- === gradiolina 27.XII.03 ===
ESTERI
IRAN E' oggi il giorno del bilancio del terremoto che in Iran, nella regione di Bam, ha assunto le dimensioni di una catastrofe. La stima ufficiale fatta dal governo parla di 20.000 morti e di 30.000 feriti anche se secondo altre fonti le vittime potrebbero essere 40.000, delle quali 5.000 già sepolte. In tutto il mondo c'è mobilitazione per soccorsi e aiuti dagli USA ai paesi ricchi del Golfo Persicoche hanno reso noto di voler inviare aiuti ai terremotati, alla Russia dalla quale sono partiti medici, specialisti in catastrofi e unità cinofile per la ricerca dei sopravvissuti. La Croce Rossa ha lanciato il rituale appello per la raccolta di fondi mentre i politici italiani fanno a gara per testimoniare alle autorità iraniane la loro solidarietà. Le autorità iraniane rispondono che accetteranno gli aiuti di tutti i Paesi, compresi gli Stati Uniti, ma che rifiuteranno quelli di Israele. I primi aerei con i soccorsi sono arrivati stamattina a Kerman sebbene appaia evidente a tutti che è assai difficile affrontare l'emergenza. Per tutta la giornata di ieri, ad esempio, i soccorsi sono stati ostacolati dalla mancanza di energia elettrica e di comunicazioni telefoniche, ma soprattutto dalle distanze - circa trecento chilometri- che separano la città di Bam dagli altri centri abitati. Nelle strade di ciò che resta della città distrutta, la scena è terrificante. Ovunque si vedono decine di cadaveri che, estratti dalle macerie, vengono allineati per terra in attesa di essere seppelliti. La scossa di ieri è stata violentissima. Secondo il Centro di Geofisica dell'Università di Teheran, il sisma ha avuto una magnitudo 6,3 sulla scala aperta Richter, con epicentro 180 chilometri a est della città di Kerman e circa 1.000 chilometri a sud est di Teheran.
Iraq
Continua senza tregua la guerra in iraq dove anche oggi militari americani hanno ucciso quattro iracheni nella citta' di Mossul dopo che la loro pattuglia era stata attaccata. Gli attacchi della resistenza irachena, sarebbero stati effettutati utilizzando un'autobomba, proiettili di mortaio e armi leggere. Il primo ordigno è esploso al passaggio di una pattuglia alle 07:25 locali (le 05:25 italiane) e il secondo è esploso quando è sopraggiunta una pattuglia di rinforzo. secondo fonti militari americane i militari della 101ma divisione aviotrasportata hanno detto che stavano cercando ordigni artigianali spesso usati dalla guerriglia contro di loro quando sono stati attaccati. Il sergente Eldon Noble ha detto che i soldati hanno risposto al fuoco distruggendo un'auto dalla quale erano stati attaccati e uccidendo i quattro iracheni a bordo.
E' ancora incerto, invece, il bilancio delle due esplosioni che si sono verificate questa mattina a Kerbala, a poca distanza dagli edifici dell' università . Negli edifici hanno sede il quartier generale della divisione multinazionale della coalizione, che opera sotto il comando polacco, e il governo provvisorio. Almeno 20 soldati stranieri sono stati uccisi o feriti in una serie di attacchi a Karbala, a sud di Baghdad, in cui sono morti quattro militari bulgari. Lo ha riferito un portavoce del contingente polacco, che ha il comando delle operazioni nella zona. "Tra i militari della coalizione abbiamo circa 20 vittime ma non sappiamo le nazionalità nè quanti siano i morti o i feriti", ha detto ancora aggiungendo di non sapere "nulla di vittime civili".
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MO
Una colonna di una decina di mezzi blindati israeliani è entrata a Nablus, nel nord della Cisgiordania, dove l'esercito ha circondato il campo profughi di Balata. Almeno 70 persone, sospette di coinvolgimento in attività terroristiche, sono state fermate dai militari israeliani.
