lavoro domenicale, il mattinale quando inizio alle 5, i 100 euro di indennità di guida e così arrivo sui 1.300-1.400 euro. Sto meglio dei nuovi assunti che prendono 800 euro». «E' dura arrivare a fine mese. Con l'euro è peggio. Ho due figli che crescono, crescono. Per fortuna. Mia moglie è in casa. Ricevo 25 euro di assegni familiari che non bastano neppure per i pannolini della piccola. Per la scuola del grande se ne va mezzo milione in libri, più tutte le spese durante l'anno scolastico. Non pago la mensa perché la scuola è vicina e il bambino torna a casa a pranzo. E ci vogliono dare 12 euro di aumento. Scherziamo? Io mi sono vietato il bar. La casa è mia. Sono 43 metri quadrati in una edificio di ringhiera a Sesto. E' mia da ancora prima che mi sposassi. Ho penato l'inferno perché il proprietario ci aveva fatto un magazzino e non voleva saperne di lasciarla». La conversazione s'interrompe. Da un tram della 33 scaturisce una protesta. Nessuno ha avvertito la signora di un guasto che ha interrotto la circolazione all'altezza della Stazione Centrale. Il dialogo che si sviluppa con un gruppo di tranvieri sale progressivamente di tono e non ha nulla di oxfordiano. «Siamo abituati - riprende Rosario - anche a questo. La gente dovrebbe sapere che il nostro lavoro sembra facile e invece è molto difficile. Ci troviamo spesso alla guida di mezzi vecchi, inadeguati. Per esempio su quelli più piccoli c'è il problema dello slittamento per la difficoltà a frenare. C'è il traffico di Milano con gli imbottigliamenti o certi semafori che durano troppo poco. C'è la tensione della guida. Ci sono stati colleghi che hanno lasciato perché erano stressati. Capita che arrivi a una fermata e ti prendono a parolacce o ti chiedono se hai ritardato perché ti eri fermato a bere. Oppure qualcuno che vuole litigare. Con l'esperienza ho imparato a essere psicologo, a valutare subito chi ho davanti. Per fortuna ci sono gli episodi belli. Una volta ho aiutato una signora anziana che aveva problemi di movimento. Un'altra signora ha assistito alla scena e si è commossa. Quando salgono i bambini se appena posso gli faccio suonare la campana. Racconto questa perché è troppo simpatica. Avevo promesso la suonata a un bambino. Il tram era pieno, imballato. E per giunta era inverno. Il capolinea si avvicinava. Allora ho fatto scendere tutti per lasciare avvicinare il bambino e farlo suonare. I passeggeri hanno capito e ridevano. Sono storie vere, non lo dico per mettere del miele». «Credo che la gente abbia compreso il nostro disagio e le ragioni dello sciopero. Quando ho ripreso il lavoro c'è stato solo un passeggero che mi ha battuto le mani in maniera ironica. Va bene così». di Gabriele Moroni da lanazione.it continua su http://www.infoaut.altervista.org www.infoaut.altervista.org 2) http://www.italy.indymedia.org/features/eco/#1130 appuntamenti cop 9 http://www.retecop9.org/6-12.htm logistica: INFOMEDIACENTER * In Pergola il 4, 5 e 6 dicembre dalle 18 alle 22 info-center con the e tisane calde per contrastare l'uggiosa milano. (PergolaTribe, via della pergola 5) * Al LSOA Bulk dal 4 al 6 info point con materiale informativo e accoglienza per i giorni di mobilitazione (lsoa Bulk, piazza cimitero monumentale, angolo Niccolini) * Tutti i giorni, alle 13.30 circa, su RadioReload, news, aggiornamenti, interviste e rassegna stampa 3) Volevo un figlio, ma... https://italy.indymedia.org/features/bologna/#1145 4) (e daje...ma sviluppare un dibattito sulle possibilita'/modalita' di occupare?) menzionare anke sgombero crash e altri sgomberi in quest'autunno http://www.italy.indymedia.org/features/lombardia/#bottom 4b) svizzera si mobilita http://ch.indymedia.org/it/index.shtml 5) (brevissima) http://italy.indymedia.org/news/2003/12/436570.php 5+) toscana: grosseto eurofighter 6) uk:buy nothing day 7) non ne abbiamo ancora parlato. magari si prende la ftr dalla home di indy. qui c'è intervista di ROR http://ondarossa.info/audio/2003_11_21_1421.mp3 8) a) fasci a benevento: http://italy.indymedia.org/news/2003/12/437516.php e apropos ricordare il 29.11 come giornata boicotta easy london: http://italy.indymedia.org/features/antifa/ 9) a) malatesta http://italy.indymedia.org/features/napoli/#1124 b) Cop 9 c) Nola CM: venerdi' 5 dicembre ore 19:00 museo etnomusicale i gigli di nola via san felice 43 d) perugia: festival delle sovversioni: http://italy.indymedia.org/features/umbria/#1147 e) 28 Dec Trapani manifestazione nazionale contro i lager per immigrati e per ricordare i morti in fondo al mare f) 31 Dec Rebibbia http://italy.indymedia.org/features/roma/