Un ragazzo palestinese di 18 anni è stato ucciso oggi da soldati israeliani durante scontri tra militari e palestinesi che lanciavano pietre nella città cisgiordana di Nablus. Lo hanno detto fonti palestinesi.
Resta intanto sempre in vigore il blocco totale dei Territori di Cisgiordania e Gaza decretato giovedì sera da Israele a seguito dell'attentato suicida palestinese vicino a Tel Aviv. Era partito da Nablus il kamikaze che giovedì si è fatto esplodere a Tel Aviv uccidendo quattro persone.
elezioni in guatemala
Oscar Berger, candidato al ballottaggio con la Gana (Grande alleanza nazionale), rimane in testa alle intenzioni di voto per il ballottaggio delle elezioni presidenziali che si svolgeranno domani, 28 dicembre. Il 58 per cento dei 1.320 elettori consultati dallistituto demoscopico Vox Latina', ha, infatti, dichiarato che voterà per limprenditore 57enne, che lo scorso 9 novembre, in occasione del primo turno, aveva conquistato la maggioranza relativa aggiudicandosi il 36 per cento dei voti. Al suo avversario, Alvaro Colom, rappresentante della coalizione di sinistra di Unità nazionale della speranza (Une), andrebbe invece il 42 per cento delle intenzioni di voto. Secondo gli analisti politici, dato che l84,6 per cento del campione ha dichiarato di non essere disposto a cambiare le sue intenzioni di voto, quasi certamente domani notte Berger sarà proclamato vincitore. Il candidato che otterrà la maggioranza nel ballottaggio entrerà in carica il prossimo 14 gennaio al posto del presidente della Repubblica uscente, Alfonso Portillo.
ri-allarme sars
Il ministero della sanita' cinese ha confermato ufficialmente un caso sospetto di Sars nella provincia meridionale del Guangdong in un bollettino quotidiano sulla malattia. Il comunicato precisa che nessun altro caso, sospetto o confermato, di sindrome respiratoria acuta e' stato segnalato. In Italia il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha dato disposizione alla Protezione Civile di ripristinare i due filtri nei controlli dei passeggeri negli aeroporti di Fiumicino e Malpensa sui voli provenienti dalla Cina.
ITALIA
OPERAIO SOTTO LE MACERIE
Un operaio è morto e un altro e' rimasto ferito dal crollo della struttura metallica di una parte della impalcatura per il rifacimento della facciata di un palazzo di 12 piani a Palermo. La vittima e' Filippo Piano, 31 anni. I vigili del fuoco hanno estratto poco fa il suo corpo senza vita. Gli investigatori stanno accertando le cause del cedimento della struttura metallica.
Rogo in campo nomadi
Una bimba e' morta stamani all' alba in un campo nomadi di Crescentino, paese della piana del Po a una trentina di chilometri da Vercelli in un rogo, scoppiato intorno alle 3.30 per motivi ancora da accertare. Una bimba è morta stamani all' alba in un campo nomadi di Crescentino, paese della piana del Po a una trentina di chilometri da Vercelli. E' accaduto verso le 4. Secondo quanto si è appreso, le fiamme hanno avvolto una baracca nella quale la bimba dormiva con i genitori. Per lei non c' è stato scampo.
La vittima è la piccola Marinela Duredovic, di 4 anni, di origine slava. Viveva in un prefabbricato di legno insieme con i genitori e altri sei fratelli, tutti più grandi di lei. La madre, Sladiana Mitrovic ha cercato inutilmente di salvarla e si è procurata ustioni. E' stata portata con un' ambulanza del "118" all' ospedale di Chivasso (Torino). Ha una prognosi di 30 giorni.
Il rogo è scoppiato, per motivi ancora da accertare, poco dopo le 3,30. La famiglia Duredovic si è accorta dell'incendio quando le fiamme erano ormai alte. La porta non si apriva e genitori e figli si sono allora gettati all' esterno da una finestra; ma la piccola Marinela non ce l' ha fatta. Quando la madre Sladiana si è accorta che era intrappolata nella baracca, sentendo il suo pianto disperato, ha tentato di salvarla tornando nella piccola abitazione. Ma il fuoco l'ha avvolta ed è stata salvata a stento dagli altri abitanti del campo nomadi.
Intanto sono giunti sul posto i vigili del fuoco e i carabinieri di Crescentino. Il fuoco è stato spento, ma ormai per la bimba non c' era più nulla da fare, era morta carbonizzata. La donna ha riportato ustioni di primo e secondo grado in varie parti del corpo. In giornata sarà trasferita dall' ospedale di Chivasso al reparto grandi ustionati del Cto di Torino. L' inchiesta per accertare le cause dell' incendio è condotta dal sostituto procuratore di Vercelli, Muriel Ferrari.
ANTIPRO RADIOLINA ALLO SKA VENERDI 12/12/03
LINKS UTILI
a
docultima asse naz 23 nov: http://italy.indymedia.org/news/2003/11/429094.php
appello da fuoriluogo http://www.fuoriluogo.it/speciali/guerraitaliana/appello_26_giugno.html
categoria antipro da INDY http://italy.indymedia.org/features/antipro/
Spazio Indy lune 22.12
attacchi fascisti:
ancora sui tramvieri: (da completare)
http://italy.indymedia.org/features/economie/#1172
Trasporto, dipendenti Amt si autotassano in aiuto colleghi
Genova, 15:41 Trasporto, dipendenti Amt si autotassano in aiuto colleghi
A Genova i dipendenti dell'Amt, l'azienda di trasporto pubblico locale, si autotasseranno per aiutare i colleghi che hanno violato la precettazione del prefetto e che dovranno pagare la sanzione amministrativa che va dai 250 euro ai 500 euro. La tassazione sarà l'equivalente di un giorno di lavoro o di congedo.(red)
campania:
- piu' azione di stamattina in metropolitana
(sulla ftr c'e' anke un contributo audio, ma va ascoltato prima)
argentina, dopo due anni la lotta continua
http://argentina.indymedia.org/
massimo leonardi ai domiciliari: http://italy.indymedia.org/news/2003/12/448708.php
sgomberi a go-go
siamo stanki di dare sempre queste notizie
http://italy.indymedia.org/features/toscana/#1103
acqua lete: c'e nessuno...che difenda i diritti dei lavoratori?
(la fonte non e' indipendente, ma e' l'unica notizia trovata finora in rete. contatti dal vivo zero)
(dal manifesto)
L'acqua Lete non rispetta i lavoratori La Cgil lancia il boicottaggio della «bollicina solitaria»: l'impresa viola i diritti sindacali «C'è nessuno?» Comunicati sindacali stracciati, abusi agli iscritti Flai, minacce a chi è malato: a farti la visita fiscale viene l'autista del capo ANTONIO SCIOTTO Minacce di licenziamento e all'incolumità personale, sicurezza inadeguata e infortuni non denunciati, la persecuzione degli iscritti al sindacato, gli operai «invitati» a lavorare anche quando stanno in malattia. L'atmosfera dentro gli stabilimenti dell'acqua Lete - una novantina di dipendenti, a Pratella di Caserta - è molto pesante, e il sindacato, insieme alle associazioni dei consumatori, ha deciso di denunciare la situazione, proponendo un boicottaggio. Si sono mossi la Flai Cgil, la Cgil Campania e la Federconsumatori: la «bollicina solitaria» non è tanto simpatica come appare nelle celebri pubblicità che