Il 5, 6 e 7 dicembre 2003 compagni provenienti dall'Italia e dall'estero si riuniranno a Napoli per cercare di raccontare e capire la figura di Errico Malatesta, un uomo dotato di qualità apparentemente contrastanti. L'uomo della comprensione e dell'apertura all'altrui punto di vista, ma anche colui che, per fermezza di convincimenti e chiarezza di idee,divenne ed è a tutt'oggi punto di riferimento dell'anarchismo italiano ed internazionale. E' stato uno dei rivoluzionari più famosi del suo tempo, simbolo di libertà per tutte le componenti del movimento operaio italiano. Dal dopoguerra c'è stato un tentativo di cancellarlo dalla memoria storica, insieme a tutto ciò che ha rappresentato e continua a rappresentare. Questo convegno è un'occasione non solo per chi condivida le idee e gli obiettivi di Malatesta, ma anche per tutti coloro che desiderano confrontarsi con la storia non ufficiale. In Italia le emissioni di anidride carbonica uno dei principali gas serra e responsabile del riscaldamento globale, dovevano scendere ai livelli del 1990. E invece sono salite del 7,3%. Proprio in Italia, a Milano, si apre dall'1 al 12 dicembre la Cop 9 (Conference of parties), il summit mondiale sul clima e i cambiamenti climatici. Dovrebbe servire a far definitivamente partire il protocollo di Kyoto, un accordo varato nel 1997, che doveva portare i Governi di tutto il mondo a mettere in pratica la Convenzione sui cambiamenti climatici (1992) e ad arrestare la produzione dei gas che alterano e amplificano l'effetto serra, ai livelli di tredici anni fa. 84 Paesi hanno firmato, 62 hanno ratificato ma è ancora tutto fermo: non è il numero che conta, ma chi produce le emissione inquinanti. Gli Usa, che producono 5 mila tonnellate di Co2 all'anno, contro le mille dell'India, non firmano. Non è una questione ambientale. E' in gioco la gestione della risorsa più preziosa per l'economia liberista, ovvero il petrolio, e qui, più che altrove si decidono equilibri politici nazionali e internazionali. La discussione, si concentrerà sull'applicazione dei meccanismi flessibili per la riduzione e per il commercio delle emissioni, sulle sanzioni da applicare, sull'utilità dei bacini di assorbimento del carbonio, che potrebbero prevedere l' uso di alberi geneticamente modificati. Si anche parlerà del ruolo della Banca Mondiale nella gestione finanziaria del Protocollo. Sarà tutto inutile se la Russia, deciderà di subire le pressioni americane, e non accetterà di firmare, con il supporto di Cina e India, il Mandato di Milano, che si prevede venga ratificato in questi giorni. Sono previste manifestazioni per ribadire che l'atmosfera è un bene collettivo dei popoli della terra, il petrolio e l'economia neoliberista la stanno distruggendo. Per ricordare che è necessario spezzare la dipendenza dai combustibili fossili, il controllo dei quali è il motivo scatenante ultime guerre che hanno segnato il pianeta. Nella mattinata di martedì 25 novembre la polizia ha attaccato violentemente il Movimiento de Trabajadores Desocupados di Neuquén, che si trovava in assemblea per contrastare il sistema di pagamento dei salari, quello delle schede magnetiche prepagate, utilizzabili solo nei negozi abilitati e per il pagamento di servizi. Per piu' di tre ore la polizia ha represso con pallottole di gomma, di piombo e con lacrimogeni i piqueteros e i cittadini del quartiere, che hanno cercato di resistere con pietre e barricate. Il bilancio: 19 persone ferite e soccorse in ospedale, tra cui cinque colpite da pallottole di piombo, e l'arresto di Pepe, uno studente lavoratore della fabbrica della Zanon, che, dopo essere stato colpito da oltre 60 pallottole di gomma è rimasto in gravi condizioni all'interno di un commissariato di polizia per diverse ore. Per le mancate cure e a causa della gravita' della ferita, Pepe ha perso l'occhio sinistro. Dopo Salta e Jujuy, ora Neuquén: i governatori provinciali, con la complicità del governo nazionale, continuano a reprimere i movimenti sociali attraverso la violenza della polizia e le politiche affamatrici. Il cosiddetto "effetto k ", che con il nuovo presidente Kirchner avrebbe dovuto portare alla rinuncia definitiva della criminalizzazione della protesta, ha invece generato l'ennesima violenta azione repressiva ai danni di chi lotta per una vera "trasformazione sociale".
La televisione Maga Circe IL "SUOPOLIO" DI GASPARRI
Spazio Indy Gio 4.12
Milano in tilt (aggiornamenti su commenti e conseguenze legali ????
Cop 9
(cmq ne abbiamo parlato lunedi' 24!! se ci fa piacere, ne riparliamo!) Spazio Indy 01 12 03
Un anarchico italiano