invadono a tutte le ore i teleschermi («C'è nessuno?»), e da tanti anni i lavoratori ne subiscono le ire funeste. In mezzo a tante prepotenze, si può iniziare a riferire le minacce, che sembrano quasi gli abusi più leggeri: come racconta Franco D'Angelo, segretario generale Flai Campania, tutti gli iscritti al sindacato hanno cominciato a essere «bombardati» da parte del patron Nicola Arnone e degli altri responsabili: «Ci saranno lacrime e sangue se voi iscritti darete fastidio», «Se vogliamo risolvere i problemi basta rivolgersi alla direzione e non al sindacato», «Comunisti eversivi», «Perché iscriversi alla Cgil se si è bravi ragazzi». Il sindacato, nella forma di un Rsa (rappresentante sindacale non eletto dagli addetti, ma delegato dalla stessa organizzazione dei lavoratori) è entrato in fabbrica soltanto nel 2001. Fino ad allora, non erano rispettati neanche i diritti minimi: buste paga più basse rispetto al salario nazionale, mansioni e turni non rispettati. Alcuni lavoratori raccontano che agli addetti all'imbottigliamento veniva imposto di passare a lavare i bagni prima di mettersi alle macchine, e chi si rifiutava veniva sanzionato con lettere di contestazione. I turni erano stabiliti solo formalmente, dato che potevi essere avvertito anche il giorno stesso che la sera non dovevi andare a lavorare, o che dopo il turno di notte avresti dovuto fare pure la mattina. Le buste paga erano differenziate da lavoratore a lavoratore, non venivano retribuite le indennità di mensa, e mentre l'azienda ha sempre usufruito dei fondi pubblici della legge 488, le veniva comminata nel 2000 una sanzione di oltre 400 milioni di lire per illeciti amministrativi.
Per rendersi conto della leggerezza della «bollicina», basta raccontare quello che è stato costretto a sopportare un lavoratore invalido al 60% per problemi alle gambe: costretto a occuparsi della tritatura dei residui di Pet, mentre alcune notti era anche adibito al portierato notturno - il tutto anche per 12-14 ore al giorno - si è messo in malattia dopo una paresi facciale e un attacco cardiaco. L'azienda ha cominciato a tartassarlo con due visite mediche al giorno, poi, appena rientrato, gli ha proposto un altro turno che lui ha rifiutato: è stato licenziato e adesso è in causa per l'articolo 18. Ma anche gli altri lavoratori in malattia non se la passano bene: il sindacato spiega che spesso sono state inviate a casa ispezioni non proprio «ortodosse». Anziché i medici fiscali, il capo manda il suo autista personale «a portare la mozzarella» (in Campania si dice così per indicare che qualcuno ti controlla da vicino, e non con intenzioni amichevoli).
Tutto questo, fino all'ingresso della Cgil, che a fatica è riuscita a imporre negli ultimi due anni il rispetto formale dei turni, convincendo inoltre la proprietà a rivolgersi a una ditta di pulizia che si occupasse di gabinetti e ambienti di lavoro. ma non è bastato: di recente sono state vietate le assemblee e rimandate a orari impossibili, non è stata distribuita copia del contratto all'atto dell'assunzione, sono stati rimossi i comunicati sindacali, i lavoratori del turno di notte sono stati costretti a restare fuori perché dentro la fabbrica si stava svolgendo una non meglio specificata «festa aziendale».
PRIMI PUNTI PER SPAZIO INDY 28.12
http://italy.indymedia.org/features/sicilia/#1190
c'e un audio. se ce la facciamo a sentirlo prima...
RASSEGNA STAMPA (titoli)
IL "SUOPOLIO" DI GASPARRI
PDF con la legge Gasparri --> http://italy2.peacelink.org/dossier/docs/45-1085_gasparri.pdf
dal il Manifesto
27 novembre --> "Martedì il giorno del «suopolio»"
Dopo una giornata di scontro sui tempi per la discussione della legge di Mediaset, passa la proposta del presidente del senato Pera: la commissione potrà continuare a lavorare, ma anche se non avrà finito in aula si andrà comunque martedì. E si dovrà votare. Gasparri: «Nessun problema, la firma di Ciampi può arrivare anche prima dei trenta giorni a disposizione» MICAELA BONGI ROMA Ancora qualche giorno in commissione lavori pubblici. E poi, martedì prossimo, la legge Gasparri approderà in ogni caso nell'aula di palazzo Madama per essere approvata definitivamente il giorno stesso. E' questa, di fronte al muro contro muro, la «mediazione» proposta ieri pomeriggio in conferenza dei capigruppo dal presidente del senato Marcello Pera e passata a maggioranza. Di fronte all'ostruzionismo dell'opposizione, la Casa berlusconiana (che in mattinata aveva riunito i capigruppo) spingeva perché si andasse subito in aula con il provvedimento aperto (la commissione aveva votato appena sette emendamenti sui circa 320 presentati, 270 dei quali dichiarati ammissibili) e, dunque, senza relatore. Il relatore in questione, il forzista Luigi Grillo, nel primo pomeriggio, nonostante il centrosinistra contestasse duramente lo strappo (proteste liquidate da uno sprezzante Gasparri come «un supplemento di satira»), dava già per scontato che del lavoro della commissione, giudicato alla stregua di una perdita di tempo, si sarebbe fatto tranquillamente a meno, pur di consegnare al Cavaliere la sua legge in tempi utili per salvare Retequattro: «Non ci sono le condizioni per andare avanti», sentenziava Grillo. In ogni caso, la capigruppo avrebbe dovuto fissare un nuovo calendario. E così, i lavori dell'aula (che stava esaminando il nuovo decreto «antenna selvaggia» che permetterà alla Gasparri di non confliggere anche con la sentenza della Consulta sulla materia) vengono sospesi. Alle 17.30 si riuniscono i presidenti dei gruppi con Pera. Un'oretta dopo esce il capogruppo della Margherita, Willer Bordon, e annuncia trafelato che quella che sarà fatta passare per una «mediazione» non è altro che un'inaccettabile forzatura perché «domani il provvedimento sarà incardinato in aula e il voto finale potrebbe arrivare martedì». A altri esponenti dell'opposizione non risulta però che le cose siano effettivamente andate nel modo riferito da Bordon. Che in effetti aveva fatto un po' di confusione. Perché alla vice presidente dei senatori della Quercia, Maria Grazia Pagano, che propone il rinvio argomentando che «in ogni caso si arriverebbe alla prossima settimana, dunque forzare non conviene nemmeno alla maggioranza», Pera risponde appunto con la sua proposta. La forzatura però non è affatto esclusa: martedì, anche se i lavori in commissione non saranno terminati, si andrà comunque in aula, con o senza relatore. E con i tempi contingentati: 9 ore di discussione. Una soluzione che però consente a Pera di non mostrarsi completamente schiacciato sulle esigenze della Casa berlusconiana e alla stessa Casa di avere la certezza che martedì (al massimo mercoledì mattina), la tormentata legge sarà consegnata al «mero proprietario» di Mediaset. Evitando il rischio che il provvedimento si vada a infilare in un calendario fitto che comprende la delega sulla giustizia e la procreazione assistita. La Quercia comunque si assegna un punto («tutti i giornali parlavano di approvazione della legge già oggi», commenta il diessino Antonello Falomi) e i manifestanti che davanti al senato protestano contro la Gasparri e contro la censura accolgono con favore la notizia che la commissione potrà ancora lavorare fino a martedì. Ma la Margherita resta sulle sue posizioni: «Si riduce il parlamento al ruolo di una cassette delle lettere dove arrivano decisioni prese altrove - insiste Bordon - l'attività del parlamento viene regolata in modo improprio perché sono in ballo gli interessi del presidente del consiglio».
Dal canto suo, Gasparri non si mostra turbato dal nuovo calendario d'aula: «Mi sembra una soluzione ragionevole, anche se il provvedimento fosse stato incardinato in aula domani, si sarebbe arrivati al voto martedì». Cioè il 2 dicembre. Il che significa che se il presidente Ciampi si prendesse tutto il tempo a disposizione prima di firmare la legge (cioè trenta giorni), tutto lo sforzo fatto dai seguaci del premier per consentire a retequattro di rimanere a terra verrebbero vanificati, visto che la sentenza della Consulta fissa il 31 dicembre come termine ultimo per il trasferimento sul satellite. Ovviamente, il governo si aspetta che Ciampi firmi prima. Ma l'atteggiamento del Colle resta un'incognita. All'aventuale schiaffo (il rinvio del provvedimento alle camere), la Cdl potrebbe comunque rispondere con un altro schiaffo. Chiedere al Quirinale di promulgare la legge senza modifiche. E a quel punto Ciampi non potrebbe far altro che firmare.
2 dicembre "Legge Gasparri, ultimo atto"
Oggi, al più tardi domattina, il via libera definitivo del senato. Titoli Mediaset in salita. L'opposizione: «La partita non finisce qui». E già si guarda al Quirnale, alla Consulta, all'Europa MICAELA BONGI ROMA ACologno monzese e Arcore per stappare le bottiglie di champagne probabilmente si aspetteranno le mosse del Quirinale. Ma il «mero proprietario» e il presidente di Mediaset, Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, un primo brindisi lo avranno fatto già ieri, quando hanno visto il titolo del gruppo guadagnare un più 2,43 per cento, insieme al più 3,75 registrato da Mondadori. Effetto benefico della legge Gasparri, che oggi, al più tardi domani mattina, otterrà il via libera definitivo dall'aula di palazzo Madama. L'opposizione tenterà di giocare le ultimissime carte. Il Comitato per la libertà e il diritto all'informazione moltiplica le iniziative contro il provvedimento: domani pomeriggio (a legge presumibilmente approvata) a Roma davanti palazzo San Macuto (dove la vigilanza discute il caso Raiot) e poi al Pantheon, ma anche davanti alle sedi Rai di altre città. Nella Casa berlusconiana, però, non è più consentito indugiare su un testo arrivato ormai alla quarta lettura e a ridosso dei termini indicati dalla Consulta per il trasferimento di Retequattro su satellite.
La commissione lavori pubblici del senato è tornata nuovamente a riunirsi alle 21 di ieri sera, con più di 200 emendamenti ancora da discutere. Ma il presidente Marcello Pera, di fronte alle proteste dell'opposizione che denunciavano la forzatura sui tempi, l'altra settimana era stato chiaro: aveva sì concesso ancora qualche giorno di tempo ai lavori della commissione; aggiungendo però che in ogni caso l'aula avrebbe dovuto votare nella giornata di oggi. Dove, dunque, il testo arriverà «aperto», senza cioè che sia terminato l'esame in commissione e senza relatore. Perché, appunto, Retequattro va salvata entro dicembre. Che poi il ddl, che affida la soluzione a un improbabile miracolo digitale, risponda alla sentenza della Corrte costituzionale, come giura Gasparri, è tutto un altro discorso: per adeguarsi effettivamente alle indicazioni della Corte (che esclude periodi transitori per il passaggio tra analogico e digitale terrestre, il cui completamento è previsto dalla Gasparri nel 2006) il miracolo, infatti, si dovrebbe compiere subito.
Questa mattina in apertura di seduta l'opposizione (i cui capigruppo, ieri, hanno inviato a tutti i senatori di maggioranza una copia del libro di Carlo Rognoni Inferno tv, Berlusconi e la legge Gasparri), presenterà le pregiudiziali di costituzionalità. Per la Margherità toccherà a Luigi Zanda, per i Ds a Massimo Villone. Poi, dopo il voto sulle pregiudiziali (che verosimilmente saranno respinte), si passerà alla discussione generale. I tempi concessi da Pera sono comunque strettissimi. Né l'opposizione confida nella votazione a scrutinio segreto (che potrebbe essere concessa dal presidente per una decina di emendamenti): questa volta nella Casa non sono ammesse defezioni.
Dal canto suo l'opposizione assicura che la battaglia non terminerà con l'approvazione della legge di Mediaset: «Penso che il cammino di questa legge non si esaurirà con l'approvazione in senato - sostiene ad esempio il senatore diessino Antonello Falomi -. Dopo ci sarà la firma del presidente della repubblica» e, se Ciampi firmerà, arriveranno «i ricorsi di tutti gli interessi colpiti: ci saranno passaggi alla Corte cositituzionale, c'è un esposto della Margherita alla Corte di giustizia europea, c'è il garante della concorrenza e del mercato...». Incalza Paolo Gentiloni, deputato della Margherita: «Da noi arriva un richiamo costante al messaggio di Ciampi sul pluralismo. Un messaggio molto importante che forse è destinato a rimanere l'unico indirizzato al parlamento».
A sollecitare un esplicito appello al capo dello stato perché rispedisca il ddl alle camere è il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio: «La Gasparri è molto peggio delle leggi Cirami e Schifani messe insieme, è un attentato alla democrazia e alla Costituzione», protesta il leader del Sole che ride. E Beppe Giulietti mette in guardia dal rischio di «un conflitto istituzionale senza precedenti». «Questa rischia davvero di essere la legge che lacera i rapporti tra le forze politiche e le istituzioni - incalza il deputato diessino - sarebbe un errore gravissimo trasferire l'eventuale modifica della Gasparri sul tavolo del presidente della repubblica, della Consulta o della Commissione europea». Sulla stessa lunghezza d'onda Marco Rizzo, Pdci: «Se ha un senso il messaggio alle camere del presidente della repubblica, se le sentenze della suprema corte hanno un valore, se i pareri delle autorità indipendenti sono importanti, allora questa legge dovrebbe essere rispedita al mittente».
Ma, al di là degli auspici e degli appelli più o meno espliciti, l'atteggiamento che assumerà il Quirinale resta un incognita. Il tam-tam su un rinvio alle camere del testo da parte di Ciampi (al quale la Cdl sarebbe pronta a rispondere con la richiesta di promulgare comunque la legge) si è fatto sentire anche nelle ultime ore. Ma in realtà questa ipotesi in ambienti dell'Ulivo viene ritenuta altamente improbabile.
da l'Unità del 3 dicembre, a poche ore dall'approvazione della legge
Le novità della "legge Gasparri"
- Ora il disegno di legge Gasparri è legge. Il sistema radiotelevisivo e dei media dopo quattro votazioni ha ottenuto il via libera dal Senato che ha definitivamente approvato il testo varato dalla Camera il 2 ottobre scorso senza alcuna modifica.
E queste sono le novità principali delle nuove norme:
Rai
L'articolo 20 prevede per lazienda pubblica un consiglio di amministrazione di nove membri, di cui sette nominati dalla commissione parlamentare di Vigilanza e due dal ministero dell'Economia, azionista dell'azienda, e sarà uno dei duead assumere la presidenza con votazione dei 2/3 dei componenti della Vigilanza.
A regime, i nove membri saranno nominati dall'assemblea dei soci. Il presidente sarà scelto dal Consigli di Amministrazione, e la sua nomina diventerà efficace dopo l'acquisizione del parere favorevole, a maggioranza di due terzi, della Vigilanza. L'elezione degli amministratori avviene mediante voto di lista. Il rappresentante del ministero dell'Economia, fino alla completa privatizzazione, presenta un'autonoma lista di candidati formulata sulla base delle delibere della Vigilanza con voto limitato ad uno. Nel testo è anche previsto un termine, il 28 febbraio del 2004, entro il quale l'attuale Cda delle Rai dovrà terminare il proprio mandato, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato biennale del marzo 2005.
La nuova legge prevede anche la privatizzazione dell'azienda che dovrà essere avviata entro il 31 gennaio del 2004 con il modello della'public companycon un limite massimo di possesso dell'1%. Il 25% dei proventi del collocamento delle azioni è destinato agli incentivi per l'acquisto e il noleggio dei decoder digitali. Fino al 31 dicembre 2005 è invece vietata la cessione da parte della Rai di rami d'azienda.
Antitrust
Il calcolo dei tetti antitrust per le aziende avviene in base al Sic, Sistema integrato delle comunicazioni, con un limite ai ricavi del 20%. Del paniere in base al quale si calcola il limite antitrust fanno parte numerose voci: canone Rai, al netto dei diritti erariali; pubblicità nazionale e locale; sponsorizzazioni televendite; gli investimenti di enti ed imprese in altre attività finalizzate alla promozione dei propri prodotti o servizi; convenzioni con soggetti pubblici; provvidenze pubbliche; offerte televisive a pagamento; vendite di beni, servizi e abbonamenti delle imprese radiotelevisive e quelle di produzione e distribuzione, qualunque ne sia la forma tecnica, di contenuti per programmi televisivi e radiofonici; le imprese dell'editoria quotidiana, periodica, libraria, elettronica anche attraverso internet; le imprese di produzione e distribuzione, anche al pubblico finale, delle opere cinematografiche; le imprese di pubblicità, quali che siano il mezzo o le modalità di diffusione.
Altre norme Antitrust riguardano il numero dei programmi televisivi e radiofonici irradiabili al momento della completa attuazione del piano nazionale di assegnazione delle frequenze radio e tv in tecnica digitale: anche in questo caso uno stesso soggetto non può diffondere più del 20% dei programmi.
Altro limite antitrust riguarda le aziende di telecomunicazioni. Chi realizza ricavi nel mercato delle telecomunicazioni superiori al 40% del totale di quel mercato non può conseguire ricavi nel settore integrato delle comunicazioni superiori al 10%.
Viene consentita la proprietà incrociata di tv e giornali ma sarà possibile possedere quotidiani a chi possiede più di una rete televisiva nazionale dopo il 31 dicembre del 2008.
Digitale
L'articolo 25 riguarda l'accelerazione della trasmissione in tecnica digitale: entro il primo gennaio 2004 la Rai deve coprire il 50% del territorio nazionale con due blocchi di diffusione che entro il primo gennaio 2005 dovrà estendersi al 70% della popolazione. Il passaggio definitivo alla nuova tecnica di trasmissione dovrà avvenire entro il 2006. Viene anche consentita a condizioni ben precise la proroga delle concessioni analogiche (tra cui Retequattro) fino al 2006. Sono previsti inoltre incentivi per l'acquisto dei decoder indispensabili per ricevere la tv digitale terrestre.
Sarà l'Autorità per le Comunicazioni a vigilare sulle varie fasi di passaggio al digitale.
Minori
L'articolo 10, modificato il 2 ottobre alla Camera e confermato dal Senato, trasforma in legge il codice di autoregolamentazione tv e minori già in vigore. Tra le novità, l'obbligo di dare adeguata pubblicità per le sanzioni inflitte in caso di violazione sia dall'Autorità sia dal comitato di applicazione del codice e il divieto dell'utilizzo dei minori di 14 anni negli spot pubblicitari.
UN PO DI REAZIONI E COMMENTI AL DDL DEI MESI SCORSI
da Liberazione -> legge anticostituzionale : http://members.xoom.virgilio.it/infocontro/PoliticaIT/PI514.htm
personaggi vari -> http://www.oneworld.net/article/view/68784/1/
fed.naz.stampa italiana e altri -> http://www.fnsi.it/Ddl_Gasparri_10.htm